venerdì, Dicembre 26, 2025
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Scossa di terremoto a Siano: avvertita nelle province di Salerno, Avellino e Napoli

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TERREMOTO SIANO
TERREMOTO SIANO

Alle 21.40 i sismografi dell’Osservatorio Vesuviano hanno registrato una scossa di terremoto a Siano (Salerno). Il terremoto è stato avvertito anche nelle province di Avellino e Napoli.

Secondo INGV la scossa è stata di magnitudo 2.3 Richter ad una profondità di 8km. Il terremoto è stato avvertito anche a Nocera Inferiore, Cava de’ Tirreni, Castel San Giorgio, Bracigliano, Sarno, Montoro e in tutti i comini dell’Agro Nocerino Sarnese.

Non sono segnalati danni.

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Paura a Pomigliano D’Arco: bambino ferito di striscio ieri sera a Piazza Mercato da un colpo d’arma da fuoco

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Un bambino è stato ferito, di striscio, al braccio sinistro ieri sera in piazza Mercato a Pomigliano D’Arco, nel Napoletano, da un colpo di arma da fuoco.

Il piccolo è stato portato all’ospedale Santobono dove è stato curato con una prognosi di 7 giorni. Sono ora in corso le indagini a opera del Commissariato di Acerra che procede per il caso.

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Incendio in un appartamento a Pascarola (Caivano): morto un extracomunitario

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CAIVANO PASCAROLA INCENDIO APPARTAMENTO
CAIVANO PASCAROLA INCENDIO APPARTAMENTO

CAIVANO – Intorno alla mezzanotte i Vigili del Fuoco e i Carabinieri della radiomobile di Caivano (Napoli) sono intervenuti in via Pisani 24, in località Pascarola, per un incendio in un appartamento.

Per cause in corso di accertamento, un giovane extracomunitario, ancora non identificato è deceduto. Il fuoco potrebbe averlo sorpreso mentre dormiva. La salma e l’appartamento sono stati sequestrati su disposizione della Procura di Napoli Nord.

Sono in corso le indagini da parte dei Carabinieri della Compagnia di Caivano. Il rogo potrebbe essere divampato per un cortocircuito nell’impianto elettrico.

Indagini in corso da parte dei carabinieri della stazione di Caivano. La causa più probabile del rogo è un cortocircuito dell’impianto elettrico.

FOTO @Caivanopress

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Natale dietro le sbarre, preso all’alba mentre dormiva latitante evaso da un permesso premio a Gricignano d’Aversa

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All’alba di oggi, 25 dicembre, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, coordinati dalla DDA di Napoli, hanno rintracciato e arrestato Antonio Aloia, 47 anni, latitante da circa un anno e mezzo.

L’uomo è stato individuato in un appartamento a Gricignano d’Aversa, dove si nascondeva da agosto 2024, quando non fece rientro in carcere dopo un permesso premio. Aloia era detenuto per associazione mafiosa, detenzione illegale di armi ed estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso.

Il blitz è scattato nelle prime ore del Natale: al momento dell’irruzione dei militari, supportati dal team A.P.I. di Napoli, il latitante stava dormendo. Sul comodino, accanto al letto, è stata trovata una pistola con il colpo in canna.

Oltre ad Aloia, è stato arrestato anche il 45enne proprietario dell’appartamento che lo ospitava. Il 47enne sarà ora trasferito in carcere.

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Teatro, musica e poesia per il gran finale di “Natale Senza Confini”. Tutto esaurito per i primi cinque appuntamenti

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NATALE SENZA CONFINI NAPOLI
NATALE SENZA CONFINI NAPOLI

Dopo il tutto esaurito dei primi cinque appuntamenti, l’ultimo week-end di eventi gratuiti unisce teatro, musica e poesia nel cuore di Piazza Mercato. Sul palco, l’opera Nel Nome di Maria di Elisabetta D’Acunzo e l’adattamento di “Montedidio” di Erri De Luca.

