sabato, Agosto 16, 2025
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Scuola: al via l’immissione in ruolo per i docenti

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Pubblicato il decreto ministeriale che autorizza l’immissione in ruolo del personale docente a scuola per l’a.s. 2019/2020

È del 31 luglio scorso la pubblicazione del Decreto Ministeriale che autorizza l’immissione in ruolo del personale docente per l’anno scolastico 2019/2020, con un contingente totale pari a 53.627 unità, distribuite su scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e di secondo grado. Di queste, 2.904 sono previste per la regione Campania, come viene reso noto dagli allegati al decreto forniti dal Ministero dell’Istruzione.

Insieme al decreto, il MIUR ha pubblicato anche le istruzioni operative relative alla procedura di assunzione, insieme alle tabelle che indicano la categorizzazione dei posti disponibili, suddivisi per regione, ma anche per classe di concorso, tipologia e provincia.

In Campania

In Campania le assunzioni a tempo indeterminato saranno 2.904 e le graduatorie e le convocazioni sono state già pubblicate dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania. Ciò significa che a partire da settembre 2019, 2.904 docenti potranno salire in cattedra con un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Le operazioni di immissione in ruolo per l’anno scolastico 2019/2020 dalle graduatorie di merito dei concorsi 2016 e 2018 sono iniziate ieri 2 agosto per alcune classi di concorso e continueranno lunedì 5 agosto. Qui è possibile consultare il documento pubblicato dall’Ufficio Scolastico Regionale inerente ai dettagli delle convocazioni. In aggiunta, come su scala nazionale, sono state pubblicate dallo stesso ufficio anche le disponibilità regionali per ordine di scuola, provincia, tipologia.

Tutti i documenti sono consultabili e scaricabili sul sito dell’Ufficio Scolastico per la Campania. Vi consigliamo di tenere sott’occhio e monitorare costantemente, dunque, questo sito, per essere sempre aggiornati sulle ultime novità e sulle convocazioni.

Le procedure

Come viene reso noto dalle istruzioni operative pubblicate dal Ministero, per l’assunzione dei docenti si dovrà attingere personale per un cinquanta percento dalle graduatorie ad esaurimento e per il restante cinquanta percento dalle graduatorie di merito inerenti alle procedure concorsuali attualmente vigenti, ovvero afferenti ai concorsi del 2016, del 2018 e a quello straordinario per la primaria e per l’infanzia. Nell’eventualità dell’impossibilità di assegnazione alle GAE, causa esaurimento delle stesse, i posti si aggiungeranno a quelli messi a disposizione per i concorsi. Per quanto riguarda i concorsi, priorità verrà data alle graduatorie del 2016, mentre i posti residui per esaurimento delle stesse saranno assegnati ai docenti in graduatoria per i concorsi successivi, seguendo un ordine cronologico.

Scuola e tagli

Secondo i sindacati, questa notizia ha del dolceamaro, poiché arriva in seguito alla decisione, da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di autorizzare il taglio di 5.000 unità rispetto ai 58.627 posti precedentemente annunciati dal Ministero dell’Istruzione. Questi provvedimenti, ancora piuttosto insoddisfacenti per rispondere ai bisogni concreti delle scuole, sono contestati dalle organizzazioni sindacali. In particolare, la FLC CGIL ha evidenziato come questa modalità di assunzione dei docenti desti interrogativi, risultando ancora insufficiente per colmare le necessità delle scuole che, a settembre, potrebbero trovarsi ancora a dover fare i conti con la mancanza del personale docente.

Il motivo della riduzione del contingente autorizzato risiederebbe nel calo demografico riscontrato nei diversi ordini scolastici, nonché nell’attenta valutazione della disponibilità dei posti di diritto al termine della mobilità dei docenti e nell’effettiva capacità delle graduatorie ad esaurimento e di quelle di merito concorsuali. A questo proposito, la CGIL sottolinea che “il problema della decrescita demografica è un problema che interessa l’intero Paese e del quale non può farsi carico la sola Scuola”.

