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Violenza del marito su una donna incinta di 7 mesi: Arrestato

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Violenza ai danni di una donna al settimo mese di gravidanza. Il marito 24enne di Terzigno, in provincia di Napoli, è ora in carcere a Poggioreale.

L’emergenza Coronavirus ci “costringe” a restare a casa e ovviamente, non tutti viviamo nelle stesse condizioni di agio. Soprattutto chi subisce violenza domestica, si ritrova a incorrere in un altro tipo di emergenza e troppi sono i casi violenze e omicidi registrati, oltre al fatto che i centri anti-violenza hanno subito un incremento delle richieste pari quasi al 75% rispetto alla media statistica registrata nel 2018 (ricordiamo che il numero da chiamare per ricevere aiuto è il 1522).

Un 24enne di Terzigno, in provincia di Napoli, già noto alle forze dell’ordine è stato arrestato dai carabinieri della sezione radiomobile di Torre Annunziata perché ha picchiato la moglie ripetutamente con calci e pugni, nonostante fosse al settimo mese di gravidanza. L’ospedale ha dato alla donna dieci giorni di prognosi.

I motivi dell’aggressione sarebbero riconducibili a problemi economici. La donna ha denunciato già più volte le aggressioni del marito che ora è detenuto al carcere di Poggioreale.

Il 1522, numero del servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, è sempre attivo e ha l’obiettivo di contrastare la violenza subita sia all’interno del nucleo familiare che al di fuori. Chiamare, se vittime di violenze, potrebbe salvarvi la vita.
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Congiunti anche fidanzati e compagni: il chiarimento dal Governo

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Arrivano i primi chiarimenti dopo le molteplici richieste dei cittadini riguardo al termine “Congiunti” utilizzato dal premier Conte per illustrare il DPCM sulla Fase 2.

Durante la diretta di domenica 26 aprile per annunciare l’avvio della Fase 2,  il premier Giuseppe Conte ha dichiarato che, dal 4 maggio in poi, sarà possibile far visita ai propri congiunti. Cosa si intende, però, per “congiunti”?

A livello giuridico è l’articolo 307 del codice penale a stabilirlo.  In questa definizione rientrano: “Ascendenti, discendenti, coniuge, la parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso, fratelli, sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti”. In questa definizione, dunque, sono esclusi i partner cui non si è uniti “legalmente”.

Tuttavia, a quanto si apprende dalle specifiche di Palazzo Chigi, con “congiunti”  nel DPCM che traghetterà l’Italia verso la fase non si intendono solo i legami sanciti dalla legge ma “parenti e affini, coniugi, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili”.

Si va dunque verso un’interpretazione più ampia del termine utilizzato dal Presidente del Consiglio che ava già iniziato a far discutere.

Anche dopo questo chiarimento, però, continuano gli interrogativi: “Cosa e chi stabilisce che siano rapporti ‘stabili’?

Nei prossimi giorni sul sito del governo saranno pubblicate Le Faq che chiariranno ulteriori dubbi e interpretazioni sul provvedimento.

 

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Ecco il bonus baby sitter 2020 e il congedo parentale

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Arrivano bonus baby sitter 2020 fino a 600 euro e congedo parentale: come funzionano e chi può richiederli.

Con gli ultimi decreti del presidente Conte la rotta è ormai tracciata: impensabile una riapertura delle scuole prima del prossimo settembre. Alla luce di questo saranno dunque prorogati gli aiuti per le famiglie già presenti dal decreto Cura Italia. A confermarlo è lo stesso Giuseppe Conte durante la conferenza stampa svoltasi il 26 Aprile 2020, nella quale il presidente ha parlato della famosa “Fase 2“. Si configura così un rinnovo dei congedi speciali per i genitori dei più piccoli (ovvero il congedo parentale) oltre che ad un bonus per il baby sitting.

Il congedo straordinario e il bonus baby sitting saranno riproposti e stiamo studiando misure per aiutare famiglie in difficoltà […] Abbiamo riflettuto con la Ministra Azzolina e con gli esperti del comitato scientifico. Difficile far convivere prudenza ed educazione e il rischio è alto.

