mercoledì, Dicembre 17, 2025
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La proposta di Mastella: “Chiudiamo le scuole il sabato”

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Il sindaco di Benevento Clemente Mastella, da sempre sensibile al tema ambientale, ha lanciato una proposta: “Sto pensando di chiudere le scuole il sabato per limitare l’inquinamento prodotto dagli impianti di riscaldamento, In questo modo proveremo a rendere più salubre l’aria della città di Benevento“.

La lotta contro lo smog e l’inquinamento da polveri sottili è una priorità. Una battaglia aldilà del colore politico che condurrò con ogni mezzo per tutelare la salute dei cittadini“, conclude il sindaco di Benevento.

Abbandona il cane e vola in Spagna: cucciolo salvato dai vigili nel napoletano

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Napoli. Un uomo, di cui non sono state riferite le generalità, ha abbandonato il suo cane rinchiudendolo in una gabbia a via Brin, nei pressi della zona portuale della città: dopodiché è partito alla volta della Spagna.

Il cucciolo, che si dimenava e abbaiava disperatamente, non era stato notato da nessuno, ma per fortuna era dotato di microchip e, quindi, regolarmente iscritto presso l’Anagrafe Canina Regionale. Proprio grazie a questo dettaglio, ha richiamato l’attenzione della squadra ambientale della Polizia locale, coordinata dal generale Ciro Esposito e guidata, nella sezione che si occupa di tutela degli animali e ambiente, dal capitano Enrico Del Gaudio, con l’intervento della Asl veterinaria Napoli 1 Centro.

Il cane è stato visitato dai medici dell’ospedale veterinario del Frullone, diretto da Marina Pompameo: ora resta da stabilire se ci sono gli estremi per denunciare il proprietario dei reati di maltrattamento e abbandono.

 

 

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Castellammare: Ragazzi truffati per le vacanze, la storia finisce da Barbara D’urso

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Un gruppo di giovani napoletani è stato vittima di una truffa durante il periodo natalizio. I ragazzi avevano prenotato e pagato una casa a Roccaraso, ma l’affare si è rivelato essere una trappola: Quando la comitiva ha raggiunto la casa, ha trovato due anziani che occupavano l’alloggio.

I ragazzi, originari di Castellammare di Stabia, hanno dichiarato a Pomeriggio Cinque: ”Abbiamo pagato 800 euro in anticipo. Abbiamo cercato su Internet e trovato una baita, la signora che abbiamo contattato ci è sembrata disponibile, ma ci ha chiesto il pagamento anticipato. Ci hanno detto che non eravamo i primi a essere stati truffati in quel modo”. Sul caso stanno indagando attualmente i carabinieri, che partiranno dall’Iban della presunta proprietaria della casa a Roccaraso, di cui non si sono più avute notizie.

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Costi agevolati e biglietti omaggio: Lo spettacolo di Gianfranco Gallo aperto a tutti

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L’artista Gianfranco Gallo sarà in scena al Teatro Augusteo dal 12 al 16 febbraio con “Lo zio del medico dei pazzi”, liberamente ispirato a un’opera di Eduardo Scarpetta e per l’occasione è riuscito a organizzare un’altra delle sue bellissime iniziative. 

L’artista Gianfranco Gallo sarà in scena al Teatro Augusteo dal 12 al 16 febbraio con “Lo zio del medico dei pazzi”, liberamente ispirato a un’opera di Eduardo Scarpetta. Fa sapere sui suoi profili social di aver concordato un costo massimo per lo spettacolo di 25 euro e che 50 biglietti saranno dati in omaggio per i ragazzi e per le famiglie dei centri sociali coi quali collabora.

Orgogliosamente ha scritto che:

“Il teatro è di tutti e tutti devono poter accedervi”.

Gianfranco Gallo è un personaggio molto amato e stimato, sia per la sua bravura che per il suo grande coraggio e la sensibilità che dimostra puntualmente. Ben noto per le tantissime iniziative che mettono al centro la cultura e l’arte, l’amore per la città di Napoli, l’orgoglio di essere figlio di Nunzio Gallo e la solidarietà concreta verso il prossimo.

È stato anche il direttore artistico della “Notte D’Arte” di Napoli, un evento ben organizzato prima di Natale, a cui tutti gli artisti, egli compreso, avevano deciso di partecipare senza compenso ma a causa di una cattiva gestione da parte dell’amministrazione e la mancanza di permessi, quella sera stessa non hanno potuto esibirsi. La grande festa è stata poi riprogrammata per il 3 gennaio, questa volta senza intoppi.

