mercoledì, Dicembre 17, 2025
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Domani e Giovedì esercitazione sul “Rischio Vulcanico” nei Campi Flegrei

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ESERCITAZIONE CAMPI FLEGREI
ESERCITAZIONE CAMPI FLEGREI

Si terrà domani, mercoledì 5, e giovedì 6 novembre l’esercitazione nazionale sul rischio vulcanico “Campi Flegrei 2025”, organizzata dal Dipartimento della Protezione Civile e dalla Regione Campania, in collaborazione con i Comuni della zona rossa dei Campi Flegrei, con la prefettura di Napoli e con le strutture operative.

Parteciperanno, inoltre, le Regioni gemellate Sardegna e Sicilia. La prima giornata, quella di domani, sarà dedicata ai “posti di comando”, cioè a testare le procedure tra enti.

Il 6, invece, si sperimenterà a scala reale, l’allontanamento assistito di un campione di popolazione: 120 studenti e 15 docenti dell’Istituto Superiore Statale “Bernini – De Sanctis” di piazza Santa Maria in Portico, 23 nel quartiere Chiaia di Napoli.

Si simula, nell’ambito della Pianificazione nazionale per il rischio vulcanico ai Campi Flegrei, dettaglia una nota della Regione Campania, l’evacuazione del plesso scolastico e il trasferimento delle persone coinvolte prima verso 3 aree di “Attesa” del Comune di Napoli – piazza Vittoria, piazza San Nazzaro e piazza San Luigi – con l’utilizzo dei mezzi messi a disposizione dall’Azienda Napoletana Mobilità (ANM) e, successivamente, verso l’area di Incontro corrispondente, ossia quella del Porto di Napoli-Stazione Marittima con gli autobus messi a disposizione dalla Regione Campania. I trasferimenti saranno effettuati con il supporto delle forze dell’ordine.

Nell’area di “Incontro” si simulerà anche la partenza (non sperimentata a scala reale) verso le regioni gemellate. Tutto avverrà rispettando le procedure previste dal Piano Campi Flegrei. La Regione Campania, attraverso la propria struttura di Protezione civile, testa, in particolare, l’allestimento dell’Area di Incontro. Una volta arrivato alla Stazione Marittima, il campione di popolazione che partecipa al test (studenti e docenti) viene registrato con un sistema informatizzato fornito dal Dipartimento della protezione civile. A seconda del quartiere di provenienza della persona registrata, si procede ad assegnare il trasferimento alla Regione gemellata, secondo le seguenti modalità prestabilite.

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Napoli, all’Ospedale Pascale vince l’umanità: la lettera di Imma e il riconoscimento al dottor Amore

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Una lettera per raccontare l’umanità incontrata in ospedale. Imma si era rivolta all’Istituto tumori Pascale di NAPOLI per un sospetto melanoma. Ha incontrato Alfonso Amore, dirigente medico e chirurgo dello staff di Corrado Caracò.

E dopo quella visita ha deciso di scrivere una lettera di encomio al management del polo oncologico e, per essere sicura che il suo messaggio di gratitudine non si perdesse, ha scritto anche all’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.

È stato proprio l’Ordine dei Medici Chirurghi, in occasione della cerimonia per i 40 anni dei laureati in chirurgia e odontoiatria di NAPOLI e Provincia, ad insignire il Dott. Alfonso Amore con una targa in cui gli vengono riconosciute la dedizione, la competenza e la professionalità prestate a favore dei pazienti.

“Ho solo fatto il mio dovere di medico e di uomo, cercando di applicare il primo valore insito nella tradizione ippocratica: il bene del paziente”, dice Amore, 56 anni, originario di Torre Annunziata, da 18 anni in forza al Pascale, specialista in chirurgia generale e dottore di ricerca in chirurgia rigenerativa.

Alla cerimonia presenti, tra gli altri, anche il direttore generale del Pascale, Maurizio di Mauro.

