mercoledì, Agosto 20, 2025
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Teatro alla Deriva: “Il viaggio di Nabil” alle terme di Nerone

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di Maria D’Angelo – Alle Terme – Stufe di Nerone (Bacoli-NA) domenica 14 Luglio, alle ore 21.30, si terrà il secondo appuntamento con l’8a edizione della rassegna Teatro alla Deriva. 

La rassegna, che prevede pièce di teatro  recitate su una zattera, è ideata da Ernesto Colutta e Giovanni Meola, che ne firma la direzione artistica per il settimo anno.

Per il secondo appuntamento, VocAzioni Creative presenta Il viaggio di Nabil, un poema epico contemporaneo di Daniele Virgillito, con la riduzione teatrale di Fabio Pisano e l’ideazione scenica e la regia di Stefano Amatucci. In scena troviamo Ivan Boragine, Rosario D’Angelo, Francesco Manisi e Gianluca Pugliese.

la rassegna | TEATRO ALLA DERIVA

Manifestazione teatrale unica in Italia e appuntamento fisso del territorio flegreo, offre un programma di forte impatto ed alternativo. La sua unicità risiede nel far andare in scena gli spettacoli su di una zattera galleggiante sull’acqua, costruita appositamente e posizionata all’interno del laghetto circolare delle Stufe di Nerone.

Scenario suggestivo, distanza dal caos della città, particolarità dello spazio scenico, tutto concorre ad accogliere un pubblico sempre più numeroso, anno dopo anno, nonché quattro spettacoli che proveranno a far ridere, emozionare, pensare, smuovere menti e viscere, in una parola a cercar di creare la magia del teatro.

Giovanni Meola | direttore artistico

«Otto anni non sono tanti in assoluto ma lo sono quando una rassegna come questa, che non ha aiuti esterni e si regge sulle proprie gambe sin dall’inizio, riesce a creare un interesse e una partecipazione costanti e crescenti. TEATRO alla DERIVA è un piccolo miracolo di resistenza e presenza su un territorio povero di offerte teatrali nei lunghi mesi estivi. Un piccolo miracolo di cui sono onorato di firmare ancora una volta la direzione artistica per un cartellone che, quest’anno, presenta quattro spettacoli eccezionalmente pertinenti allo spazio scenico (unico e particolarissimo) che li ospita. La nostra zattera galleggiante non poteva essere palcoscenico migliore per un lavoro ambientato in un non-luogo, sorta di isola claustrofobica (‘Chiromantica Ode Telefonica agli Abbandonati Amori’) così come per una drammaturgia del viaggio, clandestino, che si consuma proprio su un barcone (‘Il Viaggio di Nabil’). La zattera diventa spazio scenico perfetto anche per ‘Tre. Le Sorelle Prozorov’ (primo lavoro da me diretto che decido di ospitare in questi anni), un Cechov riscritto con tre sole attrici, perse ed isolate, in particolare da una vita davvero vissuta. E location ad hoc è anche per ‘L’Ammore nun è Ammore’, splendida cavalcata tra i sonetti di Shakespeare, ma in napoletano, versi che prendono il volo pur restando con i piedi ben piantati in terra, anzi al confine tra terra ed elemento liquido.» commenta il direttore artistico Giovanni Meola.

Il secondo appuntamento

Ispirato ad un poemetto in versi, bestseller in digitale, lo spettacolo è una ‘piccola Odissea’ contemporanea. Il viaggio di Nabil su un barcone clandestino diretto in Sicilia, per ritrovare la fidanzata, lo porterà a contatto con profughi e scafisti malfattori. Il tutto ambientato su di una pedana incerta sulla quale gli attori sono sempre in bilico, come le esistenze degli immigrati che interpretano.

“IL VIAGGIO DI NABIL” di Daniele Virgilito, è un bestseller digitale, alla sua uscita ha superato nella classifica Amazon, in copie vendute, le opere di Omero, Dante ed altri poeti di fama mondiale. Ora diventa uno spettacolo teatrale. L’opera narra del viaggio intrapreso da Nabil, giovane traduttore egiziano, su un barcone clandestino diretto in Sicilia. Nabil vuole ritrovare Yara, la sua ragazza, scomparsa in circostanze misteriose. Nel barcone, guidato da uno scafista senza scrupoli, Nabil verrà a contatto con numerose storie di profughi.

Dove e quando

Terme Stufe di Nerone (via Stufe di Nerone n. 37, Bacoli – NA)

giorni e orari: 14 luglio | 21 luglio | 28 luglio – ore 21:30

info e prenotazioni | infoteatroalladeriva@gmail.com – 081 868 8006

www.tsdn.it/teatroalladeriva

http://www.virusproduzioni.it

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Prove Invalsi: risultati preoccupanti in Campania

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Prove INVALSI 2019: i risultati delle prove, presentati ieri alla Camera, attestano risultati negativi per la Campania.