L’artista, in merito allo spettacolo all’Augusteo, ha simpaticamente precisato:

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“I giganti della montagna” di Pirandello in scena al Teatro Mercadante

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“I giganti della montagna” di Luigi Pirandello, dal 15 al 26 gennaio al Teatro Mercadante. Diretto e interpretato da Gabriele Lavia.

(COMUNICATO STAMPA)

Gabriele Lavia firma ed interpreta lo spettacolo inaugurale del 2020 del Teatro Mercadante, ovvero I giganti della montagna, il testamento artistico di Luigi Pirandello, punto più alto e sintesi della sua poetica, in scena nel teatro di Piazza Municipio dal 15 al 26 gennaio.

Dopo Sei personaggi in cerca d’autore e L’uomo dal fiore in bocca… e non solo, Lavia completa la sua personale trilogia pirandelliana con un inno al prodigio straordinario del teatro come speranza, o meglio, una certezza laica, che la poesia non può morire per mano di alcun apparato.

L’attore e regista, afferma:

“I Giganti sono gli uomini del fare, mentre il teatro è fatto dagli uomini dell’essere. Luigi Pirandello l’aveva capito molto bene. Perciò, ho voluto come scenografia un teatro distrutto. Distrutto perché ci vogliono costruire degli uffici per organizzare un teatro che non c’è, è morto, ucciso proprio dagli uffici. I Giganti è un testo profetico, di cui l’autore non scrisse mai il III e ultimo atto, perché non fece in tempo”.

La scena di Alessandro Camera, i costumi di Andrea Viotti (Premio Le Maschere del Teatro Italino 2019), le musiche di Antonio Di Pofi, le luci di Michelangelo Vitullo, le maschere di Elena Bianchini, le coreografie di Adriana Borriello, incorniciano la magica opera incompiuta di Pirandello in un allestimento maestoso, con un cast imponente di attori, mimi, danzatori e musicisti. La storia del mago Cotrone al cospetto del mistero dell’Oltre diventa una folle, poetica sarabanda ambientata in un tempo e luogo indefiniti, tra favola e realtà.

I giganti della montagna è una produzione della Fondazione Teatro della Toscana.

In scena, con Gabriele Lavia nel ruolo di Cotrone detto il Mago, recitano Federica Di Martino, Clemente Pernarella, Giovanna Guida, Mauro Mandolini, Lorenzo Terenzi, Gianni De Lellis, Federico Le Pera, Luca Massaro, Nellina Laganà, Ludovica Apollonj Ghetti, Michele Demaria, Simone Toni, Marìka Pugliatti, Beatrice Ceccherini, Luca Pedron, Laura Pinato, Francesco Grossi, Davide Diamanti, Debora Rita Iannotta, Sara Pallini, Roberta Catanese, Eleonora Tiberia.

Info e orario rappresentazioni su: www. teatrostabilenapoli.it

Biglietteria tel. 081.5513396 | e.mail biglietteria@ teatrostabilenapoli.it

Giganti a tempo indeterminato

Conversazione con Gabriele Lavia di Matteo Brighenti

dal programma di sala dello spettacolo

I giganti della montagna è il terzo testo di Luigi Pirandello in cinque anni, dopo Sei personaggi in cerca d’autore e L’uomo dal fiore in bocca… e non solo, che lei dirige e interpreta per la Fondazione Teatro della Toscana. Il drammaturgo agrigentino si direbbe uno dei suoi autori prediletti.

Sì, anche per tradizione familiare. Per me è il più grande, forse più di William Shakespeare. Credo che dentro di sé si ritenesse superiore anche ai classici greci. Infatti, dichiarava: «I greci hanno messo l’uomo sull’orlo dell’abisso, io l’ho fatto cadere dentro».

Si chiude oggi una sorta di trilogia sui conflitti tra apparenza e verità, realtà e rappresentazione, individuo e mondo?

Pirandello vive con I giganti della montagna il suo grande momento espressionista. Si tratta di un espressionismo onirico, fantastico, visionario. Alcuni attori si sono ridotti a essere quasi degli straccioni per seguire Ilse Paulsen, l’attrice moglie del Conte, che chiamano la Contessa. Vanno in giro come pezzenti a recitare la Favola del figlio cambiato, copione scritto per la Contessa da un certo autore, innamorato di lei, e morto per la disperazione di non essere corrisposto. È l’incubo della Compagnia. La donna, infatti, per espiare la colpa di quel suicidio, si ostina a voler recitare la Favola, che ovunque ha grande insuccesso. Il mondo non capisce più la poesia. Cotrone dà rifugio alla Compagnia alla villa La Scalogna: l’arte non può abitare in mezzo agli uomini, ma solo tra loro Scalognati. Gli artisti riescono a vivere unicamente fuori dal mondo.

