venerdì, Dicembre 19, 2025
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Sorrento, agrumeti a rischio: troppi box auto

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Colate di cemento, costruzioni di edifici e, soprattutto, di box auto: l’urbanizzazione della penisola sorrentina avanza e i prodotti tipici della zona sono a rischio.

Lancia l’allarme il consorzio Igp del limone di Sorrento, insieme al Wwf Terre del Tirreno e ai Verdi. La loro azione punta a fare chiarezza su alcune autorizzazioni sospette, secondo le quali pare esserci un’interpretazione non del tutto lecita riguardo gli strumenti urbanistici in vigore.

Ma l’estrema urbanizzazione del territorio non è un problema presente solo a Sorrento. Anche a Vico Equense il circolo Pd ha denunciato questo sopruso. La richiesta è quella di “porre un freno alle speculazioni e al consumo di suolo che stanno distruggendo le caratteristiche distintive del nostro territorio”. Anche la Procura di Torre Annunziata sta indagando nei propri territori.

I precedenti

Già condannati in primo grado, alcuni commissari ad acta della provincia di Napoli circa un anno e mezzo fa concessero una dubbia autorizzazione. Si tratta del caso più eclatante venuto a galla da indagini simili, che denuncia la costruzione di 252 box in un terreno di vico III Rota. Nelle prossime settimane, la Corte d’Appello si esprimerà sul caso. Si tratta, però, di un precedente che non è servito per frenare o, quantomeno, rallentare la situazione.

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Napoli, fumo e scintille sulla Circumflegrea

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Fumo e scintille sul treno della Circumflegrea partito stamattina alle 7,03 da Licola per Montesanto. Paura tra i passeggeri che hanno segnalato il fumo che saliva dal basso del treno, probabilmente dal compressore surriscaldato. Il personale è subito intervenuto, evacuando il treno. L’episodio è avvenuto a Quarto centro, il treno è stato portato alle officine a poca distanza dalla stazione dove è accaduto il fatto. Lo stop è durato meno di mezz’ora. Ora il servizio è tornato regolare.

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Caserta: cadavere ritrovato carbonizzato in auto

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Scoperta macabra in provincia di Caserta dove un cadavere è stato ritrovato carbonizzato all’interno di un’auto.

Il ritrovamento è avvenuto in una frazione del piccolo comune Rocchetta e Croce. La vittima non è stata ancora identificata, ma secondo le prime indiscrezioni l’auto apparterrebbe ad un uomo di San Tammaro. Sul posto i carabinieri. La prima ipotesi presa in considerazione dagli inquirenti è quella del suicidio, ma non si escludono altre ipotesi.

Sequestrati 75 litri di liquido non autentico per sigarette elettroniche

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Sequestrati 75 litri di liquido per sigarette elettroniche privi di codice identificativo, equivalenti ad oltre 20000 pacchetti di sigarette tradizionali. Denunciato un uomo della provincia di Caserta.

Flaconi per sigarette elettroniche sequestrato

Nel corso di un controllo presso un esercizio commerciale di Cassino, le Fiamme Gialle hanno verificato la presenza di centinaia di flaconi di liquido destinato alle sigarette elettroniche privi di codice identificativo.

Il totale ammontava a circa 75 litri di liquido, ovvero 419 chilogrammi di tabacco convenzionale – oltre 20000 pacchetti di sigarette tradizionali.

La merce è stata dunque sottoposta a sequestro.

Durante il controllo, la Guardia di Finanza avrebbe inoltre scoperto che l’attività di rivendita era effettuata senza che vi fosse l’autorizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; quindi in maniera illecita.

Un uomo di 59 anni della provincia di Caserta è stato dunque denunciato all’Autorità Giudiziaria di Cassino per i reati di contrabbando e di vendita di generi di monopolio senza autorizzazione.

La sicurezza del consumatore

Le operazioni di sequestro come queste da parte della Guardia di Finanza sono volte non solo al contrasto del contrabbando ed al garantire condizioni paritarie di concorrenza tra operatori economici – ma anche e soprattutto alla tutela del consumatore.

La mancanza di codice identificativo sui flaconi di liquido destinato allo “svapo” ne dimostra l’origine illecita.

Senza il codice identificativo univoco non è possibile stabilire la genuinità del prodotto – e nemmeno la loro effettiva composizione.

Non si ha prova, insomma, che il liquido rispetti quei parametri necessari a garantire la salute e la salvaguardia di coloro che inalano il prodotto.

