sabato, Dicembre 20, 2025
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#IoRestoACasaMaLaMusicaVa | Live dal balcone anche il duo electro-pop Kamaak

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In questi giorni in tutto il BelPaese, le persone stanno esorcizzando la paura da Covid-19 e lo stress da quarentena in casa improvvisando canti e applausi da balconi: a queste iniziative si aggiungono quelle di professionisti del settore come i  Kamaak.

Il duo electro-pop Kamaak in seguito alle nuove disposizioni per il contenimento e il contrasto del diffondersi del Coronavirus sull’intero territorio nazionale e al conseguente annullamento dei concerti, si esibirà oggi,  domenica 15 Marzo alle ore 17:30, in una performance live sul proprio balcone di casa in linea con il movimento #iorestoacasa.

Il balcone rappresenterà il loro palcoscenico. Il concerto, però, non solo sarà visibile e dai balconi o finestre circostanti, ma anche in streaming sulla loro pagina ufficiale (questo il  link) e sull’eventi Fb (qui)

Kaamak live dal balcone

Per evitare qualsiasi forma di aggregazione, il parco e il web si trasformeranno così in un grande anfiteatro.

#iorestoacasamalamusicava è un idea abbracciata da vari artisti affinché le città, i paesi e le vie non si spengano del tutto in questo periodo di difficoltà.

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Napoli, muore bimba affetta da leucemia, si attende esito tampone Covid-19

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All’ospedale Santobono di Napoli è morta una bambina di 8 anni. La piccola era ricoverata per leucemia ed era in attesa del tampone per verificare il contagio da Coronavirus. Purtroppo le condizioni della piccola lasciavano poche speranze di vita. Era affetta da leucemia e le ultime analisi mostravano già un quadro clinico compromesso. Si attende la conferma da parte dei medici della causa che ha portato al decesso la piccola di 8 anni.

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Coronavirus: sala a 9 il numero di vittime in Campania

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Sale a nove il numero di decessi da Coronavirus in Campania. L’ultima vittima è un un 73enne di Mirabella Eclano, in provincia di Avellino. Si tratta del primo morto in Irpinia.

Arrivato venerdì sera al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino, l’uomo era in isolamento nel reparto dell’Unità Operativa di Medicina Interna. Da subito, le su condizioni erano apparse critiche: il 73enne era infatti affetto da diabete, problemi cardiaci e broncopolmonite.  Il decesso è avvenuto poche ore dopo l’accertamento del contagio.

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#RestoACasaSu || Nicola, infermiere campano a Bergamo, in prima linea contro il Coronavirus

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Per la nostra rubrica #RestoACasaSu, dedicata a tutti quelli che malgrado l’emergenza Coronavirus non sono tornati al Sud, abbiamo chiesto a un giovane infermiere campano a Bergamo di raccontarci la sua storia.

Cosa vuol dire essere lontani da casa e lavorare in una Lombardia afflitta dal Coronavirus? La storia di un giovane infermiere

Lasciare la propria terra e i propri cari per inseguire un’opportunità è un denominatore comune a molti coloro che lasciano la Campania. Se poi a questo aggiungiamo il fatto di trovarsi svariate centinaia di chilometri lontano da casa a dover fare i conti con una delle più grandi crisi sanitarie del nostro paese solo pochi mesi dopo esserti trasferito è proprio un destino (o, se preferite, una gran bella sfiga!).

Nicola, dopo aver conseguito la laurea in Scienze Infermieristiche, ha fatto i bagagli ed è partito in quel di Bergamo insieme alla fidanzata e altri due colleghi.

Fin qui, nulla di particolare: sembrerebbe una delle tante storie di giovani infermieri Campani che vanno ad infoltire il tessuto sanitario del Nord, avido di figure professionali come la sua. Eppure, pochi mesi dopo aver iniziato la propria vita professionale qualcosa sconvolge la normalità: l’emergenza del Coronavirus. 

A farne le spese maggiori inizialmente è proprio la regione Lombardia. Vivere lontani dalla propria famiglia per lavoro è comune a molti. Farlo e doversi ritrovare a fronteggiare, di punto in bianco, una emergenza del genere è qualcosa al di fuori dall’ordinario.

Appassionato di videogiochi e tifosissimo del Napoli, Nicola ogni mattina si reca a lavoro con lo scaldacollo con i colori e il logo della sua squadra anche per le vie di Bergamo, a voler ribadire la sua appartenenza alla città partenopea.