Personale ATA

Per il momento le assunzioni riguardano esclusivamente il personale docente, ma le assegnazioni per la stabilizzazione del personale ATA (8.408 posti), anch’esse attese ma subordinate all’autorizzazione del contingente da parte del MEF, potrebbero arrivare nel breve periodo.

 

Settembre surrealista: per la prima volta arriva Mirò a Napoli

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Dalla Spagna, passando per il Portogallo, Joan Mirò arriva a Napoli. E con ben 80 opere, che saranno in mostra al Pan dal 25 settembre 2019 al 23 febbraio 2020 con l’esposizione “Joan Mirò. Il linguaggio dei segni”. 

La mostra di Mirò a Napoli

Ancora una volta, le sale del PAN si arricchiscono di opere straordinarie. Si tratta dell’evento culturale più importante della stagione autunnale, e non solo per il calibro dell’artista. Nel 2014, infatti, la collezione, allora del Banco Português de Negoció, rischiava di essere messa all’asta per un valore potenziale di 85-130 milioni, per recuperare l’istituto bancario dalla bancarotta. Ma dopo numerose proteste, il popolo portoghese riuscì a salvare la collezione dalla vendita all’asta, preservando così il patrimonio inestimabile dell’artista spagnolo. Solo nel 2017, le opere sono state presentata al Museo di Prevalles a Porto, in un’esposizione che ha ottenuto oltre 300.000 visitatori.

Ora, la mostra giunge a Napoli, e ci racconta l’evoluzione artistica di colui che è stato definito da Andrè Breton “il più surrealista dei surrealisti”. In circa 80 opere, tra quadri, disegni, sculture, arazzi, sarà possibile compiere un viaggio che è durato più di 50 anni, dal 1927 al 1986, e che mostra lo straordinario genio di Mirò, tanto nelle prime opere dadaiste, quanto in quelle surrealiste più mature.

A cura di Robert Lubar Messeri, professore di Storia dell’arte all’Institute of Fine Arts della New York University, e sotto la guida di Francesca Villanti, direttore scientifico Cor, la mostra sarà inaugurata il 24 settembre dal Ministro della Cultura Graça Fonseca e dal sindaco Luigi De Magistris.

Choc a Melito: uomo scomparso da giorni ritrovato morto in casa

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Un uomo di 65 anni di Melito è stato ritrovato morto all’interno della sua abitazione. Viveva da solo in un appartamento di via Lavinaio, in pieno centro storico di Melito.

Non si avevano sue notizie da diversi giorni e, di conseguenza, alcuni amici avevano allertato i familiari. Inutile il tentativo di rianimazione da parte dei sanitari del 118 che hanno solo potuto constatare il decesso dell’uomo, ritrovato a terra nella sua camera da letto.

Sono in corso le indagini per accertare le cause della morte.

La Cgil bacchetta Di Maio: “Squallido prendersela con i dipendenti”

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“Le affermazioni del Ministro Di Maio a proposito di Navigator e centri per l’impiego sono di una gravità inaudita e vanno stigmatizzate e condannate con fermezza”.

E’ la denuncia di Salvatore Tinto, segretario regionale FP Cgil Campania, che alla affermazioni del ministro, replica:

“Se ci sono umiliati e mortificati presso i centri per l’impiego della Campania e dell’intera nazione, quelli sono i dipendenti abbandonanti al loro destino e perseguitati da leggi confuse, fatte senza alcun piano strategico che dia una vera risposta al grave problema della disoccupazione. Personale risotto all’osso, locali fatiscenti, risorse strumentali obsolete e inadeguate, nessuna sicurezza”. 

