venerdì, Agosto 1, 2025
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Scontro tra moto a Torre del Greco: morto 40enne, grave un 15enne

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MIRKO ACUNZO TORRE DEL GRECO
MIRKO ACUNZO TORRE DEL GRECO

TORRE DEL GRECO – Un gravissimo incidente stradale si è verificato giovedì sera in via Nazionale a Torre del Greco, in provincia di Napoli. Due scooter si sono scontrati frontalmente all’incrocio con via Torretta Fiorillo.

Sarebbe morto sul colpo Mirko Acunzo, 40enne di Torrese ma residente a Scafati. Ricoverato presso l’Ospedale del Mare di Napoli con prognosi riservata il 15enne alla guida dell’altro scooter coinvolto nel sinistro.

Sono in corso le indagini per stabilire il quadro delle responsabilità. Sarebbero stati acquisiti i filmanti delle telecamere della zona che potrebbero aver colto dettagli importanti per decifrare la dinamica dell’incidente.

Mirko Acunzo lascia la sua famiglia nel dolore, un papa esemplare. Tantissimi i messaggi sui social di parenti e amici che lo salutano per l’ultima volta

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Gragnano: Carabinieri sequestrano videoslot non collegate all’Agenzia dei Monopoli

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VIDEOSLOT GRAGNANO
VIDEOSLOT GRAGNANO

I Carabinieri della stazione di Gragnano, insieme a personale dell’agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno svolto una serie di controlli nelle attività commerciali della cittadina.

Tema, il contrasto al gioco illegale. Tra i locali ispezionati un bar, dove i militari hanno scoperto e sequestrato 4 videoslot non collegate alla rete telematica dell’agenzia dei Monopoli. Sequestrato anche un dispositivo cambia monete e relativo contenuto. I controlli continueranno anche nelle prossime ore.

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Napoli: figlio infermiere punta fucile contro i sanitari dell’ambulanza per far portare il padre in altro ospedale, arrestato

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Ieri in tarda serata un 70enne è stato colto da malore in via Taddeo da Sessa, a NAPOLI, all’interno di un autolavaggio.

Il figlio infermiere, arrivata l’ambulanza, avrebbe puntato un fucile contro i sanitari, pretendendo che il padre fosse portato al II Policlinico. L’ambulanza è ripartita ma l’uomo è stato portato all’ospedale del Mare.

Lì sono intervenuti i carabinieri del nucleo radiomobile di NAPOLI: identificato e arrestato il 45enne – ora ai domiciliari – che avrebbe puntato l’arma, poi recuperata in un armadietto dell’autolavaggio. Si tratta di un fucile ad aria compressa.

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Calvizzano in lutto: muore a 36 anni per un’infezione Luca Napolano, nipote del vicesindaco e fratello di Pietro, ex concorrente di Amici

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Calvizzano – Un dramma improvviso ha scosso la comunità di Calvizzano: Luca Napolano, 36 anni, è morto a causa di una grave infezione. Una scomparsa prematura e inaspettata che ha lasciato sgomenti familiari, amici e conoscenti.

Luca era nipote del vicesindaco Pasquale Napolano e fratello di Pietro di Amici, entrambi molto conosciuti e stimati in paese. La notizia si è diffusa rapidamente, suscitando dolore e incredulità in tutti coloro che avevano avuto modo di conoscere e apprezzare Luca per il suo carattere solare e la sua energia contagiosa.

Chi lo ricorda parla di un ragazzo pieno di vita, sempre pronto a regalare un sorriso e a trasmettere positività con la sua semplice presenza.

In queste ore di grande tristezza, non è mancata la vicinanza delle istituzioni locali. Il sindaco di Calvizzano, Giacomo Pirozzi, ha espresso pubblicamente il cordoglio dell’intera cittadinanza:

«Ci uniamo al dolore del vicesindaco Pasquale Napolano e della sua famiglia per una perdita tanto grande quanto ingiusta. Il ricordo di Luca resterà vivo nei cuori di chi lo ha conosciuto e amato».

