venerdì, Dicembre 19, 2025
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Compravendita di titoli universitari: Arrestati dipendente della Federico II ed ex-poliziotto

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Arrestati ex dipendente della Federico II ed ex poliziotto con l’accusa di vendita di test di medicina e titoli universitari.

Poche ore fa, i carabinieri hanno eseguito l’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di un ex dipendente dell’Università degli studi di Napoli Federico II e di un poliziotto in pensione. L’accusa è quella di compravendita di titoli universitari e posti di lavoro nella pubblica amministrazione. La Procura di Napoli sta svolgendo le indagini, dalle quali sono emerse varie attività illecite.

Tali attività riguardano la compravendita di esami, di test di medicina e posti di lavoro nella Pubblica Amministrazione. L’uomo prometteva infatti di mediare per ottenere posti di lavoro e titoli universitari, in cambio di cospicue somme di denaro. Riguardo il poliziotto in pensione, l’accusa è invece di accessi abusivi ad alcune banche dati.

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“Lo zio del medico dei pazzi” in scena all’Augusteo di Napoli

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“Lo zio del medico dei pazzi”: Gianfranco Gallo tra follia e comicità. Al Teatro Augusteo di Napoli, sarà in scena sino a domenica 16 febbraio 2020.

(COMUNICATO STAMPA)

Dopo “Comicissimi fratelli“, Gianfranco Gallo torna a calcare le scene teatrali con “Lo zio del medico dei pazzi“, una commedia che Gallo riscrive riallacciandosi non all “‘O miedeco d’e pazze“ di Eduardo Scarpetta, ma all’opera originale “Pensione Scholler“ degli autori tedeschi Laufs e Jacoby.

In questo modo Gallo, che della piecè ne firma anche la regia, ha lasciato più spazio alla follia e meno alle regole con le quali erano riadattate i testi.

“D’altra parte”, dice Gallo, “noi autori teatrali siamo la naturale sovrapposizione di artisti passati: in me c’è Pulcinella, Viviani, Totò, i De Filippo, Troisi, etc., ma anche Woody Allen, Mel Brooks, Peter Seller. Il mio modo di fare commedia è la stratificazione di ciò che ho visto e mi ha interessato, senza alcun intento speculativo. Ispirandomi allo Scarpetta autore vivente, e non all’autore tramandato, ho cambiato le carte in tavola, ho riscritto, ho mutuato e non sono rimasto fedele alla sua opera se non nella sua proiezione moderna. L’ho trattato come se fossi stato suo contemporaneo e avessi lavorato alla sua bottega”.

L’attualità grande del testo è nel fatto che tutti i protagonisti, spacciati per pazzi, vivono concentrati solo in se stessi, in un mondo immaginato e senza alcun contatto con quello esterno. “Tutto questo, il non ascolto, l’essere concentrati solo su stessi, è sintomatico della follia generale in cui viviamo”, dice l’autore. Se c’è, comunque, la fedeltà a “O’ miedeco d’e pazze“, è nella capacità di far ridere e di tenere lo spettatore in allegria per tutta la durata della commedia, con una comicità surreale dai toni stranianti, antica eppure moderna. Come dice Gianfranco Gallo, “Tutto esiste, tutto rinasce, tutto si rinnova”.

Il lavoro di Gianfranco Gallo per “Lo Zio del medico dei pazzi“ si arricchisce con una compagnia di attori professionisti, tutti scelti con grande attenzione dal regista. Accanto a Gianfranco Gallo, sua figlia Bianca Gallo.

Per la prima volta invece fa coppia con Gallo la nota e bravissima attrice Antonella Stefanucci, da decenni eccellente realtà dello spettacolo napoletano. Sempre nel cast Antonella Prisco, beniamina di Un Posto al Sole; Mario Brancaccio, veterano della scena, elemento di spicco del Teatro di Roberto De Simone; ed altri sei bravissimi attori che completano una straordinaria compagnia di primo livello nell’ambito del Teatro, del Cinema e della TV.

Gianfranco Gallo, artista poliedrico, figlio d’arte, presto sarà di ritorno anche sul grande schermo. A marzo infatti sarà nelle sale cinematografiche con il sequel del film “Ritorno al crimine”, con Alessandro Gassmann, Marco Giallini e Gianmarco Tognazzi, diretti da Massimiliano Bruno, girato proprio nei mesi scorsi tra Napoli e Roma; e nel prossimo autunno sarà coprotagonista accanto a Francesco Di Leva, per la regia di Paolo Cipoletta, nel film “Fino a essere felici”.

