domenica, Dicembre 28, 2025
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Ischia, 52enne affittava appartamenti a luci rosse: denunciato

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A Ischia un uomo denunciato per sfruttamento della prostituzione. Due appartamenti erano diventati case d’incontri.

I carabinieri di Casamicciola Terme, a Ischia, hanno denunciato un 52enne incensurato per sfruttamento della prostituzione. Aveva trasformato due appartamenti in locali per appuntamenti a luci rosse, in cui esercitavano tre donne extracomunitarie.

Un curioso via vai di persone, specie in orario notturno, aveva insospettito le autorità. Quando i carabinieri sono entrati nell’appartamento erano presenti quattro clienti e anche il 52enne.

L’attività era pubblicizzata da molti annunci anche sul web. Le donne pagavano una quota di affitto al denunciato senza alcun contratto. Per questo motivo è stato denunciato anche per omessa comunicazione delle generalità degli alloggiati.

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South working: un’alternativa per rilanciare il Sud?

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Lavorare al Nord dal Sud con il south working: il lavoro in modalità smart che ripopola le regioni meridionali e potrebbe ridurre il divario territoriale.

Se siamo costretti a studiare e a lavorare da casa, perché restare in una città che non è ‘la nostra’? È stata questa probabilmente la domanda che si sono posti centinaia o migliaia di studenti e lavoratori al tempo del Covid-19. E così il south working, una soluzione idealmente emergenziale, sta assumendo i contorni di una reale nuova possibilità di lavoro. Ma di cosa parliamo?

Già diffuso in altri Paesi, lo smart working è diventato pane quotidiano per molti lavoratori anche in Italia, in seguito allo scoppio della pandemia. Questo periodo di emergenza, infatti, ci ha insegnato i benefici del lavoro a distanza e di quello agile, ci ha costretti a rivalutare le nostre priorità, a fare un po’ i conti con schemi economico-sociali che sembrano non essere più adeguati alla società post-coronavirus.

Sì, perché la pandemia è stata un po’ come l’anno zero dell’epoca contemporanea. Come una guerra mondiale. O come Internet: c’è un prima e un dopo. Anche l’Economist, in un articolo dal titolo “Working life has entered a new era”, ha dato un nome a questa epoca, attualizzando gli acronimi B.C. and A.D. – i nostri avanti e dopo Cristo, per intenderci – che, secondo il noto settimanale britannico, significherebbero ora Before Coronavirus and After Domestication.

In questo contesto, il south working non è che una variante dello smart working, figlio dell’era del Covid-19. In poche parole, si tratta di una modalità lavorativa per la quale il lavoratore, non essendo obbligato a recarsi sul posto di lavoro, non solo lavora da casa, ma, se originario di una regione del Sud, decide di ritornare nel proprio luogo d’origine, per associare il lavoro ai benefici dell’azzeramento delle distanze dagli affetti.

Il progetto South Working

Ma il south working non è solo un fenomeno causale, è diventato un progetto dal grande potenziale. South Working – Lavorare dal Sud nasce da un’idea di Elena Militello, ricercatrice siciliana con un contratto presso l’università del Lussemburgo. Anche Elena, come migliaia di altri expat, aveva lasciato la sua Sicilia per trovare condizioni di studio e di lavoro più promettenti, prima al Nord, poi all’estero. Ritornata nella sua Sicilia a causa della pandemia, Elena ha rivalutato i benefici del vivere in un contesto familiare, pur continuando a svolgere il proprio lavoro da remoto. E qui l’idea. Insieme a un gruppo di altri otto giovani expat, Elena ha deciso di dare il via a questo innovativo progetto che si basa sulla possibilità di lavorare da remoto.

Gli obiettivi

L’obiettivo è quello di dialogare con le aziende, cercando di trovare i giusti compromessi affinché gli italiani che, per motivi di lavoro, si sono spostati al Nord o all’estero, restino nelle regioni meridionali. Tutto ciò permetterebbe di instaurare delle vere e proprie reti territoriali, con un potenziale rilancio per l’economia del Sud e conseguente riduzione delle disparità economico-sociali tra le regioni del Nord e il Mezzogiorno. E questo non solo all’interno dei confini italiani ma, perché no, anche a livello europeo.

«Il south working è l’occasione per ridimensionare il divario territoriale, economico e sociale che viviamo in Italia», afferma Elena Militello, come riporta Linkiesta. «Il nostro obiettivo è ridurre il divario tra le varie regioni, ma al rialzo, in modo da stimolare l’attrattività dell’intero sistema Paese. Dopo lo stravolgimento della pandemia, si può ripensare la geografia lavorativa».