Conte Azzolina

Lo stesso Premier ha inoltre sottolineato che il bonus per il baby sitting è già stato richiesto da 78mila famiglie. 250mila sono state invece le domande per il congedo parentale.

Congedo parentale e bonus baby sitting, come funzionano?

Il Decreto Cura Italia aveva dato la possibilità di ottenere il bonus baby sitter. Le domande vanno inoltrate online, sul sito dell’Inps. Il bonus era già ma non era mai diventato una norma strutturale, venendo prorogata di anno in anno fino al suo totale stop nel 2019.

Con l’arrivo della pandemia tuttavia il governo Conte-bis ha deciso di ripristinarlo. . Il provvedimento è da intendersi come aiuto alle famiglie dopo che l’emergenza ha decretato la chiusura delle scuole (art. 23, del decreto-legge 17 marzo 2020).

Analizziamo la circolare dell’INPS per vedere chi ha diritto a tale bonus e come si fa e richiederlo.

Congedo parentale

Il  congedo parentale straordinario prevede la possibilità per entrambi i genitori, in alternanza, di prendere 15 giorni retribuiti.

La retribuzione sarà al 50% in caso di figli minori di 12 anni, mentre non retribuiti per quanto riguarda i genitori di ragazzi con un’età compresa tra i 12 e i 16 anni.

Bonus baby sitter

Il bonus baby sitter si pone come alternativa al congedo parentale e serve per pagare il servizio di babysitting per chi ha figli fino a 12 anni di età.

Il bonus ha un valore massimo di 600 euro ma per medici, infermieri, tecnici sanitari e ricercatori, in prima linea contro il viurs, sale a 1000 euro. Lo stesso bonus di 1000 euro al comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico.

Gli articoli 23 e 25 del decreto-legge Cura Italia specificano che l’agevolazione riguarda, oltre alle categorie sopra elencate, il comparto dei lavoratori del settore privato, gli iscritti alla Gestione separata e gli autonomi (compresi dunque quelli che versano i contributi nelle casse professionali).

Baby sitting

Il bonus sarà usufruibile anche alla famiglie dove uno o più membri sono portatori di handicap. In questo caso il limite di età di 12 anni non si pone.

Il Libretto Famiglia

Il bonus baby sitter viene erogato tramite il Libretto Famiglia. Esso costituisce  un vero e proprio libretto nominativo prepagato composto da buoni (i «titoli di pagamento») il cui valore nominale è fissato in 10 euro lordi per ora lavorata. Il bonus non copre il lavoro nero (fenomeno assai diffuso nel caso delle babysitter). Per poterne fruire è dunque necessario che il genitore beneficiario e anche la babysitter si registrino sulla piattaforma (pagina specifica del sito dell’Inps).

Se genitore e baby sitter non sono già registrati alla piattaforma possono farlo qui oppure tramite contact center o ancora tramite patronato. La procedura non richiede particolari adempimenti burocratici.

Come si calcola il bonus

 L’ammontare del bonus viene calcolato sul monte ore; il valore di un’ora che viene caricata sul Libretto Famiglia è di massimo 10 euro lordi, 8 netti (1,65 euro vengono accantonati per la contribuzione Ivs alla Gestione Separata; 0,25 euro per il premio assicurativo Inail, e 0,10 euro per il finanziamento degli oneri gestionali). In caso di importo diverso si calcolano più o meno ore per raggiungere quota 10 euro lordi (esempio: se la baby sitter è pagata 5 euro a ora, si calcolano due ore per completare il “buono” da 10 euro).
Il compenso pattuito con la baby sitter, naturalmente, può superare l’equivalente di 600 euro o di 1.000 euro, così come può essere inferiore.

Nel primo caso il genitore stesso deve pagare la differenza di tasca propria ( tramite F24 (modello Elide, con causale Lifa), oppure tramite il «portale dei pagamenti»), nel secondo caso il bonus INPS coprirà solo quella cifra senza arrivare al massimo.
Nel caso i figli accuditi siano più di uno, si può fare richiesta del bonus per ciascun figlio, sommando le ore lavorate dalla babysitter per ogni bambino. Anche in questo caso, si applicano le stesse restrizioni sulla cifra compresa tra 600 e 1000 euro.