“Eppure – continua Tinto – in queste condizioni, con grande senso del dovere e abnegazione al lavoro, è stato ed è il personale a portare avanti i centri per l’impiego dando risposte a tanti, giovani e meno giovani, ridotti alla disperazione e umiliati, questo è vero, da politiche del lavoro inadeguate, raffazzonate e palesemente inconsistenti, perpetrate vergognosamente e irresponsabilmente dai governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni compreso quello attuale, portando la disoccupazione giovanile nel meridione dal 60 per cento. Questo si, caro ministro, è umiliante e mortificante” 

“Sparare sui dipendenti – Conclude il sindacalista – storici e creare contrapposizioni tra navigator assunti con contratto a tempo indeterminato e il personale stabile dei centri per l’impiego è una operazione squallida e deplorevole, ma soprattutto non serve a creare occupazione e a dare risposte concrete.”

Napoli: labrador chiuso in auto al caldo viene salvato dalla polizia

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di Luigi Carrara – Dopo alcune segnalazione di passanti, la Polizia di Stato ha portato in salvo un cane che era stato abbandonato in auto, sotto il sole cocente.

Gli agenti, constatando lo stato di sofferenza in cui riversava il cane, sono intervenuti spaccando il vetro dell’autovettura, dove la temperatura percepita era di circa 40°.

Il cane si è dissetato subito dopo uscito dall’auto ed è stato affidato al presidio ospedaliero veterinario dell’ASL Napoli 1 centro. I proprietari del labrador, due turisti, sono stati denunciati per maltrattamenti di animali subito dopo l’identificazione.

Il Commissario Straordinario Iervolino: “Serve sangue al Cardarelli”

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Arriva l’appello del Commissario Straordinario Anna Iervolino sull’emergenza riscontrata e denunciata dal direttore del Cardarelli, per quanto riguarda le attività trasfusionali della regione Campania.

Ancora una volta la generosità dei cittadini campani può fare la differenza. Di qui la scelta di questo appello, per chiedere a chi si trova in città e ne ha la possibilità di venire al nostro centro trasfusionale e donare“, queste le parole di Anna Iervolino. Le carenze riguardano soprattutto il gruppo 0 positivo e 0 negativo.

Il centro trasfusionale dell’ospedale Cardarelli è aperto dalle 8 alle 12 tutti i giorni, festivi esclusi.

Imu, Tari e Irpef: aumentano le tasse locali

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Uno studio della Uil fotografa i movimenti del carico fiscale sulle tasse locali Imu/Tasi, Tari e Irpef.

A seguito della rimozione del blocco delle aliquote, gli enti locali possono da quest’anno manovrare di nuovo la leva fiscale. Non sono pochi i contribuenti che dovranno pagare più tasse per effetto dei ritocchi a Imu/Tasi, Tari e addizionali comunali Irpef decisi da molte amministrazioni locali. A fotografare l’andamento delle imposte locali, è uno studio della Uil sulle tre maggiori imposte dei comuni, Imu/Tasi, Tari e Irpef. Mentre le Regioni finora non hanno apportato aumenti di aliquote, la situazione sul fronte tasse comunali è diversa. Non sono molti i comuni che stanno rivedendo le aliquote e le tariffe, ma si tratta comunque di ritocchi di peso: contenuti gli aumenti Imu/Tasi; più pesanti i ritocchi Irpef; il quadro Tari risulta più variegato. Oltre ai rincari si registrano inoltre alcune riduzioni.

Irpef

Su 4.078 Comuni che hanno comunicato le loro scelte al Ministero dell’Economia, 566 (il 14% del totale) hanno scelto di aumentare le aliquote o di rimodulare le esenzioni abbassandone la soglia.

A Barletta, che suddivide l’aliquota in base al reddito, l’aliquota sul primo scaglione di reddito (15 mila euro) passa dallo 0,2% allo 0,5%; quella sul secondo scaglione di reddito (fino a 28 mila euro) passa dallo 0,4% allo 0,6%; quella fino a 55 mila euro di reddito passa dallo 0,6% allo 0,7%. Ad Avellino l’aliquota passa dallo 0,7% allo 0,8%, confermando la soglia di esenzione a 15 mila euro. Anche a Lecce passa dallo 0,7% allo 0,8% confermando la soglia di esenzione a 12.500 euro. Mentre a Carrara da un sistema di aliquote progressive che andavano dallo 0,44% allo 0,8% quest’anno viene applicata l’aliquota unica dello 0,8%. A Trapani la soglia di esenzione viene ridotta da 13 mila euro a 10 mila euro. A Mantova fino allo scorso anno c’era l’aliquota unica dello 0,4% e da quest’anno si applicheranno aliquote comprese tra lo 0,38% e lo 0,8%. Mentre a Rimini dallo 0,3% dello scorso anno si passa ad aliquote comprese tra lo 0,55% e lo 0,8%.

