martedì, Dicembre 16, 2025
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“Apologia” al Teatro Mercadante: Un ritratto familiare tra il dramma e la commedia

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“Apologia”: il dramma familiare in scena al Mercadante fino al 2 febbraio.

Con Elisabetta Pozzi, la regia di Andrea Chiodi, traduzione di Monica Capuani. “Apologia” è una commedia dello scrittore greco-britannico Alexi Kaye Campbell, considerato tra gli autori più rappresentativi e originali della drammaturgia contemporanea.

Un momento di serenità, una chance per rivedersi si trasforma in una resa dei conti cadenzata da antichi rancori e incomprensioni irrisolte. “Apologia”, che oscilla tra il dramma e la commedia, è il ritratto di una famiglia disfunzionale britannica che si riunisce in occasione del compleanno della madre Kristin Miller (Elisabetta Pozzi), storica dell’arte combattiva e progressista che ha speso tutta la sua vita ad inseguire successo e ideali trascurando i due figli, affidati al padre dopo il divorzio: Peter (Christian La Rosa), lo spregiudicato banchiere che “prende senza dare” e Simon (Emiliano Masala), il romanziere fallito e squattrinato.

Il recente libro autobiografico scritto dalla protagonista, dal titolo eponimo “Apologia”, diventa l’elemento scatenante che riapre profonde fratture: non accennare minimamente ai figli nel memoriale è considerato l’ennesimo e reiterato errore di una madre giudicata da sempre assente e anaffettiva.

In un’unica e lunga serata si consuma il dramma di ognuno, si rivivono ricordi, si riaprono insanabili ferite in un’escalation di gesti isterici e liti che culminano con il tanto atteso arrivo di Simon, che avviene solo tra la fine del primo e l’inizio del secondo atto grazie a un effetto scenografico efficacemente costruito. Il giovane, in un intenso dialogo con la madre che sembra non volerlo ascoltare, decide finalmente di restituirle tutto il suo dolore.

Lo spettatore è catapultato all’interno di un quadro familiare in cui si muovono i sei protagonisti dipinti con sapiente capacità descrittiva e indagati nella loro profondità e complessità psicologica. Pur trattandosi di una tranche de vie privata, la preziosità dei particolari rende particolarmente agevole l’immedesimazione e l’empatia dinanzi a una vicenda che assume i caratteri di una storia universale.

Tra caustiche battute e qualche risata amara, grazie anche ai momenti di silenzio ben collocati nella struttura narrativa, lo spettacolo riesce ad offrire numerosi spunti di riflessione sull’attualità e tematiche ataviche: il consumismo, l’impegno politico, il rapporto genitori e figli e, più in generale, le difficoltà dei rapporti umani; la rivoluzione artistica di Giotto offre il pretesto per un’interessante considerazione sul delicato rapporto tra l’arte e la fede, in particolare il modo del fiorentino di percepire e modificare sistemi consolidati e immutabili diventa il parallelo delle scelte di vita dei protagonisti.

La conclusione emoziona e ci pone davanti al dramma esistenziale di una donna controversa che, dopo aver provato a rivoluzionare il mondo sulla base dell’insegnamento del suo artista di riferimento e a combattere le ingiustizie in nome dei più nobili ideali del Sessantotto, si ritrova da sola davanti all’incapacità di essere madre. E non può far altro che perdonare se stessa.

Recensione a cura di Roberta Sanguedolce

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Luca Abete di Striscia La Notizia aggredito al mercato: Arriva la smentita

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Luca Abete aggredito al mercato ortofrutticolo di San Tammaro (CE): Arriva la smentita.

(COMUNICATO STAMPA)

SAN TAMMARO (Ce) – A seguito della fake news diffusa su numerose testate giornalistiche on line secondo cui l’inviato di Striscia La notizia, Luca Abete, sarebbe stato aggredito al mercato ortofrutticolo di San Tammaro, gli operatori del mercato ortofrutticolo di San Tammaro – Assomercato esprimono tutto il loro disappunto per diffusione di tali false notizie che danneggiano gravemente il lavoro di quanti si sacrificano quotidianamente per promuovere l’economia del territorio.

