lunedì, Agosto 18, 2025
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Rogo sul Vesuvio, paura nella notte nella parte alta di Ercolano

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Nella tarda serata di giovedì è divampato un grosso incendio in via Cegnacolo nel territorio di Ercolano.

Le fiamme si sono sviluppate alle spalle del parco verde, in una zona dove erano presenti alberi e sterpaglia. Non sono note le cause che hanno scatenato il rogo, ma le fiamme, molto alte, hanno creato apprensione e paura per i cittadini che abitavano nelle vicinanze.

Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, che solo a tarda notte, sono riusciti a domare tutti i focolai.

La foto è stata condivisa sul gruppo “Sei di Ercolano se”.

Articolo a cura di Mattia D’Amico

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Poggioreale, 22enne si lancia giù dal balcone.

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Tragico episodio si consuma a Poggioreale, in via Zara.

Un ragazzo napoletano di 22 anni è caduto dal secondo piano del suo appartamento. Nonostante il fortissimo impatto che ha generato un boato tanto violento da allertare tutti, il giovane è rimasto cosciente fino all’arrivo dell’ambulanza che, dopo un primo soccorso all’ospedale di Ponticelli, è stato portato al Cardarelli in codice rosso, dove si trova tutt’ora ricoverato in prognosi riservata.

Stando alle testimonianze, al momento dell’accaduto era presente la madre, testimone anch’essa del disagio psicologico in cui vessava il figlio.  

 

“Il sindaco del Rione Sanità” in concorso a Venezia 76

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Con “Il sindaco del Rione Sanità”, adattamento cinematografico della commedia di Eduardo De Filippo, Mario Martone ritorna in concorso a Venezia un anno dopo il suo “Capri-revolution”.

Sono onorato di partecipare per la seconda volta di seguito in concorso alla Mostra del Cinema” afferma Martone.

Questo film nasce da lontano, quando ho diretto a teatro Il sindaco del Rione Sanità al Nest di San Giovanni a Teduccio. Lavorare in seguito all’adattamento per il cinema è stato quasi un passaggio naturale” conclude.

Il film riprende integralmente la trama dell’opera teatrale, dove Antonio Barracano (Francesco Di Leva) è la vera guida del Rione Sanità. Non c’è legge che tenga: è lui il vero sindaco del territorio. Barracano decide chi è “gente per bene” e chi è “gente carogna”.

Quando da Don Antonio si presenta Rafiluccio Santaniello (Salvatore Presutto), il figlio del fornaio deciso ad uccidere il padre, però, Barracano è mosso da un nuovo sentimento.

L’astio del figlio verso il padre gli ricorda, infatti, lo stesso sentimento di vendetta che Don Antonio aveva provato in gioventù e che lo aveva trasformato in quello che è poi diventato.

Il Sindaco del rione decide, quindi, di intervenire per riappacificare padre e figlio e salvarli entrambi.

Dopo la partecipazione in concorso alla 76esima edizione del Festival di Venezia che si terrà dal 28 agosto al 7 settembre, “Il sindaco del Rione Sanità” sarà nelle sale per soli tre giorni dal 30 settembre al 2 ottobre.

Per quella che è stata un’esperienza per certi aspetti sperimentale, sono felice che anche il film possa intraprendere un percorso di distribuzione alternativo come quello della uscita evento” sono le parole di Martone a riguardo.

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Rivolta dei laureati contro il corso di Laurea “scorciatoia” per la P.A.

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L’annuncio del Ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, in merito all’imminente istituzione, già a partire da settembre 2020, del Corso di Laurea che permetterà l’accesso diretto alla Pubblica Amministrazione (presumibilmente nelle funzioni di assistente amministrativo con la laurea triennale e di funzionario amministrativo con quella magistrale), suscita lo sconcerto e preoccupazione dei tanti laureati e laureandi nelle discipline giuridiche ed economiche di tutta Italia.

Promotore delle proteste col fine di raggiungere un dialogo costruttivo è l’associazione Alumni di Scienze Politiche della “Federico II” di Napoli. I rappresentanti dell’Associazione ritengono che questo nuovo percorso leda i diritti dei laureati di #ScienzePolitiche e Scienze della Pubblica Amministrazione e parimenti di tutti i laureati in #Giurisprudenza#Economia e #Sociologia, provenienti da un percorso abilitativo alla partecipazione ai concorsi per l’ingresso nella P.A.