Cosa ha comportato per te trasferirti e come ti trovi a Bergamo?

Inizialmente è stato un po’ un colpo, ma ho avuto la fortuna di non andare da solo. Qui ci sono anche tanti meridionali con cui ho avuto la possibilità di stringere amicizia. A Bergamo si vive bene anche se le usanze sono un po’ diverse; peccato per il freddo.

Hai visto in prima persona lo svilupparsi dell’epidemia in atto, hai visto i supermercati svaligiati e hai visto le frontiere della Lombardia chiudersi. Come vivi tutto questo lontano dai tuoi?

Sembra di vivere in un clima surreale, considerando che anche io ho dovuto fare qualche scorta per poi non scendere più di casa. Posso dire che è una situazione strana sapere che tutti i tuoi affetti sono a casa; in quel periodo [primi casi di Covid-19 in Lombardia, n.d.r.] l’allarme non era alto come adesso, e visto il caos scoppiato anche al Sud è veramente difficile vivere in questa atmosfera.

Sei preoccupato? Hai mai pensato di tornare?

Sinceramente non ho mai pensato di tornare semplicemente per motivi precauzionali: un mio ritorno poteva essere fonte di contagio, quindi non ho mai pensato di tornare nonostante mi manchino tutti molto.

Cosa ti senti di direi alla tua famiglia in un momento cosi?

Di rimanere a casa il più a lungo possibile per evitare di contrarre il Covid-19 e tornare ad uscire di nuovo solo quando la situazione si sarà del tutto calmata e il virus sconfitto.

 Cosa pensi del divario delle strutture sanitarie tra Nord e Sud?

Durante questa emergenza sembra che la differenza sia andata man mano schiacciandosi e diminuendosi. Quindi non percepisco molto il divario tra Nord e Sud, sinceramente.

Cosa vuol dire per te essere un infermiere e sapere di star contribuendo a combattere il SARS-CoV-2?

Stare in prima linea non è semplice. Le persone adesso hanno capito che gli infermieri sono importanti: tant’è vero che sul reparto sono stati inviati un giorno la pizza, un giorno i cornetti a testimoniare il fatto che solo adesso le gente si rende conto che siamo un elemento fondamentale. Per quanto riguarda il virus, mi fa piacere combatterlo, ma lo stress per farlo ha raggiunto picchi inimmaginabili!

Perché è importante questa testimonianza

La testimonianza di Nicola ci insegna a dover sempre farsi trovare pronti di fronte alle condizioni che cambiano, malgrado le difficoltà, le ansie, le paure e la lontananza da casa. Ci insegna che alle volte la vita prende pieghe del tutto inaspettate e ci pone davanti a nuove sfide che siamo chiamati ad affrontare. E lui la sua sfida la sta affrontando con estrema professionalità e coraggio. Grazie al suo incessante contributo, al suo mettersi in gioco e in prima linea  Nicola, cosi come tutto il personale sanitario, è uno degli eroi innominati e silenziosi del nostro paese.

Cogliamo l’occasione per ringraziare e fare i migliori auguri a Nicola e a tutti gli infermieri, medici e personale sanitario in Italia che in casi di emergenza come questa e non solo, coraggiosamente si fanno sempre trovare pronti ed in prima linea per aiutare il prossimo, esponendosi anche a numerosi rischi.

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Se vuoi raccontare anche tu la tua storia di meridionale fuori sede lontano dagli affetti in piena emergenza da Covid-19, scrivi una mail con oggetto #RestoACasaSu a labussola2019@gmail.com oppure contattaci su La Bussola TV

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Anche San Gennaro in mascherina ai tempi del Coronavirus

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Di questi tempi, anche San Gennaro indossa la mascherina. Il nuovo murale, in cui il Patrono benedice la città, è apparso a Napoli, in Vico Belledonne.

In un momento in cui l’intera nazione è in lockdown, la napoletanità emerge soprattutto nel quotidiano. Anche la street art partenopea si adegua e diventa espressione di una Napoli da Coronavirus. E così San Gennaro, il famoso Santo Patrono di Napoli, viene ritratto in un nuovo murale, apparso in Vico Belledonne, mentre lancia la sua benedizione indossando una mascherina contro il Coronavirus (in foto).

