giovedì, Dicembre 18, 2025
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Violenza sulle donne: rapporto annuale e software per raccolta dati

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Presentato oggi a Napoli il nuovo software per la raccolta istantanea dei dati sul fenomeno della violenza sulle donne. 1258 i casi di violenza in Campania.

Comincia la sua attività oggi il nuovo software per la raccolta dati in tempo reale sul fenomeno della violenza di genere, promosso dall’Osservatorio sul Fenomeno della Violenza sulle Donne della regione Campania.

Si è svolta questa mattina, infatti, la presentazione del nuovo strumento, elaborato dall’Osservatorio campano in collaborazione con il Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Salerno e l’U.D. Sistemi Informativi del Consiglio Regionale della Campania. Iniziato alle 10:30, l’incontro si è tenuto presso l’Aula Siani del Consiglio Regionale della Campania, al Centro Direzionale di Napoli, isola F13.

In occasione di questa iniziativa, sono stati presentati anche i dati del rapporto annuale sulle attività dell’Osservatorio e, in particolare, quelli sul fenomeno della violenza di genere raccolti dai servizi anti-violenza e sanitari della Regione Campania.

I relatori

Diverse le figure di spicco coinvolte ed intervenute questa mattina, tra le quali Monica Sebillo, docente del Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Salerno. Tra i relatori anche la presidente dell’Osservatorio, Rosaria Bruno, insieme ad alcuni membri, quali Maria Argenzo, Gaetana Castellaccio, Clementina Ianniello e Marianna Pignata. Coinvolti anche il direttore generale per la Tutela della salute e per il Coordinamento del Sistema Sanitario regionale, Antonio Postiglione, l’assessore regionale alle Pari Opportunità e Formazione, Chiara Marciani, e la presidente della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Femminicidio e sulla Violenza di Genere, Valeria Valente.

A concludere l’incontro, l’intervento di Rosa D’Amelio, presidente del Consiglio Regionale della Campania, la quale ha definito la violenza sulle donne come una vera e propria “piaga sociale”. “L’unica via per sconfiggere questo dramma è un profondo cambiamento culturale nel nostro Paese nell’ottica del rispetto e della valorizzazione della donna e di un rapporto sano ed equilibrato tra uomo e donna, che deriva anche e soprattutto da un forte investimento sul lavoro e sull’indipendenza economica delle donne” – queste le parole della D’Amelio.

I numeri

I dati che emergono dal rapporto annuale dell’Osservatorio sul Fenomeno della Violenza sulle Donne sono piuttosto allarmanti e confermano la gravità del fenomeno in Campania. Nel 2018 sono stati 1258 i casi di donne che si sono rivolte agli sportelli anti-violenza attivi sul territorio campano.

Al primo posto per richieste di aiuto pervenute, troviamo la provincia di Napoli, con 703 casi. A seguire, malgrado un distacco significativo, la provincia di Salerno, con 248 richieste. Di quale tipo di violenze parliamo? Gli abusi segnalati sono di varia natura; tuttavia, la violenza più frequente è quella psicologica (24%), seguita a ruota da quella fisica (23%).

In particolare, il 30,2% delle richieste è avanzato da donne di età compresa tra i 40 e i 49 anni, mentre nettamente inferiori sono le percentuali che interessano le donne tra i 50 e i 59 anni (16,3%). Picco di violenze, poi, per le donne coniugate, che rappresentano il 40,5% del totale. Per quanto riguarda il quadro socio-economico delle donne che hanno subito violenze, nel 35% dei casi le donne sono in possesso soltanto del diploma di scuola secondaria di primo grado, mentre il 30,7% è addirittura in stato di disoccupazione. Di conseguenza, molte delle donne che denunciano violenze risultano essere totalmente dipendenti dal coniuge. Davvero preoccupante, se si aggiunge che nel 39% dei casi l’autore della violenza è proprio il marito, il quale svolge prevalentemente il lavoro di operaio (36%).

