lunedì, Agosto 4, 2025
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Il 19 settembre chi porta il nome del Patrono viaggia gratis

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Quest’anno l’attesa non riguarda solo il “Miracolo” di San Gennaro, ma anche una promozione messa a punto per tutti coloro che portano il nome del Santo Patrono.

Infatti per tutti i “Gennaro” ci sarà una promozione con “SNAV” che permetterà loro di viaggiare gratis, nel caso in cui verranno acquistati almeno due biglietti andata e ritorno da Napoli a Procida e da Napoli ad Ischia (o viceversa).

La cosiddetta “Operazione San Gennaro” sarà valida per tutta la giornata del 19 settembre.

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Napoli: donna minaccia di suicidarsi dal tetto di una cappella funeraria

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Di Martina Orecchio- Attimi di panico a Napoli, nel cimitero di Fuorigrotta,  dove una donna ha minacciato di lanciarsi dal tetto di una cappella.

L’insano gesto sarebbe dovuto ad alcuni ritardi riguardanti le operazioni di tumulazione del nipote della donna. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco e carabinieri che hanno convinto la donna a scendere dal tetto della cappella. Il cimitero è rimasto chiuso per circa un’ora.

Qualcosa però, sembra essersi smosso. Infatti i militari intervenuti sul posto hanno dichiarato che il trasferimento della salma del nipote della donna avverrà nei prossimi giorni.

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Vittime sul lavoro: la Regione Campania crea un fondo a sostegno dei figli

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di Maria D’Angelo – La Regione Campania ha creato un fondo a sostegno dei figli delle vittime sul lavoro che frequentano scuole, percorsi formativi e università.

L’avviso è stato pubblicato ieri sul sul BURC n. 54.

Possono beneficiare del contributo economico i figli legittimi, naturali, riconosciuti o riconoscibili, adottivi di genitori deceduti per incidenti mortali sul lavoro, anche in itinere. La misura e diretta ai giovani studenti fino a 28 anni (o fino a 35 se universitari).

Il contributo copre spese di iscrizione, rette di frequenza, acquisto libri di testo, servizi mensa e trasporto pubblico, acquisto di ausili scolastici per alunni diversamente abili.

Così l’Assessore regionale al Lavoro Sonia Palmeri: “Supportare le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul lavoro assicurando un sostegno economico per il proseguo degli studi dei figli è un atto di concreta vicinanza che, pur non attenuando il dramma della perdita di un caro, segnalano la grande attenzione della Regione Campania sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro che va affrontato nel suo complesso, con profonde modifiche alle norme in vigore. E se le statistiche ci consegnano una realtà in cui si registra uno stretto legame fra lavoro nero ed infortuni, noi abbiamo esteso il beneficio anche ai figli delle vittime sprovviste di copertura assicurativa obbligatoria.”

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I docenti del “Fonseca” di Napoli si improvvisano netturbini

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Numerose le segnalazioni, ma vane: la protesta dei prof netturbini del liceo Fonseca a Napoli.

Stamattina i docenti della sede succursale del liceo Pimentel Fonseca di Napoli sono stati costretti ad improvvisarsi netturbini. A testimoniarlo è un video in rete che riprende alcuni professori che puliscono e bonificano salita Ventaglieri a Napoli, dove si trova la scuola. Solo stamattina sono stati raccolti 5 grandi sacchi di spazzatura ed erbacce.

Come è tipico dei napoletani, nel video i docenti netturbini si fanno riconoscere anche per la loro ironia. Mandano infatti un ironico saluto al sindaco, ai dirigenti dell’Asia e a tutte le numerose segnalazioni per incentivare la pulizia della strada. Una pulizia però mai avvenuta.

Ciò però non fa arrendere i docenti, che alla fine del video protestano: «Noi non ci arrendiamo, però paghiamo!»

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Napoli: destinato ai poveri il cibo non consumato in crociera

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Ieri sera ben 60 volontari della mensa Papa Francesco di Pompei (NA) hanno ricevuto in dono le eccedenze alimentari della Costa Fascinosa.

La Costa Fascinosa ha attraccato a Napoli ieri sera e tornerà nel porto partenopeo ogni lunedì fino al 28 ottobre. Gli chef della nave ogni domenica sera raccoglieranno ciò che gli ospiti della nave non hanno consumato, per “trasformarlo” in cibo per i poveri.

