martedì, Agosto 12, 2025
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Si apre l’inchiesta sulla morte di Simon Gautier

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Ieri 18 agosto, i soccorsi hanno ritrovato il corpo di Simon Gautier, l’escursionista francese disperso da 9 giorni (per ulteriori informazioni, clicca qui).

Ecco le parole pronunciate da Simon Gautier nella telefonata al 118 della mattina del 9 agosto:

«Sto morendo di dolore, sono caduto in una scarpata, ho le gambe rotte. Aiutatemi, vedo il mare ma non so dove mi trovo».

Il ragazzo si era infatti rotto le gambe, cadendo in un dirupo, nella zona di Belvedere di Ciolandrea, nel comune di san Giovanni a Piro, in provincia di Salerno, dove è rimasto per tutto questo tempo.

Sulla morte del ventisettenne francese però si apre un giallo: se Simon ha chiamato il 118 alle 9:15 di mattina, perché nelle successive 9 ore in cui ha avuto il cellulare ancora acceso non ha risposto?

Il ragazzo evidentemente non ha risposto poiché svenuto per l’eccessivo dolore oppure aveva perso il cellulare mentre provava a salvarsi e lasciare la zona in cui era caduto.

Inoltre non è stato possibile localizzare il suo cellulare, poiché era in un’area non servita da internet.

Il ritrovamento del corpo di Simon Gautier

Il dirupo in cui è caduto Simon Gautier durante la sua escursione è situato nei pressi di un impervio sentiero. I soccorsi alpini, perlustrando la zona di San Giovanni a Piro con un binocolo, hanno notato uno zaino e poi poco distante il corpo del ragazzo.

Il ritrovamento è stato effettuato durante le ore di buio. Dopo aver messo in sicurezza il corpo, si è deciso di procedere al trasferimento della salma con la luce del giorno, vista la pericolosità della zona. Infatti oggi le squadre di recupero sono a lavoro sin dalle prime luci dell’alba.

Seguirà poi un’inchiesta che stabilirà le cause della morte del ragazzo e se abbia inciso il ritardo dei soccorsi, denunciato dalla famiglia di Simon.

«Voglio aiuto. E’ insopportabile sapere che gli siamo vicini ma non abbiamo l’aiuto necessario per trovarlo» è l’appello che la madre di Simon ha lanciato durante i giorni delle ricerche.

Una mancanza che però è stata smentita dalla prefettura. Quasi 100 unità di soccorso erano infatti impegnate nella ricerca del ragazzo.

Avendo appreso della partenza di Simon da Policastro, il sindaco in persona, Giovanni Fortunato, insieme alla polizia municipale si sono attivati per visionare i filmati e ripercorrere tutti i movimenti dell’escursionista francese, prima della sua telefonata al 118.

Le ricerche si sono infatti concentrate sui sentieri che Simon Gautier avrebbe potuto prendere, ma purtroppo con il ritrovamento di ieri sera del suo corpo senza vita, le speranze sono finite.

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Simon Gautier: ritrovato il corpo dello studente francese

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Il corpo dello studente francese Simon Gautier è stato ritrovato in un burrone lungo la costa di Scario, nel salernitano.

Lo studente francese risultava scomparso da 9 giorni.

“Sono distrutta, abbiamo avuto fino all’ultimo la speranza che Simon fosse ancora vivo” sono le parole di Asha, la studentessa che condivideva a Roma l’appartamento con Simon.

L’ultima traccia lasciata dal ventisettenne francese, in cammino da Policasteo verso Napoli, è la drammatica telefonata al 118.

Al telefono, il ragazzo affermava di non sapere dove si trovasse e di avere entrambe le gambe rotte.

È proprio a Policastro che da qualche giorno si trova la famiglia di Simon che ha appreso la notizia del ritrovamento del corpo dagli amici del ragazzo, informati a loro volta da un giornalista.

L’ambasciata ha messo a disposizione della famiglia Gautier degli psicologi francesi che hanno già raggiunto l’albergo dove alloggia.

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Sapori leggendari: il limone ed il Limoncello

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Il Limoncello è un liquore dolce a base di limone, famoso ed amato ormai in tutto il mondo.

Sebbene abbia iniziato a diffondersi in maniera più estesa nel novecento, ha origini davvero antiche: alcune leggende dicono che la sua ricetta abbia a che fare con Zeus, altri con delle Sirene.

Il vero mistero, questa volta, è nella paternità della ricetta, contesa tra Capri, Amalfi e Sorrento.

Tra le Esperidi, Zeus e le Sirene

I limoni sono al centro di una delle dodici fatiche di Ercole.

I limoni, detti “pomi d’oro“, erano custoditi nel giardino delle Esperidi. Compito di Eracle era quello di recuperare i pomi d’oro: con l’aiuto delle ninfe, ci riuscì.

