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Natale in piazza Garibaldi, un mese di spettacoli e laboratori creativi: tutte le attività del progetto “Bella Piazza”

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NATALE PIAZZA GARIBALDI
NATALE PIAZZA GARIBALDI

Dal 5 dicembre 2025 all’8 gennaio 2026 l’area Nord di piazza Garibaldi si trasforma in un grande spazio pubblico dedicato ai cittadini di ogni età, con un programma natalizio fatto di laboratori creativi, letture, musica e teatro, costruito insieme a una rete di associazioni, cooperative e realtà artistiche operanti a Napoli.

Le attività si svolgeranno prevalentemente nella Cavea e in Portineria Garibaldi e rientrano nell’ambito di “Bella Piazza”, percorso di co-gestione pubblico-privato degli spazi pubblici di piazza Garibaldi sostenuto dalla Fondazione Con il Sud insieme ad una rete di altri enti e fondazioni. Un calendario diffuso che permette così a “Bella Piazza”, insieme al Comune di Napoli, di consolidare piazza Garibaldi come uno spazio urbano condiviso, attraversato e vissuto da bambini e famiglie anche nei mesi invernali. Alcune delle attività che saranno realizzate in piazza sono promosse e finanziate dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto “Altri Natali”.

L’avvio è affidato a Break & Christmas Vibes, laboratorio a cura di Gino Rota rivolto ai ragazzi dai 9 ai 14 anni, che anima i pomeriggi di venerdì 5, lunedì 8, martedì 9, mercoledì 10 e giovedì 11 dicembre dalle 15:30 alle 17:30. Domenica 7 dicembre, dalle 10:00 alle 14:00, è invece la Fundacion San Giuseppe/Biblioteca dell’Assunzione a portare in piazza letture, laboratorio di disegno e distribuzione di regali, per una mattinata dedicata al libro e al gioco condiviso.

Da venerdì 12 a domenica 14 dicembre la Cavea ospita “Garibaldi Urban Orchestra”, tre giornate di musica e performance curate da Pessoa Luna Park ed Est(ra)Moenia: venerdì 12 dalle 12:00 alle 20:30, sabato 13 dalle 12:00 alle 17:30, domenica 14 dalle 11:30 alle 17:30, con un programma dettagliato che sarà svelato a partire dal 5 dicembre.

Lunedì 15 dicembre è la volta dell’omaggio a Stefano Benni, una lettura condivisa con le scuole in vari luoghi della piazza a cura di A Voce Alta, e dell’avvio di “Allarme nel Presepe”, il laboratorio dell’Associazione culturale Vienterrant per bambini dai 6 agli 11 anni che torna tutti i pomeriggi dal 15 al 19 dicembre dalle 15:30 alle 17:30. Intorno a questo percorso si innestano gli appuntamenti di spettacolo: martedì 16 dicembre alle 17:00 “Capoeira Natal e Samba de Roda” con CapoeiraMuzenza Italia, giovedì 18 dicembre alle 17:00 “Figaro, il Giocoliere del Tempo” con il Bus Theater, entrambi pensati per bambini dai 5 ai 14 anni.

Venerdì 19 dicembre, dalle 9:30 alle 12:30, debutta “Natali intrecciati”, laboratorio a cura di Dedalus Cooperativa sociale per bambini dai 6 agli 11 anni, che tornerà poi lunedì 22, martedì 23, lunedì 29 e martedì 30 dicembre e ancora lunedì 5 gennaio 2026 nella stessa fascia oraria, consolidando un percorso continuativo di partecipazione. Sabato 20 dicembre, alle 18:00, Portineria Garibaldi ospita “Rewind”, spettacolo per bambini dai 4 ai 14 anni a cura di NAMNèSIA con Caterina Spezzaferri e Sarà Lotta, mentre domenica 21 dicembre è in programma una kermesse natalizia a cura di Casba Cooperativa Sociale.

