sabato, Agosto 16, 2025
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Il Commissario Straordinario Iervolino: “Serve sangue al Cardarelli”

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Arriva l’appello del Commissario Straordinario Anna Iervolino sull’emergenza riscontrata e denunciata dal direttore del Cardarelli, per quanto riguarda le attività trasfusionali della regione Campania.

Ancora una volta la generosità dei cittadini campani può fare la differenza. Di qui la scelta di questo appello, per chiedere a chi si trova in città e ne ha la possibilità di venire al nostro centro trasfusionale e donare“, queste le parole di Anna Iervolino. Le carenze riguardano soprattutto il gruppo 0 positivo e 0 negativo.

Il centro trasfusionale dell’ospedale Cardarelli è aperto dalle 8 alle 12 tutti i giorni, festivi esclusi.

Imu, Tari e Irpef: aumentano le tasse locali

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Uno studio della Uil fotografa i movimenti del carico fiscale sulle tasse locali Imu/Tasi, Tari e Irpef.

A seguito della rimozione del blocco delle aliquote, gli enti locali possono da quest’anno manovrare di nuovo la leva fiscale. Non sono pochi i contribuenti che dovranno pagare più tasse per effetto dei ritocchi a Imu/Tasi, Tari e addizionali comunali Irpef decisi da molte amministrazioni locali. A fotografare l’andamento delle imposte locali, è uno studio della Uil sulle tre maggiori imposte dei comuni, Imu/Tasi, Tari e Irpef. Mentre le Regioni finora non hanno apportato aumenti di aliquote, la situazione sul fronte tasse comunali è diversa. Non sono molti i comuni che stanno rivedendo le aliquote e le tariffe, ma si tratta comunque di ritocchi di peso: contenuti gli aumenti Imu/Tasi; più pesanti i ritocchi Irpef; il quadro Tari risulta più variegato. Oltre ai rincari si registrano inoltre alcune riduzioni.

Irpef

Su 4.078 Comuni che hanno comunicato le loro scelte al Ministero dell’Economia, 566 (il 14% del totale) hanno scelto di aumentare le aliquote o di rimodulare le esenzioni abbassandone la soglia.

A Barletta, che suddivide l’aliquota in base al reddito, l’aliquota sul primo scaglione di reddito (15 mila euro) passa dallo 0,2% allo 0,5%; quella sul secondo scaglione di reddito (fino a 28 mila euro) passa dallo 0,4% allo 0,6%; quella fino a 55 mila euro di reddito passa dallo 0,6% allo 0,7%. Ad Avellino l’aliquota passa dallo 0,7% allo 0,8%, confermando la soglia di esenzione a 15 mila euro. Anche a Lecce passa dallo 0,7% allo 0,8% confermando la soglia di esenzione a 12.500 euro. Mentre a Carrara da un sistema di aliquote progressive che andavano dallo 0,44% allo 0,8% quest’anno viene applicata l’aliquota unica dello 0,8%. A Trapani la soglia di esenzione viene ridotta da 13 mila euro a 10 mila euro. A Mantova fino allo scorso anno c’era l’aliquota unica dello 0,4% e da quest’anno si applicheranno aliquote comprese tra lo 0,38% e lo 0,8%. Mentre a Rimini dallo 0,3% dello scorso anno si passa ad aliquote comprese tra lo 0,55% e lo 0,8%.

Oltre ai rincari ci sono 122 comuni che hanno scelto di diminuire il carico fiscale tra cui Bologna e Forlì. A Bologna la soglia di esenzione passa dai 14 mila euro dello scorso anno ai 15 mila euro di quest’anno. A Forlì la soglia è stata portata a 15 mila euro a fronte degli 8 mila dello scorso anno. Lucca ha diminuito la prima aliquota (dallo 0,59% allo 0,58%). Mentre Pisa aumenta la soglia di esenzione da 12 mila a 15 mila euro.

Imu

Per quanto riguarda l’Imu le aliquote sono state riviste al rialzo in oltre 215 Comuni, tra cui 4 Città capoluogo: Torino, La Spezia, Pordenone e Avellino. Di segno opposto le scelte fatte a Firenze, Grosseto, Pavia, Lucca, Taranto, Vercelli dove le aliquote scendono. Poi ci sono moltissimi Comuni, compresi alcuni capoluoghi, che senza abbassare le aliquote hanno però semplificato il sistema con l’accorpamento della Tasi all’Imu.