Alcune leggende asseriscono che sia stato Zeus stesso, venuto in possesso dei preziosi limoni, ad inventare il limoncello ed a regalare la sua ricetta ad un mortale, che poi l’avrebbe diffusa col suo favore tra gli esseri umani.

Altri dicono invece che le custodi di questa preziosa ricetta fossero le Sirene e che queste non avessero alcun interesse a condividere il loro sapere con gli uomini, con cui non sembrava avessero affatto buoni rapporti: furono infatti i monaci certosini a rubare la ricetta alle Sirene dopo averle scacciate dalle loro terre.

I pescatori avrebbero poi fatto proprio quel segreto, bevendo un sorso della preziosa bevanda per scaldarsi nelle mattine più fredde.

La vera storia del Limone in Campania

Plinio il Vecchio conferma la presenza in epoche antiche del limone in Campania parlandone più d’una volta. Ma non solo: troviamo l’albero di limone dipinto ben due volte sulle pareti della “casa del frutteto” di Pompei.

Già nel VI secolo d.C. troviamo testimonianze dell’uso del limone a scopo medicamentoso da parte dei medici di Salerno, ma una maggiore diffusione dell’albero di limone si ebbe probabilmente dal I secolo d.C.; gli arabi li portarono in Spagna ed in Italia meridionale nel corso delle invasioni del X e del XII secolo. Probabilmente contribuirono alla diffusione del limone anche i crociati di ritorno dalle guerre sante.

Ad ogni modo, nel 1500 Napoli era ormai piena di limoni ed agrumi, particolarmente apprezzati dai Gesuiti; nel 1800 l’economia della penisola sorrentina si basava in larga parte sulla coltivazione dei limoni.

Chi ha inventato il limoncello?

Di chi sia effettivamente la paternità della ricetta del limoncello è ancora oggi oggetto di discussione.

Gli amalfitani sostengono che già ai tempi delle invasioni saracene i contadini lo bevessero nelle mattinate più fredde – e questo troverebbe un collegamento con la leggenda delle Sirene, dei monaci e dei pescatori.

I sorrentini asseriscono invece che siano loro gli inventori del liquore, e che le famiglie nobili di Sorrento offrissero sin dai primi anni del 900 un bicchiere di limoncello ai loro ospiti, alla fine dei pasti.

Alcuni capresi sono infine sicuri che sia stato  l’imprenditore Massimo Canale, nel 1980, a creare il limoncello. Fu in effetti lui a brevettarne la ricetta nel 1988.

Altri capresi asseriscono che a creare il limoncello sia stata Maria Antonia Farace, all’inizio del 1900; la donna gestiva una piccola pensione a Capri, dove curava anche un giardino dove crescevano diversi alberi di limone. Il nipote della donna, nel dopoguerra, aprì un bar accanto alla pensione della nonna, dove serviva un liquore che aveva inventato la donna: il limoncello. Il figlio di quel nipote sarebbe stato proprio Massimo Canale, che avrebbe infine quindi registrato il celebre liquore a suo nome.

Alcuni storici pensano tuttavia che nessuna di queste rivendicazioni sia autentica, e che probabilmente il limoncello sia stato creato in epoca medioevale in uno dei tanti monasteri presenti sul suolo campano.

Un mistero giallo come un limone

Per adesso l’autentica origine del limoncello, oggi diffuso in tutto il mondo e prodotto anche in California, rimane un vero e proprio mistero irrisolto.

Nella speranza di scoprire prima o poi chi sia l’autore di questo delizioso delitto alcolico non ci resta che gustarlo, magari a fine pasto, e ringraziare chiunque lo abbia creato – caprese, sorrentino o amalfitano che sia.

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Incidente in moto in Costiera Amalfitana, muore 15enne

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di Filomena Cristiano – Incidente mortale avvenuto la scorsa notte a Vettica, in provincia di Salerno, dove un 15enne ha perso la vita dopo uno scontro frontale con un’altra moto.

Il ragazzo è stato portato immediatamente all’ospedale “Costa d’Amalfi”, ma non c’è stato nulla da fare. Le altre due persone coinvolte sono state trasportate all’ospedale “Ruggi” di Salerno, ma non sono in pericolo di vita.

Il 15enne faceva parte della squadra del Costa d’Amalfi, presieduta dal notissimo pasticciere Salvatore De Riso che, tramite la pagina Facebook del club ha manifestato tutto il suo sgomento: “Era un ragazzo esemplare, con tanta voglia di crescere e di migliorarsi, ma un destino troppo crudele lo ha strappato a tutti noi. Non riusciamo a trovare le parole per dire altro, non riusciamo ancora a crederci, ma il pensiero va alla famiglia, ed a tutti i suoi cari. Questo non può essere un addio, ma soltanto un arrivederci”.