La magia non si interrompe, anzi, si intensifica. Dopo il clamoroso successo di pubblico e critica dei primi cinque appuntamenti, la rassegna “Natale Senza Confini” si appresta a vivere il suo gran finale nel prossimo week-end, promettendo due serate di pura emozione all’insegna di un Natale inteso come incontro, dialogo e comunità.

Presso la suggestiva Chiesa di Santa Croce al Purgatorio a Napoli (Piazza Mercato), la Fondazione Il Canto di Virgilio, con il sostegno del Comune di Napoli nell’ambito della rassegna “Altri Natali 2025”, trasforma per l’ultima volta quest’anno uno spazio sacro di straordinario valore storico-architettonico in un vibrante centro di produzione culturale. Un luogo dove l’arte abbatte le barriere e diventa linguaggio universale di condivisione autentica. L’ingresso a entrambi gli eventi è gratuito, con prenotazione obbligatoria su Eventbrite.

IL PROGRAMMA DEL GRAN FINALE
Sabato 27 dicembre 2025, ore 18.00
NEL NOME DI MARIA
Opera musicale di e con Elisabetta D’Acunzo
Con Aniello Palomba, Enrico Valanzuolo e Davide Costagliola.
Non una regina distante, ma una madre, una viandante, un simbolo universale. Elisabetta D’Acunzo dà vita a un’opera originale e commovente, in cui canti sacri e profani si fondono alle potenti parole di Erri De Luca. La figura di Maria viene restituita alla sua dimensione più umana e terrena, diventando archetipo di una maternità che è accoglienza, custodia e viaggio. Una performance musicale che tocca le corde più intime dello spirito.

Domenica 28 dicembre 2025, ore 18.00
MONTEDIDIO
Piece teatrale tratta dal romanzo di Erri De Luca
Adattamento e regia di Annamaria Russo.
Con Nico Ciliberti e Rocco Zaccagnini.
Dal romanzo cult di Erri De Luca, un adattamento teatrale che cattura l’essenza di una Napoli che rinasce dal dopoguerra. È la storia di un ragazzo e della sua crescita, dell’incontro con l’“altro” – simboleggiato dalla misteriosa amicizia con il falegname del palazzo – e della solidarietà che germoglia in spazi angusti. Un racconto sulla trasformazione della solitudine in appartenenza, sui legami che salvano e sulle speranze che si costruiscono, giorno dopo giorno, sui “tetti” di una città viva. Un affresco poetico e potente che celebra la resilienza umana.

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L’esecutore materiale dell’omicidio di Antonio Natale ha fatto richiesta di attenuazione della pena

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ANTONIO NATALE
ANTONIO NATALE

CAIVANO – “La famiglia Natale non chiede vendetta, ma giustizia vera. Giustizia che passa attraverso pene proporzionate alla gravità dei delitti, il pieno accertamento delle responsabilità e il rifiuto di scorciatoie premiali fondate su collaborazioni solo apparenti“.

A renderlo noto è l’avvocato Gioacchino Genchi, legale della famiglia di Antonio Natale, il giovane spacciatore attirato in una trappola e poi assassinato il 4 ottobre 2021 su ordine del gruppo malavitoso dei Bervicato, del Parco Verde di Caivano.

L’avvocato, con la famiglia, ha deciso di far sentire la sua voce in vista della decisione che la Corte di Assise di Napoli si accinge a prendere, l’istanza di attenuazione della misura cautelare per Gennaro Pacilio, indicato dagli inquirenti come l’esecutore materiale dell’uccisione di Antonio Natale.

Lunedì, l’avvocato Genchi, si è pronunciato contro l’istanza di sostituzione della misura cautelare della custodia in carcere con una misura attenuata nei confronti di Pacilio che invece ha visto il parere favorevole della Procura di Napoli.

Nella memoria depositata, la difesa delle parti civili ha ricostruito l’atrocità del delitto, le modalità esecutive di chiara matrice mafiosa, il ruolo causale dell’imputato, i numerosi precedenti penali e la persistente pericolosità sociale, evidenziando anche come la collaborazione con la giustizia “si presenti incompleta, selettiva e meramente strumentale, finalizzata esclusivamente all’ottenimento di benefici premiali, senza alcuna restituzione degli ingenti profitti illeciti accumulati“.

