giovedì, Dicembre 25, 2025
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#icantbreathe – Morte George Floyd: cos’è successo e chi sono i Poliziotti coinvolti

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Chi era George Floyd? Qual è stata la dinamica alla base della sua morte? Chi sono i poliziotti coinvolti nel caso?

Non riesco a respirare: il caso George Floyd

Chiunque abbia acceso almeno una volta il computer, la televisione o la radio negli ultimi dieci giorni avrà sentito parlare dell’ondata di poteste che, al grido di #icantbreathe e #blacklivesmatter partendo dagli Stati Uniti, stanno scuotendo tutto il mondo [Leggi qui se vuoi sapere le iniziative a riguardo portate avanti a Napoli ed in Campania – INSERIRE LINK ALL’ALTRO ARTICOLO]

Le proteste sono state spesso pacifiche, talvolta invece addirittura violente, e sono iniziate dalla sera in cui George Floyd è morto.

La morte dell’uomo, un afroamericano quarantaseienne di Minneapolis, è avvenuta mentre era in corso un suo arresto da parte di alcuni agenti di polizia.

Un filmato amatoriale, diventato virale, mostra la morte agonizzante di Floyd: steso a terra con il ginocchio di Derek Chauvin – uno dei poliziotti – che gli preme sul collo, l’uomo continua a ripetere: I can’t breathe, non posso respirare.

Quelle saranno le sue ultime parole.

E’ complicato districarsi nella miriade di informazioni riguardanti questo argomento da cui siamo stati investiti nel corso di questi giorni. Chi era George Floyd? Qual è stata la dinamica alla base della sua morte? Chi sono i poliziotti coinvolti nel caso?

La dinamica della morte di Floyd

George Floyd era un afroamericano di Minneapolis. Come molte altre persone, ha perso il suo lavoro da buttafuori a seguito dell’emergenza covid19.

Come ricostruito dal New York Times attraverso tutti i filmati disponibili, la sera del 25 Maggio George Floyd si trovava in macchina con altre due persone. Sono circa le 20, e sembra che l’uomo abbia appena comprato da un negozio lì vicino – il Cup Food – delle sigarette.

Sembra che per farlo abbia usato una banconota falsa, ed è per questo che, come mostrano i filmati di sorveglianza, due dipendenti del negozio si recano alla sua macchina. Chiedono di riavere indietro le sigarette, ma si allontanano dall’automobile a mani vuote.

E’ questo il  momento in cui viene chiamata la polizia.

Arriva dopo poco una prima vettura delle forze dell’ordine. Ne escono i poliziotti Thomas Lane e Alexander Kueng; il primo estrae la pistola ed intima a Floyd di mettere le mani sul volante. Riposta nuovamente la pistola nella fondina, costringe Floyd ad uscire dalla sua automobile, lo conduce al marciapiede e lo ammanetta. Di questi accadimenti esiste un video girato da una persona seduta nell’automobile dietro quella di Floyd.

Arriva una seconda volante della polizia, sulla quale viaggiano i due poliziotti Tou Thao e Derek Chauvin. Quest’ultimo si avvicina subito a Floyd, mentre l’agente Kueng cerca di farlo salire nell’automobile della polizia spingendolo. Chauvin lo fa invece stendere a terra.

Kueng, Lane e Chauvin bloccano Floyd facendo peso con i loro corpi, schiacciando gambe, torace e collo. Floyd è steso in terra a faccia in giù, le mani legate e tre poliziotti che lo bloccano, schiacciandolo al suolo. Questa scena è ripresa da un video girato da un passante.

Sono le 20:20, ed è in questo momento che si sente Floyd che comincia a rantolare I can’t breathe, Non riesco a respirare. L’agente Thao osserva la scena a pochi metri di distanza. Gli agenti richiedono a questo punto per due volte l’intervento di un’ambulanza: la prima volta parlano di un “codice 2” – ovvero “intervento non urgente” – e la seconda di un “codice 3” “intervento urgente”.

