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“Puliamo il mondo”: rifiuti nel mirino dei volontari campani

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Vesuvio, parchi, spiagge, fondali: weekend ricco di iniziative per ripulire l’ambiente dai rifiuti. Con “Puliamo il mondo”, 30mila i volontari impegnati.

Plastiche monouso, sacchetti, mozziconi. Ma anche indumenti, barbecue, sedie e materassi. Questi, tra gli altri, i rifiuti raccolti in Campania da migliaia di volontari che, dal 20 al 22 settembre, si sono rimboccati le maniche e hanno ripulito l’ambiente, rendendo più vivibile il nostro territorio. Le iniziative hanno coinvolto migliaia di volontari, tra cui anche chi ha partecipato alla campagna “Puliamo il mondo“, promossa da LegAmbiente.

Questi eventi si inseriscono perfettamente nella Climate Action Week, una settimana piena di iniziative per contrastare il cambiamento climatico.

La pattumiera del Vesuvio

Dai barbecue ai materassi, dalle scarpe all’intimo: quello che i volontari hanno rinvenuto ieri, durante la pulizia dei boschi del Parco Nazionale del Vesuvio, è il drammatico e vergognoso frutto di anni e anni di incuria e inciviltà, dimostrate dagli abitanti dei paesi del Parco e dalle amministrazioni locali. Il Vesuvio, dunque, si conferma una discarica a cielo aperto.

Partita dall’impulso dell’associazione Primaurora, la riqualificazione di alcune aree del Parco del Vesuvio – principalmente Torre del Greco – ha impegnato ieri, 22 settembre, circa 200 volontari provenienti da 20 associazioni campane. Armati di guanti, buste e tanta pazienza, i volontari hanno raccolto e catalogato circa 50 tonnellate di rifiuti.

Contemporaneamente, in altre zone dell’area vesuviana e del Parco – Ottaviano, Terzigno, Boscotrecase, Somma Vesuviana, Sant’Anastasia, Ercolano – i volontari di “Puliamo il Mondo”, campagna promossa da LegAmbiente, hanno contribuito a riqualificare il territorio, raccogliendo principalmente plastiche, mozziconi e stracci.

Numeri davvero imbarazzanti, quelli registrati nel Parco del Vesuvio, soprattutto perché le aree interessate fanno parte del patrimonio UNESCO.

“Puliamo il mondo”: i numeri di Napoli

Non solo il Vesuvio nel mirino dei 30mila volontari campani che, infatti, nell’ambito della campagna “Puliamo il mondo”, da venerdì a domenica hanno ripulito altri 350 siti in tutta la regione, tra spiagge, fondali marini, parchi, boschi.

Nella città di Napoli, record di rifiuti: ben 928 tipi di rifiuti raccolti e catalogati negli otto parchi del capoluogo campano. In pratica, circa 1,6 rifiuti per ogni metro quadrato di territorio controllato. Insomma, numeri scoraggianti per i parchi cittadini.

Considerando la tipologia di materiale, i mozziconi di sigaretta rappresentano il 35% dei rifiuti raccolti, a cui seguono, sebbene con percentuali molto inferiori, pezzi di plastica non identificabili (10,6%) e sacchetti per snack, come patatine e dolciumi (9,2%).

Nella #Top3 dei parchi meno virtuosi, il primato spetta al Parco Attianese, a Pianura, nel quale è stato rinvenuto il 29% (269) dei rifiuti raccolti dai volontari. In seconda posizione, il Parco della Maianella, nel quartiere Miano, i cui rifiuti (239) rappresentano il 25,8%. Segue il Parco Massimo Troisi, a San Giovanni a Teduccio, con il 23,7% (220) di rifiuti raccolti.

Tra l’altro, è proprio a San Giovanni a Teduccio che si è svolta una delle iniziative più significative in programma lo scorso fine settimana. In questo quartiere della periferia orientale di Napoli, la giornata di riqualificazione è stata organizzata in collaborazione con la Fondazione Famiglia di Maria, vittima, pochi giorni fa, di un atto intimidatorio, concretizzatosi nell’esplosione di colpi di arma da fuoco contro il portone d’ingresso.

Napoli: parcheggiatore abusivo prende un uomo a bastonate

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di Luigi Carrara – Nei pressi della stagione centrale di Napoli un parcheggiatore abusivo ha prima minacciato un uomo verbalmente, per poi colpirlo con un bastone.

