domenica, Maggio 18, 2025
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Ischia: i nuovi apprendisti di “La.Bor.Arte” sono ragazzi disabili

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Il progetto  “Volontari in Rete” con il sostegno di “Fondazione con il Sud” prende parte a La.Bor.Arte, ideato dalla fondazione “I.sole d’amore” sei anni fa, manifestando l’idea – secondo la presidente Rosa Di Iorio- “di favorire un inserimento lavorativo protetto in un settore, quello dell’artigianato, che vive sicuramente una cristi strutturale”.

La vulcanica Ischia appartenente all’arcipelago delle isole Flegree, da sempre culla di poesia, arte e letteratura, è sede del nuovi apprendisti sono ragazzi disabili, i cui nuovi apprendisti sono ragazzi disabili.

Guidati dal maestro Antonio Cutaneo, riconosciuto sull’isola d’Ischia come il più significativo interprete della scuola pittorica di collage creata dal compianto Vincenzo Funiciello, i ragazzi sono stati premiati lo scorso Natale per la creazione di un presepe fatto interamente a mano e riconosciuti per  i propri dipinti o collage di carta, scatole di legno, cornici e persino marionette.

Nell’isola di Ischia, tra l’esplosione di colori e paesaggi, un nido d’arte dedito a corsi di poesia, pittura, equitazione e cortometraggio, ospita soggetti affetti da disabilità fisiche e psichiche di età compresa tra i 18 ed i 50 anni che hanno l’opportunità di rifugiarsi in un locus amoenus lontano dalla società che talvolta li esclude.

Selfie porno di Giarrusso (M5S) Finisce in Rete

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Giarrusso
PALERMO, SICILY, ITALY - 2018/02/27: Dino Giarrusso in Palermo for the conference of Luigi Di Maio, leader of the 5 Star Movement. (Photo by Igor Petyx/KONTROLAB /LightRocket via Getty Images)

Non è ancora chiaro se sia un altro caso di revenge porn, ma fatto sta che questa mattina, per circa un’ora, i social hanno rimbalzato una foto osè ritraente l’ex Iena e candidato con il M5s alle elezioni Europee Dino Giarrusso.

Stando a quanto riportato, dalla foto si evincono particolari eccentrici riguardanti la vita privata del grillino.

“Ce l’avete tutti questa figurina, sì?”,

chiede l’autore del post, lasciando intendere che sia solito mandare  foto di questo genere “alle sue amiche”.

Come ricorda La Repubblica, Giarrusso, durante la sua attività di Iena, è stato autore di innumerevoli servizi, tra i quali quello su Fausto Brizzi, regista accusato di molestie sessuali che, dopo un’inchiesta, è stato prosciolto dalle accuse.

Sono quindi tante le piste che possono essere seguite, e quella della ritorsione sembra la più accreditata. Tra i potenziali responsabili quindi, sicuramente le ex “vittime” dei servizi da Iena e tantissimi avversari politici. Ma la lista delle perone che hanno qualcosa da vendicarsi verso Giarrusso sarà finita qui? O c’è qualcosa nel suo privato che sta cercando di far sentire la sua voce? Per adesso tutto resta avvolto dal mistero.

 

Mimmo Lucano alla Sapienza: scontri tra Forza Nuova e antifascisti

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L’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, è stato all’Università La Sapienza di Roma per parlare di antifascismo e per incontrare tanti giovani studenti. Contestato dai militanti di Forza Nuova che hanno infranto il divieto di comizio, il clima all’esterno dell’università non è stato dei migliori.

La questura aveva vietato il comizio di Forza Nuova, programmato alle 14.30 contro l’intervento dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano alla Sapienza di Roma, ma 50 militanti di Forza Nuova, si sono radunati comunque davanti alla biblioteca per poi muoversi in direzione dell’Università per protestare contro Lucano. Hanno sventolato bandiere nere, gridando slogan come “Boia chi molla” e “L’antifascismo non passerà”, il tutto accompagnato da uno striscione con la scritta che per loro “Mimmo Lucano è nemico degli italiani”.

Il leader di FN, Roberto Fiore ha detto al megafono:

«Oggi la nostra volontà è di impedire con forza a Mimmo Lucano di parlare agli studenti dell’università con una lectio magistralis».