Nell’articolo si legge che:

“Abete stava realizzando un servizio su presunto lavoro nero e spaccio di sostanze stupefacenti nella zona, quando improvvisamente sono iniziate minacce e poi un’aggressione vera e propria, anche verso i suoi tecnici ed operatori di Striscia La Notizia. Alla fine, Luca Abete è stato costretto ad andare via”.

Lo stesso Luca Abete, sul profilo ufficiale di Striscia La Notizia, ha smentito tale falsa notizia:

“Eravamo lì per fare un servizio sullo sfruttamento del lavoro straniero e di italiani. Ci eravamo già stati qualche anno fa e siamo tornati per documentare la situazione attuale. L’atmosfera in realtà era molto serena, abbiamo parlato tranquillamente e c’erano anche persone che ci hanno chiesto di fare dei selfie. Siamo andati via dopo aver dato la possibilità di spiegarci il loro punto di vista, ma tutto si è svolto in modo tranquillo senza alcun tipo di complicazione”.

Pertanto, gli operatori del Mercato ortofrutticolo di San Tammaro, chiedono che vengano pubblicate SMENTITE A CHIARI CARATTERI DI STAMPA (ai sensi della L. 47/48) per questa falsa informazione che danneggia il lavoro quotidiano di quanti, come loro operano, con sacrificio, sopravvivendo tra le mille difficoltà economiche e sociali della Terra dei Fuochi perché sia ancora Terra di Lavoro.

Comunicano la propria disponibilità a fornire le giuste versione dei fatti agli organi di informazione che operano per la promozione del territorio contro notizie scandalistiche che lo danneggiano e depauperano.
“Gli operatori del mercato di San Tammaro operano con enorme sacrificio quotidiano per fronteggiare la crisi del settore agroalimentare che, in questa Terra di Lavoro, assume particolari dimensioni critiche” – spiega il referente – che aggiunge: “Invano ci siamo più volte alle istituzioni, perfino al Presidente della Camera, per valorizzare il ns. territorio”.

Referente mercato: Giacomo Mauriello

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Turisti colpiti da Coronavirus a Sorrento, arriva la smentita del comune

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“Da fonti di polizia abbiamo accertato che questi turisti non hanno mai messo piede a Sorrento. Abbiamo parlato con le autorità sanitarie e le fonti di Polizia che ci hanno detto che i due turisti cinesi contagiati dal virus non sono mai passati per Sorrento. Rassicuriamo tutti”. Queste le parole del sindaco Giuseppe Cuomo, intervenuto in prima persona per spiegare che la notizia del passaggio delle due persone che hanno contratto il corona virus a Sorrento è falsa.

Anche il responsabile di Federalberghi Costanzo Iaccarino aveva invitato la cittadinanza di Sorrento a mantenere la calma con queste parole:

Dubito che i turisti cinesi si siano fermati in qualche hotel, oltretutto la maggioranza degli alberghi è chiusa per i rituali lavori di inizio anno“.

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La commovente lettera di una collega dopo morte studentessa UniSa

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Aveva solo 29 anni Daniela Piscione,  studentessa di Medicina presso l’UniSa (Università degli studi di Salerno), quando si è tolta la vita gettandosi dal quarto piano di un parcheggio. Una morte paradossale, che apre numerose domande, che lascia tutti senza parole, e che ha suscitato il cordoglio e la reazione emotiva dell’intera classe studentesca.

Togliersi volontariamente la vita a causa dell’Università è un qualcosa di a dir poco assurdo ed inconcepibile; lo sanno bene gli studenti e lo sa bene A.M., studentessa di Medicina e Chirurgia all’Università “La Sapienza” di Roma ma residente ad Ariano Irpino (Av). Sul suo profilo Facebook la ragazza ha scritto una commovente lettera indirizzata alla stessa Daniela e a tutti gli studenti; nella stessa la ragazza parla delle piccole grandi difficoltà che ogni studente incontra quotidianamente nel proprio cammino ed invita a riflettere su di esse.