“Questo premio – dice – è importante perché viene riconosciuto dai pazienti. E’ una chiara testimonianza dei più alti valori che stanno alla base della nostra mission di medici. Ogni paziente assistito, ogni famiglia sostenuta rappresentano per noi il valore di una comunità professionale che continua a crescere grazie a storie di dedizione e umanità come quella del dottor Amore. Complimenti ad Amore, ma più in generale a tutti gli operatori sanitari del Pascale che mi onoro di dirigere e che lavorano con grande dedizione e professionalità”.

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“Nessuna turbativa d’asta” annullata la sospensione al rettore dell’Università Parthenope

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antonio garofalo rettore università parthenope
antonio garofalo rettore università parthenope

NAPOLI – Il tribunale del Riesame di Napoli ha annullato la misura interdittiva emessa dal gip lo scorso 2 settembre nei confronti del rettore dell’Università degli Studi Parthenope Antonio Garofalo, di 55 anni.

Al rettore Garofalo, difeso dal prof. Vincenzo Maiello e dall’avvocato Giuseppe Ceceri, gli inquirenti hanno contestato il reato di turbata libertà degli incanti nell’ambito di una più ampia inchiesta su presunti illeciti in appalti pubblici per rifiuti, sanificazioni e pulizia in cui sono coinvolti 17 indagati.

Al rettore veniva contestato, in particolare, di avere pilotato un appalto triennale per le pulizie da 4 milioni di euro.

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Presunti abusi, minacce e favoritismi nel corso di laurea in Ostetricia dell’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno: studentesse in rivolta, la Procura avvia indagini

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Le Procure di Salerno e Napoli hanno avviato accertamenti preliminari su alcune segnalazioni riguardanti il corso di laurea in Ostetricia dell’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno.

Le segnalazioni, indirizzate anche ai vertici dell’Azienda e dell’Università di Salerno, contengono riferimenti a presunti episodi di abusi di potere, atteggiamenti vessatori e richieste di favori o regali in cambio di agevolazioni accademiche. Le autorità giudiziarie stanno acquisendo la documentazione per verificare la fondatezza delle denunce e ricostruire i fatti segnalati.

La diffusione della notizia ha suscitato numerose reazioni sui social network. Diversi utenti, tra cui studentesse ed ex allieve del corso, hanno espresso solidarietà verso chi avrebbe presentato le segnalazioni, definendo inaccettabili i comportamenti descritti.

Negli ambienti accademici e sanitari locali si moltiplicano le richieste di un’indagine interna autonoma, che possa chiarire rapidamente quanto accaduto e ristabilire un clima di fiducia all’interno della struttura universitaria e ospedaliera.

Sulla vicenda è intervenuto Mario Polichetti, responsabile nazionale del Dipartimento Sanità dell’Udc, che ha sottolineato la necessità di un intervento tempestivo e trasparente da parte delle istituzioni coinvolte.
Polichetti ha invitato il direttore generale dell’Azienda Ruggi, Ciro Verdoliva, a chiarire la posizione dell’Ente e a garantire tutela per le persone che hanno segnalato le presunte irregolarità.

Le Procure competenti stanno procedendo alla raccolta degli atti e alla valutazione delle testimonianze per determinare l’esistenza di eventuali condotte penalmente rilevanti.
L’Azienda ospedaliera e l’Università di Salerno, nel frattempo, potrebbero attivare verifiche interne per accertare il rispetto dei protocolli formativi e disciplinari.

L’obiettivo delle indagini è fare piena luce sui fatti denunciati e assicurare, nel rispetto delle garanzie di legge, un contesto di studio e lavoro improntato alla correttezza e alla trasparenza.

