venerdì, Dicembre 19, 2025
Home Blog Pagina 2135

Castellammare di Stabia: donna positiva al Coronavirus porta a termine la gravidanza

0

Fiocco rosa all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia: da una donna positiva al coronavirus nasce una bambina e sta bene. Il sindaco Gaetano Cimmino chiede però chiarimenti sulle modalità di operazione.

Una buona notizia nel clima di sconforto che ormai accomuna un po’ tutti gli italiani. Al San Leonardo di Castellammare di Stabia, una donna positiva al tampone del coronavirus ha partorito ieri una bambina, che sembra essere in ottime condizioni di salute.

Già dalla settimana scorsa, la neomamma, proveniente dal comune di Scafati, aveva linee di febbre, che avevano fatto scattare l’allarme al personale sanitario stabiese. Il parto sembra essere avvenuto nel reparto dedicato ai pazienti in isolamento, ma il sindaco di Castellammare, Gaetano Cimmino chiede comunque chiarimenti.

Ecco una parte del post di facebook in cui il sindaco chiede chiarezza agli operatori del San Leonardo:

«Pretendo di sapere se la donna ha effettuato il tampone prima o dopo il parto e quali accorgimenti  il personale ha messo in atto per limitare la diffusione del contagio. Voglio sapere se sono state sottoposte a tampone tutte le persone con cui la donna è venuta a contatto in questi giorni e se per queste ultime è stato predisposto in via precauzionale l’isolamento domiciliare obbligatorio. Pretendo di conoscere quali sono i reparti e le sale in cui la donna è stata nell’ospedale e come si procederà per la sanificazione». 

Il sindaco poi conclude il post ricordando che c’è in gioco la salute di tutti gli stabiesi e lancia gli ashtag #facciamochiarezza e #operazioneverità.

_

Continua a seguire il nostro sito e la pagina Facebook de La Bussola TV per orientarti e informarti in Campania. Siamo anche su Instagram!

Posti letti terminati al Cotugno e al Loreto Mare per l’emergenza Coronavirus

0

Secondo quanto riporta “Il Mattino” la sanità in Campania riversa in gravi difficoltà. I posti letto riservati a pazienti colpiti da Coronavirus sarebbero terminati. In questo momento la priorità è rappresentata dalla ricerca di nuovi posti letto in strutture adeguate come il reparto di Pediatria della Federico II e/o la palazzina M dell’ospedale Cardarelli.

La sanità anche in Campania è arrivata al collasso e adesso si tenterà di correre ai ripari con l’allestimento di ospedali da campo.

Coronavirus, al Tribunale di Napoli al via il processo a distanza

0

In tempi di emergenza coronavirus, il Tribunale di Napoli ha firmato un protocollo che istituisce il processo a distanza. Udienze di convalida davanti al gip, interrogatori di garanzia, giudizi direttissimi, saranno celebrati senza la presenza fisica della parti, che saranno collegate online. Il giudice resterà nella sua stanza, il pubblico ministero in Procura, l’avvocato nel suo studio, l’indagato in carcere o in caserma se si trova agli arresti domiciliari. Gli atti giudiziari saranno condivisi online. I colloqui fra avvocato e assistito saranno assicurati da una linea telefonica riservata.

Una rivoluzione che ha ricevuto una spinta decisiva dalla necessità di ridurre al minimo i contatti personali per evitare il contagio da coronavirus. Non a caso, nel protocollo si ribadisce che il processo a distanza “determini il grave pericolo di compromissione dei diritti costituzionali e in particolare del diritto di difesa”. Poi però si prende atto della “drammatica eccezionalità delle condizioni sanitarie determinate dalla pandemia”.

Gli strumenti tecnici in dotazione agli uffici giudiziari hanno già risposto positivamente ai test seguiti dal responsabile per l’informatica della Procura, il pm Antonello Ardituro. Il protocollo è firmato dal procuratore Giovanni Melillo, dalla presidente del tribunale Elisabetta Garzo, dal presidente dell’Ordine forense Antonio Tafuri e dal presidente della Camera penale Ermanno Carnevale.

_

Continua a seguire il nostro sito e la pagina Facebook de La Bussola TV per orientarti e informarti in Campania. Siamo anche su Instagram!