La violenza di genere

Per Valeria Valente “non basta inasprire le pene, occorrono prevenzione e protezione, ad esempio con misure come l’arresto, anche quando la violenza non avviene in flagranza.” È necessario, perciò, dotarsi di strumenti di rilevazione molto più veloci e dinamici, come ha fatto notare Rosaria Bruno, la quale ha aggiunto: “Il fenomeno della violenza sulle donne potrà essere misurato con una maggiore accuratezza da un sistema di rilevazione che sappia integrare i dati diversificati per provenienza da fonti informative valide in modo da poter essere valido strumento per orientare il decisore politico in questo delicato settore”.

Riconoscendo l’importanza prioritaria di misure volte ad arginare questo fenomeno dilagante, l’assessore Marciani e la presidente D’Amelio hanno evidenziato l’impegno a supporto dei centri preposti all’assistenza delle donne, “affinché possano essere destinate maggiori risorse ai centri anti violenza e alle case rifugio al fine di rendere stabili queste organizzazioni che sono indispensabili per far fronte ad un fenomeno che non sembra affatto regredire”.

Napoli Horror Festival: una prima edizione tra luci ed ombre

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Durante lo scorso weekend presso l’ex base Nato ha avuto luogo la prima edizione del Napoli Horror Festival. Ideato e diretto da Beatrice Baino, questo festival carico di aspettative ha avuto il pregio di portare per la prima volta a Napoli e nel sud Italia una simile iniziativa.

Visitando il festival durante tutti e tre i giorni della sua durata, è stato possibile divertirsi e godere dei tanti elementi e delle numerose ispirazioni positive, accompagnati tuttavia dall’impressione di qualche ombra d’incertezza che siamo certi verrà dissipata nelle prossime edizioni del Napoli Horror Festival, il cui futuro è indubbiamente quello di crescere e migliorare di anno in anno.

Oscurità, mia vecchia amica

Il Festival ha dato il meglio di sé dopo il calar del sole. L’ambientazione, quasi esclusivamente all’aperto, guadagnava con il buio un’atmosfera decisamente più consona al tema orrorifico che voleva celebrare, atmosfera che, con la luce diurna, si perdeva un po’.

Appena entrati nell’area dell’Ex-Nato dedicata al festival, dopo aver superato una struttura gonfiabile illuminata da luci rosso sangue, ci si ritrovava a passare sotto il mantello d’un manichino di dimensioni gargantuesche impersonante la morte – una delle decorazioni che con il favore della notte si trasformava in una delle decorazioni più belle del festival.

Il buio e l’oscurità fanno parte della cultura dell’horror in ogni epoca e declinazione e per questo forse aprire le porte del festival solo durante la notte avrebbe aiutato a mantenere un po’ più alta la tensione che durante il giorno tendeva a rimanere bassa; per le prossime edizioni probabilmente scegliere una struttura che abbia molti più spazi chiusi aiuterebbe a creare quell’atmosfera inquietante che in questo primo evento è dipesa per forza di cose dagli orari ovviamente incontrollabili del tramonto.

Trampolieri, zombie e mangiafuoco

Di tanto in tanto, durante le ore di attività del festival, era possibile imbattersi in alcuni spettacoli itineranti: particolarmente belli e degni di nota sono stati senza dubbio i trampolieri armati di lancia che si aggiravano tra i passanti. Truccati di bianco e di nero ed in costumi abbastanza spaventosi, gli artisti de “La Baracca dei Buffoni” sono stati uno dei punti di forza dell’evento, al punto da far desiderare che la loro performance non si esaurisse e che continuasse ininterrottamente per tutta la durata del festival.

Durante le proiezioni dei film questi abili trampolieri sono stati anche affiancati da alcune comparse in costume – piccole fanciulle travestite da Samara, Zombie affamati e pagliacci assassini di chiara matrice Kinghiana – che, fissando gli spettatori, toccando le loro spalle e ridendo loro intorno hanno finalmente strappato qualche urlo di paura, probabilmente tra i più sinceri di tutto il festival. Anche in questo caso, probabilmente il l’evento sarebbe risultato più pauroso e carico d’atmosfera se queste bellissime comparse fossero state presenti per tutta la sua durata e non solo occasionalmente.

Sempre riguardo gli spettacoli di strada,  particolarmente suggestivo è stato lo spettacolo del fire performer Nulleamai che, tra un incitamento a non avere paura ed un altro a seguire i propri sogni, eseguiva il proprio spettacolo maneggiando oggetti infuocati, divorando fiamme e suscitando cori di ammirato stupore tra la folla. Lo spettacolo di Nulleamai si è ripetuto più volte durante tutti i giorni del festival.