Il 34enne ha aggredito l’uomo “colpevole” di non aver pagato i due euro per il parcheggio. Il parcheggiatore è stato arrestato con l’accusa di tentativo di estorsione ed utilizzo di arma impropria.

Dai primi accertamenti è emerso che il 34enne era stato già denunciato 71 volte per “inottemperanza al foglio di via obbligatorio da Napoli, sua abituale sede di lavoro“.

Incidente nel beneventano, giovane di 20 anni perde la vita

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Ha perso la vita in un tragico incidente avvenuto nella notte di mercoledì e giovedì Francesca Schirici, una ragazza di soli vent’anni.

Nell’incidente era rimasto coinvolto anche lo zio ed il fratello di Francesca, entrambi morti sul colpo. Da qualche giorno la giovane era ricoverata all’ospedale Rummo di Benevento.

Climate Action Week: tutti gli appuntamenti

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È partita venerdì 20 e si concluderà venerdì 27 settembre la Climate Action Week 2019. Tanti gli appuntamenti che richiamano l’attenzione dei leader mondiali sul fenomeno del cambiamento climatico.

Una settimana all’insegna della lotta al cambiamento climatico, la Climate Action Week, che si è aperta venerdì scorso, quando in tutto il mondo milioni di persone hanno manifestato per chiedere azioni più efficaci contro l’emergenza climatica. Una vera e propria call to action, una chiamata ad agire, come il nome stesso suggerisce.

“La lotta contro i cambiamenti climatici è una questione di vita o di morte: non agire sarebbe un suicidio” – António Guterres.

I dati forniti dagli esperti parlano di un orologio che scandisce il tempo (troppo) velocemente. Allo scoccare del 2050, l’umanità potrebbe non avere più margine di azione per arginare le conseguenze – ambientali, sociali ed economiche – del climate change. Sarà, insomma, il nostro punto di non ritorno.

Per sensibilizzare cittadini e governi del mondo, dal 20 al 27 settembre sono numerose le manifestazioni in programma in centinaia di città, promosse da diversi movimenti impegnati nella tutela ambientale. Tra questi, spicca FridaysForFuture, nato in risposta al coraggioso attivismo di Greta Thunberg, l’adolescente svedese che, con il suo carisma, ha ammonito i leader mondiali contro l’inattività politica circa il delicato tema della salvaguardia ambientale.

L’inizio della Climate Action Week

Il calcio di inizio della Climate Action Week è stato fischiato venerdì scorso, 20 settembre, quando folle di persone hanno manifestato in centinaia di città, attraverso un primo global strikeSabato 21, invece, è stata la volta del #WorldCleanUpDay. Per l’occasione, i volontari delle diverse associazioni hanno ripulito le aree più degradate delle città.

In Campania, come testimonia il gruppo napoletano di Greenpeace, i volontari, insieme alle associazioni partner Prendi3, WWF Napoli, Retake Napoli e Let’s do it Italy, sono stati in zona Vasto per dare un forte segnale contro l’inquinamento dell’area.

Climate Action Summit

In corso oggi, 23 settembre, il vertice mondiale Climate Action Summit dell’ONU sull’emergenza climatica. Una conferenza nella quale tutti i principali leader mondiali sono riuniti a New York per discutere importanti strategie da mettere in pratica per contrastare l’emergenza climatica. Insieme a tutti i capi di stato e di governo, intervengono, per l’Italia, il presidente del consiglio Conte e il Ministro degli Esteri Di Maio. Al Summit sono presenti i rappresentanti di 64 Paesi, insieme ad alcune ONG, imprenditori, amministratori locali e attivisti.

Simbolo fondamentale di una generazione in rivolta, stanca di vedere il proprio futuro andare in fumo, al vertice anche Greta Thunberg, che esorterà i leader politici all’azione.

È stato il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, a richiamare tutti i leader a New York chiedendo “piani realistici e concreti” per migliorare i valori delle emissioni delle singole nazioni entro il 2020, “in linea con la riduzione delle emissioni di gas serra del 45% nella prossima decade, e con l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050”.