Uno dei militanti ha, addirittura, dato degli schiaffi a un ragazzo che stava uscendo dalla biblioteca; sono servite le forze dell’ordine per separarli.

Gli studenti antifascisti hanno organizzato un presidio a favore dell’ex sindaco. In testa alla processione, un grosso striscione:

«Il fascismo non è un’opinione».

Al megafono, gli studenti definiscono i militanti di Forza Nuova:

«Assassini. Qui non ci metteranno mai piede qui. Sapienza è antifascista».

I manifestanti di Forza Nuova sono poi stati bloccati a piazza Confienza dalle forze dell’ordine e il corteo è stato sciolto prima che arrivasse a piazzale Aldo Moro.

Al suo arrivo, Mimmo Lucano è stato accolto da un lungo applauso e dal coro degli studenti antifascisti:

«Siamo tutti Mimmo Lucano».

L’ex sindaco di Riace ha detto ai ragazzi:

«Un’emozione indescrivibile, mi sento uno di voi. Sono emozionato, sono rimasto quello che ha seguito un sogno di umanità e democrazia. Il sogno continuerà fino alla fine».

Lucano ha speso delle parole anche per il ministro dell’Interno Matteo Salvini:

«Uno degli autori che ha creato in Italia questo clima di odio e divisione».

Agli studenti ha rivolto un pensiero molto significativo e descrittivo dei tempi che stiamo vivendo:

«Siamo l’onda rossa che contrasta l’onda nera che sta oscurando anche i nostri orizzonti».

VIDEO – Fermenti, il governo parte con lo spot e a metterci la faccia è il sottosegretario Spadafora

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16 milioni di euro per i giovani: con Fermenti il Dipartimento Politiche Giovanili e il Dipartimento Pari Opportunità si rivolge a giovani tra i 18 e i 35 anni.

Ecco il messaggio del sottosegretario a 5 Stelle Vincenzo Spadafora: “Giovani sinergie trasformano il Paese. Questa la mission del #bando Fermenti abilitare tutti i giovani, attraverso strumenti e misure concrete, ad esprimersi e a realizzare le loro idee è uno degli obiettivi che sto perseguendo. Questa misura del Dipartimento Politiche Giovanili e Servizio Civile Universale in collaborazione con il Dipartimento Pari Opportunità permetterà, a tutti coloro che hanno dai 18 ai 35 anni, di mettere in campo le proprie idee per il cambiamento sociale!

Entro le ore 14,00 del 3 giugno 2019 è possibile presentare un progetto che risponde ad una o più delle cinque sfide sociali individuate come prioritarie dai giovani: uguaglianza per tutti i generi; inclusione e partecipazione; formazione e cultura; spazi ambiente e territorio; autonomia, welfare, benessere e salute.

I progetti potranno essere finanziati fino a 450mila euro. #Fermenti supporta inoltre i giovani in tutta la fase di ideazione ed esecuzione delle proposte progettuali attraverso un servizio di accompagnamento ed incubazione dedicato”.

https://www.facebook.com/labussolanews.it/videos/677600929336155/

Rassegna dei Cori a Napoli: il successo della 10a edizione

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Con il patrocinio dell’ARCC – associazione regionale cori campani – si è svolta nella suggestiva cornice della chiesa di Santa Caterina a Chiaia la decima edizione della Rassegna di Cori a Napoli.

Hanno partecipato all’evento il Coro Santa Caterina a Chiaia, il coro AMA – Associazione Musicisti Agraria e la Corale del buon Pastore.

Una location suggestiva

La rassegna polifonica si è svolta nella bellissima chiesa di Santa Caterina a Chiaia, gestita dal Terzo Ordine Regolare di San Francesco, un ordine monastico che fa risalire le sue origini fino al 1211 e che attualmente svolge le sue funzioni in tutto il mondo, dall’Italia agli USA, dallo Sri Lanka al Perù, contando ben 214 insediamenti o conventi.

La chiesa di Santa Caterina a Chiaia sorse nel 1500, quando i frati del Terzo Ordine Regolare di San Francesco ampliarono la preesistente cappellina di Santa Caterenella. Oggi la chiesa si presenta di gusto settecentesco sia negli interni che negli esterni, ed espone al suo interno una vasta gamma di opere d’arte. Sono esposte numerosissime cappelle – della santa famiglia, di San Francesco, dell’Immacolata, dell’Addolorata, della Divina Pastora, di Sant’Antonio di Padova, della Beata Vergine di Pompei e infine della Madonna delle Grazie – altrettanto numerosi affreschi – tra gli altri tre dipinti da B. Ferrazzi nel 1956, un affresco settecentesco di Antonio Sarnelli – ed opere di grande e suggestiva bellezza come l’organo ed il coro ligneo.