Martedì 23 dicembre, alle 17:00, Teatro35 porta in piazza “Cartavelina – il calciatore che sfidò il nazismo”, con Gaetano Coccia e la regia di Davide Ferrari, pensato per ragazzi dagli 11 ai 14 anni. Sabato 27 dicembre, alle 17:00, è la volta di “Storie da Sgranchire”, spettacolo della compagnia BisLuck con performer della GiuliArt, ideato da Noemi Giulia Fabiano e Virginia De Marco e dedicato ai bambini dai 3 ai 7 anni. Lunedì 29 dicembre il programma prevede al mattino “Natali intrecciati” e alle 17:00 “Ding Dong Happynewyar (dancehall)” a cura di SunWeed per bambini dai 3 ai 14 anni, mentre martedì 30 dicembre si chiude l’anno con l’ultima mattinata del laboratorio “Natali intrecciati”.

Il nuovo anno si apre venerdì 2 gennaio 2026 alle 17:00 con “Colapisci – concerto per bambini” a cura di Massimo Ferrante, seguito sabato 3 gennaio alle 11:00 da “La leggenda dell’albero di Natale”, spettacolo dell’associazione Dateci le ali per bambini dai 4 ai 12 anni. Lunedì 5 gennaio, dalle 9:30 alle 12:30, è in programma l’ultimo appuntamento con “Natali intrecciati” di Dedalus Cooperativa sociale, mentre martedì 6 gennaio alle 11:00 arriva “Sri Ridma” a cura di Sri Ridma Dance Academy. La chiusura del cartellone è affidata a “Ka ya ma Kan”, in scena giovedì 8 gennaio alle 17:00 con regia e interpretazione di Ornar Suleiman, per bambini dai 5 ai 12 anni.

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Gratteri: “A Secondigliano il clan gestiva le case popolari e il recupero crediti”

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SECONDIGLIANO LICCARDI
SECONDIGLIANO LICCARDI

SECONDIGLIANO – Gestiva le case popolari, le diatribe tra imprenditori e otteneva la sua parte anche dalle truffe telematiche il clan Licciardi. Emerge dal blitz dei carabinieri e della Dda di Napoli che oggi hanno arrestato 21 persone ritenute legate alla famiglia mafiosa componente dell’Alleanza di Secondigliano.

Un’attività, quella di intermediazione tra debitori e creditori, che – è emerso – praticava anche il clan Mazzarella, rivale dell’Alleanza di Secondigliano, con la quale si spartisce il territorio partenopeo.

Tra gli episodi documentati anche quello in cui un imprenditore sollecitato dal clan Licciardi chiede aiuto al clan Mazzarella che però sancisce la legittimità della richiesta avanzata dai rivali.

Sul fronte della gestione delle case popolari è emerso anche un caso in cui una famiglia è stata costretta a pagare per tenersi la casa che le era stata assegnata.

Alla conferenza stampa tenuta in Procura hanno preso parte il procuratore Nicola Gratteri, il procuratore aggiunto Sergio Amato, il generale Biagio Storniolo, comandante provinciale dei carabinieri di Napoli, e il tenente colonnello Antonio Bagarolo, comandante del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli.

Tra i destinatari degli arresti Paolo Abbatiello, ritenuto il reggente del clan Licciardi, colui, in sostanza, che prese in mano le redini della famiglia mafiosa dopo l’arresto di Maria Licciardi. Misura cautelare anche per Alessandro Giannelli, legato a una famiglia malavitosa di Bagnoli e già detenuto, che si teneva in contatto con l’esterno usando un cellulare.

I Licciardi – ha detto il procuratore Gratteri durante la conferenza stampa – hanno un territorio determinato, come i Mazzarella, in cui i cittadini soni ospiti. In ogni attività -lecita o illecita – devono metterci il becco“.

Per Gratteri si tratta di “una esternazione del potere, come lo è anche la gestione delle case popolari: stabilire a chi vanno, – ha spiegato Gratteri – significa gestire il potere. È tipico del comportamento mafioso. Le famiglie che sono state favorire dal clan. Quando sarà il momento di votare, quelle famiglie voteranno chi viene indicato dalla camorra. Gestire il territorio – ha concluso Gratteri – è preminente rispetto ai soldi, per esempio, delle estorsioni, perché consente di gestire un pacchetto di voti“.

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Abbattute strutture abusive nel territorio del Parco del Vesuvio, anche una piscina

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strutture abusive
strutture abusive

TORRE DEL GRECO – Strutture in muratura e in legno ma anche una piscina: manufatti realizzati per abbellire la casa ma privi di qualsiasi autorizzazione, per giunta insistenti dell’area protetta del parco nazionale del Vesuvio. Sono quelli abbattuti a Torre del Greco, in una zona posta nella parte alta della città.