L’agente Chauvin continua a premere per 8 minuti e 46 secondi sul collo di Floyd, ignorando le sue parole e non scostandosi nemmeno in seguito allo svenimento dell’uomo.

I passanti, che stanno filmando quanto accade, sono adesso in stato di agitazione e chiedono che qualcuno aiuti Floyd: Chauvin, come si mostra nello specifico nel video della diciassettenne Darnella Fraziel, non si muove nemmeno allora.

Arriva la prima ambulanza e Chauvin anche adesso rimane con il ginocchio sul collo di Floyd. Come riportato dai documenti ufficiali, l’agente Lane chiede per due volte a Chauvin se secondo lui non sia il caso di spostarsi e di girare Floyd da un lato, ma Derek Chauvin non si muove.

L’ambulanza chiede l’intervento dei Vigili del Fuoco per avere aiuto medico. Finalmente Floyd viene spostato su una barella, caricato in ambulanza e portato via. Dopo pochi minuti arrivano i Vigili del Fuoco, ma passeranno altri preziosi minuti prima che vengano loro date le informazioni necessarie affinché possano raggiungere l’ambulanza.

George Floyd ha un arresto cardiaco, e viene dichiarato morto alle 21:25 in un vicino ospedale.

I precedenti degli agenti coinvolti e il codice di Polizia di Minneapolis

Gli agenti Tou Thao e Derek Chauvin avrebbero già subito dei biasimi e delle lamentele per il loro operato, in precedenza. Chauvin è stato coinvolto in ben più di una sparatoria, durante una delle quali è anche morta una persona; Thao sarebbe stato richiamato per aver usato metodi brutali.

Nello specifico:

  • nel 2006 l’agente Chauvin – che vanta ben 19 anni di servizio all’interno delle forze di polizia – fu uno dei sei agenti coinvolti nel cosiddetto “Caso Reyes, durante il quale sei ufficiali spararono in una casa di Minneapolis. Non fu mai fatta chiarezza sull’uso, in quel contesto, delle armi da fuoco.
  • Ancora nel 2006, Chauvin e sette agenti furono nominati in una causa presentata da un detenuto del Minnesota Correcional Facility a Lino Lakes. La causa fu archiviata l’anno seguente.
  • Nel 2008 Chauvin intervenne quando Ira Latrell Toles, ventunenne, fu rinchiusa in un bagno. Quando il poliziotto entrò nella stanza Toles cercò di fuggire e non obbedì agli ordini della polizia. A questo punto, nei documenti Chauvin racconta di come la ragazza lo avrebbe aggredito e che, nella lotta derivata dall’aggressione, avrebbe cercato di afferrare la sua pistola. Il poliziotto sparò due colpi a Toles, colpendola all’addome.
  • Nel 2011 Chauvin è stato temporaneamente congedato per aver risposto ad una sparatoria. Come riportato nei database dell’Ufficio di condotta di polizia della città, Derek Chauvin ha subito numerose denunce – nessuna delle quali ha avuto conseguenze disciplinari.

L’operato degli agenti nel caso che riguarda George Floyd, indelebilmente impresso nelle menti di coloro che hanno assistito alla scena o che hanno visto uno dei numerosi video presenti in rete, lascia sconvolti.

Le modalità con cui ha agito Derek Chauvin si discostano anche da quanto prescritto nel codice di comportamento della Polizia di Minneapolis: bloccare una persona a terra utilizzando il proprio peso e premendo il ginocchio sul collo è una tecnica che è sì concesso utilizzare – anche se molti altri corpi di polizia, giudicandola troppo pericolosa, l’hanno ormai vietata –  ma soltanto quando una persona resiste attivamente all’arresto.

Come dimostrano le testimonianze ed i filmati, non era decisamente questo il caso di George Floyd.

Le accuse

Inizialmente, Derek Chauvin e gli altri tre poliziotti coinvolti erano stati licenziati.