La presentazione dell’evento

Il direttore della Chiesa Santa Caterina a Chiaia il Molto Reverendo Padre Calogero Favata riguardo l’evento ci dice: “Siamo già alla decima edizione, sono passati già dieci anni ed è sempre bello avere questo tipo di manifestazione. Siamo spinti a promuovere queste iniziative nelle chiese, perché le chiese non sono solo un luogo di preghiera, ma anche di incontro, di scontro certe volte, e anche luogo di convivialità per gustare la parte di arte che è comunque sempre motivo per elevare lo spirito. Come diceva sant’Agostino, “chi canta prega due volte”; san Francesco invece diceva “servire il signore, ma con allegria.”.

E’ un appuntamento fisso” continua l’avvocato Amedeo Finizio, presentando la rassegna “un incontro che non vuole essere di concorrenza ma che vuole invece essere un incontro musicale, canoro, di partecipazione della varie associazioni. Questa sera abbiamo due graditi ritorni: l’associazione AMA di Portici con il maestro Riccardo Motti e dell’associazione Corale del buon Pastore di Ischia con il direttore Gianfranco Manfra. Sono due appuntameenti che ci ricordano puntate veramente prestigiose [delle precedenti edizioni della Rassegna di Cori a Napoli, ndr] che ci auguriamo che vengano questa sera ripetute nella serata in cui c’è grande festa per la coralità della nostra regione.”.

La rassegna del Coro di Santa Caterina a Chiaia

I primi ad esibirsi durante la rassegna di cori polifonici sono stati i padroni di casa, i membri del coro di Santa Caterina a Chiaia, diretti da Marco Scialò ed accompagnati all’organo da Livio de Luca. Il direttore si diploma al corservatorio san Pietro a Majella in pianoforte e composizione, Strumentazione per banda e Direzione d’Orchestra, per poi laurearsi in Composizione di Musica per film e in composizione Corale e direzione di Coro e ha al suo attivo la partecipazione a numerosi eventi di prestigio.

Il coro di Santa Caterina a Chiaia ha cantato quattro pezzi religiosi dal sapore tradizionale, passando da un “O Sanctissima” della tradizione siciliana a un “Ave Maria” di J. Arcadelt, per poi arrivare all’esecizione di “Jesu Rex Admirabilis” di G. P. Da Palestrina e “Ave Maria Virginitas” di J. Desprez che ha chiuso la loro esibizione.

L’esibizione del Coro AMA di Portici

Subito dopo di loro si è esibito il coro AMA – Associazione Musicisti Agraria – di Portici, diretto dal professor Riccardo Motti e con l’accompagnamento al pianoforte di Roberta Vicidomini e Dianna Pickens. L’avvocato Amedeo Finizio li presenta dicendo che “Il coro AMA è nato nel 2009 con la finalità di portavoce della loro facoltà. E’ costituito da personale docente, tecnico e studenti del dipartimento. Il direttore Riccardo Motti è docente di botanica, nonché direttore dell’Orto Botanico di Portici. Nel 2015 è stato premiato al concorso corale organizzato dall’associazione musicale di Santa Caterina a Chiaia.”.

Uno dei pezzi cantati durante la decima rassegna dei cori a Napoli, “Deep Peace”, è stato composto dal direttore del coro stesso, Riccardo Motti. E’ stato il secondo pezzo eseguito durante la serata, preceduto da “O Magnum Misterium” del compositore Mariano Garau (autore di romanze per soprano, tenore, canti per bambini, messe e mottetti per coro, noto anche per aver composto un brano per coro di voci bianche per Amnesty International) e seguito dal molto più tradizionale “Credo RV 591” del celebre Antonio Vivaldi. Nonostante la difficoltà dei pezzi, il coro ha portato a termine la sua esecuzione senza sbavature in un crescendo di pathos che si è concluso con “Little Jazz Mass” di Bob Chilcott, compositore britannico.