Grazie ai circa 3800 ospiti che può trasportare la Costa Fascinosa, i volontari potranno servire almeno 200 pasti ai più bisognosi. Tra questi, almeno 50 saranno consegnati direttamente a casa di quelle famiglie che non hanno sempre le disponibilità economica per garantire un pranzo o una cena ai loro figli.

L’iniziativa nasce dal forte senso di solidarietà verso chi è più bisognoso. Nel concreto invece è stata resa possibile dalla collaborazione tra la Costa Crociere e la fondazione Banco Alimentare Onlus. La fondazione si occupa infatti di raccogliere cibo per poveri dalle eccedenze dei golosi buffet serviti sulle navi da crociera.

Le dichiarazioni di Costa, del Banco Alimentare e del Comune di Napoli sull’iniziativa

Durante una conferenza stampa a bordo della Fascinosa, il direttore sostenibilità e relazioni esterne di Costa, Stefano Lallai, ha dichiarato:

«Napoli diventa il decimo porto di un’esperienza che è arrivata anche oltre i confini italiani. Intercettiamo un valore, il cibo, che prima veniva sprecato. Consideriamo l’ospite a bordo un cittadino a cui chiediamo di mettere nel piatto solo quello che può mangiare. Quindi, tutto il cibo preparato ma non servito dagli ospiti va al banco alimentare».

Lallai poi continua il discorso, spiegando il lungimirante progetto di Costa:

«All’inizio del progetto nel 2017, a bordo delle navi Costa c’era uno spreco di circa 216 grammi a ospite. Oggi questo valore si è ridotto del 17%. Il nostro obiettivo è arrivare a ridurre gli sprechi del 50% entro il 2020. Il programma di donazioni delle eccedenze alimentari di Costa Crociere e Banco Alimentare riprenderà ad aprile 2020 con l’arrivo della Diadema a Napoli. Sempre ogni lunedì, fino a settembre 2020, per un totale di 26 scali».

Roberto Tuorto, direttore del Banco Alimentare Campania onlus, ha citato infatti cifre altissime di persone aiutate solo in Campania:

«In un anno recuperiamo oltre 7mila tonnellate di cibo per poveri, per un valore che supera i 15 milioni di euro. Tutto grazie anche alle 350 organizzazioni sul territorio campano e alle 136 amministrazioni comunali».

Il comune di Napoli è ancora una volta in prima linea: da due anni infatti sostiene anche economicamente il Banco Alimentare con un investimento di 450mila euro.

L’amministrazione si augura infatti che il progetto per il recupero delle eccedenze alimentari diventi presto un’ iniziativa della città. E in effetti, già da qualche tempo, i ragazzi della Comunità di Sant’Egidio di Napoli organizzano ogni settimana “giri”, tra il porto e la stazione, per portare il cibo ai poveri. La carità si fa in silenzio, è vero, eppure spesso bastano solo esempi del genere per far partire una catena di solidarietà.

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Nuovo Teatro Sanità, presentata la nuova stagione

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Il Nuovo Teatro Sanità presenta Millennials, la nuova stagione teatrale tra tradizione e innovazione incentrata sui giovani, sui loro sogni e le loro inquietudini.

Si apre la stagione del Nuovo Teatro Sanità. L’opificio del quartiere Stella presenta un programma tra tradizione e innovazione. Generazioni e culture diverse si incontreranno nell’abbraccio del teatro. Millennials è il titolo della nuova stagione. Esso descrive l’arco generazionale della maggior parte dei giovani presenti nel collettivo artistico ntS’. Proietta anche un messaggio critico sul teatro contemporaneo, che spesso non fa emergere i giovani. Per sostenere i giovani, il Nuovo Teatro Sanità svolge l’unico laboratorio di drammaturgia riconosciuto dal MiBAC. Il percorso formativo è condotto da Mario Gelardi e da docenti italiani, come Manlio Santanelli e Tino Caspanello, e internazionali, come Philipp Löhle e Josep Maria Miró.