San Gennaro e la fede ai tempi del Coronavirus

Come uno tsunami, l’epidemia di Covid-19 – da pochi giorni dichiarata pandemia dall’OMS – ha scombussolato le vite di milioni di persone. Eppure, l’originalità dei partenopei emerge anche – o forse soprattutto? – tra le difficoltà. E così, a Napoli nemmeno San Gennaro rinuncia alla mascherina, entrata ormai a far parte della quotidianità del suo popolo.

Il murale, firmato //Flase, è apparso al Vico Belledonne (quartiere Chiaia). L’opera ritrae San Gennaro, rigorosamente munito di mascherina, nell’atto di dare la benedizione alla sua città. In poche parole, una traduzione in immagini del classico: “San Gennà, pienzace tu”.

Dunque, non una semplice espressione artistica, simbolo di uno dei momenti storici forse più complessi della storia contemporanea; piuttosto, un vero e proprio segno di fiducia. O meglio, di completo affidamento al Santo Patrono, che già diverse volte nella storia ha protetto il suo popolo dalle minacce esterne e dal Vesuvio, e nel quale i napoletani hanno sempre riposto – e continuano a riporre – la loro immensa fede. Fede, quella dei partenopei, che si era già manifestata attraverso l’esposizione straordinaria del Crocifisso dei Miracoli.

L’immagine che ritrae San Gennaro riesce a strappare un sorriso a chi, per necessità, circola in zona. E poi, chissà che questo nuovo murale non possa servire anche come ulteriore monito per ricordare ai napoletani l’importanza della mascherina e del rispetto delle norme per combattere la diffusione del virus!

Insomma, anche nei momenti difficili i napoletani non perdono l’occasione di esprimere, con quell’originalità che da sempre li contraddistingue, quel modo tutto partenopeo di affrontare la vita, le difficoltà, le emergenze.

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Mascherine fai da te: funzionano davvero?

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I tutorial spopolano in tv e sul web, ma possono le mascherine fai da te essere una soluzione utile?

In questi giorni, mascherine e disinfettanti sembrano essere introvabili. Ma in tempi di necessità, l’ingegno si aguzza ed ecco che su Internet e in tv cominciano a comparire tutorial per creare mascherine con carta da forno o, addirittura, con coppe di vecchi reggiseni. Ma quale sicurezza possono offrirci questi stratagemmi fai da te?

Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, queste soluzioni innovative sono, in realtà, del tutto inutili. Anzi, il virologo afferma che l’adozione di questi rimedi potrebbe addirittura rivelarsi pericolosa per la nostra salute.

Come fare, allora, se le mascherine non si trovano?

C’è da dire che molti comuni in Campania, come nel resto dell’Italia, si sono messi a disposizione per distribuire gratuitamente mascherine, soprattutto per le categorie più a rischio. Qualora nel proprio comune non si riuscisse a trovarne, è bene ricordare che esse non rappresentano una soluzione necessaria per non essere contagiati. Sebbene possano aiutare, non è obbligatorio indossare mascherine: l’unica soluzione davvero efficace è, infatti, mantenere le dovute distanze di sicurezza e, semmai, aumentarle.

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“Regalo piante per le vostre case”, il gesto del fiorista colora la quarantena

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Un fiorista di Meta di Sorrento ha regalato 350 piante ai cittadini per rendere l’isolamento più piacevole.

In questi tempi di coronavirus non sono rari i grandi e piccoli gesti di umanità che gli italiani stanno dimostrando nei confronti dei loro connazionali. Lucio Savarese è un fiorista con 19 anni di esperienza, titolare del negozio “Il Fiore“; come buona parte delle attività commerciali il suo negozio ha temporaneamente interrotto l’esercizio, in accordo con l’ultimo dpcm. Tuttavia questo non ha impedito a Savarese di regalare piante ai suoi concittadini, per una quarantena più colorata e più piacevole. Il fiorista ha infatti lasciato 350 piante fiorite fuori dalla saracinesca, oramai abbassata, della sua attività che chiunque poteva liberamente prendere e portare a casa.

Chiunque passi può prendere una piantina fiorita, portando a casa un po’ di colori e profumi: così, queste due settimane saranno più colorate.

cosi quindi, con il suo grande gesto, Lucio contribuisce a modo suo a rendere questa quarantena più tollerabile e piena di colori per gli abitanti di Meta di Sorrento.

