martedì, Dicembre 16, 2025
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Luca Piscopo morto dopo aver mangiato sushi: ristoratore condannato a tre anni, assolto il medico

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Si è concluso a NAPOLI, con una condanna per il ristoratore e un’assoluzione, il processo sulla morte di Luca Piscopo, il ragazzo di quindici anni deceduto il 2 dicembre 2021 dopo nove giorni di sofferenze provocate da una presunta intossicazione alimentare che, secondo gli inquirenti, era stata causata dal sushi mangiato in un locale “all you can eat” del Vomero.

Il giudice monocratico Giuliana Taglialatela ha inflitto due anni e sei mesi di reclusione al titolare cinese del ristorante giapponese, e ha assolto il medico che aveva in cura il giovane. A entrambi è stato contestato dalla Procura di NAPOLI (pm Federica Amodio) il reato di omicidio colposo.

Per il ristoratore anche violazioni in materia di igiene e conservazione di alimenti.

Il pm aveva chiesto, al termine della requisitoria, tre anni di reclusione per il ristoratore e un anno e otto mesi per il dottore. La sentenza è giunta al termine della camera di consiglio, iniziata intorno alle 15.

A parere della Procura di NAPOLI il decesso del 15enne per una miocardite sarebbe collegato alla salmonellosi contratta da Luca insieme con le sue amiche dopo avere mangiato nel locale del quartiere Vomero. Sempre secondo la pm Luca si sarebbe potuto salvare se fosse stato curato in tempo.

Le parti civili sono state rappresentante dagli avvocati Marianna Borrelli (legale della famiglia del 15enne), Rossella Esposito e Amedeo Bolla. I due imputati invece sono stati difesi dagli avvocati Arturo Cola e Vittoria Pellegrino.

Presenti in aula i genitori del 15enne e molti suoi amici, tra cui le ragazze che con Luca consumarono il pasto. Il giudice ha condannato il ristoratore a pagare una provvisionale di 45mila euro per ciascuna delle parti civili costituitesi al processo.

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Su RaiPlay la nuova stagione di Cioè, format di Lello Arena: 60 giovani formati dall’accademia promossa dal Comune di Napoli

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Non è solo un’Accademia, ma un viaggio formativo con una città diventata un set a cielo aperto. Da giovedì 11 dicembre, con sedici appuntamenti su RaiPlay, torna “CIOÈ – Centro Interdisciplinare Opportunità Espressive”, il format nato per raccontare l’avventura di sessanta giovani artisti selezionati in tutta Italia.

Dopo il successo dell’edizione precedente, culminata con le esibizioni estive in Piazza del Plebiscito, il format —ideato da Lello Arena e Mario Esposito e prodotto da Rai Contenuti Digitali e Transmediali, direttore Marcello Ciannamea — si rinnova.

Non una semplice docu-serie, ma un “lungo racconto” che va oltre la didattica, per immergere il pubblico nel dietro le quinte di sogni, passioni e sfide. Le telecamere hanno seguito gli allievi in un percorso attraverso i luoghi simbolo di Napoli: dalle selezioni all’Auditorium di Bagnoli ai vicoli del centro storico, dalla Real Casa dell’Annunziata a Villa Floridiana, fino a Castel Sant’Elmo.

“Ancora una volta Napoli si mostra una culla di arte e talenti, si conferma una scuola culturale ambita da giovani artisti – sottolinea Ciannamea. – Lello Arena, da sempre un grande maestro, con instancabile passione e dedizione, è riuscito a portare avanti un lodevole progetto che coinvolge e supporta giovani artisti dando loro possibilità di espressione e crescita”.

Per questa nuova edizione sono arrivate oltre 11.000 candidature. I sessanta talenti selezionati, divisi in tre classi con una forte predominanza femminile, hanno intrapreso un percorso di formazione completamente gratuito, reso possibile dal sostegno del Comune di Napoli.

