mercoledì, Ottobre 15, 2025
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Torre del Greco: Abusivismo edilizio, sigilli alla scuola calcio inaugurata da Ciro Immobile

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CIRO IMMOBILE ACADEMY SEQUESTRO
CIRO IMMOBILE ACADEMY SEQUESTRO

TORRE DEL GRECO – I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Torre del Greco e la Polizia Municipale corallina, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina, stanno procedendo al sequestro dell’intera struttura sportiva denominata ”Immobile Academy – Centro Sportivo Parlati”, che si trova Torre del Greco.

Nell’ambito di un procedimento nei confronti di 6 soggetti, indiziati, in concorso tra loro, dei reati di edificazione di opere edilizie in assenza di titolo edilizio e paesaggistico in area soggetta vincoli ambientali e di gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi. Tra gli indagati figurano alcuni familiari dell’attaccante ex Lazio, oggi al Bologna.

Il provvedimento – si legge in una nota del procuratore Nunzio Fragliasso – trae origine da un’indagine avviata lo scorso aprile a seguito di un sopralluogo finalizzato a verificare lo stato dei luoghi, che avrebbe consentito agli investigatori di verificare che gli indagati, intervenendo su un’area già oggetto di pregressi interventi edilizi abusivi non condonati, avrebbero realizzato ulteriori interventi di nuova costruzione, in assenza di titolo idoneo, comportanti un’imponente e radicale trasformazione delle aree.

Inoltre, per alcune particelle catastali gli indagati avrebbero proceduto ad un cambio di destinazione urbanistica da area bosco alto (in P.R.G. Zona A2 fascia pedemontana) ad area parcheggio tramite sbancamento e riporto di terreno nonché mediante lo spandimento di uno strato di fresato d’asfalto (conglomerato bituminoso di recupero derivante dalla fresatura degli strati del rivestimento stradale), che integra per gli inquirenti un’attività di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi.

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Napoli, trapianti di cuore al Monaldi in aumento del 50%: salgono a 19 con l’operazione che ridà la vita a Franca

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Un nuovo battito ha restituito la vita a Franca (nome di fantasia a tutela della privacy), la paziente che nelle scorse settimane ha ricevuto un trapianto di cuore all’Ospedale Monaldi di NAPOLI, presidio dell’Azienda Ospedaliera dei Colli.

L’intervento, eseguito dall’équipe del cardiochirurgo Claudio Marra, direttore dell’Uosd di Cardiochirurgia Generale e dei Trapianti, è perfettamente riuscito e la donna è in buone condizioni, tanto che nei prossimi giorni Franca sarà dimessa e potrà tornare a casa.

Con questa operazione salgono a 19 i trapianti di cuore effettuati nel 2025 al Monaldi, un dato che conferma l’efficacia della nuova organizzazione introdotta dalla direzione Generale guidata da Anna Iervolino.

Nel corso dell’intero 2024 erano stati infatti 20 i trapianti eseguiti al Monaldi, e le proiezioni indicano un ulteriore aumento entro fine anno, segno di una crescita costante che colloca l’Ospedale tra i centri più attivi d’Italia per l’attività trapiantologica.

Il reparto di Cardiochirurgia Generale e dei Trapianti, rappresenta oggi il cuore operativo del programma trapianti, ma la vera novità è nell’impostazione organizzativa. L’approccio voluto dalla direzione Generale supera il modello tradizionale centrato sul singolo specialista per valorizzare un lavoro di squadra che integra competenze diverse in tutte le fasi del percorso, dalla presa in carico del paziente al post-operatorio.

Ogni trapianto, si evidenza in una nota del nosocomio, diventa così il risultato di una rete di professionalità che comprende, oltre alla Cardiochirurgia, anche Infettivologia, Cardiologia, Anestesia e Rianimazione, Immunoematologia, Aferetica e Farmacia ospedaliera, tutte coinvolte sin dal primo momento. Due unità di Cardiologia collaborano in maniera strutturale con l’équipe chirurgica, consentendo ai professionisti che opereranno di seguire il paziente fin dall’inizio, come previsto dal Piano diagnostico terapeutico assistenziale voluto dalla direzione Generale.