La rivincita dei paurosi?

Durante la presentazione dell’evento è stato detto che questo festival sarebbe stato la “rivincita dei paurosi“: in effetti lo è stato, perché anche chi non era particolarmente avvezzo al genere horror riusciva senza troppi indugi a seguire le attività ed i film del festival – fatta eccezione per “L’esorcista”, classico che nonostante gli anni rimane particolarmente inquietante.

Il festival, pur celebrando l’horror, ha mantenuto toni molto soft e gentili, sia nella scelta dei film (spesso più comici che spaventosi) da proiettare che delle attività comprese nel biglietto.

Menzione d’onore, per quanto riguarda il cinema, al corto di Francesco Prisco ed interpretato da Massimo Gallo, “Wash me“, presentato in anteprima al Napoli Horror Festival. Il corto è stato definito dalla presentatrice dell’evento un “gioiellino”, ed effettivamente è davvero così – nonostante non sia stato particolarmente pauroso, portava avanti un’idea d’orrore sottile ed inquietante che ha molto a che fare con gli episodi di “Ai confini della realtà“. Paurosi o meno che siate, vi raccomandiamo senza dubbio di vederlo e di vedere tutti gli “episodi” che seguiranno a questa produzione.

Jumpscare tunnel all’italiana

L’idea di un Jumpscare tunnel che sfruttasse la struttura dell’ex-Nato, attraversando appunto un tunnel abbandonato della base militare, era particolarmente affascinante ed avrebbe potuto fare davvero paura. Così lasciavano presupporre le scritte poste accanto all’ingresso del festival e del tunnel stesso – vietato alle donne incinte, ai minori di dieci anni ed ai deboli di cuore – ma, anche in questo caso, l’atmosfera scelta è stata davvero molto soft.

La dovuta premessa è che era divertente attraversare il tunnel, ma, durante il breve percorso, più che ad urlare di terrore si tendeva a ridere. Numerose comparse hanno reso spassoso il cammino (complimenti in particolare alla ragazza-fantasma che gridava a tutti di star lontani dal suo tappeto, che, nell’oscurità, i passanti tendevano a calpestare), ma tra americani che invitavano a stipulare un mutuo e assicuratori che parlavano di classici dell’orrore si è scelto decisamente di assecondare la risata invece che il terrore. 

Un tunnel d’ambientazione americana senza un vero e proprio filo conduttore gestito però all’italiana – divertente e buio, anche curato, ma non pauroso. Ad ogni modo, un esperimento migliorabile ma comunque ben riuscito ed una delle attività più gradevoli e godibili del festival.

Napoli horror festival? Ad maiora!

Ci sono state tante altre attività durante il festival – presentazioni, dibattiti e premiazioni, un concorso tra cosplayers dove ha trionfato una convincentissima bambina vestita da bambola assassina – e molte di queste si sono rivelate piacevoli. Purtroppo durante tutto l’evento ci sono stati alcuni ritardi – come l’apertura stessa del festival, avvenuta dopo quarantacinque minuti rispetto l’orario previsto – e questo ha portato a momenti d’attesa imprevista.

Ma questa è solo la prima edizione di questo evento: nel corso dei prossimi anni è indubbio che l’evento diventerà sempre più grande e ricco e meglio articolato. Non resta dunque che aspettare la prossima edizione, alla quale parteciperemo per spaventarci ancora di più, per vivere in un’atmosfera più gotica e spaventosa tra stand, comparse e spettacoli ancora più numerosi; e, naturalmente, per divertirci.

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Paestum: torna il Festival Internazionale della Mongolfiera

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Torna il Festival Internazionale della Mongolfiera nella suggestiva area archeologica dei templi di Paestum.

Dal 28 Settembre al 06 ottobre 2019 si terrà l’11esima edizione del Festival Internazionale della Mongolfiera di Paestum. Si tratta del più grande evento aerostatico del Sud Europa e vedrà coinvolte oltre 30 mongolfiere provenienti da tutta Europa.

