giovedì, Dicembre 18, 2025
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Caivano, Dona macchinette e cialde di caffè al Cotugno: Parte gare di solidarietà

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Caivano – E’ una gara di solidarietà senza precedenti quella che si sta diffondendo in tutto il territorio nazionale in soccorso di chi combatte in prima linea contro il famigerato “nemico invisibile”. 

Ma come si sa, in quanto a solidarietà e a senso della comunità, la fama dei napoletani arriva ben prima delle loro gesta: Lo dimostra il caso della società “Mister Coffee” di Pasquale Bozzetti, società che da un decennio opera sull’intero territorio nazionale nella vendita di caffè in cialde e capsule, che ha voluto dimostrare la propria vicinanza ai medici del Cotugno impegnati nella lotta contro il CoVid-19 donando al reparto alcune macchinette e diverse confezioni di caffè della sua azienda.

“Sono Felice – Afferma Pasquale Bozzettidi poter fare qualcosa per questi nostri eroi, da tempo in trincea per riuscire a vincere una battaglia che stiamo combattendo certamente ad armi impari”.

Il patron del noto marchio, con il suo gesto, ha così dato vita ad una scia di piccole donazioni di materiale alimentare da parte di altri imprenditori della zona. Una semplice quanto chiara dimostrazione che anche un piccolo gesto, apparentemente non determinante, più trasformarsi in una catena importante di solidarietà, capace di fare davvero la differenza.

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Emergenza alimentare, Campania: “Più di mezzo milione di persone necessita aiuto”

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Emergenza alimentare: la crisi determinata dalla pandemia da Covid-19. Oltre mezzo milione di persone in Campania hanno bisogno di aiuto per poter mangiare. L’analisi della Coldiretti.

Coronavirus, emergenza alimentare: secondo la Coldiretti ben oltre mezzo milione di persone in Campania hanno bisogno di aiuto per poter mangiare. Stilano la “mappa della fame” per regione, ecco una sintesi dei risultati: 530mila in Campania, 364mila in Sicilia e 283mila in Calabria; quasi 2,7 milioni di persone nel Paese. Dati drammatici che emergono nel pieno di una crisi sanitaria ed economica.

L’analisi della Coldiretti sulla emergenza alimentare in Italia dopo le misure varate dal Governo, è stata fatta sulla base degli aiuti agli indigenti sui dati della relazione annuale fead del giugno 2019.

Ecco l’analisi:

“Le maggiori difficoltà alimentari si registrano nel Mezzogiorno con oltre 530mila persone che hanno bisogno di aiuto per mangiare che si trovano in Campania, oltre 364mila in Sicilia e quasi 283mila in Calabria, ma situazioni diffuse di bisogno si rilevano anche nel Lazio con oltre 263mila persone e con 235mila persone nella lombardia devastata dal coronavirus”. 

E ancora:

“Con le misure restrittive per contenere il contagio e la perdita di opportunità di lavoro, anche occasionale, si aggrava la situazione e aumenta il numero dei quasi 2,7 milioni di persone che in italia- sottolinea la Coldiretti- sono costretti a chiedere aiuto per il cibo con la distribuzione di pacchi alimentari o nelle mense. Ad essere in difficoltà sono tra le categorie più deboli quasi 113mila senza fissa dimora, oltre 225mila anziani sopra i 65 anni, e 455mila bambini di età inferiore ai 15 anni che ricevono aiuti alimentari distribuiti con i fondi fead attraverso dall’agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) grazie ad associazioni come Banco alimentare Roma, Banco delle opere di carità, Caritas italiana, Comunità di Sant’Egidio, Croce Rossa Italiana, Fondazione banco alimentare e associazione Sempre insieme per la pace”.

In conclusione:

“Come è stato previsto nel Cura Italia con l’importante aumento di 50 milioni del fondo per l’aiuto agli indigenti chiediamo anche ai comuni di destinare all’acquisto di prodotti alimentari made in Italy e locali le nuove risorse rese disponibili per buoni spesa, buoni pasto o generi di prima necessità” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “l’importanza di sostenere l’economia agricola nazionale che in molti settori si trova in grande difficoltà con il blocco delle esportazioni e la chiusura di bar ristoranti e mense”.

Fonte: Agenzia Dire.

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Donne gravide positive al Coronavirus gestite dall’ospedale di Caserta

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L’ospedale di Caserta sarà la struttura che gestirà le donne in gravidanza risultate positive al Coronavirus.

La Regione Campania con l’Università Federico II, ha individuato l’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta, come struttura di riferimento per la gestione delle donne in gravidanza risultate positive al Coronavirus.

