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Ancora un altro incendio sul litorale domizio: aria irrespirabile

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Un vasto incendio è divampato nella notte tra il 12 e il 13 maggio tra il litorale di Licola e Varcaturo.

Tutta la zona circostante si è ritrovata, intorno alle 23.50, sotto una coltre di fumo acre  costringendo i residenti a barricarsi in casa. Ancora non chiare le cause che hanno scatenato l’incendio.

La segnalazione, partita poco prima della mezzanotte di ieri, è stata diffusa dalla pagina Facebook “La Terra dei Fuochi”.  Amaro il commento dell’organizzazione no-profit:

«L’estate 2020 sta iniziando nei peggiori dei modi. Siamo appena a due settimane di maggio ed è già emergenza, già decine di roghi al giorno e il peggio deve ancora arrivare». 

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Tre milioni di euro per il ricovero di dieci pazienti, parte l’inchiesta sull’accordo tra regione e cliniche private

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Alla Corte dei conti parte l’inchiesta sull’accordo fra regione e cliniche private. Le strutture sanitarie hanno speso ben 3,3 milioni di euro stanziati dalla Regione per far fronte all’emergenza Coronavirus, per soli dieci pazienti.

Questo abuso dei fondi regionali potrebbe non essere l’unico: sono talmente numerose le segnalazioni dalle A.S.L. campane, da aver riempito un intero fascicolo sotto la cura del vice procuratore Licia Centro, Davide Vitale e il supporto amministrativo della Guardia di finanza. Il primo passo dell’inchiesta richiede un’attenta analisi dell’accordo del 28 marzo fra Antonio Postiglione, direttore della sanitaria regionale, e Sergio Crispino, presidente dell’A.I.O.P. (associazione ospedalità privata).

L’accordo in breve

I finanziamenti da parte della regione avrebbero dovuto compensare per tre mesi la necessità di risorse per fronteggiare l’emergenza COVID-19: gli ospedali pubblici erano sovraffollati durante il picco della fase 1, ed è nato il bisogno di organizzare soluzioni pratiche per contenere e curare i malati. Secondo l’accordo, quindi, le cliniche private avrebbero reso disponibili i propri posti letto in cambio di un rimborso di 700 euro per ogni giornata di degenza in terapia sub intensiva e 1200 per la terapia intensiva. Palazzo Santa Lucia ha offerto ogni 30 giorni il 95% del budget mensile già assegnato nel 2018 a ogni struttura privata. Senza conteggiare le attività e le prestazioni effettivamente eseguite come di norma.

Finanziamenti illegittimi

Data la particolarità dell’accordo, in pochi sono stupiti dall’alta incidenza di finanziamenti illegittimi, a partire dalla Cgil, dove segretario Marco D’Acunto, aveva già dichiarato: “È una remunerazione maggiore rispetto a quanto stabilito in altre regioni“. Agli inquirenti toccherà nei prossimi giorni il compito di accertare gli effetti sulla spesa pubblica e  ricostruire i gli step tra Regione e privati, dal 28 marzo ad oggi.

Dietrofront e dichiarazioni

Il 14 aprile la Regione ha comunicato che in base al decreto dell’8 aprile del governo avrebbe stanziato il 70 % del budget ai privati e non più il 95%. Nonostante i conti provino il contrario. Saranno i magistrati a constatare, come si legge nella denuncia, se “durante l’emergenza pandemica tale mole di risorse finanziare siano state correttamente impiegate e se sarebbe stato meglio destinarle al potenziamento delle strutture pubbliche davvero in prima linea o chiuse“. Intanto la Regione ha assicurato il pagamento di acconti fino all’80% a laboratori di analisi, ambulatori e centri di riabilitazione rimasti tra marzo e maggio senza prestazioni.

 

Pusher a domicilio a Castellammare: 8 arresti per spaccio e detenzione di armi

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Otto persone (sette in carcere, una ai domiciliari) accusate a vario titolo di spaccio di droga e detenzione di armi arrestate  a Castellammare di Stabia.

