sabato, Dicembre 20, 2025
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Coronavirus – Vende mascherine a 3 euro invece di 20 centesimi: Denunciato

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Un giovane di 33 anni di Giugliano è stato denunciato per aver venduto a 3 euro l’una, mascherine dal costo di 20 centesimi.

Sciacalli ovunque, in piena emergenza da Coronavirus; e mentre c’è chi dimostra una solidarietà infinita, non manca chi approfitta della grave situazione che stiamo vivendo.

I carabinieri della stazione di Giugliano in Campania, avevano notato nei giorni scorsi, alcuni annunci sul web, e così hanno provveduto a denunciare per manovre speculative su merci, un 33enne del posto, titolare di un negozio di alimentari.

Il giovane, infatti, stava vendendo al pubblico le mascherine di protezione, introvabili sul mercato ma necessarie per fronteggiare l’emergenza, a un prezzo sproporzionato rispetto a quello normale.

I carabinieri hanno sequestrato 1000 mascherine, ammassate in uno scatolone tra prodotti alimentari. Erano in vendita a 3 euro l’una, mentre il prezzo originario è di 20 centesimi (ricordiamo che le mascherine sono usa e getta e quelle chirurgiche hanno una durata media di 4 ore). Il negoziante, per guadagnarci ancora di più, vendeva i pezzi singolarmente anziché in pacchi da 10, applicando quindi un rincaro del 1200%.

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Emergenza Coronavirus: Mascherine sequestrate donate al Cotugno

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Emergenza Coronavirus: 10mila mascherine sequestrate sono state donate al Cotugno.

Siamo in un momento molto difficile e complicato, sotto tutti i punti di vista e non manca chi pratica lo sciacallaggio e l’illecito anche durante l’emergenza sanitaria da Covid-19.

Lo scorso 27 febbraio sono state sequestrate dai finanzieri di Giugliano in Campania (Napoli), due diverse tipologie di mascherine a una parafarmacia che si trova in località Varcaturo, nel comune di Giugliano in Campania, che il titolare aveva messo in vendita con rincari tra 300% e 6150%.

Le 10 mila mascherine sequestrate, sono state consegnate all’ospedale Cotugno di Napoli, in prima linea nell’emergenza sanitaria determinata dal Coronavirus. A consegnarle, gli stessi finanzieri che hanno condotto il sequestro.

Lo rende noto la Procura di Napoli Nord, coordinata dal procuratore Francesco Greco, che ha chiesto e ottenuto dal gip il sequestro della parafarmacia il cui valore aggira intorno al 400mila euro.

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Salerno, infetto da Coronavirus esce in strada. Rischia 21 anni di carcere

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Uomo di 70 anni contagiato di coronavirus esce di casa violando la quarantena per dar da mangiare a degli animali in un casolare. L’uomo, immediatamente fermato dai carabinieri ora rischia 21 anni di carcere.

A Sala Consilia, in provincia di Salerno, un uomo di 70 anni è risultato positivo al coronavirus ed è pertanto stato costretto alla quarantena forzata. L’isolamento, però, è durato appena 24 ore: l’uomo è infatti stato sorpreso dai  carabinieri della locale Compagnia (guidati dal capitano Davide Acquaviva) a circa un chilometro dalla sua abitazione.

Interrogato sui motivi del gesto, l’uomo avrebbe risposto di essere uscito di casa per dar da mangiare ad alcuni suoi animali all’interno di un casolare. A questo punto di militari hanno contattato l’Asl per ulteriori controlli e aggiornamenti; una volta appurato tramite l’Asl stessa che l’uomo era stato posto in quarantena forzata i militari hanno provveduto subito a denunciare l’uomo, reo di aver violato la suddetta quarantena. Sono inoltre in corso indagini per capire se il contagiato possa aver incrociato altre persone lungo il suo tragitto.

La denuncia

Scattata dunque la denuncia presso la Procura di Vallo della Lucania per diffusione volontaria di epidemia. L’anziano rischia ora una pena severissima: 21 anni di reclusione. Questo evento costituisce la prima contestazione grave nel salernitano. Nel territorio, a onor di cronaca, si contano già altri 550 deferimenti ma riguardano solo la contestazione alla violazione del decreto Conte.

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De Magistris: “Sanità smantellata da politici e istituzioni”

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Con un post su Facebook, il sindaco di Napoli mostra tutte le sue perplessità sulla situazione sanitaria in cui versa la regione.

Dopo un periodo di tregua, il sindaco de Magistris torna all’attacco e affida il suo sfogo, come spesso accade, ad un post su Facebook. Il sindaco cala la maschera e chiarisce la precaria situazione della sanità in Campania.