Little Jazz Mass” è una messa completa, costituita da cinque pezzi. Inserire nella rassegna della serata un pezzo jazz è stata senza dubbio una scelta vincente da parte del coro AMA – perché se i pezzi della “Little Jazz Mass” non sono di più semplice esibizione rispetto ad altri più classici, mentre si passa dall’allegria del “Kyrie” e del “Gloria” al più lento “Sanctus” ed infine si giunge al potente “Agnus Dei” al passando per il “Benedictus il pubblico, anche quello che non ama la musica sacra, si sente travolto dal crescendo della messa, fino ad avvertire persino un brivido con l’esecuzione dell’ultimo pezzo.

La Corale del Buon Pastore

A seguire si è esibita la Corale del Buon Pastore, con un repertorio molto lungo ed eseguito in maniera decisamente ma piacevolmente insolita, con l’ausilio di tamburelli e strumenti ritmici che si possono ben dire poco tradizionale nell’esecuzione corale, in cui hanno spiccato le esecuzioni degli ultimi due pezzi, cioè del “Cantico delle Creature” di Branduardi e dell’ “Ave Maria” di Fabrizio de Andrè. Il direttore della Corale del buon Pastore è Gianfranco Manfra, mentre il pianista che li ha accompagnati nell’esecuzione dei loro dieci pezzi è Vincenzo Mazzella.

I pezzi eseguiti sono stati “Mater Jubilaei” di Schiavazzi e Melone; “Omni die”; “Salutiam Divotamente” dal Laudario di Cortona; “Laudate Dio” di Giovanni G. Ancina; “Gaudete” dalle Piae Cantiones; “Riu Riu Chiu” dal Villancico del secolo XVI; “Dona Nobis Pacem” di Mozart; “O lux beatissima” di M. Burrows; “Cantico delle creature” di A. Branduardi ed infine “Ave Maria” di de André.

La decima rassegna di Cori a Napoli è stato un piacevole spettacolo di grande qualità, e si riconferma appuntamento imperdibile per tutti coloro che amano la musica corale e polifonica. Non ci resta che sperare che le prossime edizioni siano altrettanto belle.

Salone del Libro, parla Lagioia: “Su Altaforte avevo le mani legate”

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Nicola Lagioia, direttore del Salone del Libro di Torino dal 2016, in una video-intervista al giornale “Open”, fa un bilancio di quest’edizione immersa nelle polemiche.

Nicola Lagioia sta per concludere il suo terzo mandato come direttore della più grande manifestazione letteraria d’Italia, il Salone Internazionale del Libro e ne ha preso le redini nel 2016:

«quando tutti mi davano pacche sulle spalle in segno di condoglianze, dicevano che il Salone fosse ormai morto».

Scrittore, conduttore radiofonico, editor e Premio Strega 2015, Nicola Lagioia in quest’edizione si è dovuto destreggiare oltre che tra libri e ospitate di vario genere, anche tra polemiche sul fascismo e lotte antifasciste:

«Se avessimo voluto farci pubblicità sulle prime pagine dei giornali, parlando solo del Salone, sicuro non avremmo avuto un’eco simile. Curioso come durante la settimana che ha preceduto l’evento l’atmosfera fosse così tesa e come ora si sia tutti così rilassati».

Ecco ciò che dice in una video-intervista rilasciata al giornale “Open”, mentre fa un bilancio che definisce:

«positivo».

Il successo arriva anche per la presenza di un edificio adiacente, l’Oval:

 «Sono quattordici mila metri quadri in più, ma la gente ha iniziato a farci caso solo dal secondo giorno, come un po’ come per tutte le novità».

In merito alla polemica su Altaforte, la casa editrice vicina a CasaPound e di proprietà di Francesco Polacchi, Lagioia tiene a essere chiaro:

«Io non ho potere, da contratto, sulle decisioni prese dal Comitato commerciale del Salone del Libro».

E poi prosegue:

«Non posso decidere chi entra e chi esce. E Polacchi si è giocato la possibilità di stare al Salone dopo le dichiarazioni rilasciate alla radio. Oltre al fatto che la casa editrice è legata a CasaPound, partito sulla cui legittimità ancora si discute».