A darne notizia, attraverso una nota, è la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che fa sapere come le ruspe siano entrate in azione nell’ambito dell’attività di contrasto al fenomeno dell’abusivismo edilizio.

Nello specifico, le opere si trovavano in via Cupa Vecchio: ad essere risultato abusivo anche il cancello d’ingresso alla proprietà (in ferro a doppia anta motorizzato), oltre alla pavimentazione in ciottoli di terracotta e ad un piccolo manufatto in muratura dotato di due porte di accesso, rispettivamente al bagno e ad un deposito. E ancora: piscina interrata di circa 46 mq; scala in muratura; una struttura prefabbricata completamente in legno; vano bagno e deposito. Individuati infine alcuni ampliamenti risultati sempre sprovvisti di qualsiasi autorizzazione.

Stando a quanto riferito dalla Procura, l’area dove insistevano le opere abusive era sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale e sismico, oltre a ricadere in piena zona rossa ad alto rischio vulcanico. La demolizione, da ciò che si apprende, scaturisce da una condanna relativa ad una sentenza risalente al 2008.

Gli abbattimenti hanno avuto luogo direttamente da parte del proprietario del manufatto abusivo, in regime di autodemolizione, senza dunque impiegare le somme di denaro già stanziate in virtù del protocollo stipulato dall’ente parco del Vesuvio e dalla Procura di Torre Annunziata.

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Afragola, denunciata intera famiglia alle Salicelle: in casa 204mila euro, pistole e orologi di lusso

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Tutta una famiglia denunciata, sequestri ingenti: nel Rione Salicelle di Afragola, in provincia di Napoli, i carabinieri della Tenenza di Arzano e quelli di Afragola irrompono in un’abitazione per un blitz notturno.

In casa 5 persone: una signora di 72 anni e i suoi tre figli (due uomini e una donna) che hanno rispettivamente 52, 44 e 41. C’è anche la 28enne compagna del 44enne, l’unico tra l’altro ad essere già noto alle forze dell’ordine per rapine.

La perquisizione è approfondita e la scoperta importante. Rinvenuti e sequestrati 204mila euro in contanti, 6 Rolex e 21 carte di credito e bancomat.La perquisizione viene estesa anche nelle aree comuni del palazzo.

Nel sottoscala, quindi a carico di ignoti, vengono trovati 1 pistola Glisenti Brescia con matricola abrasa, 15 proiettili di calibro 44 e 38 proiettili di calibro 38.Nella vicina abitazione della 28enne, invece, i carabinieri trovano 1.630 euro in contanti, 1 pistola marca BBM con senza matricola, 2 proiettili calibro 6.35 e un coltello lungo 11 centimetri.

Le indagini dei carabinieri di Arzano proseguono con le pistole che saranno sottoposte ad accertamenti balistici per verificare il loro eventuale utilizzo in fatti di sangue o altri delitti.

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Napoli, danno erariale da 23,5 milioni di euro per la vicenda CTP, le parole di De Magistris: “Ho agito nell’interessa pubblico”

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Così Luigi de Magistris sull’invito a dedurre ricevuto dalla Corte dei Conti per la vicenda Ctp:

“Ho sempre operato da sindaco di Napoli e da sindaco metropolitano per salvare le aziende pubbliche, metterle in sicurezza e farle operare con i conti in regola. Lo abbiamo fatto per il Comune di Napoli, quando sarebbe stato più facile e meno rischioso dichiarare il dissesto dell’ente quando mi sono insediato nel 2011, quando lo trovai senza un euro in cassa. Per non parlare delle aziende partecipate, tutte in gravissima situazione finanziaria ai limiti del fallimento, che abbiamo messo in sicurezza e rese solide, salvando migliaia di posti lavoro ed evitando che migliaia di famiglie andassero sul lastrico. Senza quelle azioni coraggiose e giuridicamente fondate non avremmo, tanto per fare due esempi, risolto l’emergenza rifiuti e acquistato i nuovi treni della metropolitana. Abbiamo avuto coraggio e agito secondo coscienza e Costituzione”.

