“Le decisioni del Comune di Napoli e della Federico II alimentano l’odio antiebraico”. Così la Comunità ebraica di Napoli, commentando la mozione approvata dal Consiglio comunale di Napoli per l’interruzione dei rapporti di collaborazione con enti e istituzioni israeliane legate all’attuale governo, e la decisione del Senato accademico dell’Università Federico II di Napoli di bloccare le stipule dei contratti di collaborazione con tutte le istituzioni e le imprese israeliane.
In una nota, la Comunità ebraica di Napoli ricorda che “l’attacco condotto da Hamas il 7 Ottobre 2023 contro gli abitanti di ventidue villaggi del sud di Israele e contro i ragazzi che partecipavano al concerto Nova Festival ha scatenato una guerra a Gaza che ha prodotto dolore, lutti e distruzione. La tregua conseguente alla ratifica, a Sharm el Sheik, del cosiddetto ‘piano Trump’, rappresenta il primo passo verso la ricostruzione di Gaza e la ripresa, con l’esclusione di Hamas dall’amministrazione di quel territorio, di un percorso che, per quanto difficile, possa condurre alla pacifica convivenza tra Israeliani e Palestinesi secondo la realizzazione del modello ‘due popoli per due stati’.
Nonostante la dolorosa situazione a Gaza si stia ricomponendo, sia pur lentamente e con grande incertezza, gli atti intrapresi da alcune istituzioni sembrano orientati a mantenere alta la tensione dell’opinione pubblica sulla questione di Gaza e ad alimentare un clima d’odio nei confronti dei cittadini israeliani (ebrei o arabi che siano) anziché favorire il dialogo e contrastare l’odio antiebraico”.
Per questo motivo il Consiglio della Comunità ebraica di Napoli denuncia “decisioni come quella della presidente del Consiglio Comunale di Napoli che sollecita il sindaco ad adottare la mozione approvata dal Consiglio Comunale il 2 luglio, quando la situazione a Gaza era molto diversa rispetto all’attuale, a ‘rescindere ogni collaborazione con enti e istituzioni israeliane legate all’attuale governo, privilegiando rapporti con organizzazioni pacifiste’.
Una mozione di scarso valore pratico ma simbolica, tesa a raccogliere consensi attraverso l’alimentazione dell’odio.Analogamente denunciamo la decisione del Senato accademico dell’Università Federico II di bloccare le stipule di contratti di collaborazione con tutte le istituzioni e le imprese israeliane, sia pubbliche che private, e anche l’eventuale blocco delle collaborazioni in corso (costo stimato: 3,5 milioni) che invece rischia di avere conseguenze pratiche negative soprattutto per l’ateneo federiciano più che per le Israele. Si parla spesso di creare dei ponti tra i popoli e invece, con simili decisioni si alzano i muri, ‘collaborando fattivamente’ con chi vorrebbe ottenere, attraverso l’isolamento politico, ciò che non ha potuto raggiungere con le armi, cioè la distruzione di Israele e l’eliminazione degli Ebrei, o almeno di quegli Ebrei che non accettano di chinare il capo e sottomettersi a chi non riconosce la loro identità”.
“Sono ormai mesi – prosegue il Consiglio della Comunità ebraica di Napoli – che in tutt’Italia e anche a Napoli i cittadini italiani di fede ebraica sono oggetto di offese, minacce e discriminazioni, il più delle volte non denunciati pubblicamente per non alimentare tensioni ma che non permettono agli Ebrei del nostro Paese di vivere mostrando senza rischi i simboli della propria fede e di esprimere liberamente il proprio pensiero. Per questo motivo riteniamo le decisioni del Consiglio comunale di Napoli e dell’Università Federico II poco coerenti con la ricerca della pace e del dialogo e pericolose per la sicurezza degli ebrei nei cui confronti viene alimentato, di fatto, l’odio e il pregiudizio”.
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