Imparare da un’epidemia

0

Ci sono eventi nella storia che sono epocali. Arrivano apparentemente inattesi e disarticolano il mondo così come lo si era vissuto fino al quel momento. Rispetto a certe faglie del divenire storico c’è un prima e un dopo e ciò che era non sarà più allo stesso modo. La comune percezione ci fa credere che il periodo che ci è toccato di vivere sia l’unico possibile e che esso possieda una sua natura rassicurante proprio nell’essere noto, statico, consueto, apparentemente immutabile. I grandi cambiamenti delle vicende umane sembrano essere solo materia da libri di storia: accaduti di rado e sempre in un passato lontano. Raramente ci si trova a vivere mentre la storia si fa. Quello che sta accadendo in questi giorni ha invece le stimmate dell’evento inaudito, che non si poteva immaginare, né ipotizzare e che, mentre accade, lascia attoniti e disorientati, proprio perché accade. Un’epidemia globale, misteriosa e inarrestabile, sta travolgendo tutto: fragili certezze, stili di vita, economia globalizzata e vite, soprattutto, vite umane. L’emergenza è innanzitutto sanitaria ma la portata è tale che essa tracima nella dimensione dell’esistenza tout court, il Coronavirus non è solo una patologia mondiale ma anche un banco di prova per la civiltà come l’abbiamo intesa fino ad ora. L’isolamento a cui siamo costretti per arginare il contagio difatti non è solo una necessaria quarantena medica ma un fatto storico-sociale che ci impone la riflessione forzata, la sopportazione morale, la resistenza mentale e, inevitabilmente, delle domande.

Cosa abbiamo imparato nell’immediato da questa crisi?

Sicuramente la paura di morire e la volontà di vivere e di essere sani. Abbiamo imparato che la vita è fragile. La fine, nonostante ci assediasse in molteplici forme, sembrava rimossa dalla cultura dello stordimento e della distrazione di massa, che intonava il canto stonato di un vitalismo triste. Nella prassi, questa necessità di salvezza ha assunto le sembianze della sanità pubblica che, attraverso il lavoro epico del suo personale (medici, infermieri, personale paramedico), è il vero baluardo al virus. Per cui l’inganno politico sulla necessità di privatizzare la sanità si è svelato nei fatti. Il saccheggio della sanità pubblica a favore di quella privata, avvenuto negli ultimi decenni a causa della miopia complice dei vertici europei e nazionali e della voracità rapace del liberismo capitalistico, deve aver fine, subito. Qualsiasi futuro governo non potrà vendere ai cittadini la favola del privato efficiente e buono e del pubblico fannullone e cattivo. Non potrà più. E per esteso, vale anche per la Pubblica Istruzione, bistrattata, massacrata, smantellata quanto la sanità. Basterà ricordare che il personale che oggi ci sta salvando la vita è stato formato dalle scuole e dalle università pubbliche. Si potrà aggiungere inoltre il lavoro silenzioso e tenace dei docenti italiani per tenere in piedi una scuola senza scuola. Investimenti, immediati e adeguati, in Sanità e Scuola: questo lo abbiamo imparato, si.

La menzogna del “Prima gli italiani” è un altro insegnamento dell’immediato: il virus ostinato non ha avuto alcun rispetto per geografie e etnie da quanto si vede. Anzi ha colpito duro ovunque e particolarmente gli Italiani, con una sorta di lugubre ironia. E non è arrivato dall’Africa sui barconi, bensì in business class dai manager rampanti del ricco Nord. La Natura si fa beffe dei buffoni, tragicamente.

Abbiamo appreso anche che il sistema economico che domina il mondo è molto più friabile di quanto volesse farci credere, è bastato un microscopico fattore imprevedibile che si è arenato, incagliato, mostrandosi inerme insieme al delirio di onnipotenza che lo reggeva. Produrre e consumare, i comandamenti biblici del capitalismo contemporaneo, si sono rivelati debolissimi e del tutto inutili di fronte alla possibilità di una catastrofe sanitaria. Inefficaci praticamente e eticamente: cosa ce ne facciamo adesso di tutti i nostri oggetti?

Infine abbiamo imparato l’importanza della comunicazione informatica: grazie alla Rete stiamo scambiando informazioni in tempo reale, lenendo il nostro isolamento, diventando comunità virtuale. A causa dell’emergenza, i social si sono scrostati dalla dimensione effimera della banalità per evidenziare la loro natura di formidabile veicolo di relazione e di scambio. La rivoluzione digitale si compie, il senso appare nel suo utilizzo e non più nella sua insignificanza orwelliana.