Il 3° Global Strike del 27 settembre

La Climate Action Week si concluderà venerdì 27 settembre, con il terzo Global Strike che, per la sua risonanza, è stato già definito come il primo Earth Strike. Lo sciopero, organizzato dal movimento FridaysForFuture, mira a spronare i diversi Paesi non solo alla riflessione, ma anche ad attuare strategie concrete e politiche ambientali realisticamente realizzabili che possano arginare il cambiamento climatico e contrastare il surriscaldamento globale.

Dopo lo sciopero del 20 settembre, l’Italia manifesterà anche il 27, insieme ad altri Paesi come Nuova Zelanda, Spagna, Portogallo, Grecia, Slovenia, Austria, Finlandia, Svezia, Olanda e Canada. Le proteste al grido “There is no Planet B” interesseranno circa 150 piazze italiane.

4 anni dopo la firma dell’Accordo di Parigi, le promesse che ci sono state fatte devono ancora trasformarsi in azioni” – così inizia l’appello di FridaysForFuture Italia per il 27 settembre. Sarà un evento grandioso, poiché si scenderà in piazza “per la giustizia climatica, in Italia e nel mondo” – queste le parole del manifesto del gruppo italiano. Qui il video rilasciato dal movimento.

A Napoli

All’interno del programma nazionale di FridaysForFuture Italia, Napoli si unirà alla protesta globale di venerdì 27 settembre con un corteo che partirà da Piazza Garibaldi alle 9:00. Qui tutti i dettagli dell’evento organizzato da FridaysForFutureNapoli.

Come studenti e studentesse della città di Napoli e di tutta la regione saremo in piazza il 27 settembre contro il cambiamento climatico e la crisi dei rifiuti che sta devastando le nostre terre. Saremo insieme ai lavoratori, alle lavoratrici, ai cittadini e alle cittadine per costruire un fronte compatto. Ci riprenderemo il nostro futuro e lo faremo tutti e tutte insieme.” – Queste le parole della call to action del gruppo partenopeo.

A precedere il grande sciopero di venerdì, martedì 24 ci sarà un’assemblea generale per discutere liberamente dei problemi del territorio partenopeo e delle possibili soluzioni. L’appuntamento è per le ore 16:00 in Piazza San Domenico. Oggi, invece, FridaysForFuture Napoli ha occupato il rettorato dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, per richiedere il blocco della didattica in occasione dello sciopero mondiale del 27.

Primo weekend di ottobre

Come ha raccontato Francesca Zazzera, responsabile del gruppo Greenpeace Napoli, in occasione del Brand Audit di poche settimane fa, saranno diverse le attività organizzate dai ragazzi di FridaysForFuture a Napoli all’inizio di ottobre. In particolare, è previsto un vero e proprio raduno di tutti i rappresentanti dei gruppi italiani del movimento, che si incontreranno a Napoli dal 4 al 6 ottobre per discutere i prossimi passi da compiere in direzione ‘ecosostenibilità‘.

Il cambiamento climatico

Alla vigilia del Summit dell’ONU sono stati diffusi dalla WMO (World Meteorological Organization) dati allarmanti sull’emergenza climatica. Secondo l’organizzazione, il quinquennio 2014-2019 è il più caldo mai registrato.

Il fenomeno del cambiamento climatico sta accelerando a vista d’occhio e i suoi effetti sono sempre più devastanti. Basta pensare ai recenti disastri ambientali: interi ecosistemi danneggiati, scioglimento dei ghiacciai, incendi indomabili, estremizzazione dei fenomeni atmosferici, desertificazione. Tra il 2014 e il 2019 – fa sapere la WMO – il livello del mare si è innalzato significativamente e anche le emissioni di CO2 hanno raggiunto dei picchi inimmaginabili.

Il rapporto di ottobre 2018 rilasciato dall’ Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), team di scienziati nominati dall’ONU, parla chiaro: è necessario contenere l’aumento della temperatura media globale entro +1,5°C e per farlo alla Terra restano solo 11 anni. Dopo il 2030, infatti, il fenomeno del cambiamento climatico diventerà irreversibile. Per evitare conseguenze disastrose è prioritario ridurre – possibilmente dimezzare – le emissioni di CO2 entro il 2030 e azzerarle completamente entro il 2050.