Tari

Per una famiglia con abitazione di 80 mq e quattro componenti la Tari è aumentata in 44 Città capoluogo di Provincia, tra cui Catania, Torino, Genova, Trieste e Napoli. Rimane stabile in 26 città, tra cui Milano, Roma, Bologna. Diminuisce in 35 città, tra cui Cagliari, Firenze, Trapani e Venezia.

Pronto Soccorso, nuovi codici d’emergenza: numeri e colori

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Il Provvedimento

Cambiano le regole del Pronto Soccorso, con l’introduzione di nuovi codici numerici che vanno da 1 a 5. Le Regioni potranno abbinare a questi codici dei colori e tempi “certi”, con un’attesa massima prevista di 8 ore. L’obiettivo di questo provvedimento è triplice: evitare i ricoveri inappropriati, accorciare i tempi di attesa e aumentare la sicurezza delle dimissioni.

Sono le novità portate nelle “Linee di indirizzo nazionale sul Triage Intraospedaliero, e sull’Osservazione Breve Intensiva e lo sviluppo del Piano di gestione del sovraffollamento”, messe a punto al ministero della Salute e deliberate in seguito alla Conferenza Stato-Regioni. Il nuovo sistema entrerà in vigore entro 18 mesi. La selezione per gravità dei casi, quindi, si suddividerà in 5 numeri e colori:

  1. Rosso: Emergenza, intervento immediato;
  2. Arancione: Urgenza, intervento entro 15 minuti;
  3. Azzurro: Urgenza, intervento entro 60 minuti;
  4. Verde: Urgenza minore, intervento entro 120 minuti;
  5. Bianco: Non urgenza, intervento entro 240 minuti;

Nascerà inoltre un’area chiamata “See and treat”, nella quale infermieri in possesso di una “formazione specifica” applicheranno controlli per trattare le urgenze minori, sempre con l’obiettivo di diminuire il sovraffollamento. È prevista anche un’Area di Osservazione breve ed intensiva (Obi), per terapie a breve termine e approfondimenti diagnostici. In quest’altro caso, invece, si intende ridurre i ricoveri inappropriati e accertare le dimissioni.

Le Posizioni sulla “Rivoluzione”

Sono molto contenta perché abbiamo portato a casa una serie di provvedimenti importantissimi. Dalle classificazioni d’urgenza nel Pronto Soccorso a tutta una serie di provvedimenti per ridurre il sovraffollamento, come tempi certi di visita. Abbiamo portato a casa anche la ripartizione del fondo di 400 milioni di euro per la riduzione dei tempi della lista d’attesa e la digitalizzazione delle prenotazioni“. Sono queste le parole di Claudia Grillo, il Ministro della Salute, al termine della Conferenza Stato-Regioni. Stefano Boccaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, aggiunge: “Con l’accordo si realizza un cambiamento importante. Qualcuno ha parlato di rivoluzione, ma credo si tratti semplicemente di un’evoluzione basata su positive esperienze che si sono concretizzate in alcune Regioni“. Sergio Venturi, coordinatore vicario della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, ritiene che il nuovo sistema “allinea l’Italia agli standard della maggior parte degli altri paesi“.

Francesco Rocco Pugliesi, presidente del Simeu (Società Italiana di medicina di emergenza urgenza), si trova in disaccordo: “Non credo ci sarà una riduzione dei tempi d’attesa, perché il vero problema è che nei Pronto Soccorso italiano mancano all’appello 2.000 medici ed è il medico che deve visitare i pazienti. Con un numero così esiguo di medici è impossibile rispettare i tempi massimi di attesa previsti per l’accesso al Pronto Soccorso“, e continua: “Tecnicamente, il codice colore non penso possa essere comunque abbandonato, perché è più immediato sia per il cittadino sia per il medico. Un altro problema centrale è che nei reparti ospedalieri mancano i posti letto, a causa dei tagli degli ultimi anni: è quindi impossibile che i pazienti, come prevedono le nuove regole, vengano smistati ai reparti per il ricovero, quando questo è necessario, entro un tempo massimo di 6-8 ore“.

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Crisi Whirlpool Napoli: unica soluzione la riconversione

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Napoli, caso Whirlpool: pare sia attuabile un progetto di riconversione per evitare la chiusura della sede di via Argine.

Ancora niente di stabilito, ma sembra che l’unica soluzione sostenibile per la fabbrica Whirlpool a via Argine sia un progetto di riconversione. Bisogna dunque dire addio alla produzione di lavatrici.

Quale progetto non è ancora stato identificato, ma voci non ufficiali parlano di produzione di frigoriferi o container.

