venerdì, Novembre 28, 2025
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Afragola: Antonio Pannone non è più il Sindaco, consiglieri firmano la sfiducia

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ANTONIO PANNONE AFRAGOLA
ANTONIO PANNONE AFRAGOLA

AFRAGOLA – Antonio Pannone non è più il Sindaco di Afragola, 14 consiglieri comunali tra opposizione e maggioranza hanno firmato per la sfiducia.

Come si fa in questi casi, in quattordici hanno firmato contestualmente le dimissioni davanti ad un notaio. Si tratta dei consiglieri d’opposizione Antonio Iazzetta, Giacinto Baia, Raffaele Botta, Antonio Caiazzo, Vincenzo De Stefano, Gennaro Giustino, Crescenzo Russo, Marianna Salierno e di quelli della oramai ex maggioranza: Giuseppe Affinito, Giuseppe Migliore, Assunta Di Maso, Maria Carmina Sepe, Sara Tralice e Benito Zanfardino.

Nelle prossime ore il Prefetto di Napoli annuncerà un Commissario Prefettizio che si occuperò di gestire il Comune di Afragola nei prossimi mesi fino alle prossime elezioni.

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Acerra, la nuova perizia sull’autopsia: la piccola Giulia di 9 mesi non aveva la gola spezzata. «Morsa con forza, ma non sbranata”

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Le conclusioni della consulenza medico-legale depositata in procura nelle ultime ore gettano nuova luce sulla tragedia avvenuta a febbraio ad Acerra, in cui perse la vita la piccola Giulia Loffredo, nove mesi.
Dalla relazione emerge che la bambina non presentava la frattura della noce del collo, ipotesi circolata nelle prime ore dopo il dramma. I periti hanno invece individuato un’unica, potente compressione dentaria, attribuibile al pitbull di famiglia, che si sarebbe rivelata comunque sufficiente a causarne la morte. Non risulterebbero, però, morsi multipli o segni compatibili con un vero attacco predatorio.

A formulare una prima valutazione, la notte dell’incidente, fu il medico della clinica Villa dei Fiori, Emanuele Ceo, che si limitò ad alcuni esami diagnostici data l’immediatezza dei soccorsi.


Le nuove analisi: nessun margine di salvezza

Secondo i consulenti incaricati dai magistrati, la lesione individuata sarebbe stata immediatamente letale, escludendo quindi che un intervento più rapido avrebbe potuto cambiare l’esito.
Il fascicolo d’indagine resta aperto per omicidio colposo, con il padre della piccola, Vincenzo Loffredo, come indagato. Quella sera in casa c’erano lui, la bambina e i due cani di famiglia: il pitbull Tyson e la cagnolina Laika.

La nuova relazione, tuttavia, apre scenari complessi su come si siano sviluppati realmente i fatti mentre Giulia dormiva nel lettone accanto al padre. Quest’ultimo ha riferito agli inquirenti di aver fatto addormentare la bimba intorno alle 22, per poi non ricordare più nulla fino al momento in cui l’ha ritrovata sul pavimento, ferita e coperta di sangue.


Ricostruire quella notte: gli strumenti degli investigatori

Per risalire alla dinamica, gli esperti dovranno incrociare diversi elementi:

  • risultati dell’autopsia e delle valutazioni medico-legali;

  • studio approfondito delle ferite;

  • analisi genetiche sui campioni prelevati (Dna umano e animale);

  • confronto tra il morso e la dentatura del cane;

  • perizia veterinaria e valutazione etologica;

  • riscontri investigativi raccolti finora.

Un nodo cruciale da sciogliere è capire se il cane abbia agito per aggressione o se quel morso possa essere stato un tentativo di trascinare o “aiutare” la piccola, magari percepita in difficoltà. Un interrogativo che potrà essere chiarito solo attraverso un lavoro congiunto tra medici legali e veterinari, anche se l’ultima parola spetterà al giudice.


Il destino dei cani

Subito dopo la tragedia, Tyson e Laika erano stati trasferiti in un canile e posti in isolamento.
Laika è deceduta alcuni mesi fa, senza che la famiglia ne fosse informata se non tramite il proprio legale.
Tyson, invece, è stato sottoposto a osservazione costante e non avrebbe mai manifestato segni di aggressività. Dopo la morte della cagnolina, anche il pitbull è stato liberato dall’isolamento e spostato nel rifugio Lanna di Caivano, dove è tuttora custodito.
L’Asl Napoli 2 ha chiesto una nuova valutazione comportamentale per completare il quadro.