Gli inquirenti sono a lavoro per ricostruire la dinamica dell’incidente.

Sagre in Campania: 5 da non perdere in provincia di Caserta

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Siamo giunti al quarto appuntamento di #BussoLaSagra. Questa volta scopriamo insieme le cinque sagre da visitare in provincia di Caserta. 

  1. . Sagra degli Antichi Sapori

Ultimi giorni per poter visitare una delle sagre più importanti della provincia di Caserta: la Sagra degli Antichi Sapori, che ha luogo a Gioia Sannitica dal 12 al 18 agosto. L’evento è organizzato dalla ProLoco Gioiese ed è arrivato quest’anno alla sua ventiduesima edizione. Gli stand enogastronomici apriranno alle 20:30 e la sagra si svolgerà nella caratteristica Piazza Giovanni Paolo II, nel tranquillo scenario ai piedi del castello medievale.

I visitatori potranno gustare deliziosi piatti tradizionali, che fanno venire l’acquolina in bocca. Con una grande varietà di primi, secondi, arrosti, salumi e rosticceria c’è solo l’imbarazzo della scelta! Tra i vari piatti, ricordiamo pasta fresca ai funghi porcini (pappardelle, tagliatelle, scialatielli e fusilli), gnocchi al sugo di castrato, tagliolini con fagioli e cotiche, tagliatelle all’ortolana, spaghetti alla chitarra, salsiccia e funghi porcini, tagliatelle provola e melanzane. I secondi, invece, includono soffritto, trippa, carne di maiale con peperoni, spezzatino di castrato, porchetta con o senza porcini, bruschette al pomodoro e ai porcini, melanzane arrostite, peperoni imbottiti, ma anche arrosti di maiale, vitello, abbuoti e spiedini.

Insieme a birre e liquori artigianali, viene proposta un’accurata selezione di vini di produzione locale, prodotti seguendo le antiche tecniche di vinificazione dei contadini della zona. Disponibili anche i grandi classici falanghina, piedirosso e pallagrello.

Circa mille i posti a sedere per la degustazione dei prodotti.

 

  1. Funghi di Pioppo e Vino Asprinio

Ancora un po’ di tempo per una delle sagre settembrine più attese. Infatti, programmata per l’inizio di settembre, la sedicesima Sagra Funghi di Pioppo e Vino Asprinio sarà proprio un evento da non perdere! La sagra si svolgerà a Trentola Ducenta il 7 e l’8 settembre, e sarà organizzata dalla ProLoco Terrasprinia Trentola Ducenta.

Oltre al buon cibo, sarà possibile visitare il mercatino dei prodotti artigianali e partecipare a “Parliamo dei Funghi”, una proiezione fotografica a cura del micologo Antonio Nebiante. Inoltre, i visitatori potranno ammirare anche la mostra fotografica organizzata dalla ProLoco Terrasprinia intitolata “Trentola Ducenta Ieri e Oggi”.

Al centro della sagra troveremo i funghi di pioppo e il tradizionale Vino Asprinio. Questo vino è uno dei più antichi della Campania e spicca, infatti, per la regionalità. Questa varietà è coltivata in 22 paesi, dei quali 19 nel casertano e 3 in provincia di Napoli, rientranti nel disciplinare di produzione della DOC.

La sagra inizierà sabato 7 settembre alle ore 18:30. L’apertura degli stand enogastronomici e l’inizio delle attività delle associazioni coinvolte sono programmati per le 19:30, mentre alle 20 saranno aperte le mostre. Non mancheranno gli spettacoli musicali, con la Festa della Tammorra al chiaro di Luna che inizierà alle 20. Inoltre, ricordiamo il raduno spontaneo di tammurrianti e le esibizioni del gruppo folk Via del Popolo, con anche spettacoli itineranti di artisti di strada.

Per la serata dell’8 settembre, ci sarà la Tribute Band dei Negramaro a partire dalle ore 20:30, insieme agli spettacoli itineranti degli artisti di strada. L’apertura degli stand sarà intorno alle 20, mentre sarà possibile visitare le mostre già dalle 19:30.

 

  1. Sagra di Liberi

La Sagra di Liberi è un po’ particolare…dura tutta l’estate! Spieghiamoci meglio, tutti i weekend, dal 22 giugno al 1 settembre, il paese, immerso tra le montagne della provincia di Caserta, si anima con tantissimi appuntamenti. I visitatori potranno riscoprire gli antichi piatti della tradizione e vini di produzione locale, accompagnati da musiche e balli popolari. Per rendere il tutto più ‘esotico’, ci sarà spazio anche per i balli di gruppo e per quelli latino-americani!