Al di là delle polemiche, quest’edizione del Salone pare essere stato un successo e una conferma per la direzione attuale che reggerà la kermesse fino al 2021:

«Poi passerò la palla perché è giusto ci sia un ricambio. L’Italia, si sa, è un Paese gerontocratico, non vorrei lo diventasse pure questo evento. Mi auguro di lasciare un Salone ancora più forte».

Lagioia conclude così il suo intervento.

Da zona di spaccio a orto sociale: i “Pollici Verdi Scampia” vincono contro l’illegalità

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Da zona per spaccio e tossicodipendenti a orto sociale: l’associazione “Pollici Verdi Scampia” riabilita uno spazio verde di ben 22 mila metri e trionfa la voglia di lottare contro l’illegalità.

L’associazione “Pollici Verdi Scampia” ha sottratto a spacciatori e tossicodipendenti, un parco di 22 mila metri quadrati, chiuso tra quattro schiere di palazzoni a Scampia. Trasformato in un grande orto sociale con aiuole e aree destinate a bambini e anziani, circondato da murales colorati, è diventato un altro simbolo della voglia di riscatto e di voler allontanare un marchio infamante che tocca i cittadini onesti che con l’illegalità hanno ben poco a che fare.

Clotilde Sorrentino, una delle mamme fondatrici dell’Associazione sostiene, orgogliosa, che:

“È il riscatto di Scampia che ci toglie da dosso il marchio infamante legato al nome di Scampia per anni la piazza di spaccio più grande ‘d’Europa”.

E poi spiega:

“Ci abbiamo messo sette anni ma ora possiamo finalmente dire di aver restituito questo parco alle ottocento famiglie che, prima, non potevano neanche affacciarsi ai balconi e dove, al calare della sera, come accade in regime di coprifuoco, non ci si poteva accedere”.

Clotilde ricorda che:

“Quando abbiamo iniziato c’era che ci dava del pazzo chiedendoci di desistere ma noi non ci siamo fermati e armati di pale e rastrelli abbiamo cominciato a ripulire l’area. Col tempo alle pale ed ai rastrelli si sono aggiunti anche due trattori, seghe elettriche ed attrezzature professionali per la cura del verde. Ne abbiamo comprati due di trattori con i nostri risparmi e con collette porta a porta ed abbiamo fatto seguire ai nostri volontari i corsi per utilizzare le attrezzature. Tanti sacrifici premiai da quello che oggi è diventato il parco ‘Corto Maltese’ “.

Questa bella notizia si congiunge all’abbattimento della prima Vela, ordinata dal sindaco De Magistris. Una decisione non facile che ha suscitato molte polemiche ma alla fine, il giorno è arrivato e ne fa riferimento anche la mamma fondatrice di “Pollici Verdi Scampia”:

“Oggi una delle Vele verrà abbattuta. Scampia rinasce grazie alla maggiore attenzione delle istituzioni ma anche per lavoro di tante associazioni come la nostra fatta di tenaci persone che non sono fuggite e che oggi collaborano e fanno rete per il rilancio di Scampia”.

I “Pollici verdi” danno appuntamento a tutti domenica 19 maggio per la giornata di inaugurazione e ci sarà un concorso simbolico per l’aiuola più bella.

“Vi aspettiamo tutti cittadini ed istituzioni per suggellare insieme questa nostra vittoria. Per dire a tutti che ora questo è nostro parco. Il nostro riscatto”.

Vietato mangiare la carne di cani e gatti: la proposta di legge del M5S

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Vietato mangiare la carne di cani e gatti: in arrivo la proposta di legge alla Camera, targata M5S.

Il principio giuridico  secondo cui tutto ciò che non è espressamente vietato è permesso, sembra essere motivo di preoccupazione dei 5 stelle, in merito a ciò che mangiamo. Il deputato del M5S Carmelo Massimo Misiti,  della Commissione Giustizia della Camera, ha infatti avanzato una proposta di legge che stabilisce il divieto di macellazione e consumo delle carni di cane e di gatto.