Ad organizzare la grande festa, anche quest’anno, sarà l’associazione Vivere Paestum, che darà ancora una volta la possibilità di effettuare dei voli in mongolfiera a pagamento.

Le tipologie di volo sono due:

  • Volo libero: è il più scenografico ed emozionante. Partirà dall’aerea archeologica e i più temerari avranno la possibilità di volare semplicemente trasportati dal cento e dalle correnti. Tale esperienza durerà tra i 30 e i 50 minuti e l’atterraggio sarà in completa sicurezza in un punto pianeggiante individuato durante l’escursione aerea. Il costo del volo è un contributo per lo svolgimento della manifestazione.
  • Volo vincolato: un’area dedicata a questa tipologia di volo si troverà all’interno del villaggio del Baloon Festival. Stavolta le mongolfiere saranno ancorate a terra in tutta sicurezza con apposite funi e si alzeranno di circa 20/25 metri. Il costo di tale volo è di 15 € per gli adulti e 10 € per i bambini e l’acquisto si potrà effettuare direttamente in area.

Insomma, in un modo o nell’altro, lo spettacolo della visione dei templi di Paestum dall’alto è comunque assicurato!

Il solo accesso al villaggio del Festival Internazionale della Mongolfiera ha invece un costo di 2 € e saranno allestite numerose aree ristoro e aree gioco per bambini. Per maggiori informazioni e per poter consultare anche il programma dettagliato del Festival Internazionale della Mongolfiera clicca qui!

Insomma dal 26 settembre al 6 ottobre, escluso martedì 1 che sarà il giorno di riposo, Paestum e tutti i piloti di mongolfiere ci aspettano per farci volare con loro! Anche se in mongolfiera non si vola semplicemente, ma si viaggia!

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Incendio a Pozzuoli. Il motivo? I Fuochi d’artificio

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Un grosso incendio ha distrutto tantissima vegetazione e arbusti sul Monte Barbaro, a Pozzuoli (Napoli) nella tarda serata del 14 settembre.

È stato necessario l’intervento di un elicottero della Regione e dei vigili del fuoco di Napoli e Pozzuoli per domare le fiamme sulle colline intorno alla città.

Sarebbero alcuni petardi la causa dell’incendio scoppiato nella notte di ieri sera sul terreno collinare intorno a Pozzuoli. Una ristoratrice del posto aveva, infatti, organizzato uno spettacolo di fuochi pirotecnici per gli ospiti del suo locale. Qualche petardo sfuggito al controllo ha, però, raggiunto la vegetazione del territorio circostante e ha fatto nascere un rogo che ha distrutto 2 ettari di terreno. La donna dovrà rispondere di incendio colposo e di accensioni ed esplosioni pericolose.

La replica all’episodio del consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli non si è fatta attendere.

“L’intero territorio della Città metropolitana di Napoli è interessato da continui spettacoli pirotecnici, anche in aree densamente abitate” denuncia il consigliere. I danni alle abitazioni causati dai continui scoppi di petardi, secondo Borrelli, sono numerose. Per questo motivo il consigliere chiede ai vari comuni un intervento serio che riesca a bloccare o, quantomeno, contenere il fenomeno.

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Al via la 4° Edizione del Progetto Cinema a Scuola dedicato alla Serie TV “L’Amica Geniale”

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“Il Bachelet di Santa Maria a Vico prima scuola in Italia e nel Mondo a premiare gli attori dell’Amica Geniale in una scuola a Caserta