Produzione:

Città Mediterranee di Vincenzo di Maio

Il cast:

Gianfranco Gallo – Zio Pippo Pandolfo

Antonella Stefanucci – Catena Della Morte (sua sorella vedova)

Mario Brancaccio – Lello Baldi

Antonella Prisco – Olivia Percuoco

Bianca Gallo – Addolorata Della Morte

Luigi Credendino – Matilde Serrata

Antonio Fiorillo – Leone Marino

Francesco Russo – Generoso Baciobello

Michele Sibilio – Direttore Mattolini

Elena Starace – Rosalia Percuoco

Gianluigi Esposito – Maggiore Grosso

Michele Schiano di Cola – Alfredo Pandolfo

Ursula Muscetta – Felicia Della Morte

Dal 12 al 16 febbraio 2020

Mercoledì 12 ore 18:00, giovedì 13 ore 21:00, venerdì 14 ore 21:00, sabato 15 ore 18:00 e ore 21:00, domenica 16 ore 18:00.

Teatro Augusteo – Piazzetta duca d’Aosta 263 – Napoli

Info: 081414243

Prezzi: poltrona di platea euro 25,00 e poltrona di galleria euro 20,00

Note dell’autore:

“Sono interessato al classico Teatro comico napoletano come punto di partenza e non di arrivo. Da un po’ avevo intenzione di riscrivere a mio modo una trilogia di Edoardo Scarpetta e cioè “Miseria e Nobiltà”, “Un Turco napoletano” e “Il Medico dei pazzi”. Ispirandomi allo Scarpetta autore vivente e non all’autore tramandato ho cambiato le carte in tavola, ho riscritto, ho mutuato e non sono rimasto fedele alla sua opera se non nella sua proiezione moderna. L’ho trattato come se fossi stato suo contemporaneo e avessi lavorato alla sua bottega. Perché io credo da sempre, e questo era motivo di simpatici battibecchi tra me e Mario Scarpetta già a metà degli anni ’80, che l’insegnamento dell’autore dei tre titoli di cui sopra non sia la canonica rappresentazione dei testi, quanto invece il rimescolamento, la rielaborazione, l’ideazione. Questo ha fatto per tutta la sua carriera il bisnonno di Mario.

Di Miseria e Nobiltà e di Un Turco Napoletano ne feci opere che strizzavano l’occhio al Cinema, partendo dall’idea che, per la massa, i due testi erano in realtà due films di cui era autore, udite udite, Totò. Questo è quello che il cittadino comune mi diceva e potrei aggiungere un purtroppo, se non fossi un comprensivo osservatore dei cambiamenti. Certo poi nella riscrittura riportavo tutto nel linguaggio e nella forma teatrale, ma da quell’idea partii per trascinare il pubblico con me. La prima opera la misi in scena io, ne feci un Musical e fu un successo, la seconda la scrissi e la tengo in un cassetto.

Per Il Medico dei pazzi invece ho fatto di più, sono andato a pescare l’opera originale e l’ho lavorata come avrebbe fatto Scarpetta, ma a modo mio. L’ho fatta tradurre e mi sono trovato di fronte a un capolavoro dal quale il furbo e sapiente Edoardo pensò bene di non allontanarsi troppo. A mio parere però la commedia tedesca Pension Schoeller è più libera di quella della sua quasi gemella napoletana, sicuramente più folle e moderna. Gli autori non si preoccuparono di giustificare molto i perché, sapevano che la potenza era altrove. Io ho restituito quell’idea riscrivendola totalmente e ne è venuta fuori una pièce in cui la comicità è attuale e pulsante con toni surreali e stranianti, che con le debite differenze di genere riportano a un certo teatro tedesco da… ‘Tre soldi’. Tutto esiste, tutto rinasce, tutto è nuovo”.