Questo modello riduce il senso di spaesamento di chi è in attesa di trapianto e rafforza la fiducia reciproca tra medico e paziente, trasformando la cura in un percorso condiviso. Il follow-up dopo l’intervento è continuo e multidisciplinare: gli anestesisti coordinano le prime fasi del recupero, mentre internisti e cardiologi assicurano la prosecuzione del monitoraggio clinico.

Tra i servizi di eccellenza spicca quello di Aferetica, diretto dalla dottoressa Maria Mottola, che offre ai pazienti la possibilità di sottoporsi alla fotoferesi, un trattamento innovativo che, attraverso un processo simile alla dialisi, modula la risposta immunitaria e riduce il rischio di rigetto.

Grazie a questa tecnica, i pazienti possono essere esposti a dosi minori di farmaci immunosoppressori, riducendo gli effetti collaterali e migliorando la qualità della vita. Il Monaldi, inoltre, è tra i pochi centri in Italia ad aver realizzato con successo trapianti con supporto di cuore artificiale, confermando la sua vocazione alla ricerca e all’innovazione.

“I risultati che stiamo ottenendo, che in prospettiva ci collocano ai vertici in Italia – sottolinea la direttrice generale Anna Iervolino – sono il frutto di un gioco di squadra reale. Abbiamo puntato sull’integrazione delle competenze e sulla collaborazione attiva tra tutte le Unità Operative dei nostri presidi, creando un modello organizzativo che mette davvero la persona al centro. Ogni trapianto è il risultato dell’impegno congiunto di medici, infermieri, tecnici e personale di supporto, che lavorano in sinergia per accompagnare i pazienti in un percorso complesso e delicato come quello del trapianto di cuore”.

La storia di Franca si intreccia idealmente con l’evento in corso in questi giorni a Salerno, dove si sta svolgendo il Transplant procurement management (Tpm) Campania, una tre giorni che riunisce esperti e professionisti da tutta Italia per discutere delle nuove frontiere della donazione e del trapianto. Tra i temi centrali, la donazione a cuore fermo (Dcd), che da giugno ha preso il via anche in Campania.

Una svolta che apre scenari concreti per accorciare le liste d’attesa e dare nuove possibilità di cura in una regione che, da sola, realizza un trapianto su dieci a livello nazionale. “La donazione a cuore fermo rappresenta un tassello fondamentale per ampliare le opportunità di donazione – spiega Pierino Di Silverio, coordinatore del Centro regionale trapianti Campania -. Condividere esperienze e modelli organizzativi, come stiamo facendo al Tpm, significa trasformare la speranza in possibilità reali per tanti pazienti in attesa”.

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Napoli: Dopo le violenze a Porta Capuana e Piazza Bellini aumentano i controlli

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PIAZZA BELLINI PORTA CAPUANA ZONE ROSSE
PIAZZA BELLINI PORTA CAPUANA ZONE ROSSE

Dopo la sparatoria di piazza Bellini e lo stupro di Porta Capuana, la Prefettura di Napoli istituisce 5 nuove “zone rosse” per controllare la movida.

Stamattina, presieduta dal Prefetto di Napoli, Michele di Bari, si è svolta una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica cui hanno partecipato l’Assessore alla legalità del Comune di Napoli, il Questore, il Comandante provinciale dei Carabinieri, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, nonché il Comandante della Polizia locale di Napoli.

In considerazione della necessità di fornire alla popolazione una risposta immediata ed efficace in termini di prevenzione e contrasto ai reati” il prefetto ha disposto l’istituzione di zone rosse a Porta Capuana, Piazza Bellini e piazza Dante (già in precedenza interessate da analogo dispositivo), Piazza Bisignano a Barra, Coroglio e Mergellina. Per le ultime due aree, interessate dal dispositivo che scadrà il 31 ottobre prossimo, si tratta di un provvedimento di proroga.

L’ordinanza – si legge nella nota della Prefettura – prevede il divieto di stazionamento nelle zone per i soggetti che assumono atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti – determinando un pericolo concreto per la sicurezza pubblica tale da ostacolare la libera e piena fruibilità di quelle aree – e risultino già destinatari di segnalazioni all’Autorità Giudiziaria per reati in materia di stupefacenti, reati contro la persona, reati predatori, invasioni di terreni o edifici, detenzione abusiva di armi, porto abusivo di armi, porto di armi e/o oggetti atti ad offendere“.