L’operazione, coordinata dalla Procura di Torre Annunziata, era partita dopo l’incendio di tre auto avvenuto a Pimonte e Gragnano.

Le intercettazioni e alcuni sequestri hanno condotto alla ricostruzione di oltre 80 episodi di spaccio di cocaina e marijuana, nella zona stabiese. Ma le consegne erano anche a domicilio, in un bar o addirittura in spiaggia.  La droga sbarcava anche in costiera con diverse consegne, grazie a G.S., netturbino in servizio a Sorrento. 

Nel corso delle indagini i carabinieri hanno intercettato i vari spacciatori scoprendo l’utilizzo di un linguaggio in codice per indicare di volta in volta le dosi di cocaina e marijuana da vendere: si passava dal caffè alla mozzarella, meglio se di bufala, ma anche alla “pizza bianca” per indicare la cocaina.

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Covid: L’associazione Plastic Free lancia l’allarme: “Troppi guanti in plastica, rischio disastro”

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L’associazione Plastic Free boccia senza appello l’utilizzo dei guanti in plastica colpevoli di inquinare e contribuire alla diffusione del virus.

Sono sempre più frequenti le immagini di strade, piazzali, marciapiedi, giardini invasi da guanti gettati a terra dopo essere stati utilizzati. Immagini che devono far riflettere perché se è vero, come certificato, che il virus sopravvive fino a 72 ore sulla plastica e gettarli a terra potrebbe contribuire alla diffusione della pandemia, è anche vero che lo stesso utilizzo non ci mette al riparo dal contagio.

“Pensare che i guanti in plastica, o anche quelli in lattice, servano davvero se poi tocchiamo ogni cosa è sbagliato – dice il Presidente di Plastic Free, Luca De Gaetano. – Soprattutto quando andiamo a fare la spesa, con gli stessi guanti usciamo di casa, guidiamo l’auto, tocchiamo il carrello, poi il telefono per leggere la lista della spesa, poi la spesa, i soldi o la carta di credito per il pagamento. Una volta tolti, tocchiamo nuovamente la spesa e il cellulare senza problemi. Davvero, quindi, pensiamo che l’utilizzo dei guanti in plastica sia davvero efficace? Purtroppo, non lo è. Il loro utilizzo non scongiura la diffusione del virus perché con gli stessi guanti con i quali possiamo toccare un oggetto potenzialmente infettivo, magari prendiamo il telefono per rispondere ad una chiamata, oppure tocchiamo il volante della macchina che utilizziamo“.

“La cosa più utile ed efficace – spiega De Gaetano – è lavarsi spesso le mani ed utilizzare disinfettanti gel. È molto più igienico, infatti, uscire dal supermercato e igienizzarsi le mani con un disinfettante gel prima di toccare il volante dell’auto o prendere il telefono. Abituarsi a questa misura sicuramente può metterci molto di più al riparo rispetto ad utilizzare dei guanti in plastica o lattice”.

Secondo il Presidente di Plastic Free, inoltre, esiste il problema inquinamento per l’utilizzo di guanti in plastica.

“Nella maggior parte dei casi, – dice De Gaetano – il loro utilizzo si circoscrive all’interno dei centri commerciali dove alla fine vengono lasciati nei carrelli, gettati in secchi della spazzatura senza coperchio o lasciati a terra. La nostra denuncia verso i guanti in plastica è anche dovuta al loro peso, infatti, con un colpo di vento finiscono ovunque. Proprio per questo abbiamo già chiesto loro di pulire più volte i piazzali davanti gli ingressi e li abbiamo invitati a mettere contenitori della spazzatura idonei e non contenitori aperti senza riparo dal vento”.