“Questo progetto – dichiara il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi – l’ho fortemente voluto e sostenuto, insieme all’ideatore Lello Arena, e rappresenta un fiore all’occhiello per la città, un investimento concreto nel capitale umano e creativo delle nuove generazioni. Attraverso le sedici puntate, lo spettatore potrà vivere i luoghi iconici di Napoli, un palcoscenico naturale che permette a tanti talenti artistici di crescere ed essere scoperti”.

Nato nel 2023 per celebrare i 70 anni di Massimo Troisi, “Cioè” intende incarnare lo stesso spirito visionario e passionale del grande attore. Lello Arena, suo storico compagno di scena, ha ribadito: “Esiste un posto magico, esiste solo a Napoli: una straordinaria comunità d’arte nella quale abbiamo deciso che ‘noi’ è sempre meglio di ‘io’! Esiste un posto che è possibile solo perché anime nobili e compatibili hanno deciso di pensare in termini di passione e non di convenienza.

Esiste un posto che si chiama Cioè che profuma di bellezza, di futuro, di talento e di gioventù e io sono molto fortunato che lì ci sia un posticino anche per me”.

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Ad Orta di Atella un albero di Natale da Guinness dei primati ma soprattutto per la Pace

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ALBERO DI NATALE ORTA DI ATELLA
ALBERO DI NATALE ORTA DI ATELLA

È un’opera unica al mondo quella inaugurata ad Orta di Atella (Caserta): un albero di Natale alto 12 metri, interamente realizzato all’uncinetto con 12mila centrini.

L’iniziativa, che ha coinvolto quaranta donne del Laboratorio del Santuario di San Salvatore da Horta, ha richiesto cinque mesi di lavoro e ha dato vita a quello che è già stato definito un vero “Albero della Pace”.

La cerimonia di accensione, domenica 30 novembre, ha visto la partecipazione della cittadinanza e di monsignor Angelo Spinillo, vescovo di Aversa, che ha sottolineato l’impegno collettivo e la progettazione ad hoc curata dall’architetto Pasquale D’Ambrosio, insieme a tanti professionisti e volontari.

A ideare l’iniziativa è stato Angelo Cervone, ministro dell’Ordine Francescano Secolare, che ha ricordato come “centrino dopo centrino” questo lavoro di squadra sia la dimostrazione che l’unione rende possibile ogni obiettivo. Un messaggio che dalla comunità di Orta di Atella vuole arrivare ai Grandi della Terra, come invito alla pace e al dialogo.

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Torre del Greco, poliziotto morto in incidente stradale: 28enne resta in carcere

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TORRE DEL GRECO ANIELLO SCARPATI
TORRE DEL GRECO ANIELLO SCARPATI

TORRE DEL GRECO – Resta in cella il 28enne che, alla guida di un suv sotto l’effetto di alcol e droga, provocò un grave incidente a Torre del Greco, nel Napoletano, in cui perse la vita l’assistente capo della Polizia di Stato, coordinatore Aniello Scarpati.

Il tribunale del Riesame di Napoli ha confermato la misura cautelare della custodia in carcere per l’imprenditore di Ercolano, accogliendo la richiesta della Procura di Torre Annunziata. L’imprenditore 28enne è accusato dei reati di omicidio stradale aggravato dall’uso di droga e alcool, lesioni gravissime e omissione di soccorso, nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Alessandra Riccio) e condotte dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli, del commissariato di polizia di Torre del Greco e della Polizia Stradale.

Secondo la ricostruzione era alla guida del suv BMW X4 che ha travolto a folle velocità la volante della polizia quella tragica, causando la morte sul colpo di Scarpati e il grave ferimento dell’agente Ciro Cozzolino, dimesso qualche giorno fa dall’ospedale dopo un intervento chirurgico e dopo giorni in coma farmacologico.

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Giusy Abruzzo, 42enne di Modena si sottompone ad intervento di addomoplastica a Napoli: dopo 5 mesi si accorge di aver vissuto con delle pinze sotto pelle

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Si sottopone a un intervento di addominoplastica in una clinica di Napoli e scopre, cinque mesi dopo, di aver vissuto con delle pinze sottopelle, dimenticate durante l’intervento cui si era sottoposta in Campania. È accaduto a una 42enne residente a Modena, Giusy Abruzzo.