Il bonus baby sitter può essere utilizzato anche per pagare le ore extra della tata già assunta.

bonus baby sitter congedo parentale

Prerequisiti

Per compilare la domanda, genitore e baby sitter devono essere in possesso delle proprie credenziali, una tra le seguenti:

  1. Il Pin Inps, presente anche in versione agevolata di soli 4 caratteri. Il Pin agevolato può essere utilizzato per la presentazione della domanda, ma deve essere poi convertito nel Pin completo subito dopo (ci sono 15 giorni di tempo);
  2.  Le credenziali Spid, (Sistema Pubblico di Identità Digitale);
  3.  La carta d’identità elettronica 3.0 (Cid);
  4. La Carta Nazionale dei Servizi (Cns), la smart card o la chiavetta Usb che contiene un “certificato digitale” di autenticazione personale.

Compilazione della domanda

Una volta in possesso dei requisiti è possibile utilizzare una delle 3 modalità per poter fare richiesta del bonus baby sitter:

  1.  Via Web tramite portale dell’Inps. Una volta sul sito e dopo aver effettuato l’accesso:
    bonus baby sitter congedo parentale
    step 1
    bonus baby sitter congedo parentale
    Step 2

     

Nel caso non l’accesso non sia stato ancora effettuato, a seguito dello step 2, si verrà indirizzati alla pagina di inserimento delle credenziali. Oppure si può accedere direttamente utilizzando questo link.

  •  Telefonando al numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o numero 06 164.164 (da rete mobile con tariffazione a carico dell’utenza chiamante);
  • Attraverso i servizi offerti gratuitamente dai patronati.  Tramite i patronati: attraverso i servizi offerti gratuitamente dagli stessi.
  • All’atto della registrazione, genitore e babysitter devono fornire le informazioni identificative necessarie per la gestione del rapporto di lavoro e degli adempimenti contributivi connessi (attenzione a inserire correttamente l’Iban).
    La babysitter riceverà, insieme alla trasmissione della comunicazione del genitore, una notifica via e-mail o sms (dati che sono stati inseriti al momento della registrazione).

    Gli esclusi dal bonus

    Il beneficio è sfruttabile a patto che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa (ad esempio, Naspi, Cigo, indennità di mobilità, ecc.). Esclusi anche i genitori disoccupati o non lavoratori, con i quali, dunque, sussiste incompatibilità e divieto di cumulo.

    Una volta ottenuto il bonus il genitore beneficiario

    Dovrà procedere all’appropriazione telematica del bonus per l’acquisto dei servizi di baby-sitting, entro e non oltre 15 giorni solari dalla ricevuta comunicazione di accoglimento della domanda (tramite sms, e-mail o Pec).

    Questo vuol dire che se il genitore non entrerà nel proprio portafoglio elettronico per visualizzare il bonus e non ne disporrà il pagamento alla baby sitter entro 15 giorni dalla richiesta il bonus viene cancellato.
    Le prestazioni lavorative devono essere comunicate dopo il loro svolgimento. Sarà possibile farlo sempre tramite la piattaforma telematica Inps o tramite contact center messi a disposizione dall’Istituto). Le prestazioni di lavoro inserite entro il 3 del mese successivo a quello in cui si sono svolte andranno in pagamento il 15 del mese stesso. Il denaro verrà accreditato sullo strumento di pagamento indicato dalla baby sitter all’atto della registrazione.

    Il bonus è valido a partire dal 5 Marzo 2o2o e durerà per tutto il periodo di chiusura dei servizi scolastici.

    I fondi

    congedo parentale e bonus baby sitter verranno erogati fino al raggiungimento di 1.261,1 milioni di euro per l’anno 2020 (art. 23, comma 11).

    Per i dipendenti del settore pubblico (ovvero i dipendenti del settore sanitario pubblico e privato accreditato e i militari), il budget ammonta a  30 milioni di euro. Al superamento di questa soglia l’Inps riceverà le domande con riserva di ammissione e le domande saranno accolte e poste in graduatoria solo in caso siano disponibili ulteriori risorse. Pasquale Tridico, presidente dell’INPS ha però rasserenato gli interessati:

    Per il bonus baby sitter, come quello per gli autonomi, non ci saranno problemi: i fondi non si esauriranno […] . Nel caso si profilasse la necessità di nuove risorse sarà avvisato il governo.