Gli accordi di Parigi hanno rappresentato un punto di partenza nella lotta al cambiamento climatico, ma la ritirata degli Stati Uniti  – che, infatti, non sono rappresentati a New York– e il fatto che non tutti i Paesi abbiano già ufficializzato il proprio impegno ad azzerare le emissioni suggeriscono che la strada sia ancora in salita. Sta di fatto che per il 2019 abbiamo già esaurito le nostre scorte annuali, il che significa che da mesi il nostro pianeta è in riserva.

Detenuto si fa ricoverare al Cardarelli e tenta la fuga

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Un detenuto si fa ricoverare all’ospedale Cardarelli e tenta di evadere.

Napoli – Detenuto si fa ricoverare in ospedale e tenta fuga: per fortuna è stato preso e bloccato fuori il Cardarelli dalla polizia penitenziaria. A darne notizia il Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Ecco quanto ricostruito dal segretario nazionale per la Campania, Emilio Fattorello:

“Intorno alle 16 un detenuto di 22 anni con fine pena nel 2026 e ricoverato al pronto soccorso del Cardarelli, si è dato alla fuga durante le terapie fisiologiche. La pronta reazione e il tempestivo intervento degli uomini della polizia penitenziaria hanno sventato il grave evento. Dopo un inseguimento, il fuggitivo è stato catturato all’esterno della zona ospedaliera in un parco pubblico mentre si dirigeva a un capolinea dei mezzi di trasporto pubblici”.

Il detenuto, nelle ultime 48 ore, era uscito dal carcere di Secondigliano tre volte per un ricovero con procedura urgente per lancinanti dolori all’addome. Il segretario ha aggiunto:

“Il caso riapre la questione dei numerosi ricoveri a vista disposti dai sanitari negli istituti penitenziari. Ricoveri che mettono in crisi l’operatività della polizia penitenziaria che è già in evidente sottorganico. Servizi esterni che avvengono in luoghi affollati quali i pronto soccorso napoletani senza adeguate garanzie di sicurezza e con isolamento radio con la sala operativa. La maggior parte dei ricoveri urgenti a vista per imminente pericolo di vita dei detenuti dagli istituti penitenziari napoletani vengono poi classificati Codice giallo e sottoposti a lunghe e pericolose attese”.

Napoli: papà aggredisce un infermiere e gli spezza un dito

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Stamattina all’alba, al Santobono di Napoli, un papà furioso spezza l’anulare ad un infermiere in servizio. 24 giorni di prognosi.

Ancora un’altra aggressione ad un infermiere al Santobono di Napoli: l’impazienza dei parenti dei pazienti talvolta può arrivare a tanto. Stamattina all’alba infatti il papà di una bambina in codice verde ha aggredito un infermiere, fratturandogli l’anulare. I medici hanno prescritto all’infermiere 24 giorni di prognosi.

Durante la notte, la bambina era stata accompagnata dalla mamma al pronto soccorso del Santobono e dopo pochi minuti visitata. La dottoressa di guardia, dopo la visita, non aveva riscontrato niente di grave, ma avendo prescritto alla piccola un broncodilatatore, ha preferito trattenere lei e la madre ancora un po’ al pronto soccorso.

Solo verso le 5:50 è iniziato il caos, quando è arrivato il padre della bambina, con aria già minacciosa, a detta degli stessi infermieri del triage. Nonostante stessero dimettendo la figlia e il genitore dovesse aspettare in sala d’attesa, gli infermieri hanno preferito accompagnarlo all’interno del pronto soccorso per tranquillizzarlo.

Lì infatti è avvenuta l’aggressione all’infermiere. All’ennesima richiesta di tornare in sala d’attesa, verso le 6:20, il padre della bambina si è infuriato, aggredendo prima verbalmente poi fisicamente l’infermiere A. B. La conseguenza dell’aggressione è appunto la frattura dell’anulare di una mano.

Dopo la chiamata alla polizia delle 6:30, quando sono giunti gli agenti, la situazione si è calmata. Le operazioni del pronto soccorso sono però state bloccate per quasi un’ora. L’intervento del direttore generale del Santobono, Anna Maria Minicucci, ha permesso la ripresa regolare delle attività.

L’intervento del presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Napoli

Poiché non è la prima aggressione ad un infermiere, sul fatto è intervenuto anche Ciro Carbone, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Napoli. Ecco la sua dichiarazione:

«L’ennesimo episodio di violenza ai danni di un infermiere, ci fa riflettere sulla reale capacità della politica di intervenire in tempo sulle emergenze cittadine dei lavoratori della sanità. Avevamo sperato che la nomina del nuovo ministro della salute Romano Speranza, potesse dare impulso alla nuova proposta di legge in difesa di medici e infermieri. Continuiamo a sperare, ma ogni giorno è un rosario di aggressioni. L’Ordine degli infermieri è vicino al collega aggredito».