Oltre ai rincari ci sono 122 comuni che hanno scelto di diminuire il carico fiscale tra cui Bologna e Forlì. A Bologna la soglia di esenzione passa dai 14 mila euro dello scorso anno ai 15 mila euro di quest’anno. A Forlì la soglia è stata portata a 15 mila euro a fronte degli 8 mila dello scorso anno. Lucca ha diminuito la prima aliquota (dallo 0,59% allo 0,58%). Mentre Pisa aumenta la soglia di esenzione da 12 mila a 15 mila euro.

Imu

Per quanto riguarda l’Imu le aliquote sono state riviste al rialzo in oltre 215 Comuni, tra cui 4 Città capoluogo: Torino, La Spezia, Pordenone e Avellino. Di segno opposto le scelte fatte a Firenze, Grosseto, Pavia, Lucca, Taranto, Vercelli dove le aliquote scendono. Poi ci sono moltissimi Comuni, compresi alcuni capoluoghi, che senza abbassare le aliquote hanno però semplificato il sistema con l’accorpamento della Tasi all’Imu.

Tari

Per una famiglia con abitazione di 80 mq e quattro componenti la Tari è aumentata in 44 Città capoluogo di Provincia, tra cui Catania, Torino, Genova, Trieste e Napoli. Rimane stabile in 26 città, tra cui Milano, Roma, Bologna. Diminuisce in 35 città, tra cui Cagliari, Firenze, Trapani e Venezia.

Pronto Soccorso, nuovi codici d’emergenza: numeri e colori

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Il Provvedimento

Cambiano le regole del Pronto Soccorso, con l’introduzione di nuovi codici numerici che vanno da 1 a 5. Le Regioni potranno abbinare a questi codici dei colori e tempi “certi”, con un’attesa massima prevista di 8 ore. L’obiettivo di questo provvedimento è triplice: evitare i ricoveri inappropriati, accorciare i tempi di attesa e aumentare la sicurezza delle dimissioni.

Sono le novità portate nelle “Linee di indirizzo nazionale sul Triage Intraospedaliero, e sull’Osservazione Breve Intensiva e lo sviluppo del Piano di gestione del sovraffollamento”, messe a punto al ministero della Salute e deliberate in seguito alla Conferenza Stato-Regioni. Il nuovo sistema entrerà in vigore entro 18 mesi. La selezione per gravità dei casi, quindi, si suddividerà in 5 numeri e colori:

  1. Rosso: Emergenza, intervento immediato;
  2. Arancione: Urgenza, intervento entro 15 minuti;
  3. Azzurro: Urgenza, intervento entro 60 minuti;
  4. Verde: Urgenza minore, intervento entro 120 minuti;
  5. Bianco: Non urgenza, intervento entro 240 minuti;

Nascerà inoltre un’area chiamata “See and treat”, nella quale infermieri in possesso di una “formazione specifica” applicheranno controlli per trattare le urgenze minori, sempre con l’obiettivo di diminuire il sovraffollamento. È prevista anche un’Area di Osservazione breve ed intensiva (Obi), per terapie a breve termine e approfondimenti diagnostici. In quest’altro caso, invece, si intende ridurre i ricoveri inappropriati e accertare le dimissioni.