L’amministratore delegato di Whirlpool per l’Italia, Luigi La Morgia, ha rilasciato ieri tale dichiarazione:

«Siamo certi che la nuova missione rappresenti un’importante opportunità di crescita per il sito di Napoli. Il prodotto è altamente innovativo, strategico per il futuro dello stabilimento e ha già ricevuto diversi riconoscimenti da autorità nazionali e internazionali e dalle Nazioni Unite».

La Morgia ha inoltre sottolineato l’attenzione per i lavoratori, aggiungendo:

«Whirlpool ha confermato oggi il suo impegno a supportare i lavoratori in questa transizione, in virtù della solidità del progetto industriale. […] Siamo pronti a illustrarne tutti i dettagli già nel prossimo incontro, che auspichiamo sia convocato a inizio del mese di settembre».

Non resta dunque che aspettare la fine dell’estate, sperando che la Whirlpool di Napoli, nonostante l’addio alla produzione di lavatrici, possa ugualmente essere uno stabilimento competitivo sul mercato.

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Leggende della Campania: la storia di Castel dell’Ovo

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Il segreto di Castel dell’Ovo

Castel dell’Ovo è il castello più antico di Napoli e le sue mura fanno da teatro ad una delle più antiche leggende della città partenopea.

Si dice, infatti, che nelle sue stanza sia custodito un tesoro segreto, conservato dal Mago Virgilio; si dice anche che, se a questo tesoro mai scovato accadesse qualcosa, Napoli ed i suoi abitanti incorrerebbero in terribili sventure…

Breve storia sulle sponde di Megaride

Castel dell’Ovo sorge su un isolotto, oggi collegato alla terraferma da un istmo di terra, il cui nome è Megaride. I greci, che già nel nono secolo a.C. avevano colonizzato Ischia e Cuma, su questo isolotto di tufo fondarono nell’ottavo secolo a.C. il primo insediamento che sarebbe poi cresciuto fino a toccare la terraferma e diventare una grande, nuova città – Neapolis.

Licinio Lucullo, che vi allevava murene, nel primo secolo a.C. vi costruì una splendida villa. Oltre ad un allevamento di murene, la villa possedeva una vastissima biblioteca ed un giardino con alberi all’epoca esotici come il pesco (importato dalla Persia) ed il ciliegio (importato invece dalla Turchia). La villa, prima nota come Castrum Lucullianum e poi come Castello Marino,  venne successivamente fortificata. Qui morì l’ultimo imperatore romano, Romolo Augustolo, nel 476.

Un Castello Indistruttibile

Il Castello dell’isolotto di Megaride attraversò poi una storia abbastanza travagliata: trasformato in monastero venne quasi raso al suolo dai duchi di Napoli per evitare che diventasse una base per i Saraceni. 

Ricostruito dai re Normanni, cambiò forma per mano di tutti coloro che nei secoli conquistarono Napoli – Svevi, Angioini, Aragonesi, Borbone – diventando infine il castello che noi tutti oggi conosciamo. Ma tutto questo ci importa poco, perché la più famosa leggenda riguardante questo luogo antico e mutevole inizia a circolare già dal 300 d.C.

Forse la fortuna di questo castello praticamente indistruttibile deriva proprio dagli eventi leggendari che ci appropinquiamo a raccontare: sembra, infatti, che vi sia un oggetto magico nascosto nelle sue segrete che impedisce al castello di cadere.

La Sirena Parthenope, l’Uovo e Virgilio

Si racconta che la Sirena Parthenope, disperata per non essere riuscita a sedurre Ulisse, si sia lasciata morire. Trascinata dalle correnti fino all’isolotto di Megaride, prima di spirare avrebbe deposto un uovo.

Quest’uovo venne trovato dal poeta e Mago Virgilio (che abbiamo già incontrato quando abbiamo parlato, sempre in questa rubrica, della maledizione della Gaiola). Virgilio, riconosciuto il valore magico dell’uovo, decise di conservarlo in un luogo sicuro, e la sua attenzione ricadde sul Castello Marino.

Il Mago pose dunque l’uovo all’interno di una caraffa d’acqua circondata da una pesante gabbia di ferro, attaccata a sua volta ad una trave di quercia in una stanza segreta nei sotterranei. Virgilio disse che, fintanto che l’uovo fosse rimasto integro il castello e Napoli non sarebbero perite; ma, in caso contrario la città ed il castello sarebbero stati colti da sventura e sarebbero crollati. 

Da uell’ovo pendevano tutti li facti e la fortuna del Castel Marino

La popolazione credeva fermamente alla veridicità della leggenda. Erano davvero convinti che “da uell’ovo pendevano tutti li facti e la fortuna del Castel Marino”, al punto che la regina Giovanna I, a seguito di un terremoto, dovette giurare di aver sostituito l’uovo e di aver preservato l’originale.