«La formazione dei giovani artisti – spiega il direttore artistico Mario Gelardi – è stata sempre uno degli obiettivi fondamentali del Nuovo Teatro Sanità. Il teatro nasce con l’intento di creare una collaborazione osmotica tra giovani professionisti e giovani del quartiere. Molti dei nostri giovani hanno proseguito gli studi in accademie importanti. La possibilità di misurarsi costantemente col palcoscenico ha reso il loro percorso più veloce. Quello che abbiamo cercato di fare è stato creare occasioni per un confronto costante con l’esterno. Prima fuori dal quartiere, poi con il resto d’Italia e da qualche anno lavoriamo anche su un orizzonte internazionale».

Ad ispirare il titolo della settima stagione è stato soprattutto il progetto Post Millennials Theatre. Promosso da ntS’ in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno. Si partirà da una ricerca sulla generazione dei post-millennials. Al centro di questo lavoro le loro inquietudini, i loro sogni e il loro rapporto con la tecnologia. I risultati scientifici diventeranno materiale per la realizzazione di uno spettacolo (29, 30 e 31 maggio).

PROGRAMMA

La stagione 2019-2020 vedrà in scena gli spettacoli del progetto BETSUD-Beyondthesud. Il Nuovo Teatro Sanità collaborerà con realtà teatrali del sud Italia e con i partner internazionali Panorama Sur (Buenos Aires), Centro Cultural San Martin (Buenos Aires), Complexo Duplo e Complexo Sul (Rio de Janeiro). Ci saranno due debutti. Una storia d’impossibilità del napoletano Fabio Pisano, per la regia dell’argentina Agostina Luz Lopez (4 ottobre). E la Nave va del drammaturgo brasiliano Diogo Liberano, per la regia del catanese Carmelo Alù (5 ottobre).

All’interno della rassegna Dramma Lab, alcuni allievi dello scorso anno avranno la possibilità di mettere in scena le loro creazioni. Il format Tur de vasc, ideato e diretto da Carlo Geltrude, riprenderà in un’originale versione dedicata ad Anton Čechov (28 e 29 settembre). Poi Mine – Conferenza stanca sul melodramma amoroso di e con Michele Brasilio e Marina Cioppa (29 febbraio e 1 marzo). Si prosegue con Senza sangue, scritto e diretto da Diego Maht (7 e 8 marzo). Ultimo testo in scena sarà La vacca di Elvira Buonocore, diretto da Gennaro Maresca (27, 28 e 29 marzo).

Parallelamente a questi progetti, la settima stagione si propone come osservatorio sulla produzione teatrale indipendente nazionale. Al rapporto intergenerazionale è dedicato anche Tebas Land dell’uruguaiano Sergio Blanco, diretto da Angelo Savelli. L’opera vede a confronto un giovane parricida e il drammaturgo che vorrebbe portare in scena la storia del ragazzo (1, 2 e 3 novembre). Mario Gelardi metterà in scena per la prima volta Quattro uomini chiusi in una stanza, in cui quattro poliziotti si accordano per restituire in tribunale una verità unica e credibile. Sullo sfondo le storie di Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi (17, 18, 19 e 20 ottobre). E ancora, La rosa del mio giardino di Claudio Finelli racconta la vicenda della relazione che legò Salvador Dalì a Federico García Lorca (15, 16, 17 maggio).

Il Nuovo Teatro Sanità prosegue nel suo ruolo di osservatorio sulle produzioni under 35. Nel cartellone il lavoro di Emanuele Aldrovandi, La donna più grassa del mondo, che riflette su un modo alternativo per raggiungere la felicità che non condanni all’autodistruzione (1 e 2 febbraio). Si dà spazio anche a due produzioni del gruppo Le scimmie, nato dal lavoro indipendente degli under 30 della compagnia ntS’. Sound sbagliato, scritto e diretto da Alessandro Palladino, finalista al Premio Scenario (22, 23 e 24 novembre). La testa sott’acqua dell’autrice catalana Helena Tornero, diretto da Riccardo Ciccarelli (20, 21 e 22 dicembre). Spazio anche al gruppo #GiovaniO’Nest che propongono, dopo il debutto di Teduccio on the road, il progetto di teatro in auto Sanità on the road (21 e 22 marzo).