I cittadini di Meta hanno apprezzato e sono orgoglioso se, in queste ore così difficili, ho contribuito a colorare un po’ le loro case. L’ho fatto di cuore, credetemi. Ora non ci resta che attendere il momento in cui tutto ritornerà alla normalità.

Sono queste le parole di speranza espresse dal fiorista, che testimoniano tutta la sua umanità.

Le piantine sono andate esaurite in poche ore.

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Guerra delle Mascherine, Ciarambino: “Non c’è mai stato alcun sequestro”

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Valeria Ciarambino, portavoce alla Regione Campania per il Movimento 5 Stelle, scrive oggi su facebook un post dove smentisce le parole del Presidente de Luca (di cui abbiamo parlato qui).

La portavoce asserisce che il camion di mascherine diretto verso la Campania non sarebbe mai stato fermato dalla protezione civile; secondo la Ciarambino il camion non sarebbe mai partito. 

Le dure parole della portavoce Ciarambino

La portavoce del M5S riporta la propria versione dei fatti, riservando parole durissime al Presidente de Luca.

Riportiamo qui le sue parole:

Mascherine entro lunedì

Non c’è mai stato alcun sequestro di mascherine destinate alla Campania e spiace che proprio colui che invita a non diffondere notizie fake dannosissime in questa fase emergenziale, non abbia approfondito la questione e lanci accuse prive di ogni fondamento.

Come portavoce dei cittadini campani la notizia ci aveva colpito e, nel massimo spirito di collaborazione, ci siamo immediatamente attivati a tutti i livelli istituzionali per riportare in Campania quelle mascherine.

Dopo aver fatto tutte le verifiche del caso, abbiamo appreso che il carico delle 70mila mascherine acquistate per la nostra regione non risulta essere mai partito dall’azienda fornitrice.

Dunque, non c’è mai stato alcun camion bloccato dalle forze dell’ordine né tantomeno dirottato al Nord, ma il problema è riconducibile semplicemente a una modifica delle priorità di consegna da parte dell’azienda, che ha assicurato che sarà effettuata entro lunedì.

Le accuse di Valeria Ciarambino

Dispiace che in un momento in cui si rendono necessarie responsabilità istituzionale e totale collaborazione da parte di tutti e che ogni forza politica, a partire dalla nostra, sta mettendo da parte ogni forma di polemica politica, de Luca si lasci andare ad attacchi strumentali e infondati, creando ulteriore disorientamento tra la gente.

Lo stesso governatore che il 26 febbraio, nel corso di una seduta del Consiglio regionale, annunciò l’arrivo imminente di 500mila mascherine di cui non si è saputo più nulla.

La verità è che ci sono difficoltà oggettive nell’approvvigionamento di mascherine e il nostro Governo si sta attivando in ogni modo perché arrivino al più presto molti carichi bloccati alle dogane dai paesi produttori.

Oggi non esistono colori politici, né bisogna fare differenza tra Governo e Regioni, ma c’è un unico grande Paese che deve lottare in maniera compatta per debellare questa grave emergenza.

Chi vince?

Parole davvero dure quelle di Valeria Ciarambino nei confronti del Presidente – che nel suo comunicato alla popolazione aveva d’altro canto avvisato che sarebbero state fatte delle verifiche riguardo questo accadimento.

A prescindere dalle accuse e dalle recriminazioni, sarebbe certamente di gran lunga migliore uno scenario nel quale la mancanza di mascherine sia dovuta ad un ritardo da parte dell’azienda produttrice invece che un sequestro da parte dello Stato.

In questo periodo di grande incertezza ed anche timore, questo dovrebbe essere tutto ciò che conta. Nel bel mezzo dell’emergenza vince chi compie il proprio dovere al massimo delle proprie possibilità e capacità. 

Per le polemiche ci sarà sempre tempo – ciò che adesso conta è uscire da questo stato di criticità, ed a questo dovrebbero essere mirati gli sforzi di tutte le forze politiche in campo.

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Lezioni online per preparare la pizza in quarantena

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I vari decreti e le disposizioni regionali in Campania hanno imposto la chiusura di ristoranti e pizzerie entro le 18.00 e hanno, inoltre, vietato consegne a domicilio. Ma come si fa a rinunciare alla pizza?

Per evitare di andare in crisi d’astinenza da pizza, il pizzaiolo Pietro Fontana ha deciso di offrire delle lezioni su come prepararla in diretta Facebook.