La Giornata Cinematografica del progetto Cinema a Scuola sarà dedicata alla Serie Tv  “L’Amica Geniale”, tratta dai Romanzi dell’ autrice napoletana Elena Ferrante.
Il progetto nasce dall’idea del giovane Favicchio che all’ età di 16 anni, ha deciso di portare questo progetto dedicato al “Cinema e Espressione” nella propria scuola dotata di un grande Auditorium.
Nello Favicchio, di Santa Maria a Vico (CE), è da poco reduce da un successo alla 76sima Mostra del Cinema di Venezia con il cortometraggio “La Scelta” di Giuseppe Alessio Nuzzo in concorso ad I LOVE GAI ( GIOVANI AUTORI ITALIANI), ma anche dal set della Seconda Stagione de “L’ Amica Geniale” intitolata “Storia del Nuovo Cognome” di Saverio Costanzo.
Nello, giovane promettente attore  è  promotore di questa  importante iniziativa che, nel corso degli anni ha visto impegnati molti volti importanti del Cinema e della Televisione.
La prossima Giornata Cinematografica  di questo progetto ambizioso avrà come ospiti di spicco gli attori Giovanni Amura e Gennaro De Stefano, rispettivamente protagonisti de “L’ Amica Geniale” di Saverio Costanzo nei panni di Stefano Carracci e Rino Cerullo e impegnati anche nella seconda stagione della serie che , come il libro, si chiamerà “Storia del nuovo cognome” diretta dallo stesso Costanzo.
I due attori riceveranno un riconoscimento per la loro interpretazione voluto direttamente dal promotore dell’ evento.
Sempre dal cast dell’ Amica Geniale interverranno, con un videomessaggio dedicato, Ludovica Nasti , Lila bambina , e Elvis Esposito, Marcello Solara, per un saluto alla sala.
Altra presenza di spicco sarà Antonio Ciccone dalla serie TV Gomorra a cui sarà conferito il Premio alla Carriera e Rosario Toscano , direttamente da MADE IN SUD ( nelleb vesti di autore del programma in onda su Rai2), comico e attore conosciuto nel suo personaggio di  “Giggino Don Perignon”.
Sarà presente uno dei  volti nuovi di UN POSTO AL SOLE.
Nel corso della manifestazione sarà dedicato un tributo ad Antonio Pennarella, recentemente scomparso e protagonista di lavori quali “La Nuova Squadra”,”L’ Amica Geniale”, “Squadra Antimafia”, “Un posto al sole”.
Saranno presenti in sala giornalisti, istituzioni , gli alunni dell’ istututo con i docenti ,la Dirigente Scolastica Pina Sgambato,il sindaco Andrea Pirozzi il quale , già nelle precedenti occasioni ha dimostrato entusiasmo per l’ iniziativa e orgoglio per giovani talentuosi promesse del futuro cinema.
Alla Dirigente che , con occhio sempre attento, si fa promotrice insieme ai suoi ragazzi, cuore pulsante della nostra societa viva,di eventi importanti come questo, il ringraziamento di tutti noi che abbiamo messo, in quest’avventura cuore e dedizione.
La manifestazione si terrà nell’ auditorium dell’ Istituto Bachelet di Santa Maria a Vico, in esclusiva per gli alunni e la stampa. Un evento unico, in quanto sarà la prima scuola a premiare Gennaro De Stefano e Giovanni Amura per “L’Amica Geniale”.

Bimbo di quattro mesi lanciato dalla madre in un dirupo

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di Raffaele Accetta- Una vera e propria tragedia è avvenuta sulla statale telesina nel Beneventano. Una donna, dopo un litigio con il marito, si è allontanata dalla sua abitazione di Avellino per dirigersi nel Beneventano. L’auto durante il tragitto è finita contro il gardreil per cause ancora da chiarire e, subito dopo l’impatto, la donna ha lanciato il figlio di pochi mesi in un dirupo. Pochi secondi dopo la donna è scesa dall’auto e si è scagliata contro il piccolo (probabilmente già senza vita), colpendolo con un bastone.

Gli inquirenti hanno potuto solo constatare il decesso.

Oscar 2020: i 5 film che potrebbero rappresentare Napoli e l’Italia

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Oscar 2020: dei cinque film che potrebbero rappresentare l’Italia, ben tre hanno a che fare con Napoli.

Oltre a “Il Primo Re” di Matteo Rovere e “Il Traditore” di Marco Bellocchio, la cinquina si compone, infatti, di “Martin Eden” di Pietro Marcello, fresco di Coppa Volpi a Luca Marinelli per la sua interpretazione al Festival di Venezia. A fargli compagnia ci sono “La Paranza dei Bambini” di Claudio Giovannesi, tratto dall’omonimo libro di Roberto Saviano, e “Il Vizio della Speranza” di Edoardo De Angelis, che ha visto premiata l’attrice non protagonista Marina Confalone agli scorsi David di Donatello.