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‘Pace’ anche tra De Luca e Fico: “Incontro corretto e positivo, andiamo avanti”

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DE LUCA E FICO
DE LUCA E FICO

Un incontro “corretto e positivo” per “andare avanti” e che “dovrebbe garantire alla Regione Campania di andare avanti senza che nessuno si perda“. Ma anche per ribadire le sue “priorità“, dal piano degli ospedali al nuovo palazzo della Regione fino alla rete del trasporto pubblico.

Lo ha detto il presidente della Campania Vincenzo De Luca tornando sul faccia a faccia di ieri con il candidato del campo progressista Roberto Fico e confermando, sostanzialmente, i punti per lui fondamentali.

Abbiamo discusso del programma per il prossimo governo regionale, partendo ovviamente dal lavoro immenso che è stato fatto dalla Regione Campania in questi anni e che va riconosciuto, va completato – ha sottolineato De Luca a margine di un evento a Salerno – Ci sono cose che devono essere portate a compimento, pensiamo alla rete dei dieci ospedali della Campania, per il resto bisogna completare solo dei programmi che sono ormai all’80%.

Chi verrà sarà pure fortunato perché deve solo vedere il completamento delle cose messe in campo. Poi c’è sempre da migliorare. Le innovazioni vanno sempre bene ma rispettando il lavoro immane di questi anni“.

De Luca ha parlato di “concretezza“, di “investimenti“, di “trasparenza amministrativa“. “Bisogna dare continuità a questo lavoro, impedire che ci si addormenti e impedire che la regione ritorni nella palude burocratica“.

Ecco perché nel corso dell’incontro, sono state poste delle “priorità che riguardano soprattutto le opere pubbliche: completamento di piazza Garibaldi, la nuova sede della Regione, un nuovo asse Tangenziale per il collegamento con l’area ospedaliera a Napoli, e soprattutto la rete ospedaliera che deve essere completata e la rete del trasporto pubblico locale“.

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La tragedia di cui nessuno parla: Tre giovani ucraini morti in un incidente stradale sulla “Nola-Villa Literno”

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Tre giovani ucraini morti incidente stradale Nola Villa Literno
Tre giovani ucraini morti incidente stradale Nola Villa Literno

Una nostra lettrice ci ha scritto per informarci che la notte tra 1 e 2 Ottobre si è verificato un gravissimo incidente stradale sulla Strada Statale 7 Bis (Nola – Villa Literno), all’altezza dello svincolo per l’Asse Mediano.

Le tre vittime sono giovanissime e di nazionalità ucraina: Kirill Maksiuta 23anni, Masha Polishchuk 19anni e Yarik Terekhov 18 anni, vivevano rispettivamente a Casavatore, Afragola e Pomigliano.

La nostra lettrice ci racconta che l’incidente è avvenuto: “per l’impatto di due auto, una Renault Scenic, a bordo della quale c’erano i tre ragazzi, e una Bmw guidata da un’altra persona. La dinamica non è ancora chiara, la magistratura sta facendo delle indagini e la giustizia farà il suo corso. Vogliamo solo la verità al più presto, per stabilire responsabilità ed eventuali colpe“.

La nostra lettrice conosceva personalmente Kirill Maksiuta, e non si capacita di come una notizia così grave non abbia avuto un minimo di risonanza mediatica: “con stupore mio e di tutta la famiglia, fino adesso la notizie non è trapelata da nessuna parte, non esiste un articolo, una parola, un cenno su internet, su nessun social, nonostante sia una notizia così importante e drammatica, dove 3 giovani vite sono state spezzate, una tragedia immane, terribile, innaturale“.

La memoria di questi ragazzi merita di essere rispettata e ricordata“. La nostra lettrice ci ha anche informato che il magistrato ha dato il via libera per svolgere i funerali che si terranno il prossimo 16 ottobre alle ore 14 presso la chiesa della Santissima Misericordia in piazza Ciampa ad Afragola.

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Chi erano i Carabinieri uccisi a Castel d’Azzano (Verona)

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Marco Piffari, 56 anni, Valerio Daprà, 56 anni e Davide Bernardello, 36 anni
Marco Piffari, 56 anni, Valerio Daprà, 56 anni e Davide Bernardello, 36 anni

Castel d’Azzano – Il bilancio dell’esplosione provocata in un casolare in via di sgombero a Castel d’Azzano, in provincia di Verona, è drammatico. Sono 3 i Carabinieri uccisi da un’esplosione provocata con una bombola di gas.