    Pasquale Tridico

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    Napoli: al via alle consegne a domicilio per i bar, ma a riaprire sono in pochi

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    Chiusi i bar più grandi, tra cui il Gambrinus in piazza Plebiscito e Scaturchio a piazza San Domenico Maggiore, a Napoli oggi nel primo giorno del via libera, limitato al delivery, sono aperti sono quelli a conduzione familiare.

    Il titolare della caffetteria Oliva, accanto all’ufficio delle Poste centrale in piazza Matteotti, sottolinea: “Ho aperto con mio figlio, bisognava farlo. Chiaramente i caffè che facciamo non giustificano l’apertura ma è un modo per cominciare. Io lavoro normalmente con gli studi professionali che si trovano in zona ma molti sono ancora chiusi causa smart working o con la gente in fila alle Poste. A loro però non posso servire caffè. Chi lo vuole deve telefonarmi ed è mio figlio a portarglielo mentre aspettano il turno. Spero – aggiunge – che si stabiliscano presto le regole per le distanze sociali dei bar. Magari, si entra uno alla volta, senza affollare il locale ma questo mi permetterà di sicuro di incassare qualcosa in più. Da stamattina abbiamo fatto pochi caffè“.

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    Libera D’Angelo (Italia Viva): “La salute mentale è una priorità. Agire subito per scongiurare emergenze”

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    “Alla luce di questa emergenza, che impatta a livello psicologico più di quanto non si pensi, il tema della salute mentale deve essere oggi più che mai una priorità all’interno dell’agenda di governo”.

    Lo chiede a gran voce Libera D’Angelo, membro dell’assemblea nazionale di Italia Viva, da sempre impegnata nel sociale e al fianco del personale medico sanitario che opera nel campo della salute mentale.

    “Con grande sollievo – Afferma D’Angelo –  ho riscontrato apertura e sensibilità sul tema della salute mentale da parte della Regione Campania, alla quale ho presentato una serie di proposte per rendere più sicura la vita di pazienti e operatori sanitari:”

    1-Determinare il fabbisogno minimo incomprimibile di DPI per ogni operatore di salute mentale, compresi i lavoratori del privato sociale;2- È necessario che i tamponi per i pazienti psichiatrici siano effettuati dalle USCA sui territori e non nel pronto soccorso; 3-Tutti gli operatori della salute mentale devono essere tamponati regolarmente;4-È Indispensabile ampliare la discrezionalità operativa in materia di prevenzione delle singole unità operative di salute mentale.

    “In una fase così delicata – Continua D’Angelo – anche le problematiche psicologiche più lievi possono acuirsi, sfociando in risvolti talvolta drammatici.” Avverte Libera D’Angelo, esortando il Governo ad agire: “Al Governo centrale chiedo di istituire finalmente il comitato di dipartimento di salute mentale come prescritto dalla legge, in modo tale che interloquisca con la task force di Vittorio Colao mediante la figura di Fabrizio Starace – Conclude D’Angelo – punto di riferimento di tutta l’Italia per la salute mentale.”

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    Verso la Fase due, De Magistris attacca De Luca: “Non sa nemmeno come si fa il lievito”

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    Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris è intervenuto ai microfoni di Pomeriggio Cinque e ha commentato la riapertura delle pizzerie che da oggi tornano a fare le consegne a domicilio: “Personalmente la mangerò, non si può stare senza, ma ci vorrà tempo per rodare le pizzerie. Nella nostra città nemmeno ai tempi della guerra per due mesi erano stati chiusi i forni”.

    Poi attacca De Luca: “Ci stanno le ordinanze di De Luca che non sa nemmeno come si fa il lievito perchè dice che le pizzerie devono stare aperte solo poche ore e non sa nemmeno che per fare la pizza c’è un tempo di lievitazione necessaria. Questo è un manicomio“.