Secondo gli associati non è corretto avviare tali processi di trasformazione dell’accesso al pubblico impiego senza il coinvolgimento pieno delle parti in causa e degli stessi rappresentanti delle associazioni studentesche che la stessa Ministra avrebbe dovuto tenere in considerazione a seguito di richiesta formale di un incontro propedeutico, nelle intenzioni ad aprire un confronto ed, in ultima istanza, a lenire la preoccupazione e le perplessità che da più parti emergono in merito alle intenzioni del Ministero.

Il Presidente dell’Associazione Alumni, Rosario Pugliese, ha annunciato che è stata lanciata una  Petizione Nazionale sulla piattaforma Change “Sostieni i tuoi diritti: Firma perché #LaTuaLaureaVale

https://www.change.org/p/giulia-bongiorno-sostieni-i-tuoi-d…

con l’intento di sostenere l’affermazione dei Diritti dei Laureati in Scienze Politiche e di tutti quei laureati le cui classi di laurea sono da sempre previste per la partecipazione ai concorsi d’accesso al pubblico impiego, ovvero contro l’istituzione di Corsi di laurea ad hoc che rappresenterebbero una corsia preferenziale di dubbia liceità.

Il Presidente rinnova l’invito alla Ministra della P.A. Giulia Bongiorno per un confronto incentrato sulla valorizzazione delle carriere (maturate tra l’altro e ad esempio nell’ambito della classe di laurea L. M. 063 – Laurea in Scienze della Pubblica Amministrazione) e delle competenze già maturate dagli studenti, laureandi e laureati di Scienze Politiche e Scienze Politiche dell’Amministrazione.

Carabiniere napoletano ucciso a coltellate mentre era in servizio a Roma

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Un carabiniere originario di Somma Vesuviana è stato ucciso a coltellate a Roma, nel quartiere Prati, mentre era in servizio. Si chiamava Mario Rega Cerciello, vicebrigadiere, aveva 35 anni e si era sposato da poco più di mese.

La dinamica

Il carabiniere è stato colpito da un uomo, probabilmente nord africano, nell’arco di una colluttazione in seguito al furto di borsello ad una donna.

Quest’ultima era stata derubata verso sera in una strada centrale del quartiere e per cercare di recuperare almeno la borsa con i documenti e le chiavi di casa aveva chiamato il proprio telefonino. I due balordi, rispondendo alla telefonata, hanno provato la classica tecnica del “cavallo di ritorno” pretendedo dalla vittima 100 euro in cambio del borsello.

La donna, però, si è immediatamente rivolta ai carabinieri e si è recata nel luogo dell’appuntamento, in via Pietro Cossa, accompagnata dai militari. Quando è iniziato lo scambio, gli uomini dell’arma sono intervenuti per bloccare i due nordafricani, probabilmente magrebini.  Nella feroce colluttazione, sono state otto le coltellate inferte al vicebrigadiere da uno dei due balordi per tentare la fuga.

Tentativo malauguratamente riuscito, perché , mentre il carabiniere si è accasciato a terra, gli altri colleghi hanno tentato inutilmente di bloccarli. Nonostante l’arrivo celere dei soccorsi, l’uomo, trasportato d’urgenza al Santi Spirito, è morto poco dopo il ricovero.

Il cordoglio

Mentre è scattata la caccia agli uomini, arrivano messaggi di cordoglio alla famiglia da tutte le Istituzioni. Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha commentato l’accoltellamento del carabiniere con queste parole:

” Mi stringo in un forte abbraccio alla moglie e alla mamma del vice brigadiere Mario Cerciello Rega e all’Arma dei carabinier e Chiedo tolleranza zero per i delinquenti autori del vile atto”.

Non sorprendentemente ancora più duro il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini:

“Caccia all’uomo a Roma per fermare il bastardo che stanotte ha ucciso un carabiniere a coltellate. Sono sicuro che lo prenderanno e che pagherà fino in fondo la sua violenza: lavori forzati in carcere finché campa”.

Come sono i suoi stessi colleghi dell’Arma hanno annunciato:

“Nella sua nuda essenza anche la tragedia più grande è fatta di numeri: il Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega aveva 35 anni, era sposato da 43 giorni e 13 ne erano passati dal suo ultimo compleanno.
È morto stanotte a Roma per 8 coltellate, inferte per i 100 euro che i 2 autori di 1 furto pretendevano in cambio della restituzione di 1 borsello rubato. 