Le lezioni

Siccome senza la pizza napoletana noi non sappiamo stare…vogliamo trasmettervi la nostra passione e i l’invito a restare a casa.

Sono queste le motivazioni che hanno spinto Fontana a questa iniziativa che, oltre ad offrire la possibilità di imparare i segreti dell’impasto perfetto, può essere un ottimo rimedio per spezzare la monotonia di queste giornate in casa.

Da sabato 14  e per tutta la settimana, visto che la stragrande maggioranza delle persone devono restare casa, vi terremo compagnia mostrandovi, attraverso il video web, grazie alla passione, coraggio e la maestria, del maestro Pizzaiuolo.

Ecco gli appuntamenti da non perdere:

  • Prima lezione sabato 14 marzo ore 13.00: conosceremo tutti gli ingredienti per poi fare l’impasto;
  • Seconda lezione ore 13.00: impareremo a fare lo staglio in modalità più accurata;
  • Terza lezione ore 13.00: faremo la stesura, farcitura e cottura;
  • Quarta lezione ore 13.00: prepareremo un impasto indiretto, simile al lievito madre;
  • Poi proseguiremo insieme passo passo!
Le reazioni

Entusiasti i rappresentanti di categoria che hanno da subito appoggiato l’iniziativa di queste lezioni virtuali.

Coniugare la passione enogastronomica attraverso la valorizzazione della pizza napoletana e dei prodotti del territorio, unitamente alla passione e al coraggio di fare impresa artigianale e familiare, sono un volano socio economico e culturale per il rilancio identitario del nostro territorio, una risposta concreta al panico da virus e agli attacchi mediatici alle nostre produzioni. Con queste motivazione abbiamo voluto condividere la nuova iniziativa di Pietro Fontana.

Sono le parole di Rosario Lopa, portavoce della Consulta Nazionale per l’Agricoltura e Turismo mns e di Rosa Praticò, esponente di Confesercenti Donna e Presidente di Officina delle Idee.

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La Guerra delle Mascherine: lo Stato requisisce maschere acquistate dalla Campania

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Scoppia la guerra delle mascherine: un camion che trasportava mascherine acquistate dalla regione Campania è stato requisito per necessità dallo Stato. Ma de Luca non ci sta: “Non è tollerabile, solidarietà non può significare essere presi in giro. Altrimenti facciamo la guerra.”

Si scontrano così la Regione Campania e la protezione Civile.

Le dure parole di de Luca: “Non è Tollerabile”

A raccontare ai cittadini quanto accaduto è proprio il Presidente della Regione Campania Vincenzo de Luca (in una  lunga diretta che potrete visualizzare qui).

Nel suo discorso il Presidente spiega cosa è accaduto:

“C’è una carenza drammatica di forniture di mascherine.

La Napoli 1 aveva fatto una fornitura direttamente come Napoli 1 in Turchia; la Napoli 2 direttamente con il proprio fornitore per altre 70000 mascherine. […]

Per quanto riguarda la Napoli 2: la Napoli 2 si rifornisce dall’azienda AMBRA con forniture dirette: aveva ordinato 70000 mascherine. E’ stato bloccato un carico dalle forze dell’ordine – credo dalla protezione civile – stiamo approfondendo il problema in queste ore.

Qui dobbiamo capirci: le forniture che strappiamo sul mercato al di là di quelle centralizzate devono essere garantite. Nessuno ci deve dare fastidio.

Non è tollerabile che se noi con una nostra ASL reperiamo sul mercato, in Italia o nel mondo, le mascherine ci vengono poi bloccate sulle strade: non può funzionare così.”

Il quadro Generale (non solo sulle Mascherine):

“Solidarietà non può significare essere presi in giro”

Vincenzo de Luca spiega le motivazioni della sua durezza: oltre l’azione in sé messa in atto dalla protezione civile, la reazione del Presidente mostra questa durezza poiché, si dall’inizio dell’emergenza

“[…] la Campania è stata la prima regione a dare disponibilità di posti letto in terapia intensiva – non per i malati Covid, ma per i politraumatizzati per liberare posti a favore della Lombardia, dell’Emilia e del Veneto.

Cioè ci siamo mossi con grande senso dello Stato, con uno spirito di solidarietà verso i nostri concittadini di altre regioni. Questo non può significare essere presi in giro.