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Goletta Verde e Legambiente: in Campania il 52% dei tratti di mare campionati supera i limiti di legge

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LEGAMBIENTE CAMPANIA
LEGAMBIENTE CAMPANIA

Più della metà dei punti campionati dai volontari e volontarie di Goletta Verde di Legambiente in Campania sono risultati oltre i limiti di legge, esattamente 16 punti (il 52% dei prelievi).

È l’esito del monitoraggio di Goletta Verde lungo la costa campana illustrati questa mattina durante la conferenza stampa tenutasi a Salerno, presso il Club Velico del porto turistico, da Francesca Ferro direttrice di Legambiente Campania, Anna Savarese di Legambiente Campania alla presenza del Direttore ARPAC Stefano Sorvino. Il monitoraggio della costa della Campania quest’anno si è svolto tra le giornate del 9 e 21 luglio, ben 31 i punti monitorati da Goletta Verde distribuiti nelle province di Napoli, Caserta e Salerno.

“L’obiettivo di Goletta Verde non è dare patenti di balneabilità, per cui esistono gli enti preposti, ma bensì segnalare criticità sui territori, scattare una fotografia sullo stato di salute dei mari che bagnano le coste della nostra Campania – dichiara Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania.

I risultati di quest’anno sono in linea con quelli dell’anno scorso, ribadiamo con forza che sotto il profilo dell’efficientamento degli impianti di depurazione e della rete fognaria c’è ancora tanto da fare. I volontari e le volontarie di Goletta Verde di Legambiente hanno riscontrato problematiche soprattutto riguardo le foci di fiumi e canali”.

“Con il passaggio di Goletta Verde nelle regioni costiere italiane vogliamo invitare enti e autorità a fare di più dal punto di vista delle infrastrutture come depuratori e reti fognarie, oltre che a sforzarsi di più nell’individuazione di scarichi e sversamenti abusivi – il monito di Martina Palmisano, portavoce di Goletta Verde. Sono queste le strade per migliorare i parametri e stato di salute delle acque delle nostre coste. In tante regioni, così come in Campania, tutelare la risorsa mare vuol dire non solo salvaguardare un grande patrimonio di biodiversità ma anche un asset economico fondamentale sui cui si reggono molte comunità”.

La panoramica degli esiti sulla costa campana. Il 48% dei punti è risultato entro i limiti di legge (15 punti di prelievo), mentre il restante 52% è risultato oltre i limiti (16 punti), relativamente alle due specie target ovvero Escherichia coli e gli enterococchi intestinali. Rispetto al totale dei punti campionati, il 16% dei punti sono inquinati, mentre il 36% sono risultati fortemente inquinati, secondo il giudizio di Goletta Verde. Il monitoraggio ha riguardato l’58% dei punti a mare (18) e il 42% dei punti prelevati in situazioni critiche di scarico, foci di fiumi, per un totale di 13 punti.

Nella provincia di Caserta 2 punti risultati inquinati. Il monitoraggio della provincia casertana ha riguardato in tutto 5 punti, di cui 4 punti a mare e 1 alla foce di fiume: 2 punti sono risultati inquinati al giudizio di Goletta Verde. Si tratta del punto a mare presso la foce del fiume Savone ed il punto alla foce del Regi Lagni a Castelvolturno. Gli altri tre punti monitorati sono: un punto a mare di fronte alla foce del canale alla Baia Domizia, il punto mare presso la foce della Fiumarella a Mondragone, il punto a mare presso l’emissario del Lago Patria a Castelvolturno, questi ultimi tre sono risultati entro i limiti. Nella provincia di Napoli 5 punti campionati oltre i limiti di legge. In totale nella provincia di Napoli i punti monitorati sono 14: 12 monitoraggi a mare e 2 alle foci dei fiumi o canali.
Sono 5 i punti campionati che hanno fatto rilevare parametri oltre i limiti di legge, di questi 4 punti sono risultati fortemente inquinati e un punto inquinato.