Le statistiche delle prove INVALSI 2019 mostrano infatti che in Campania 8 studenti su 10 non arrivano alla sufficienza in inglese e che il 50% ha anche problemi in italiano e matematica.

Aumenta inoltre il divario dei risultati delle prove tra il Nord e il Sud, anche se i risultati non sembrano essere positivi neanche per il resto dell’Italia. Mal comune mezzo gaudio? In questo caso forse no…

Le statistiche delle prove INVALSI 2019

Ieri, 10 luglio: presentati alla Camera i risultati delle prove INVALSI dell’anno scolastico appena terminato.

  • ITALIANO: i risultati delle prove di italiano nella scuola primaria sono abbastanza soddisfacenti in tutta Italia, differenti sono invece i dati con il progredire del ciclo scolastico. Infatti a livello nazionale, gli allievi dell’ultimo anno del liceo che raggiungono risultati molto bassi sono circa il 13%, ma questa quota supera il 20% in Campania.
  • MATEMATICA: i risultati delle prove di matematica sono scadenti in tutta Italia a partire dalla scuola primaria, con un divario sempre più accentuato tra Nord e Sud. La media nazionale degli alunni che non supera i requisiti minimi in matematica è infatti del 40%, percentuale che in Campania arriva addirittura al 50.
  • INGLESE: i risultati delle prove di inglese rilevano invece un miglioramento nelle scuole primarie del Sud, rispetto all’anno scorso, poiché il 78% dei bambini raggiunge il livello A1. È invece decisamente preoccupante la statistica emersa per i risultati delle prove dei ragazzi del liceo della Campania. Infatti nella nostra regione, all’ultimo anno di liceo, solo il 20% raggiunge il livello B2 e il 41% non raggiunge neanche il livello B1. È stato inoltre riscontrato un risultato peggiore nelle prove di listening, prova del fatto che si dà maggiore importanza allo studio dei testi scritti, piuttosto che della lingua parlata.

 

Cosa sono le prove INVALSI?

Dall’anno accademico 2005/2006, numerosi studenti italiani devono sostenere  le prove INVALSI (Istituto Nazionale Valutazione Sistema di Istruzione) mentre l’assetto delle prove dell’attuale anno scolastico è quello stabilito da un decreto emanato nel 2017.

Le prove INVALSI sono prove scritte, in formato cartaceo o digitale, che hanno lo scopo di monitorare il livello di apprendimento delle fondamentali competenze di italiano, matematica e inglese, in diverse fasi dei diversi cicli scolastici.

Gli studenti della seconda elementare e del secondo liceo svolgono solo le prove di italiano e matematica, gli studenti che invece terminano un ciclo scolastico (quinta elementare, terza media e ultimo anno di liceo) svolgono anche una prova di inglese.

Ieri, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha dichiarato alla Camera che le prove INVALSI sono uno strumento che consente di avere una foto articolata e dettagliata del lavoro del suo ministero. Grazie a tali prove è possibile analizzare le criticità del sistema scolastico e realizzare azioni puntuali ed efficaci.

Il sistema scolastico va infatti monitorato e senza dubbio migliorato, ma è davvero questo il metodo più efficace? Le prove INVALSI, svolte annualmente dagli studenti, corrispondono davvero ai programmi scolastici?

Sarebbe bene ricordare le parole che il filologo Luciano Canfora pronunciò nel 2013, a proposito delle prove INVALSI: «le prove INVALSI e la loro “quizzologia” sono una mostruosità senza senso che premiano chi è più dotato di memoria, non chi ha spirito critico. (…) Se io tolgo allo studente che si sta formando l’abitudine alla critica, alla capacità di comprendere e di studiare storicamente, lo trasformo in un pappagallo parlante dotato di memoria e nulla più.»

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Falsi profili sexy ed estorsioni on-line: quattro arresti in provincia di Napoli

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Di Anna Menale – Questa mattina all’alba la polizia di Stato di Genova con il supporto della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di Acerra ha arrestato quattro persone accusate di estorsioni aggravate.

Il gruppo, che risiedeva in provincia di Napoli, agiva esclusivamente online tramite la creazione di profili finti e non solo. Gli investigatori della squadra mobile, guidati dal primo dirigente Marco Cali’, sono infatti riusciti a ricostruire una complessa strategia ricattatoria.