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Sant’Antimo in lutto: il commovente addio del sindaco alla 29enne professoressa Maria Scaraglio

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Sant’Antimo in lutto il commovente addio del sindaco alla professoressa Maria Scaraglio
Sant’Antimo in lutto il commovente addio del sindaco alla professoressa Maria Scaraglio

Sant’Antimo piange la prematura scomparsa della professoressa Maria Scaraglio, docente di sostegno dell’Istituto Comprensivo Don Milani – Pestalozzi. Una notizia che ha profondamente scosso la comunità scolastica e l’intera città, unite nel dolore per la perdita di una giovane insegnante stimata e amata da tutti.

Il sindaco ha espresso parole di intenso cordoglio, a nome proprio e dell’intera cittadinanza: «Con profonda tristezza desidero esprimere il più sincero cordoglio per la prematura scomparsa della prof.ssa Maria Scaraglio. Maria era una giovane insegnante dolce, sensibile, generosa, sempre disponibile verso i suoi alunni e rispettata e amata dai colleghi».

Una figura preziosa, capace di lasciare un’impronta luminosa in chiunque la incontrasse: «La sua presenza nella scuola era un riferimento sicuro: accompagnava i ragazzi con pazienza, cura e dedizione, lasciando un segno autentico», ha ricordato il primo cittadino.

La comunità scolastica, gli studenti e l’intera città si sono stretti attorno alla famiglia della docente in un abbraccio carico di affetto e di incredulità. Una perdita improvvisa e ingiusta, difficile da accettare.

«Che il ricordo della sua bontà e del suo sorriso possa essere di conforto a chi le ha voluto bene», ha concluso il sindaco, affidando un ultimo pensiero alla giovane insegnante.

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Napoli, Manfredi apre al futuro del Maradona: ‘Pronti a investire o persino a venderlo, come a Milano’

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Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, interviene sul tema caldo del futuro dello stadio Diego Armando Maradona e non chiude la porta a nessuna ipotesi. Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, il primo cittadino ha confermato la massima disponibilità dell’amministrazione comunale: «Sullo stadio abbiamo una posizione chiara: siamo disposti a investire sul Maradona e, se il Napoli volesse farlo in proprio, siamo pronti a discuterne. L’interesse è fare il meglio per la squadra e la tifoseria».

Manfredi non esclude neanche una scelta radicale: «Siamo anche disposti a vendere lo stadio, come accaduto a Milano. Se ci fosse questa disponibilità, non ci tireremmo indietro. Siamo però un ente pubblico: un’operazione del genere richiede attenzione e procedure accurate».

Oltre al tema sportivo, il sindaco ha allargato il discorso allo sviluppo della città: «Questo è un momento molto importante per Napoli: il PIL cresce più della media nazionale. Vogliamo creare lavoro e ricchezza, favorendo uno sviluppo che la città merita. Napoli è una grande capitale europea e dobbiamo continuare a creare nuove opportunità per crescere insieme».

Un’apertura significativa, dunque, che potrebbe ridisegnare il futuro dell’impianto di Fuorigrotta e aprire nuovi scenari per il club azzurro.

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Faida di Scampia, assolti dopo vent’anni di processi

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FAIDA DI SCAMPIA ASSOLUZIONI
FAIDA DI SCAMPIA ASSOLUZIONI

NAPOLI – Colpo di scena nel lungo procedimento giudiziario legato alla faida di Scampia. La terza sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli ha assolto Raffaele Abbinante, il figlio Francesco e Vincenzo Pariante, già condannati all’ergastolo per il duplice omicidio di Fulvio Montanino e Claudio Salierno, avvenuto nell’autunno del 2004.

Quel delitto segnò l’inizio della sanguinosa guerra tra il clan Di Lauro e gli Scissionisti, che insanguinò Napoli per anni. I tre imputati erano stati condannati all’ergastolo, ma la Cassazione aveva annullato la sentenza disponendo un nuovo processo. Nonostante la conferma delle condanne in appello, i difensori presentarono un ulteriore ricorso.

La Suprema Corte accolse nuovamente le argomentazioni della difesa, imponendo un nuovo rinvio. È in questo terzo passaggio che è arrivata l’assoluzione definitiva, chiudendo un capitolo giudiziario durato oltre vent’anni.