A margine abbiamo anche imparato, ma questo di fatto è stato un ripasso, il livello scadente dell’informazione in Italia, che ha saputo trasformare anche un’emergenza seria in un chiacchiericcio da riunione condominiale, spettacolarizzando ciò che meritava sobrietà, spargendo dosi massicce di panico non solo tra le casalinghe di Voghera ma nello stivale tutto, con il solito inutile ospite di turno che gira a contratto pontificando sui massimi e minimi sistemi.

Abbiamo imparato che l’Italia ha risorse civili ormai ritenute defunte, che c’è uno spirito della Resistenza ancora vivo, che ci sono persone perbene che svolgono il loro dovere eticamente, come i medici, gli infermieri, le cassiere dei supermercati, gli operai, gli impiegati delle Poste, i docenti, gli alunni martoriati dalla didattica a distanza e ci sono i farabutti che continuano a fare propaganda politica, che speculano sulle mascherine, che sfruttano l’informazione, che si sentono immortali.

Cosa potremmo imparare?

Quando tutto questo sarà passato, dovrebbe sopravvivere l’eco delle domande che ci stiamo ponendo in questi giorni, solo così potremmo trasformare un baratro in un’opportunità. La parola greca “krisis” deriva dal verbo “krino” che significa “discernere, giudicare, valutare”. Verrà il tempo del giudizio, delle scelte, che inevitabilmente le fratture della storia richiedono. Potrebbe essere un’opportunità questo tempo angoscioso del Corona. Alle pulsioni irrazionali dovrebbe seguire la volontà di darsi un progetto nuovo, una nuova visione del mondo e degli uomini, una rivoluzione.

La generazione di mia madre è figlia della guerra mondiale eppure, a sua memoria, non c’è mai stata una quarantena, una reclusione di massa, un isolamento imposto e necessario come oggi. La mia generazione ha vissuto la paura della guerra atomica e il terremoto dell’80 ma mai ha dovuto rifugiarsi in casa e restarci per sopravvivere. Il virus è anche questo isolamento senza precedenti.

Per imparare qualcosa di duraturo, che non passi insieme al terrore del momento, dovremmo appunto interrogarci, chiedere qualcosa a noi stessi e farlo diventare poi volontà sociale.

Quale è il reale valore del tempo? Esso sta nel consumarsi frenetico e vuoto dei ritmi produttivi del capitalismo che diventano ritmi di esistenza? Adesso che ci costringono a riempirlo di noi stessi, adesso che temiamo di perderlo definitivamente, non ci appare come il bene più prezioso che assume un significato solo se noi sappiamo darglielo?

Quale è il valore della solidarietà? Per costrizione stiamo comprendendo che nessuno salva se stesso e nessuno si salva da solo. Domani potrà ancora essere un valore l’egoismo ferino a cui ci condanna la società capitalistica? E quale è il valore della socialità? Nel mondo dell’ognuno per sé, si sta svelando drammaticamente il bisogno assoluto dell’altro, praticamente e spiritualmente. Da soli non siamo. La solitudine social a cui ci eravamo condannati appare in tutta la sua miseria adesso che siamo costretti all’isolamento nello spazio vero. Vorremmo tornare ad annegarci in schermi fluidi?

Cosa ci sta mancando in queste ore di segregazione? Cosa desideriamo intimamente? Quale è la vera piramide dei nostri bisogni? Quali i beni più preziosi nell’età del superfluo smascherato?

Credo che particolarmente i giovani siano chiamati a raccogliere questa ineludibile scelta, la generazione che va dai 15 ai 30 anni è stata martoriata in questi anni da ogni tipo di nefandezza: crisi economica, assenza di prospettive, esempi di corruzione e nepotismi, crisi ecologica e adesso reclusione coatta. Tocca a loro, quando l’ennesima bufera sarà passata, reclamare un altro mondo, battersi, imporlo. Chiedere cultura, ricostruire un rapporto armonico con la Natura, riprendersi i desideri.

Il cinismo imperante dice che invece si tornerà al solito carnevale grottesco e vuoto, al solito homo homini lupus, alle solite sirene assassine del capitale, al solito girone dantesco che danza sul nulla. Che, come per il reduce Eduardo De Filippo in Napoli milionaria, nessuno vorrà ascoltare il racconto del pericolo scampato, dell’orrore superato, perché ‘a nuttata è passata. Ma siamo sicuri che la nottata da passare non sia questo mondo storto a cui siamo smaniosi di tornare?