In particolare, sono risultati fortemente inquinati il punto alla foce del canale di Licola a Pozzuoli; il punto a mare a San Giovanni a Teduccio presso la spiaggia a 50 metri alla sinistra della foce dell’Alveo Volla; il punto a mare in via Ponte della Gatta a Torre del Greco e la foce del fiume Sarno; il punto a mare di fronte alla foce del Lagno Vesuviano ad Ercolano è risultato inquinato. I punti invece risultati entro i limiti sono: la spiaggia di Mappatella Beach sul lungomare Caracciolo a Napoli, il punto a mare di fronte al rivolo Neffola a Marina Grande nel comune di Sorrento, il punto sulla spiaggia di fronte allo scarico sul lungomare Marconi a Torre Annunziata, la spiaggia di fronte al rivo San Marco a Castellammare di Stabia e il punto a mare presso la foce del Rivo d’Arco a Seiano nel comune di Vico Equense. A completare la provincia il monitoraggio dell’isola di Ischia dove i quattro punti indagati sono risultati entro i limiti definiti per la balneazione: la spiaggia del muro rotto a Ischia, la spiaggia del Perrone a Casamicciola Terme, la spiaggia Chiaia davanti al canale a Forio e il mare presso il Rio Corbore a Ischia.
Nella provincia di Salerno 9 i punti oltre i limiti di legge.

In totale i punti di prelievo sono 12, di cui 10 prelievi alle foci di fiumi e canali e 2 punti a mare. In particolare 7 sono risultati fortemente inquinati, due inquinati e tre entro i limiti secondo il giudizio di Goletta Verde. I 7 punti fortemente inquinati sono: la foce del Regina Minor a Minori, la foce del fiume Irno a Salerno, la foce del torrente Asa a Pontecagnano Faiano, la foce del Tusciano tra Pontecagnano e Battipaglia, la foce del canale di scarico a Marina di Eboli, la foce del fiume Solofrone tra Capaccio e Agropoli e la foce del Rio Arena tra Castellabate e Montecorice. I due punti inquinati sono: la foce del fiume Picentino e la foce presso il rio in via Poseidonia 441 a Laura-Capaccio. I tre punti che sono quelli entro i limiti consentiti dalla legge per la balneazione sono la foce Capo di Fiume a Torre Licinella-Paestum nel comune di Capaccio, la foce del fiume Testene ad Agropoli e il mare di fronte alla foce del rio sulla spiaggia di Caprioli/Palinuro nel comune di Centola.

Attualmente in Campania circa il 92,5% del carico inquinante generato da più di 6 milioni e 600 mila abitanti equivalenti è convogliato in rete fognaria, il restante 7,5% o non è collegato (2,5%) oppure è trattato o con sistemi individuali (per il 5%): a fronte di una percentuale che sembra minima, si tratta di un carico di quasi 500 mila abitanti equivalenti che non viene trattato in modo sicuro (con sistemi di trattamento secondario o superiore). A questi si aggiungano i carichi che confluiscono agli impianti di trattamento che attualmente si trovano in procedura di infrazione rispetto ai requisiti della Direttiva Acque Reflue che, dagli aggiornamenti facilmente reperibili sul sito del MASE, ammontano a 116 gli agglomerati (su un totale nazionale di 855), relativi a più di 4 milioni e 500mila abitanti equivalenti. Tale cifra corrisponde al 68% del carico complessivo generato in Campania, una delle regioni che a livello nazionale presenta le percentuali maggiori di carico generato in infrazione.

Oltre ad indagare la qualità delle acque i tecnici di Goletta Verde si impegnano anche nella verifica delle corrette informazioni alla cittadinanza in merito a divieto di balneazione. Nel 77% dei punti campionati per il monitoraggio della campagna 2025 non è stata riscontrata la presenza di segnalazioni e cartelli informativi, solo in 7 punti di prelievo sono stati trovati i cartelli di interdizione alla balneazione.