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Recuperati a Scampia 100mila euro di computer rubati all’ITI di Alife (Caserta)

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COMPUTER RUBATI AD ALIFE
COMPUTER RUBATI AD ALIFE

ALIFE – Recuperati in 48 ore i 114 computer rubati all’Istituto Tecnico Industriale di Alife.

Il furto, avvenuto nella notte del 24 novembre, aveva privato la scuola di oltre cento laptop destinati alla didattica. Le indagini dei carabinieri hanno portato fino a Scampia, dove la refurtiva è stata rinvenuta in un deposito vicino all’abitazione di una coppia, ora denunciata per ricettazione.

I computer, del valore di oltre centomila euro, sono stati restituiti all’istituto. Proseguono le indagini per individuare gli autori materiali del colpo.

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Sciame sismico ai Campi Flegrei: scosse nella notte e questa mattina, nessun danno segnalato

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Sciame sismico da questa mattina: una serie di oltre quindici lievi eventi sismici è stata registrata nelle ultime ore nell’area dei Campi Flegrei, nella zona occidentale di Napoli.

Secondo quanto comunicato dall’Osservatorio Vesuviano, a partire dalle 7:28 di questa mattina l’attività si è intensificata dando origine a un vero e proprio sciame sismico: sette scosse ravvicinate, la più significativa delle quali ha raggiunto una magnitudo di 2.2 ed è stata percepita alle 7:39.

Non risultano al momento danni né a persone né a edifici. In una nota, il Comune di Pozzuoli ha precisato che, insieme alla Protezione Civile locale, sta monitorando costantemente la situazione e provvederà a fornire nuovi aggiornamenti fino alla completa cessazione del fenomeno.

AGGIORNAMENTO: Due scosse di terremoto alle 16:29, di magnitudo 2.6 e 2.7 ai Campi Flegrei, nel golfo di Pozzuoli ad una profondità di 2 km: i due boati sono stati avvertiti da una parte della popolazione. Lieve scossa 1.9 con epicento Campi Flegrei anche alle ore 17:59.

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sciame sismico campi flegrei 

Ubriaco alla guida cade in una scarpata sul Vesuvio: 27enne salvato dai Vigili del Fuoco

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PRECIPITA IN UN DIRUPO SUL VESUVIO
PRECIPITA IN UN DIRUPO SUL VESUVIO

VESUVIO – I Vigili del Fuoco sono stati impegnati in una delicata operazione di recupero sul Vesuvio. Un 27enne si sarebbe messo alla guida con un tasso alcolemico elevato e sotto una pioggia battente.

Ad un certo punto ha perso il controllo del veicolo ed è precipitato in un dirupo per circa 10metri. Fortunatamente la fitta vegetazione vesuviana ha attutito la caduta. Sul posto è intervenuta la Polizia di Stato, il 118 e i Vigili del Fuoco.

Una volta recupero, il 27enne è stato trasportato all’Ospedale Maresca di Torre del Greco. Non ha riportato ferite gravi ma è risultato positivo all’alcol test.

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Oggi sciopero dei trasporti di 24 ore: Al momento non sono segnalati disagi

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SCIOPERO DEI TRASPORTI ANM NAPOLI
SCIOPERO DEI TRASPORTI ANM NAPOLI

Anm informa che venerdì 28 novembre 2025 la Organizzazione Sindacale USB aderisce allo sciopero generale di 24 ore. Lo sciopero sarà articolato dalle ore 03:01 del 28 novembre alle ore 03.00 del 29 novembre.

L’eventuale interruzione del servizio verrà gestita nel rispetto delle fasce di garanzia con le seguenti modalità:

Linee di superficie: (tram, bus, filobus) dalle ore 5:30 alle ore 8:30 e dalle ore 17:00 alle ore 20:00. Le ultime partenze vengono effettuate 30 minuti prima dell’inizio dello sciopero e riprendono circa 30 minuti dopo la fine dello sciopero.

Metro Linea 1: prima corsa da Piscinola ore 6:30, da Centro Direzionale ore 7:10. Ultima corsa da Piscinola ore 9:15, da Centro Direzionale ore 9:13. Riprende con prima corsa da Piscinola ore 17:07, da Centro Direzionale ore 17:47. Ultima corsa da Piscinola ore 19:40, da Centro Direzionale ore 19:29.