Cotrone è uno strano mago che dice di essersi fatto «turco» per il «fallimento della poesia della cristianità».

Vive nel fallimento, nella caduta del mondo, ai margini della vita e ai confini del sogno. Si è rifugiato o emarginato nella propria illusione che il teatro, cioè la poesia originaria, possa essere il luogo assoluto, fuori da ogni contaminazione. E lontano dai Giganti, dalle “forze brute”, da uomini che mettono paura soltanto a sentirli passare al galoppo. Nella mia vita ho visto molte edizioni dei Giganti della montagna: Cotrone era sempre cupo, malinconico, triste. Secondo me, invece, è allegro e incazzato. Perché è disperato.

I Giganti sono gli uomini che rifuggono la coscienza della propria origine?

Il teatro è quell’accadimento misterioso e pagano che ha trasformato i viventi in una comunità di uomini, quando si sono rappresentati e riconosciuti in quella rappresentazione, nell’origine della coscienza di “essere quel che si è”. I Giganti sono snaturati dal non voler conoscere se stessi. I loro servi imitano i costumi di violenza, ignoranza e volgarità dei loro padroni. Quindi, non possono far altro che continuare a uccidere il teatro, la poesia originaria nata come specchio dell’uomo.

Per questo l’azione del suo spettacolo avviene dentro una sala teatrale diroccata?

Viviamo un momento in cui il teatro è stato ucciso e, di conseguenza, è diroccato. Sono molto più importanti gli uffici, la burocrazia, te: i dipendenti a tempo indeterminato, che non possono essere toccati, hanno fatto sì che si potesse toccare solamente il precario, cioè il teatro. Allora, l’istituzione esiste non tanto per fare I giganti della montagna, quanto per giustificare gli impiegati e le loro mensilità.

Dunque per lei i Giganti oggi sono l’apparato?

Certo, sono gli uomini del fare, mentre il teatro è fatto dagli uomini dell’essere. Luigi Pirandello l’aveva capito molto bene. Perciò, ho voluto come scenografia un teatro distrutto. Distrutto perché ci vogliono costruire degli uffici per organizzare un teatro che non c’è, è morto, ucciso proprio dagli uffici. I Giganti è un testo profetico, di cui l’autore non scrisse mai il III e ultimo atto, perché non fece in tempo.

Il figlio Stefano, però, ha raccolto dal padre l’appunto su come intendeva comporlo.

Sapeva che doveva morire. Sono convinto che abbia detto quel che ha detto per rassicurare il figlio sulla sua voglia di vivere: «Ho composto nella mente il III atto – non prendeva appunti, era un uomo di una memoria straordinaria – c’è un olivo saraceno, grande, in mezzo alla scena: con cui ho risolto tutto». Inventa, ma in realtà sta pensando alla morte. Credo che avrebbe chiuso il sipario con le quattro parole conclusive del II atto, messe in bocca al personaggio della seconda donna, Diamante, che ha la responsabilità di dare voce al testamento di Pirandello: «Ho paura, ho paura». Le indicazioni riportate dopo la sua morte sono un documento entrato a far parte della tradizione culturale intorno alla figura di un genio. Ma ci sono cose più importanti di cui tenere conto.

Quali?

Il Premio Nobel agrigentino sta lavorando alla sceneggiatura del film tratto dal suo Fu Mattia Pascal. Si sente male. Viene un medico, proprio nel momento in cui gli stanno cambiando il letto. Rimangono soli. Quando gli cava il sangue, Pirandello, per come l’ha poi raccontata il dottore, chiede: «Insomma, mi vuole dire che è questo?» E lui risponde: «Non deve avere paura delle parole: questo è morire». La cronaca racconta che abbandona subito la stesura della sceneggiatura e si mette a scrivere I giganti della montagna, il cui primo titolo è Fantasmi.

Il drammaturgo in chi s’immedesima di più? In Cotrone o in Ilse?

