martedì, Giugno 17, 2025
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Minorenne ucciso nella cucina di un ristorante in provincia di Caserta

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Sant'Angelo in Formis REPERTORIO
Sant'Angelo in Formis REPERTORIO

Un grave episodio di violenza si è verificato nelle cucine della Masseria Adinolfi, a Sant’Angelo in Formis (provincia di Caserta), dove un giovane di 17 anni, originario del Gambia, ha perso la vita al culmine di una lite.

A colpirlo sarebbe stato un collega, anch’egli straniero, durante un alterco scoppiato per ragioni ancora da chiarire. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Capua, incaricati di accertare la dinamica dei fatti e raccogliere le testimonianze utili.

Stando alle prime ricostruzioni, l’aggressione si sarebbe consumata in pochi minuti, sfociando in una coltellata fatale. Nell’episodio è rimasta ferita anche una donna presente in cucina al momento della lite.

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Napoli: Detenuto incendia cella e poi aggredisce agenti nel carcere di Secondigliano

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Un giovane di origini marocchine, poco più che ventenne, detenuto nel carcere di Napoli-Secondigliano nel primo pomeriggio di ieri, ha appiccato un incendio nella propria cella e poi, una volta domate le fiamme, quando i poliziotti penitenziari hanno eseguito una perquisizione, li ha aggrediti costringendone due alle cure mediche.

Lo rende noto il Con.Si.Pe. “L’intervento tempestivo e professionale della Polizia Penitenziaria – spiega la nota – ha evitato conseguenze più gravi, domando le fiamme e mettendo in sicurezza il reparto. Durante le successive operazioni di trasferimento e perquisizione personale – finalizzate ad accertare l’eventuale possesso di altri accendini o oggetti pericolosi – il detenuto ha aggredito violentemente alcuni agenti e l’ispettore di sorveglianza, causando il ferimento di più operatori.

Due dei quattro poliziotti aggrediti ricorsi alle cure mediche ha riportato una prognosi per 10 giorni. L’episodio fa seguito a un altro momento critico avvenuto nella giornata di l’altro ieri presso il Padiglione T2, dove il personale penitenziario ha gestito con prontezza una situazione di tensione interna”.

La Confederazione Sindacati Penitenziaria (CON.SI.PE.) esprime “piena solidarietà e vicinanza ai colleghi coinvolti, sottolineando l’urgenza di adottare misure concrete a tutela della sicurezza di chi opera negli istituti”.

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Giugliano: perde portafogli nel parcheggio del centro commerciale Grande Sud, ma viene ritrovato dalla vigilanza

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Giugliano portafogli
Giugliano portafogli

Questa mattina, intorno alle 8.30, personale dell’Istituto di Vigilanza Prestige ha rinvenuto un portafogli nel parcheggio del centro commerciale Grande Sud di Giugliano in Campania durante il servizio di ronda.

Il vigilante ha immediatamente avvisato la sala operativa. Mentre si stava attivando la procedura prevista in questi casi per rintracciare il proprietario del portafogli, il vigilante ha visto un signore intento a cercare tra le auto parcheggiate.

Dopo le opportune verifiche, il vigilante ha accertato che si trattasse del proprietario, al quale è stato restituito il portafogli.

Il signore, sollevato dall’aver ritrovato il portafogli, ha ringraziato il personale dell’Istituto di Vigilanza Prestige.

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Napoli, donna spinta a terra da ragazzini: ha un trauma cranico

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DONNA AGGREDITA VIA LEOPARDI FUORIGROTTA
DONNA AGGREDITA VIA LEOPARDI FUORIGROTTA

Una donna è stata violentemente spinta a terra, tanto da riportare un trauma alla testa. È accaduto in via Leopardi, nel quartiere Fuorigrotta a Napoli. La vittima è stata spinta a terra al culmine di una lite con un gruppo di giovani ragazzi.

I militari dell’Arma della compagnia Napoli Bagnoli questa notte hanno individuato 6 ragazzini (due ragazze e quattro ragazzi) tra i 12 e i 16 anni che facevano parte del gruppo.

Sul grave accaduto è intervenuto il Prefetto di Napoli, Michele di Bari: In relazione all’episodio accaduto in data odierna in via Leopardi (Quartiere Fuorigrotta) dove una donna, a conclusione di un alterco per futili motivi con un gruppo di giovani ragazzi è stata violentemente spintonata al suolo, riportando un trauma al capo, il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, esprime ferma condanna per l’esecrabile gesto e vicinanza alla persona offesa per una pronta guarigione.

Nell’immediato è stata disposta un’intensificazione delle misure di controllo e vigilanza nell’area di interesse e la questione sarà approfondita nella prossima riunione del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

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Napoli: incendio in un appartamento all’Arenaccia, gravemente intossicato un cane

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INCENDIO APPARTAMENTO NAPOLI ARENACCIA
INCENDIO APPARTAMENTO NAPOLI ARENACCIA

Un incendio è divampato nel tardo pomeriggio di oggi in un appartamento in via Generale Girolamo Calà Ulloa, nel quartiere Arenaccia a Napoli.

Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, con l’ausilio di un’autoscala e la Polizia di Stato. I caschi rossi hanno tratto in salvo quattro persone che si trovavano nell’abitazione interessata da fumo e fiamme. Anche un’anziana allettata, che si trovava in un altro appartamento è stata soccorsa e non ha subito gravi conseguenze.

Dai social si è appreso che le conseguenze peggiori dell’incendio pare le abbia subite un cane. L’animale avrebbe inalato troppo fumo e sarebbe risultato gravemente intossicato. Le sue condizioni sarebbero serie, rischierebbe di perdere la vita.

Le cause dell’incendio sono in corso di accertamento da parte dei Vigili del Fuoco.

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Afragola, operazione alto impatto della Polizia dopo omicidio: un arresto e due persone denunciate

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Un arresto, due persone denunciate, oltre persone 300 controllate, sequestrate sostanze stupefacenti, somme di denaro e t.l.e. di contrabbando, coltelli, un machete ed altro, controllati oltre 200 veicoli, elevate sanzioni al codice della strada e  2 vetture sottoposte a sequestro amministrativo.

È questo l’esito dell’operazione ad alto impatto condotta dalle forze di polizia nella mattinata odierna su disposizione del Prefetto di Napoli, Michele di Bari, nel corso del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato all’indomani dell’omicidio  perpetrato nei giorni scorsi nel comune di Afragola.

Si tratta dei primi risultati delle attività congiunte delle forze di polizia, pianificate in sede di Comitato, che si aggiungono all’immediata intensificazione dei servizi di controllo del territorio da parte delle Forze dell’ordine, già fortemente impegnate nel presidio di tutta l’area a nord del capoluogo, e ai servizi mirati a cura di ciascuna forza di polizia.

Le attività proseguiranno nei prossimi giorni e nelle prossime settimane al fine di incrementare la sicurezza e prevenire ogni forma di illegalità.

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Il piccolo Pietro di 9 mesi in coma a Napoli, il padre: “Non riesco a credere a maltrattamenti”

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“Non riesco a credere che mio figlio sia stato maltrattato”. Con queste parole, affidate al suo avvocato Franco Maldonato, Giuseppe Mileo, padre biologico del piccolo Pietro – il bambino di nove mesi ricoverato in coma da una settimana all’ospedale Santobono di Napoli – rompe il silenzio e chiede che venga fatta piena luce su quanto accaduto.

Il piccolo, giunto in ospedale in condizioni gravissime, ha subito due delicati interventi neurochirurgici a causa di un esteso edema cerebrale. I medici hanno inoltre riscontrato diverse fratture pregresse, al femore e alle costole, la cui origine resta ancora inspiegata.

Secondo quanto ricostruito, Pietro viveva da alcuni mesi a Villammare, nel comune di Vibonati, con la madre, il compagno di lei e un fratellino maggiore di quattro anni. È stata proprio la coppia a portare d’urgenza il bambino all’ospedale di Sapri, da dove è stato poi trasferito in elicottero al Santobono.

Al momento non ci sono indagati. Il padre, risultato estraneo ai fatti sin dalle prime fasi dell’indagine, ha deciso di intervenire pubblicamente attraverso il proprio legale. “Il nostro assistito si trovava in un luogo diverso da quelli frequentati dal bambino al momento in cui si fa risalire l’origine delle lesioni – spiega l’avvocato Maldonato – come confermato anche dalla madre del piccolo, che lo ha avvisato solo quando il bambino era già stato ricoverato”.

Mileo, pur non accusando esplicitamente nessuno, sottolinea la necessità di accertamenti più approfonditi, in particolare in merito alle fratture pregresse: “È essenziale capire come e quando si siano verificate. Non vogliamo puntare il dito contro nessuno, ma servono verità e trasparenza”.

Riguardo all’emorragia cerebrale, i sanitari del Santobono ipotizzano un evento spontaneo, potenzialmente compatibile con una condizione pregressa: Pietro potrebbe essere nato con un edema cerebrale evoluto successivamente in ischemia, come riportato anche dal pediatra di fiducia della famiglia. Tuttavia, secondo Maldonato, “restano da chiarire le lesioni ossee, per le quali sarà necessario un accertamento medico-legale”.

Infine, il legale annuncia che chiederà al Tribunale per i Minorenni di Potenza la revisione del provvedimento che ha sospeso la responsabilità genitoriale della madre e ha disposto l’allontanamento del fratellino maggiore in una comunità protetta. L’obiettivo, spiega Maldonato, è permettere al bimbo di tornare in famiglia, affidato al padre e ai nonni, “che possono garantirgli affetto, stabilità e cure adeguate”.

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Arzano, Terra dei Fuochi: sequestrata fabbrica e denunciate due persone

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ARZANO
ARZANO

Continuano i controlli della Polizia Locale di Arzano nella Terra dei Fuochi, con il supporto dell’Esercito Italiano. Gli agenti, coordinati dal comandante Biagio Chiariello, hanno ispezionato diverse fabbriche e siti per verificare eventuali irregolarità, anche sul piano ambientale.