Ma quei numeri non sono freddi: sono il conto di un’esistenza consacrata agli altri e al dovere, di una dedizione incondizionata e coraggiosa, di un amore pieno di speranze e di promesse. E la tragedia reca la cifra più alta: l’infinito.
Il più vivo dolore per una mancanza che affligge 110 mila Carabinieri. Il più vivo cordoglio ai Suoi cari, che stringiamo in un immenso, unico abbraccio”.

Carabiniere cordoglio Arma
Carabiniere accoltellato a Roma

 

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Scoperte tangenti all’ospedale di Caserta

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Tangenti e interessi personali smascherati nel reparto ospedaliero di Caserta gestito da Angelo Costanzo e nel centro di analisi della moglie Vincenza Scotti, entrambi arrestati .

L’accusa è quella di aver elargito gratuitamente esami di laboratorio a clienti privati del centro o a parenti ed amici dei dipendenti, l’acquisto senza reale necessità di materiale e macchinari medici in cambio di tangenti, oltre che il furto di medicinali dall’ospedale perché potessero essere distribuiti all’esterno.

Tra gli arrestati, oltre al medico e sua moglie (sorella del super latitante Pasquale Scotti, arrestato in Brasile nel 2015) è finita anche Angelina Grillo, tecnico di laboratorio e fedele collaboratrice di Costanzo.

Sotto indagine sono finiti anche altri infermieri e collaboratori, tutti, però, risultano essere ancora in servizio.

Le ripercussioni dell’operato degli indagati sarebbe risultato in una perdita equivalente a circa 1,8 milioni di Euro nel biennio considerato dalle indagini.

Disposte due misure di interdizione anche verso i rappresentanti dell’azienda fornitrice degli strumenti medici.

Da quanto risulta, la ditta avrebbe pagato delle tangenti a Costanzo e alla Grillo affinché comprassero nuovi macchinari del tutto inutili all’ospedale.

Un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stata disposta per Generoso Vaiano, un militare dell’Esercito Italiano.

Vaiano avrebbe favorito il superamento del concorso per l’accesso nell’Esercito dei figli della Grillo.

Anche l’ex deputato e sottosegretario alla Salute ed ex presidente della Provincia di Caserta Domenico Zinzi è finito sotto la lente dei Carabinieri.

A Zinzi sono contestate due ipotesi di peculato in concorso, in quanto collocato tra i beneficiari degli esami clinici elargiti senza prenotazione.

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“La rivolta degli angeli”: il saggio al Teatro Elicantropo

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Di Martina Orecchio- Se è vero che il termine “teatro” reca in sé l’azione del guardare (theàomai significa, infatti, “vedo”), possiamo dire che il Laboratorio Permanente Teatro Elicantropo di Napoli ha compiuto il miracolo di riportare il teatro alle sue origini. Il saggio che è andato in scena dal 9 al 21 luglio, infatti, fa appello al vedere, prima ancora che all’ascoltare. 

Il Laboratorio Permanente Teatro Elicantropo

La scuola di recitazione del teatro situato in Vico Girolomini consta di tre anni di studio, formazione, crescita, sedimentazione. Due volte a settimana, da ottobre a giugno, aspiranti attori vestono i panni dei più svariati personaggi, guidati da docenti professionisti. Ed ogni anno si cimentano in un saggio finale, come è stato per Terrore e Miseria del Terzo Reich, della stagione scorsa. Questa volta, è toccato confrontarsi con un autore francese.

Si tratta di “La rivolta degli angeli” basato sull’omonimo romanzo di Anatole France e elaborato dalla regia di Carlo Cerciello. La trama può suonare bizzarra: in una Francia non meglio definita, gli angeli vivono sotto sembianze umane e, immergendosi nell’esperienza terrena, non si riconoscono più nella figura del loro Creatore. Per questo, decidono di organizzare una rivolta che possa sovvertire le sorti del mondo. In particolare, sono stati i libri, che man mano spariscono dalla biblioteca del giovane aristocratico Maurice d’Esparvieu, a svelare all’angelo Arcade che gli uomini non sembrano poi essere stati fatti a immagine e somiglianza di Dio. Suore lussuriose, avidi banchieri, donne ingannatrici, presidenti ottusi e arrivisti, un Lucifero che contempla angosciato ciò che l’essere umano è diventato: quello di Anatole France è un mondo alla rovescia, ma proprio per questo in grado di rappresentare noi stessi.