In seguito alle proteste sempre più violente, alla fine Chauvin è stato arrestato. Inizialmente, l’accusa per lui era stata quella di manslaughter, omicidio colposo e third degree murder, omicidio di terzo grado: nell’ordinamento dello stato del Minnesota, l‘accusa che viene mossa quando si commette un omicidio compiendo un’azione pericolosa, aggravata dalla crudeltà –  senza aver però avuto l’intenzione di uccidere una persona.

In seguito, l’accusa si è trasformata in omicidio di secondo grado. Si tratta di una tipologia di reato molto più grave, che comprende l’omicidio volontario e che potrebbe portare Chauvin a subire una condanna di 40 anni di carcere.

Gli altri agenti sono stati invece accusati di aver facilitato l’uccisione di George Floyd.

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Sull’argomento leggi anche:

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Verso la fase 3, nuove aperture e concessioni

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Dal 15 giugno comincerà la fase 3, con nuove riaperture e concessioni che permetteranno di ritornare ad una vita quasi normale.

Con il nuovo dpcm del Presidente Conte l’Italia si avvia verso la fase 3: continua l’ondata delle graduali riaperture che vigeranno per la durata di un mese, ossia fino al 14 luglio.

Le conferme

Molte delle aperture che riguardano la fase 3 erano già state annunciate nelle scorse settimane. Si confermano le riaperture delle sale da gioco e dei centri termali, oltre che dei cinema e dei teatri per spettacoli e concerti. A questo proposito, sarà necessario osservare con maggiore attenzione le ormai consuete regole di distanziamento sociale: i posti a sedere dovranno essere pre-assegnati e distanziati, mentre i limiti massimi per gli spettatori sarà di 1000 persone per spettacoli all’aperto e 200 al chiuso. Su indicazione delle varie regioni, inoltre, sarà possibile l’accesso anche a centri sociali e culturali. Riaprono anche le aree gioco per i bambini in parchi e ville all’aperto.

Concesso, sempre a discrezione delle varie regioni, l’allenamento e la pratica degli sport da contatto come calcetto, basket, pallavolo e tutti gli sport di squadra in generale. Sarà proprio il calcio ad anticipare questo – letterale – ritorno in campo con le semifinali di Coppa Italia, in programma per le serate del 12 e del 13 giugno.

I divieti

Restano per ora ancora alcuni divieti. Non sarà ancora possibile durante la fase 3 l’apertura di discoteche e sale da ballo, sia all’aperto che al chiuso. Anche qui, però, le regioni possono godere di libero arbitrio. Starà a loro decidere, qualora optassero per una riapertura anticipata, il numero massimo di partecipanti alle attività e le loro modalità. Per una riapertura ufficiale e su scala nazionale, comunque, bisognerà attendere nuove indicazioni entro il 14 luglio. Per quella data è previsto, infatti, l’inizio verso una nuova fase di riaperture. Negata anche la riapertura di convegni e fiere.

Rimangono sospesi per il momento anche gli spostamenti extra-continentali, per i quali bisognerà attendere almeno il 30 giugno. Tra il 15 e il 16 giugno, comunque, i cittadini italiani potranno viaggiare nei Paesi UE e, più in generale, dell’Europa. Tutti i viaggi (europei o extraeuropei) rimangono comunque consentiti qualora sussistano necessità primarie, lavorative o di salute.

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Da Licola a Castel Volturno: le acque si tingono di nero

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Con la riapertura delle attività e la fine del lockdown, le acque della Campania si tingono di nero: da Licola a Castel Volturno.

Sporcizia, detriti, le acque del mare di Licola e del canale Agnena di Castel Volturno sono maleodoranti e inquinate. Le condizioni inaccettabili del mare hanno spopolato sui social. Il presidente e portavoce dell’associazione “Onlus Licola Mare Pulito” dichiara:

Devo segnalare l’ennesimo scempio di cosa sta avvenendo. Bisogna tenere la mascherina perché la puzza è davvero vergognosa. […] La spiaggia è totalmente nera. E’ tutto inquinato. C’è un fiume di reflui che finisce a mare. Complimenti a tutti per l’impegno che ci state mettendo, […] tanto alla fine chi paga sono i poveretti, mica la gente ricca che se ne può andare da un’altra parte. Sembrerebbe percolato che arriva tramite le fogne a mare, poiché il sollevamento di via Madonna del Pantano è ancora fermo.