Che voi siate giovani o anziani, studenti universitari o meno non importa. Questa lettera vi farà correre un brivido lungo la schiena, vi farà pensare e vi farà capire la bellezza e la fragilità di tutti coloro che ogni giorno lottano contro una società che troppo spesso vorrebbe le persone, e in particolare gli studenti, impeccabili e infallibili; un mondo dove queste persone sono impegnate in una continua “lotta” contro l’incedere del tempo; tutti problemi molto sentiti nella società contemporanea.

La lettera

Di seguito vi proponiamo la versione integrale della lettera:

“Uno studente di Medicina studia 6 anni prima di potersi laureare, 6 anni pieni di lezioni obbligatorie, tirocini, internati, frustrazioni, successi, bocciature, esami fatti di una, due, tre parti, a volte quattro, tempi stretti, tasse, libri enormi, progetti, poi deve abilitarsi, poi deve affrontare un test per entrare in specializzazione.
Tanto tempo. Da un po’ si cerca di accorciare i tempi, si è pensato alla Laurea abilitante. Tra gli ultimi due anni di studio si fanno i tre mesi di tirocinio, intanto studi per gli esami, scrivi la tesi, frequenti le lezioni, frequenti il reparto, ti laurei, e così ti resta solo da sostenere il test per l’abilitazione e poi quello per la specializzazione. Il vantaggio è che se tutto questo riesci a farlo entro luglio guadagni un anno di tempo.
Per esempio se nel’’ultimo anno riesci a studiare, a fare tutti gli esami regolarmente, a frequentare le lezioni e il reparto in cui scrivi la tesi, a scriverla la tesi, a finirli -gli esami- entro maggio, a laurearti entro giugno, a studiare per il test entro luglio, ce la fai, hai guadagnato un anno di tempo.

Il fatto è che in tutto ciò siamo fatti di altre cose, di pezzi di famiglia, per esempio, gli 80 anni di nonno, Natale, la festa di quartiere, i libri comprati e non letti, i viaggi, il tempo per avere cura degli anni, per avere cura degli altri, per avere cura di noi. Solo che il tempo per queste cose non ci basta mai.

Il problema non è la laurea abilitante, era un esempio. Era un esempio per dire verso cosa e come si muove il mondo. Dobbiamo essere più veloci, più competitivi, ci stanno dicendo di correre, senza sbagliare, nemmeno uno, nemmeno un solo colpo. E se sbagli pazienza, sei fuori. ‘Ognuno ha i suoi tempi’ e invece no. Altra giro altra corsa.

Io non so perché ieri una ragazza di 29 anni che un tempo studiava medicina ha deciso di togliersi la vita, di lanciarsi nel vuoto, ma so che all’Università devi incontrare opportunità, colori nuovi, devi incontrare conoscenze, persone, progetti, idee, devi incontrare gli amici, devi incontrare l’amore della tua vita, non devi incontrare la morte. E se la incontri, se la scegli qualcosa non ha funzionato. E allora cosa non ha funzionato?
Non funziona che ci insegnano che valiamo quanto i nostri meriti, non funziona che non parliamo di Salute Mentale, che di servizi efficaci e concreti che ci supportino in questo percorso a ostacoli in cui spesso i professori dimenticano di essere stati Studenti e si organizzano nel modo migliore per metterti in difficoltà non ce ne sono, non funziona che l’imprecisione è un tabù, che lo devi dire a bassa voce che sei fuori corso, che su di noi scommettono tutti, genitori, fratelli, parenti, amici, scommettono sul ‘tanto tu sei bravo’, e come glielo dici che a volte non sei bravo, a volte lo sei ma non basta, che è tutta una giostra che gira in modo strano, funziona che la sera se andiamo a bere una birra finiamo a parlare di Università, che ai calendari abbiamo tolto le feste, che speriamo sia sempre di 31 giorni il mese, che l’università diventa tutto, che nonni alla fine li chiamo domani, e a fare la spesa ci vado nel fine settimana e quel libro sulla scrivania fa niente, lo inizio la prossima volta.