Ci sono stati anche 15 feriti tra militari dell’Arma e agenti di polizia. Undici militari sono stati trasportati in codice rosso in ospedale (ma non sarebbero in pericolo di vita) e sono rimasti feriti anche quattro agenti di polizia.

Marco Piffari, 56 anni, era entrato nell’Arma nel 1987, lavorava da 12 anni nelle squadre operative di supporto dei Carabinieri, Luogotenente Carica Speciale e comandante della SOS del 4° Battaglione Veneto (Mestre). Era separato e non aveva figli.

Valerio Daprà, 56 anni, era originario di Brescia e si era arruolato nel 1988. Brigadiere Capo Qualifica Speciale. Aveva due figli di 26 e 27 anni.

Davide Bernardello, 36 anni, era nato a Camposampiero, nel Padovano, era entrato nei Carabinieri nel 2014 ed era operatore dell’aliquota pronto intervento del nucleo radiomobile di Padova.

Su Instagram il posto di cordoglio dell’Arma dei Carabinieri: “Non è possibile esprimere il dolore che ha colpito l’intera Arma, a partire dal Comandante Generale Salvatore Luongo, per la scomparsa dei Carabinieri Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello, travolti dal crollo di un edificio a Castel D’Azzano (VR) durante attività di servizio”.

ARRESTATI TRE FRATELLI PER L’ESPOSIONE 

Un uomo e una donna, fratello e sorella, che occupavano il casolare dove si è verificata l’esplosione, sono stati fermati. Poco dopo i carabinieri hanno fermato anche il terzo fratello, allontanatosi dopo l’esplosione, che è stato rintracciato dai militari del Nucleo Investigativo in una campagna di sua proprietà e non ha opposto resistenza.

I tre fratelli sono Dino Ramponi, 63 anni, Maria Luisa Ramponi, 59 anni, e Franco Ramponi, 65 anni, l’ultimo fermato. I primi due sono ricoverati in ospedale per le ustioni, la donna in codice rosso, mentre il terzo sarà presto sentito dagli inquirenti. Durante il sopralluogo nel casolare sono stati rinvenuti residui di molotov e bombole di gas.

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Donna 30enne violentata a Napoli: flash mob con lenzuola biance e mani tinte di nero

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“Abbiamo tutti le mani sporche, per le violenze e per il degrado del quartiere. Nessuno è innocente, anzi, siamo tutti colpevoli!”.

È il messaggio lanciato dai residenti della zona di Porta Capuana a Napoli che, dopo la violenza sessuale nella notte tra sabato e domenica e l’ennesima rissa notturna, hanno inscenato un flash mob tingendosi le mani con vernice nera e lasciando poi le impronte su un lenzuolo bianco esposto sotto l’arco di uno degli antichi accessi alla città.

“La responsabilità è di tutti noi – ha spiegato Raffaella Guarracino, assessore al welfare della quarta municipalità, tra le promotrici dell’iniziativa – e prima di rappresentare una istituzione sono donna e soprattutto mamma. L’episodio delle violenza sessuale per quanto drammatico è solo l’ ultimo di una serie abusi che caratterizzano i giorni e le notti di questa parte di quartiere, che vanno dallo spaccio alle rapine”.

Si può fare di più? “Certo – risponde – a partire dalle politiche sociali di cui anche io mi occupo. Ma, senza volerci scrollare da dosso le nostra responsabilità, bisogna che ad esse vengano affiancate da subito legalità e sicurezza, altrimenti non c’è possibilità di rinascita di questo quartiere e dell’intera città”.

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Napoli, occupato il liceo scienfico statale Tito Lucrezio Caro: “Non restiamo in silenzio per la PaIestina, condanniamo le atrocità”

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Oggi gli studenti e le studentesse del collettivo Tito Lucrezio Caro e del coordinamento Kaos hanno occupato il liceo scientifico di via Manzoni, a NAPOLI, “seguendo l’ondata di occupazioni in città”.

“Ci uniamo al grido degli studenti – spiegano – poiché di fronte a un genocidio in diretta non si può voltare lo sguardo. Non si tratta di un gesto impulsivo né di un atto fine a se stesso, ma di una scelta consapevole e politica”.