«L’obiettivo di lungo termine – si legge sulla pagina Facebook del progetto – è quello di stimolare l’economia del Sud, aumentare la coesione territoriale tra le varie regioni d’Italia e d’Europa e creare un terreno fertile per le innovazioni e la crescita al Sud».

South working – Lavorare al Sud. Update Pagina Facebook.

South Working sembra aver preso già piede. Sono più di 4600 i follower digitali su Facebook, e questo numero è destinato ad aumentare. Il progetto ha attirato anche l’attenzione dello Svimez che, come riporta Linkiesta, ha già chiesto di poter aggiungere ai propri dati i risultati del questionario che i potenziali south workers – già più di 800 secondo Linkiesta – devono compilare. L’obiettivo sarebbe quello di poter creare un vero e proprio osservatorio su questo fenomeno.

La fuga dei cervelli

L’idea di poter lavorare con il beneficio di ritornare al Sud sembrerebbe paradossale per molti. Ma, potenzialmente, potrebbe avere delle conseguenze molto positive per le regioni meridionali che, negli ultimi anni, sono state interessate da fortissimi fenomeni di emigrazione.

D’altronde, la ‘fuga dei cervelli’ non è di certo un fenomeno recente. Al contrario, l’Italia e, in particolare, il meridione fanno i conti con questo problema da decenni. Secondo l’ultimo rapporto SVIMEZ (2019) il Mezzogiorno continua a perdere i suoi giovani a causa dell’emigrazione al Nord e all’estero, che interessa soprattutto i laureati e, in generale, giovani con alto livello di istruzione.

«Dall’inizio del nuovo secolo», si legge nel rapporto, «hanno lasciato il Mezzogiorno 2 milioni e 15 mila residenti: la metà sono giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto laureati». Di questi il 16% si sono trasferiti all’estero e più di 850 mila non ritornano più nelle regioni meridionali abbandonate. Una migrazione definita da SVIMEZ come figlia di una società incapace di offrire opportunità interessanti ai giovani tra i 25 e i 34 anni, sia con alti livelli di formazione sia orientati alle arti e ai mestieri.*

E dunque se, in generale, il Nord potrebbe soffrire il fenomeno del south working, il Sud potrebbe giovarne, riscoprendo quei cervelli che sono stati costretti alla fuga, ma che sarebbero felici di poter riabbracciare i propri territori.

Una nuova concezione di lavoro

Insomma, tra tutte le debolezze della società che la pandemia ha messo a nudo, il modo di concepire il lavoro è sicuramente una di queste.

La prospettiva di considerare il lavoro in un’ottica completamente nuova è a dir poco allettante. Una prospettiva che scardinerebbe le logiche socio-economiche che hanno caratterizzato negli anni i processi di migrazione interna e definito poli urbani accentratori di occupazione e potere economico. E, di conseguenza, di reddito.

L’idea di poter lavorare senza limiti geografici anche al di là dell’emergenza – diciamocelo – è tanto rivoluzionaria quanto, di fatto, difficile da attuare e da accettare nell’Italia che conosciamo. Eppure, è pur sempre un’idea diversa di intendere una parte di occupazione in un Paese da molto tempo succube di staticità e stagnazione. Forse il Covid-19 ci costringe realmente a ripensare l’idea di lavoro al quale siamo stati abituati.

In questo senso, il south working potrebbe essere davvero un’opportunità per rilanciare i territori del Sud? Forse. Ci avvieremo verso uno spopolamento delle città? Verso un’invesione di tendenza migratoria, con tutti gli annessi e connessi? Piuttosto improbabile. E come reagirà la tecnologia, se tanti problemi di connessione, essenziale per lo smart working, erano emersi già con la didattica a distanza? Difficile a dirsi ora, poiché troppe sono le incognite e tanti gli interessi economici in ballo. Lo scopriremo solo vivendo. Sarà una scommessa, come tutto, d’altronde, durante l’A.D. (after domestication).

* Qui i dati 2019 pubblicati da SVIMEZ.

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Arrestato ventenne che ricattava la fidanzata per non pubblicare foto intime

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Un ventenne è stato arrestato in flagranza di reato dalla Squadra Mobile di Caserta. L’accusa a suo carico è di tentata estorsione a danno di una ragazza, sua coetanea, con cui intratteneva una relazione.

Un ricatto durato mesi

Il ragazzo ha ricattato per mesi la fidanzata, chiedendo denaro in cambio della promessa di non pubblicare sui social network delle immagini e dei video che ritraevano la ragazza in atteggiamenti intimi.