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    Napoli: riapre lo stabilimento Whirlpool di via Argine

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    Riapre oggi lo stabilimento Whirlpool di Napoli sito in via Argine. Dopo quasi un anno di lotte sindacali con la multinazionale americana.

    I 420 dipendenti nel corso della scorsa settimana sono stati informati delle misure di sicurezza anticontagio. I lavoratori presenti in azienda saranno 40 per volta e saranno muniti di guanti, mascherine e prodotti igienizzanti. Inoltre sarà misurata la temperatura di tutti i dipendenti all’ingresso.

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    Il ministro Manfredi teme un calo per l’Università: “Serve sostegno economico”

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    Il ministro Manfredi teme che l’università risentirà di un  netto calo delle iscrizioni come avvenuto nel 2008. Chiede misure di sostegno economico per gli studenti.

    In quasi tutta l’Italia, il Covid-19, non ha fermato l’istruzione e ottimi sono i risultati raggiunti, tra esami, lauree e lezioni online ma troppe sono le persone in difficoltà e l’università ha dei costi che molti riuscivano a elargire a fatica già prima della pandemia, adesso potrebbe essere anche peggio.

    Anche Gaetano Manfredi, ex rettore dell’Università Federico II di Napoli e attuale ministro per la Ricerca e l’Università è preoccupato. Teme che, come accaduto durante la crisi economica del 2008, a causa della difficile situazione economica in cui versa il Paese per il Coronavirus, ci sarà quest’anno, un calo netto degli iscritti alle università italiane.

    Manfredi ha spiegato tutto in un’intervista a “La Stampa”:

    “Questa crisi ci ha insegnato che abbiamo bisogno di più competenza, ricerca, scienza. Il rischio di un calo di immatricolazioni sarebbe un pessimo segnale per la ripartenza del Paese. […] Stiamo pensando di introdurre misure di sostegno economico per gli studenti”

    Nel 2008, come ricordato dal ministro, le immatricolazioni calarono del 20%, e solo quest’anno:

    “Eravamo riusciti a tornare a livelli pre-crisi”.

    Manfredi dice che per evitare una regressione in tal senso, sarebbe necessaria l’introduzione di possibili misure economiche rivolte agli studenti, come la “no tax area” che permette agli studenti con redditi bassi di non pagare le tasse universitarie:

    “Dopo il 4 di maggio riprenderanno a pieno regime le attività di ricerca negli atenei e negli enti pubblici. Daremo la possibilità di svolgere attività individuali in laboratori, biblioteche e strutture per tirocini. Proseguirà, invece, la didattica a distanza fino a luglio. Per gli esami lasceremo la possibilità agli atenei di prevedere la presenza fisica dello studente, a patto che si rispettino le prescrizioni di sicurezza”.

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    Napoli: poliziotto ucciso da criminali che assaltavano un bancomat. Aveva 37 anni

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    Un poliziotto è stato ucciso mentre tentava di sventare un assalto al bancomat della Credit Agricole, in via Calata Capodichino, a Napoli.

    L’agente scelto era da poche settimane in servizio presso il commissariato di Secondigliano, si chiamava Pasquale Apicella, aveva 37 anni e lascia una moglie e due figli, di 6 anni ed uno di pochi mesi.

    Secondo le prime ricostruzioni dei fatti, la sua pattuglia era intervenuta in seguito ala segnalazione giunta in centrale del raid all’istituto di credito di via Abate Minichini.

    I criminali nella fuga hanno imboccato contromano Calata Capodichino e si sono trovati di fronte la volante della Polizia che procedeva nel regolare senso di marcia.  I poliziotti hanno cercato di fermare i malviventi bloccando loro la strada ma i criminali non si sono fermati all’alt: l’impatto è stato fortissimo.

    La volante della polizia è stata completamente distrutta. Il cofano è accartocciato, frantumato il parabrezza dal quale è stato sbalzato l’agente che ha perso la vita. Il collega che si trovava insieme ad Apicella, invece, sembra essere in condizioni non gravissime.

    Dopo lo schianto, due dei presunti autori del furto, di origini rom sono stati catturati e portati in Questura. Ancora in fuga, invece, un terzo complice.