Carbone conclude poi dicendo:

«Non smetteremo di esercitare una civile, ma tenace pressione sulla politica e sulle istituzioni per una tutela dell’incolumità fisica e per un’adeguata sicurezza negli ospedali».

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Incendi in Campania: un’estate da dimenticare

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L’incendio boschivo a Sarno è solo l’ultimo dei roghi che nel 2019 sono aumentati del 26%.

Gli incendi sono stati numerosi in tutta la regione. Da Scampia a Battipaglia, passando per Giugliano e Somma Vesuviana, quella campana è stata letteralmente un’estate rovente.

L’elenco degli incendi in Campania è, dunque, lunghissimo e mette in dubbio l’efficacia del piano d’azione firmato lo scorso novembre dal Presidente del Consiglio e dai Ministri dell’Ambiente, dell’Interno, dello Sviluppo, della Difesa, della Salute e della Giustizia.

Effettivamente, c’è stato un incremento delle forze militari in azione.

Il loro impiego, però, si è limitato alla sorveglianza dei siti di stoccaggio dei rifiuti che, lo scorso anno, sono stati incendiati a catena.

Grazie al presidio militare la situazione dei siti di smaltimento dei rifiuti è notevolmente migliorata, ma i numerosi incendi si sono spostati nei territori non controllati dove i rifiuti vengono abbandonati.

Gerlando Iorio, Commissario per la Terra dei Fuochi, spiega che a Napoli l’aumento dei roghi è soprattutto all’incremento dei rifiuti abbandonati in strada.

I controlli, che pure hanno visto un aumento del 40% solo nei primi otto mesi del 2019, riguardano perlopiù aziende e fabbriche del territorio e non i comportamenti dei singoli cittadini.

Il Ministro dell’Ambiente Costa lancia il suo appello per la collaborazione di tutti.

“Io sono figlio di quella terra, ci abita la mia famiglia, il vostro grido di dolore mi sta a cuore. Nessuno è stato abbandonato. È stata un’estate terribile: lo leggo, lo immagino, lo percepisco. Sapete quanto io vorrei che tutto terminasse, ma da solo non ce la posso fare. Ho già incontrato il Ministro dell’Interno Lamorgese che mi ha dato una disponibilità che prima non avevo. Ho incontrato ancora la Regione Campania e anche loro, come i sindaci, mi hanno dato la disponibilità e abbiamo cominciato a lavorare insieme. Ma non basta. Ho parlato con Confagricoltura e Coldiretti e vedrò anche i comitati. Ma in Terra dei Fuochi c’è un sistema criminale che dobbiamo battere tutti insieme: non servono passerelle”.

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Napoli: disagi a causa del maltempo, strade allagate e treni soppressi

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Un violento temporale ha colpito Napoli nella notte, causando numerosi disagi: allagata la stazione di piazza Garibaldi della linea 2 della metropolitana.

Purtroppo ormai è risaputo. Maltempo a Napoli vuol dire anche affrontarne le conseguenze e riparare i danni. Tutta la stazione sotterranea di piazza Garibaldi della linea 2 della metropolitana di Napoli è allagata per il violento acquazzone di stanotte. Le circolazioni dei treni della linea 2 sono infatti state interrotte a partire dalle 4 di stanotte.

La linea 2 collega piazza Garibaldi, quindi la città di Napoli, con tutta la zona flegrea. I treni sono fermi proprio tra la stazione Campi Flegrei e San Giovanni Barra, altro capolinea dei treni.

A riparare il guasto sono intervenuti subito i tecnici di RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Oltre ad essere allagata l’intera stazione sotterranea, a causa del temporale ci sono stati anche guasti ai sistemi tecnologici. Non appena i tecnici risolvono i danni, anche la circolazione dei treni sarà ripristinata. Il “quando” però non è ancora noto.