Nel corso dei secoli in molti hanno cercato l’uovo, ma senza alcun successo: se davvero è esistito, Virgilio deve averlo nascosto davvero bene. E forse la leggenda ha un fondo di verità: ben protetto, l’uovo ha fatto in modo che il castello e Napoli non crollassero mai.

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Non perderti gli altri articoli sulle leggende della Campania:

BussoLaLeggenda I : Da dove nascono le Janare? 

BussoLaLeggenda II : Il fantasma del Caffè Gambrinus

BussoLaLeggenda III: La maledizione della Gaiola

BussoLaLeggenda IV: La Strega del Vesuvio

BussoLaLeggenda V: La Tomba di Dracula

BussoLaLeggenda VI: L’amore tra Posillipo e Nisida

BussoLaLeggenda VII: Giovanna la pazza e i suoi amanti senza riposo

BussoLaLeggenda VIII: La Bella ‘Mbriana e l’ospitalità

BussoLaLeggenda IX: I segreti della Grotta Azzurra

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Alla Caritas sono “Aperti per ferie”: l’iniziativa solidale per i più bisognosi

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Estate solidale per la Caritas diocesana di Napoli, che ad agosto mette a disposizione 14 mense estive per i poveri e i senza fissa dimora.

La Caritas questa estate non va in vacanza e, come da diversi anni, resta aperta per ferie durante tutto il mese di agosto. Con il benestare del cardinale Sepe, infatti, saranno disponibili mense estive, che rappresenteranno punti di accoglienza, ascolto e condivisione per i poveri e per coloro i quali sono senza fissa dimora. In totale, a restare aperti durante l’“Estate solidale”, nell’ambito del programma “Aperti per ferie”, saranno 14 centri, distribuiti sul territorio di Napoli e in alcuni comuni della provincia. I centri, veri avamposti di solidarietà, sono coordinati dalla Caritas diocesana di Napoli, diretta da don Enzo Cozzolino, e osserveranno orari di apertura e distribuzione dei pasti differenti. Al fine di garantire massimo sostegno a chi versa in condizioni di necessità, la diocesi ha anche promosso quella che definiremmo una call to action, per reclutare volontari con esperienza nel settore.

Sul sito della Caritas diocesana è possibile consultare e scaricare il piano completo del programma “Aperti per ferie”, ovvero l’elenco di tutte le mense che resteranno aperte durante l’estate solidale.

A Napoli

Saranno 8 le mense aperte durante il periodo estivo nella città di Napoli. Con una capienza di 50 posti, Il binario della solidarietà, in via Taddeo da Sessa, resterà aperto tutti i giorni, mettendo a disposizione diversi pasti: si potrà fare colazione alle 10, pranzo alle 13, merenda alle 16 e cena alle 18. Orari di apertura e distribuzione molto diversi, invece, per il centro Santa Brigida che distribuirà 80 cestini a partire dalle 17, il martedì e il venerdì.

Sarà possibile ricevere accoglienza e pranzo al centro Santa Lucia, mentre il centro La Tenda, in via Sanità, offrirà accoglienza e cena. Il primo, con i suoi 70 posti a sedere, resterà aperto il lunedì e il mercoledì, con la possibilità per i non abbienti di essere accolti alle 10:30 e di pranzare alle 11:45. Invece, il secondo resterà aperto tutti i giorni, accogliendo i bisognosi dalle 19 e fornendo la cena alle 20:30, distribuita su due turni, per un totale di 140 posti a sedere.

Presso il centro San Vincenzo de’ Paoli, in piazza Porta Capuana, 35 persone avranno la possibilità di pranzare alle 12, dal lunedì al venerdì. Nella Basilica del Carmine Maggiore, invece, sarà possibile pranzare tutti i giorni, in 3 turni di mezz’ora ciascuno, con inizio alle 11, per una capienza massima di 170 persone.

Dal lunedì al sabato saranno distribuiti 60 cestini e 30 pasti presso i Padri Trinitari, in corso Malta, a partire dalle 12. Invece, dal lunedì al venerdì, presso il centro Padre Arturo dei Missionari della Divina Redenzione, in via Gianturco, potranno essere accolte per pranzo (ore 12) fino a 60 persone.