Sperando che non avremo imparato solo a lavarci le mani.

Michele Salomone.

Coronavirus: estubati al Cotugno i primi due pazienti trattati con il Tocilizumab

0

Oggi sono stati estubati due pazienti all’ospedale Cotugno, colpiti da Coronavirus e trattati con il Tocilizumab. Erano affetti entrambi da polmonite e gravissime insufficienze respiratorie, ma il farmaco per l’artrite ha fatto il suo corso. I due pazienti hanno 63 e 48 anni e sono stati i primi ad avere miglioramenti netti grazie al farmaco e i primi ad averlo assunto.

Vincenzo Montesarchi, infettivologo dell’ospedale Cotugno, commenta la grandiosa notizia: “Al primo era stato somministrato il farmaco il 7 marzo, al secondo il 10 marzo. Erano in condizioni molto gravi, in rianimazione, intubati con una polmonite a evoluzione pessima e con prognosi riservata”.

In questo momento i due pazienti sono in ventilazione assistita, ma se dovessero mantenere il livello di respirazione attuale, potranno essere trasferiti in reparto.

Attualmente sono 20 i pazienti trattati al Cotugno con il Tocilizumab.

Il dottor Paolo Ascierto, negli ultimi giorni al centro delle polemiche per la “paternità” di questa sperimentazione, mette da parte inutili discorsi e si concentra sull’unica cosa che conta: “Una bellissima notizia, arrivata proprio nel giorno in cui è partita la sperimentazione, questo ci incoraggia. Il fatto che due pazienti che erano in gravi condizioni siano stati estubati – spiega – e’ un segnale positivo e di speranza anche per gli altri pazienti che abbiamo trattato nei giorni successivi e continuiamo a monitorare. Siamo contenti, ma sempre nel cauto ottimismo, in attesa dei risultati della sperimentazione partita oggi.

 

Gianfranco Gallo lancia un appello social per raccontare il Coronavirus

0

A.A.A. cercasi video… Gianfranco Gallo lancia un appello social per raccontare il Coronavirus. Ecco la sua idea.

-COMUNICATO STAMPA-

A.A.A. cercasi video… Gianfranco Gallo lancia un appello social per raccontare il Coronavirus.

L’attore e regista Gianfranco Gallo, attraverso i suoi canali social, ha chiesto al “popolo del web” di inviare via mail video girati con lo smartphone che riprendessero la loro condizione di chiusi in casa. Il suo appello è rivolto, prima di tutto, ai negozianti, a tutti coloro che hanno un’attività commerciale e che possano raccontare come gradualmente, a causa dell’attuale emergenza sanitaria, la loro giornata lavorativa stia cambiando. Hanno risposto subito in tanti, in primis i commercianti che hanno inviato a Gianfranco Gallo le immagini della chiusura della loro attività. Video che documentano la chiusura dei negozi imposta del decreto del premier Conte.

Spiega Gianfranco Gallo:

«A.A.A. Per un docufilm che racconterà, a mio modo, questi momenti, cerco video girati da voi che testimonino la vita di oggi. Quello che accade, quello che pensate, a cosa siete costretti a rinunciare. Quelli che lavorano possono raccontare attraverso le immagini il loro quotidiano, le loro paure, la loro condizione. Potete inviare i vostri video a stabilegirovaga@gmail.com».

Gianfranco, da sempre curioso e dedito al racconto della realtà circostante, ha deciso di raccogliere fin da subito del materiale video “casalingo” per realizzare successivamente un suo docufilm. L’intento è quello di raccontare la vita di tutti i giorni ai tempi del Coronavirus, riportando anche le proprie paure e speranze. La pandemia, unico argomento di discussione di questi giorni, lascerà senz’altro delle tracce indelebili per tutti noi e a ciò Gallo vuol dedicare un lavoro attraverso la voce delle persone comuni. Non solo di quelle che non possono restare a casa perché il loro lavoro è fondamentale per la vita di tutti i giorni, ma anche del resto della popolazione. Infatti, il suo appello prosegue e si conclude «Il 10 marzo vi chiesi i video del momento in cui stavate per chiudere per decreto i vostri locali. Adesso vorrei che mi documentaste in video la vostra quarantena. Grazie a chi ha inviato delle immagini. Cerco racconti per immagini di volti, edifici, interni, famiglie, single, di un mondo cambiato».