All’ennesima richiesta di denaro, la ragazza ha denunciato il ventenne e così gli agenti hanno organizzato un servizio di osservazione per monitorare l’ultimo incontro della coppia.

Arrestato in flagranza di reato

Il ragazzo ha chiesto alla fidanzata altro denaro assicurandole che, in cambio, avrebbe distrutto i video e le fotografie. A reato consumato gli agenti lo hanno bloccato, arrestandolo; il Gip ha poi convalidato l’arresto.

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Elezioni Regionali, De Luca super favorito. La conferma arriva dai sondaggi

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Continuano a rimanere in testa Vincenzo De Luca nei sondaggi in vista delle elezioni regionali in Campania, che si terranno il prossimo 20 e 21 settembre.

Stando all’ultima indagine condotta da Winpoll per il Sole 24 Ore, il governatore uscente di centrosinistra avrebbe trenta punti di vantaggio rispetto a Stefano Caldoro, il candidato del centrodestra.

De Luca sarebbe ben oltre la soglia della maggioranza assoluta anche se alle elezioni regionali, tranne che in Toscana, non è previsto un ballottaggio: vincerà le elezioni il candidato Presidente capace di prendere pure un solo voto in più rispetto agli avversari.

L’indagine condotta da Winpoll e iniziata a circolare in data 25 agosto vede infatti Vincenzo De Luca praticamente doppiare Stefano Caldoro, che fino a qualche mese fa era dato come il favorito di queste elezioni.

Sarebbe sotto la soglia della doppia cifra Valeria Ciarambino, una sorta di smacco per il Movimento 5 Stelle che alle ultime politiche in Campania aveva fatto il pieno di seggi.

In testa infatti ci sarebbe la lista De Luca Presidente, una delle quindici che sostengono il governatore, che andrebbe a precedere di poco quella dei 5 Stelle in questo caso attestati al 17%. Ne centrodestra male Forza Italia indicata al 6%, mentre Fratelli d’Italia sarebbe di un soffio sopra la Lega.

Stando ai sondaggi Vincenzo De Luca sarebbe di conseguenza il grande favorito di queste elezioni regionali in campania, una partita che vedendo queste percentuali sembrerebbe al momento non avere storia.

Caserta, uomo si suicida lanciandosi dai Ponti della Valle

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Ritrovato il corpo senza vita di un uomo, probabilmente suicida, a Caserta. L’uomo si sarebbe lanciato dal ponte dopo essere giunto sul luogo con la sua macchina.

E’ un ritrovamento macabro quello fatto dai Carabinieri di Maddaloni. I militari hanno infatti rinvenuto il cadavere di un uomo nei pressi dei Ponti della Valle. L’Arma è stata avvertita questa mattina dell’accaduto tramite una segnalazione, tuttavia una volta giunti sul posto gli uomini della Benemerita non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo. La vittima, un 56enne casertano, è stato identificato tramite i documenti che aveva con sé.

L’uomo sarebbe caduto dai Ponti della Valle, ma sono ignote le dinamiche che hanno condotto al fatto; tuttavia la pista più certa resta quella del suicidio. Sul ponte ritrovata anche l’auto dell’uomo.

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Preoccupa l’aumento di casi di Covid-19, la Campania corre ai ripari

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Nuovo aumento di casi di coronavirus in Campania: ecco le proposte del presidente della Regione Vincenzo De Luca e le iniziative di alcuni Comuni.

Coronavirus in Campania: dopo i 138 casi registrati solo nella giornata di domenica (di cui 133 asintomatici), è necessario correre ai ripari. Ieri infatti ha riaperto il covid center del Loreto Mare (clicca qui per maggiori informazioni) e diverse sono state le proposte del presidente della Regione Vincenzo De Luca (es. test rapidi per chi rientra dalla Sardegna e acquisto di termoscanner nelle scuole).

Il presidente De Luca ha inoltre dichiarato:

«Negli ultimi 12 giorni sono state sottoposte complessivamente a tampone in Campania 33.781 persone e 695 sono risultate positive. Si è deciso di potenziare ulteriormente i laboratori, con immissione di nuovo personale. Si punta ad arivare anche a 6-7000 tamponi al giorno da realizzare entro la prima settimana di settembre».

Intanto si stanno prendendo varie iniziative per tenere maggiormente la situazione sotto controllo e sensibilizzare i cittadini. Ad esempio, all’aeroporto di Capodichino hanno stabilito turni dalle 8 alle 24 per poter fornire il risultato dei tamponi entro un solo giorno.