La donna, riporta la Gazzetta di Modena, venerdì scorso si è sottoposta a un intervento di rimozione delle pinze chirurgiche della lunghezza di 14 centimetri all’ospedale di Sassuolo.

Intervento, quest’ultimo, che le ha evitato di provare altro dolore e soprattutto conseguenze più gravi in futuro.

L’odissea di Giusy Abruzzo, come lei stessa ha raccontato al giornale, è cominciata quando, soffrendo di obesità, si è operata a Bergamo, un intervento, in questo caso, per la riduzione dello stomaco. Successivamente, però, la necessità di “rimuovere molta pelle in eccesso, avendo perso – racconta la donna – cinquanta chili”.

Si arriva dunque alla decisione di sottoporsi ad una addominoplastica, a Napoli, sempre rivolgendosi alla sanità pubblica: “Qui a Modena – ricorda Abruzzo – le liste d’attesa erano lunghissime per un intervento del genere. Si parla anche di 4 o 5 anni”. L’operazione avviene, il 30 giugno, a Napoli.

L’addominoplastica riesce, però insorgono i dolori: “Avevo fastidio vicino all’ombelico, il chirurgo che mi ha operata mi ha detto che forse era una piccola ernia”.

Una tac d’urgenza il 27 novembre a Pavullo, nel Modenese, fatta poiché i dolori si intensificavano, rivelano la presenza appunto delle pinze sottopelle. All’ospedale di Sassuolo l’intervento risolutivo. Ora, assicura Giusy Abruzzo, si apre il capitolo delle vie legali nei confronti del chirurgo che ha eseguito l’intervento a Napoli: “Non voglio che altre persone rischino quello che ho passato io”, conclude la 42enne.

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Natale in piazza Garibaldi, un mese di spettacoli e laboratori creativi: tutte le attività del progetto “Bella Piazza”

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NATALE PIAZZA GARIBALDI
NATALE PIAZZA GARIBALDI

Dal 5 dicembre 2025 all’8 gennaio 2026 l’area Nord di piazza Garibaldi si trasforma in un grande spazio pubblico dedicato ai cittadini di ogni età, con un programma natalizio fatto di laboratori creativi, letture, musica e teatro, costruito insieme a una rete di associazioni, cooperative e realtà artistiche operanti a Napoli.

Le attività si svolgeranno prevalentemente nella Cavea e in Portineria Garibaldi e rientrano nell’ambito di “Bella Piazza”, percorso di co-gestione pubblico-privato degli spazi pubblici di piazza Garibaldi sostenuto dalla Fondazione Con il Sud insieme ad una rete di altri enti e fondazioni. Un calendario diffuso che permette così a “Bella Piazza”, insieme al Comune di Napoli, di consolidare piazza Garibaldi come uno spazio urbano condiviso, attraversato e vissuto da bambini e famiglie anche nei mesi invernali. Alcune delle attività che saranno realizzate in piazza sono promosse e finanziate dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto “Altri Natali”.

L’avvio è affidato a Break & Christmas Vibes, laboratorio a cura di Gino Rota rivolto ai ragazzi dai 9 ai 14 anni, che anima i pomeriggi di venerdì 5, lunedì 8, martedì 9, mercoledì 10 e giovedì 11 dicembre dalle 15:30 alle 17:30. Domenica 7 dicembre, dalle 10:00 alle 14:00, è invece la Fundacion San Giuseppe/Biblioteca dell’Assunzione a portare in piazza letture, laboratorio di disegno e distribuzione di regali, per una mattinata dedicata al libro e al gioco condiviso.

Da venerdì 12 a domenica 14 dicembre la Cavea ospita “Garibaldi Urban Orchestra”, tre giornate di musica e performance curate da Pessoa Luna Park ed Est(ra)Moenia: venerdì 12 dalle 12:00 alle 20:30, sabato 13 dalle 12:00 alle 17:30, domenica 14 dalle 11:30 alle 17:30, con un programma dettagliato che sarà svelato a partire dal 5 dicembre.