“Mi sono dovuto anche in quei casi difendere e ci è stata riconosciuta la totale correttezza giuridica del nostro operato. Anche in città metropolitana abbiamo operato con le stesse modalità e messo in sicurezza tutte le aziende partecipate. Con CTP, l’azienda della mobilità dell’ex provincia, siamo arrivati ad un passo dal salvataggio, poi è finito il mio mandato e la nuova amministrazione e la Regione Campania hanno deciso di privatizzare il servizio e non completare l’opera di messa in sicurezza che avevamo quasi finito. Ci viene contestato in fase di indagini contabili di aver provato a salvare un’azienda pubblica che, secondo gli accertamenti sin qui svolti dalla procura regionale della corte dei conti, non poteva essere salvata. Contesto con fermezza, e faremo sicuramente valere le nostre ragioni, di aver agito avendo tutti atti, proposte dirigenziali e pareri amministrativi, tecnici e contabili che andavano nella direzione, voluta dall’intero consiglio metropolitano, che deliberò in tal senso, della messa in sicurezza di CTP. Dovevo andare di contrario avviso rispetto alle proposte dirigenziali e far fallire un’azienda pubblica? Agire nell’interesse pubblico, provare a salvare un’azienda pubblica, per un sindaco seguire pareri e proposte di direttore generale, segretario generale, ragioniere generale, dirigenti tutti, revisori dei conti, con il sostegno di tutti i consiglieri metropolitani di tutte le parti politiche, può mai essere una colpa o una condotta illegittima?”.

“Sono amareggiato come sempre, ma affronterò questo ennesimo procedimento con la medesima forza ed entusiasmo intatto e non modificherò mai il mio modo di agire, prima leggi e Costituzione, mai pavidità e conformismo. Da toga, sindaco e uomo fuori dal sistema, preservo la mia fiducia nella magistratura e nelle istituzioni ed anche in questo ennesimo procedimento verrà dimostrata la totale correttezza formale e sostanziale del mio operato”, conclude.

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Caso Sensitiva TikTok: “Nella vita reale sono una psicologa”. Le vittime: “Ci fidavamo di lei per questo”

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NAPOLI DENUNCIATA PRESUNTA SENSITIVA
NAPOLI DENUNCIATA PRESUNTA SENSITIVA

Si allarga la vicenda attorno alla sedicente sensitiva attiva su TikTok, già al centro di numerose denunce per presunte pressioni psicologiche, intimidazioni e comportamenti ritenuti manipolatori, finalizzati alla truffa.

Una delle frasi ricorrenti utilizzate durante le dirette, riportata da più testimoni, era: “Nella vita reale sono una psicologa, nella live una sensitiva”. Una dichiarazione che, secondo le vittime, avrebbe contribuito a rafforzare in modo determinante la fiducia nei suoi confronti.

Ecco perché credevamo innanzitutto in lei – racconta una delle donne che ha denunciato –. Diceva di essere una psicologa, e questo ci faceva pensare che avesse strumenti professionali, che sapesse quello che stava facendo. Ma non conoscendo il suo vero nome non potevamo verificare sull’albo se fosse realmente abilitata”.

La questione è ora all’attenzione dell’avvocato Sergio Pisani, che ha formalmente interessato l’Ordine degli Psicologi chiedendo accertamenti. Dall’Ordine è arrivata conferma che sono in corso tutte le opportune verifiche sull’eventuale iscrizione

L’avvocato Pisani sottolinea un punto decisivo: “È gravissimo in entrambi i casi: sia se fosse effettivamente una psicologa, sia se non lo fosse. Nel primo caso sarebbe in discussione un uso improprio e scorretto del proprio ruolo; nel secondo si tratterebbe di un titolo millantato per ottenere fiducia e influenzare le persone. In ogni caso, i comportamenti riportati restano molto gravi”.

Secondo il legale, inoltre, dovrà essere chiarita anche la posizione di chi la spalleggiava, sostenendola nelle dirette e contribuendo – consapevolmente o meno – a rafforzarne la credibilità e a legittimare le sue condotte. La magistratura valuterà se possano emergere responsabilità anche per queste figure.

Le indagini proseguono e ogni giorno emergono nuove testimonianze che potrebbero aggravare ulteriormente la posizione della sedicente sensitiva e di chi l’ha affiancata nelle sue attività online.