È vero che le foci dei fiumi non sono balneabili, ma è utile evidenziare questa informazione ai cittadini, poiché spesso in prossimità delle foci si vengono a creare spazi di spiaggia libera utilizzata dai bagnanti, che potrebbero essere quindi esposti anche ad un potenziale rischio di inquinamento per una mancata o assente depurazione. Per quanto riguarda la qualità delle acque di balneazione in due punti di monitoraggio sono stati trovati dai tecnici di Goletta Verde cartelli di informazione per turisti e bagnanti sulla qualità dell’acqua di balneazione, mentre per il restante 94% del monitoraggio, tale informazione risulta non disponibile.

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Drastico calo nella produzione di nocciole in Campania, picchi anche del 50%

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PRODUZIONE NOCCIOLE CAMPANIA
PRODUZIONE NOCCIOLE CAMPANIA

La produzione di nocciole in Campania registra un drastico calo, con punte superiori al 50 per cento rispetto alle medie stagionali.

È quanto emerge dalle segnalazioni giunte alle federazioni provinciali di Avellino, Caserta, Napoli e Salerno da parte degli associati a Confagricoltura Campania, che hanno evidenziato le difficoltà crescenti dei corilicoltori nel fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico. Le coltivazioni tradizionali “in asciutto” stanno pagando un prezzo altissimo.

Inverni anomali con temperature miti, siccità prolungata e picchi di caldo nella delicata fase di allegagione hanno provocato un fenomeno di cascola anticipata, riducendo sensibilmente i raccolti. Un quadro che si inserisce in un contesto già preoccupante per il settore: l’Italia ha perso la storica posizione di secondo produttore mondiale di nocciole dopo la Turchia, sorpassata dal Cile, dove sono state impiantate su larga scala le stesse varietà campane Mortarella e Tonda di Giffoni, quest’ultima tutelata dall’indicazione geografica protetta.

“Nonostante le difficoltà, le aziende agricole campane mantengono alti gli standard di qualità, coltivando nocciole di pregio nel pieno rispetto delle norme europee per la tutela dell’ambiente e della salute dei consumatori”, afferma Fabrizio Marzano, presidente Confagricoltura Campania. “Si tratta di realtà imprenditoriali spesso di piccole dimensioni, custodi di coltivazioni storiche che, oltre a garantire un prodotto d’eccellenza apprezzato in tutto il mondo per le sue caratteristiche uniche, svolgono una funzione ambientale fondamentale per la tenuta dei suoli nelle aree collinari”.

Confagricoltura Campania, pur senza chiedere deroghe alle regole di condizionalità e alle normative ambientali, sollecita la Regione Campania a un intervento immediato. Oltre alla procedura per il riconoscimento della calamità naturale, è indispensabile l’attivazione urgente di un tavolo tecnico con la partecipazione di tutte le rappresentanze della filiera – agricole, commerciali e industriali – per definire una strategia regionale di lungo periodo. L’obiettivo è tutelare e valorizzare il prodotto “Nocciola Campania”, promuovere la ricerca e diffondere tecniche colturali innovative già sperimentate con successo in altri territori nazionali ed esteri.

“La tutela dell’ambiente, la salute del consumatore e l’etica d’impresa sono i nostri principi fondanti – commenta Giampaolo Rubinaccio, presidente della Sezione economica Frutta in guscio di Confagricoltura Campania -. Non vogliamo abbassare gli standard di qualità, ma nemmeno lavorare in condizioni che impediscono alle nostre aziende di essere reddituali. Chiediamo strumenti operativi concreti e un coinvolgimento reale di tutta la filiera in un piano strategico per il futuro della nocciolicoltura campana”.

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“Oliveto Citra il piccolo comune più grande d’Italia” presentato al senato il progetto “Borgo dei fermenti”

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OLIVETO CITRA
OLIVETO CITRA

OLIVETO CITRA – Investimenti per realizzare 23 azioni concrete, che spaziano dalla cultura alla mobilità, dall’accoglienza ai servizi per famiglie, giovani e anziani. Un progetto finanziato dal PNRR nell’ambito del programma “NextGenerationEU” che ad Oliveto Citra, comune Campano, sceglie di non “aspettare il futuro” ma di costruirlo con le proprie mani, di raccontare e raccontarsi attraverso l’arte, trasformando il borgo in un laboratorio vivo di idee e relazioni.