Nella stessa memoria, inoltre, l’avvocato Genchi ha evidenziato la sussistenza di un “concreto e attuale pericolo di fuga, legato sia alla gravità dei fatti sia alla prospettiva di una impugnazione della sentenza di primo grado, ritenuta gravemente incongrua sotto il profilo sanzionatorio“.

Di recente la stessa Corte di Assise di Napoli ha rigettato un’istanza del tutto analoga avanzata da altro coimputato, Domenico Bervicato (indicato dagli inquirenti come il mandante) affermando, si legge ancora nella nota del legale, “che la collaborazione non elide automaticamente le esigenze cautelari e che, a fronte di delitti di tale efferatezza, la custodia in carcere resta l’unica misura adeguata“.

L’avvocato Genchi ha infine chiesto il rigetto integrale dell’istanza di attenuazione della misura cautelare, ribadendo che “qualsiasi diversa decisione determinerebbe un intollerabile vulnus alla tutela delle vittime e alla credibilità della risposta dello Stato di fronte a un omicidio maturato in un contesto di criminalità organizzata“.

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Scoperto centro medicina estetica abusivo a Caserta: dottoressa senza abilitazione e partita iva eseguiva filler e botulino

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I finanzieri del Comando provinciale di Caserta hanno scoperto un ambulatorio clandestino, allestito all’interno di un’abitazione privata da una sedicente dottoressa “estetica” nel quale venivano eseguiti diversi interventi estetici.

I successivi accertamenti, condotti dalle Fiamme gialle della Compagnia di Capua attraverso il monitoraggio di un importante social network, dove l’indagata sponsorizzava la propria attivita’ di chirurgia estetica e con molteplici attivita’ di osservazione, controllo e pedinamento, hanno portato all’individuazione di un soggetto, in realta’ di professione infermiera, che, senza alcuna abilitazione e privo di partita Iva, avrebbe eseguito diversi trattamenti estetici, tra cui filler alle labbra e agli zigomi, iniezioni sottocutanee di tossina botulinica, mesoterapia iniettiva e trattamenti di biorivitalizzazione.

In seguito alla perquisizione domiciliare, disposta dall’autorita’ giudiziaria, i militari operanti hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro numerose siringhe e provette per prelievi ematici, sostanze mediche e cosmetiche iniettabili per via sottocutanea, tra cui tossine botuliniche e acido ialuronico, dispositivi medici vari, una centrifuga da laboratorio per la separazione del plasma, un contenitore con rifiuti sanitari e un’agenda con i dettagli delle numerose clienti, prova dell’attivita’ economica non dichiarata.

Alla dottoressa abusiva, che non e’ risultata essere iscritta all’Albo, e’ stato contestato il reato di esercizio abusivo della professione medica, dal momento che per poter praticare la professione di medico estetico in Italia e’ necessario aver conseguito una laurea in medicina e chirurgia e aver intrapreso un percorso formativo in medicina estetica, come ad esempio un master universitario. Le indagini proseguono per ricostruire il volume d’affari del falso medico, allo scopo di evidenziare elementi positivi di reddito sottratti a tassazione.

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«14 posti vip o guai»: estorsione al manager di Geolier e le minacce al fratello da parte del clan Licciardi

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Nuovi dettagli emergono dall’inchiesta che, una settimana fa, ha portato all’arresto di cinque persone a Terracina, facendo luce sugli interessi del clan Licciardi sul litorale del Basso Lazio. Tra gli episodi finiti agli atti, figura anche una presunta estorsione legata a uno dei concerti del rapper napoletano Geolier, estraneo all’indagine.

Secondo quanto riportato negli atti trasmessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma a quella di Napoli per competenza, il clan avrebbe esercitato pressioni sul manager dell’artista, Cristian De Rosa. In particolare, come riferisce la Repubblica, Gennaro Marano, figlio di Patrizia Licciardi, avrebbe preteso l’accesso gratuito a uno dei concerti tenuti da Geolier al Palapartenope, avanzando la richiesta di ben 14 posti nell’area vip.