La strategia dei ricatti on-line

La banda usava un modus operandi che era studiato in ogni fase. Si partiva dalla creazione di profili finti (i cosiddetti “fake“) rubando fotografie di giovani e avvenenti donne. Poi, si continuava con l’invio della richiesta di amicizia a uomini scelti dopo aver esaminato le informazioni reperibili in rete e con cui si intraprendevano conversazioni spinte e a sfondo erotico. Infine, i malviventi contattavano nuovamente le vittime fingendo di essere appartenenti alle forze dell’ordine, inducendoli a credere di aver avuto contatti virtuali con minorenni, e dunque li minacciavano di denunciarli se non avessero pagato.

 

Spadafora contro Salvini: “Alimenta l’odio”. La Lega: “Si scusi o si dimetta”

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Spadafora dà del “maschilista” a Salvini e denuncia la deriva sessista e razzista che sta prendendo il Paese. Intanto, viene annullata la sua conferenza stampa per il censimento e lo sblocco dei fondi dei centri anti-violenza.

In un’intervista al quotidiano “La Repubblica”, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità, Vincenzo Spadafora critica il vicepremier Matteo Salvini per gli insulti rivolti al capitano della Seawatch Carola Rackete e pare che a questo episodio sia collegato l’annullamento della presentazione prevista per oggi proprio da parte di Spadafora e il ministro Giulia Bongiorno, del primo censimento nazionale dei centri antiviolenza.

Avrebbe dovuto annunciare l’arrivo di nuovi fondi, ma anche di più rigorosi criteri di controllo sull’operato dei centri stessi. L’accaduto ha ovviamente suscitato non ben poche polemiche. Non si conoscono ancora i motivi dell’annullamento della conferenza stampa. Potrebbe aver influito un certo malumore del vicepremier Matteo Salvini per le dichiarazioni di Spadafora:

“L’Italia vive una pericolosa deriva sessista. Come facciamo a contrastare la violenza sulle donne, se gli insulti alle donne arrivano proprio dalla politica, anzi dai suoi esponenti più importanti?”.

E porta ad esempio gli attacchi verbali di Salvini a Carola Rackete:

“L’ha definita criminale, pirata, sbruffoncella. Parole, quelle di Salvini, che hanno aperto la scia dell’odio maschilista contro la Capitana, con insulti dilagati per giorni e giorni sui social”.

In mattinata, il leader del carroccio ha replicato durante una conferenza stampa al Cara di Mineo:

“Cosa sta a fare il sottosegretario? Sta al governo con un pericoloso razzista e maschilista? Fossi in lui mi dimetterei. Non ritenendomi un razzista e un maschilista non ho nulla da rispondere a scemate del genere. Se mi ritiene così brutto si dimetta e faccia altro nella vita. Ci sono delle ong che lo aspettano. Io spero che il governo duri 4 anni, certo se ogni giorno c’è un sottosegretario cinquestelle che si alza e la spara diventa impegnativo”.

Nel pomeriggio, parlando con i cronisti alla Camera, Salvini si difende:

“Posso essere accusato di essere sovrappeso, ma di maschilismo no. Il 22 luglio regaleremo più diritti alle donne con l’approvazione del Codice Rosso dopo anni di chiacchiere. Il top sarebbe la castrazione chimica per pedofili e stupratori”.

Poi rassicura:

“Il governo non è a rischio per il caso Spadafora”.

Gli esponenti della Lega non tardano a polemizzare contro Spadafora per difendere il loro leader, ma non mancano nemmeno le dichiarazioni dei parlamentari cinquestelle che scrivono una nota ufficiale:

“Non comprendiamo tutto questo clamore intorno alle affermazioni del Sottosegretario Spadafora – si legge in una nota sottoscritta da alcuni parlamentari cinquestelle – I numeri dell’ultima indagine Istat manifestano che il fenomeno della violenza sulle donne nel nostro Paese non è affatto debellato. Che questo fenomeno si alimenti anche con determinate affermazioni e che l’esempio incide anche sull’approccio culturale, non è un mistero per nessuno. Basti pensare che in Italia le donne sono oggetto del 63% di tutti i tweet negativi. Ognuno di noi, quindi, nel rispetto del proprio ruolo, ha la responsabilità di combattere e debellare questo fenomeno. E il lavoro portato avanti sul codice rosso dal Sottosegretario Spadafora e dalla ministra Bongiorno va proprio in questo verso. Detto ciò è compito e dovere di tutti lavorare ed andare avanti per la tutela di tutti i cittadini”.

Le dichiarazioni di Spadafora su Salvini hanno scatenato una serie di reazioni opposte da parte dei politici di altri partiti, tra cui richieste di scuse o di dimissioni. Il deputato Pd Lucia Annibali, tra l’altro vittima essa stessa di violenza, ha detto:

“Fa piacere leggere che anche il Sottosegretario Spadafora si sia finalmente accorto che c’è una responsabilità politica precisa di alcuni ministri del suo governo nella ‘pericolosa deriva sessista’ che sta vivendo il nostro Paese. Noi lo denunciamo da tempo nel silenzio generale”.