Un riconoscimento importante per la città di Napoli che, dopo anni passati nel dimenticatoio, ritorna prepotente sulla scena cinematografica degli ultimi anni.

Il cinema sembra, infatti, aver trovato una nuova casa a Napoli, una casa dove ha scoperto storie che valga la pena raccontare.

È il caso de “Il Vizio della Speranza”, film che racconta il traffico di uteri in affitto in quel di Castel Volturno. Ma è anche il caso de “La Paranza dei Bambini” dove scopriamo la perdita dell’innocenza dei baby-boss.

Ma oltre la denuncia sociale, Napoli rimane sempre e comunque un’ambientazione suggestiva come poche altre.

È probabilmente per questo che il “Martin Eden” californiano della penna di Jack London cambia i suoi connotati e si ritrova ad essere un pescatore napoletano nel film di Marcello. Perché, come spiega il regista stesso, in fondo tutte le città di porto un po’ si somigliano.

Entro il 1° ottobre, l’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive) dovrà riunirsi per decidere quale tra i cinque film verrà presentato all’Accademy. A sua volta, l’Accademy renderà note le candidature per la 92° edizione degli Oscar il prossimo 13 gennaio.

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“Giancarlo scriverebbe di…”: l’iniziativa per diventare giornalisti per un giorno

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“Giancarlo scriverebbe di…” è l’iniziativa dell’associazione “Studenti contro la Camorra” per commemorare quello che sarebbe stato, quest’anno, il sessantesimo compleanno del noto giornalista napoletano, assassinato dalla Camorra il 23 settembre 1985.

Su cosa si basa tale iniziativa e quali sono i suoi obiettivi?

L’associazione “Studenti contro la Camorra”, impegnata da sempre nelle attività di sensibilizzazione contro ogni forma di illegalità e contro il crimine organizzato, ha ideato un’iniziativa all’attenzione dei tanti ragazzi che vogliono pubblicamente manifestare il loro pensiero: essa invita i ragazzi a diventare “giornalisti giornalisti” per un giorno scrivendo, in un vero e proprio articolo giornalistico, di storie criminali, di riscatto o di degrado avvenute nel proprio quartiere di residenza, nonché gli elementi che andrebbero valorizzati nei quartieri stessi.

Insomma, non si chiede altro, a chi vorrà partecipare, di raccontare ciò che Giancarlo raccontava e che avrebbe continuato a fare, la verità! E per farlo, bisogna scrivere un articolo giornalistico e inviarlo, entro il 18 settembre all’indirizzo e-mail info@studenticontrolacamorra.it: gli articoli verranno poi letti in occasione dell’VIII edizione del “Buon compleanno Gianca” ed una parte di questi verrà pubblicata sull’edizione online de “Il Mattino” e su RadioSiani.it.

Quali requisiti dovrà avere l’articolo per poter essere approvato?

  • Deve trattare di una storia o di un fatto di camorra, degrado, droga, riscatto sociale, cittadinanza
    attiva o di qualsiasi altro fatto di cui pensi Giancarlo avrebbe scritto.
  • Deve contenere una foto del luogo o della persona di cui tratta
  • Deve contenere un titolo ed un sottotitolo nei quali va chiarito l’argomento trattato
    (carattere: GEORGIA, dimensione: 25 per il titolo, 20 per il sottotitolo)
  • Non deve superare la lunghezza di una pagina word (carattere: GEORGIA, dimensione: 15)
  • Deve rispettare le regole di correttezza formale, sintattica e grammaticale
  • Deve essere inviato entro il 18 settembre a info@studenticontrolacamorra.it (nella mail indica il tuo nome e cognome ed un recapito telefonico).
    Per maggiori info:
    o pagina Fb STUDENTI CONTRO LA CAMORRA
    o cell: 3886282285 / 3463292878
    o e-mail: info@studenticontrolacamorra.it

 

Articolo di Nicola Avolio

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Da “Pizzaiolo del papa” a truffatore seriale: l’incredibile parabola del noto imprenditore napoletano

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di Luigi Manzo – Vincenzo Cacialli, celebre come “Il pizzaiolo del Papa”,  è stato arrestato dalla squadra mobile di Genova con l’accusa d’essere un truffatore seriale di anziane e pensionate.