Nel cartellone teatrale 2019-20 non mancheranno grandi classici del teatro contemporaneo. Le sedie di Eugène Ionesco, diretto da Giles Smith e interpretato da Caterina Casini e Fabio Mangolini (9 e 10 novembre). Primo amore e Atto senza parole 1-2 di Samuel Beckett, diretto da Costantino Raimondi, insieme a Sergio Longobardi (29, 30 novembre e 1 dicembre).

La settima stagione vede impegnato il Nuovo Teatro Sanità in due collaborazioni. Con la Fondazione Donnaregina, che produce e ospita presso il Museo Madre lo spettacolo 629 – Uomini in gabbia (27 ottobre). Con il Teatro Stabile di Napoli, che coproduce insieme al Nuovo Teatro Sanità, La peste al Rione Sanità, trasposizione del romanzo di Albert Camus (dal 21 al 26 aprile).

Per il programma completo consulta il sito del Nuovo Teatro Sanità.

ABBONAMENTI

Quest’anno il Nuovo Teatro Sanità ha pensato a due tipi di abbonamento per il suo pubblico. L’abbonamento 35, riservato esclusivamente agli spettatori under 35, che propone sei spettacoli al costo di 35 euro. L’abbonamento 70, che al costo di 70 euro consente la partecipazione a 8 spettacoli a scelta tra i 13 selezionati dal collettivo artistico ntS’, a cui si aggiunge un titolo di nuova drammaturgia spagnola, La testa sott’acqua di Helena Tornero.

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Violenza sulle donne: rapporto annuale e software per raccolta dati

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Presentato oggi a Napoli il nuovo software per la raccolta istantanea dei dati sul fenomeno della violenza sulle donne. 1258 i casi di violenza in Campania.

Comincia la sua attività oggi il nuovo software per la raccolta dati in tempo reale sul fenomeno della violenza di genere, promosso dall’Osservatorio sul Fenomeno della Violenza sulle Donne della regione Campania.

Si è svolta questa mattina, infatti, la presentazione del nuovo strumento, elaborato dall’Osservatorio campano in collaborazione con il Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Salerno e l’U.D. Sistemi Informativi del Consiglio Regionale della Campania. Iniziato alle 10:30, l’incontro si è tenuto presso l’Aula Siani del Consiglio Regionale della Campania, al Centro Direzionale di Napoli, isola F13.

In occasione di questa iniziativa, sono stati presentati anche i dati del rapporto annuale sulle attività dell’Osservatorio e, in particolare, quelli sul fenomeno della violenza di genere raccolti dai servizi anti-violenza e sanitari della Regione Campania.

I relatori

Diverse le figure di spicco coinvolte ed intervenute questa mattina, tra le quali Monica Sebillo, docente del Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Salerno. Tra i relatori anche la presidente dell’Osservatorio, Rosaria Bruno, insieme ad alcuni membri, quali Maria Argenzo, Gaetana Castellaccio, Clementina Ianniello e Marianna Pignata. Coinvolti anche il direttore generale per la Tutela della salute e per il Coordinamento del Sistema Sanitario regionale, Antonio Postiglione, l’assessore regionale alle Pari Opportunità e Formazione, Chiara Marciani, e la presidente della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Femminicidio e sulla Violenza di Genere, Valeria Valente.

A concludere l’incontro, l’intervento di Rosa D’Amelio, presidente del Consiglio Regionale della Campania, la quale ha definito la violenza sulle donne come una vera e propria “piaga sociale”. “L’unica via per sconfiggere questo dramma è un profondo cambiamento culturale nel nostro Paese nell’ottica del rispetto e della valorizzazione della donna e di un rapporto sano ed equilibrato tra uomo e donna, che deriva anche e soprattutto da un forte investimento sul lavoro e sull’indipendenza economica delle donne” – queste le parole della D’Amelio.

I numeri

I dati che emergono dal rapporto annuale dell’Osservatorio sul Fenomeno della Violenza sulle Donne sono piuttosto allarmanti e confermano la gravità del fenomeno in Campania. Nel 2018 sono stati 1258 i casi di donne che si sono rivolte agli sportelli anti-violenza attivi sul territorio campano.

Al primo posto per richieste di aiuto pervenute, troviamo la provincia di Napoli, con 703 casi. A seguire, malgrado un distacco significativo, la provincia di Salerno, con 248 richieste. Di quale tipo di violenze parliamo? Gli abusi segnalati sono di varia natura; tuttavia, la violenza più frequente è quella psicologica (24%), seguita a ruota da quella fisica (23%).