Stando alle ricostruzioni investigative, la richiesta sarebbe stata accolta e il gruppo avrebbe effettivamente avuto accesso alla zona riservata senza corrispondere alcun pagamento. Tuttavia, secondo gli inquirenti, durante la serata Marano e i suoi accompagnatori avrebbero assunto atteggiamenti intimidatori e prevaricatori, creando tensioni all’interno dell’area vip.

Un comportamento che avrebbe infastidito anche il fratello di Geolier, presente all’evento, il quale — sempre secondo quanto emerge dagli atti — sarebbe stato successivamente minacciato. Le pressioni non si sarebbero fermate lì: il clan avrebbe infatti chiesto conto al manager del rapper del comportamento del fratello dell’artista, ricevendo rassicurazioni in merito.

Per gli investigatori, l’episodio rientra nel quadro di una più ampia attività estorsiva riconducibile al clan Licciardi, che avrebbe così imposto la propria presenza anche in contesti legati allo spettacolo e alla musica. Tra le persone offese figura anche lo stesso De Rosa, considerato vittima delle pressioni esercitate dal gruppo criminale.

Le indagini proseguono per delineare con precisione il perimetro delle responsabilità e verificare eventuali ulteriori episodi riconducibili agli stessi soggetti.

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geolier licciardi

Maxi truffa telematica agli anziani: flusso di denaro tra Napoli e Salerno, smantellata rete di smishing con call center clandestino

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Il 15 ottobre scorso è stata messa a segno una truffa telematica ai danni di una persona anziana, dove gli indagati, fingendosi operatori di una società leader nel mercato nazionale dei pagamenti digitali, inducevano in errore quest’ultima attraverso una serie di messaggi telefonici inviati da utenze intestate a persone inesistenti con generalità false e attribuibili a extracomunitari.

Nella fattispecie, la vittima ha contattato l’utenza che gli è stata indicata in maniera truffaldina e gli interlocutori – spacciandosi per operatori della società – gli hanno fatto credere che fosse in atto un pagamento non autorizzato.

Nel corso della conversazione, sono anche riusciti a farsi riferire le credenziali sia di accesso al conto corrente che dispositive. Ottenuto l’accesso all’home banking della vittima, i truffatori hanno dapprima innalzato il limite dei bonifici istantanei e poi hanno eseguito due disposizioni di pagamento di ingenti quantità di denaro (uno di 48.500 euro e l’altro di 47.800 euro) verso conti correnti intestati a due campani tra Napoli e Salerno e successivamente identificati dagli investigatori.

Le somme sono state poi in gran parte immediatamente trasferite su conti correnti esteri (in Belgio e in Lussemburgo) riconducibili a società di proprietà e amministrate da altri campani, i quali, a seguito di accertamenti, sono risultati essere, rispettivamente, titolari di numerosi rapporti finanziari in ben 11 istituti di credito differenti.

L’analisi dei saldi e delle giacenze medie annuali ha permesso di comprendere che tali conti venivano utilizzati esclusivamente per mettere a segno le truffe. La restante parte è stata prelevata in contanti agli sportelli atm ubicati nelle province di Napoli e Salerno da parte di altri di altri indagati del luogo.

Le prime attività di polizia giudiziaria, quindi, hanno permesso di localizzare in Campania – in particolare nelle provincie di Napoli e Salerno – le abitazioni degli iniziali indagati (4 residenti nella Città di Napoli e 5 residenti tra Salerno e provincia), nei confronti dei quali il Nucleo Investigativo – Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Chieti ha eseguito diverse perquisizioni domiciliari, veicolari e personali; identificare 4 intestatari dei predetti conti correnti; sequestrare ingente materiale probatorio (tra cui numerosissime carte prepagate Postepay Evolution intestate a personaggi fittizi che si è scoperto essere state utilizzate per il primo transito del denaro truffato, nonché documentazione bancaria utile per i successivi accertamenti e telefoni cellulari con sim card telefoniche).