Qui le informazioni sui prossimi fine settimana. Per questo weekend, 17 e 18 agosto, in programma c’è la Festa del Cacio Fritto, che già dal nome è molto invitante! Per le prossime settimane, invece, si potrà partecipare alla Festa Country, il 24 e il 25 agosto, mentre per la chiusura di stagione, sabato 31 agosto e domenica 1 settembre, si lascerà spazio agli Gnocchi al Forno.

 

  1.  Sapori in festa

Adesso parliamo di una baby sagra, organizzata dalla ProLoco Carinola. Per il suo primo anno, la Sagra Sapori in festa è in programma per domenica 25 agosto a Carinola.

Molti i piatti della tradizione da poter gustare, uno fra tutti la frittata tipica carinolese, tutti contornati da fagioli, arrosti di carne, arrosticini, ma anche pizze fritte e frittelle, e per finire dolci, anguria e vino. La musica popolare dei Gallicantum allieterà il pubblico nel centro storico del paese.

 

     5. La pannocchia

Anche la pannocchia ha una sagra, che si svolgerà il 21 e il 22 agosto a Mastrati, una frazione del comune di Pratella. La Sagra della Pannocchia è un evento molto atteso, e quest’anno arriva alla sua 33° edizione!

In questo piccolo paese, i visitatori potranno assaggiare tante prelibatezze culinarie locali. Tuttavia, il piatto tipico ‘per eccellenza’ sarà il Frattacchio, una pietanza a base di polenta di farina di mais, prodotta dall’Azienda Agricola di principi Ferrara Pignatelli di Strongoli, a Mastrati. La polenta viene tagliata, secondo tradizione, con il filo di canapa e condita come se fosse una lasagna. Infatti, viene servita con il sugo, arricchito con la carne ‘saucicchiara’, ovvero carne di maiale tagliata a pezzi. Oltre a poter gustare i prodotti tipici, i visitatori potranno anche divertirsi a suon di musica.

Qui tutte le informazioni utili. Vi consigliamo di dare anche uno sguardo al video di presentazione di questa sagra!

 

#BonusTrack

Chiudiamo questo appuntamento con una manifestazione che si discosta dalle precedenti sagre. Un po’ sui generis, insomma. L’evento in questione coniuga, infatti, l’esaltazione degli antichi piatti della tradizione culinaria locale e i festeggiamenti per la celebrazione di un passato medievale.

Di quale manifestazione stiamo parlando? Del Palio de li Normanni in scena dal 15 al 18 agosto a Sant’Angelo d’Alife.

Il Palio affonda le proprie origini nella sua storia normanna e richiama le antiche contee – o contrade – che furono fondate in epoca medievale. In particolare, si fa riferimento al feudo di Rupecanina. È interessante notare come questa manifestazione, ormai giunta alla sua decima edizione, rimandi agli antichi giochi, già predisposti in epoca medievale dal Conte del borgo. Si legge, infatti, sul sito ufficiale

A tutto lo popolo de L’Universita’ de Sant’Angelo de Ravecanina Et a tutti li viandanti In onore de la nascita della nova Contea de Rupecanina, se svolgeranno tornei e, sotto el novo padrone Riccardo Drengotto, et el Conte d’Aliphe Rainulfo di lui fratello, in una pecia de Terra nel loco dicto la Platea puplica. […] Per le vie troveranno bancarelle et le poteche de tutte le arti et li mestieri. Se faranno musiche et giochi et spettaculi assai che daranno grande gioja, et lo cibo et bivande se daranno allegria all’anima et allo corpo. Lo Conte et la corte augurano a tutti bon dibertimento“.

Il programma

Oltre agli stand gastronomici in villa comunale, aperti ogni sera a partire dalle 19:30, una ricca rivisitazione storica, declinata in diversi appuntamenti, è in programma ancora per le serate del 17 e del 18 agosto. Il programma dettagliato dell’evento è disponibile qui.

Il 17 agosto, Giornata dei Giochi Popolari, i visitatori potranno assistere alle esibizioni di sbandieratori, armigeri e falconieri, ma anche alla “Disfida degli ordigni” (19:30-20), una gara di abilità tra le contrade, che si sfidano a singolar tenzone. Per le 20:30 è, invece, programmato il “Torneo a singolar tenzone” degli armigeri della Compagnia “Cavalieri del Giglio”. E poi spettacoli musicali e il laboratorio “I prodotti agroalimentari della tradizione”.

Invece, il 18 agosto, serata conclusiva, oltre al corte storico, alle esibizioni di sbandieratori e giocolieri, agli spettacoli musicali e al laboratorio di stampo gastronomico, si potrà assistere anche al tradizionale rito della contrada vincitrice (dalle 18 alle 19) all’incendio della Torre e ai fuochi pirotecnici, che segneranno la fine della manifestazione.