Abbiamo pochi medici, soprattutto di rianimazione, e pochi infermieri. Hanno lasciato i nostri eroi (che stanno dando il massimo con competenza, coraggio, passione e umanità) a combattere con un esercito non grande e con poche armi. Ecco perché dobbiamo adesso noi tutti ridurre gli effetti del contagio altrimenti un virus di per sé poco letale, seppur molto aggressivo e contagioso, rischia di fare un bilancio drammatico per mancanza di posti letto dovuta ad evidenti responsabilità politiche e istituzionali – aggiunge – coloro che hanno smantellato la sanità pubblica, che hanno fatto affari con essa, che hanno prevalentemente favorito interessi privati, sono criminali.

Il ringraziamento ai lavoratori

Non manca nel post, però, un sentito ringraziamento alle varie categorie che in questi giorni di emergenza continuano ad offrire i propri servizi. De Magistris pone l’accento non solo su medici ed infermieri, ma anche a quei lavoratori più invisibili dei quali, in tv e sui giornali, si parla meno spesso.

Essere distanti oggi ci fa sentire più uniti perché vuol dire che ci stiamo difendendo bene. Stiamo vicini a tutte le persone che devono uscire per lavorare, senza di loro non ce la faremmo. Non potremmo curarci, bere, mangiare, avere luce, linee telefoniche ed internet, raccogliere i rifiuti, avere soldi per la spesa, possedere i mezzi necessari per affrontare questa tragedia. Ed altro ancora.

La stoccata a De Luca

Proprio per il bene dei lavoratori, de Magistris afferma che il terrorismo psicologico di questi giorni è controproducente.

Anche quelli che stanno lavorando hanno paura, ma sono i soldati della prima linea. Dobbiamo sostenerli, come si fa in guerra. Vicini ai familiari delle vittime, ai malati e a chi porta avanti, in condizioni estreme, il Paese.

Il primo cittadino si riferisce, ovviamente, al Governatore De Luca, accusato in un comunicato non ufficiale del Dema (partito fondato da de Magistris), di negare la libertà di circolazione di tutti. Per il sindaco, infatti, la cosa necessaria da fare è preservare la sanità mentale di tutti, sempre applicando le regole dettate dai decreti dello Stato.

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#BussoLaLingua // Ma perché si dice “Nun mettere ‘o ppepe nculo ‘a zoccola”?

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Per redarguire qualcuno che semina zizzania, che esaspera e cerca di provocare la lite, esiste in napoletano un detto un po’ volgare che recita “Nun mettere ‘o ppepe nculo ‘a zoccola“. Letteralmente, “Non mettere il pepe nell’ano del ratto“.

Ma perché si dice proprio così? Le origini di questo detto affondano le loro radici in un periodo oscuro e cupo ed hanno a che fare con una delle epidemie peggiori che la città partenopea abbia affrontato: quella  della peste.

Oggi #BussoLaLingua vi svela le origini buie di questo modo di dire assai colorito.

La Peste a Napoli

Dalle cronache del 1600 risulta che il “mettere il pepe nell’ano del ratto” fosse una terribile e crudele usanza realmente praticata. 

In quel periodo Napoli, come tante altre città europee, venne colpita da una terribile epidemia – quella della peste. Napoli, prima che la peste dilagasse, aveva circa 600000 abitanti; ne morirono circa 400000.

I Napoletani cercarono di scongiurare il morbo eliminando quelli che vennero identificati come vettori della malattia, ovvero i topi; lo fecero tuttavia in un modo davvero terribile, usando una tecnica già in uso sulle navi commerciali, che venivano spesso abitate da questi indesiderati ospiti.

Questa metodologia consisteva appunto nell’incattivire i ratti inserendo loro del pepe nell’ano, che veniva poi ricucito. I ratti, folli di dolore, venivano poi lasciati liberi – e avrebbero dovuto raggiungere i loro simili nelle fogne ed ucciderli.

L’intervento di San Gennaro e San Gaetano

Questa usanza non solo fu terribile e crudele, ma anche inutile. Poteva (forse) funzionare su di una nave, ma non fu decisamente utile contro una colonia di ratti popolosa com’era quella che viveva nelle fogne di Napoli.

Si dice che la Peste ebbe termine grazie all’intervento di San Gennaro e San Gaetano: in seguito alle invocazioni rivolte ai santi da parte della popolazione, il 15 Agosto 1656 venne giù dal cielo una pioggia torrenziale, un vero e proprio diluvio; l’acqua, che fluì nelle fogne, annegò tutti i ratti della città, ponendo fine all’emergenza ed alla pestilenza.