Biografia di Gianfranco Gallo:

Attore, cantante, autore, regista. Figlio d’arte del cantante Nunzio Gallo. È uno degli artisti napoletani più apprezzati sulla scena nazionale. Per il Teatro ha scritto, diretto e interpretato più di una ventina di spettacoli. In TV lo si ricorda per “Un posto al sole”, “La nuova squadra” e molto altro fino al ruolo di Don Avitabile nel successo di Sky “Gomorra” stagioni 2 e 3. Al cinema ha preso parte a films come “Fortapasc” 2009 e “Tre tocchi” di Marco Risi 2014, “Take five” di Guido Lombardi 2013, “Milionari” di Alessandro Piva. Con “Indivisibili” di Edoardo De Angelis, nel ruolo del prete Don Salvatore giunge anche al Festival di Venezia 2016, dove il film si aggiudica il Premio Pasinetti. Nel 2019 è nel cast di “Pinocchio” di Matteo Garrone e al Festival del Cinema di Venezia col film Nevia, di Nunzia De Stefano, Premio Lizzani. Nel 2007 vince il festival del corto sociale Nickelodeon di Spoleto e il Formicalata di Giovinazzo (Bari) col suo corto La Gamba di Diego. Nel 2020 a marzo uscirà nelle sale il film Ritorno al Crimine che vede Gianfranco tra i protagonisti accanto ad Alessandro Gassmann, Gianmarco Tognazzi e Marco Giallini. Nell’autunno 2020 sarà invece al cinema con “Fino ad essere felici “di cui è coprotagonista accanto a Francesco Di Leva.

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Enti Locali nella politica di sviluppo rurale. Conte: “Lavoriamo per ottimizzare l’uso delle risorse europee”

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Nel processo di costruzione della politica agricola dei prossimi anni, la Regione considera il confronto con i protagonisti del territorio una preziosa occasione per analizzare e rendere più forte e competitivo il sistema agricolo regionale. Fra le misure cofinanziate dai Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) rientrano gli interventi volti a favorire l’infrastrutturazione materiale e immateriale delle aree rurali:

“Questi interventi – ha spiegato Paolo Conte, delegato ANCI Campania all’Agricoltura e Sviluppo Rurale – sono per lo più a finalità pubblica e la loro realizzazione è demandata agli Enti Locali. L’ascolto e il confronto con i territori avviato quest’oggi ad Avellino proseguirà attraverso 4 successivi incontri tematici ciascuno in una Provincia della Campania”.

“Si tratta – ha proseguito – di un’occasione utile per gli Enti Locali per valutare il grado di coerenza degli interventi programmati nel periodo 2014-2020 rispetto ai fabbisogni delle rispetto ai fabbisogni delle comunità loca comunità locali e, soprattutto, diffondere le esperienze già realizzate per la gestione di servizi a finalità pubblica”.

“Lavoriamo dunque – ha concluso Conte – per ottimizzare l’utilizzo da parte degli enti locali delle risorse finanziarie delle misure a valenza pubblica dei Programmi di Sviluppo Rurale e definire in sinergia gli interventi per la futura programmazione 2021/2027″.

L’ombra di De Luca su Mastella: “Non voterò il candidato della Lega in Campania”

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Non vedo perche’ devo votare e appoggiare un candidato della Lega come Governatore della Regione Campania quando la Lega non sostiene me“.

risponde cosi’ Clemente Mastella  ai microfoni di  Anteprima24 alla domanda: “sosterrebbe un candidato leghista dopo la spaccatura tra Forza Italia e la Lega?”.

Il candidato della Lega non e’ mio candidato e diventa insopportabile al Sud“. – Risponde

“Quindi a questo punto Mastella sta con Vincenzo De Luca?” – Vene quindi domandato a Mastella

Mi fermo qua. – Risponde Mastella – Il candidato della Lega di certo non e’ il mio candidato“.

 

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Sanità, chirurgia pediatrica Federico II esporta nuove tecniche a Parigi

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La Chirurgia Pediatrica del Policlinico universitario Federico II si reca all’Ospedale Necker Enfants Malades di Parigi per esportare nuove tecniche chirurgiche volte alla cura di malattie rare.

Si chiama fistola pilonidale ed è una delle patologie rare che affligge la regione sacro-coccigea. Proprio per curare questa malattia l’Ospedale Necker Enfants Malades di Parigi ha invitato Ciro Esposito, direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia Pediatrica del Policlinico Federico II. A lui spetterà il compito di operare i 3 piccoli pazienti francesi affetti dalla patologia con una nuova tecnica mini-invasiva.

La tecnica endoscopica

Il dottor Esposito ha messo a punto, nel 2016, una nuova tecnica endoscopica per trattare la fistola pilonidale in età pediatrica, chiamata Pepsit. Le tecniche fino ad ora utilizzate per curare la patologia (tecniche chirurgiche open), oltre ad essere molto dolorose, richiedono ripetute terapie antibiotiche e un disagio continuo per il paziente, come ha sottolineato anche lo stesso Esposito.