Il presidente dell’Onlus ha poi tenuto una diretta su Facebook per mostrare il disastro ambientale in corso.
Anche il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, ha denunciato le pessime condizioni del canale Agnena di Castel Volturno sui social:

Ci hanno inviato delle immagini aree del canale Agnena, in località Castel Volturno, che mostrano quante le acque siano tornate torbide e scure. L’Arpac sta monitorando la condizione delle acque dell’Agnena e la magistratura sta indagando. Difendiamo la nostra terra dai crimini ambientali.

La magistratura ha aperto un’indagine ha già avvitato le indagini per far luce sulla questione e come dichiarato dal consigliere regionale, l’Arpac sta monitorando la situazione.

 

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Ferma per più di un’ora la Linea 1 della metropolitana di Napoli a causa di un guasto

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Ferma per circa un’ora la Linea 1 della metropolitana di Napoli, sull’intera tratta che da Piscinola arriva a Piazza Garibaldi.

L’ANM ha comunicato il guasto tecnico, risolto alle 16:08, un’ora dopo la comunicazione iniziale: “”Metro Linea 1: causa guasto tecnico, la circolazione dei treni è temporaneamente sospesa su intera tratta. Tecnici al lavoro. Ci scusiamo per il disagio”.

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Samu Castillejo rapinato a Milano, arrestati due napoletani

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Samu Castillejo, attaccante attualmente in forza al Milan, ha subìto una rapina, nel pomeriggio di ieri verso le 18, a seguito della quale si è visto sottrarre un orologio dal valore di 80.000 euro.

Oggi due persone sono state sottoposte a fermo dalla Polizia di Milano con l’accusa di aver effettuato la rapina ai danni del calciatore spagnolo. Entrambi i rapinatori sono residenti a Napoli e con precedenti di polizia specifici.

In seguito al fermo operato dagli agenti della Polizia Stradale di Arezzo nell’area di servizio Bettolle della A1, gli agenti della Squadra Mobile di Milano hanno effettuato una perquisizione a Brugherio, nell’abitazione di una donna di 41 anni di origini salernitane, amica di uno dei due rapinatori. L’arma utilizzata per la rapina non è stata ritrovata e nemmeno i vestiti indossati dai due durante la rapina, in quanto la donna ha riferito agli agenti di averli gettati in un cassonetto per la raccolta di indumenti usati ma che è risultato essere già svuotato al momento del controllo da parte degli agenti.

La donna è stata indagata per favoreggiamento. La Squadra Mobile nel corso delle prime attività investigative ha inoltre accertato che i due, durante il lockdown, avevano raggiunto Milano, e che quindi avrebbero quantomeno avuto un ruolo importante nell’ambito della rapina ai danni di Samu Castillejo.

 

 

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Riapre il Museo Cappella Sansevero: “La meraviglia a un metro da te”

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Domani 12 giugno riapre al pubblico il Museo Cappella Sansevero dopo la chiusura causata dall’emergenza sanitaria.

La meraviglia ad un metro da te“: il Museo Cappella Sansevero torna ad accogliere e meravigliare il pubblico. Nello spazio antistante il portone d’ingresso infatti la chiara segnaletica invita i visitatori a mantenere un metro di distanza nell’attesa di entrare. Per rispettare le norme sanitarie, ognuno dovrà entrare munito di mascherina e dovrà anche sottoporsi al controllo della temperatura.