Secondo il pentastellato, laureato in Medicina e ortopedico, esisterebbe in materia, un vuoto legislativo da colmare. Il regolamento per la vigilanza sanitaria delle carni stabilisce che:

“la macellazione è consentita solo nei pubblici macelli e, a riguardo, si riferisce solo ai bovini, bufalini, suini, ovini, caprini ed equini. Quindi si possono mangiare il manzo, il bufalo, la mucca, il toro, il maiale, il cinghiale, le capre, gli agnelli, le pecore e i cavalli. Il regolamento, tuttavia, non fa riferimento ai leporidi e, se dovessimo ritenere l’elenco ‘chiuso’, non sarebbe legale mangiare coniglio e, allo stesso modo, dovrebbe essere vietato mangiare galline e polli. Poiché ciò non è vero e comunemente acquistiamo pollo e coniglio in macelleria, dobbiamo ritenere che l’elenco si riferisce solo a determinate macellazioni”.

Ecco quanto scritto da Misiti nella relazione alla pdl.

Nel 2004, ricorda ancora il deputato, la Ue:

“ha vietato la commercializzazione e l’importazione di pellicce di cane e di gatto e di prodotti che le contengono. Ma anche in questo caso si tratta dell’uccisione solo per fini di abbigliamento e non per scopi di alimentazione”.

C’è poi l’articolo 544-bis del Codice penale, il quale stabilisce che:

“chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni”.

Quindi, la conclusione del deputato è che:

“non esistono norme che regolano le modalità di macellazione e di conservazione, ai fini della vendita, delle carni di cane e di gatto. Non sono previsti divieti, ma non esistono neanche norme che consentono il consumo di tali carni e, ai fini dell’alimentazione, si può vendere solo ciò che è espressamente consentito e regolamentato”.

Anche negli Stati Uniti d’America alcuni politici hanno posto la loro attenzione sullo stesso argomento. La proposta di legge italiana di conseguenza integra le disposizioni sul divieto di maltrattamento degli animali, introducendo un articolo aggiuntivo che vieta macellazione, detenzione, commercializzazione e consumo delle carni di cani e di gatti, punendo le violazioni con l’arresto da 4 mesi a 2 anni e con l’ammenda da 5.000 a 50.000 euro per ciascun animale.

Sempre nell’ambito dei maltrattamenti agli animali, il deputato M5S propone inoltre di rafforzare le norme sul divieto, già in vigore da anni in Italia, degli interventi chirurgici riguardanti il taglio della coda e il taglio delle orecchie:

“pratiche molto diffuse su molti cani di razza come pitbull, american staffordshire terrier e dobermann”.

Molti Paesi dell’Europa dell’Est, fanno arrivare nel nostro Paese, cuccioli con orecchie e code amputate, che tra l’altro:

“sono ammessi regolarmente in Italia con passaporto e vaccinazione antirabbica e nessuno può vietarne l’ingresso”.

Allo scopo di impedire questa attività, la legge proposta prevede sanzioni severe con la reclusione da 4 mesi a 2 anni e multe da 5.000 a 30.000 euro.

Mattarella atteso a Castellammare il 25 maggio

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è atteso a Castellammare il prossimo sabato 25 maggio alle ore 11 per il varo della nave “Trieste” della Marina militare in costruzione nello stabilimento della Fincantieri che costruisce navi dal 1783.

Alla cerimonia saranno presenti anche il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, il presidente della Regione Vincenzo De Luca e il sindaco di Castellammare di Stabia Gaetano Cimmino.

 

Fridays For Future: il 24 maggio si replica

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A due mesi dal grande successo del primo “Sciopero Mondiale per il Futuro”, il movimento Fridays For Future scende di nuovo in piazza venerdì il 24 maggio.

Il cambiamento climatico è un problema serio e di dimensioni globali, che richiede l’attenzione di tutti, a partire dalla nostra quotidianità. Passare dal ‘locale’ al ‘globale’ è, infatti, uno dei valori fondamentali del movimento studentesco Fridays For Future, nato in risposta al coraggioso attivismo di Greta Thunberg, adolescente svedese candidata al Nobel per la Pace. Con il suo carisma e la sua risolutezza, Greta ha ammonito i leader mondiali riuniti alla United Nations Climate Change Conference lo scorso dicembre, scatenando uno dei più grandi ed importanti movimenti globali degli ultimi anni, e scuotendo finalmente le coscienze dei più giovani, considerati irrimediabilmente pigri e passivi.