Sul caso è intervenuto anche il vicepremier Luigi Di Maio:

“Quanto casino per una intervista, ma è possibile che ora il problema di questo Paese debba diventare una intervista? Pensiamo a lavorare piuttosto visto che i risultati ci sono. Sono già partiti quasi tutti gli appalti, il 96%, dei 400 milioni stanziati per i Comuni. Questi sono temi di cui deve parlare il governo e che ci rendono orgogliosi. Quindi lavoriamo e andiamo avanti”.

E ha ribadito che:

“Spadafora non si dimette. Punto. E ora andiamo avanti, sono stanco di queste polemiche inutili”.

Gianfranco Gallo al Maschio Angioino per lo spettacolo “Clandestino”

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Clandestino” è il titolo dello spettacolo di Gianfranco Gallo che sabato 20 luglio alle 21.00 sarà in scena al Maschio Angioino.

Ad accompagnare sul palco l’attore partenopeo ci saranno la figlia Bianca Gallo e il nipote Gianluca Di Gennaro, già noto per il suo ruolo nella serie “Gomorra”.

“Clandestino” è uno spettacolo musicale dove il tema della clandestinità viene affrontato con una sagace ironia capace di denunciare e, allo stesso tempo, divertire.

L’unione di musica e parole si dimostra la carta vincente di una leggerezza che fa pensare.

Le canzoni originali e le cover (dai grandi successi di Pino Daniele a quelli di Manu Chao) affronteranno il tema della clandestinità in modo diverso, ma sempre coerente.

L’accompagnamento musicale è affidata alla chitarra di Antonio Maiello.

Lo spettacolo, inoltre, sarà aperto da Malavoglia che presenterà in anteprima alcuni brani del suo nuovo album.

“Clandestino” rientra nel programma di Estate a Napoli, l’evento culturale che quest’anno festeggia il suo quarantesimo anniversario.

È possibile prenotare i biglietti sul sito i-ticket al prezzo di €15,00 (più €2,00 di costi di prevendita).

Miss Trans 2019: l’evento alla Mostra d’Oltremare

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Al via a Miss Trans 2019 che si terrà il 13 e il 14 luglio a Napoli, alla Mostra d’Oltremare. L’evento è organizzato da Stefania Zambrano, da anni sostenitrice dei diritti di gay, lesbiche, trans, queer e gender non conforming, in collaborazione con Luigi Papacciuoli.

Miss Trans 2019

A ridosso del mese più colorato dell’anno, il giugno pride, al via Miss Trans 2019. Il concorso vedrà venti partecipanti italiane ed europee gareggiare  per bellezza, portamento, ma anche carattere e personalità. L’evento sarà presentato da Sofia La Papessa, affiancata da Tilde Mendes. Numerosi gli ospiti attesi: saranno infatti presenti il cantante Ciro Muoio e la cantante neomelodica Stefania Lay, Arianna Maravolo, Miss Campania 2018, l’opinionista Carmine Ruggiero, Sara Finizio, Miss Trans 2018, Anna Brancati, attrice di Gomorra e opinionista, il giornalista Antonio D’Addio, l’avvocato Ileana Capurro, presidente di Atn (Associazione Transessuale di Napoli), e Marzia Mauriello, docente di Antropologia Medica. Madrina dell’intera kermesse sarà la mitica Tarantina, figura “totemica” dei Quartieri Spagnoli e che si definisce “l’ultimo dei femminielli” di Napoli. Ospite d’onore Angelo Sanzio, il Ken italiano. 

Un momento di riflessione sui diritti LGBT

Non mancheranno momenti di riflessione sui diritti LGBT, questioni purtroppo ancora oggi spinose.

Questa la dichiarazione di Stefania Zambrano:

Sono contenta e soddisfatta di questa mia creatura, che è anche un’occasione per parlare dei nostri diritti, dell’omofobia e trans fobia, del bullismo e delle cattiverie che sono ritornati nei nostri confronti. Quest’anno parleremo anche della Chiesa, dei sacerdoti e delle loro ipocrisie. Auguro una vita serena per noi che abbiamo già tanto sofferto!

Insomma, se è vero che, come scriveva Dostoevskij “La bellezza salverà il mondo”, ancor più importante oggi è che il mondo salvi la bellezza, che è prima di tutto libertà di esprimersi, e che le dia spazio e respiro.

 

Esame per avvocato: a Napoli passa a stento il 40%

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Esame per avvocato: a Napoli passa solo il 39,70% degli aspiranti avvocati

Coloro che avevano presentato domanda per l’esame per avvocato a Napoli sono stati 4041 e hanno svolto le prove scritte dall’11 al 13 dicembre 2018, presso le sedi della Corte di Appello a Napoli. Una commissione di Roma ha valutato tutte le prove scritte.