La tecnica endoscopica invece consiste nell’introdurre una microtelecamera attraverso l’orifizio della fistola. Sarà cosi possibile trattare la fistola dall’interno senza effettuare incisioni.

L’intervento viene realizzato in regime di Day Surgery ed ha una percentuale di successo superiore al 95%. In Francia questa tecnica non viene ancora utilizza e sono davvero orgoglioso di essere stato invitato dai colleghi francesi a diffondere questa tecnica mini-invasiva.

Ha detto il dottore stesso.

Successi e riconoscimenti

Nel settembre dello scorso anno François Varlet, presidente della Società francese a Strasburgo, ha lodato e dato merito ad Esposito per aver ideato e descritto la tecnica nel lavoro pubblicato su “The Journal of Pediatric Surgery“.

Questa collaborazione con l’ospedale parigino è solo l’ultima testimonianza di una serie di successi ed onorificenze ottenute dalla UOC di Chirurgia Pediatrica; il Policlinico può infatti vantare 1500 pazienti operati ogni anno. Inoltre nel 2015 la Chirurgia pediatrica della Federico II può fregiarsi della nomina a Centro di riferimento nazionale di Chirurgia laparoscopica e mini-invasiva pediatrica.

A ribadire l’importanza del lavoro svolto si è unità anche Anna Iervolino, direttore generale dell’AOU Federico II:

Stiamo progressivamente invertendo il flusso della migrazione sanitaria dei pazienti pediatrici. Oggi, considerando che la nostra chirurgia pediatrica è riconosciuta come una realtà all’avanguardia in Europa, pazienti da molte regioni italiane preferiscono rivolgersi al Policlinico Federico II di Napoli, per essere accolti e operati.

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“Animali da Bar” in scena al teatro Bellini

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Dopo la discarica di Cous Cous Klan, stavolta Carrozzeria Orfeo ci racconta il nostro tragicomico presente dall’interno di uno sgangherato bar di quartiere gestito da un razzista misantropo (di cui ascoltiamo solo la voce, proprio perché non esce più dal proprio appartamento…) e da una barista ucraina che, per arrotondare, affitta il proprio utero. Per tacere dei clienti… un imprenditore ipocondriaco che gestisce un’azienda di pompe funebri per animali di piccola taglia; un buddista inetto che, mentre lotta per la liberazione del Tibet, subisce le violenze domestiche della moglie; uno zoppo bipolare che deruba le case dei morti il giorno del loro funerale; infine, uno scrittore alcolizzato costretto dal proprio editore a scrivere un romanzo sulla grande guerra. Li cogliamo appoggiati al bancone del bar, quando l’alcol allenta la morsa e toglie loro la museruola, liberando riflessioni irriverenti, domande scomode, affermazioni politicamente scorrette, ironia tagliente e battute dissacranti.
Sono sei animali notturni, illusi perdenti, che provano a combattere, nonostante tutto, aggrappati ai loro piccoli squallidi sogni, ad una speranza che resiste troppo a lungo. Come quelle erbacce infestanti e velenose che crescono e ricrescono senza che si riesca mai ad estirparle. E così, tra dialoghi surreali e tonnellate di cinismo questi Animali da Bar ci fanno ridere di gusto fino a un epilogo inaspettato, che (forse) accende una speranza.

Info

Teatro Bellini, dal 18 al 23 febbraio

Orari: feriali ore 21:00, mercoledì e sabato ore 17:30 e 21:00, domenica ore 18:00

Prezzi: da 14€ a 32€ ridotto -15€ under29

Tredicesimo ergastolo per Francesco “Sandokan” Schiavone

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Tredicesimo ergastolo per il boss Francesco «Sandokan» Schiavone. Lo ha emesso ieri la Corte d’Assise a Napoli su richiesta della Dda. Il sostituto procuratore Antimafia Vincenzo Ranieri ha chiesto e ottenuto il massimo della pena per il capoclan detenuto al 41 bis: la condanna sarebbe per l’omicidio di Vincenzo Martino, detto «bicchierone», assassinato il 19 febbraio del 1998 a Capua.