La sua motivazione è forte, spiega Gianfranco:

«questa surreale clausura improvvisa, attraverso il cambiamento della percezione del mondo fuori di noi, che avviene con i nostri 5 sensi. Quello che manca, quello che cambia, quello cui pensavamo di non poter cambiare. I Sensi sono il nostro primo passo verso la relazione, il primo passo istintivo, primitivo, che ci mette in guardia, ci fa godere, ci presenta agli altri. Non so quanto materiale interessante mi invieranno, ho chiesto soprattutto a molte donne di mandarmi video, donne diverse tra loro per immagine, professione, ceto. Il loro rapporto con i sensi è eccezionale, loro sanno raccontarli, come spesso non sanno fare i maschi, loro vivono tutto riuscendo ad organizzare a volte pure l’istinto senza perdersi la sua Bellezza».

Anche Gianfranco Gallo, inoltre, insieme a tanti suoi colleghi artisti, ha sposato la campagna #iorestoacasa, lanciando anche un suo personale appello alla testata del TGR Campania.

__

Continua a seguire il nostro sito e la pagina Facebook La Bussola TV per orientarti e informarti in Campania. Siamo anche su Instagram!

Coronavirus – Armena Sviluppo dona mascherine al Comune di Napoli

0

Emergenza Coronavirus- ARMENA Sviluppo, partecipata di Città Metropolitana, adotta una serie di misure a tutela di cittadini e lavoratori e dona 400 mascherine al Comune di Napoli da destinare agli operatori socio-assistenziali.

-COMUNICATO STAMPA-

EMERGENZA COVID-19, LE MISURE DI ARMENA SVILUPPO A TUTELA DI DIPENDENTI E CITTADINI
IGIENIZZAZIONE DI SEDI E MEZZI, ACCESSO CADENZATO AGLI UFFICI,
DPI E SMART WORKING PER I LAVORATORI
E NON MANCA LA SOLIDARIETÀ: 400 MASCHERINE DONATE AGLI OPERATORI SOCIO-ASSISTENZIALI

Napoli, 19 marzo – Igienizzazione degli ambienti di lavoro e degli automezzi aziendali. Orari di uscita differenziati per evitare ogni forma di assembramento. Smart working e altre misure per contenere il rischio di contagio dal coronavirus. Sono state fin da subito imponenti (e in molti casi anticipatrici delle direttive nazionali) le misure a tutela di cittadini e dipendenti adottate, fin dalla fine di febbraio, da ARMENA Sviluppo, la società partecipata al 100% da Città Metropolitana di Napoli che ha, tra i tanti compiti istituzionali, la manutenzione ordinaria delle scuole superiori di competenza di Città Metropolitana e delle strade provinciali, la verifica dello stato di esercizio e manutenzione degli impianti termici in circa 77 Comuni della provincia di Napoli, le procedure propedeutiche all’utilizzo delle acque pubbliche e i servizi di vigilanza, custodia e portierato delle sedi istituzionali dell’Ente di Piazza Matteotti.

Proprio per la delicatezza dei servizi da assicurare nel proprio territorio di riferimento, ARMENA Sviluppo ha immediatamente adottato misure precauzionali per assicurare, da un lato, l’incolumità degli oltre 350 tra lavoratori e lavoratrici e, dall’altro, la necessaria prosecuzione delle attività produttive e dei servizi pubblici strumentali erogati per conto di Città Metropolitana di Napoli.

Non solo: ARMENA Sviluppo, in pieno spirito di solidarietà e collaborazione inter-istituzionale, e vista la difficoltà nel reperimento di mascherine, accogliendo la richiesta di aiuto dell’Assessorato alle politiche sociali del Comune di Napoli ha donato parte di dispositivi sanitari (circa 400 mascherine ffp1), che serviranno a garantire la prosecuzione delle attività di assistenza socio-sanitaria domiciliare a tutela delle fasce deboli.

Queste, nel dettaglio, le misure adottate da Armena Sviluppo:

Fin dalle prime dichiarazioni dello stato di allerta l’Azienda si è impegnata nell’individuazione di strategie organizzative, mediando le esigenze produttive con le misure precauzionali impartite dal governo per il contenimento del rischio di contagio dal COVID-19. Tra queste, un’attività straordinaria di sanificazione degli ambienti di lavoro e degli automezzi aziendali e la fornitura di prodotti disinfettanti per l’igienizzazione delle mani sia negli uffici sia a bordo dei veicoli.