A Napoli il 60,30%, quindi più della metà degli aspiranti avvocati, non ha superato lo scoglio della prova scritta. In questi giorni infatti la Corte di Appello sta procedendo a pubblicare gli elenchi degli ammessi e dei non ammessi.

I numeri potrebbero far pensare ad una vera e propria “carneficina” per l’altissima percentuale di bocciati, ma paradossalmente le statistiche sembrano migliorare a favore degli aspiranti avvocati.

Il vero e proprio record di non ammessi all’esame per avvocato a Napoli c’è stato infatti l’anno scorso, quando addirittura la percentuale di bocciati è arrivata al 66%.

In ogni caso superare lo scoglio dello scritto per accedere all’orale sembra sia stato difficile ancora una volta.

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De Luca sfotte Toninelli: “Un ministro con la Permanente, trovi un barbiere”

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Ancora scintille tra il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e il Ministro dei Trasporti Toninelli, i quali si contendono i riflettori per il nuovo piano industriale dell’aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi, i quali bandi per i lavori di adeguamento saranno emanati entro il 31 dicembre di quest’anno.

“Prima di essere il Presidente della Regione Campania, De Luca è stato sindaco di Salerno e ha ricoperto incarichi di governo. Noi invece abbiamo rapidamente raggiunto l’obiettivo”. 

E’ l’ammonizione di Toninelli a De Luca, volta a sottolineare i numerosi incarichi di vertice ricoperti da De Luca negli anni senza mai, a detta del Ministro, riuscire a raggiungere l’obiettivo.

Non si da attendere la risposta di De Luca: 

“Toninelli trovi la strada di un barbiere. Non ho mai visto un ministro che va in giro con la permanente.”

Dopo lo sberleffo, De Luca commenta:

“La Regione ha fatto un altro miracolo creando il sistema aeroportuale regionale, unificando Salerno e Capodichino, altrimenti il nostro aeroporto non avrebbe mai avuto una concessione. La Regione investe 250 milioni di euro, non so quanto vuole investire Toninelli”. 

 

 

Censis: UniSa migliore in Campania, Federico II peggiore d’Italia

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Il Censis ha pubblicato la classifica dei migliori atenei italiani: in Campania va ad UniSa il miglior risultato, alla Federico II e a L’Orientale i peggiori.

Di diversa natura rispetto alla classifica elaborata da Almalaurea poco tempo fa, la quale premiava, da un certo punto di vista, gli atenei campani, la classifica dei migliori atenei italiani (ed. 2019/2020), elaborata dal Censis, arriva come una doccia fredda. Chissà che non ci porti anche a svegliarci e a darci una mossa.

Basate sull’anno accademico 2017-2018, le classifiche del Censis sono stilate seguendo un rigoroso metodo.

I criteri utilizzati sono molteplici e includono la disponibilità di strutture e delle borse di studio, il livello di occupabilità, la comunicazione e i servizi digitali, i servizi erogati e l’internazionalizzazione degli atenei. Tra i nuovi criteri introdotti, troviamo anche la soddisfazione dei laureati verso i servizi dell’ateneo, e la “carriera alias”, ovvero uno strumento, definito “lgbt-friendly” dal Censis, fondamentale per agevolare gli studenti in transizione di genere.

Tuttavia, il criterio primario di cui si tiene conto nella classificazione degli atenei è la dimensione delle università che, quindi, vengono suddivise in base al numero del bacino di utenza. Considerando gli atenei statali, si passa dai mega atenei (con oltre 40.000 iscritti) ai grandi atenei (da 20.000 a 40.000 iscritti), per poi arrivare ai medi (da 10.000 a 20.000 iscritti) e ai piccoli (fino a 10.000 iscritti).

Le classifiche pubblicate dal Censis sono in tutto 63 e quest’anno includono anche quelle relative alla didattica nei cicli triennali e magistrali, che possono essere interrogate in dettaglio. In altre parole, il lavoro del Censis è un ulteriore strumento utile per accrescere la consapevolezza dei più giovani rispetto alla scelta del proprio percorso di formazione.

In Italia

Come suggeriscono i dati, la chiave di volta del miglioramento sta nell’ottimizzazione delle strutture, dei sistemi di digitalizzazione e comunicazione e nell’internazionalizzazione degli atenei. In testa alla classifica dei migliori mega atenei troviamo Bologna (90,8), Padova (88,7) e Firenze (86,3). Tra i grandi, invece, dominano Perugia (91,2), con un miglioramento evidente relativo proprio ai servizi, alle strutture e all’internazionalizzazione. A seguire, Università della Calabria (90,2) e Parma (89,7) e Pavia (88,0).