Ed è questo mondo che il laboratorio del teatro Elicantropo ha deciso di portare in scena, nello spazio rimpicciolito di un corridoio. Il senso della vista, dicevamo, è protagonista. E infatti, sono accolti in sala solo 14 spettatori per volta, immersi nel buio di una stanza che diventa ora il palazzo di Maurice d’Esparvieu, ora un salotto parigino, ora la sede del Presidente francese. Ad orientare lo spettatore, gli angeli/diavoli che, nei loro trucchi fluorescenti, sono allo stesso tempo narratori, personaggi, attori. Sono narratori quando sussurrano all’orecchio la storia di Maurice d’Esparvieu e l’evolversi delle vicende; sono personaggi quando sono al centro della scena, dimentichi degli spettatori, ad organizzare la propria rivolta; sono attori quando si inchinano emozionati sulle note de Il testamento di De Andrè. Altra scelta vincente, infatti, è stata quella della musica: pezzi moderni hanno accompagnato la pièce rendendo ancora più godibile una rappresentazione che mescola il tragico e il comico, strizzando l’occhio al pirandelliano sentimento del contrario. Il tutto è vissuto dallo spettatore senza alcuna percezione del distacco tra finzione e realtà: gli angeli cercano lo sguardo (la vista, ancora una volta!) del pubblico, instaurano con esso un dialogo silenzioso sedendogli accanto, rendendolo partecipe della propria rivolta. Se all’inizio fissano lo spettatore con occhi sicuri, alla fine della rappresentazione, esauritosi l’entusiasmo per la rivolta, ad uno ad uno guardano smarriti il pubblico.

Un’ultima menzione va fatta per i dialoghi, scritti e interpretati con la classica enfasi teatrale, senza però mai risultare artificiosi; e questo è certamente merito della bravura e dello studio dei giovani studenti della scuola, ma anche di chi ha saputo sfruttare le potenzialità di ognuno di loro e limarne le imperfezioni. E siano stati i dialoghi, sia stata la musica francese, o i riferimenti a Voltaire e Delacroix, per quanto tutto si sia svolto nel perimetro di un corridoio, su un palcoscenico pressocchè vuoto, possiamo assicurarvi di essere stati nella Parigi di Anatole France.

 

Cheers! 3 Pub da provare a Napoli & dintorni

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Pub è un’abbreviazione che sta per public house, e questo termine sta ad indicare un luogo pubblico nel quale è possibile consumare alcoolici da seduti. L’idea del Pub come luogo di ritrovo ha origini anglosassoni ma, nel corso degli ultimi trent’anni, si è affermato sempre di più in Italia.

Il Pub ha riscosso successo anche nel capoluogo campano. Ecco il nostro personalissimo podio con i tre Pub migliori di Napoli e Pozzuoli.

Perché un campano dovrebbe amare i Pub

Prima, però, meglio spendere qualche parola sul perché un campano dovrebbe amare i Pub.

Sebbene i gusti culinari anglosassoni siano decisamente distanti da quelli italiani e campani – anche se la pasticceria inglese ed americana sta prendendo sempre più piede e guadagni, con le dovute “italianizzazioni”, sempre più consensi – c’è qualcosa che le tavole napoletane e quelle inglesi condividono: un certo gusto per la convivialità. E se è vero che questa convivialità a Napoli è più legata al cibo che al bere mentre invece in Inghilterra l’idea dell’uscire tra amici è difficilmente separabile da quella di avere una buona pinta di birra in mano, c’è comunque in comune l’idea del piacere dello stare insieme.

Per questo un campano dovrebbe amare i Pub: accompagnando spesso la selezione di birre ad una cucina che non ha in effetti niente da invidiare a quella di un ristorante, questi sono locali dove è possibile ritrovare il gusto dello stare insieme e del conversare che è assolutamente insito nella nostra cultura. Con un pizzico di goliardia.

Quel che rende un Pub un buon Pub

Cos’è, dunque, che rende un Pub un buon Pub? Se dovessi definire delle macro-categorie di influenza che mi aiutino a definire la qualità di un Pub, potrei senza dubbio asserire che un certo ruolo ce l’ha l’atmosfera che si respira nel locale – dev’esserci un’aria diversa da quella che si potrebbe trovare a casa, altrimenti ci ridurremmo tutti a prendere d’asporto e a goderci un buon panino davanti alle ultime uscite di Netflix. Importante è anche il modo in cui il personale si rapporta al cliente e la sensazione di questi di poter rimanere nel locale anche fino alla chiusura: come abbiamo detto, il senso e la filosofia di questo genere di luogo d’aggregazione è quello del passare tempo insieme agli amici per divertirsi, e la fretta guasta una serata ed un proposito simile. Naturalmente un certo peso devono averlo anche la qualità del cibo e delle bevande alcooliche servite, in particolare la birra.

