24, 25 e 26 febbraio la Commedia dell’Arte arriva anche a Napoli
Il 25 febbraio è dedicato alle celebrazioni della Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte. Questa giornata ha un valore simbolico importantissimo per chiunque lavori nel mondo dello spettacolo o semplicemente per chi ama il teatro. Il Commedia dell’Arte Day, infatti, è celebrato con manifestazioni in tutto il mondo. Basti pensare che la capitale mondiale designata per i festeggiamenti di quest’anno è Sidney.
Quest’anno il 24, 25 e 26 febbraio la Commedia dell’Arte arriva anche a Napoli. L’Associazione EXTRAVAGANTES, infatti, ha organizzato “ComeDì, I giorni della Commedia dell’Arte”. Noemi Giulia Fabiano, Flavio Visone e Antonio Gargiulo, membri del direttivo Extravagantes, hanno organizzato questo ciclo di conferenze, workshop e una serata di Gala aventi a tema la Commedia dell’Arte, la sua gloriosa tradizione e la rilevanza da questa avuta nel panorama della cultura napoletana e meridionale.
“Con “ComeDì” abbiamo intenzione di riportare Napoli alla legittima ribalta di Capitale del Teatro, prezioso e raro incubatore di talenti ed esperienze e prolifico habitat naturale per ogni proposta teatrale. Già da questa edizione, cui ci auguriamo seguiranno tante altre, siamo riusciti a invitare a Napoli alcuni tra i più importanti esponenti del Teatro dell’Arte, maestri di caratura internazionale e indiscussa fama. Questo è stato possibile grazie al fattivo supporto dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, il sostegno della Fondazione Banco di Napoli e importanti sinergie con le realtà presenti sul territorio.” Antonio Gargiulo – direttore artisti.
Il convegno accademico, dal titolo “Attrici e Meretrici”, coinvolgerà professori universitari, studiosi, critici ed esponenti del teatro recitato e discuterà della presenza del femminino nel repertorio della Commedia dell’Arte.
Due sono, invece, i workshops intensivi, aperti a giovani professionisti e appassionati. Saranno tenuti dai maestri Contin Arlecchino, Merisi e Boso, per una full immersion nella tradizione di 30 ore complessive nei tre giorni di manifestazione. Grazie alla sensibilità di alcuni operatori economici del territorio, sono disponibili anche due borse di studio a copertura totale del costo dei corsi.
Grazie, poi, alla disponibilità della direzione del Palazzo Reale di Napoli, la sera del 25 febbraio si terrà una serata di Gala dove interverrà, oltre ai maestri già citati, anche Ferruccio Soleri, da 50 anni storico Arlecchino diretto da Strelher.
Il sogno è quello di accompagnare il pubblico, operatori del settore, rappresentanti del mondo accademico e delle Istituzioni alla scoperta del mondo festoso, immaginifico, attualissimo dei personaggi e scenari della Commedia dell’Arte.
Per maggiori info sul programma: https://www.facebook.com/ComediNapoli/?fref=tsù

Il suo successo diventa di giorno in giorno sempre più travolgente, trasformandolo, ormai, in uno dei personaggi più in vista della nuova scena reggaeton. Reduce dal fortunato tour europeo, che lo ha visto esibirsi in tanti paesi, tra cui l’Italia, dove ha vissuto per 6 anni, di preciso a Roma. Non a caso parla correntemente italiano. Artista simbolo delle nuove sonorità urban (hip hop e reggaeton) Jay Santos collabora da sempre anche col suo manager, l’italiano Stefano Pugnali.
Comicità, dramma, canzoni inedite portano lo spettatore ad immergersi in una storia comica che via, via diventa tragica. Il ritmo frenetico con gli attori che ogni tanto si estraneano per raccontare il proprio “io” perché fino alla fine, in questo testo, ognuno è sempre alla ricerca di se stesso, per conoscersi realmente. Su telo bianco vengono proiettate immagini, il mondo ci arriva attraverso le proiezioni che invadono le pareti, facendo si che lo spettatore venga catapultato in un mondo fatto di realtà e finzione, ma che ogni cosa equivale al vero. Il ritmo della messinscena, i tempi, la recitazione si fondono con una direzione quasi cinematografica.
È lei a raccontare la felicità prima della guerra, la guerra stessa, la carestia, la soluzione trovata dagli uomini per sopravvivere. La quotidianità, lentamente, si riduce al mangiare o essere mangiati e non c’è tempo per i sentimenti. Tranne, forse, quelli per il fratello, unico legame con il suo passato da “essere umano”. La scelta di utilizzare la lingua napoletana nasce dal suo essere, per Gretel, lingua madre, più viscerale dell’italiano imparato a scuola e, quindi, più naturale. Da una bocca ormai abituata a masticare carne cruda i suoni nascono ancora più sporchi, quasi animali. “Carne” è una favola di quelle che fanno paura, che lasciano un brivido, e proprio per questo fanno venire voglia di vedere come andrà a finire.