La vittima aveva 49 anni e perì pochi mesi prima dell’arresto di Sandokan. Quest’ultimo avvenne l’11 luglio dello stesso anno, durante un periodo in cui gli eserciti della camorra mettevano a ferro e fuoco il Casertano. Le altre persone accusate del delitto hanno già concluso il processo e sono state condannate con rito abbreviato. Il boss ha invece scelto il processo ordinario dal momento che per lui non ci fu, quando la Dda ricostruì l’omicidio, in tempi molto recenti, un’ ordinanza di custodia cautelare.

È comunque un record che rimane comunque lontano da quelli di altri capiclan campani, come Ferdinando Cesarano che di ergastoli ne ha addirittura trenta. Schiavone ha più volte negli ultimi mesi ribadito la propria volontà a non collaborare con la giustizia e ha preso le distanze dal figlio, Nicola, pentitosi invece più di un anno fa.

Durante il processo Spartacus, al termine del quale i giudici di Santa Maria Capua Vetere decretarono con una sentenza l’esistenza del clan dei Casalesi, Schiavone volle evitare di comparire in videoconferenza perché non accettava di essere esibito come «una fiera in gabbia». Di recente ha invece più volte accettato di assistere al processo attraverso le telecamere. E spesso ne ha approfittato per prendere le distanze del clamoroso pentimento del suo primogenito e lanciare invettive contro i magistrati.

Nel corso del processo per l’omicidio Martino, c’è stato il primo vero sfogo di Schiavone dopo decenni di processi. «Mi sembra che in aula ci sia il pm Ranieri. Lei pure, dottore, dovrebbe chiedersi perché i pentiti non dicono subito le cose.. poi ci sono i suggeritori… gliele fanno dire». Il pm Ranieri è il magistrato che ha seguito l’iter del pentimento di Nicola Schiavone. Nell’ udienza, Sandokan chiamò in causa anche il suo ex socio Iovine, accusandolo di tacere informazioni importanti circa i suoi affari con il fratello e «dei milioni che hanno guadagnato grazie al patto stretto con politici e imprenditori».

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Camorra, confiscati beni per 100 milioni ad un imprenditore

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Beni confiscati per 100 milioni di euro: sono colpite 6 aziende che operano nel settore edile e immobiliare. Estrazione di inerti, produzione e vendita del calcestruzzo. Vi sono inoltre 70 immobili, tra cui terreni e fabbricati, ubicati in vari comuni della provincia di Caserta e due in Cavezzo, in provincia di Modena, oltre a decine di auto e moto e numerosi rapporti finanziari. La DIA (Direzione Investigativa Antimafia) di Napoli ha notificato il decreto di confisca definitiva, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Esso è nei confronti di Alfonso Letizia, 75 anni, imprenditore prolifico nella produzione e vendita del calcestruzzo, considerato dagli inquirenti contiguo alla camorra, nello specifico al clan dei Casalesi.

Le indagini svolte dalla DIA hanno consentito di ricostruire il suo reale assetto patrimoniale, ma non solo: hanno avuto modo di delineare la sua “pericolosità qualificata”. Questa deriverebbe dai rapporti emersi con il clan dei Casalesi della fazione “Schiavone” nel delicato e strategico settore della produzione e fornitura del calcestruzzo.

La relativa inchiesta giudiziaria seguì l’ operazione “Il Principe e la (scheda) ballerina”. A causa di questa la DIA aveva arrestato Letizia nel 2011 su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, erano emersi gli intrecci illeciti del ceto politico di Casal di Principe con l’ala militare e imprenditoriale del clan dei casalesi. Questi si concretizzavano attraverso l’appoggio ai candidati indicati dall’ organizzazione in occasione di elezioni, in cambio dei successivi benefici garantiti dall’ aggiudicazione di appalti. Inoltre, di assunzioni di personale compiacente, nonché di apertura di centri commerciali.

Il Letizia era considerato dunque il riferimento della famiglia “Schiavone”, poiché metteva stabilmente a disposizione dell’organizzazione impianti di produzione del calcestruzzo e strutture societarie. Otteneva, in cambio, l’ingresso nel cartello delle aziende che la criminalità imponeva sui cantieri presenti nel casertano.

La Corte di Appello di Napoli e poi la Corte Suprema di Cassazione hanno confermato i decreti di sequestro e confisca emessi dal Tribunale. Questi ultimi provengono dalla proposta del Direttore della DIA e sono stati eseguiti rispettivamente nel 2014 e nel 2018.