Durante le operazioni, è stata scoperta un’azienda priva di autorizzazioni e con lavoratori impiegati in nero, segnalati all’Ispettorato del Lavoro. Il titolare è stato denunciato per violazioni al Codice dell’Ambiente e la struttura sottoposta a sequestro.

Sono state elevate sanzioni per un totale di 5.000 euro per la mancata SCIA, a cui si aggiungeranno eventuali pene stabilite dal giudice in caso di condanna. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord è stata informata degli sviluppi.

Intanto, i controlli sul territorio proseguono per garantire il rispetto delle normative. Nel corso delle attività, sono stati identificati e denunciati due individui sorpresi ad abbandonare rifiuti.

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Thabet Suleiman è fuori pericolo: il 23enne sopravvissuto al crollo della funivia del Faito sarà dimesso

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Napoli – Migliorano le condizioni di Thabet Suleiman, il giovane turista di 23 anni unico sopravvissuto al drammatico crollo della funivia del Faito, avvenuto lo scorso 17 aprile, Giovedì Santo. Dopo oltre un mese trascorso in terapia intensiva all’Ospedale del Mare di Napoli, il ragazzo, di origine arabo-israeliana e studente di ingegneria, è stato dichiarato fuori pericolo.

A riferirlo sono fonti sanitarie dell’ASL Napoli 1, secondo cui Suleiman è stato trasferito nel reparto di Ortopedia e sarà dimesso a breve. La notizia segna un primo spiraglio di speranza dopo una tragedia che ha profondamente scosso l’opinione pubblica e provocato la morte di quattro persone.

Nel crollo persero la vita la sorella del giovane, Janan Suleiman, infermiera di 25 anni, il macchinista dell’EAV Carmine Parlato, 59 anni, e una coppia di turisti britannici, Elaine Margaret e Derek Winn, rispettivamente di 58 e 65 anni.

Intanto, sull’incidente è in corso un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, guidata dal procuratore capo Nunzio Fragliasso. Sono 26 le persone iscritte nel registro degli indagati, tra cui figurano anche dirigenti della società EAV (Ente Autonomo Volturno), che gestisce l’impianto di risalita. L’azienda ha ricevuto un avviso di garanzia e, in una nota ufficiale, ha fatto sapere di essere già stata informata in merito all’accertamento tecnico irripetibile previsto per il 23 maggio, attualmente sospeso in attesa della decisione del Gip sull’eventuale incidente probatorio.

La vicenda resta al centro dell’attenzione pubblica e giudiziaria, mentre la sopravvivenza e il miglioramento delle condizioni di Thabet Suleiman rappresentano, per ora, l’unico segnale di luce in una tragedia che ha lasciato un’intera comunità sgomenta.

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Villa Literno, salvata grazie a una chiamata d’emergenza: “Mio marito mi ammazza di botte”. Arrestato 40enne

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VILLA LITERNO – Una telefonata disperata al 112 ha salvato la vita a una donna di 41 anni, vittima dell’ennesima aggressione da parte del marito. «Mio marito mi sta ammazzando di botte», ha sussurrato tra lacrime e singhiozzi alla centrale operativa dei carabinieri di Casal di Principe. Sono bastate quelle parole, cariche di terrore, a far scattare l’intervento immediato dei militari, che sono riusciti a evitare il peggio.

I fatti sono accaduti nella serata di ieri in un’abitazione di Villa Literno. Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, l’uomo – un 40enne del posto, disoccupato e con precedenti – si sarebbe scagliato con violenza contro la moglie per non aver ricevuto risposta a delle telefonate. Al suo rientro a casa, l’ha aggredita colpendola alla testa con un borsello, per poi scaraventarla a terra e infierire su di lei con calci e pugni.

Quando l’aggressore si è momentaneamente allontanato, la donna è riuscita a rialzarsi e, con le poche forze rimaste, ha composto il numero d’emergenza. L’operatore del 112 ha subito compreso la gravità della situazione, facendo intervenire tempestivamente una pattuglia della stazione di Villa Literno.

I carabinieri sono giunti in pochi minuti e, avvicinandosi all’appartamento, sono stati accolti dalle grida provenienti dall’interno. All’interno, la scena era drammatica: la vittima, seduta su un divano in cucina, era visibilmente scossa e dolorante, con tumefazioni evidenti alla fronte, graffi su braccia e gambe e arrossamenti diffusi. L’aggressore è stato bloccato e arrestato sul posto.

La donna, impiegata in un centro di smistamento alimentare, è stata trasferita d’urgenza al pronto soccorso della clinica Pineta Grande di Castel Volturno. Dopo le cure, ha trovato il coraggio di sporgere denuncia, raccontando non solo i dettagli dell’ultima aggressione ma anche di una lunga serie di maltrattamenti subiti nel tempo, spesso per futili motivi. In alcuni casi, gli episodi si sarebbero consumati sotto gli occhi del figlio adolescente della coppia.

L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e porto abusivo di armi, è stato condotto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Dovrà rispondere dell’accusa di maltrattamenti in famiglia.

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