È Cotrone, il Conte, Cromo, il poeta suicida e anche un po’ Ilse. Si dissimula in vari personaggi. In fondo, racconta il mito di Dioniso, il dio fanciullo sbranato dai giganteschi Titani. Apollo ne prende i pezzi e li riunisce su un piccolo altarino di legno. I pastori (trágos), commossi, cantano un’ode piangente, dando origine alla trágos-ode, la tragedia. Nella chiarezza della favola, del “mito” dei Giganti, Dioniso è Ilse, la donna, perché col tempo l’uomo dall’essere si è spostato al fare. Così, quando l’attrice domanda di recitare davanti a un pubblico, viene portata al cospetto dei servi dei Giganti, che, inevitabilmente, la uccidono.

La donna come protagonista e vittima del genere umano?

Nel testo Pirandello affronta pure la sua tormentata relazione con Marta Abba. Non l’ho letto da nessuna parte, ma penso che la famosa scena del sogno sia una confessione della «atroce notte passata a Como», come la chiama nelle sue lettere. Cosa sia successo nessuno lo sa. Certo, lei non deve essere stata tenera. D’altra parte, Ilse ha molte facce e sa essere estremamente volgare. A Cromo che le fa notare che, da Contessa, avrebbe potuto mettere le corna al marito, ribatte: «Quelle delle farfalle si chiamano antenne». “Farfalla” è un modo con cui in Sicilia si dice “omosessuale”. C’è un mistero insondabile tra il Maestro e la sua Musa, per cui lui ha diseredato persino la figlia, contraria al loro rapporto. Alla Abba sono andati i diritti delle opere di Pirandello e, finché è stata viva, bisognava darle dei soldi per metterlo in scena. Io l’ho conosciuta: «Caro, caro, – mi apostrofava – deve farlo in blue jeans. Pirandello, se fosse vissuto oggigiorno, le sue commedie le avrebbe rappresentate tutte così.

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Aggredito il giornalista Mimmo Rubio per le sue denunce anti-camorra

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Il giornalista Mimmo Rubio è stato avvicinato in strada e aggredito dal figlio dell’ex sindaco di Arzano, la cui amministrazione è stata sciolta per camorra anche dopo le denunce dello stesso giornalista e di un altro collega.

Il giornalista di “Arzano News” Mimmo Rubio è stato aggredito ad Arzano dal figlio dell’ex sindaco della cittadina, come ha denunciato lo stesso giornalista. Ha spiegato ai sindacati che si trovava in strada quando è stato avvicinato e preso a schiaffi dall’aggressore mentre stava realizzando un servizio. L’Ordine dei Giornalisti della Campania presieduto da Ottavio Lucarelli ha subito espresso la propria solidarietà e ha anche auspicato che:

“tutti i giornalisti siamo messi in condizione di mettere in condizione di poter lavorare in sicurezza”.

Ecco la nota diffusa congiuntamente dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana, dal Sindacato Unitario Giornalisti della Campania e l’Unci Campania:

“Il giornalista Mimmo Rubio, già vittima di attentati da parte della camorra, è stato aggredito dal figlio dell’ex sindaco del Comune di Arzano, sciolto per camorra anche dopo le denunce dello stesso Rubio e del collega Giuseppe Bianco. Rubio era in via Napoli per un servizio da pubblicare sul sito Arzanonews, quando è stato avvicinato, minacciato e schiaffeggiato dall’aggressore. Domani il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, incontrerà il ministro dell’Interno, nell’ambito del coordinamento per la sicurezza dei giornalisti, al quale sottoporrà il caso. In Campania, dove i giornalisti sotto scorta armata sono ben cinque, c’è una vera e propria emergenza per l’informazione. Al collega Rubio va la solidarietà e il sostegno del Sindacato dei giornalisti che è pronto ad affiancarlo in qualsiasi sede.”

Al collega Mimmo Rubio va la solidarietà di tutta la nostra redazione.

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Maldestro in concerto al Piccolo Bellini

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Maldestro, ormai uno degli artisti più apprezzati della scena cantautoriale italiana, torna sul palco del Piccolo Bellini con Come neve sopra il mare. Il lavoro, è un viaggio attraverso le canzoni e i racconti più intimi di una vita violenta. Una risalita dal basso, sfuggendo dall’abbiglio delle lampare che ingannano i pesci. Un racconto cristallino, senza alcuna maschera, dove il protagonista si dimette dal ruolo di cantautore spingendosi laggiù, dove abitano i pensieri più sinceri.

Non solo un concerto, ma anche un racconto di vita che mette insieme la musica e il teatro.