Lunedì 15 dicembre è la volta dell’omaggio a Stefano Benni, una lettura condivisa con le scuole in vari luoghi della piazza a cura di A Voce Alta, e dell’avvio di “Allarme nel Presepe”, il laboratorio dell’Associazione culturale Vienterrant per bambini dai 6 agli 11 anni che torna tutti i pomeriggi dal 15 al 19 dicembre dalle 15:30 alle 17:30. Intorno a questo percorso si innestano gli appuntamenti di spettacolo: martedì 16 dicembre alle 17:00 “Capoeira Natal e Samba de Roda” con CapoeiraMuzenza Italia, giovedì 18 dicembre alle 17:00 “Figaro, il Giocoliere del Tempo” con il Bus Theater, entrambi pensati per bambini dai 5 ai 14 anni.

Venerdì 19 dicembre, dalle 9:30 alle 12:30, debutta “Natali intrecciati”, laboratorio a cura di Dedalus Cooperativa sociale per bambini dai 6 agli 11 anni, che tornerà poi lunedì 22, martedì 23, lunedì 29 e martedì 30 dicembre e ancora lunedì 5 gennaio 2026 nella stessa fascia oraria, consolidando un percorso continuativo di partecipazione. Sabato 20 dicembre, alle 18:00, Portineria Garibaldi ospita “Rewind”, spettacolo per bambini dai 4 ai 14 anni a cura di NAMNèSIA con Caterina Spezzaferri e Sarà Lotta, mentre domenica 21 dicembre è in programma una kermesse natalizia a cura di Casba Cooperativa Sociale.

Martedì 23 dicembre, alle 17:00, Teatro35 porta in piazza “Cartavelina – il calciatore che sfidò il nazismo”, con Gaetano Coccia e la regia di Davide Ferrari, pensato per ragazzi dagli 11 ai 14 anni. Sabato 27 dicembre, alle 17:00, è la volta di “Storie da Sgranchire”, spettacolo della compagnia BisLuck con performer della GiuliArt, ideato da Noemi Giulia Fabiano e Virginia De Marco e dedicato ai bambini dai 3 ai 7 anni. Lunedì 29 dicembre il programma prevede al mattino “Natali intrecciati” e alle 17:00 “Ding Dong Happynewyar (dancehall)” a cura di SunWeed per bambini dai 3 ai 14 anni, mentre martedì 30 dicembre si chiude l’anno con l’ultima mattinata del laboratorio “Natali intrecciati”.

Il nuovo anno si apre venerdì 2 gennaio 2026 alle 17:00 con “Colapisci – concerto per bambini” a cura di Massimo Ferrante, seguito sabato 3 gennaio alle 11:00 da “La leggenda dell’albero di Natale”, spettacolo dell’associazione Dateci le ali per bambini dai 4 ai 12 anni. Lunedì 5 gennaio, dalle 9:30 alle 12:30, è in programma l’ultimo appuntamento con “Natali intrecciati” di Dedalus Cooperativa sociale, mentre martedì 6 gennaio alle 11:00 arriva “Sri Ridma” a cura di Sri Ridma Dance Academy. La chiusura del cartellone è affidata a “Ka ya ma Kan”, in scena giovedì 8 gennaio alle 17:00 con regia e interpretazione di Ornar Suleiman, per bambini dai 5 ai 12 anni.

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Gratteri: “A Secondigliano il clan gestiva le case popolari e il recupero crediti”

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SECONDIGLIANO LICCARDI
SECONDIGLIANO LICCARDI

SECONDIGLIANO – Gestiva le case popolari, le diatribe tra imprenditori e otteneva la sua parte anche dalle truffe telematiche il clan Licciardi. Emerge dal blitz dei carabinieri e della Dda di Napoli che oggi hanno arrestato 21 persone ritenute legate alla famiglia mafiosa componente dell’Alleanza di Secondigliano.

Un’attività, quella di intermediazione tra debitori e creditori, che – è emerso – praticava anche il clan Mazzarella, rivale dell’Alleanza di Secondigliano, con la quale si spartisce il territorio partenopeo.

Tra gli episodi documentati anche quello in cui un imprenditore sollecitato dal clan Licciardi chiede aiuto al clan Mazzarella che però sancisce la legittimità della richiesta avanzata dai rivali.