I successi sono bellissimi, ottenere risultati, fare bene, raggiungere obiettivi, sforzarsi, lavorare, lavorare duro, è tutto bellissimo. Ma smettetela di pensare che è semplice, che siamo cavalli di razza e vinciamo sempre, che tanto siamo bravi, non siamo bravi, siamo imperfetti, corriamo ognuno a una velocità diversa perché ognuno fa i conti con i suoi di ostacoli, con i suoi di limiti, ognuno si accudisce il suo tempo e i suoi fallimenti e se tifate per noi solo continuandoci a dire di correre correre correre non ce la facciamo più, rischiamo di cadere nel vuoto, in una mattina di Gennaio e farci male sul serio.

Queste settimane per noi studenti Universitari sono settimane di studio, siamo in sessione, fateci un favore, chiedeteci come stiamo, se vogliamo prendere un caffè, chiedeteci di andare a vedere un film al cinema, se prepariamo un dolce insieme, non chiedeteci quand’è l’esame, se siamo preparati, quand’è il prossimo, se vogliamo ve lo raccontiamo noi, e noi studenti, diciamoci cose belle, prendiamoci cura gli uni degli altri, stiamoci vicini, in sessione ne abbiamo tutti un po’ bisogno. E poi non guardiamo le montagne che scalano gli altri, guardiamo la nostra, non facciamoci guardare con sufficienza e non guardiamo nessuno con sufficienza, facciamo anche altro, a me per esempio piace sapere cosa avviene nel mondo, cosa fa la Politica, mi piace da un po’ di tempo a questa parte anche cucinare, mi piace protestare per i diritti umani, per l’acqua calda che non esce dalla doccia, stare con le persone importanti davvero, ripulire e riordinare mi fa stare un sacco bene, rileggere le tragedie greche, fare lunghissime videochiamate a casa, vedere cose belle, parlare di Sanità, perdere tempo. E va bene così.

Ma conosco persone per le quali non va bene, e magari basterebbe dirglielo che andrebbe bene, che se salti l’appello si trova un modo, che se non è 30 è bello comunque, che va bene così.

Ché ognuno di noi ha il suo santuario di cose inutili e importantissime, ognuno ha il suo cimitero personale, ognuno scala la montagna a modo suo.
‘Everyone you meet is fighting a hard battle. Be kind, Always.’

Sii gentile, sempre”.

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Whirlpool, operai sul piede di guerra dopo il fallimento delle trattative

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La Whirlpool ha confermato la volontà di lasciare il sito di Napoli in via Argine. Una trattativa lunga e complessa ha fatto solo slittare lo stop alla produzione dal 31 marzo al 31 ottobre. La multinazionale americana ha confermato la chiusura, mentre il governo ha dato mandato ad Invitalia di cercare un nuovo investitore.

Sul piede di guerra i 300 operai in presidio che da mesi lottano per il posto di lavoro. Durante l’ultimo incontro al Mise ci sono state contestazioni e scontri. I lavoratori contestano i sindacati, ma anche il governo. “Riteniamo gravissima e inaccettabile la iniziale conferma di Whirlpool di voler chiudere Napoli il 31 marzo prossimo e insufficiente la mediazione del governo che è riuscita solo a spostare il termine al 31 ottobre”, si legge in una nota congiunta. Fiom, Fim e Uilm dichiarano 16 ore di sciopero per tutto il gruppo, le prime 8 ore con articolazione territoriale con presidi davanti agli stabilimenti, le altre 8 in occasione della mobilitazione nazionale che verrà definita nelle prossime settimane.

Per Annamaria Furlan, leader Cisl, la conferma della chiusura “è stata una notizia terribile, noi faremo di tutto perché non avvenga”. La sindacalista si dice “molto colpita dalla rabbia degli operai, comprensibile, ma anche da un linguaggio e un atteggiando di aggressione che Fim, Fiom e Uilm assolutamente non meritano”. “La situazione è delicata e difficile, bisogna mantenere i nervi saldi – ha sottolineato il leader Cgil Maurizio Landini – non farsi impressionare e tenere fermo l’obiettivo che è quello di salvaguardare la produzione e l’occupazione. I tempi si sono allungati fino a ottobre ma il punto rimane quello del rispetto degli accordi”.