È questo il cuore dell’incontro che si è tenuto ieri presso la Sala Caduti di Nassiriya al Senato della Repubblica, dove è stato presentato ufficialmente il progetto “Borgo dei Fermenti”, il piano di rigenerazione sociale e culturale del Comune di Oliveto Citra, nell’iniziativa promossa dal senatore Lucio Malan, Presidente del gruppo di Fratelli d’Italia al Senato.

A guidare il racconto – moderato dalla giornalista Giovanna Di Giorgio – Mino Pignata, sindaco di Oliveto Citra, affiancato dai curatori del Museo Mutevole Gabriele Vacis, Erica Nava e Roberto Tarasco, in accordo con le testimonianze di Antonio Mondelli per il progetto della “ValSele App” e i musicisti Nino Milone e Catello Milo.

“Credo che possiamo definire Oliveto Citra il piccolo comune più grande di Italia – ha dichiarato il presidente Lucio Malan- tanti progetti e tante iniziative culturali che riescono ad attrarre artisti e musicisti di tutto il mondo nonché la presenza di tante persone ed appassionati, davvero lodevole il lavoro del sindaco e di tutta la cittadinanza”

“Credo che possiamo definire Oliveto Citra il piccolo comune più grande di Italia – ha dichiarato il presidente Lucio Malan- tanti progetti e tante iniziative culturali che riescono ad attrarre artisti e musicisti di tutto il mondo nonché la presenza di tante persone ed appassionati, davvero lodevole il lavoro del sindaco e di tutte le persone che mettono a disposizionela loro creatività per le iniziative del borgo”

Tra i punti più rilevanti del progetto, il Museo Mutevole, che aprirà ufficialmente al pubblico, a Oliveto Citra, oggi 30 luglio alle ore 18.00. Una forma inedita di narrazione fatta di parole, immagini, suoni e vite, a cui si aggiungono le due sale plurinarranti del Castello Guerritore, con installazioni immersive a partire dalla “Donna di Oliveto” e i dipinti di Ton Pret e Billy The Artist.

«Abbiamo dedicato, da sempre, impegno ed energie alla valorizzazione del nostro borgo. Senza arrenderci alle difficoltà di tanti piccoli comuni come il nostro, allo spopolamento. Abbiamo scelto, invece, di reagire con la forza delle idee, costruendo percorsi condivisi, coinvolgendo la comunità, puntando sulla cultura come leva di crescita e riscatto sociale – ha dichiarato il sindaco Pignata – Il progetto “Il Borgo dei Fermenti” e, in particolare, il Museo Mutevole, rappresentano tutto questo: sono la voce collettiva di Oliveto Citra, il nostro modo di raccontare chi siamo stati e, soprattutto, chi vogliamo diventare. Sono il segno concreto di una comunità viva, che non guarda indietro con nostalgia, ma avanti con fiducia. Questa iniziativa – ha poi continuato – non serve solo a custodire la memoria, ma anche a migliorare la qualità della vita. Permetterà di offrire servizi sempre più accessibili, moderni e inclusivi, non solo per i nostri cittadini, ma anche per chi sceglierà di venire a Oliveto. Vogliamo che questo sia un luogo accogliente, stimolante e aperto. Dove chi arriva possa sentirsi parte di qualcosa. E dove chi resta, possa sentire il senso profondo dell’appartenere».

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Napoli: incendio in un deposito rifiuti nella zona industriale

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INCENDIO DEPOSITO RIFIUTI NAPOLI REPERTORIO
INCENDIO DEPOSITO RIFIUTI NAPOLI REPERTORIO

Nel pomeriggio è divampato un incendio nella zona industriale di Napoli, nella periferia orientale della città. Il rogo si è sviluppato in un deposito ASIA in via Nuova delle Brecce.

Le fiamme stanno interessando un cumulo di rifiuti, per lo più ingombranti, raccolti per le strade della città dall’azienda del comune.