Sul fronte della gestione delle case popolari è emerso anche un caso in cui una famiglia è stata costretta a pagare per tenersi la casa che le era stata assegnata.

Alla conferenza stampa tenuta in Procura hanno preso parte il procuratore Nicola Gratteri, il procuratore aggiunto Sergio Amato, il generale Biagio Storniolo, comandante provinciale dei carabinieri di Napoli, e il tenente colonnello Antonio Bagarolo, comandante del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli.

Tra i destinatari degli arresti Paolo Abbatiello, ritenuto il reggente del clan Licciardi, colui, in sostanza, che prese in mano le redini della famiglia mafiosa dopo l’arresto di Maria Licciardi. Misura cautelare anche per Alessandro Giannelli, legato a una famiglia malavitosa di Bagnoli e già detenuto, che si teneva in contatto con l’esterno usando un cellulare.

I Licciardi – ha detto il procuratore Gratteri durante la conferenza stampa – hanno un territorio determinato, come i Mazzarella, in cui i cittadini soni ospiti. In ogni attività -lecita o illecita – devono metterci il becco“.

Per Gratteri si tratta di “una esternazione del potere, come lo è anche la gestione delle case popolari: stabilire a chi vanno, – ha spiegato Gratteri – significa gestire il potere. È tipico del comportamento mafioso. Le famiglie che sono state favorire dal clan. Quando sarà il momento di votare, quelle famiglie voteranno chi viene indicato dalla camorra. Gestire il territorio – ha concluso Gratteri – è preminente rispetto ai soldi, per esempio, delle estorsioni, perché consente di gestire un pacchetto di voti“.

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Abbattute strutture abusive nel territorio del Parco del Vesuvio, anche una piscina

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strutture abusive
strutture abusive

TORRE DEL GRECO – Strutture in muratura e in legno ma anche una piscina: manufatti realizzati per abbellire la casa ma privi di qualsiasi autorizzazione, per giunta insistenti dell’area protetta del parco nazionale del Vesuvio. Sono quelli abbattuti a Torre del Greco, in una zona posta nella parte alta della città.

A darne notizia, attraverso una nota, è la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che fa sapere come le ruspe siano entrate in azione nell’ambito dell’attività di contrasto al fenomeno dell’abusivismo edilizio.

Nello specifico, le opere si trovavano in via Cupa Vecchio: ad essere risultato abusivo anche il cancello d’ingresso alla proprietà (in ferro a doppia anta motorizzato), oltre alla pavimentazione in ciottoli di terracotta e ad un piccolo manufatto in muratura dotato di due porte di accesso, rispettivamente al bagno e ad un deposito. E ancora: piscina interrata di circa 46 mq; scala in muratura; una struttura prefabbricata completamente in legno; vano bagno e deposito. Individuati infine alcuni ampliamenti risultati sempre sprovvisti di qualsiasi autorizzazione.

Stando a quanto riferito dalla Procura, l’area dove insistevano le opere abusive era sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale e sismico, oltre a ricadere in piena zona rossa ad alto rischio vulcanico. La demolizione, da ciò che si apprende, scaturisce da una condanna relativa ad una sentenza risalente al 2008.

Gli abbattimenti hanno avuto luogo direttamente da parte del proprietario del manufatto abusivo, in regime di autodemolizione, senza dunque impiegare le somme di denaro già stanziate in virtù del protocollo stipulato dall’ente parco del Vesuvio e dalla Procura di Torre Annunziata.

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Afragola, denunciata intera famiglia alle Salicelle: in casa 204mila euro, pistole e orologi di lusso

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Tutta una famiglia denunciata, sequestri ingenti: nel Rione Salicelle di Afragola, in provincia di Napoli, i carabinieri della Tenenza di Arzano e quelli di Afragola irrompono in un’abitazione per un blitz notturno.

In casa 5 persone: una signora di 72 anni e i suoi tre figli (due uomini e una donna) che hanno rispettivamente 52, 44 e 41. C’è anche la 28enne compagna del 44enne, l’unico tra l’altro ad essere già noto alle forze dell’ordine per rapine.