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Ctp, ricapitalizzazioni sotto la lente della Corte dei Conti, 8 inviti a dedurre, c’è anche De Magistris

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ctp NAPOLI De Magistris
ctp NAPOLI De Magistris

NAPOLI – La procura regionale per la Campania della Corte dei conti, contesta un danno erariale di oltre 23 milioni e mezzo di euro in relazione alle ricapitalizzazioni della Ctp, società partecipata di trasporto pubblico della Città Metropolitana di Napoli, che ha chiesto al Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza partenopea di notificare otto inviti a dedurre, uno dei quali riguarda l’ex sindaco metropolitano Luigi de Magistris.

L’indagine dei finanzieri (condotta dai pm Capalbo, Miranda e Vitale, coordinati dal procuratore Giuseppone) ha ricostruito le iniezioni di capitale effettuate tra il 2003 e il 2020, per un totale di oltre 332 milioni di euro, destinati a sostenere una società integralmente pubblica che versava da anni in grave difficoltà.

Secondo gli inquirenti le ricapitalizzazioni sarebbero state deliberate in un contesto caratterizzato da perdite pluriennali, poi culminate nel fallimento della società, risalente al 2022. Il danno erariale viene contestato, oltre che a De Magistris (sindaco metropolitano dal primo gennaio 2015 al 18 ottobre 2021), anche ad amministratori, dirigenti e revisori dei conti pro tempore della Città Metropolitana di Napoli. Il danno erariale riguarda gli anni 2017 e 2019.

Negli anni sui quali si sono concentrate le indagini dei finanzieri del comando provinciale di Napoli e della Corte dei conti, oggi sfociate nella notifica di 8 inviti a dedurre, uno dei quali – per 2,7 milioni di euro – riguardante l’ex sindaco metropolitano Luigi de Magistris, erano state segnalate criticità relative alla continuità aziendale della Ctp Spa, allarmi che però sarebbero stati ignorati.

Secondo quanto emerso – spiega una nota – i piani industriali adottati, frequentemente oggetto di aggiornamenti e modifiche, non avrebbero prodotto gli effetti auspicati, anche in ragione del progressivo peggioramento del quadro economico generale. Parallelamente, il servizio di trasporto pubblico avrebbe registrato livelli di efficienza inferiori agli standard programmati, con chilometri percorsi talvolta anche sensibilmente inferiori a quelli contrattualmente previsti.

Ulteriori approfondimenti hanno riguardato talune ricapitalizzazioni deliberate in assenza dei bilanci approvati, circostanza che avrebbe comportato l’adozione di decisioni finanziarie di notevole impatto senza un quadro informativo completo e aggiornato.

In considerazione dei termini di prescrizione dell’azione erariale, l’analisi si è concentrata sulle ricapitalizzazioni del 2017 (12.506.656 euro) e del 2019 (11.041.504 euro), rispetto alle quali si ipotizza una violazione della disciplina sul cosiddetto “soccorso finanziario”, che consente agli enti pubblici di sostenere le società partecipate soltanto in presenza di concrete e documentate prospettive di riequilibrio economico-finanziario.

Gli inviti a dedurre sono stati notificati a otto persone che, nel periodo oggetto di esame, avevano competenze decisionali e di controllo sulle operazioni finanziarie. I provvedimenti, emessi ai sensi dell’art. 67 del Codice della giustizia contabile, prevedono un termine di 45 giorni per la presentazione di memorie difensive, l’allegazione di documenti, la richiesta di accesso agli atti e l’eventuale istanza di audizione personale.

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Il 15enne Luca Piscopo Morto dopo aver mangiato sushi a Napoli, oggi la sentenza. La madre: “Attendo una condanna esemplare”

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Il 15enne Luca Piscopo Morto dopo aver mangiato sushi a Napoli, oggi la sentenza. La madre Attendo una condanna esemplare
Il 15enne Luca Piscopo Morto dopo aver mangiato sushi a Napoli, oggi la sentenza. La madre Attendo una condanna esemplare

Si svolgerà oggi l’ultima udienza del processo sulla morte di Luca Piscopo, il ragazzo di quindici anni deceduto il 2 dicembre 2021 dopo nove giorni di sofferenze in seguito a una presunta intossicazione alimentare dopo aver mangiato Sushi in un locale “all you can eat” a Napoli, del Vomero.