Il pizzaiolo e imprenditore, molto noto in città perché gestore insieme ad alcuni soci della pizzeria “La figlia del Presidente” nel centro storico di Napoli, era salito alla ribalta mediatica nel marzo 2015.  Quando, cioè, Papa Francesco venne in visita pastorale a Napoli e fu omaggiato da Cacialli di una pizza «speciale»  che ricordava i colori del Vaticano: mozzarella di bufala, pomodorini gialli e la scritta a corredo “W il Papa”.

Nelle ultime ore, però, è trapelata la notizia dell’arresto. Il “pizzaiolo del Papa” è stato colto in flagranza di reato lunedì scorso in corso Vittorio Emanuele a Torino mentre cercava di raggirare una donna di 85 anni. A lei, come ad altri poveri pensionati, raccontava di essere l’avvocato ingaggiato dai loro nipoti.

Sapori Leggendari: Lacryma Christi, da dove deriva il suo nome?

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Il Lacryma Christi è un vino campano apprezzato in tutto il mondo. Tra fonti storiche che ne confermano l’origine davvero antica e leggende cristiane, questa settimana vogliamo parlare di questo vino dal sapore così buono da essere citato in trattati storici, opere letterarie e miti.

Una terra amata da Bacco

Le viti che producono l’uva da cui deriva il Lacryma Christi crescono alle pendici del Vesuvio. Questa terra fertile produce vini da tempi remoti – già Marziale scrive in fatti, facendo riferimento a questo:

Haec iuga quam Nysae colles plus Bacchus amavit – Bacco amò queste colline più delle native colline di Nisa.

La terra dell Vesuvio è particolarmente fertile e la sua composizione dona un sapore unico a tutto quello che vi cresce: i vitigni non fanno eccezione. Questi discendono direttamente dagli antichi Aminei di Tessaglia, ed il terreno vulcanico contribuisce a dare carattere agli acini d’uva da cui il vino deriva.

Le lacrime di Cristo

In molti hanno cercato un motivo che spiegasse il nome del vino Lacryma Christi, nome che ad oggi rimane ancora ammantato di mistero.

Una delle leggende vede Cristo struggersi per la Campania – leggenda che questo vino condivide in parte con altri prodotti che crescono alle pendici del Vesuvio, come il pomodorino del piennolo: Lucifero, nel cadere verso gli inferi, avrebbe strappato un pezzo di Paradiso e lo avrebbe portato sulla terra.

Il tocco di Lucifero l’avrebbe resa infertile, e Gesù Cristo, commosso da tanta bellezza ormai contaminata dal tocco del demonio, avrebbe pianto copiose lacrime. Le lacrime avrebbero bagnato la terra, donandole non solo di nuovo fecondità, ma particolare ricchezza: quando nel luogo dove le lacrime caddero venne coltivata la vite, questa si rivelò essere particolarmente saporita e preziosa.

La sete di un mendicante

Un’altra leggenda, che ha sempre come protagonista Gesù Cristo, racconta invece che questi vagasse alle pendici del Vesuvio sotto le mentite spoglie di un mendicante.

Giunto alla casa di un eremita che viveva nei pressi del Vulcano, Gesù avrebbe chiesto all’uomo qualcosa da bere, presentandosi come un bisognoso assetato.

L’eremita con grande generosità avrebbe dissetato e rifocillato Gesù che, per ricompensare l’uomo, avrebbe trasformato la sua acqua in un vino delizioso come non se ne erano mai visti né saggiati – il Lacryma Christi.

Le lacrime dell’uva

Accanto a queste leggende di matrice cattolica si diffuse, anni fa, la convinzione che il nome di questo vino pregiato derivasse dal fatto che i suoi acini d’uva fossero così dolci da stillare lacrime di zucchero.

Per quanto suggestive, purtroppo queste voci si rivelarono false ed infondate. 

Un inebriante mistero

L’origine del nome di questo vino rosso, bianco e rosato rimane dunque un inebriante mistero.

Ma che le sue origini siano reali o pagane non importa; come ci invita a fare anche Curzio Malaparte nel suo celebre romanzo “La pelle”, non ci resta che versarci un calice di “questo sacro, antico vino” e goderci il suo sapore unico.

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