Appunti dal fondo è un viaggio attraverso le canzoni e i racconti più intimi di una vita violenta. Una risalita dal basso, sfuggendo dall’abbiglio delle lampare che ingannano i pesci. Un racconto cristallino, senza alcuna maschera, dove il protagonista si dimette dal ruolo di cantautore spingendosi laggiù, dove abitano i pensieri più sinceri.” Maldestro

Tra gli ospiti della serata: Dario Sansone dei Foja, i musicisti Sara Sgueglia e Luigi Pelosi, e l’attore Salvatore Esposito.

Info Spettacolo

Piccolo Bellini, 14 gennaio h. 21:15

Prezzi: 15€ + 2€ DP

(COMUNICATO STAMPA)

 

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Masterchef 9: eliminata Nunzia, estetista napoletana

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La nona edizione di Masterchef vede tra le postazioni molti aspiranti chef provenienti dalla Campania. Durante la puntata di questa sera ad uscire dopo il classico “Invention test” è stata Nunzia Borrelli, estetista napoletana. Fatale è stata la replica del piatto dello chef stellato Mancini: una tagliatella di seppia all’amatriciana.

Nunzia Borrelli (per tutti “Titti”) ha 45 anni, viene da Napoli e fa l’estetista da 25 anni. “Mio marito – ha raccontato lei stessa – assaggiava i miei piatti e mi diceva: ‘Ma tu perché sei ancora qui?’. Io non ci credevo, ma se penso che ora sul grembiule c’è il mio nome piango di nuovo: ottenerlo è stata un’emozione pazzesca, un sogno divenuto realtà”, ha raccontato subito dopo aver ottenuto il grembiule.

Posillipo: arrestato parcheggiatore abusivo che bloccava il traffico

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Arrestato in via Manzoni, a Posillipo, un parcheggiatore abusivo: l’uomo ha bloccato il traffico fuori l’ospedale Fatebenefratelli e si è rifiutato di consegnare l’incasso durante i controlli, aggredendo i poliziotti. Il parcheggiatore, già noto alle forze dell’ordine, dovrà ora rispondere di resistenza a pubblico ufficiale.

E’ stato avvistato da una pattuglia della Polizia mentre era al centro della strada, vicino all’ospedale Fatebenefratelli, intento ad indicare agli automobilisti quali manovre compiere. E.M., 50 anni, aveva bloccato il traffico, per agevolare il parcheggio ai suoi “clienti” , mentre le altre vetture erano costrette a fermarsi in coda. L’uomo, già denunciato più volte per la sua”professione”, ha cercato di non consegnare i soldi guadagnati abusivamente e di tenerli per se; ha quindi aggredito gli agenti nel tentativo di tenere il denaro. Per l’uomo l’8 gennaio sono scattate le manette con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.

Il parcheggiatore abusivo era già stato denunciato e multato più volte per la sua attività; era pertanto già noto alle forze dell’ordine.

I controlli  sui parcheggiatori abusivi

Effettuati nei giorni scorsi ulteriori controlli specifici anti-parcheggiatori abusivi nel centro di Napoli. Nella sola notte dell’Epifania la Polizia Municipale ne ha individuati e sanzionati 18 a Piazza Mercato. I parcheggiatori si erano impossessati di un lungo tratto di via Nuova Marina, imponendo il pagamento anche ad automobilisti che parcheggiavano a svariati metri di distanza.

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Casalnuovo: Vandali incendiano e distruggono le giostrine del parco a Talona

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Di Anna Menale – Purtroppo, i problemi causati dai fuochi pirotecnici non sono per niente terminati con l’inizio del nuovo anno.

Questa volta è stata presa di mira una villetta situata a Talona, località molto vicina a Casalnuovo.
Proprio lì, dei soggetti hanno appiccato il fuoco e hanno distrutto tutte le giostrine per i bambini.

Il sindaco Massimo Pelliccia ha comunicato ai cittadini che le autorità competenti stanno già “identificando gli autori di questo folle gesto”.
Questa volta il sindaco non ci sta, e ha deciso di prendere dei provvedimenti seri. “Non possono passarla liscia, è davvero vergognoso”, ha dichiarato.

Inoltre, sono già state riacquistate le giostrine per i bambini e il danno è stato del tutto cancellato.
“Non ci fermerete mai: voi distruggete, noi ricostruiremo”, ha aggiunto il sindaco, lanciando una sfida a tutti i soggetti che si divertono in questo modo.

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