Il primo sciopero

La prima manifestazione internazionale di Fridays For Future è stata un successo. Come si legge nella nuova call to action, lo sciopero dello scorso 15 marzo ha coinvolto più di un milione e mezzo di giovani, in più di duemila città di 125 Paesi in tutto il mondo. In Italia si parla di quasi 400.000 partecipanti, che hanno sfilato al grido di “ci siamo rotti i polmoni” e “il clima sta cambiando, perché noi no?”. In questo scenario, Napoli non si è tirata indietro e migliaia tra giovani, adulti, ma anche rappresentanti dei movimenti ambientalisti, si sono uniti alla manifestazione partita da piazza Garibaldi (ve ne abbiamo parlato qui).

L’obiettivo della manifestazione

Non si può parlare di futuro senza pensare al presente. Come ha dichiarato la stessa Thunberg, non bisogna essere né ottimisti né pessimisti nei confronti del cambiamento climatico; piuttosto, è necessario essere realisti, ovvero “bisogna dire la verità, qual è la situazione e cosa dobbiamo fare per prevenire una catastrofe, dire le cose come stanno.” E, da questo punto di vista, la situazione è davvero critica.

Per questo motivo, il 24 maggio si scenderà nuovamente in piazza per sollevare le coscienze, sensibilizzare i cittadini, richiedere azioni puntuali e politiche più risolute da parte dei governi.

Il secondo “sciopero mondiale per il futuro” ha, infatti, un obiettivo ambizioso, questa volta: mobilitare non soltanto le scuole, ma fare appello anche a tutti i settori dell’economia. Si marcerà per chiedere alle classi dirigenti dei diversi paesi una riflessione concreta sull’emergenza climatica, e l’immediata applicazione di politiche ambientali che ne disinneschino i meccanismi, agendo sulle cause e arginando il drammatico problema del surriscaldamento. In altre parole, si manifesterà per chiedere all’Italia, all’Europa, al mondo intero e ai rispettivi leader una vera giustizia climatica, che possa garantire un futuro senza rischi ai 7 miliardi di esseri umani che popolano il pianeta Terra.

Lo sciopero a Napoli

All’interno del più vasto programma nazionale ( Fridays For Future Italia), anche Napoli si unirà alla protesta globale, grazie all’azione della sottosezione napoletana del movimento. Come riportato da Fridays For Future Napoli, sabato 11 maggio l’assemblea regionale si è riunita a Piazza San Domenico alle ore 15 per l’organizzazione dei dettagli del prossimo sciopero. L’appuntamento è alle ore 9 del 24 maggio a piazza Garibaldi, da dove partirà la marcia per il secondo sciopero globale.

L’evento è ancora in fase organizzativa, tuttavia è già pronto l’inno ambientalista per la marcia. Infatti,  per l’incontro con il Ministro Costa ad Afragola, sabato 11 maggio, gli studenti dei licei Giordano Bruno di Arzano e Pertini di Afragola hanno composto un creativo arrangiamento in napoletano sulle note della famosa melodia di “Bella Ciao”, dal titolo MO MO MO.

“’ngopp’ a ‘sta terra sule problem’, c’amma applicà, l’ama salvà, ‘e l’amma fa MO MO MO!

Si amma campà pure dimane, accumminciamme stesso MO!”.

L’inno sprona a risvegliarsi dal torpore, poiché per contrastare le conseguenze dell’inquinamento e per riappropriarci del nostro futuro è essenziale prendere in mano la situazione e cominciare a fare la differenza sin da ora (“c’amma scetà, c’ammà penzà”). Lo stesso video della canzone include immagini terrificanti, che fotografano un presente straziato dagli effetti dell’inquinamento da plastica, e non lasciano spazio a tentennamenti.

L’importanza del 24 maggio

Secondo le ultime ricerche scientifiche, il cambiamento climatico è un problema reale e le sue conseguenze sono estremamente allarmanti. Il rapporto di ottobre 2018 rilasciato dall’ Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), team di scienziati nominati dall’ONU, non lascia scampo: alla Terra restano solo 11 anni prima che il fenomeno del cambiamento climatico diventi irreversibile. È necessario mantenere l’aumento della temperatura media globale entro il limite massimo di 1.5°C, al fine di non superare il punto di non ritorno e di evitare il disastro. Una possibile soluzione sarebbe quella di dimezzare le emissioni di Co2 entro il 2030 e di azzerarle entro il 2050. Il tempo stringe ma, guardando all’Italia, il nostro Paese non ha firmato l’appello per azzerare le emissioni di gas serra entro il termine del 2050.