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Auto-quarantena a Napoli: l’iniziativa della Comunità Cinese

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“A Napoli la Comunità Cinese sta praticando un’auto-quarantena”; è quanto si legge in una comunicazione del Sindacato Cinese Nazionale a Napoli. La replica della Asl Napoli 1: “Non è prevista una quarantena generalizzata”.

L’auto-quarantena della Comunità Cinese

Ha dell’incredibile la comunicazione protocollata giunta oggi all’Asl Napoli 1 da parte del Sindacato Cinese Nazionale a Napoli.

Nella comunicazione si legge di come alcuni soggetti si stiano sottoponendo ad un’auto-quarantena per scongiurare qualsiasi rischio di contagio del virus che sta terrorizzando il mondo, il Coronavirus.

Nello specifico, nella comunicazione possiamo leggere:

Per tutelare la sicurezza pubblica la Comunità cinese sta praticando “auto-quarantena” per due settimane dopo il rientro del viaggio in Cina in relazione all’infezione da coronavirus 2019-ncov.

Il Sindacato nella comunicazione spiega di voler collaborare affinché si eviti il diffondersi dei contagi, ma che non tutti i cittadini cinesi hanno la possibilità di sottoporsi all’auto-quarantena nelle loro abitazioni. Il Sindacato chiede quindi alla Asl di individuare delle strutture che possano accogliere e mettere in quarantena questi cittadini. Viene chiesto inoltre di offrire ai volontari del Sindacato materiali sanitari di sicurezza idonei per effettuare senza rischi il trasporto dei “pazienti”.

La replica della Asl Napoli 1

Non si è fatta attendere troppo la risposta della Asl Napoli 1, che ha rifiutato l’ipotesi di procedere ad un’auto-quarantena ospedalizzata.

Nel comunicato leggiamo che:

Non è prevista una quarantena generalizzata in assenza di sospetto clinico/anamnestico, ma solo nel caso in cui si evinca un contatto stretto con un caso come definito dalle circolari ministeriali – ossia un soggetto con provenienza da area a rischio nuovo coronavirus 2019-ncov documentata – e che presenti almeno un sintomo quale faringodinia, tosse, febbre, difficoltà respiratoria.

Una precauzione non necessaria

Dunque, per il momento, nonostante la buona volontà della Comunità Cinese Napoletana, non ci sarà alcun ricovero volontario per sottoporsi ad un’auto-quarantena –  almeno, non all’interno di ospedali o di strutture specializzate.

Nonostante il panico e l’intolleranza che questa malattia sta scatenando nella popolazione, si tratta di una precauzione assolutamente non necessaria.

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Chiede una foto a Diego Armando Maradona Junior, poi lo insulta sui social

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Un episodio increscioso quello capitato a Diego Armando Maradona Junior che ieri è stato avvicinato da un “fan” per fare una foto. Tutto nella norma, finché la foto non è stata postata su Instagram con questa didascalia: “Ne pigliat nient i pat’t” (Non hai ereditato niente da tuo padre).

La foto con la suddetta didascalia è stata notata da Maradona che ha ri-postato la foto con indignazione.

Abbiamo raggiunto telefonicamente Maradona che ha dichiarato: “Vorrei che tutte le persone che subiscono queste cose la smettessero di viverle passivamente. Bisogna denunciare. Non si può andare avanti così, nella totale indifferenza. Queste persone seminano odio attraverso i social“.

Sul sovversivo concerto di PianoPhonium per Sanitansamble

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Sabato 8 febbraio, al Teatro Bolivar di Napoli, si è tenuto il concerto del duo PianoPhoniumMaurizio Baratta al pianoforte e Franco Falzarano all’eufonio sono stati protagonisti di un viaggio sovversivo nei linguaggi della musica più lontana e di quella più recente. I due erano supportati da Francesco Moccia alle percussioni e Dino Cerabona al violino. Gli istrionici musicisti hanno esibito la capacità di spaziare, grazie agli arrangiamenti di Marcello Massa, dalle riscritture di Mozart a quelle dei Queen, passando per i Genesis e i Pink Floyd. Quest’esibizione così sagace si è rivolta a un pubblico eterogeneo grazie a un repertorio popolare che con sottili allusioni strizzava l’occhio anche agli esperti del settore. Il tutto grottescamente costruito in una trama che ha visto le due “macchiette”, Baratta e Falzarano, colleghi e amici da lungo tempo, dialogare sul palco per mezzo di una serie di scenette, dirette da Massimo De Matteo e Sergio Di Paola, degne della migliore sceneggiata napoletana.