“Per la prima volta, dopo tanto tempo, anche il Settimo si mette in gioco, determinato a non rimanere in silenzio davanti le atrocità commesse in Palestina, ma soprattutto davanti alla complicità del nostro governo e dei governi occidentali. Inoltre – proseguono gli studenti – ci teniamo a denunciare le pessime condizioni strutturali della scuola e la mancata tutela della sicurezza di chi attraversa il nostro plesso. Ci meravigliamo della mala gestione di fondi pubblici, e non, che evidentemente non vengono investiti per migliorare la struttura della nostra scuola”.

Gli studenti, usando lo slogan “Palestina Libera dal fiume al mare” invitano a partecipare a una manifestazione che si terrà sabato 18 ottobre, alle 14, a piazza Garibaldi.

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Morto dopo 7 giorni di agonia Pasquale Fiore Iliceto, l’operaio gravemente ferito sul lavoro al Vulcano Buono

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Non ce l’ha fatta Pasquale Fiore Iliceto, l’operaio di 53 anni rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoro avvenuto il 7 ottobre scorso all’interno del centro commerciale Vulcano Buono di Nola. L’uomo, dopo una settimana di agonia, è deceduto lunedì 13 ottobre presso l’Ospedale del Mare di Napoli, dove era ricoverato in condizioni disperate.

Originario di Lucera, in provincia di Foggia, Iliceto lavorava per una ditta locale impegnata in alcuni interventi di allestimento all’interno di un punto vendita del centro commerciale, che — è bene sottolinearlo — non ha alcuna responsabilità diretta nell’accaduto.

La dinamica dell’incidente

Secondo una prima ricostruzione, l’operaio stava montando una struttura metallica quando, per cause ancora da accertare, avrebbe perso l’equilibrio cadendo da un’altezza di circa due metri e mezzo. Nella caduta ha battuto violentemente la testa, riportando lesioni gravissime.

I colleghi hanno subito allertato i soccorritori del 118, che lo hanno prima trasportato all’ospedale di Nola e successivamente trasferito al nosocomio di Ponticelli, dove purtroppo le sue condizioni si sono aggravate fino al decesso.

Indagini in corso

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Nola, che hanno eseguito i rilievi e raccolto testimonianze per ricostruire la dinamica esatta dell’accaduto. Gli investigatori stanno anche valutando la possibilità di acquisire le immagini delle telecamere di sorveglianza del centro commerciale per ottenere ulteriori elementi utili.

La Procura ha disposto il sequestro della salma, ora trasferita all’obitorio del Policlinico Federico II di Napoli per l’autopsia. L’esame autoptico sarà decisivo per chiarire le cause della morte e accertare eventuali responsabilità.

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Caivano, fiaccolata dei fedeli al Parco Verde, un migliaio di persone in strada con don Maurizio Patriciello. Il Parroco: “Vittorio De Luca dica chi lo ha mandato”

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Un migliaio di fedeli ha preso parte, ieri sera, ad una fiaccolata, con la statua della Madonna di Fatima, lungo le strade del Parco Verde a Caivano.

In testa al corteo con don Maurizio Patriciello, il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, il prefetto di Napoli, Michele di Bari, il commissario al Comune di Caivano, Filippo Dispenza.

Alla messa che è stata celebrata prima della fiaccolata, ha preso parte anche il parlamentare dei Verdi Francesco Emilio Borrelli.

Don Patriciello, ‘Vittorio De Luca dica chi lo ha mandato’

“A Vittorio ancora una volta chiedo di dire chi lo ha mandato”. È l’appello lanciato da don Patriciello al termine della fiaccolata che si è tenuta ieri sera lungo le strade del Parco Verde a Caivano, riferendosi all’uomo che due domeniche fa ha consegnato al sacerdote un proiettile nel corso della messa per i bambini.

“A Vittorio noi tutti vogliamo bene”, ha proseguito il sacerdote ricordando anche la ‘stesa’ che c’era stata la sera prima. “Un gesto scellerato”, l’ha definito. “Qui lo Stato non è andato via” ha poi concluso don Patriciello chiedendo di aiutare chi si trova nell’illegalità senza volerlo e non certo chi “delinque per scelta”.

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