In provincia

Le mense estive aperte ad agosto in provincia di Napoli sono 6 e si trovano nei comuni di Arzano, Afragola, Portici, Torre del Greco e Torre Annunziata. Ad Arzano, il centro La Casa della Carità, in via Vittorio Emanuele III, metterà a disposizione tutti i giorni per pranzo (ore 12) fino a 35 posti a sedere. Lo stesso vale per il centro Spirito Santo in Torre Annunziata, la cui mensa aprirà tutti i giorni per pranzo alle 12 e accoglierà 50 persone. A Torre del Greco saranno ben due le mense aperte per il periodo estivo: Sant’Antonio di Padova ospiterà tutti i giorni 24 persone per il pranzo (ore 12), mentre a Santa Maria del Buon Consiglio saranno disponibili 45 posti a sedere per la cena, a partire dalle 18, tutti i giorni tranne il giovedì.

Al centro Sant’Antonio nel comune di Afragola saranno disponibili fino a 40 posti a sedere e 40 cestini per la cena alle ore 17. Infine, per i bisognosi di Portici, il pranzo sarà disponibile lunedì, sabato e domenica, alle ore 12. I posti a sedere saranno 24, a cui si aggiungono 36 cestini.

Al via Segreti d’Autore: festival culturale nel cuore del Cilento

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Di Anna Menale – Parte oggi Segreti d’Autore: festival ideato da Ruggero Cappuccio che porterà dal 1 al 14 agosto scrittori e studiosi, attori e registi, artisti e musicisti nei magici luoghi del Cilento.

Il festival, che quest’anno vede la direzione artistica di Nadia Baldi, si propone come osservatorio civile dei rapporti tra il patrimonio culturale e paesaggistico. Una manifestazione aperta gratuitamente al pubblico che coinvolge le bellezze dei comuni: Sessa Cilento, Serramezzana, Stella Cilento, Laureana Cilento, San Mauro Cilento e Montecorice.

Tra gli appuntamenti di apertura a Serramezzana, magico luogo sospeso nel tempo, l’ 1 agosto: Terrore e terrorismoFederico Cafiero De Raho, Procuratore Nazionale Antimafia e Franco Roberti, Parlamentare Europeo, dialogano con lo scrittore e regista Ruggero Cappuccio.

Il 2, Una vita tra le stelle, la regista Nadia Baldi dialoga con l’astronauta Paolo Nespoli sui suoi viaggi nel cosmo; il 7, a Stella Cilento, Una vita d’attoreGiovanni Esposito racconta la sua carriera d’attore cinematografico, televisivo e teatrale.

A Valle/Sessa Cilento , il settecentesco Palazzo Coppola ospita, l’11La scena della libertà, un appuntamento d’eccezione con Maurizio De Giovanni Vinicio Marchioni, lo scrittore e l’attore raccontano le loro esperienze tra il palcoscenico e la settima arte. Ai due ospiti è conferito il Premio Segreti d’Autore 2019, scultura realizzata da Mimmo Paladino.

Il 12A memoria, Daniele Ciprì narra il suo percorso artistico dalla regia, alla sceneggiatura e la direzione della fotografia.

Sezione musica

Il 7 agosto, a Stella Cilento, La sindrome di Wanderlust, ultimo album dei Gatos Do Mar, arpa celtica, voce femminile e percussioni. A Ortodonico/Montecorice il 10, Musica Nuda, il duo Petra Magoni, voce, e Ferruccio Spinetti, contrabbasso. Il 13Incontri con il jazzista Ivo Parlati.

La sezione degli spettacoli teatrali 

Il 2 agosto, a Serramezzana, Rusina, di e con Rossella Pugliese. Il 3, a Valle/Sessa Cilento, A testa sutta, diretto e interpretato da Giovanni Carta. A San Mauro Cilento, il 4Gea Martire con Il motore di Roselena regia di Nadia Baldi. I5Ellis Island, ideato, scritto, diretto e interpretato da Maurizio Igor Meta. A Valle/Sessa Cilento, il 6“Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori e…25 59 e 70…” di e con Ciro Pellegrino. L’8EXIT (Grazie dei fiori) con Giovanni Esposito e Susy Del Giudice. Il 9, a Laureana Cilento, Ulisse Mentitore: gli apologhi di Alcinoo, di e con Enzo Marangelo, e la partecipazione dell’astrofisica Claudia Mignone e del filologo classico Angelo Meriani. A Valle/Sessa Cilento, il 12Aspettando Medea, regia Nadia Baldi, con Franca Abategiovanni e Antonella Ippolito e il 14 Io ho paura, con Andrea Renzi che conclude la sezione e il Festival.