“La meraviglia a un metro da te”: ecco la segnaletica che accoglie i visitatori nel Museo Cappella Sansevero

Domani 12 giugno, il Museo Cappella Sansevero riaprirà al pubblico dopo la chiusura imposta dall’emergenza sanitaria. Già stamattina però le meraviglie della cappella hanno accolto diversi giornalisti per l’anteprima per la stampa. A fare gli onori della casa del principe Raimondo di Sangro è l’amministratore del Complesso Monumentale della cappella, Carmine Masucci. Dà il benvenuto, ricordando che la riapertura avviene in una data molto  importante per il museo:

«Esattamente 30 anni fa, l’11 giugno 1990, la cappella riaprì dopo tre anni di complessi lavori di restauro. All’epoca piazza San Domenico fu liberata per la prima volte dalle auto. Fu una nuova ripartenza per il centro storico di Napoli. Anche stavolta l’auspicio è questo. Speriamo che tra oggi e domani, anche grazie alla nostra riapertura, il centro storico di Napoli possa riprendere il suo tradizionale aspetto».

La riapertura del Museo Cappella Sansevero: l’anteprima per la stampa

Per spiegare maggiori dettagli alla stampa, prende poi la parola il presidente e il direttore del Museo, Fabrizio Masucci:

«Premetto che mai avrei pensato di guidare all’interno della Cappella una visita logistica e non storico-culturale. Non sono infatti amante della segnaletica, ma per poter riaprire dobbiamo consentire che le regole e le distanze siano rispettate. Il nostro è un piccolo museo, ma conta un numero di visitatori pari a quello di uno di maggiori dimensioni. Non è stato facile riprogrammare gli accessi».

Il Museo Cappella Sansevero ha infatti superato i 750.000 visitatori nell’anno 2019 e nei mesi di chiusura del 2020 (marzo, aprile e maggio) contava già circa 20.000 prenotazioni. Fabrizio Masucci confessa che la prima emergenza da superare è stata proprio quella di dover rispondere a tutti coloro che chiedevano informazioni su come ricevere il rimborso. L’impeccabile organizzazione del Museo ha però già provveduto a fornire voucher per rimborsare i biglietti o semplicemente per fornirne uno nuovo, da utilizzare nel giro di 18 mesi. Il presidente Masucci continua:

«Nel periodo di chiusura abbiamo sempre aderito finanziando  l’iniziativa della “spesa sospesa”. Inoltre con la collaborazione di Antenna International abbiamo anche riprogrammato i social. Abbiamo creato una web app per far ascoltare la guida del percorso museale; l’esperienza però si conclude con la riapertura del Museo».

Fabrizio Masucci spiega le nuove norme da seguire all’interno del Museo Cappella Sansevero

Fabrizio Masucci prosegue spiegando le nuove norme da rispettare all’interno del Museo Cappella Sansevero:

«Non c’è un vero e proprio percorso da seguire. C’è solo la necessità di seguire un percorso unidirezionale, con tappe consigliate. La segnaletica a terra, disegnata da Giovanna Grauso, permette di mantenere un metro di distanza mentre si ammirano le sculture. C’è anche un senso di marcia consigliato per poter girare intorno al Cristo velato. Prima di accedere alla zona delle macchine anatomiche, ci sono diversi punti di sosta per aspettare di poter accedere alla cavea sotterranea. Lì la capienza massima è di 4 persone. In tutta la cappella invece potranno esserci contemporaneamente massimo 35 visitatori».

Una riapertura con alcune novità

Il presidente Masucci e i suoi collaboratori chiariscono che nella biglietteria sarà presente un “contapersone” in costante aggiornamento, che permetterà di conoscere il numero di visitatori all’interno del Museo. Pertanto, per poter visitare la Cappella in un determinato giorno e orario, è vivamente consigliata la prenotazione online. I biglietti cartacei “last minute” possono essere emessi solo se non è stato ancora raggiunto il numero di 35 visitatori. Per i gruppi invece la prenotazione online è obbligatoria, una novità per il Museo.