Trento, invece, troneggia sugli altri atenei medi (97,0), seguita da Siena (95,3) che perde il suo primato. Camerino si conferma prima fra gli atenei di piccole dimensioni (93,0), mentre tra i Politecnici è Milano ad occupare il primo posto (95,8). Con un punteggio di 96,8, la Bocconi distanzia tutti, anche La Cattolica, tra le università non-statali di grandi dimensioni, mentre Lumsa e Università Libera di Bolzano conquistano il primato tra i medi e piccoli atenei, rispettivamente con un punteggio di 90,0 e l’eccellente 102,4.

Immatricolazioni

L’elevata mobilità extra-regionale segnalata dalle classifiche Almalaurea è confermata anche dal Censis: all’aumento degli immatricolati negli atenei del Nord, soprattutto nel Nord-Est con un significativo +4,1%, corrisponde la diminuzione di iscrizioni al Sud (-0,1%) che, tuttavia, diventa più significativa per gli atenei del Centro, che registrano un -1,2% rispetto all’anno precedente.

La Campania tra eccellenze e fanalini di coda*

Eccellente la crescita dell’UniSa, Università di Salerno, che, con i suoi 85,2 punti sui 120 disponibili, si configura come il miglior ateneo della Campania, attestandosi al sesto posto fra gli atenei italiani di grandi dimensioni. Il suo salto di ben otto posizioni in un anno è stato anche frutto di una serie di investimenti ben ponderati che si iscrivono in un progetto ambizioso di crescita. Il Censis attribuisce, infatti, questo miglioramento agli “apprezzabili incrementi dei punteggi per borse di studio e altri interventi in favore degli studenti, strutture, comunicazione e servizi digitali.”

Chiude la classifica al 15esimo posto l’Università della Campania Luigi Vanvitelli (75,5). La Vanvitelli resta in sostanziale stabilità rispetto allo scorso anno, tranne per la digitalizzazione che, in verità, segna un punteggio piuttosto alto (92,0). Le vere pecche della Vanvitelli restano i servizi e la disponibilità di borse di studio per gli studenti, con un punteggio di 66 e di 69 rispettivamente.

Proprio male va all’Università di Napoli Federico II che, tra i mega atenei statali si classifica ultima in Italia, con un punteggio di 69,7. Meglio non va per le altre università della Campania, che si piazzano tutte in coda nelle rispettive categorie. Tra gli atenei di medie dimensioni, L’Orientale chiude la classifica all’ultimo posto, il 18esimo (73,7), con la Parthenope che lo precede solo di due posizioni, piazzandosi al 16esimo e terzultimo posto (74,7). Passando, invece, ai piccoli atenei, l’Università del Sannio si trova in penultima posizione, con un punteggio di 76,2. Infine, anche il Suor Orsola tra gli atenei non statali di medie dimensioni si classifica comunque ultimo (71,2).

Università di Salerno

Il campus universitario campano viene premiato con un elevato punteggio per le strutture disponibili (90,0): mensa, biblioteche, teatro, grandi aule studio, sono tutti ambienti disponibili e facilmente accessibili per gli studenti. Ottimo anche il piazzamento per servizi digitali e comunicazione (99,0), mentre l’unico valore discretamente basso (73,0) è relativo all’internazionalizzazione. Per l’insegnamento, l’ateneo di Salerno si posiziona a metà classifica in diverse aree: 17esimo posto per le discipline umanistiche (84,5), per ingegneria (81,5), 16esimo per l’insegnamento (74,0), mentre è al 15esimo posto per architettura e ingegneria edile (78,0). Chiude quasi all’ultimo posto (68,0), invece, la classifica per le discipline economiche.

Università Federico II

In progressivo declino negli ultimi anni, l’Università Federico II pecca soprattutto in digitalizzazione e comunicazione (66,0), ma è anche la disponibilità di strutture adeguate (65,0) a penalizzarla fortemente. Gli altri fattori di valutazione non vanno meglio, ad eccezione dell’occupabilità che rappresenta un valore più alto, in accordo anche con le precedenti indagini AlmaLaurea.

Se parliamo di qualità della didattica, piuttosto bassa in classifica per il ramo scientifico (77,0) medico-sanitario (78,5), e dell’ingegneria industriale e dell’informazione, dove chiude in ultima posizione con 70,5. Invece, discreto il piazzamento per l’area letterario-umanistica, per la quale occupa il 15esimo posto, con un punteggio di 87,5, anche più altro di Salerno (84,5) e della Vanvitelli (73,5). Buono il risultato anche per arte e design (81,0), per cui ottiene solo -0,5  rispetto al Politecnico di Torino.