In particolare, il 30,2% delle richieste è avanzato da donne di età compresa tra i 40 e i 49 anni, mentre nettamente inferiori sono le percentuali che interessano le donne tra i 50 e i 59 anni (16,3%). Picco di violenze, poi, per le donne coniugate, che rappresentano il 40,5% del totale. Per quanto riguarda il quadro socio-economico delle donne che hanno subito violenze, nel 35% dei casi le donne sono in possesso soltanto del diploma di scuola secondaria di primo grado, mentre il 30,7% è addirittura in stato di disoccupazione. Di conseguenza, molte delle donne che denunciano violenze risultano essere totalmente dipendenti dal coniuge. Davvero preoccupante, se si aggiunge che nel 39% dei casi l’autore della violenza è proprio il marito, il quale svolge prevalentemente il lavoro di operaio (36%).

La violenza di genere

Per Valeria Valente “non basta inasprire le pene, occorrono prevenzione e protezione, ad esempio con misure come l’arresto, anche quando la violenza non avviene in flagranza.” È necessario, perciò, dotarsi di strumenti di rilevazione molto più veloci e dinamici, come ha fatto notare Rosaria Bruno, la quale ha aggiunto: “Il fenomeno della violenza sulle donne potrà essere misurato con una maggiore accuratezza da un sistema di rilevazione che sappia integrare i dati diversificati per provenienza da fonti informative valide in modo da poter essere valido strumento per orientare il decisore politico in questo delicato settore”.

Riconoscendo l’importanza prioritaria di misure volte ad arginare questo fenomeno dilagante, l’assessore Marciani e la presidente D’Amelio hanno evidenziato l’impegno a supporto dei centri preposti all’assistenza delle donne, “affinché possano essere destinate maggiori risorse ai centri anti violenza e alle case rifugio al fine di rendere stabili queste organizzazioni che sono indispensabili per far fronte ad un fenomeno che non sembra affatto regredire”.

Napoli Horror Festival: una prima edizione tra luci ed ombre

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Durante lo scorso weekend presso l’ex base Nato ha avuto luogo la prima edizione del Napoli Horror Festival. Ideato e diretto da Beatrice Baino, questo festival carico di aspettative ha avuto il pregio di portare per la prima volta a Napoli e nel sud Italia una simile iniziativa.

Visitando il festival durante tutti e tre i giorni della sua durata, è stato possibile divertirsi e godere dei tanti elementi e delle numerose ispirazioni positive, accompagnati tuttavia dall’impressione di qualche ombra d’incertezza che siamo certi verrà dissipata nelle prossime edizioni del Napoli Horror Festival, il cui futuro è indubbiamente quello di crescere e migliorare di anno in anno.

Oscurità, mia vecchia amica

Il Festival ha dato il meglio di sé dopo il calar del sole. L’ambientazione, quasi esclusivamente all’aperto, guadagnava con il buio un’atmosfera decisamente più consona al tema orrorifico che voleva celebrare, atmosfera che, con la luce diurna, si perdeva un po’.

Appena entrati nell’area dell’Ex-Nato dedicata al festival, dopo aver superato una struttura gonfiabile illuminata da luci rosso sangue, ci si ritrovava a passare sotto il mantello d’un manichino di dimensioni gargantuesche impersonante la morte – una delle decorazioni che con il favore della notte si trasformava in una delle decorazioni più belle del festival.

Il buio e l’oscurità fanno parte della cultura dell’horror in ogni epoca e declinazione e per questo forse aprire le porte del festival solo durante la notte avrebbe aiutato a mantenere un po’ più alta la tensione che durante il giorno tendeva a rimanere bassa; per le prossime edizioni probabilmente scegliere una struttura che abbia molti più spazi chiusi aiuterebbe a creare quell’atmosfera inquietante che in questo primo evento è dipesa per forza di cose dagli orari ovviamente incontrollabili del tramonto.