Sull’isola di Capri, invece, i due Comuni di Capri e Anacapri hanno varato un progetto per diffondere l’app “Immuni” sul territorio isolano, coinvolgendo scuole, negozi, hotel, circoli culturali e ristoranti.

A Roccamonfina il sindaco Carlo Montefusco ha avviato una campagna di tamponi “drive- in”, con test eseguiti direttamente dal finestrino dell’auto, previa convocazione via sms o email.

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+++ Ultim’ora: Briatore ricoverato per Covid +++

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Una notizia esclusiva dell’Espresso rivela che il noto imprenditore milionario Flavio Briatore è stato ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano per aver contratto il Covid.

Secondo l’Espresso, Briatore sarebbe arrivato nella struttura milanese lunedì, probabilmente contagiato nel focolaio scoppiato al “Billionaire”, la cui chiusura ha mandato in quarantena oltre 100 dipendenti.

Nelle scorse ore proprio il locale di Porto Cervo si è rivelato essere un focolaio attivo del contagio con ben 58 persone dello staff risultate positive al virus dopo essere stati sottoposti al tampone.

Al momento Briatore non si troverebbe in terapia intensiva ma le sue condizioni, secondo quanto rivela L’Espresso, sono definite “serie”.

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Scuola, De Luca: “in Campania termoscanner agli ingressi”

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In una riunione coi vertici sanitari, la Regione ha programmato l’acquisto di termoscanner per gli istituti scolastici

Ieri a palazzo Santa Lucia si è tenuta una riunione convocata dal presidente De Luca. Sono state affrontate le problematiche relative alla riapertura delle scuole. In una nota si legge:

Come già comunicato dal presidente De Luca si ritiene assurda e totalmente inefficace la disposizione nazionale secondo cui il controllo della temperatura viene fatto a casa. Per questo motivo la Regione ha deciso di acquistare termoscanner da assegnare agli istituti per fare in modo che la temperatura venga misurata agli alunni all’ingresso degli stessi istituti.

All’incontro era presente l’Unità di Crisi e i vertici delle Asl e delle Aziende ospedaliere. Nella rilevazione della temperatura avranno la precedenza le scuole secondarie di secondo grado. Nei prossimi giorni si avrà un quadro più chiaro anche a seguito dello screening volontario sui docenti.

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Campania, De Luca: “A scuola siano obbligatori screen di massa”

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di Maria D’Angelo – “Sono preoccupato sulla riapertura delle scuole a settembre. Tutte la valutazioni scientifiche ci confermano che diversamente a quanto si pensava la fascia giovanile non è esclusa dal covid19, anzi, anche quando sono asintomatici portano il contagio e quindi possono portare il virus in famiglia”.

Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca a margine di un convegno a Napoli.

“La situazione – ha spiegato – è quindi pericolosa per gli alunni e per le famiglie. Non so cosa metterà in piedi il governo nazionale, so che viene annunciato uno screening di massa ma dicono che sia su base volontaria. Io penso dovrebbe essere obbligatorio, almeno per i docenti e il personale scolastico. Noi ci prepariamo a fare questo lavoro in piena autonomia per dare serenità alle famiglie e agli studenti”.

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Lega, Regionali: “Prima i campani”, dopo anni di insulti e razzismo

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La Lega e il nuovo slogan per le regionali: “Prima i campani” e poi tour di Salvini di tre giorni.

La Lega parte alla riscossa con le Regionali in Campania e sul manifesto di propaganda c’è il volto sorridente di Matteo Salvini, con la scritta:

“Prima i campani”.

Uno slogan che fa a cazzotti con la storia della Lega (ex lombarda) e le frasi pronunciate da Salvini fino a pochi anni fa contro i partenopei, ampiamente preceduto da Bossi e affini.

Nel 2014, il leader del Carroccio, è stato anche condannato a una pena pecuniaria per l’episodio di razzismo verificatosi alla festa della Lega Nord a Pontida del 2009, Salvini che era allora capogruppo al Comune di Milano, si lasciò andare a cori contro i napoletani:

“Senti che puzza scappano anche i cani, sono arrivati i napoletani. Sono colerosi, terremotati…”.

Salvini porterà avanti la campagna elettorale, andando in giro in Campania da martedì 25 agosto. Sulla pagina social, si legge:

“Il capitano torna in Campania”.

Ma la reazione dei campani da quella auspicata dal carroccio e anche questa volta i manifestanti potrebbero dargli del filo da torcere.

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