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Zero waste: è possibile vivere senza produrre rifiuti?

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In risposta all’emergenza climatica è nato un movimento che si propone di ridurre al minimo possibile la produzione di rifiuti. Ma è possibile vivere al giorno d’oggi senza lasciare alcun impatto sull’ecosistema?

Con Zero Waste o Rifiuti Zero si indica una strategia di gestione dei rifiuti che si propone di annullare o diminuire sensibilmente la quantità di rifiuti da smaltire. Il processo si basa sul modello di riutilizzo delle risorse presente in natura. Si propone di riprogettare la vita ciclica dei rifiuti considerati non come scarti ma risorse da riutilizzare come materie prime seconde.

Al giorno d’oggi, non c’è una singola azione che non equivalga a un uso di risorse (e che quindi abbia un impatto ambientale uguale allo 0%), ma il movimento si propone di ridurre quanto possibile in quanto consumatori. Essere consapevoli delle proprie scelte come clienti o fruitori di beni può fare un’enorme differenza, nella vita quotidiana e anche sul mercato.

Economia da lineare a circolare

Secondo l’ I.S.P.R.A. (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), un italiano in media produce 749 kg di spazzatura all’anno. E’ un valore che nonostante sia minore rispetto alla media mondiale, lascia comunque una domanda: da dove vengono tutti questi rifiuti? Dal modello di crescita economico che ha caratterizzato la nostra storia nell’ultimo secolo e che viene definito “economia lineare”. Un’economia basata sull’estrazione di materie prime, sulla produzione ed il consumo di massa e sullo smaltimento degli scarti raggiunta la fine della vita del prodotto.

Il problema principale, però, è che il continuo flusso di estrazione e smaltimento non solo lascia un grande impatto ambientale, in termini di energia e materia, ma non può scindere completamente ogni oggetto creato. Anche nel migliore dei casi, come quello del riciclo, alcuni materiali sono riciclabili sono per poche volte o in piccole percentuali. La plastica, per esempio, anche se riciclata arriverà comunque a una discarica prima o poi. E se non in discarica, in natura: secondo una stima della Ellen McArthur Foundation, nel 2050 ci sarà più plastica che pesci, in mare.

Come si cambia l’economia?

Il modello attuale quindi, essendo lineare, presenta troppe criticità. Come si può modificare in modo più funzionale? Sostenendo un nuovo modello, detto “circolare“, pensato per potersi rigenerare da solo tramite scelte come valorizzare gli scarti dei consumi, estendere il ciclo di vita dei prodotti, condividere le risorse, impiegare materie prime da riciclo e usare energia da fonti rinnovabili. Il consumatore in questo senso, ha un grande potere, perchè all’atto pratico, nella vita di tutti giorni deve compiere costantemente scelte che vengono analizzate dalle grandi industrie per adattarsi agli acquirenti e risultare più desiderabili. Quindi acquistare (e quindi supportare) o no determinati prodotti, incide sulla condotta dei marchi a lungo termine. Basti pensare a quante etichette oggi vantino di non contenere olio di palma, in risposta al dissenso dei fruitori abituali.

Piccoli passi per un consumatore, grandi passi per l’ambiente

Riassumendo: Zero waste ed economia circolare, sono basati su tre principi:

  • Ridurre gli imballaggi dei prodotti e gli sprechi di materie prime;
  • Riusare quello che viene gettato e reintrodurlo nei cicli di produzione, allungando così il ciclo di vita dei beni;
  • Riciclare gli scarti non utilizzabili e i rifiuti, in modo tale da recuperare i materiali, per dare vita a nuovi prodotti evitando sprechi di risorse e riducendo la quantità complessiva di rifiuti destinati alle discariche.

C’è chi seguendo questa filosofia è riuscito a produrre quantità davvero irrisorie di rifiuti, come Lauren Singer, esponente del movimento in grado di raccogliere tutta la propria spazzatura di quattro anni in un barattolo.