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    La recensione: Moonlight Motel, Parigi. L’intervista all’autore Sergio Gilles Lacavalla

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    Nel nostro indecifrabile tempo c’è una percezione nascosta della realtà che sta fermentando in mezzo alla confusione anestetizzata del rumore contemporaneo. Un modo di sentire le cose e gli uomini a cui la letteratura ostinata sta dando forma. Una nuova letteratura si aggira come uno spettro lucido per vivisezionare un’epoca morente e nascente. Sergio Gilles Lacavalla è uno scrittore di questa avanguardia.

    Gilles ha composto drammi teatrali, le pièce del “ciclo del rimpianto e della perdita”, prima del suo ultimo lavoro letterario, “Moonlight Motel, Parigi”, già anticipato in due brevi frammenti su “Verde”. Alla scrittura con le parole, affianca o, meglio, sostituisce quella con le immagini fotografiche. Scrive con i segni e con la luce. Il romanzo è stato pubblicato nel marzo 2020 da Wojtek edizioni che, nell’esangue e ripetitivo panorama editoriale italiano, rappresenta un’esperienza audace e fortemente qualitativa.

    “Moonlight Motel, Parigi” è un’opera anarchica, caotica, magmatica. Una “sinfonia” rock e un viaggio di andata e ritorno all’inferno, o forse di sola andata. È un libro difficile. Scomodo. Per il povero lettore, conturbante e talvolta anche disturbante. Maledetto e lirico. Ho dovuto ingerirlo a dosi, come un veleno. Avevo bisogno di distanziarlo e di ritornarci, allo stesso tempo. Ho amato molto le improvvise folgorazioni poetiche.

    La prosa di Lacavalla è originalissima, materica, repentinamente rarefatta. C’è il corpo, i corpi, e c’è l’anima ferita. L’uso delle metafore è suggestivo, a tratti musicale. C’è la musica più delle parole. E per ascoltare Moonlight ho dovuto abbandonare la gabbia della logica. Non sarei altrimenti andato da nessuna parte, meno che mai dentro all’essenza di questo viaggio sonoro. I segni di Sergio Gilles possiedono una cifra inconfondibile, sua. Mi sono dimenato tra straniamento e musicalità. Alla fine ho scelto di fluire nel fluire di Moonlight. Così, come si ascolta una ballata struggente e dolente. L’incontro con l’autore è avvenuto in un iperspazio linguistico. Lui non si è sottratto. E la sinfonia è continuata.

    Quando ti ha trovato la scrittura?

    Scrivevo con le immagini, con la grafica, le arti figurative, poi, non ricordo quando né perché, ho iniziato a scrivere con le parole, e lì mi sono fregato: scrivevo per i giornali, ero un giornalista, e per il teatro, ero un drammaturgo, poi la narrativa. Non so se mi ha trovato preparato, ma ho reagito come ho potuto. In fondo la scrittura è una reazione, forse alla tristezza infinita della vita e all’altrettanto infinito bisogno d’amore mai soddisfatto a cui questa assurda vita ci condanna. Un’opposizione al nulla. Forse non è nulla. O non lo so.

    Perché scrivere?

    Non ne ho idea. Perché scrivere ancora, nel mio caso. Anche se ho smesso. Per i motivi di prima? Sarebbe meglio non farlo. La scrittura non ti rende felice. Sarebbe bello, invece, essere felici.

    Parliamo dei personaggi, chi è Gilles?

    Gilles è colui che arriva per condurre Jeanne in battaglia, per affiancare la sua ribellione, per proteggerla, è il suo luogotente e l’uomo che la ama più di chiunque al mondo. “Mi aspettava silenzioso da qualche parte e ora lui mi appartiene, fino alla morte”, dice Jeanne. E aggiunge: “Lui prima era un poeta, doveva essere così, uno scrittore, un letterato, il libro che aveva regalato a Zulawski, ma è stata proprio la sua poesia, nient’altro che la sua letteratura, a fargli scegliere, infine, la guerra e la violenza. Come se a forza di scrivere avesse capito che agire è l’unica soluzione”. Gilles è dunque uno scrittore e il comandante dell’esercito di Jeanne, è un fuorilegge, quando la legge è quella di un brutale stato di polizia. È un killer senza scrupoli, un terrorista, un bandito, un giustiziere, è semplicemente un uomo innamorato.