Qui un video che vi presenta questo evento!

 

#BussoLaSagra

E se vi siete persi i primi appuntamenti del nostro itinerario enogastronomico: qui trovate prima puntata di #BussoLaSagra, dove abbiamo parlato delle cinque sagre da non perdere in provincia di Salerno, qui il nostro secondo approfondimento sulle sagre da visitare in provincia di Benevento, mentre qui una Top5 delle sagre in provincia di Napoli.

 

La storia di Mamadou, il venditore ambulante di fiabe

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di Nourou Guene – Tra le spiagge di Paestum, oltre ai soliti venditori ambulanti, si aggira Mamadou, venditore ambulante di fiabe africane per bambini. La tematica principale è quella dell’integrazione, parola troppo abusata e poco compresa, illustrata ed esplicata attraverso le tante storie della sua Africa.

Il quarantenne senegalese parte da Napoli ogni giorno per portare un po’ della sua vita, della sua cultura, delle sue origini, tra gli ombrelloni di Paestum: “Preferisco vendere libri che cianfrusaglie. La gente è curiosa, siamo in tanti a vendere libri di autori africani sulle spiagge italiane da circa dieci anni, è anche un modo per avvicinare le persone alla nostra cultura“.

I suoi libri stanno riscuotendo molto successo tra i bagnanti di tutte le età, curiosi di conoscere le storie di quella terra di cui tanto si parla nei notiziari.

Partoriente multata e fatta scendere dal bus, Anm corre ai ripari: “eccesso di zelo”

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Una donna di ventotto anni, in procinto di partorire, è stata multata e fatta scendere dall’autobus perché priva di biglietto. Abbandonata a se stessa è stata costretta a camminare da sola per venti minuti per arrivare all’ospedale, dove ha poi partorito una bambina. Ne avevamo parlato in questo articolo.

Adesso la Anm, che in un primo momento alla contestazione della multa aveva risposto scrivendo:  “Le circostanze non possono essere motivo di annullamento del verbale” prova a correre ai ripari: “Gli errori possono capitare e in questo caso si è verificato un evidente eccesso di zelo nei confronti della signora“.

Ma ormai arrivano critiche anche da Nino Simeone, presidente della commissione consiliare sui trasporti: “Quanto accaduto se confermato mi lascia sbigottito“.

Le scuse tardive di Anm: “Gli errori possono capitare”

Nicola Pascale, l’amministratore unico della Anm, al diffondersi della notizia ha voluto fare le sue scuse a Federica, la partoriente protagonista di questa brutta vicenda, cercando di giustificare l’operato del controllore:

“I controllori dell’Anm elevano quasi 3.000 verbali di contravvenzione al mese svolgendo un’attività complicata, che l’azienda sta intensificando, per migliorare il servizio ai cittadini.

Gli errori possono capitare e in questo caso si è verificato un evidente eccesso di zelo nei confronti della signora, che andava invece aiutata e confortata.

Sarà mia personale cura riprendere e riesaminare la pratica del suo ricorso che è stata trattata in modo troppo burocratico.

Alla signora e alla sua famiglia esprimo le nostre più vive scuse e le felicitazioni per la nascita della piccola”.

La reazione di Nino Simeone: “Al di là dei regolamenti esiste l’umanità”

Nino Simeone, presidente della commissione consiliare dei trasporti, chiede che gli venga trasmessa una relazione urgente riguardo l’accaduto in consiglio comunale.

“Quanto accaduto, se confermato, mi lascia sbigottito. Sono senza parole.

Cosa significa che le circostanze addotte a giustifica non possono essere motivo di annullamento e quali sarebbero dovute essere le circostanze che invece avrebbero consentito l’annullamento del verbale?

E se per il ritardo in ospedale, la signora avesse malauguratamente perso la bambina e avesse denunciato tutti per omissione di soccorso?

Spero che Pascale mandi almeno un mazzo di fiori a questa mamma, perché al di là dei regolamenti e delle norme esiste un valore aggiunto a cui noi napoletani non abbiamo mai e non possiamo assolutamente derogare: l’umanità.

Da parte mia le più ossequiose scuse e i miei più sinceri auguri alla signora e alla sua splendida bambina”

Non per amore ma per paura

Questa vicenda rivela il nuovo, triste volto di questo paese.

Non c’è stata alcuna empatia né pietà nei confronti di una donna in procinto di partorire e la cosa, purtroppo, non stupisce più di tanto.

Non sono infatti rari ormai i messaggi d’odio che si possono sentire e soprattutto leggere online nei confronti delle donne gravide. Ad infastidire l’utente medio italiano sono le donne incinte che chiedono di sedersi sull’autobus o che superano le file; non di rado purtroppo si leggono messaggi di disprezzo nei confronti di chi porta in grembo un figlio e si aspetta dal prossimo non amore, ma almeno gentilezza.