Sanitansamble

Il motivo di una messa in scena così comica è però più serio di quanto si creda. Maurizio Baratta è il responsabile esecutivo della formazione orchestrale giovanile Sanitansamble, di cui il violinista Dino Cerabona è ormai una vecchia leva cresciuta bene. Sin dai suoi inizi, Baratta fa parte del progetto ispirato al sistema Abreu. Col suo staff, opera a favore dei giovani ragazzi del rione Sanità, per i quali la musica può rappresentare davvero un’alternativa. A dimostrazione della loro attività trasversale, lo scorso agosto i ragazzi si sono esibiti con gli allievi del Mozarteum e poco tempo fa Mika li ha portati sul suo palco. Parte dell’incasso di PianoPhonium sarà devoluta a Sanitansamble (di cui linkiamo il sito ufficiale) per l’acquisto di strumenti musicali.

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“Ad occhi chiusi” in scena al Tram: Il male radicato in un uomo “normale”

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“Ad occhi chiusi” in scena al teatro Tram: la storia di un uomo apparentemente normale che si rivela tutt’altro, con un finale a sorpresa.

L’attore e regista Luca Pizzurro ha riportato in scena dopo dieci anni, lo spettacolo di cui è anche autore, “Ad occhi chiusi” al teatro Tram di Napoli, un monologo dal tema forte e più che mai attuale, che a distanza di tempo è riuscito ad ottenere il successo anche in terra partenopea. Una sfida, quella di Pizzurro, che è stata sicuramente vinta.

Le luci spente ed il buio creano l’attesa, quella del pubblico presente in sala. Ed ecco che una flebile luce illumina la scena. Una stanza con al centro una sedia e un tavolino, sullo sfondo un armadio, sul lato destro della stanza, un comodino che racchiude un segreto, sul lato sinistro (come quello del cuore) una zona adibita a camera oscura illuminata dalla luce inattinica rossa della lampada e un filo con tante fotografie.

Il protagonista fa il suo ingresso con aria gioviale e divertita:

“il cielo in Sicilia non è uguale a nessun altro cielo è molto più intenso, è di un azzurro talmente brillante che sembra smaltato”.

È così che inizia il monologo. Ma non siamo in Sicilia ed il sole oggi non splende anche se fa molto caldo. Bruno vive a Roma ormai da un po’, sembra essere un uomo qualunque, un po’ solitario certo ma pur sempre un uomo qualunque; di quelli che si incontrano al supermercato, al parco, o sul pianerottolo di casa. Il caffè è pronto e l’odore inebria la stanza, ama leggere ma poche pagine alla volta perché se finisse quel libro (di cui non sapremo mai il titolo) poi che cosa farebbe? Già… cosa farebbe lui che di tempo ne ha tanto? Il monologo si snoda tra il racconto della sua condizione attuale e diversi flashback che, a mano a mano, svelano la vera natura dell’uomo.

Quello che ne fuoriesce è l’identikit di un carnefice che mostra quanto folle e perversa possa essere l’animo e la mente di un “assassino”, un uomo che nella sua follia crede di sapere cos’è l’amore, di saperlo riconoscere dai segnali “ad occhi chiusi” che le sue vittime gli lanciano. Tutti sanno chi è, ma nessuno interviene, nessuno si ribella, nessuno osa sfidarlo.

Come nella vita attuale, tutti sono rinchiusi nelle proprie case, nel proprio mondo, nelle proprie vite, nei propri problemi, troppo impegnati per accorgersi (o forse no) di quello che si consuma a pochi passi. Del resto, le persone sono distratte, non ascoltano, non osservano ciò che gli accade intorno. Bruno in questo è diverso, egli fotografa le proprie vittime, le immortala, ne coglie le sfumature, ma non con la macchina fotografica, lo fa con gli occhi, quegli stessi occhi che credono di sapere ciò che è bene e ciò che non lo è, ciò che è “amore” e ciò che non lo è.

A prestare il proprio volto al carnefice è Andrea Fiorillo, un attore dotato di una profonda sensibilità ed una grande bravura. Riesce a toccare un tema tanto spinoso con un tocco di “leggerezza”, senza risultare né volgare né cruento. Gestisce l’orrore che traspare negli occhi degli spettatori quando Bruno getta la maschera e si mostra per quello che è, un essere che sembra amare ma che invece l’amore non sa cosa sia, un uomo che non si pente minimamente dei suoi delitti e che come tutti i carnefici, attribuisce la causa di un amore finito a qualcun altro.

Il suo racconto per quanto provochi ribrezzo, riesce a tenere l’attenzione degli spettatori alta fino alla fine, quando le “porte” si spalancano e gli orrori escono fuori ed il tema è svelato. Un brivido percorre tra gli spettatori, c’è incredulità, rabbia, stupore per quello che gli si para davanti, per ciò che scorre davanti ai loro occhi; uno scorrere veloce e silenzioso come la storia appena raccontata.