Le Posizioni sulla “Rivoluzione”

Sono molto contenta perché abbiamo portato a casa una serie di provvedimenti importantissimi. Dalle classificazioni d’urgenza nel Pronto Soccorso a tutta una serie di provvedimenti per ridurre il sovraffollamento, come tempi certi di visita. Abbiamo portato a casa anche la ripartizione del fondo di 400 milioni di euro per la riduzione dei tempi della lista d’attesa e la digitalizzazione delle prenotazioni“. Sono queste le parole di Claudia Grillo, il Ministro della Salute, al termine della Conferenza Stato-Regioni. Stefano Boccaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, aggiunge: “Con l’accordo si realizza un cambiamento importante. Qualcuno ha parlato di rivoluzione, ma credo si tratti semplicemente di un’evoluzione basata su positive esperienze che si sono concretizzate in alcune Regioni“. Sergio Venturi, coordinatore vicario della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, ritiene che il nuovo sistema “allinea l’Italia agli standard della maggior parte degli altri paesi“.

Francesco Rocco Pugliesi, presidente del Simeu (Società Italiana di medicina di emergenza urgenza), si trova in disaccordo: “Non credo ci sarà una riduzione dei tempi d’attesa, perché il vero problema è che nei Pronto Soccorso italiano mancano all’appello 2.000 medici ed è il medico che deve visitare i pazienti. Con un numero così esiguo di medici è impossibile rispettare i tempi massimi di attesa previsti per l’accesso al Pronto Soccorso“, e continua: “Tecnicamente, il codice colore non penso possa essere comunque abbandonato, perché è più immediato sia per il cittadino sia per il medico. Un altro problema centrale è che nei reparti ospedalieri mancano i posti letto, a causa dei tagli degli ultimi anni: è quindi impossibile che i pazienti, come prevedono le nuove regole, vengano smistati ai reparti per il ricovero, quando questo è necessario, entro un tempo massimo di 6-8 ore“.

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Crisi Whirlpool Napoli: unica soluzione la riconversione

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Napoli, caso Whirlpool: pare sia attuabile un progetto di riconversione per evitare la chiusura della sede di via Argine.

Ancora niente di stabilito, ma sembra che l’unica soluzione sostenibile per la fabbrica Whirlpool a via Argine sia un progetto di riconversione. Bisogna dunque dire addio alla produzione di lavatrici.

Quale progetto non è ancora stato identificato, ma voci non ufficiali parlano di produzione di frigoriferi o container.

L’amministratore delegato di Whirlpool per l’Italia, Luigi La Morgia, ha rilasciato ieri tale dichiarazione:

«Siamo certi che la nuova missione rappresenti un’importante opportunità di crescita per il sito di Napoli. Il prodotto è altamente innovativo, strategico per il futuro dello stabilimento e ha già ricevuto diversi riconoscimenti da autorità nazionali e internazionali e dalle Nazioni Unite».

La Morgia ha inoltre sottolineato l’attenzione per i lavoratori, aggiungendo:

«Whirlpool ha confermato oggi il suo impegno a supportare i lavoratori in questa transizione, in virtù della solidità del progetto industriale. […] Siamo pronti a illustrarne tutti i dettagli già nel prossimo incontro, che auspichiamo sia convocato a inizio del mese di settembre».

Non resta dunque che aspettare la fine dell’estate, sperando che la Whirlpool di Napoli, nonostante l’addio alla produzione di lavatrici, possa ugualmente essere uno stabilimento competitivo sul mercato.

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Leggende della Campania: la storia di Castel dell’Ovo

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Il segreto di Castel dell’Ovo

Castel dell’Ovo è il castello più antico di Napoli e le sue mura fanno da teatro ad una delle più antiche leggende della città partenopea.

Si dice, infatti, che nelle sue stanza sia custodito un tesoro segreto, conservato dal Mago Virgilio; si dice anche che, se a questo tesoro mai scovato accadesse qualcosa, Napoli ed i suoi abitanti incorrerebbero in terribili sventure…

Breve storia sulle sponde di Megaride

Castel dell’Ovo sorge su un isolotto, oggi collegato alla terraferma da un istmo di terra, il cui nome è Megaride. I greci, che già nel nono secolo a.C. avevano colonizzato Ischia e Cuma, su questo isolotto di tufo fondarono nell’ottavo secolo a.C. il primo insediamento che sarebbe poi cresciuto fino a toccare la terraferma e diventare una grande, nuova città – Neapolis.