Prima di essere un’attivista, Lauren è un’analista di sostenibilità ecologica presso il Dipartimento di Protezione Ambientale di New York. I suoi studi l’hanno portata a sperimentare uno stile di vita in linea con i principi del zero waste, dimostrando che è possibile ridurre radicalmente il proprio consumo e la propria produzione di rifiuti.
Il processo è stato graduale e composto da piccoli passi, come evitare di acquistare prodotti prodotti o confezionati in plastica, produrre da se articoli altrimenti impossibili da reperire senza confezioni possibilmente inquinanti e comprare di seconda mano.

” Sono una donna pigra come tante altre, quindi se sono riuscita a vivere così io, può riuscirci davvero chiunque. Ci sono piccole scelte che hanno un grande impatto, sull’ambiente e su noi stessi. Passo dopo passo, ci si rende conto di aver percorso miglia. Produrre da sola certe cose, mi ha dato la possibilità di cambiarle assecondando le mie necessità. Non acquistarne altre ha avuto un grandissimo beneficio anche sulla mia salute e sulle mie finanze.”

Quindi in risposta alla domanda del titolo, è possibile vivere senza produrre rifiuti? .
Tecnicamente non è possibile non produrre rifiuti, del resto anche solo respirando consumiamo ossigeno e rilasciamo anidride carbonica, ma è possibile vivere nella società moderna senza compromettere ulteriormente l’ambiente. Questo è il vero obbiettivo, ed è raggiungibile. Anche se si vive una vita moderna, attiva e impegnata. L’importante è cominciare, porsi delle domande e soprattutto informarsi.

A proposito d’informazione, hai letto gli articoli precendenti?

3 abitudini da adottare per un 2020 più sostenibile;
– Zero waste, eco-friendly o sostenibile? Facciamo chiarezza
Oltre il 54% dello spreco alimentare è casalingo: che fare?

Giovane colto da malore nel Casertano aggredisce un operatore del 118

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Questa notte, a Casal Di Principe in provincia di Caserta, i Carabinieri hanno arrestato un giovane di 24 anni reo di aver aggredito il personale del 118 dopo che quest’ultimo si era recato presso la sua abitazione a seguito di una richiesta di soccorso.

A chiamare i soccorsi erano stati i familiari del giovane, a causa di un malore da lui accusato: mentre gli operatori si apprestavano a caricare il ragazzo sulla barella, uno di questi è stato minacciato e aggredito fisicamente dal giovane, probabilmente ubriaco, riportando dei traumi guaribili in una quindicina di giorni.

Il giovane è stato accusato di aggressione, minacce e lesioni a incaricato di pubblico servizio e verrà processato per direttissima.

 

 

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Uomo in moto beccato a sfrecciare sul marciapiede, arrestato

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Di Martina Orecchio- Gli uomini della polizia locale hanno fermato un uomo all’altezza di piazza Cavour, durante un posto di blocco. L’uomo non si è fermato all’alt e si è allontanato sfrecciando addirittura su un marciapiede per scappare alle forze dell’ordine. Dopo un breve inseguimento hanno identificato e arrestato l’uomo. Si tratterebbe di un 40enne napoletano.

Dai primi controlli dei documenti gli agenti hanno appreso che il veicolo era sottoposto a sequestro e sprovvisto di copertura assicurativa.

Sassi high-tech per un sesso ecosostenibile: l’idea tutela Capo Palinuro

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Foto trappole e sassi high-tech sono l’unica soluzione possibile per proteggere Capo Palinuro. L’iniziativa del sindaco Carmelo Stanziola, degna dei migliori film di spionaggio, ha un unico scopo: contrastare l’abbandono di rifiuti in uno dei luoghi più romantici del Cilento.

L’area, super gettonata dagli innamorati, è a picco sul mare, a due passi dal faro e dalla stazione meteorologica. Un luogo tranquillo ed isolato, ideale per le coppiette alla ricerca di un po’ di intimità. Racconta il vicesindaco Silverio D’Angelo:

“Troppo spesso quest’area viene utilizzata come pattumiera. Tra i cespugli e lungo i sentieri gli operatori ecologici hanno trovato di tutto: condom usati, fazzoletti di carta sporchi, scatole di pizza, bottiglie di plastica. Spesso organizziamo delle giornate ecologiche per ripulire quest’area ma dopo poco tempo la zona è nuovamente invasa da fazzolettini e preservativi”.