Poi, sempre nella giornata di oggi è prevista la sentenza del giudice Giuliana Taglialatela.

A processo sono finiti il titolare del ristorante dove il ragazzo aveva pranzato insieme con quattro amiche (alcune delle quali presentarono gli stessi sintomi, ndr) e il medico di famiglia.

Secondo l’accusa, la morte di Luca, avvenuta per miocardite, sarebbe collegata alla salmonellosi che il ragazzo e le sue amiche avrebbero contratto consumando cibo in quel locale. Non solo, per i consulenti dei PM l’adolescente si sarebbe potuto salvare se curato in tempo. Oggi sono previste le repliche dei legali della difesa, poi la sentenza.

“Spero che ci sia una condanna esemplare per entrambi” ha dichiarato ai microfoni della TGR Campania della RAI la sorella della vittima, Fatima Piscopo, nel corso della trasmissione Buongiorno Regione.

“È giusto per la società, per le altre mamme affinché non soffrano come sto soffrendo io – ha detto in lacrime la mamma di Luca, Maria Rosaria Borrelli – Però, nulla mi potrà ridare il mio Luca”.

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Napoli: maxi operazione anticamorra contro il clan Liccardi di Secondigliano, 21 arresti

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Maxi operazione dei carabinieri e della DDA di Napoli contro il clan Licciardi: dalle prime luci dell’alba i militari del comando provinciale di Napoli stanno eseguendo una misura cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della procura antimafia partenopea a carico di 21 indagati (19 misure in carcere di cui 5 soggetti già ristretti e 2 agli arresti domiciliari).

Gli indagati – nell’ambito del clan Licciardi (alleanza di Secodigliano) – sono ritenuti gravemente indiziati a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsioni, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, ricettazione ed evasione, reati aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.

I detenuti comunicavano con gli smartphone dal carcere.

I dettagli dell’ operazione saranno resi noti in una conferenza stampa convocata alle 11 in Procura a Napoli.

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Nell’esplosione della fabbrica abusiva ad Ercolano morirono le due gemelle Sara e Aurora di 26 anni, la mamma colta da malore: “Non accettate lavoro nero”

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“Ai ragazzi dico: non accettate lavori in nero, giocano con la vostra vita”. A parlare è Lucia Barile, mamma di Sara e Aurora Esposito, le due gemelle di 26 anni morte un anno fa insieme al 18enne Samuel Tafciu nello scoppio della fabbrica abusiva di fuochi d’artificio avvenuto il 18 novembre 2024 ad Ercolano, in provincia di NAPOLI.

Oggi, nel nuovo palazzo di Giustizia di NAPOLI si è tenuta, nell’area 410, l’udienza del processo (che si sta celebrando con il rito abbreviato) in cui sono imputati coloro che vengono ritenuto i datori di lavoro dei tre ragazzi deceduti, Pasquale Punzo e Vincenzo D’ Angelo, per i quali sono stati chiesti venti anni di reclusione.

Per il terzo e ultimo imputato, ritenuto il fornitore della polvere da sparo, invece sono stati chiesti 4 anni di reclusione. Lucia Barile, che al collo ha una collanina con le foto delle due figlie scomparse, mentre ascoltava uno degli avvocati degli imputato, ha accusato un malore ed è stata costretta ad abbandonare l’aula. “Io non le posso vedere più, – ha detto ancora la mamma delle due gemelle – non dormo più, questa è una maschera per crescere mia nipote

. Ormai sono vuota, la mia vita erano loro e ora non le posso più abbracciare”. “Ho dovuto subire bugie pesanti – ha voluto sottolineare Lucia – davano 150 euro ciascuno per quel lavoro. Se devono essere 20 anni, non devono esserci sconti. Stiamo parlando di tre omicidi. Per me sono entrambi colpevoli e oggi in aula ho dovuto ascoltare un sacco di bugie”.

All’esterno del palazzo di giustizia i familiari delle vittime hanno incontrato il deputato Francesco Emilio Borrelli: “non possiamo accettare che vite spezzate valgano meno di un guadagno illecito: la comunità chiede pene esemplari”.

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