Data questa premessa, per favorire la convivialità è necessario che tutti possano godere sia delle bibite sia del cibo che un pub offre: per questo tutti i pub di cui parleremo offrono alternative vegetariane e, talvolta, anche vegane.

Hamburger Steampunk e Cocktail d’autore: il The Sign Gastropub di Pozzuoli

Il The Sign di Pozzuoli non poteva non essere compreso nella classifica dei migliori Pub di Napoli e dintorni: è un locale assolutamente fuori dagli schemi ed altrettanto piacevole.

L’arredamento sembra uscito da un romanzo steampunk: alle pareti ci sono ingranaggi che girano davvero, libri sospesi che sembrano cadere dal soffitto, orologi che vanno anche al contrario e quadri di supereroi in tenuta ottocentesca. Un angolo è persino dedicato a Stranger Things, la celebre serie televisiva, con lettere e lucine che ci si aspetta quasi che, da un momento all’altro, si mettano a lampeggiare per farci arrivare messaggi dal sottosopra.

In quest’atmosfera, questo Pub ci propone una cucina di livello eccezionale. Facendo attenzione a utilizzare anche molti prodotti tipici campani, e comunque tutti di elevata qualità, viene incontro ai gusti di chiunque con una quantità spropositata di patatine (naturalmente fresche e non surgelate) cotte tutte in modo diverso – fritte, al forno, stick e chips – accompagnate da una risma incredibilmente corposa di salse e condimenti. Tantissimi i panini, che vanno dai classici hamburger – in questo caso deliziosi – a dei “cozzetielli” dai gusti atipici e spettacolari, deliziosa la carne al piatto in tutte le sue varianti e ottimi i dolci.

Nonostante già il cibo e l’ambiente facciano brillare il The Sign, uno dei fiori all’occhiello del locale è indubbiamente la selezione di alcoolici. Le birre, sia alla spina che in bottiglia e lattina, sono tante e di qualità eccellente: rosse e bionde, doppio malto, dolci o amare sono tutte da provare. I cocktail, poi, sono per così dire firmati: il barman Michele Franciosi, vincitore nel 2018 del Clairin World Championship e che nel 2019 è stato giudice della competizione, propone una selezione cocktail nuovi e particolari che si rinnova continuamente.

Il The Sign propone periodicamente anche delle serate a tema, promozioni e dei cibi a “tempo limitato”, come panini e cocktail del mese. E’ un locale bellissimo che non sembra avere insomma nessun difetto, ma se proprio dovessimo trovargliene uno probabilmente sarebbe che non è dei più economici. Ma glielo si perdona perché, d’altro canto, la qualità del locale, del cibo e delle bibite è eccezionale. E poi, nel terrazzo-giardino ci sono persino degli oblò da cui sembra affacciarsi il Kraken. Cenare accanto ai suoi tentacoli non ha prezzo.

Classe Irlandese: l’Oca Nera del Vomero

L’Oca Nera è un Irish Pub nel cuore del Vomero, a Via Gian Lorenzo Bernini, a pochi passi da piazza Vanvitelli. Il pub, dall’esterno, appare piccolo e quasi sfugge alla vista ma, appena si scendono le scale che portano al piano inferiore, dove si trova effettivamente il pub, non si può che rimanere a bocca aperta. Nel locale c’è una selezione di oggetti, inglesi ed irlandesi, da far girare la testa. Sebbene paia inverosimile, nel contesto del Pub la statua a grandezza naturale della regina Elisabetta pare meno kitsch di quel che possa apparire lecito. Sulle mura del locale ci sono quadri e scaffali pieni di libri – di autori irlandesi – che fanno da contorno alle sedute rosse e comodissime dei divanetti su cui si consuma il pasto.