    E chi è Milla?

    Milla è la bambina dell’appartamento accanto a quello di Jeanne. Colei che raccoglie le sue memorie. La ragazzina come doveva essere Jeanne da piccola. La ragazzina che non parla ma comunica con la sua vicina di casa mandandole canzoni d’amore e ribellione che la spingono ad agire, a non sopportare più le offese e i soprusi del marito. Milla è la rappresentazione dell’infanzia e dell’adolescenza violate.

    Nadine?

    Nadine è l’ex ragazza di Gilles, il suo amore finito ma ancora presente. È colei che ha assistito al passaggio di Gilles da scrittore ad assassino, quando solo la violenza può contrastare la brutalità dell’uomo, per dirla con Jean Genet. Lei lo accetta, in qualche modo gli sta ancora vicino, anche affidandolo a Jeanne. Lei sa quanto lui possa essere spietato, perché conosce la sua pietà. Nadine è fragile, forte, sa sparare e cerca lacrime buone.

    Christiane F.?

    Christiane F. è una ragazza tossicodipendente che diventa subito amica di Jeanne e le mostra la durezza della sua vita attraverso la droga. Si chiama come la protagonista del libro e del film “Christiane F., noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino” perché volevo che il nome evocasse subito una condizione. Non è lei, Christiane Vera Felscherinow, ovviamente, ma un amore che appartiene al mio passato, diviso proprio dalla droga. Molti personaggi nascondono le loro reali identità prendendo il nome da persone appartenenti alla cultura pop. Altri, invece, appaiono proprio con il loro vero nome, li ho presi e ne ho alterato le azioni per metterle al servizio della storia.

    Il racconto è un sogno di Jeanne?

    No. Non è assolutamente un sogno. Mai. È una visione della realtà lucidissima. Talmente lucida da essere iperrealista: è un racconto degli aventi dai toni espressionisti. Poi Jeanne i sogni neanche se li ricorda. È solo la fottuta, maledetta realtà.

    Chi è Jeanne?

    Jeanne è una donna annichilita dagli abusi del marito e dalla solitudine a cui lui l’ha costretta e ha lo stesso nome della pulzella d’Orléans. È una giovane donna che cerca un riscatto e giustizia in un’esistenza troppo ingiusta per poter essere ancora tollerata. E li cerca nei suoi incontri e nella ribellione violenta a cui questi la conducono. Uccide, cos’altro può fare? È una donna sola che vuole soltanto l’amore che le spetta. La sua è una guerra per l’amore, il suo e quello di tutte quelle come lei, sotto tetti d’appartamenti opprimenti ed elicotteri della polizia, nei riflessi sfiniti di lampioni, di abat-jour insanguinati e lune spezzate.

    Cosa rappresenta il Moonlight Motel?

    Il Moonlight Motel rappresenta un altrove impossibile da raggiungere eppure continuamente desiderato. È il luogo dell’amore, finalmente dell’amore, tra il deserto e il mare, lungo un’autostrada di cui non conosciamo il numero, ma vogliamo che ci sia. È un ricordo inventato, è il luogo di una “fuga verso dove non sappiamo, la notte è un’automobile con le poltrone di velluto e i finestrini aperti, il bar nella hall, un treno della metropolitana sopra una scogliera, su un’autostrada”. Il Moonlight Motel è il posto ignoto in cui disfare un letto con i propri corpi nudi. “Scappare-scopare”.

    Chiedi molto ai tuoi lettori, esiste Il lettore? Chi è il tuo?

    Chiedo molto perché penso di dare molto: la letteratura è una relazione intima tra scrittore e lettore e questa intimità richiede l’impegno e il trasporto di entrambi i ruoli. Credo che sia più bello per il lettore impegnarsi nella lettura, perché così entra realmente in relazione con lo scrittore e di questa relazione, una volta finita, gli resta qualcosa. La letteratura, come l’amore, non si deve far dimenticare. Quello tra scrittore e lettore è un rapporto d’amore, con tutte le difficoltà che questo comporta. Però è anche vero che una volta capito come ci si possa amare, allora è importante lasciarsi andare, abbandonarsi. Supera le difficoltà iniziali e lasciati andare. Se mai uno potesse avere un proprio lettore, vorrei che fosse chi alla fine sa abbandonarsi.