Per quest’anno abbiamo già esaurito le nostre scorte per l’intero 2019, il che significa che per i prossimi mesi produrremo sostanze inquinanti senza che gli ecosistemi siano in grado di assorbire le emissioni, ad esempio, di anidride carbonica. Insomma, sono anni che andiamo in riserva ben prima del previsto.

Nonostante le belle premesse e promesse dell’Accordo di Parigi, dopo quasi quattro anni la situazione globale non migliora, con alcune importanti figure che addirittura sembra che non accettino completamente le verità scientificamente dimostrate, rischiando di confondere, forse, gli effetti del cambiamento climatico con le condizioni del tempo atmosferico.

L’insieme di questi elementi rappresenta una pericolosissima minaccia per la biodiversità del nostro pianeta. Non c’è tempo da perdere, bisogna agire in fretta, prima che sia troppo tardi. Tuttavia, è inutile muoversi verso il futuro con le stesse politiche disastrose che ci hanno condotto in questo caos – denunciava Greta Thunberg al COP24 Katowice.

“ViviAmo la città”

In linea con i principi del movimento Fridays For Future, il tema dell’ambiente è stato già al centro dell’attenzione sabato scorso ad Afragola.

Davvero lodevole l’iniziativa degli studenti di otto istituti superiori del napoletano, che hanno preso parte ad un progetto di profonda riflessione in materia di salvaguardia dell’ambiente.

Sabato 11 maggio il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha partecipato al convegno «Plastic Free ed economia circolare: concretizzare nel quotidiano scelte capaci di futuro», tenutosi presso l’istituto Pertini di Afragola. Ad accompagnarlo, rappresentanti delle istituzioni locali, dirigenti scolastici e centinaia di studenti di otto istituti superiori di Frattamaggiore, Afragola, Arzano, Cardito e Grumo Nevano. I giovani studenti coinvolti nel progetto hanno proposto e siglato, insieme al Ministro Costa e ad una rappresentanza dei sindaci e delle amministrazioni comunali, il loro “Manifesto di Impegni”.

Il Manifesto di Impegni

Firmando il manifesto, i ragazzi si impegnano a favore della salvaguardia dell’ambiente nella vita quotidiana (e.g. contribuendo alla raccolta differenziata, non lasciando aperti i rubinetti dei bagni, evitando l’uso della plastica monouso, prediligendo materiali eco-friendly e biodegradabili, per citare alcuni esempi). Inoltre, chiedono alle autorità competenti una maggiore sensibilità al tema della sostenibilità ambientale, suggerendo loro, ad esempio, di favorire le energie rinnovabili, di ridurre drasticamente lo spreco nei sistemi di riscaldamento e di illuminazione, di promuovere la raccolta differenziata.

Si tratta di un’illuminata manifestazione di consapevolezza e un’assunzione di responsabilità. Il Manifesto degli Impegni è la chiara dimostrazione che è dalle nuove generazioni che bisogna ripartire per poter salvare il futuro del nostro pianeta, l’ “l’unico pianeta che conosciamo adatto alla vita”, come riconoscono i ragazzi nel Manifesto, affermando la loro “volontà di adottare comportamenti ecocompatibili per tutelare l’ambiente e per ridurre la nostra impronta ecologica”.

Anche il Ministro Costa, intervenuto ai nostri microfoni dopo il convegno di sabato mattina, pone l’accento sull’importanza di ricominciare dai giovani, affermando che l’educazione, come l’informazione, ambientale “significa costruire un mondo diverso, un mondo nuovo. Un mondo che abbandoni il vecchio sistema, e che finalmente guardi ad un sistema innovativo e solo loro, solo i ragazzi lo possono fare.” A questo proposito, sarà necessario istituire la Giornata dell’Educazione Ambientale, individuata nel 10 maggio, “perché si cominci – continua il Ministro – a fare un percorso serio nelle scuole così come serio è introdurre la formazione ambientale nel processo di formazione”.

Il futuro comincia ora. Da quella generazione che è pronta a scendere in piazza e per le strade per riprenderselo e per far sì che anche i governi capiscano che non è più tempo di procrastinare, ma di prendere consapevolezza e rispondere concretamente alle esigenze del pianeta contro la minaccia del cambiamento climatico.

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