I Crocchè di patate, o Panzarotti, sono tra gli streetfood più amati della nostra regione. Tra pizzerie e friggitorie sono centinaia, forse migliaia i luoghi dov’è possibile mangiarne porzioni assai generose e dal costo contenuto.
Ma qual è la loro storia? Viaggiando dalla Francia alla Spagna, muovendoci tra tra tavola e strada, #BussoLaTavola questa settimana vi racconta tutta la storia del Crocchè di Patate.
Il Panzarottaro ed il Cuoppo
I Crocché sono considerati un piatto tipico di Napoli, sebbene alcune varianti della stessa ricetta possano essere trovati anche in altre regioni e città – per esempio, in Sicilia, a Palermo.
Nella città partenopea, queste polpettine di patate e uova impanate e fritte sono chiamati anche Panzarotti per via della forma rotonda che li ha resi simili ad una piccola pancia (“panza”).
Tempo addietro, nel centro storico, era possibile incrociare il cosiddetto Panzerottaro, ovvero un venditore ambulante che friggeva i crocché sul momento per servirli bollenti, ancora sfrigolanti. Erano piccoli e saporiti ed avevano davvero un gran successo tra il pubblico, tant’è che lo slogan con il quale il Panzerottaro attirava a sé il pubblico e la folla era:
Fa’ merenna, fa’ merenna! Te ne magne ciento dint’ ‘a nu sciuscio ‘e viento!
ovvero
Fai merenda, fai merenda! Te ne mangi cento (appena) in un soffio di vento!
Oggi il crocché o panzerotto che dir si voglia è ancora tra i cibi fingerfood più consumati e più caratteristici di Napoli e della Campania, spesso venduto e consumato nel cuoppo – cono di carta arrotolata riempito di fritture varie, in genere crocché di patate, frittelle di pasta cresciuta e arancini oppure frittura di paranza; ma dov’è nata la ricetta di questo cibo tanto semplice quanto squisito?
Francia o Spagna?
Non si sa precisamente dove sia nata la ricetta del crocché di patate, anche se ci sono diverse teorie.
- La prima è che la ricetta sia derivata da un piatto francese, la croquettes di patate. Questo piatto risalirebbe al 1700, ed era una pietanza consumata spesso dalla corte di Luigi XVI. All’epoca, si trattava di un piatto da gustare a tavola – la versione da mangiare in strada sarebbe in questa ipotesi una rielaborazione del tutto partenopea.
Troviamo traccia della croquettes di patate nel volume “Il trattato delle patate ad uso di cibo“, scritto da Auguster Parmentier, il cui scopo era quello di rivalorizzare l’uso della patata come pietanza, dato che, all’epoca, era considerato un cibo povero adatto più agli animali che agli uomini. - Una seconda teoria è invece quella che il crocchè sia di origine spagnola. In questo caso, sarebbero una derivazione del piatto chiamato croquetas de jamon (crocchette di prosciutto): i crocché di patate sarebbero una versione più povera ed economica di questa ricetta. Le patate avrebbero infatti sostituito gli elementi più ricchi del piatto – come per esempio il prosciutto. Gli elementi più costosi dei crocché di patate napoletani, come il latte e le uova, sarebbero stati aggiunti successivamente dai partenopei.
Il Crocchè: una delizia per tutte le tasche
La storia dei crocché è decisamente incerta, ma il loro sapore è certamente leggendario.
Quale che sia la loro provenienza, abbiamo un dato certo e confermato da tutti i nostri palati, ovvero che si tratta di una frittura deliziosa, che piace a tutti e che, dato il suo costo contenuto, è davvero adatta a tutte le tasche.
E chissà che, tra un cuoppo e l’altro, non si riesca un giorno a scoprire di più riguardo l’origine di questi saporiti panzarotti.
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