Gli incontri culturali

Segreti d’Autore, nel suggestivo Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, si arricchisce degli incontri culturali con Patrizia Del Puente, Callista Fragetti, Frate Modesto Fragetti, Francesco Forte, Carmen Lucia, Sandra Pagliuca, Massimo Perrino, Maria Pagano e Silvio Perrella. Associazioni di studiosi ed esperti di natura, difesa del territorio, legalità e geologia, Edoardo LeggieriMichele Buonomo, Amilcare Troiano, Roberta Beolchi, Dionisia De Santis, completano il quadro del Festival che si articola nei comuni del Cilento storico

Passeggiate nella natura

Durante l’intero arco della manifestazione sono proposti percorsi naturalistici, passeggiate guidate nella natura: Le piante Spontanee nell’arte erboristica Mediterranea, a cura della professoressa Dionisia De Santis. Tra le iniziative collaterali: PATER la residenza teatrale integrata con attori e attrici dall’Africa e dall’Italia a cura di Manovalanza, regia di Adriana Follieri; il laboratorio musicale a cura di Ivo Parlati; il cortometraggio Un giorno di Legalità a cura di Renato Salvetti; la mostra Salernitani con la valigia a cura di Antonio Corbisiero.

Degustazioni cilentane al Dopofestival, è la sezione che accompagna ogni evento con la degustazione di prodotti locali provenienti da aziende a chilometro zero.

Intervento co-finanziato dal POC CAMPANIA 2014 – 2020, Segreti d’Autore si avvale della partecipazione di Radio Siani ed è in collaborazione con il Montecorice diWine Jazz Festival – Sinestesia sensoriale di jazz e vino d’autore.  L’ingresso agli spettacoli e ai percorsi naturalistici è gratuito.

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Eutanasia: la prima tesi sull’argomento è di una ragazza napoletana

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«Disciplina penale in materia di trapianto di organi ed eutanasia»: la prima tesi in Italia che tratta esplicitamente del tema dell’eutanasia è tutta napoletana.

Angelica De Vito, diplomata al liceo classico G.B. Vico di Napoli e neolaureata con lode in giurisprudenza alla Federico II, ha firmato e discusso la prima tesi italiana sul tema dell’eutanasia. Il suo relatore è il professore di diritto penale Vincenzo Maiello.

Oltre ad avere una formazione giuridica in Italia (sistema di civil law), Angelica ha conseguito anche una formazione su common law a New York (triennale alla Columbia University e magistrale alla Fordham University).

Angelica spiega:

«È una sorta di double degree, infatti da quando mi sono diplomata nel 2014 vado ogni estate a studiare in America. Tutte le estati tranne la precedente, perché sono andata in Cile per studiare diritto internazionale, con un progetto di internazionalizzazione con la Federico II».

Angelica De Vito e la sua tesi sull'eutanasia
Angelica De Vito e la sua tesi sull’eutanasia

Parlare di eutanasia vuol dire affrontare un argomento molto delicato e prendere posizione in merito vuol dire anche rischiare di ricevere offese gratuite dagli sconosciuti sui social. Eppure, secondo Angelica, a prescindere dall’opinione che si può avere sull’argomento, basterebbe solo essere più informati.

Eutanasia è una parola che deriva dal greco (εὖ «bene» e ϑάνατος «morte») e letteralmente vuol dire “morire bene”. Morire bene non solo in maniera felice e serena, ma in maniera dignitosa.

Angelica aggiunge infatti:

«Quel “bene” ha un significato duplice. Il primo per il paziente, il secondo per la famiglia del paziente, che vive lentamente la morte del soggetto. Per esempio credo che Mina Welby sia una grande donna perché ha capito come stare vicino al marito malato e come dargli dignità».

La neo dottoressa ha conosciuto Mina Welby, moglie di Pier Giorgio Welby e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, quasi 3 anni fa all’inagugurazione di una nuova casa editrice di Scampia, la Marotta e Cafiero.

«Lei era lì perché hanno venduto tantissime copie dei suoi libri, ma io ero già interessata a lei perchè avevo studiato il caso di Pier Giorgio per l’esame di procedura civile. Le ho proposto quindi di presentare il suo libro nella bottega Bovo, dove dipingo. Il mio sogno sarebbe però quello di invitarla addirittura alla facoltà di medicina della Federico II dove ci sono professori ancora poco propensi al dialogo in materia di eutanasia. Oltre la materia processuale, credo infatti che debba essere riformata quella medica. Alcuni medici sono infatti molto contrari all’eutanasia, quasi come se andassero contro la loro morale

Come tutelare i medici?

Uno dei punti fondamentali da cui parte la tesi di Angelica è proprio la mancanza di tutela del medico. Egli infatti, davanti l’irreversibilità della malattia di un paziente e in mancanza di cure, per non incorrere in penalità, non fa nulla.