Metro Linea 6: ultima corsa da Mostra ore 9:08, ultima corsa da Municipio ore 9:14.

Funicolari: ultima corsa del mattino garantita alle ore 09.20. Il servizio riprende con la prima corsa pomeridiana delle ore 17.00. L’ultima corsa serale garantita è alle ore 19:50.

In caso di adesione allo sciopero non saranno effettuati i prolungamenti di Metro e Funicolari.

Al momento, al termine della fascia di garanzia, il servizio è regolare su metro Linea 1 e 6 e sulle Funicolari.

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Oggi sciopero dei giornalisti per 24 ore per il rinnovo del contratto nazionale

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La giornata odierna segna una nuova fase di tensione nel mondo dell’informazione: giornaliste e giornalisti italiani hanno incrociato le braccia per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale, scaduto da dieci anni. Lo sciopero, proclamato dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), arriva dopo mesi di trattative con la Federazione degli editori (Fieg) e mette in luce una frattura profonda sulle prospettive future del settore.

Le ragioni dello sciopero

Secondo la Fnsi, la stagnazione contrattuale e la progressiva riduzione degli organici nelle redazioni hanno avuto ripercussioni dirette sulla qualità dell’informazione e sul pluralismo. In un decennio segnato da stati di crisi, licenziamenti, prepensionamenti e tagli diffusi, i giornalisti dipendenti sono diminuiti, mentre è aumentata la dipendenza da collaboratori esterni spesso sottopagati e privi di tutele.

Il sindacato denuncia anche l’erosione del potere d’acquisto degli stipendi, ridotti di quasi il 20% a causa dell’inflazione, e giudica “irrisoria” la proposta economica avanzata dagli editori. Particolare preoccupazione suscita inoltre la richiesta della Fieg di tagliare ulteriormente le retribuzioni dei neoassunti, misura che secondo la Fnsi aggraverebbe la spaccatura generazionale nelle redazioni.

La federazione respinge l’idea che si tratti di una battaglia corporativa: “Un’informazione libera e plurale – sostiene – ha bisogno di giornalisti indipendenti, non ricattabili sul piano economico”. Tra le richieste anche norme che regolino l’uso dell’intelligenza artificiale nelle redazioni e un equo compenso per i contenuti ceduti al web.

La risposta degli editori

Di segno opposto la versione della Fieg, che rivendica gli investimenti realizzati negli ultimi dieci anni per mantenere la qualità dell’informazione e tutelare l’occupazione, in un contesto segnato dal dimezzamento dei ricavi del settore. Gli editori ricordano come i licenziamenti siano stati evitati grazie agli strumenti previsti dalla legge, sempre con il consenso del sindacato.

La Fieg denuncia inoltre la concorrenza degli Over The Top – da Google a Meta – che avrebbero sottratto agli editori una quota rilevante dei proventi pubblicitari, contribuendo a minare la sostenibilità economica delle testate. Nonostante ciò, le aziende affermano di aver affrontato la trasformazione digitale “senza interventi drastici”.

Gli editori si dicono favorevoli a un contratto rinnovato, ma sottolineano la necessità di modernizzarlo, rendendolo più flessibile per favorire l’assunzione di giovani e compatibile con le nuove dinamiche del mercato. Contestano alla Fnsi di essersi concentrata unicamente sulle richieste salariali, rifiutando di discutere una revisione complessiva delle norme.

Intelligenza artificiale e collaboratori

Sul tema dell’AI, gli editori frenano sulla possibilità di introdurre regole rigide, ritenute destinate a diventare rapidamente obsolete, e propongono invece l’adozione di codici etici aziendali per tutelare sia la professione che i lettori.

Quanto ai collaboratori, la Fieg sostiene di applicare quanto previsto dall’accordo del 2014 e accusa il sindacato di non aver voluto aprire un confronto sul possibile aggiornamento dei compensi.

Una trattativa ancora tutta in salita

La distanza tra le parti resta ampia. Da un lato il sindacato chiede un contratto capace di tutelare i diritti e sostenere l’informazione di qualità; dall’altro gli editori puntano a un rinnovo che tenga conto della crisi strutturale del settore e della trasformazione digitale.

In mezzo, un sistema dell’informazione che affronta sfide decisive: la sostenibilità economica delle testate, la valorizzazione delle professionalità e la necessità di garantire ai cittadini un’informazione libera, pluralista e al passo con la modernità.

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