Successivamente, l’esecuzione di specifica attività tecnica ha consentito anche di rilevare, tra le altre cose, il metodico ricorso all’inoltro di migliaia di messaggi di testo, sulla falsariga di quello trasmesso il 15 ottobre alla parte offesa, in direzione di ignare potenziali vittime scelte a caso sul territorio nazionale da parte di soggetti risultati stanziare tra i comuni di Fucecchio, Empoli e Santa Croce sull’Arno. L’inoltro degli sms è avvenuto tramite centinaia di sim telefoniche abbinate di volta in volta in consolle multisim, ognuna delle quali capaci di ospitare simultaneamente numerosissime sim telefoniche intestate tutte a soggetti di nazionalità straniera, per lo più pakistana.

Le ulteriori indagini hanno, dunque, permesso di localizzare, nel Comune di Santa Croce sull’Arno, l’immobile adibito a call center utilizzato dagli autori dei fatti contestati per inviare, a cadenza quotidiana, migliaia di messaggi di testo dal contenuto simile a quello che ha dato avvio al procedimento penale in argomento; riscontrare il pieno e consapevole concorso da parte di due dealer, ubicati nei citati comuni di Fucecchio ed Empoli, nell’attività di intestazione delle schede sim in questione a persone extracomunitarie non censite sul territorio nazionale e nella successiva fornitura ai soggetti che poi le hanno impiegate per i fini illeciti indagati. In particolare, nella giornata di ieri, militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Chieti, coordinati dalla locale Procura della Repubblica (nelle persone del Procuratore Di Florio e del Sostituto Ciani), hanno eseguito una vasta operazione di polizia nei predetti comuni eseguendo perquisizioni sia presso l’immobile in parola che fungeva da vera e propria centrale – risultato occupato da un 38enne pakistano – e sia presso i due negozi di telefonia (c.d. dealer) gestiti da altrettanti cittadini pakistani, rinvenendo e sequestrando complessivamente 3 apparati modem multisim, 685 schede SIM Iliad, 6 notebook, 1 router 4G, 9 telefoni cellulari, 4 personal computer e 1 supporto informatico. Tale risultato investigativo ha permesso di interrompere il flusso quotidiano di migliaia di sms-truffa che, partendo dall’apparecchiatura installata nell’abitazione del pakistano, raggiungevano una platea indiscriminata di persone, le quali – indotte in errore – fornivano l’involontario accesso ai propri risparmi: tale fenomeno, noto come smishing, dalle risultanze acquisite durante l’indagine, ha procurato ingenti danni patrimoniali, soprattutto ai cittadini più anziani e, quindi, maggiormente vulnerabili. L’attività d’indagine, al momento, contempla complessivamente 17 indagati e continuano ad essere in corso accertamenti finalizzati a recuperare il denaro delle vittime ed individuare ulteriori autori.

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Napoli: Arrestato Ciro Adinolfi, era tra i 100 latitanti più pericolosi d’Italia

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CIRO ADINOLFI LATITANTE
CIRO ADINOLFI LATITANTE

È stato trovato all’interno di un nascondiglio e arrestato dai Carabinieri dei Nucleo Investigativo di Napoli, Ciro Andolfi, classe 1976, ricercato dal 2022, in quanto destinatario di un ordine di carcerazione per una una pena residua di 8 anni, 3 mesi e 10 giorni di reclusione, per i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso e corruzione.

La cattura del latitante, inserito nell’elenco dei primi 100 più pericolosi del ministero dell’Interno, è avvenuta nel quartiere Barra di Napoli, dopo una articolata attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e con un imponente blitz compiuto dai militari del Comando Provinciale Carabinieri di Napoli, in cui sono stati impiegati anche assetti operativi specializzati.

Ciro Andolfi, ritenuto parte del clan di camorra ‘Andolfi Cuccaro’, operante nell’area orientale del capoluogo partenopeo ed in particolare nel quartiere Barra, è stato rintracciato dai militari del Nucleo Investigativo CC di Napoli all’interno di un nascondiglio in muratura ricavato all’interno di un appartamento sottoposto a perquisizione.

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