La bravura di un regista come Luca Pizzurro, che riesce a far trasparire attraverso l’attore ciò che voleva raccontare, una storia realmente accaduta, forte, toccante, triste, dolorosa. Un coraggio, quello del tema affrontato, che necessita di un grande impegno per essere portato in scena e raggiungere il risultato sperato.

Il Tram non poteva che essere il luogo migliore per una simile rappresentazione, come la stanza in cui si svolge il monologo, anch’esso si trova in un antico palazzo dalle mura spesse, mura silenziose che tengono lontana la curiosità dei vicini. La luce durante lo spettacolo rimane sempre bassa e ad un certo punto, quando il racconto entra nel vivido, lascia spazio alla luce di una candela; quasi a simboleggiare l’oscurità dell’anima del protagonista.

Recensione a cura di Veronica Amendola

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Il comune sfratta Albertini da Napoli Sotterranea

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Il comune non rinnoverà il contratto a Vincenzo Albertini, gestore di Napoli Sotterranea. Il contratto scade il 13 maggio e non ne sarà sottoscritto un altro. Albertini pagava 9.700 euro all’anno in virtù di un vecchio contratto stipulato col Demanio. La gestione è stata coinvolta in vicende giudiziarie che hanno avuto vasto eco. Ora per palazzo San Giacomo si porrà il problema do trovare un nuovo gestore. Ieri c’è stato un incontro tra l’assessore Alessandra Clemente e gli attivisti dell’ex Opg, protagonisti di mobilitazioni a sostegno dei lavoratori di Napoli Sotterranea. L’ipotesi è che sarà Napoli Servizi a farsi carico dell’area affidata finora ad Albertini. Le attuali guide turistiche dovrebbero continuare a lavorare, con forme contrattuali da definire.

«Studiamo la situazione – dice la Clemente – per garantirne la fruibilità al pubblico in un quadro di tutela dei lavoratori e dell’interesse collettivo». «A lungo avevamo sollecitato il comune – dice Chiara Capretti, dell’Opg – a mandare via Albertini e a gestire in autonomia il sito. Facciamo di Napoli Sotterranea un bene comune, rendiamolo un simbolo di riscatto e cambiamento per tutta la città». Lo ribadiranno il 25 febbraio in occasione del prossimo incontro col comune.

Volge dunque al termine il regno di Albertini sulle gallerie e le grotte del centro storico partenopeo. Negli ultimi anni è finito spesso al centro delle cronache per vicende processuali. Alcune guide hanno trascinato il manager in tribunale accusandolo di essere state sfruttate e sottopagate. Una di esse ha ottenuto un risarcimento di 80.000 euro alcuni mesi fa. C’è stato poi il caso di Grazia, la lavoratrice che ha denunciato di aver subito molestie. E’ in corso il processo di primo grado e la sentenza è attesa a fine marzo. Il comune è parte civile.

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Mugnano, Italia Viva presenta il comitato “Giovani della Città metropolitana di Napoli”

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Mugnano – Si terrà oggi alle 19, presso il “Pink Panther” situato in Via strada provinciale 111, la presentazione del nuovo comitato “Giovani della città metropolitana di Napoli” dove saranno ospiti il coordinatore cittadino di Napoli Apostolos Paipais e la coordinatrice provinciale Barbara Preziosi. 

Insieme a loro ci saranno anche Silvio Rigotti ideatore del comiato, Paolo Sialdone e Giuseppe Liccardo. 

La tematica scelta è quella dell’ambiente infatti ci sarà un dibattito sui roghi tossici e in particolare sulla situazione del campo rom di Scampia, insediamento abitato da 290 persone di etnia Rom  di cui 151 minorenni.

“Una bomba ecologica pericolosa per i residenti e gli stessi abitanti dell’insediamento sorto trent’anni fa. A cadenza regolare, questi rifiuti vengono dati alle fiamme rendendo l’aria irrespirabile. Gli abitanti della zona sono costretti frequentemente a trattenersi nelle proprie case con le finestre chiuse. Presto faremo partire una petizione per ottenere l’intera bonifica di Cupa Perrillo-Via della resistenza.”

Dichiara Silvio Rigotti, promotore del Comitato di Italia Viva

“Invitiamo tutti i cittadini dell’area nord di Napoli, gli amministratori locali, i professionisti, le associazioni ad unirsi e a fare squadra per affrontare tematiche che riguardano l’ambiente e soprattutto i giovani che troppo spesso vengono dimenticati da tutti.”

 

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