Nun mettere ‘o ppepe nculo ‘a zoccola

Nonostante la sua assoluta inutilità, il metodo del pepe rimase impresso nell’immaginario collettivo del popolo napoletano. Venne dunque trasformato in detto: nun mettere ‘o ppepe nculo ‘a zoccola, che ancora oggi viene usato per ammonire quelli che si dilettano nell’arte di incattivire il prossimo e di istigare le liti.

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Scopri i segreti di altre parole e modi di dire:

Se vuoi approfondire la tua conoscenza sulla nostra cultura regionale o leggere altre storie della Campania, non perderti le nostre rubriche sulle Leggende e sui Sapori della nostra regione : #BussoLaLeggenda e #BussoLaTavola

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Chiusi altri quattro comuni in Campania: l’ordinanza della Regione

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Dopo Ariano Irpino, il governatore della Campania Vincenzo De Luca ordina la quarantena per altri quattro comuni. Questa volta sono tutti della provincia di Salerno.

Come si legge nel comunicato:

Si sono registrati qui altri episodi di irresponsabilità e di mancato rispetto delle disposizioni previste per contenere la diffusione del contagio da Covid-19. I Comuni interessati dalla quarantena e quindi dal divieto di entrata e uscita sono: Sala Consilina, Polla, Atena Lucana e Caggiano (Vallo di Diano). 

Lo ha stabilito con un’ordinanza (la n.18 del 15 marzo 2020) il Presidente Vincenzo De Luca, visto l’aumento dei contagi verificatosi in questi Comuni e i rischi persistenti nella zona. Di seguito i casi riscontrati dall’Asl Salerno.

– Sono 16 i casi positivi così distribuiti: 11 a Sala Consilina, 3 a Caggiano, 1 a Polla, 1 a Atena Lucana.

I “contatti stretti” registrati e da sottoporre al protocollo previsto, sono:
45 a Sala Consilina
20 a Caggiano
10 a Polla
8 ad Atena Lucana
5 a Teggiano
5 a Montesano
3 a Buonabitacolo
3 ad Auletta
2 a Sant’Arsenio
3 a Padula

Scarica l’ordinanza integrale ????
http://www.regione.campania.it/assets/documents/ordinanza-n-18-del-15-marzo-2020-1.pdf

De Luca: “Ariano Irpino in quarantena per arrivi dal Nord e comportamenti irresponsabili”

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Il Governatore della Campania Vincenzo De Luca, poche ore dopo l’ordinanza in cui comunicava la quarantena per tutta la popolazione di Ariano Irpino, fa sapere che tutta l’Asl di Avellino sarà impegnata in un’attività di monitoraggio e controllo intensa e straordinaria per i prossimi 15 giorni anche nei comuni vicini.

De Luca, però, tiene a precisare che: “La sensazione che si ha in queste ore, in attesa di una valutazione più puntuale e scientifica sui contagi, è che si stiano scontando due fenomeni. Il primo, è l’inizio di una ricaduta legata all’arrivo dalle aree più contagiate del Nord di migliaia di persone in maniera affrettata e non controllata. La seconda causa è la presenza ancora oggi di comportamenti individuali assolutamente irresponsabili.

Farebbe in particolare riferimento ad alcuni episodi legati a cerimonie religiose:

“Come è capitato ad Ariano, e come si è verificato in un paese dell’area a sud della Campania dove i membri di una comunità, dopo aver dato vita a una loro cerimonia, hanno bevuto tutti dallo stesso calice, ritenendo forse di compiere un gesto mistico. È necessario in queste ore il massimo di responsabilità e anche il massimo di rigore possibile nei confronti di chi vìola le regole elementari e gli obblighi di legge dettati dalle autorità sanitarie”.

Si spiega, dunque, anche alla luce di quanto accaduto, un altro comunicato stampa pubblicato in mattinata in cui :

“Si invitano le comunità religiose a non procedere nella celebrazione di riti che prevedono assembramenti di massa.
Si raccomanda soprattutto di non praticare, nella maniera più assoluta, la tradizione di bere dallo stesso calice.
Si sono verificati gravissimi episodi di contagio derivanti da questi comportamenti. È assolutamente vietato praticarli”.

Secondo il presidente della regione “Questo è un dovere verso i nostri concittadini ed è un atto di rispetto per tutto il personale medico e infermieristico del 118 che è impegnato in un lavoro straordinario da settimane”.

Continuano, infatti, a salire il numero di contagiati in Campania. Secondo gli ultimi dati pubblicati (ndr. 15 marzo ore 17:30), il totale complessivo è pari a 350 casi. La provincia con il maggior numero di contagi è Napoli (188), ma particolarmente allarmante la situazione ad Avellino dove il numero è aumentato molto velocemente (37).