    Il romanzo è denso di citazioni musicali, quale è il “peso” della musica nella tua scrittura e nella tua vita?

    La musica è importantissima, sia nella mia vita sia nella mia scrittura. C’è sempre musica quando scrivo, a volte è un disco altre è una musica che sento in me e nelle mie parole, che le guida. Per me una bella pagina è quella che ha una sua musica. Quando faccio dei reading, li faccio sempre con una band. Molti momenti della mia vita hanno avuto la musica come ambiente.

    Il corpo, così come la sessualità, è un centro dell’opera. Corpo e sesso oscillano tra distruttività e brutalità (ho sentito l’eco di Mishima), sembrano forme di un disperato nichilismo, è così? Sesso, vomito e morte stanno insieme?

    Sesso, vomito e morte, già. Spesso sì, nella mia scrittura di frequente. In Francia ciò che avviene dopo l’orgasmo, la sua conclusione, può essere chiamato la petite mort. E questa piccola morte a volte è uno stato di profonda malinconia, un desiderio di morte per sfuggire alla vita quando è diventata intollerabile e si ripresenta immutata al termine di quel momento necessario. Era un’illusione, una struggente illusione. “Scappare-scopare”, morire e poi ricercare un’altra piccola morte e un’altra ancora: cercare di salvare, di tenere stretta ancora un po’ quella struggente illusione, in questa piccola morte. Ma spesso il corpo e il sesso non riescono a trovare la pace nell’amore e allora l’odio distrugge i corpi e i sensi. Il corpo ha splendidi slanci di vitalità come subisce le lesioni dei rapporti sbagliati. Jeanne spesso vomita dopo aver scopato con il marito, la sua urina lava via un orgasmo stordente e da niente, ma vorrebbe anche sentire il sapore della pipì della ragazza che sta nuda davanti alla sua finestra e Gilles desidererebbe bere la pipì di Jeanne: i liquidi corporei sono scarti, rifiuto di una situazione come bevande di desiderio, rifiutare tutto dell’altro o volere tutto fino alle sintesi che il corpo opera in sé. Annullamento dell’altro da sé e annullamento di sé nell’altro, e sentire in quest’ultimo caso la propria presenza come mai prima, nella sua totalità, con il corpo che respira e non soffre più. Gli atti sessuali di Jeanne sono attimi di grande vitalità: il sesso al Moonlight Motel tanto desiderato, “scappare-scopare”, il piacere che la cantante di strada le procura, le scorre dalla fica ai piedi, l’amore di Jeanne per la ragazza nuda alla finestra: sono tutte azioni piene di vita e ribellione. Jeanne comprende la sua condizione e agisce proprio partendo da questi atti sessuali. Si può dire che le sue azioni siano una incessante ricerca di ripetere questi momenti.

    Mi hai citato Mishima, be’ è stato un autore importante per me. Proprio per le sue riflessioni sul corpo, la sessualità e l’azione. In fondo, il suo suicidio non è stato solo un gesto politico e di protesta, ma anche sessuale. L’ossessione del corpo, del bel corpo, e del suo inevitabile disfacimento, guida tutta la sua opera. Ho sempre pensato che letteratura e corpo siano collegati. Ovviamente nella mia, di scrittura. Ho sempre praticato le arti marziali e le discipline da combattimento insieme alla scrittura. Penso che la mia sia una scrittura molto fisica: più di qualunque pensiero possa suscitare una mia pagina mi interessa la reazione fisica che questa può dare. “Il tuo libro mi ha fatto pensare a molte cose”: bene. “Mi sono masturbata su una delle tue pagine”: oh, meglio. Perché in questa azione c’è il ricongiungimento tra pensiero e corpo. Il pensiero allora è corpo. Vorrei che la mia scrittura modificasse uno stato, mentale o fisico, vanno bene entrambe le cose, certo. Tutte e due insieme sarebbe l’ideale.

    A CURA DI MICHELE SALOMONE

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