Il fumo è chiaramente visibile dall’intera zona, così come la puzza di bruciata che spinta dal vento pare si senta anche nell’hinterland. Sul posto stanno operando i Vigili del Fuoco.

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Incendio in un deposito d’auto tra Pompei e Castellammare di Stabia

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INCENDIO POMPEI
INCENDIO POMPEI

Maxi rogo tra Pompei e Castellammare di Stabia in provincia di Napoli, le fiamme stanno interessando un deposito di auto all’altezza dell’uscita autostradale per la città stabiese.

In azione diverse squadre dei Vigili del Fuoco, per sicurezza è stata interrotta anche la linea ferroviaria di Eav: “Causa intervento dei vigili del fuoco per principio di incendio nelle adiacenze della sede ferroviaria tra le stazioni di Pompei Scavi e Castellammare di Stabia, la circolazione ferroviaria è interrotta su tale tratta“.

Sul posto Polizia, Carabinieri e Polizia Locale che si sta occupando di gestire il traffico. La nube nera è alta e visibile a chilometri di distanza in tutta l’area vesuviana.

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Decreto legge Terra dei Fuochi approvato dal Consiglio dei Ministri: inasprite le pene per chi inquina

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Pene più severe per chi inquina e primi 15 milioni di euro per le bonifiche: sono i due aspetti centrali del decreto legge sulla Terra dei fuochi approvato ieri dal Consiglio dei ministri, che introduce misure straordinarie per “contrastare i reati ambientali e restituire legalità ai territori colpiti da roghi e traffici illeciti di rifiuti, tutelando la salute pubblica e l’ambiente”.

Gilberto Pichetto Fratin e Vannia Gava, ministro e vice ministra all’Ambiente, affermano che “con questo provvedimento lo Stato alza il livello di guardia su un territorio martoriato. Per accelerare il risanamento serviva un inasprimento delle pene. Questo decreto afferma con forza che chi inquina paga, senza sconti. È un segnale chiaro dello Stato a tutela dei cittadini e dei territori”.

Il provvedimento “prevede l’arresto anche in flagranza differita per i reati ambientali più gravi, come disastro ambientale e traffico illecito di rifiuti. Vengono rafforzate le pene per l’abbandono e la gestione non autorizzata di rifiuti, con misure accessorie come la sospensione della patente, il fermo del veicolo e l’esclusione dall’Albo dei gestori ambientali per le imprese non in regola. Per contrastare l’abbandono di rifiuti da veicoli sarà possibile utilizzare anche immagini di videosorveglianza. Il Decreto consente l’amministrazione giudiziaria delle aziende coinvolte in attività inquinanti, soprattutto se legate alla criminalità organizzata”.

Per quanto riguarda le risorse, al commissario unico, il generale Giuseppe Vadalà, è autorizzata la spesa di 15 milioni di euro per il 2025 per la rimozione dei rifiuti e l’avvio delle attività di bonifica. Fondi che “saranno successivamente integrati con ulteriori risorse per bonifiche e messa in sicurezza”.

Tutti positivi i commenti della maggioranza, in particolare dai parlamentari campani. Cerreto, di Fdi, afferma che con questo decreto “il Governo Meloni rafforza l’azione dello Stato nei territori colpiti da roghi tossici e traffico illecito di rifiuti. Una svolta concreta per affermare che chi inquina paga”.

Zinzi, della Lega, dice che “il lavoro per risanare la Terra dei fuochi non si è fermato. E’ un bene che l’impegno a mettere in campo prime risorse per la rimozione dei rifiuti sia stato mantenuto”.

Non è invece soddisfatta la Cgil, secondo cui il decreto è insufficiente perchè “inasprire le pene per chi inquina è sicuramente un atto positivo e di eco giustizia ambientale, ma ciò che continua a caratterizzare l’esecutivo Meloni – afferma il segretario confederale Pino Gesmundo – è la totale assenza di una benché minima idea di politiche di recupero e bonifiche”.

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