L’ondata di insofferenza ed odio che ha travolto il mondo e l’Italia ha infine raggiunto anche Napoli, ed è evidente in questa squallida vicenda. Anche i napoletani, che il fu Luciano De Crescenzo aveva definito “popolo d’amore” rischiano di diventare ormai un popolino d’odio. 

La vicenda che ha coinvolto Federica sarebbe stato fino a poco tempo fa, fino a meno di dieci anni fa, impensabile: nessuno avrebbe mai multato una donna in procinto di partorire perché sprovvista di biglietto, figuriamoci farla scendere dall’autobus per farla camminare da sola per venti minuti fino all’ospedale.

L’amore che contraddistingueva la nostra città, l’umanità di cui parlava anche Simeone pare perduta. Ed allora che ben venga una stretta regolamentazione riguardo le situazioni d’emergenza e l’omissione di soccorso; ben vengano le relazioni urgenti da fare al comune: siamo arrivati al punto di dover essere costretti ad aiutare gli altri. 

Non per amore, ma per paura – di conseguenze penali, civili, di una multa.

 

 

Non è un paese per donne: controllore anm multa e fa scendere donna in preda alle doglie dall’autobus

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Napoli: una donna di 28 anni in preda alle doglie cerca di raggiungere l’ospedale il più rapidamente possibile salendo sull’autobus 604. Il controllore, trovandola sprovvista del titolo di viaggio, le fa una multa e la fa scendere dall’autobus abbandonandola a se stessa. La donna arriverà all’ospedale a piedi, da sola, e partorirà poche ore dopo: per lei l’anm non prevede l’annullamento della multa ma, anzi, un suo aumento.

Se un biglietto vale più di un soccorso

Federica è una giovane donna, incinta di nove mesi. Nel corso di una passeggiata ai Colli Aminei avverte un dolore al basso ventre: spaventata, decide di recarsi in ospedale il prima possibile. Crede d’essere fortunata nello scorgere un pullman, il 604, per la precisione, che si avvicina: dovrebbe condurla direttamente e rapidamente all’ospedale Cardarelli.

Sale sull’autobus e si siede. Dopo qualche minuto interloquisce con lei un controllore della anm, che le chiede il biglietto, di cui Federica è sprovvista. La donna prova a spiegare la straordinarietà della situazione, raccontando delle doglie e facendo riferimento al suo stato evidente di donna gravida, ma niente da fare: non importa che la donna si senta male, né che stia per partorire. Il controllore è irremovibile: non avendo il biglietto avrà una multa. E non solo: la farà scendere dal pullman, su cui, senza il titolo di viaggio, non può rimanere. Nemmeno se sta per partorire.

Così l’uomo fa scendere una donna incinta di nove mesi in preda alle doglie dal pullman e la abbandona a se stessa. Federica cammina sola per ben venti minuti, scanditi dal susseguirsi delle contrazioni, ed alla fine arriva finalmente all’ospedale, dove partorirà sua figlia qualche ora dopo.

Il ricorso

Federica è stata fortunata in quanto, nonostante la disavventura, il parto è andato bene e sua figlia è nata senza alcuna complicanza. Ma, dopo qualche giorno, decide di fare ricorso contro quella multa di cinquanta euro.

Dice la donna:

“Sono salita sul bus senza titolo di viaggio, e quando il verbalizzante mi ha giustamente contestato la mancanza del biglietto, ho cercato di spiegare che a causa di un malessere improvviso, visto il mio stato, mi stavo recando con urgenza al Cardarelli. Tengo a precisare che alla data del verbale ero incinta, erano trascorsi le quaranta settimane e cinque giorni previsti per il parto che è avvenuto nella notte del giorno stesso. Mentre stavo passeggiando da sola in viale Colli Aminei ho avvertito dei dolori improvvisi e, spaventata, sono salita sull’autobus che sopraggiungeva. Quanto asserito è documentabile dal certificato di ingresso nel pronto soccorso.  Il verbalizzante a cui avevo detto del malore invece di accompagnarmi all’ingresso del pronto soccorso mi ha invitata a scendere e ha tenuto a precisare che nella sua qualità di agente di polizia amministrativa era tenuto a rilevare l’infrazione in ogni caso.”

Alla contestazione della multa Federica allega il verbale di pronto soccorso del Cardarelli e la multa stessa: il primo segna l’orario delle 11:48, il secondo delle 11:20.

La risposta della anm non tarda ad arrivare, gelida e lapidaria:

“All’atto del controllo lei si trovava a bordo di un nostro mezzo sprovvista di valido titolo di viaggio. Le circostanze non possono essere motivo di annullamento del verbale.”.