Le carni dell’Oca Nera sono di qualità nettamente superiore alla media non solo dei Pub campani, ma anche dei ristoranti. È possibile anche consumare un hamburger di carne kobe (per chi non la conoscesse, la carne di kobe è una pregiata carne giapponese dalla consistenza assai tenera, il cui gusto è talmente sopraffino da non necessitare di alcun condimento. Fonte del gusto è la marmorizzazione della carne, cioè la distribuzione uniforme di un’alta percentuale di grasso. Gli animali da cui deriva questa carne sono trattati decisamente meglio di molti dei loro simili, e probabilmente anche di molti esseri umani: perché la carne possa essere definita di “kobe” non solo il manzo deve rispondere a determinate caratteristiche, ma deve trascorrere una vita serena e tranquilla, deve essere nutrito bene e deve essere periodicamente massaggiato affinché il grasso si distribuisca uniformemente nelle sue carni. Se la passa, come detto, meglio di molti di noi e quasi lo si invidia). Ad ogni modo, anche senza voler scomodare la questa selezione di carne particolare, tutti i panini e i piatti del locale sono deliziosi, anche i più semplici.

Anche le birre di questo Irish Pub sono abbastanza buone. Ma a farla da padrone, in questo caso, sono i gusti della carne in primo luogo e, in seconda battuta, l’atmosfera perfettamente scombinata eppure coerente che si respira al suo interno. Neanche l’Oca Nera è un luogo economico – ma, se ci andrete, le vostre papille gustative vi faranno capire che ne vale comunque la pena. Senza contare che, mentre mangiate portate sublimi, potrete bearvi dello sguardo vitreo della statua sbeccata della regina d’Inghilterra. Cosa potreste mai volere di più dalla vita?

Calcio, Quiz e Giochi da tavolo: Il Flannery di Fuorigrotta

Se volete divertirvi e vi piace la birra c’è un luogo indubbiamente adatto a voi: il Flannery. Ancora un Irish Pub, ma questa volta a Fuorigrotta, a via Caravaglios.

Sia che desideriate vedere una partita di calcio oppure partecipare a un gioco a quiz, sia che desideriate giocare a Risiko coi vostri amici di sempre oppure cercate un posto dove sfidarvi a Magic The Gathering il Flannery saprà accontentarvi. Il locale, completamente tinto di verde e dal soffitto ricoperto di stendardi calcistici, dall’aria indubbiamente irlandese, offre infatti come sua principale attrattiva quella di essere un luogo dove ci si può vedere con gli amici e divertirsi, a tempo (quasi) indeterminato. Il locale stesso offre infatti, tranne che nel weekend, una vasta selezione di giochi che sarà possibile portare con sé al proprio tavolo – e nulla proibisce alla clientela di portare i propri giochi da casa.

Spesso il Flannery organizza serate a tema per seguire insieme delle partite calcistiche particolari oppure per partecipare a giochi a quiz dove è possibile vincere diversi tipi di premi – anche biglietti per dei concerti. Lo spirito che pervade il locale è giocoso e goliardico, leggero e rilassante. Personalmente, quest’atmosfera permette di godere al meglio del tempo libero che si decide di trascorrere all’interno di un Pub.

La selezione di birre del locale è ottima ed abbastanza vasta, ed occasionalmente ci sono delle nuove, particolari proposte per tempi limitati. Se amate la birra (e gli straccetti di pollo fritti o gli hamburger impanati nei corn-flakes) è un locale che senz’altro riuscirà ad accontentarvi. La cucina ha delle proposte interessanti che, ormai, sono diventati degli imperdibili classici per i clienti, come il patatissimo – una porzione per sei persone di patatine fritte, accompagnata o meno da wurstel, bacon e cheddar – e le tante varianti di hamburger e panini.

Se questo non è ancora abbastanza, per voi, sappiate che il Flannery non ha decisamente un costo eccessivo, anzi: probabilmente il suo conto è quello con il miglior rapporto qualità-prezzo. Insomma: cosa c’è di più bello che uscire con gli amici, bere buona birra e giocare a  Taboo mangiando cose stra-fritte?  Fare le stesse cose senza dover vendere un rene per farlo. E il Flannery, mantenendo alti gli standard della serata, ci riesce senza difficoltà, per la gioia dei vostri reni (ma non del vostro fegato).

Cheers!

Non vi resta dunque, dopo aver letto questa guida, che avventurarvi lungo le strade della vita notturna partenopea per cercare il Pub dei vostri desideri. Io non posso fare altro che alzare la mia pinta di birra rossa e brindare con voi, sperando di avervi aiutato nella vostra ricerca, e dirvi: cheers! 