Per concludere la presentazione, Fabrizio Masucci racconta  un aneddoto:

«Circa 3 settimane fa, dopo tante e-mail di preoccupazione, ne è arrivata una che ha avuto uno sguardo verso il futuro: una signora chiede quando avremmo riaperto. Le ho promesso di omaggiarla con una visita al Museo il prima possibile. Intanto però i messaggi di prenotazione sono aumentati, ne abbiamo per ora circa un centinaio per il mese di giugno. Avverto già una grande energia e spero che la nostra riapertura possa aiutare il centro storico di Napoli a rimettersi in marcia: una ripartenza graduale, ma costante».

Il Museo Cappella Sansevero sarà aperto dal mercoledì alla domenica dalle ore 10:00 alle ore 19:00. Sarà possibile usare anche le audioguide, che saranno sanificate dopo ogni utilizzo. Non resta quindi che tornare a meravigliarsi dei tesori che nasconde all’interno!

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Bonus Spesa, in Campania maxi truffa: scoperti 542 irregolari

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La Guardia di Finanza scova un cavillo nelle autocertificazioni dei Bonus Spesa

542 imbroglioni, fra i quali ci sono anche 80 pregiudicati. Questo l’esito del blitz eseguito dalla Guardia di Finanza di Caserta, che ha scoperto numerose irregolarità fra coloro che percepiscono il bonus spesa. I militari, infatti, hanno effettuato controlli sulla veridicità di migliaia di autocertificazioni presentate dai cittadini che hanno fatto uso dei “bonus spesa COVID-19”. Il raffronto tra i singoli dati dichiarati e quelli risultanti dalle banche dati cui ha accesso la GdF ha permesso di scoprire un gran numero di irregolarità. Il Bonus spesa è d’uso per le famiglie maggiormente colpite dagli effetti economici dell’emergenza sanitaria, in particolare a chi non percepisce altri sostegni finanziari.

Hanno analizzato 10.000 domande provenienti da 20 Comuni, tra i più popolosi della provincia di Caserta. Alcuni degli enti locali hanno inviato spontaneamente alla Guardia di Finanza, il bando di assegnazione e l’elenco dei beneficiari per le verifiche di competenza. In altri casi, invece, hanno selezionato solo una parte degli assegnatari secondo alcuni indici di maggior rischio di irregolarità: ad esempio, le autocertificazioni che attestano il mancato possesso una forma di sostentamento reddituale del nucleo familiare.

Si è proceduti poi alla verifica dell’effettiva mancata percezione di altre forme di sostegno pubblico o del possesso di altri redditi superiori a determinate soglie di valore, scaglionate secondo la numerosità del nucleo familiare.

Oltre 100.000 euro percepiti illegalmente

Il riscontro di questa prima tornata di verifiche, quindi, è di 542 irregolarità complessive, con un importo totale illecitamente percepito che supera i 100.000 euro. Per più di 400 casi le dichiarazioni false hanno comportato l’assegnazione di un buono spesa erroneamente. Nel restante centinaio di casi i richiedenti hanno dichiarato il falso “soltanto” per avere titolo preferenziale nell’ assegnazione

Alcuni comuni sono riusciti a soddisfare tutte le istanze ricevute o comunque hanno deciso di distribuire le risorse “a pioggia” non prevedendo requisiti reddituali particolarmente selettivi. Complessivamente sono 333 i soggetti verbalizzati ai sensi dell’art. 316 ter c.p. Prevista l’irrogazione di una sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da euro 5.164 a euro 25.822 nel limite del triplo del beneficio conseguito. All’Autorità Giudiziaria, invece, hanno denunciato altri 131 richiedenti per falso in atto pubblico.

80 dei soggetti sanzionati sono gravati da precedenti di polizia, anche per reati di grave entità. Sono invece 416 le segnalazioni inoltrate agli enti locali erogatori per la revoca del beneficio. I controlli stanno continuando tutt’ora con riguardo ad alcuni Comuni che hanno consegnato con ritardo la relativa documentazione. In alcuni casi, le verifiche delle Fiamme Gialle casertane sono andate a coprire anche la correttezza delle graduatorie stilate dai funzionari responsabili dei relativi procedimenti amministrativi.