La multa, adesso, probabilmente aumenterà a 141,10 euro.

Sconfitta

Nel regolamento della anm non è specificato che un controllore debba prestare soccorso ad una donna incinta in procinto di partorire. Probabilmente perché dovrebbe essere decisamente superfluo specificare una cosa del genere: avreste mai immaginato che qualcuno potesse far scendere una ventottenne gravida in preda alle doglie perché “sprovvista del valido titolo di viaggio“? Francamente è al limite dell’immaginabile, eppure è accaduto.

Viene da domandarsi: ma se su quell’autobus fosse salito un uomo con il braccio reciso, mozzato e sanguinante, invece di soccorrerlo gli avrebbero chiesto il biglietto? Se vi fosse salito un ragazzo con una ferita al volto gli avrebbero fatto la multa? Oppure, semplicemente, si sarebbe prestato aiuto ad una persona in difficoltà ed in stato di sofferenza fisica? 

Lasciare una donna in quelle condizioni da sola e senza alcun aiuto non è molto diverso. Non c’erano obblighi a riguardo, è vero; è triste e spaventoso che ce ne sia bisogno. 

Non c’è da chiedersi del perché della situazione demografica dell’Italia: questo non è un paese per madri. 

Ischia: scoperta coltivazione di Marijuana

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di Maria D’Angelo – Durante una ricognizione aerea del comando provinciale della Guardia di Finanza, è stata rilevata una coltivazione sospetta ad Ischia, sia per il colore che per la forma delle foglie che rimandavano alla marijuana.

Una volante , dopo la segnalazione, ha raggiunto via terra l’aerea coltivata che si trovava in un’area ben nascosta e difficilmente individuabile.

Oltre a diverse coltivazioni legali, gli agenti hanno trovato una trentina di piante di marijuana alte quasi due metri, immediatamente sequestrate con appositi strumenti per la coltivazione.

Gli inquirenti stanno effettuando le indagini di routine per individuare i colpevoli.

Leggende della Campania: tra diavoli e fate, le leggende del lago d’Averno

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Il lago d’Averno è un luogo magico, abitato da spiriti, creature spaventose ed anche fate poco benevole. Questa settimana #BussoLaLeggenda vi parla di tutti i miti legati a questo lago dei Campi Flegrei.

Camminando sulle sponde del lago d’Averno pare di non udire alcun rumore; le cicale ed i propri passi sono l’unica eccezione. La superficie dell’acqua è quasi immobile, s’increspa appena quando c’è un alito di vento, e le luci lontane vi si specchiano duplicando la propria immagine quasi alla perfezione.

Nell’aria si percepisce un’atmosfera strana e, nelle ombre della notte, si fa strada una certa sensazione di mistero ed anche una lieve paura. Non c’è una luce ad illuminare il cammino se non quella delle stelle e della luna.

Vicino al lago c’è un bosco, ma non solo quello: c’è anche un tempio, quello d’Apollo, e l’antro della Sibilla Cumana. Ci sono molte ombre e sembra che ad ogni curva del sentiero possano manifestarsi spettri, mostri o fantasmi. Stando alle leggende ed alla storia di questo luogo, in effetti, è proprio così: il lago d’Averno è la bocca dell’inferno e la casa di esseri sovrannaturali. Sulle sue acque sorgono castelli di fumo creati dalle fate e si sono scontrati dei e titani.

Il regno dei morti

Secondo la religione greca e romana, il lago d’Averno sarebbe uno degli ingressi dell’Ade, il regno dei morti. Sia il regno dei morti che il suo omonimo dio sono infatti chiamati anche con il nome del lago: Averno.

Una delle ragioni che ha probabilmente portato ad identificare il lago come uno degli ingressi del regno dei morti è probabilmente dovuta anche ad un fenomeno fisico. Il nome “Averno” deriva infatti da “aornòs, senza uccelli. Sul lago e nelle sue vicinanze in passato, infatti, non nidificavano uccelli, e quelli tanto sprovveduti da decidere di recarvisi morivano immancabilmente.

Oggi sappiamo spiegare questo fenomeno: il lago d’Averno è infatti sito in uno dei crateri dei Campi Flegrei. Gli uccelli morivano per via delle esalazioni solforose che provenivano dal lago.

Il ramo d’Oro

Nella mitologia greca sono molti gli eroi che decidono di discendere nell’Ade. Uno di questi è Enea.

Enea affronta una discesa negli inferi, e dunque nel lago d’Averno, per incontrare il padre Anchise. Per farlo, chiede aiuto alla Sibilla, sacerdotessa d’Apollo e custode dell’Ade; questa gli dice che, per riuscire a superare questo viaggio indenne deve recuperare un ramo d’Oro.