La Guerra delle Mascherine

“Vi do un altro dato perché sia chiaro cosa sta facendo la Campania e perché sia chiaro ai nostri concittadini che cosa significa la mia espressione […] “Stiamo facendo Miracoli”: due, tre giorni fa si è riunita la commissione salute per decidere il riparto fra le regioni dei fondi del fondo sanitario nazionale. 

La Campania quest’anno riceve 171 milioni di euro in più rispetto allo scorso anno […] perché siamo usciti dal commissariamento, perché abbiamo avuto gran parte dei fondi della premialità – anche perché abbiamo quasi raddoppiato la griglia dei livelli essenziali di assistenza: quindi abbiamo avuto 171 milioni in più grazie ai sacrifici che abbiamo fatto noi in Campania.

Nonostante questo incremento […] la situazione rimane questa: la Campania continua ad essere l’ultima regione d’Italia per i trasferimenti sanitari. Ad oggi, cioè nonostante questo incremento, noi abbiamo 46 euro in meno rispetto alla media nazionale. La media nazionale e di 1878 euro a cittadino, in Campania arrivano 1832 euro. […]

Noi non abbiamo posto problemi. Abbiamo accettato di non porre problemi quest’anno nonostante lo squilibrio permanente, cioè nonostante il fatto che pur avendo recuperato 171 milioni di euro grazie ai nostri sacrifici, tuttavia subiamo uno squilibrio che è intollerabile. 

Lo tolleriamo scegliendo di tacere quest’anno per essere ancora la regione della solidarietà, della responsabilità, della fraternità: sono atti di generosità che non so quante altre regioni avrebbero fatto.”

“Noi siamo rigorosi e seri”

“Se a questa generosità e disponibilità si aggiunge il fatto che poi arriva un camion che porta le mascherine che ha ordinato la nostra ASL e ce lo bloccano, allora NO. Allora vuol dire che non ci siamo capiti, e in questo caso davvero facciamo la guerra. 

Perché noi siamo rigorosi e seri e generosi, ma questo atteggiamento deve valere per tutti, altrimenti il sistema non funziona.

[…] Ogni cittadino campano deve sentirsi orgoglioso per quello che stiamo facendo. […] Ai vertici nazionali [dico] che oggi non era il caso di parlare.

Va bene così, silenzio assoluto e diamo una mano a tutti quanti, ma nessuno pensi di continuare quando avremo risolto l’emergenza come se niente fosse, perché questo non lo consentiremo. “

Il problema Turco delle Mascherine

Al di là degli equilibri e squilibri nazionali, il problema delle mascherine, in Campania, esiste ancora ed è assolutamente serio.

Il presidente de Luca spiega che sta cercando di risolvere, per quanto riguarda le mascherine ordinarie e non chirurgiche, anche contattando industrie che producono tessuto-non tessuto, poiché è stato evidenziato che sia materiale adatto alla prevenzione del contagio.

Ma il problema della carenza delle mascherine permane, ed è un problema internazionale: 

“In questo momento c’è una situazione di emergenza internazionale; la Turchia ha bloccato le frontiere sia le forniture CONSIP, cioè quelle centralizzate, sia le forniture che doveva garantire alla nostra ASL di Napoli centro. Stiamo lavorando in queste ore con l’ambasciata Italiana in Turchia per sbloccare sia queste forniture – cioè quelle centrali – che le nostre.

Qual è il problema? Che ci sono stati i primi casi di contagio anche in Turchia, e quindi come era immaginabile hanno bloccato tutto. Noi contiamo nella giornata di oggi di sbloccare quella fornitura.”

De Luca e la tutela dei cittadini campani

Lo sgomento manifestato dal Presidente della regione Campania di fronte al blocco effettuato è comprensibile.

E’ d’altro canto interesse nazionale che in Campania non esploda il contagio; come spiega il presidente de Luca:

Ho spiegato a qualche ministro perché la Campania va considerata una priorità.

Quella assoluta è la Lombardia, ma la Campania ha alcuni territori che sono i più densamente popolati d’Europa.

Tutta l’area metropolitana campana è l’area più densamente popolata d’Europa. Il motivo per cui stiamo buttando il sangue per tenere sotto controllo il problema è questo: non ci possiamo consentire il lusso dell’esplosione del contagio. 

Le parole di Vincenzo de Luca  lasciano intendere la rassicurante e seria intenzione di tutelare i cittadini campani e siamo sicuri che presto questo fraintendimento tra Stato e Regione verrà chiarito.

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