Disagi anche alla sede del centro direzionale dell’Università degli studi di Napoli Parthenope, dove gli studenti hanno inaugurato l’anno accademico con aule allagate.

allagata Università Parthenope
Allagate l’aula computer dell’Università Parthenope

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Tutti gli eventi per ricordare Siani: Anche Fico al Pan per il cronista ucciso dalla camorra

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Sono passati 34 anni dalla morte di Siani, giornalista italiano assassinato dalla camorra, ma la sua memoria continua a vivere anche grazie all’assegnazione dell’omonimo premio. Lunedì 23 settembre, come ogni anno, la giornata sarà piena di eventi in suo ricordo.

Il ricordo alle Rampe Siani

La giornata inizierà con il sindaco che, alle 9:30, lascerà dei fiori alle Rampe Siani, al Vomero.

L’inaugurazione della sala e la presentazione della sala Siani

A seguire, alle 10.30, si avrà al Pan l’inaugurazione della “Sala della Mehari“, dedicata al cronista ucciso dalla camorra così alle altre vittime innocenti della criminalità organizzata. Ci sarà inoltre la presentazione della Fondazione Giancarlo Siani a cura di Paolo Siani e Gianmario Siani.  Ospiti della celebrazione saranno  il direttore de “Il Mattino”, Federico Monga, il Procuratore della Repubblica di Napoli e il presidente dell’Ordine Nazionale dei giornalisti, Carlo Verna. Sarà presente anche il Questore Alessandro Giuliano (di cui abbiamo parlato qui La drammatica storia di Boris Giuliano ) e altre autorità.

Il premio Siani

Dalle 11:30 alle 13:30 sarà invece la volta dell’assegnazione del premio Siani. I premiati:

  • Maria Franco, per il libro “Esercizi di stile per un congedo”, edito da Guida Editori;
  • Angela Mallardo, per “Giancarlo Siani, il bambino che vivrà per sempre”, edizioni Buk Buk;
  • Raffaele Sardo per la trilogia dedicata alle storie di vittime con “Al di là della notte”, “Come nuvole nere” e “La sedia vuota”;
  • Federica Angeli per “A mano disarmata”, edito da Baldini e Castoldi;
  • Dario Cirrincione per “Figli del Boss”, edizioni San Paolo;
  • Nello Trocchia per “Casamonica”, edizioni Utet;
  • Paolo Borrometi per “Un morto ogni tanto”, edito da Solferino;
  • l’Associazione Opportunity ONLUS per il video “Una grande comunità contro la Camorra.

Tutte le opere sono state premiate per le modalità con cui sono state raccontate e denunciate le attività della criminalità organizzata.  Il riconoscimento istituito nel 2004 è consegnato e promosso dall’Ordine dei giornalisti della Regione Campania, l’Associazione napoletana della stampa, l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, il Centro studi Siani e il quotidiano Il Mattino.

La visita del presidente della Camera dei deputati

Infine, il presidente della Camera dei deputati, on. Roberto Fico visiterà la sala della Mehari di Giancarlo Siani e sala della Memoria. E dalle 15:00 alle 17:00 si terrà un corso di formazione per giornalisti sulla Deontologia professionale, a cura dell’OdG, nonché una tavola rotonda sul tema della libertà d’informazione con gli autori premiati.

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Salerno: donna di 225 kg partorisce una splendida bimba

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I medici del Ruggi d’Aragona di Salerno portano a termine il parto di una donna di 225 kg.

Una donna di 225 kg ha portato a termine una gravidanza a rischio a causa di complicazioni relative anche alle sue condizioni fisiche. La donna di 225 kg è giunta all’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno con uno scompenso cardiaco e una cistosi in condizioni critiche. La gravidanza però ha avuto esito positivo grazie all’intervento compiuto dai medici del Ruggi d’Aragona.

L’operazione è stata effettuata dall’equipe coordinata da Mario Polichetti, responsabile dell’unità per le gravidanze a rischio, e Francesco Marino, responsabile del reparto di ginecologia del Ruggi d’Aragona. La donna ha dato alla luce una splendida bambina.

Adesso la paziente sta seguendo un regime alimentare che l’ha portata a raggiungere il peso di 162 kg. “Sono grata ai medici dell’ospedale di Salerno. Hanno strappato alla morte me e mia figlia. Io e mio marito gli saremo sempre riconoscenti per aver ricevuto in dono la nostra Antonia Maria Rosaria, nata due settimane fa”.

© Riproduzione riservata

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