“La situazione – sottolinea De Gaetano – sta davvero sfuggendo di mano. L’uomo e la plastica non vanno d’accordo. Il coronavirus doveva farci riflettere sull’importanza del nostro pianeta ma non è andata così. L’inquinamento e l’inciviltà è aumentata, il senso di responsabilità per avere un mondo migliore è scomparso. I guanti in plastica monouso, spesso simili a bustine, sono ovunque e presto raggiungeranno fiumi e mari trasformandosi in cibo per la fauna marina. Cosa significa questo? Disastro ambientale e sterminio di tante creature innocenti. Se non invertiamo il trend del monouso, ci ritroveremo con miliardi di guanti in plastica che svolazzano nell’ambiente, fino a raggiungere il mare”.

Per Plastic Free, quindi, l’unico modo per fermare questa catastrofe è dire NO ai guanti in plastica! Per questo ha promosso una petizione per metterli al bando al sito https://www.change.org/bastaguanti_plasticfree.

Fonte – Ansa

Coronavirus, due professoresse della Federico II nella task force

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Cinque donne nel comitato di esperti diretto da Vittorio Colao. Tra di loro anche Enrica Amaturo, professoressa di sociologia all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Le altre tre sono: Marina Calloni, professoressa di Filosofia politica e sociale dell’Università di Milano-Bicocca e fondatrice di ‘ADV – Against Domestic Violence’; Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’Istat; Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia; Maurizia Iachino, dirigente di azienda.

Il Comitato tecnico-scientifico verrà invece integrato da altre sei personalità e c’è Rosa Marina Melillo, professoressa di Patologia Generale presso l’Università Federico II. Con lei Kyriakoula Petropulocos, direttrice generale Cura della Persona e Welfare della Regione Emilia Romagna; Giovannella Baggio, attualmente Presidente del Centro Studi Nazionale di Salute e Medicina di Genere; Nausicaa Orlandi, Presidente Ordini dei Chimici e dei Fisici; Elisabetta Dejana, Istituto di Oncologia Molecolare di Milano e Università di Uppsala, Svezia; Flavia Petrini, Università degli Studi G. D’Annunzio di Chieti-Pescara e Ospedale Santissima Annunziata di Chieti.

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Castellammare, Coronavirus: guariti i 3 infermieri. Da 16 giorni nessun nuovo caso

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Il sindaco di Castellammare di Stabia, tramite la sua pagina Facebook, ha annunciato la guarigione dei 3 infermieri risultati positivi al Covid-19. Inoltre da 16 giorni non si registrano nuovi casi.

L’Asl ci ha comunicato oggi la guarigione dei 3 infermieri di Castellammare di Stabia risultati positivi al Covid-19 lo scorso 26 aprile. Da 16 giorni non si registrano nuovi casi di coronavirus in città e si susseguono le guarigioni dei pazienti che avevano contratto il Covid nel corso della fase più acuta di diffusione del contagio.

Sono rimasti 2 pazienti tuttora positivi, in isolamento domiciliare, a cui auguro di guarire in fretta e di vincere anch’essi la loro battaglia contro il virus. Gli sforzi e i sacrifici compiuti da tutti i cittadini nei due mesi di isolamento tra le mura domestiche hanno dato i loro frutti.

Ma ora non possiamo permetterci di mollare la presa. Il virus non è svanito e il mancato rispetto delle regole può vanificare l’impegno profuso finora e riportarci al lockdown.

Ora più che mai tutti dobbiamo imparare a convivere col virus, rispettando le norme basilari: indossare sempre la mascherina in modo corretto, evitare assembramenti, lavare accuratamente le mani, uscire di casa soltanto per i motivi inclusi nelle ordinanze comunali, regionali e nazionali. Facciamo tutti la nostra parte e restiamo uniti per vincere insieme questa sfida.