Con l’aiuto di Venere e di alcune colombe inviate dalla dea, Enea recupera sulle sponde del lago il ramo d’Oro, che ha la forma a due punte, e torna dalla Sibilla.

Gli studiosi pensano che il ramo possa essere identificato nel vischio, che assume una colorazione dorata quando viene reciso. Il vischio sarebbe inoltre ricollegato alla magia orfico-pitagorica, e la forma a due punte di questo specifico rame richiamerebbe l’aspetto a forcella della Y pitagorica – nonché dell’omonimo quartiere di Napoli sul cui stemma su staglia la Y pitagorica.

La Y pitagorica rappresenterebbe un bivio morale: da una parte condurrebbe alla virtù e dunque ai Campi Elisi, l’altra condurrebbe al vizio ed al Tartaro. Successivamente, il ramo d’oro del lago d’Averno e la Y pitagorica sono stati assimilati al mito cristiano dell’albero della conoscenza del bene e del male.

Ad ogni modo, infine Enea s’inoltra nelle profondità del lago e giunge nell’Ade, dove riesce ad incontrare il padre Anchise.

La bocca dell’Inferno

Il lago tuttavia non è stato identificato solo dai greci e dai romani come bocca dell’inferno: pare infatti che la celeberrima “selva oscura” in cui si ritrova il sommo poeta Dante nella sua opera più famosa, “La divina commedia“, sia il bosco che circonda il lago.

Il lago d’Averno sarebbe dunque la bocca dell’inferno: cerca di dimostrarlo con una serie di studi e calcoli complicati anche Galileo Galilei, a quanto pare con successo.

Scontro tra Titani

Le acque del lago d’Averno sarebbero state teatro di uno degli scontri più epici dell’intera mitologia greco-romana: è qui infatti che si sarebbero scontrati nell’ultima lotta Zeus ed i Titani.

Quando Zeus li sconfisse, i Titani precipitano nel Tartaro e creano così uno degli ingressi dell’Ade. La guerra cessa dopo duecentocinquanta anni di lotte sulle sponde del lago d’Averno.

Il miraggio della Fata Morgana

I miti che riguardano il lago nacquero e si svilupparono anche in epoche più tarde. Per esempio, negli anni dell’ottocento si diffuse la leggenda secondo cui la Fata Morgana avesse scelto il lago come propria dimora.

La fata Morgana, figura mitologica legata al ciclo arturiano, è una creatura magica. Secondo alcuni è una maga, secondo altri una fata: in ogni caso è una creatura sovrannaturale o che almeno si dedica alle arti magiche.

In Sicilia si dice che la fata viva in dei castelli fluttuanti sulle acque e che invochi l’immagine di questi castelli, irraggiungibili dagli uomini, per spingerli a lanciarsi in acqua nello stretto di Messina e farli annegare nel vano tentativo di raggiungerli.

Nel 1833 il Marchese Giuseppe Ruffo raccontò d’aver visto svanire davanti ai propri occhi il lago d’Averno. Il nobile stava svolgendo una battuta di caccia nei boschi che circondavano il lago quando, avvicinandosi all’acqua, la vide sparire, sostituita da una distesa di “verdi prati“. Ricordando il mito siciliano, pensò che si trattasse del sortilegio della fata Morgana e si allontanò così dal luogo dove ci sarebbe dovuto essere il lago.

Da allora si diffuse la voce che la fata vivesse nel lago d’Averno.

Oggi abbiamo svelato il mistero della fata Morgana: si tratta di un miraggio, di un’illusione ottica che distorce gli oggetti al punto da renderli irriconoscibili.  Il fenomeno si verifica quando dell’aria calda incontra dell’aria fredda e la differenza degli indici di rifrazione termica dei due strati d’aria risulta tale da generare un condotto atmosferico che funge da lente di rifrazione. La lente che si viene così a creare distorce e deforma gli oggetti in maniera drastica, tanto da rendere possibile la visione di castelli dove non ce ne sono e di un “verde prato” al posto di un lago.

Il Miraggio della fata Morgana ha portato allo svilupparsi di altre leggende anche più macabre e spaventose come, per esempio, quella dell’Olandese Volante.

Un luogo Magico

Anche se in modi diversi, il lago d’Averno è stato considerato in ogni epoca come un luogo carico di magia e di mistero. Anche se abbiamo parzialmente svelato i suoi segreti ed alcune magie si sono rivelati dei trucchi di luce, questo non toglie poesia al luogo: per verificarlo, non vi resta che visitarlo, magari al calar della sera. E chissà che qualche leggenda o favola non si riveli ai vostri occhi vera.

Immagine in evidenza di Simona Lazzaro

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