Trampolieri, zombie e mangiafuoco

Di tanto in tanto, durante le ore di attività del festival, era possibile imbattersi in alcuni spettacoli itineranti: particolarmente belli e degni di nota sono stati senza dubbio i trampolieri armati di lancia che si aggiravano tra i passanti. Truccati di bianco e di nero ed in costumi abbastanza spaventosi, gli artisti de “La Baracca dei Buffoni” sono stati uno dei punti di forza dell’evento, al punto da far desiderare che la loro performance non si esaurisse e che continuasse ininterrottamente per tutta la durata del festival.

Durante le proiezioni dei film questi abili trampolieri sono stati anche affiancati da alcune comparse in costume – piccole fanciulle travestite da Samara, Zombie affamati e pagliacci assassini di chiara matrice Kinghiana – che, fissando gli spettatori, toccando le loro spalle e ridendo loro intorno hanno finalmente strappato qualche urlo di paura, probabilmente tra i più sinceri di tutto il festival. Anche in questo caso, probabilmente il l’evento sarebbe risultato più pauroso e carico d’atmosfera se queste bellissime comparse fossero state presenti per tutta la sua durata e non solo occasionalmente.

Sempre riguardo gli spettacoli di strada,  particolarmente suggestivo è stato lo spettacolo del fire performer Nulleamai che, tra un incitamento a non avere paura ed un altro a seguire i propri sogni, eseguiva il proprio spettacolo maneggiando oggetti infuocati, divorando fiamme e suscitando cori di ammirato stupore tra la folla. Lo spettacolo di Nulleamai si è ripetuto più volte durante tutti i giorni del festival.

La rivincita dei paurosi?

Durante la presentazione dell’evento è stato detto che questo festival sarebbe stato la “rivincita dei paurosi“: in effetti lo è stato, perché anche chi non era particolarmente avvezzo al genere horror riusciva senza troppi indugi a seguire le attività ed i film del festival – fatta eccezione per “L’esorcista”, classico che nonostante gli anni rimane particolarmente inquietante.

Il festival, pur celebrando l’horror, ha mantenuto toni molto soft e gentili, sia nella scelta dei film (spesso più comici che spaventosi) da proiettare che delle attività comprese nel biglietto.

Menzione d’onore, per quanto riguarda il cinema, al corto di Francesco Prisco ed interpretato da Massimo Gallo, “Wash me“, presentato in anteprima al Napoli Horror Festival. Il corto è stato definito dalla presentatrice dell’evento un “gioiellino”, ed effettivamente è davvero così – nonostante non sia stato particolarmente pauroso, portava avanti un’idea d’orrore sottile ed inquietante che ha molto a che fare con gli episodi di “Ai confini della realtà“. Paurosi o meno che siate, vi raccomandiamo senza dubbio di vederlo e di vedere tutti gli “episodi” che seguiranno a questa produzione.

Jumpscare tunnel all’italiana

L’idea di un Jumpscare tunnel che sfruttasse la struttura dell’ex-Nato, attraversando appunto un tunnel abbandonato della base militare, era particolarmente affascinante ed avrebbe potuto fare davvero paura. Così lasciavano presupporre le scritte poste accanto all’ingresso del festival e del tunnel stesso – vietato alle donne incinte, ai minori di dieci anni ed ai deboli di cuore – ma, anche in questo caso, l’atmosfera scelta è stata davvero molto soft.

La dovuta premessa è che era divertente attraversare il tunnel, ma, durante il breve percorso, più che ad urlare di terrore si tendeva a ridere. Numerose comparse hanno reso spassoso il cammino (complimenti in particolare alla ragazza-fantasma che gridava a tutti di star lontani dal suo tappeto, che, nell’oscurità, i passanti tendevano a calpestare), ma tra americani che invitavano a stipulare un mutuo e assicuratori che parlavano di classici dell’orrore si è scelto decisamente di assecondare la risata invece che il terrore. 

Un tunnel d’ambientazione americana senza un vero e proprio filo conduttore gestito però all’italiana – divertente e buio, anche curato, ma non pauroso. Ad ogni modo, un esperimento migliorabile ma comunque ben riuscito ed una delle attività più gradevoli e godibili del festival.

Napoli horror festival? Ad maiora!

Ci sono state tante altre attività durante il festival – presentazioni, dibattiti e premiazioni, un concorso tra cosplayers dove ha trionfato una convincentissima bambina vestita da bambola assassina – e molte di queste si sono rivelate piacevoli. Purtroppo durante tutto l’evento ci sono stati alcuni ritardi – come l’apertura stessa del festival, avvenuta dopo quarantacinque minuti rispetto l’orario previsto – e questo ha portato a momenti d’attesa imprevista.