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Oggi al Maradona Napoli – Eintracht Frankfurt, divieto di trasferta ai tifosi tedeschi per evitare una nuova guerriglia in città

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Napoli — A più di due anni dagli scontri che trasformarono il centro di Napoli in un campo di battaglia, il tema della sicurezza legata alle trasferte dei tifosi torna prepotentemente d’attualità. Dopo la “guerriglia urbana” scoppiata nel marzo 2023 tra ultras del Napoli e dell’Eintracht Francoforte, le autorità italiane hanno deciso di vietare la trasferta ai sostenitori tedeschi in occasione del prossimo incontro europeo tra le due squadre.

Una decisione dura, ma che secondo la Prefettura di Napoli si è resa “necessaria per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica, alla luce dei gravissimi precedenti”.

Gli scontri del 2023: una notte di paura

Era il 15 marzo 2023 quando, alla vigilia della partita di Champions League tra Napoli ed Eintracht, centinaia di tifosi tedeschi si riversarono per le strade del centro storico. Nonostante il divieto di trasferta già in vigore, molti raggiunsero la città campana in autonomia.

Le immagini di auto incendiate, vetrine distrutte e scontri con la polizia fecero il giro del mondo, macchiando la reputazione di entrambe le tifoserie e gettando un’ombra pesante sulla gestione dell’ordine pubblico. Decine i feriti, tra agenti e civili, e ingenti i danni materiali.

Il nuovo divieto: “misura preventiva, non punitiva”

Nei giorni scorsi il prefetto ha disposto il divieto di vendita dei biglietti ai residenti a Francoforte e a quelli residenti nella provincia di Bergamo – i tifosi dell’Atalanta sono gemellati con quelli dell’Eintracht – mentre ieri è stato emesso il divieto di affollamento a Napoli “nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, per soggetti riconducibili (per abbigliamento, vessilli, slogan, etc.) alla tifoseria dell’Eintracht Francoforte, nei giorni 3, 4 e 5 novembre 2025”, con l’obiettivo di evitare che eventuali gruppi di tifosi tedeschi arrivati comunque a Napoli possano entrare in contatto con la tifoseria partenopea o con le forze di polizia.

Il Viminale, inoltre, ha disposto lo scorso 28 ottobre “il ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere interne in ingresso per le giornate del 3 e 4 novembre”.

Infine, è stato istituito il divieto di vendita e somministrazione degli alcolici da domani alle ore 14 fino alle ore 2 di mercoledì 5 novembre 2025 all’interno dello stadio e nelle zone limitrofe, e di vendita di bevande in bottiglie, lattine, contenitori di vetro, plastica rigida, tetrapak, o qualsiasi altro materiale in alcune zone del centro cittadino dalle ore 14 di oggi fino alle ore 2 di mercoledì 5 novembre 2025.

Chiusa oggi anche la tangenziale all’uscita di Fuorigrotta dalle ore 19.30 di fino a cessate esigenze.

L’obiettivo delle istituzioni italiane è chiaro: evitare un’altra notte di caos a Napoli.

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Laboratorio abusivo di ‘Pere e Musso’ nel napoletano, una tonnellata di frattaglie in pessime condizioni: scattano le denunce

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I militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Napoli, nell’ambito delle attività di controllo economico del territorio e di contrasto ai traffici illeciti, hanno sequestrato a Striano, nel napoletano, con la collaborazione di personale dell’Asl Napoli 3 Sud, circa una tonnellata di frattaglie e pelli animali, conservate in pessime condizioni igieniche, nonchè strumenti di lavorazione (cisterne interrate, cassoni refrigerati per auto-trasporto, bidoni e vasche per ammollo, vasche per la cottura e frigoriferi).

In particolare, i finanzieri del Gruppo di Torre Annunziata hanno individuato nei giorni scorsi un garage di un soggetto privato, adibito a laboratorio clandestino per la lavorazione di frattaglie, prevalentemente di suino e di bovino.