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Pet therapy: cani premiati dalla Federico II e dal Comune di Napoli

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Napoli, 23 luglio. Presso l’Aula Magna dell’Orto Botanico di Napoli, l’assessore comunale alle Politiche Sociali, Roberta Gaeta, ed il Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Gaetano Manfredi hanno premiato i cani “terapeuti” in aiuto a pazienti in dialisi.

Il cane è il miglior amico dell’uomo? Sì, talvolta anche il miglior terapeuta! L’Università di Napoli Federico II ha infatti molto investito sulla Pet therapy e ci ha visto giusto.

Nell’ambito della giornata di discussione della tesi degli allievi del Master universitario in “Zooantropologia sanitaria per gli interventi assistiti dagli animali”, la Federico II e il Comune di Napoli hanno premiato anche i cani, per la cura che hanno avuto nei confronti dei pazienti in dialisi.

Le dichiarazioni da parte della Federico II

Il rettore della Federico II, Gaetano Manfredi, ha dichiarato:

«Abbiamo molto investito sulla Pet therapy che rappresenta un modo per affrontare i bisogni delle persone in una maniera innovativa, mettendo insieme le competenze veterinarie con quelle cliniche. La professoressa Menna ha sostenuto questi percorsi, guidandoli in maniera molto qualificata e mi fa piacere che la Federico II sia un riferimento a livello nazionale in questo ambito».

La professoressa Francesca Menna è infatti la curatrice del Master ed è anche titolare della cattedra di Zooterapia nella Sanità Pubblica alla Federico II, referente e delegata CRUI al Ministero per gli interventi assistiti dagli animali.

La curatrice del Master punta in alto e spiega:

«Oggi i cani sono in grado di leggere il linguaggio non verbale dell’uomo. Dopo un anno e mezzo di percorso, distinguono perfettamente le persone più fragili ed in molti casi sono stati loro ad indicarcele, diventando così dei ponti relazionali. (…) La nostra missione è adesso quella di arrivare ad un processo di umanizzazione della medicina in maniera capillare. Puntiamo alla creazione di un decalogo sul processo di Pet therapy e a far diventare il nostro Ateneo un riferimento nazionale per il settore di zooantropologia sanitaria. E poi puntiamo ad incrementare il lavoro qualificato in questo ambito e allargare il progetto su tutto il territorio, già quest’anno abbiamo avuto la partecipazione di veterinari dalla Puglia e psicologi dal Friuli».

Le dichiarazioni dell’assessore comunale

A patrocinare la cerimonia dell’Orto Botanico di Napoli c’era anche l’assessore comunale alle Politiche Sociali, Roberta Gaeta, che, riferendosi ai cani premiati con una medaglia del Comune, dice:

«Siamo orgogliosi di premiare questi terapeuti-professionisti che attraverso la relazione e una vera preparazione riescono ad essere molto efficaci nella relazione con persone in difficoltà. Già di per sé la relazione uomo-animale offre grandi opportunità di recupero: in questo caso premiamo piccoli eroi che vivono quotidianamente nelle nostre case».

Ricordiamo inoltre che la Pet therapy non rappresenta una terapia a sé, ma si identifica come un intervento che aiuta e arricchisce le tradizionali terapie, con lo scopo di migliorare la qualità di vita del paziente.

Se dunque bisogna sottoporsi a trattamenti medici, è bello quindi pensare che,  oltre a poter contare sui medici, ci si può far “tirare su” dall’amore dei nostri amici animali.

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Misure di autoimprenditorialità: la Regione pubblica il secondo avviso

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di Luigi Manzo – Lunedì 15 luglio 2019, è stato pubblicato sul BURC il secondo avviso per le misure di autoimprenditorialità per ex percettori di ammortizzatori sociali, attualmente senza reddito.

Come per il primo avviso, il primo passo è recarsi presso il centro per l’impiego di residenza per un colloquio di orientamento. In seguito si verrà supportati dagli operatori di Sviluppo Campania, per la fattibilità dell’idea progettuale. Tutte le notizie sono presenti all’interno del BURC. È possibile scaricare il bando qui.

Visto il grande successo del primo avviso, la Regione ha emesso il secondo avviso per questa misura di politica attiva al lavoro, tutta “campana”.
“Grazie al prezioso supporto degli esperti di Sviluppo Campania i percettori saranno seguiti passo dopo passo, nella realizzazione della propria idea d’impresa!” – afferma l’assessore al Lavoro Sonia Palmeri.

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