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Scarcerato il boss che ordinò il rapimento dei tre napoletani in Messico

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Quella del rapimento dei tre ragazzi napoletani in Messico fu una notizia che fece molto eco e scalpore mediatico all’epoca dei fatti; per l’accaduto fu anche individuato il principale colpevole: Josè Guadalupe Rodriguez Castillo alias el Quince, arrestato nel luglio del 2018 proprio con l’accusa di rapimento. Tuttavia la situazione oggi ha preso una svolta imprevista:

Josè Guadalupe Rodriguez Castillo alias el Quince, arrestato nel luglio del 2018 con l’accusa di essere il responsabile della sparizione dei tre napoletani poi venduti ai Narcos dalla Polizia Municipale di Tecalitlan è tornato in libertà.

Sono questo le parole riferite da Claudio Falleti, rappresentante per l’Italia dell’Organizzazione Mondiale degli Avvocati e legale delle famiglie dei tre ragazzi scomparsi: Raffaele e Antonio Russo e Vincenzo Cimmino.

Secondo Falleti la notizia sarebbe certa, come riportato e confermato anche da alcuni giornali messicani. Il legale della famiglia commenta attonito la notizia:

Abbiamo bisogno che qualcuno abbia il coraggio di interessarsi veramente della vicenda, perché la questione riguarda poliziotti messicani, rappresentanti dello Stato, che vendono cittadini italiani per 43 euro

Nelle intercettazioni telefoniche emergeva chiaramente il nome di el Quince, identificato come principale responsabile della sparizione dei tre ragazzi in Messico. Pertanto, come fa sapere lo stesso Falleti, non si comprende perché il suo arresto non sia stato convalidato e il giudice lo abbia messo in libertà.

Cittadini di serie A e cittadini di serie B

Quante sono le responsabilità in questa vicenda?

Questo è l’interrogativo che serpeggia nella mente del legale. Le parole e la rabbia di Falleti sono chiare e comprensibili. Molti interrogativi aleggiano sulla vicenda, come i risultati delle analisi su dei capelli rinvenuti nelle auto dei connazionali mai pervenute ai legali.

Falleti lamenta anche la lontananza delle istituzioni che, a suo dire, non avrebbero mostrato solidarietà e supporto alle famiglia, salvo nei giorni in cui la questione era calda.

L’attenzione è stata alta solo nell’immediatezza dei fatti. Poi si sono dimenticati dei loro connazionali. Siamo ancora in attesa di una chiamata della Farnesina e di una solidarietà che non è mai stata espressa da coloro che ci rappresentano. Ribadisco con forza il concetto che ci sono cittadini di serie A e serie B. Sono passati due anni e la famiglie vivono con il tormento continuo.

Il legale, infine, rivolge un appello al Presidente della Repubblica Mattarella, al Premier Conte, al Ministro degli Esteri Di Maio e al Presidente della Camera Fico, che incarnano tra le più alte cariche istituzioni del nostro paese, e all’Ambasciata italiana in Messico:

Se un rappresentante delle forze dell’ordine italiane avesse venduto un cittadino di un altro Paese alla malavita, l’Italia sarebbe stata attaccata, accusata, umiliata. Succede il contrario e a noi va bene così.

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Truffa del carburante ai danni dei mezzi ASIA a Napoli

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Smascherati i dipendenti dell’azienda napoletana per la raccolta di rifiuti che rubavano carburante dai mezzi aziendali per rivenderlo al mercato nero.

Si trattava di una vera e propria truffa quella operata da 14 persone ai danni dell’azienda ASIA a Napoli. I danni calcolati all’azienda raggiungono circa un milione di Euro. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha arrestato 5 lavoratori della Municipalizzata, oltre all’imprenditore napoletano a capo della truffa.

Come funzionava la truffa?

Il carburante veniva sottratto dai mezzi dell’ASIA SpA e stoccato in contenitori presso le stazioni di servizio di Napoli coinvolte nella truffa. Queste stazioni di servizio certificavano, infatti, l’erogazione del gasolio tramite la compilazione delle apposite cedole. I dipendenti, invece, falsificavano i fogli di uscita degli automezzi, le schede carburanti e i fogli di presenza.

Nel corso dell’indagine, le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro due automezzi e un distributore stradale, oltre agli apparecchi e ai contenitori utilizzati per la rivendita del prodotto.

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