L’immobile celava un impianto di produzione e preparazione del cosiddetto quinto quarto, privo delle necessarie autorizzazioni previste dalla normativa nonchè completamente abusivo e sconosciuto al fisco, volto ad alimentare illegalmente il mercato del piatto o’ pere e o’ musso, tipico della cucina napoletana. Non è stata rinvenuta, inoltre, documentazione relativa alla tracciabilità dei prodotti, fondamentale per garantire la sicurezza alimentare. Il responsabile e’ stato denunciato alla procura di Torre Annunziata per violazioni alla normativa ambientale e sanzionato amministrativamente per gli inadempimenti in materia sanitaria.

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L’Agente Aniello Scarpati morto dopo tamponamento con SUV: la camera ardente alla Caserma Nino Bixio a Napoli, domani i funerali

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Oggi, dalle ore 14 alle ore 20, sara’ allestita nella caserma Nino Bixio del IV Reparto Mobile di Napoli, in via Monte di Dio 31, la camera ardente per l’ultimo saluto all’Assistente Capo Coordinatore Aniello Scarpati, ucciso all’alba del primo novembre scorso a Torre del Greco nell’incidente provocato da un Suv guidato da un uomo di 28 anni alla guida nonostante fosse sotto l’effetto di droga.

La camera ardente sara’ aperta anche nella giornata di mercoledi’, dalle ore 7. I funerali di Scarpati saranno celebrati sempre mercoledi’ alle ore 10.30 nella Chiesa Evangelica Adi, in via Fra’ Gregorio Carafa 13.

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(Video) Omicidio Antonio Natale: Sentenze soft in primo grado, la famiglia non ci sta

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ANTONIO NATALE
ANTONIO NATALE

La seconda sezione della Corte di Assise di Napoli ha emesso la sentenza di primo grado nel processo per l’omicidio volontario di Antonio Natale.

Sei gli imputati condannati: Domenico Bervicato, Carlo Avventurato, Bruno Avventurato e Gennaro Pacilio hanno ricevuto 16 anni di reclusione ciascuno. Pene più severe, pari a 28 anni, per Emanuele D’Agostino ed Emanuele Ricci, ritenuti esecutori materiali del delitto e affiliati al clan Avventurato.

L’avvocato Maurizio Reggi, parte civile nel processo, ha espresso profondo disappunto per le pene inflitte ai collaboratori di giustizia: “La condanna a 16 anni è eccessivamente favorevole rispetto alla loro collaborazione, che è stata limitata. Hanno ammesso solo ciò che era già stato accertato dalle forze dell’ordine e dalla magistratura. Non hanno mai rivelato l’intero ammontare dei proventi illeciti, stimati in circa 2,5 milioni di euro annui, derivanti dalle piazze di spaccio gestite”.

A destare ulteriore indignazione è stato il riconoscimento delle attenuanti generiche a tutti gli imputati, ritenute equivalenti alle aggravanti previste per i reati di associazione mafiosa (art. 416 bis c.p.) e dall’articolo 7 della legge Antimafia. “L’omicidio di un giovane di 22 anni non può essere punito con tanta leggerezza”, ha aggiunto Reggi, citando anche intercettazioni dal carcere in cui Bervicato manifestava intenzioni di vendetta e recidiva.

Il deputato Francesco Emilio Borrelli, da sempre vicino alla famiglia Natale, ha voluto esprimere la propria solidarietà: “Mi stringo al dolore dei familiari, che hanno sempre denunciato il sistema di spaccio nel Parco Verde. Ricordo le manifestazioni organizzate per smantellare quel sistema criminale. La famiglia capì subito che Antonio era finito in un giro pericoloso e che era stato ucciso. Il suo corpo rimase nascosto per giorni. Gli assassini non si sono mai veramente pentiti e restano figure inquietanti della criminalità locale. Le pene inflitte non riflettono, a nostro avviso, la gravità della loro condotta”.

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Omicidio Pasquale Nappo: Ci sarebbe una lite alla base della sparatoria

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PASQUALE NAPPO
PASQUALE NAPPO

BOSCOREALE – Avrebbero raccontato di una lite sfociata in aggressione, i due giovani di 18 e 23 anni, che si sono consegnati ai Carabinieri di Torre Annunziata ai quali hanno confessato di essere stati loro a sparare ieri a Boscoreale, provocando la morte del diciottenne Pasquale Nappo.