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Napoli, gestori di Nabilah e Arenile: “Dopo il secondo drink difficile mantenere distanze”

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Da lunedì 15 giugno le discoteche napoletane potranno riaprire, ma i titolari sono scettici sulle nuove regole imposte alle strutture.

A mostrare scetticismo è Umberto Frenna, titolare dell’Arenile, che intervistato da Gianni Simioli dice che “è difficilissimo mantenere i due metri di distanza in una discoteca. Chi ha scritto questa regola non ha mai partecipato ad una serata”. L’Arenile sarà aperto come lido dalle 9.30 alle 19.00 e ha fissato un aperitivo domani alle 17.00. Dal 15 ci saranno anche gli aperitivi serali, con prenotazione e servizio ai tavoli.

Anche secondo un socio del Nabilah “non riusciremo a garantire delle precauzioni come quelle previste. Sarà difficile obbligare tutti a mantenere i due metri di distanza. La scorsa settimana le persone erano distanziate e guardavano il sole tramontare mentre bevevano il drink. Quello che prevedo è che dopo il secondo drink sarà molto difficile riuscire a mantenere tutte le precauzioni”.

Diversa l’opinione di Giorgio Bracci, noto dj, secondo cui “questa può essere un’opportunità per cambiare. Queste limitazioni potrebbero portare le persone a scegliere di ballare perché piace realmente e non per esibirsi. Di conseguenza, potrebbe esserci una selezione più accurata”. Dello stesso pensiero è anche il pr Davide Scafa. “Faremo ulteriore selezione per trovare quelle persone che vogliono venire nei locali a ballare pur rispettando le nuove regole”.

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Caserta, sequestrati distributori di benzina per truffa agli automobilisti

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Caserta: due distributori di benzina situati a Roccaromana e Sant’Angelo d’Alife sono finiti sotto sequestro con l’accusa di “allungare” la benzina con olio lubrificante.

La Guardia di Finanza ha infatti accertato che benzina e gasolio venivano venduti senza rispettare gli standard normativi e senza pagare le accise. A finire nei guai un imprenditore di 42 anni che gestiva una catena di pompe bianche.

Di proprietà dello stesso imprenditore anche un altro stazionamento di benzina sequestrato a Riardo nel novembre scorso per gli stessi motivi: i finanzieri di Capua, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno accertato che il 42enne miscelava il gasolio con olio lubrificante, mentre la benzina aveva un numero di ottani inferiore al minimo di legge.

Così comportandosi, l’imprenditore riusciva a pagare sì meno tasse, ma allo stesso tempo finiva per danneggiare i motori delle vetture degli automobilisti che facevano rifornimento presso i suoi distributori.

Ora il Comando provinciale di Caserta tiene sott’occhio altri distributori di benzina che sarebbero stati segnalati per prezzi del carburante sospetti e che, quindi, avrebbero potuto mettere in atto lo stesso modus operandi dell’imprenditore finito sotto accusa.

 

 

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Sarà Valeria Ciarambino a sfidare De Luca alle regionali in Campania

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di Raffaele Accetta- Chiuso il voto degli iscritti su Rousseau è arrivata l’ufficializzazione: sarà  Valeria Ciarambino, capogruppo del Movimento 5 Stelle nel Consiglio regionale della Campania, la candidata alla presidenza della Regione Campania per l’M5s.

Nel voto su Rousseau, partito ieri mattina e concluso oggi alle 12, Ciarambino ha ottenuto il 71,9% delle preferenze (2.406 voti), superando Marco Ferruzzi (16,3% con 547 voti) e Giovanni Rea (11,8% e 394 preferenze).

La consultazione era aperta ai residenti in Campania iscritti a Rousseau da almeno sei mesi. Si sono espresse complessivamente 3.347 persone.

La scelta di Ciarambino, da sempre in prima linea contro De Luca, sembra dunque escludere qualsiasi alleanza del m5S con il PD in Campania.

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