Tuttavia, Non c’è ad oggi alcun motivo di panico – rassicura De LucaLa situazione in Campania rimane sotto controllo al netto di comportamenti irresponsabili e di episodi nazionali francamente evitabili”.

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Choc a Napoli: giovane precipita da un’abitazione di Fuorigrotta

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Choc a Napoli. Una persona sarebbe precipitata dal quarto piano di un’abitazione a Fuorigrotta, precisamente in viale Augusto.

Il tragico episodio è avvenuto poco dopo le 14 di oggi, domenica 15 marzo, all’altezza del bar Santo Domingo.

Secondo le prime indiscrezioni, si tratterebbe di un giovane che soffriva da tempo di depressione. L’autoambulanza non ha potuto fare nulla, il ragazzo è morto sul colpo.

Ancora presto, però, per stabilire che si sia trattato di un incidente domestico o di un suicidio. La strada è stata transennata dalla Polizia Municipale. Sul posto è arrivata la scientifica per i rilievi del caso.

Tutta la redazione de La Bussola Tv si stringe attorno al dolore dei suoi cari.

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Focolaio ad Ariano Irpino: De Luca chiude tutto il Comune

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Con il crescente numero di casi positivi e il primo decesso da Coronavirus in Irpinia, si è ritenuto indispensabile e urgente applicare una misura rigorosa per isolare il focolaio nel Comune di Ariano Irpino, in provincia di Avellino.

Disposta la quarantena per tutta la popolazione e divieto di entrata e uscita.

Lo ha deciso con un’ordinanza il Presidente Vincenzo De Luca visto l’aumento dei contagi verificato dai dati riferiti al Comune della provincia di Avellino.

“Chiediamo a tutti i cittadini – ha dichiarato il Presidente de Luca – di collaborare per il contenimento del contagio e quindi per il rispetto di questa e delle altre ordinanze”

Il testo dell’Ordinanza che mette in quarantena la popolazione di Ariano Irpino

ORDINANZA
1. Ferme restando le misure statali, regionali e commissariali di contenimento del rischio di diffusione del virus già vigenti, a decorrere dal giorno 15 marzo  2020 e fino al 31 marzo 2020, con riferimento al  Comune di Ariano Irpino (AV), sono adottate le seguenti, ulteriori misure:

a) divieto di allontanamento dal territorio comunale da parte di tutti gli individui ivi presenti;     b) divieto di accesso nel territorio comunale;   c) sospensione delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità.
Giunta Regionale della Campania ,  Il Presidente
2. E’ fatta salva la possibilità di transito in ingresso e in uscita dal territorio comunale da parte degli operatori sanitari e socio-sanitari, del personale impegnato nei controlli e nell’assistenza alle attività relative all’emergenza nonché degli esercenti le attività consentite sul territorio e quelle strettamente strumentali alle stesse, con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione individuale. 3. E’  comunque consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. 4. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il mancato rispetto degli obblighi di cui al presente provvedimento e’ punito, ai sensi dell’art.650 del codice penale, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro.
La presente ordinanza è comunicata al Ministro della Salute, ai sensi dell’art.3, comma 2 decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019”, convertito dalla legge 5 marzo 2020, n. 13.
La presente ordinanza è altresì notificata al Commissario straordinario del Comune di Ariano Irpino e ai Prefetti della Regione ed e’ trasmessa al Presidente del Consiglio dei Ministri.
La presente ordinanza è pubblicata sul sito istituzionale della Regione e sul BURC.
dal Governatore De Luca.

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53enne morta a Napoli positiva al Coronavirus: è dibattito sulla tutela dei sanitari

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La paziente deceduta due giorni fa all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli è risultata positiva al Coronavirus.

L’esito del tampone, arrivato questa mattina a distanza di 48 ore dal decesso della 53enne, ha aperto un vero e proprio dibattuto sulla tutela dei sanitari.

La donna, affetta da varie patologie, era stata infatti assistita prima nell’area del codice verde e, successivamente, nel reparto di Rianimazione.

Le richieste di tutela dei sanitari

Luigi Paganelli del comparto sindacale Rsu della FP Cgil ha chiesto: « un’operazione di sanificazione totale nel pronto soccorso e nelle altre aree dove è stata portata la paziente rivelatasi positiva, come la Radiologia e la Rianimazione».

«Da gennaio non sono stati attuati percorsi assistenziali ben distinti e persino nelle tende esterne, che non vengono utilizzate, mancano attrezzature come l’apparecchio per le radiografie portatili e l’ossigeno – aggiunge Paganelli – I sanitari stanno lavorando con spirito di sacrificio e abnegazione ma vanno tutelati e ora va effettuata subito una sanificazione dei luoghi».

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