L’Orientale

In 18esima ed ultima posizione nonostante il miglioramento generale rispetto all’anno precedente, a L’Orientale il problema più significativo resta quello delle borse di studio (66,0). Punti a favore, invece, occupabilità (89,0) dei laureati e internazionalizzazione (82,0). Anche qui, tuttavia, carenti strutture e comunicazione digitale (68,0). Molto bene per la didattica, invece, che permette all’Istituto di piazzarsi in settima posizione per l’ambito linguistico, con un punteggio di 85,0, e in quinta posizione per l’ambito letterario-umanistico, con un altissimo 99,0.

La Parthenope

Condividendo la parte bassa della classifica de L’Orientale, la Parthenope segna un miglioramento soprattutto per quanto riguarda le strutture (77,0) e la comunicazione e servizi digitali (76,0), mentre significativo è il calo nella disponibilità delle borse (66,0). Non benissimo in ambito economico (76,0), si piazza però al terzo posto tra gli atenei della stessa dimensione per le scienze motorie (88,0).

Università Luigi Vanvitelli

Sebbene in coda alla classifica degli atenei di grandi dimensioni, la Vanvitelli ha un grande punto di forza nella comunicazione digitale (92,0) e non va male neanche per la disponibilità di strutture (83,0). Il picco più basso, invece, lo raggiungono i servizi (66,0). Quanto alla didattica, bassa la valutazione nell’ambito umanistico (74,0). In ambito psicologico si piazza addirittura in penultima posizione (72,5), mentre va molto meglio per gli studi di comunicazione e di ambito politico-sociale, per cui occupa la 13esima posizione con punteggio 85,5.

Università del Sannio

Sostanzialmente stabile in tutti i criteri valutativi rispetto all’anno precedente, il trend dell’Università del Sannio è piuttosto omogeneo. Tuttavia, il principale problema dell’ateneo beneventano restano i servizi (67,0), mente i punteggi più alti sono ottenuti in strutture (88,0), comunicazione e internazionalizzazione (80,0).

Il Suor Orsola Benincasa

Neanche l’Istituto privato Suor Orsola Benincasa riesce ad ottenere un buon piazzamento nella classifica generale. Infatti, occupa l’ultima posizione fra gli atenei non-statali di medie dimensioni (da 5.000 a 10.000 iscritti). Molti sono i risultati sotto i settanta punti, principalmente per la scarsa disponibilità di borse (66,0), l’internazionalizzazione (67,0) e le strutture (66,0). Unico punto di forza, la comunicazione e i servizi digitali (86,0). Ultimo in classifica per le discipline psicologiche (77,0), medico-sanitarie (73,5) e umanistiche (73,0), il Suor Orsola riesce a conquistare un buon punteggio (84,0) nell’insegnamento, anche se segue gli atenei LUMSA e Cattolica.

Cosa ci suggeriscono i dati

I criteri utilizzati nelle indagini Censis fanno riflettere perché, al di là della didattica, l’esperienza universitaria consta di una serie di altri fattori dei quali, a volte, viene sottovaluta l’importanza. La comunicazione, la disponibilità di borse di studio, di adeguate strutture, la possibilità di scambi internazionali, e tutti gli altri fattori che vengono presi in considerazione dal Censis contribuiscono di fatti a delineare l’immagine dell’ateneo e, soprattutto, possono significativamente accrescere la soddisfazione degli studenti. L’insegnamento è cruciale, ma si affianca ai tanti altri elementi che, insieme, contribuiscono al miglioramento della vivibilità dell’università e alla soddisfazione dei propri iscritti. Sarebbe bene ricordare che uno studente soddisfatto è uno studente motivato.

Questi risultati, sicuramente scoraggianti da un lato, dovrebbero farci riflettere sull’importanza dei sovvenzionamenti all’istruzione, da mettere in atto anche attraverso investimenti e finanziamenti alle università, per migliorare tutti quei settori chiave, come internazionalizzazione, digitalizzazione, comunicazione e disponibilità di strutture, centrali nella valutazione del Censis.

 

*I dati discussi sono stati elaborati e presentati nelle indagini 2019/2020 del Censis. Sono consultabili, in modo più dettagliato e inclusivo, sul sito. In riferimento alla didattica, si sono tenute in considerazione esclusivamente le lauree biennali, mentre tutti i restanti dati sono resi qui disponibili dal Censis.

14 itinerari alla scoperta delle dimore storiche campane

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La Società Campana Beni Culturali (SCABEC) ha organizzato 14 itinerari, che permetteranno di visitare ben 32 siti culturali suddivisi nelle cinque province campane, dal 4 al 22 luglio.

L’iniziativa dei 14 itinerari è nata per ampliare il programma culturale stilato in occasione delle Universiadi 2019 ed è realizzata in collaborazione con l’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI).