L’Associazione Luca Coscioni, che promuove la libertà di ricerca scientifica e ha lottato a favore del caso di Pier Giorgio Welby, è infatti sotto processo per omicidio e per istigazione al suicidio.

In tal caso si applicano gli articoli 579 e 580 del codice penale, secondo cui l’associazione e alcuni medici che la aiutano, devono essere processati per omicidio (articolo 579) o per istigazione al suicidio (articolo 580).

Angelica poi aggiunge:

«Addirittura la Lega sta pensando di togliere anche i centri di cure palliative. In effetti il confine tra eutanasia e cura palliativa è labile. Basta una dose di morfina leggermente superiore che il medico rischia di incorrere in un processo per istigazione al suicidio o per omicidio. Se si eliminano le cure palliative però, si elimina anche la possibilità per i malati terminali di non provare dolore

Il diritto alla vita e alla salute

Altro tema della tesi di Angelica è quello dei diritti fondamentali:

«Se si parla di eutanasia non è che si ha un nuovo diritto. Si guarda a quelli che sono i principi fondamentali della Costituzione, dove vi è il diritto alla vita e alla salute. Bisogna dare una nuova lettura, orientata a quelli che sono i nuovi bisogni della società. Ci sono casi infatti in cui purtroppo una persona non può essere miracolata. Non si può all’improvviso riprendere a respirare dal naso o riprendere a deglutire. Questa non è vita. Parliamo di danni cerebrali così ingenti che una persona non può neanche di fare movimenti semplici. Si parla di mancanza totale di autonomia. Si dovrebbe quindi incorrere in domande ancor più profonde come “cos’è la vita?”».

Insomma il problema per cui ancora in Italia non si è arrivati ad un punto di svolta è la mancanza di informazione sulla questione eutanasia.

«Quando si parla di eutanasia si pensa di dover fare una legge che permetta di morire su richiesta della parte. In realtà non è così perché per avvalersi di eutanasia è necessario che ci siano delle condizioni ben determinate. Può avvalersi di eutanasia un malato terminale, in condizioni irreversibili, che devono durare in un tempo abbastanza prolungato. È richiesto inoltre più di un prospetto medico che dichiari l’irreversibilità della condizione del malato. Quindi in realtà credo ci sia molta confusione»

La causa di questa confusione secondo Angelica è il fatto che troppe voci si pronunciano su un tema così delicato, in maniera però molto superficiale e continua:

«L’unica voce che dovrebbe essere rispettata è quella della Corte Costituzionale, che ha funzione nomofilattica, che garantisce cioè l’osservanza della legge. La Corte ha decretato che bisognerebbe decidere sulla materia entro il 24 settembre, ma ci sono continui rinvii sulla scelta della data della discussione. È necessario invece che vi sia un disegno di legge che si vada poi a discutere, vista la profondità del tema. Per adesso ancora non si vede assolutamente nulla».

La situazione in Italia sulla questione dell’eutanasia

Il primo passo verso la risoluzione della questione sembrava essere stato fatto nel dicembre 2017, quando il biotestamento è diventato legge.

dicembre 2017, il biotestamento è legge: Emma Bonino e Mina Welby commosse
dicembre 2017, il biotestamento è legge: Emma Bonino e Mina Welby commosse

Mostrando la foto di Emma Bonino e Mina Welby commosse, Angelica dice:

«Solo il 14 dicembre 2017, dopo anni di battaglie che hanno visto Mina Welby in primo piano, il Parlamento ha approvato la legge sul testamento biologico, ciò che voleva Piergiorgio Welby».

Il testamento biologico è un documento legale da parte di una persona, per specificare in anticipo i trattamenti sanitari da intraprendere nel caso di una propria eventuale impossibilità a comunicare direttamente a causa di malattia o incapacità. Si apre quindi un’altra parentesi:

«Scrivere un biotestamento è una cosa a cui uno, soprattutto da giovane, non pensa. Secondo la pronuncia sul caso Englaro, si deve ricostruire il percorso di vita del soggetto insieme alle persone care. Bisogna però rendere le persone più consapevoli. Già è importante per esempio inserire sulle nuove carte dì identità la dicitura “donatore di organi”. Ripeto, credo che l’informazione abbia un ruolo fondamentale. Condizione necessaria per la donazione di certi organi, come ad esempio il cuore, è che la persona o sia ancora viva, oppure sia morta da pochissimo. Per cui è importante conoscere le volontà ultime delle persone, riguardo il proprio corpo».