E’ così quindi che nasce l’idea delle foto trappola, per incastrare gli infamanti ambientali. A scattarle saranno fotocamere a forma di sasso, mimetizzate tra la vegetazione. Sono dotate di sensore con tecnologia a infrarossi e possono essere posizionate facilmente in ogni luogo. Spiega D’Angelo:

“E’ l’unico modo per fronteggiare questo fenomeno di grande inciviltà, diversamente non sappiamo cosa fare. Peraltro questa zona è spesso meta di turisti provenienti da ogni parte del mondo che vorrebbero godersi un po’ di relax ed invece debbono stare attenti a dove mettono i piedi”.

Pochi giorni fa l’area è stata ripulita da un gruppo di volontari e da alcuni sottufficiali dell’aeronautica militare liberi dal servizio. Il sindaco Stanziola ha commentato:

“Per fortuna ci sono tanti cittadini sensibili alla tutela dell’ambiente e a queste persone va tutta la mia gratitudine. Come amministrazione continueremo a fare la nostra parte, incrementando i servizi di vigilanza, con l’installazione di telecamere e foto trappole nascoste e con iniziative informative rivolte ai giovani. Si può rispettare l’ambiente con tanti piccoli gesti quotidiani: facendo la differenziata, utilizzando di più la bicicletta, acquistando bottiglie di vetro. E si può rispettare l’ambiente anche quando si fa l’amore raccogliendo i rifiuti e differenziandoli.

Insomma un sesso ecosostenibile“.

La Sirenetta Made in Bacoli: Giovane artista napoletana conquista l’America

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Zulema Scotto Lavina è il giovane talento nostrano alle prese con il nuovo adattamento de “La Sirenetta”.

Zulema ha soli 22 anni e vive a Bacoli, ma il suo stile grafico ha conquistato il famoso marchio Disney, che le affiderà l’adattamento de “La Sirenetta”, di cui di recente si è celebrato il trentennale.

La pellicola, amatissima ieri come oggi, ha decretato la fine di un lungo periodo di crisi per la Disney per cui questo lungometraggio animato è carico di valore sentimentale per il pubblico e per il brand.
La piccola Ariel è una delle principesse più popolari, che con il suo design ha incantato generazioni di spettatori dagli anni ’80 ad ora.

La scoperta del talento

Da sempre appassionata al disegno, la giovane artista ha frequentato due scuole di disegno a Napoli: l’internazionale di Comics e l’italiana di Comix, diretta da Mario Punzo.

Dopo aver studiato la narrazione visiva ha dedicato parte della sua formazione alla colorazione digitale, guidata da Andrea Scoppetta. Ed è grazie a un geniale mix di professori, artisti ed editori napoletani che è riuscita a conquistare l’America. Con la mediazione da parte di un’agenzia di servizi editoriali campana, Arancia Studio, è infine arrivato il suo debutto.

Disney’s The Little Mermaid

E’ una produzione di sessantadue pagine suddivisa in tre albi, di cui l’ultimo in uscita tra gennaio e febbraio. A realizzarne la sceneggiatura, la scrittrice Cecil Castellucci, vincitrice di uno Joe Shuster Award (il più importante riconoscimento canadese dedicato ai fumetti) e famosa oltreoceano per i suoi romanzi rivolti a un pubblico young adult. Le tavole della disegnatrice vengono poi affidate alla tavolozza di Piky Hamilton, colorista cresciuta in provincia di Salerno.

Zulema Scotto Lavina: da Bacoli in America per disegnare “La Sirenetta" della Disney

’La Sirenetta’ è un pezzo fondamentale della mia infanzia e della mia esistenza, una storia con cui sono cresciuta e che ho amato profondamente. Ricordo perfettamente come da bambina passassi le ore a disegnare Ariel e a cantarne le canzoni. Quando mi sono messa al lavoro avevo di fronte una responsabilità non solo nei confronti degli editori e del pubblico, ma anche della me bambina.

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