Cittadini di Scampia in serie difficoltà economiche, l’appello di Gianni Maddaloni

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La guerra non è finita, anzi è appena iniziata, e il nemico non è il virus ma la povertà in cui sono stati ridotti precari e periferie. Il grido di allarme è di Gianni Maddaloni, maestro di Judo e padre dell’olimpionico Pino, che da settimane a Napoli ha trasformato la sua palestra del Rione Scampia in un centro di distribuzione di generi di prima necessità e che ora chiede ulteriori aiuti per garantire per i giorni di crisi che ci attendono, un minimo di sostegno alle famiglie.

Per due volte a settimane riesco a raccogliere alimenti per 100 famiglie. Io e mia moglie spaccandoci la schiena riusciamo, come nel miracolo dei pani e dei pesci, ad accontentarne il doppio ma è chiaro che non basta“. Messi da parte kimono e guantoni, le giovani promesse allenate da Maddaloni usano da giorni il tatami dello Star Judo Club solo per accantonare i cartoni di generi alimentari.

Ragazzi d’oro – tiene a sottolineare Maddaloni – che hanno capito il momento di bisogno e con altri che nella mia struttura svolgono il periodo di Servizio Civile mi stanno dando una mano“. “La mia palestra, in periferia tra migliaia di persone che si sostenevano con lavori precari, è una trincea, un avamposto di questa guerra – avverte Maddaloni mentre prepara le buste da distribuire – e chi può farlo, istituzioni o privati, deve aiutarmi in qualsiasi modo anche, come ha fatto ieri uno dei miei benefattori, con 250 chili di banane. La fase 2 sarà anche iniziata ma non qui. Non in periferia. Non a Scampia“.

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Raffaele Cutolo resta in carcere

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Raffaele Cutolo resta in carcere. Il magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia,  come riportato da l’ANSA, ha infatti rigettato l’istanza di sospensione di esecuzione della pena con applicazione provvisoria della detenzione domiciliare, avanzata per motivi di salute dalla difesa del fondatore della Nuova Camorra Organizzata, detenuto al 41 bis nel carcere di Parma.

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Folle in strada ad Afragola e Casoria, i sindaci pronti a correre ai ripari

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Troppe persone in strada e Claudio Grillo e Raffaele Bene, sindaci, rispettivamente, di Afragola e Casoria, popolosi comuni alle porte di Napoli, scrivono al governatore della Campania De Luca e al prefetto di Napoli Valentini per chiedere “ogni utile strumento per ovviare alla grave situazione creatasi”.

“Con l’avvio della fase 2 – si legge nella nota – si è notato un notevole incremento di persone presenti sui territori cittadini, spesso ingiustificatamente” sebbene persistano “le misure di contenimento della pandemia”.

Nella missiva Grillo rivela anche che Afragola e Casoria “nelle intenzioni mai comunicate della Regione, dovevano essere dichiarate ‘zone rosse'”. In un’altra lettera, inviata anche al prefetto di Napoli, Grillo ha chiesto alle banche di razionalizzare e contingentare gli ingressi per evitare assembramenti. “Qualora dovessero persistere – conclude Grillo – mi vedrò costretto ad adottare ogni misura in mio potere, ivi compresa la chiusura della filiale”.

Quartiere Vasto, rapinatore armato arrestato dopo un inseguimento

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A Napoli rapinatore aggredisce passanti e li deruba a mano armata. Arrestato dopo un inseguimento.

Ieri pomeriggio gli agenti del commissariato Vicaria-Mercato, durante il servizio di controllo del territorio, su segnalazione della Centrale Operativa sono intervenuti in via Pietro Colletta per una lite. I poliziotti, giunti sul posto, hanno visto un uomo che, brandendo un coltello dalla lama lunga 25cm, stava minacciando due persone. Alla vista della volante, si è dato alla fuga.

Il rapinatore aveva sottratto della collana uno dei due uomini. Dopo un inseguimento è stato raggiunto, bloccato e trovato in possesso di una pistola replica semiautomatica, priva di tappo rosso. David Gabritchidze, 41enne georgiano irregolare sul territorio nazionale, è stato arrestato per rapina aggravata e resistenza a pubblico ufficiale.

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