Angelica aggiunge poi sorridendo:

«E comunque una persona può scegliere di scrivere il testamento biologico anche in maniera scaramantica, perché ovviamente nessuno si augura la morte o il dolore di qualcuno».

La posizione della Chiesa

La Chiesa si esprime ancora in maniera sfavorevole riguardo la legalizzazione dell’eutanasia. Angelica a tal proposito afferma:

«Posso anche comprendere il punto di vista della Chiesa o di chi in generale è a sfavore. Nel momento in cui l’eutanasia diventa legge inizieranno anche le trasgressioni. Ad esempio la depressione è una malattia e il depresso ritiene magari di potersi avvalere di eutanasia. Quella sarebbe allora istigazione al suicidio. Torniamo sempre là, basta essere più informati. Per avvalersi dell’eutanasia bisogna essere in condizioni ben determinate: irreversibilità, annosità, mancanza di cure previste anche nel lungo periodo. Magari su 100 malati, solo 2 possono avvalersi del diritto all’eutanasia. La condizione di irreversibilità non è infatti una condizione della psiche, ma deve essere una condizione del corpo. La scientificità è l’unico parametro per dettare l’irreversibilità della malattia».

Insomma con una posizione così netta riguardo la questione eutanasia, si sentirà ancora parlare della giovane napoletana Angelica De Vito, che dopo la laurea frequenterà un master alla Queen Mary University of London, dove sicuramente porterà alto anche il nome della nostra città.

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Concorso Ripam Regione Campania 2019, 509mila domande

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Sono 508mila, più di mezzo milione, le domande pervenute per il Piano Lavoro della Regione Campania. È il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ad annunciare il successo del concorso su Facebook, e aggiunge: “Le assunzioni sono garantite alla fine del percorso formativo. Sono stati i Comuni a presentare le richieste in base alle loro piante organiche e il concorso ha avuto il via libera dai tre ministeri competenti“.

Non è un numero fissato, poiché manca ancora più di una settimana al termine: le domande potranno essere presentate fino all’8 agosto, con la possibilità che ne arrivino altre decine di migliaia. I posti disponibili negli enti della Regione Campania sono in tutto 2175, divisi fra le diverse qualifiche professionali (1225 per i diplomati e 950 riservati ai laureati). L’età minima per la partecipazione è di 18 anni: tra le professioni ricercate figurano operai, dirigenti, contabili e impiegati amministrativi.

Le Modalità

I candidati inviano le domande online (attraverso il sito https://www.ripam.cloud/). Le prove preselettive avranno luogo tra gli ultimi giorni di agosto e i primi di settembre, alla Mostra d’Oltremare di Fuorigrotta. Il test sarà composto da 80 domande a risposta multipla, e differirà in base al profilo professionale a cui il candidato ambisce. Al termine della prova preselettiva i candidati che passeranno saranno sottoposti a un’ulteriore cernita con la prova selettiva di 60 quesiti. Terminata la fase selettiva verrà redatta una graduatoria provvisoria di merito dei candidati idonei, in base al punteggio. Così gli ammessi saranno indicati alla terza fase di formazione e rafforzamento.

La terza fase durerà 10 mesi e sarà distinta per profili professionali (la raggiungerà un numero di candidati pari al numero di posti da ricoprire maggiorato del 20%). Il concorso avrà la sua conclusione con la prova orale, al termine del periodo di formazione e dopo una verifica finale.

Finita la prova orale la commissione redigerà le graduatorie, una per profilo. Per ottenerle saranno sommati i punteggi della prova scritta, della valutazione finale dell’attività formativa e della prova orale. Le amministrazioni, dunque, assumeranno i primi classificati a tempo indeterminato nei vari ruoli.

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Napoli, anziana trovata morta nel suo appartamento

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Un’anziana donna è stata rinvenuta morta nel suo appartamento di Fuorigrotta.

E’ un giallo la morte di Maria Rosaria Panini, un’anziana che viveva da sola nella sua casa in via Campegna, nel quartiere di Fuorigrotta. Il forte odore proveniente dall’appartamento ha fatto sì che i vicini allertassero le forze dell’ordine.

L’anziana è stata trovata su una poltrona, con le gambe penzolanti sul pavimento e senza vita, forse morta da quattro giorni, il corpo in avanzato stato di decomposizione a causa del caldo di questi giorni a Napoli.

La donna era abbandonata alla solitudine, senza che nessuno si fosse in precedenza accorto del fatto che non uscisse di casa da giorni.

Gli agenti del commissariato San Paolo indagano sull’avvenuto.

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