Per ridurre gli assembramenti, il 6 marzo la Società ha disposto orari di uscita differenziati, l’interdizione di spazi e luoghi per loro natura più affollati (come gli spogliatoi) e, a fronte della chiusura nazionale delle scuole, una flessibilità a carico dell’azienda di 2 ore giornaliere per i dipendenti con figli minori, al fine di supportare concretamente le famiglie nella conciliazione dei tempi di vita/lavoro.

All’indomani dell’ulteriore stretta governativa del 9 marzo, Armena ha disposto la riduzione del numero dei lavoratori a bordo dei mezzi aziendali utilizzati per lo svolgimento dell’attività di manutenzione stradale, in modo da garantire il rispetto delle distanze minime di sicurezza. In linea con le direttive nazionali e seguendo l’esempio lanciato dal Sindaco metropolitano Luigi de Magistris, la società ha attivato in tempi record la modalità di lavoro agile, il cosiddetto Smart Working, per oltre 50 lavoratori, dopo averne verificato la disponibilità secondo una programmazione settimanale. Ultimo tra i provvedimenti, ma non meno importante, quello disposto in merito ai piani ferie straordinari per tutti i lavoratori dal 16 al 25 marzo per limitare al massimo gli spostamenti sul territorio. Piani ferie straordinari che in ogni caso non intaccano la funzionalità minima degli uffici e garantiscono gli interventi necessari ed urgenti ai fini della sicurezza attraverso squadre di reperibilità.

L’amministratore unico di Armena, Roberta Cibelli, commenta:

“La grave fase di emergenza sanitaria, esplosa a seguito della diffusione sul territorio nazionale dell’epidemia da COVID-19, ha imposto anche ad ARMENA l’adozione più che tempestiva di importanti provvedimenti, ognuno dei quali è stato il risultato di un complesso lavoro, per comprendere e calare nel tessuto organizzativo aziendale le disposizioni via via emanate dal Governo, garantendo contestualmente il diritto alla salute dei lavoratori ed il rispetto delle indicazioni e delle direttive della Committenza. Continuiamo a garantire gli interventi urgenti ed indifferibili, nonché i servizi che non è possibile sospendere come quelli di vigilanza, e mi corre dunque l’obbligo di ringraziare i lavoratori tutti per il grande senso di responsabilità e l’abnegazione dimostrata in questo momento particolarmente difficile”.

Per informazioni sui servizi e le singole attività è possibile scrivere agli indirizzi e-mail e pec presenti nella pagina contatti del sito www.armenasviluppo.it e/o contattare, dalle ore 8 alle 13 e dalle 14 alle 16.30, il centralino al seguente numero: 366.6921358

Ufficio comunicazione Armena Sviluppo
Chiara Di Martino
338-4794358
chiaradimanews@gmail.com

__

Continua a seguire il nostro sito e la pagina Facebook La Bussola TV per orientarti e informarti in Campania. Siamo anche su Instagram!

Benevento: primo morto per Covid-19

0

Primo morto per Coronavirus a Benevento. Si tratta del caposala della centrale operativa del 118 della città. L’uomo era ricoverato da diversi giorni nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Rummo.

L’uomo aveva 57 anni ed aveva subito un trapianto in passato. Era stato colpito prima da febbre e poi da polmonite interstiziale.

Il sindaco Mastella conferma la notizia tramite Facebook: “Il primo morto di Coronavirus a Benevento. In ospedale. È della provincia. E c’è chi scherza. Stare a casa“.

Continua a seguire il nostro sito e la pagina Facebook La Bussola TV per orientarti e informarti in Campania. Siamo anche su Instagram!

Fango inutile su Paolo Ascierto durante l’emergenza coronavirus

0

Con l’ultimo servizio di Striscia la notizia contro Paolo Ascierto, in piena emergenza nazionale, la televisione italiana continua ad alimentare la disinformazione. Servirebbe un intervento dei vertici nazionali.

A causa dell’ipereccitabilità di Massimo Galli, martedì sera era andato in onda il surreale teatrino di accusa a Paolo Ascierto, sulla questione tocilizumab, il farmaco già utilizzato in Cina e sperimentato in Italia da Ascierto, che combatte le complicanze respiratorie da coronavirus. Il dibattito si era trasferito sui social, con tanti messaggi di solidarietà ad Ascierto. La questione era stata ampiamente spiegata ed era piuttosto chiara. Ne avevamo scritto qui: Coronavirus, l’inutile polemica Ascierto-Galli.

