Palmeri: “Opportunità di tirocini per 4.300 giovani neet della Campania”
La Giunta De Luca ha deliberato oggi, 21 febbraio 2017, il rafforzamento della Misura 5 del programma europeo GARANZIA GIOVANI.
Saranno destinati ai tirocini extracurriculari circa 15 milioni di euro, con cui si riusciranno ad attivare circa 4.300 nuovi tirocini, al fine di soddisfare le numerose richieste di giovani e di aziende che hanno fatto di Garanzia Giovani.
Tale iniziativa rappresenta un volano per inserirsi nel mondo del lavoro, migliorando la propria formazione con i percorsi offerti, scegliendo la strada dell’autoimprenditorialità, attraverso il sostegno all’avvio di iniziative in forma autonoma o associata, oppure inserendosi in azienda o tramite l’apprendistato o con l’Incentivo Occupazione Giovani (sgravio contributivo fino a 8.060 annui per ogni giovane assunto).
Da luglio 2015 con la riprogrammazione del piano di Garanzia Giovani le misure hanno raggiunto livelli di efficienza elevati, con l’obiettivo di migliorare l’occupabilità dei giovani, ma anche di accompagnarli verso la potenziale occupazione.
“L’introduzione del bonus occupazionale per le aziende che assumono giovani che non studiano e non lavorano, che andava a sanare una incomprensibile omissione della nostra regione, ha fatto registrare, insieme al superbonus, 6.767 nuove assunzioni. – dichiara l’assessore al Lavoro Sonia Palmeri – si tratta di giovani che hanno avuto la possibilità di misurarsi in contesti organizzativi e che sono stati poi assunti.
Il nostro intento è quello di favorire sempre più un processo virtuoso che coinvolga giovani ed aziende, con l’obiettivo comune di una vera crescita economica e sociale.”- conclude poi la Palmeri
Sono al vaglio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali delle modifiche al programma europeo di Garanzia Giovani, al fine di renderlo quanto più aderente alle esigenze di occupabilità dei giovani e la Campania, rappresentata dal Governo De Luca, come sempre ai tavoli istituzionali, farà la sua parte decisiva.

Comicità, dramma, canzoni inedite portano lo spettatore ad immergersi in una storia comica che via, via diventa tragica. Il ritmo frenetico con gli attori che ogni tanto si estraneano per raccontare il proprio “io” perché fino alla fine, in questo testo, ognuno è sempre alla ricerca di se stesso, per conoscersi realmente. Su telo bianco vengono proiettate immagini, il mondo ci arriva attraverso le proiezioni che invadono le pareti, facendo si che lo spettatore venga catapultato in un mondo fatto di realtà e finzione, ma che ogni cosa equivale al vero. Il ritmo della messinscena, i tempi, la recitazione si fondono con una direzione quasi cinematografica.
È lei a raccontare la felicità prima della guerra, la guerra stessa, la carestia, la soluzione trovata dagli uomini per sopravvivere. La quotidianità, lentamente, si riduce al mangiare o essere mangiati e non c’è tempo per i sentimenti. Tranne, forse, quelli per il fratello, unico legame con il suo passato da “essere umano”. La scelta di utilizzare la lingua napoletana nasce dal suo essere, per Gretel, lingua madre, più viscerale dell’italiano imparato a scuola e, quindi, più naturale. Da una bocca ormai abituata a masticare carne cruda i suoni nascono ancora più sporchi, quasi animali. “Carne” è una favola di quelle che fanno paura, che lasciano un brivido, e proprio per questo fanno venire voglia di vedere come andrà a finire.