I due ragazzi, difesi dall’ avvocato Mauro Porcelli, hanno anche sottolineato di aver sparato solo per vendicarsi ma non con l’obiettivo di uccidere. La lite, ritenuta l’evento che ha poi portato alla decisione di vendicarsi sparando, risalirebbe a una settimana fa.

Mauro Porcelli, legale dei due fermati: “Ragazzi aggrediti, hanno sparato alla cieca”

Sarebbe stato aggredito dal alcuni giovani di Boscoreale, Giuseppe Esposito, il 18enne accusato di aver sparato al coetaneo Pasquale Nappo la notte tra sabato e domenica, mentre il suo complice Antonio Bruzzese sarebbe stato minacciato pesantemente.

Lo riferisce l’avvocato dei due, Mauro Porcelli, sostenendo che sarebbe questo il motivo che ha portato poco dopo l’episodio i due a tornare indietro e a “sparare alla cieca” nei confronti del gruppo in cui c’era anche Nappo.

L’episodio, dice il legale, “trae origine da una lite che aveva visti coinvolti entrambi gli indagati“, che erano stati presi di mira da un gruppo di giovani di Boscoreale “che mal tolleravano la loro presenza in quella piazza“. Così, “in seguito della violenta aggressione subita – è la versione dell’avvocato – i due giovani si determinavano a compiere un gesto dimostrativo” tornando nella piazza.

Lì Esposito e Bruzzese avrebbero trovato “un blocco stradale formato da alcune automobili e da più persone“: sarebbe dunque scaturita una “nuova aggressione, in reazione alla quel sarebbero stati esplosi alcuni colpi d’arma da fuoco in modo non mirato, alla ‘cieca’“. Tanto che i due ragazzi si sarebbero allontanati “senza rendersi conto delle conseguenze dell’accaduto“.

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Napoli: sciopero nazionale dei medici di medicina generale, presidio presso la Regione Campania

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SCIOPERO DEI MEDICI NAPOLI
SCIOPERO DEI MEDICI NAPOLI

NAPOLI – Lo SNAMI Napoli (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani), in occasione dello sciopero nazionale dei medici di medicina generale proclamato per l’intera giornata di mercoledì 5 novembre, ha indetto una manifestazione che si terrà a Napoli, a Santa Lucia, presso la sede della Regione Campania, mercoledì a partire dalle ore 10.

Allo sciopero hanno annunciato di aver aderito diverse centinaia di medici di medicina generale e di continuità assistenziale (ex guardia medica). Durante la giornata di mobilitazione, informano i medici, saranno garantite le prestazioni indispensabili, nel rispetto della normativa vigente e degli Accordi Collettivi Nazionali e Regionali.

Il presidente dello Snami Napoli, Gennaro Caiffa e il segretario Fabio Guardascione sottolineano come “lo sciopero intenda richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica su temi cruciali per il futuro della medicina generale quali la grave carenza di medici di medicina generale, le lunghe liste di attesa per visite e prestazioni sanitarie, le carenze strutturali e di personale nei presidi di Pronto Soccorso, la difesa dell’autonomia professionale e del rapporto fiduciario medico-paziente. Inoltre diciamo no al ‘ruolo unico’, proponiamo una maggiore tutela della maternità e della genitorialità nella professione medica, una riforma della formazione in medicina generale e la riduzione della burocrazia e digitalizzazione sostenibile. Senza una riforma vera, la medicina di famiglia rischia di estinguersi“.

Alla manifestazione di mercoledì a Palazzo Santa Lucia, a Napoli, prenderanno parte l’intero Esecutivo e Consiglio Provinciale Snami Napoli e centinaia di medici, tutti in camice bianco in segno di protesta.

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