Tra i siti culturali da visitare, oltre splendidi borghi campani e percorsi naturali e enogastronomici, sono infatti presenti anche numerose dimore storiche.

I 14 itinerari

I 14 itinerari organizzati da SCABEC e ADSI sono i seguenti:

  • Orto Botanico e Villa di Donato (NA). L’itinerario prevede un’immersione nella natura del Real Orto Botanico di Napoli e la visita ad un’affascinante villa napoletana del ‘700. Il percorso ha inaugurato il ciclo di visite il 4 luglio, ma nel programma sono presenti altre date per lo stesso.
  • Sant’Agata dei Goti (BN). L’itinerario prevede la visita guidata nel centro storico di uno dei borghi più belli d’Italia, dichiarato anche patrimonio dell’Unesco. Le visite a Palazzo Rainone e Mustilli e Palazzo Rainone Mustilli saranno parte del programma della giornata
  • Acquedotto Carolino di Maddaloni (CE) e di Villa dei Duchi Guevara di Bovino di Recale (CE). L’itinerario prevede una sosta all’Acquedotto Carolino (detto anche “di Vanvitelli”, poiché da lui costruito nel XVII secolo per alimentare l’acqua alla reggia di Caserta). Seguirà inoltre la visita alla Villa dei Duchi, famosa soprattutto per il meraviglioso giardino.
  • Palazzo Donn’Anna e Palazzo Caracciolo di San Teodoro (NA). La visita è un’imperdibile occasione per poter visitare due dei più belli ed importanti palazzi di Napoli. Il primo sorge su un suggestivo scoglio tufaceo in via Posillipo, il secondo, in stile neoclassico, è situato nel quartiere di Chiaia.
  • Palazzo del Marchese di Positano e Palazzo Albertini (NA). L’itinerario prevede la partenza da Salerno per poi recarsi in visita nelle due dimore storiche.
  • Castello Lancellotti e Villa Pandola (AV). L’itinerario prevede un’interessante visita al castello, risalente al 976. Proseguirà poi a Villa Pandola Sanfelice di Lauro, che sorge sui bastioni delle antiche mura a ridosso del Castello Lancellotti.
  • Villa Campolieto e Villa Tufarelli (NA). Le due ville, situate una ad Ercolano e l’altra a San Giorgio a Cremano, sono piccoli gioiellini campani.
  • Palazzo Grauso e Villa de Clario Filangieri (CE). La visita prevede come prima tappa Palazzo Grauso, che nella sua attuale sistemazione evidenzia un certo gusto eclettico ottocentesco. L’itinerario prosegue poi in Villa de Clario Filangieri, raro esempio di Villa fattoria in Campania.
  • Villa Lucia e Casa Museo Sergio Ragni (NA). La visita inizierà nella splendida Villa Lucia, villa neoclassica che si erge nei pressi della Floridiana a Napoli. Proseguirà poi nella Casa Museo Sergio Ragni, all’interno della seicentesca Villa Belvedere, per ammirare una delle più ricche collezioni su Gioacchino Rossini.
  • Castello e Palazzo Pignatelli della Leonessa (AV). L’itinerario prevede la visita al castello di epoca longobarda e si sposta poi a Montesarchio (BN) per la visita al Museo Archeologico.
  • Tenuta Vannulo, Domus Laeta e Borgo Riccio (SA). Questo particolarissimo itinerario inizia con un percorso gastronomico presso la Tenuta Vannulo. I proprietari sono noti per i loro allevamenti di bufale, nei pressi dell’area archeologica di Paestum.
  • Domus Laeta,Borgo Riccio,Torre Volpe e Ditta Santomiele (SA). Tale itinerario è simile al precedente, ma il taglio enogastronomico è sostituito da uno più spiccatamente culturale, per la visita alle varie dimore storiche.
  • Castello Invitti e borgo medievale di Prata Sannita (CE). Oltre le visite guidate, tale itinerario prevede anche una pausa pranzo nelle sale del castello con i prodotti tipici del luogo.
  • Casa Mondo (CE), Villa Filangieri (NA) e Palazzo Nucci (NA). Con un itinerario così vario alla scoperte di ben tre dimore storiche campane, si chiude il ciclo di visite guidate.

 

Informazioni utili sui “14 itinerari”

Le visite sono iniziate già iniziate dal 4 luglio, ma proseguiranno fino al 22 luglio e sono corredate da trasporti che partiranno di volta in volta da una diversa provincia campana. Ogni tour è in inglese e in italiano ed è gratuito!

Per avere informazioni più dettagliate sul programma clicca qui!

E ora non resta che indossare scarpe comode e lasciarsi trasportare alla scoperta della Campania!

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