Tuttavia, ieri, in un altro celeberrimo contenitore televisivo, nientedimeno che Striscia la notizia, è andato in onda di nuovo il video di Cartabianca con la sfuriata di Galli. Il servizio titolava “La figuraccia di Paolo Ascierto” e si concludeva con un “che figura di merda” affidato alla voce attendibilissima di Emilio Fede. La polemica dunque si è riaccesa e c’è chi ha voluto scrivere anche direttamente alla redazione di Striscia per mostrare tutto il proprio dissenso:

Stasera con il servizio sul dr Ascierto, avete perso un’opportunità. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato un protocollo redatto a Napoli, frutto dell’interazione tra il dr Ascierto il dr Franco Buonaguro, le oncologhe Claudia Trojaniello e Maria Grazia Vitale, il dr Ming, i dr Montesarchio, Punzi, Parrella, Fraganza e Atripaldi dell’Ospedale dei Colli, i Direttori Generali Bianchi e Di Mauro ed il Direttore Scientifico dr Botti. Con il vostro servizio, avete implicitamente supportato il dr Galli, secondo il quale il riferito protocollo “era già applicato da tempo in almeno dodici ospedali.” Se l’asserzione di Galli dovesse essere vera, sarebbe estremamente grave la mancata condivisione di una scoperta scientifica del genere atta ad arginare per tempo l’emergenza coronavirus. Mi auguro approfondiate e rettifichiate quanto trasmesso stasera.

Stamattina, Paolo Ascierto è dovuto intervenire di nuovo. “Non voglio fare polemiche, mi interessano soltanto i pazienti per tirarli fuori dalla malattia“. Tutto questo accade in piena emergenza nazionale e dopo che l’Aifa, l’istituzione pubblica per l’attività regolatoria dei farmaci, ha approvato la bozza di protocollo redatta da Ascierto e dal suo team e ha iniziato una sperimentazione sul tocilizumab chiaramente importante. Essa si avrà su tutto il territorio nazionale, per ora in collaborazione con Napoli, Modena e Reggio Emilia. Ecco il comunicato ufficiale dell’Aifa: AIFA e Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Napoli avviano uno studio per l’utilizzo di Tocilizumab nella malattia COVID 19.

Con l’ultimo servizio di Striscia, la televisione italiana alimenta il fango in piena emergenza nazionale. Ci rideremmo su se l’oscenità di questa società spettacolarizzata non avesse ripercussioni sull’informazione e su una figura come quella di Paolo Ascierto, stimato dalla comunità scientifica mondiale, Commendatore e Cavaliere della Repubblica, ai vertici internazionali nella cura del melanoma, tra l’altro nel territorio della terra dei fuochi. Invece, la questione è più grave del previsto e richiederebbe l’immediata attenzione e l’intervento dei vertici nazionali. Ne va della credibilità di un paese che, si spera, non fonda le proprie radici sulla caciara dei talk televisivi.

_

Continua a seguire il nostro sito e la pagina Facebook de La Bussola TV per orientarti e informarti in Campania. Siamo anche su Instagram!

È ufficiale: non è consentito lo sport all’aperto

0

Dopo recenti decreti e dichiarazioni, il Tar conferma: lo sport non è consentito.

Oggi è stato depositato il decreto cautelare monocratico con cui il tribunale amministrativo ha respinto l’istanza cautelare di sospensione dell’ordinanza del presidente della Regione. Data l’attuale situazione sanitaria e il crescente numero di infetti, l’attività fisica all’aperto non è consentita. Secondo i dati che pervengono all’Unità di crisi istituita con Decreto del Presidente della Giunta regionale della Campania, è chiaro che nonostante le misure in precedenza adottate, i numeri di contagio sono in continua e forte crescita nella regione. Al fine di tutelare la salute pubblica, quindi, gli atleti dovranno allenarsi in casa.

Ads Blocker Image Powered by Code Help Pro

Ads Blocker rilevato!!!

Abbiamo rilevato che stai utilizzando estensioni per bloccare gli annunci. Sostienici disabilitando il blocco degli annunci.

Powered By
100% Free SEO Tools - Tool Kits PRO
error: IL CONTENUTO È PROTETTO