Licinio Lucullo, che vi allevava murene, nel primo secolo a.C. vi costruì una splendida villa. Oltre ad un allevamento di murene, la villa possedeva una vastissima biblioteca ed un giardino con alberi all’epoca esotici come il pesco (importato dalla Persia) ed il ciliegio (importato invece dalla Turchia). La villa, prima nota come Castrum Lucullianum e poi come Castello Marino,  venne successivamente fortificata. Qui morì l’ultimo imperatore romano, Romolo Augustolo, nel 476.

Un Castello Indistruttibile

Il Castello dell’isolotto di Megaride attraversò poi una storia abbastanza travagliata: trasformato in monastero venne quasi raso al suolo dai duchi di Napoli per evitare che diventasse una base per i Saraceni. 

Ricostruito dai re Normanni, cambiò forma per mano di tutti coloro che nei secoli conquistarono Napoli – Svevi, Angioini, Aragonesi, Borbone – diventando infine il castello che noi tutti oggi conosciamo. Ma tutto questo ci importa poco, perché la più famosa leggenda riguardante questo luogo antico e mutevole inizia a circolare già dal 300 d.C.

Forse la fortuna di questo castello praticamente indistruttibile deriva proprio dagli eventi leggendari che ci appropinquiamo a raccontare: sembra, infatti, che vi sia un oggetto magico nascosto nelle sue segrete che impedisce al castello di cadere.

La Sirena Parthenope, l’Uovo e Virgilio

Si racconta che la Sirena Parthenope, disperata per non essere riuscita a sedurre Ulisse, si sia lasciata morire. Trascinata dalle correnti fino all’isolotto di Megaride, prima di spirare avrebbe deposto un uovo.

Quest’uovo venne trovato dal poeta e Mago Virgilio (che abbiamo già incontrato quando abbiamo parlato, sempre in questa rubrica, della maledizione della Gaiola). Virgilio, riconosciuto il valore magico dell’uovo, decise di conservarlo in un luogo sicuro, e la sua attenzione ricadde sul Castello Marino.

Il Mago pose dunque l’uovo all’interno di una caraffa d’acqua circondata da una pesante gabbia di ferro, attaccata a sua volta ad una trave di quercia in una stanza segreta nei sotterranei. Virgilio disse che, fintanto che l’uovo fosse rimasto integro il castello e Napoli non sarebbero perite; ma, in caso contrario la città ed il castello sarebbero stati colti da sventura e sarebbero crollati. 

Da uell’ovo pendevano tutti li facti e la fortuna del Castel Marino

La popolazione credeva fermamente alla veridicità della leggenda. Erano davvero convinti che “da uell’ovo pendevano tutti li facti e la fortuna del Castel Marino”, al punto che la regina Giovanna I, a seguito di un terremoto, dovette giurare di aver sostituito l’uovo e di aver preservato l’originale.

Nel corso dei secoli in molti hanno cercato l’uovo, ma senza alcun successo: se davvero è esistito, Virgilio deve averlo nascosto davvero bene. E forse la leggenda ha un fondo di verità: ben protetto, l’uovo ha fatto in modo che il castello e Napoli non crollassero mai.

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BussoLaLeggenda I : Da dove nascono le Janare? 

BussoLaLeggenda II : Il fantasma del Caffè Gambrinus

BussoLaLeggenda III: La maledizione della Gaiola

BussoLaLeggenda IV: La Strega del Vesuvio

BussoLaLeggenda V: La Tomba di Dracula

BussoLaLeggenda VI: L’amore tra Posillipo e Nisida

BussoLaLeggenda VII: Giovanna la pazza e i suoi amanti senza riposo

BussoLaLeggenda VIII: La Bella ‘Mbriana e l’ospitalità

BussoLaLeggenda IX: I segreti della Grotta Azzurra

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