Ma questa è solo la prima edizione di questo evento: nel corso dei prossimi anni è indubbio che l’evento diventerà sempre più grande e ricco e meglio articolato. Non resta dunque che aspettare la prossima edizione, alla quale parteciperemo per spaventarci ancora di più, per vivere in un’atmosfera più gotica e spaventosa tra stand, comparse e spettacoli ancora più numerosi; e, naturalmente, per divertirci.

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Paestum: torna il Festival Internazionale della Mongolfiera

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Torna il Festival Internazionale della Mongolfiera nella suggestiva area archeologica dei templi di Paestum.

Dal 28 Settembre al 06 ottobre 2019 si terrà l’11esima edizione del Festival Internazionale della Mongolfiera di Paestum. Si tratta del più grande evento aerostatico del Sud Europa e vedrà coinvolte oltre 30 mongolfiere provenienti da tutta Europa.

Ad organizzare la grande festa, anche quest’anno, sarà l’associazione Vivere Paestum, che darà ancora una volta la possibilità di effettuare dei voli in mongolfiera a pagamento.

Le tipologie di volo sono due:

  • Volo libero: è il più scenografico ed emozionante. Partirà dall’aerea archeologica e i più temerari avranno la possibilità di volare semplicemente trasportati dal cento e dalle correnti. Tale esperienza durerà tra i 30 e i 50 minuti e l’atterraggio sarà in completa sicurezza in un punto pianeggiante individuato durante l’escursione aerea. Il costo del volo è un contributo per lo svolgimento della manifestazione.
  • Volo vincolato: un’area dedicata a questa tipologia di volo si troverà all’interno del villaggio del Baloon Festival. Stavolta le mongolfiere saranno ancorate a terra in tutta sicurezza con apposite funi e si alzeranno di circa 20/25 metri. Il costo di tale volo è di 15 € per gli adulti e 10 € per i bambini e l’acquisto si potrà effettuare direttamente in area.

Insomma, in un modo o nell’altro, lo spettacolo della visione dei templi di Paestum dall’alto è comunque assicurato!

Il solo accesso al villaggio del Festival Internazionale della Mongolfiera ha invece un costo di 2 € e saranno allestite numerose aree ristoro e aree gioco per bambini. Per maggiori informazioni e per poter consultare anche il programma dettagliato del Festival Internazionale della Mongolfiera clicca qui!

Insomma dal 26 settembre al 6 ottobre, escluso martedì 1 che sarà il giorno di riposo, Paestum e tutti i piloti di mongolfiere ci aspettano per farci volare con loro! Anche se in mongolfiera non si vola semplicemente, ma si viaggia!

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Incendio a Pozzuoli. Il motivo? I Fuochi d’artificio

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Un grosso incendio ha distrutto tantissima vegetazione e arbusti sul Monte Barbaro, a Pozzuoli (Napoli) nella tarda serata del 14 settembre.

È stato necessario l’intervento di un elicottero della Regione e dei vigili del fuoco di Napoli e Pozzuoli per domare le fiamme sulle colline intorno alla città.

Sarebbero alcuni petardi la causa dell’incendio scoppiato nella notte di ieri sera sul terreno collinare intorno a Pozzuoli. Una ristoratrice del posto aveva, infatti, organizzato uno spettacolo di fuochi pirotecnici per gli ospiti del suo locale. Qualche petardo sfuggito al controllo ha, però, raggiunto la vegetazione del territorio circostante e ha fatto nascere un rogo che ha distrutto 2 ettari di terreno. La donna dovrà rispondere di incendio colposo e di accensioni ed esplosioni pericolose.

La replica all’episodio del consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli non si è fatta attendere.

“L’intero territorio della Città metropolitana di Napoli è interessato da continui spettacoli pirotecnici, anche in aree densamente abitate” denuncia il consigliere. I danni alle abitazioni causati dai continui scoppi di petardi, secondo Borrelli, sono numerose. Per questo motivo il consigliere chiede ai vari comuni un intervento serio che riesca a bloccare o, quantomeno, contenere il fenomeno.

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