La perquisizione è approfondita e la scoperta importante. Rinvenuti e sequestrati 204mila euro in contanti, 6 Rolex e 21 carte di credito e bancomat.La perquisizione viene estesa anche nelle aree comuni del palazzo.

Nel sottoscala, quindi a carico di ignoti, vengono trovati 1 pistola Glisenti Brescia con matricola abrasa, 15 proiettili di calibro 44 e 38 proiettili di calibro 38.Nella vicina abitazione della 28enne, invece, i carabinieri trovano 1.630 euro in contanti, 1 pistola marca BBM con senza matricola, 2 proiettili calibro 6.35 e un coltello lungo 11 centimetri.

Le indagini dei carabinieri di Arzano proseguono con le pistole che saranno sottoposte ad accertamenti balistici per verificare il loro eventuale utilizzo in fatti di sangue o altri delitti.

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Napoli, danno erariale da 23,5 milioni di euro per la vicenda CTP, le parole di De Magistris: “Ho agito nell’interessa pubblico”

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Così Luigi de Magistris sull’invito a dedurre ricevuto dalla Corte dei Conti per la vicenda Ctp:

“Ho sempre operato da sindaco di Napoli e da sindaco metropolitano per salvare le aziende pubbliche, metterle in sicurezza e farle operare con i conti in regola. Lo abbiamo fatto per il Comune di Napoli, quando sarebbe stato più facile e meno rischioso dichiarare il dissesto dell’ente quando mi sono insediato nel 2011, quando lo trovai senza un euro in cassa. Per non parlare delle aziende partecipate, tutte in gravissima situazione finanziaria ai limiti del fallimento, che abbiamo messo in sicurezza e rese solide, salvando migliaia di posti lavoro ed evitando che migliaia di famiglie andassero sul lastrico. Senza quelle azioni coraggiose e giuridicamente fondate non avremmo, tanto per fare due esempi, risolto l’emergenza rifiuti e acquistato i nuovi treni della metropolitana. Abbiamo avuto coraggio e agito secondo coscienza e Costituzione”.

“Mi sono dovuto anche in quei casi difendere e ci è stata riconosciuta la totale correttezza giuridica del nostro operato. Anche in città metropolitana abbiamo operato con le stesse modalità e messo in sicurezza tutte le aziende partecipate. Con CTP, l’azienda della mobilità dell’ex provincia, siamo arrivati ad un passo dal salvataggio, poi è finito il mio mandato e la nuova amministrazione e la Regione Campania hanno deciso di privatizzare il servizio e non completare l’opera di messa in sicurezza che avevamo quasi finito. Ci viene contestato in fase di indagini contabili di aver provato a salvare un’azienda pubblica che, secondo gli accertamenti sin qui svolti dalla procura regionale della corte dei conti, non poteva essere salvata. Contesto con fermezza, e faremo sicuramente valere le nostre ragioni, di aver agito avendo tutti atti, proposte dirigenziali e pareri amministrativi, tecnici e contabili che andavano nella direzione, voluta dall’intero consiglio metropolitano, che deliberò in tal senso, della messa in sicurezza di CTP. Dovevo andare di contrario avviso rispetto alle proposte dirigenziali e far fallire un’azienda pubblica? Agire nell’interesse pubblico, provare a salvare un’azienda pubblica, per un sindaco seguire pareri e proposte di direttore generale, segretario generale, ragioniere generale, dirigenti tutti, revisori dei conti, con il sostegno di tutti i consiglieri metropolitani di tutte le parti politiche, può mai essere una colpa o una condotta illegittima?”.

“Sono amareggiato come sempre, ma affronterò questo ennesimo procedimento con la medesima forza ed entusiasmo intatto e non modificherò mai il mio modo di agire, prima leggi e Costituzione, mai pavidità e conformismo. Da toga, sindaco e uomo fuori dal sistema, preservo la mia fiducia nella magistratura e nelle istituzioni ed anche in questo ennesimo procedimento verrà dimostrata la totale correttezza formale e sostanziale del mio operato”, conclude.

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