Ecco quanto annunciato dal Commissario Straordinario, l’avvocato Carmine Mariano. La Regione ha provveduto a richiedere la disponibilità di posti letto da riservare alle suddette donne, con rischio ostetrico-ginecologico e alle partorienti che necessitano di sorveglianza continua.

Il professor Luigi Cobellis, direttore del reparto di Ginecologia e Ostetricia, ha affermato:

“Si tratta di un ulteriore riconoscimento dell’efficacia dei percorsi identificati all’interno dell’Aorn di Caserta con la possibilità di offrire alle gravide Covid positive un percorso riservato a tutela della salute delle gestanti e dei neonati. Lo sforzo del personale del Dipartimento – ha aggiunto – è massimo ed incentrato sulle procedure da seguire. Mantenere alto il livello di attenzione in questo momento è fondamentale e ci permette di affrontare questa emergenza con gli strumenti necessari per il benessere sia degli operatori che delle pazienti”.

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Trovano un portafogli e ricattano il proprietario: Arrestati

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Perde il portafogli e lo ricattano per restituirglielo, denuncia tutto ai carabinieri. Finiti in manette due coniugi per estorsione.

Un cittadino ha perso il portafogli contenente alcune centinaia di euro e documenti d’identità, ovviamente importanti. Dopo qualche ora dallo smarrimento ha ricevuto una telefonata in cui gli si proponeva la restituzione del portafogli in cambio di 200 euro.

La vittima, un uomo di origini senegalesi, ha denunciato tutto ai carabinieri che hanno organizzato un finto incontro. Allo scambio si sono presentati due coniugi di San Gennaro Vesuviano di 52 e 50 anni, entrambi incensurati.

I due sono stati arrestati per estorsione. Ora sono ai domiciliari in attesa di giudizio. Il portafogli è stato restituito alla vittima ma con solo parte del contenuto: del denaro nessuna traccia.

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Festa trash in strada in piena emergenza Coronavirus

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Festa trash in strada a Pozzuoli, in piena emergenza Coronavirus, nel giorno dei picchi di contagi. Fermati dai carabinieri e dai poliziotti.

Festa trash in strada in piena emergenza da Coronavirus. È accaduto a Pozzuoli proprio nel giorno dei picchi dei contagi: sono stati registrati, infatti, cinque casi in meno di 24 ore. Una domenica trash andata in scena tra i palazzi popolari, nella zona di via Napoli.

Nel pomeriggio di ieri, diversi residenti della zona sono scesi in strada nel rione per cantare e ballare con tanto di musica. Ovviamente il tutto è stato filmato e postato in diretta Facebook e poi il video ha cominciato a circolare su Whatsapp.

Sono arrivati prontamente i carabinieri della compagnia di Pozzuoli e la polizia del locale Commissariato, alla cui vista, i partecipanti della suddetta festa trash, si sono dileguati.

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Emergenza Covid-19: si reclutano medici ad Avellino

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L’emergenza Covid-19 comporta un maggior potenziamento del sistema sanitario. Sul sito dell’Asl di Avellino parte la ricerca di medici.

La procedura d’urgenza prevede l’assegnazione di incarichi presso i presidi ospedalieri dell’Asl di Avellino. In particolare, sono necessari medici che si occupino di:

  • medicina interna;
  • malattie dell’apparato respiratorio;
  • malattie infettive;
  • medicina di accettazione e d’urgenza;
  • cardiologia;
  • chirurgia generale;
  • radiodiagnostica;

Per maggiori informazioni su reclutamenti e concorsi, l’avviso è disponibile nella sezione “Avvisi” del sito: https://www.aslavellino.it/.

Ruba reperti di vasi antichi a Pompei, arrestato 25enne

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Ha forzato la recinzione ed è entrato nel parco archeologico degli scavi di Pompei. Una volta dentro ha rubato alcuni frammenti di vasi antichi ed è rapidamente fuggito. I carabinieri, allertati dal personale di vigilanza, hanno ispezionato le immagini della videosorveglianza: in breve tempo hanno riconosciuto l’autore del furto, tale J.M., un 25enne già noto alle forze dell’ordine.

Dopo il furto, secondo la ricostruzione dei militari dell’Arma, l’uomo sarebbe tornato nella sua abitazione. In quest’ultima hanno recuperato i reperti trafugati qualche tempo prima. Il 25enne arrestato è attualmente ai domiciliari in attesa di giudizio. Le forze dell’ordine hanno restituito i reperti rubati alla direzione del parco archeologico.

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Coronavirus: il miracolo di Lina, guarita a 103 anni

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Il caso di Lina, guarita a 103 anni

L’emergenza coronavirus sta mettendo alla prova il sistema sanitario: fra l’angoscia della quarantena nazionale e il panico che emerge dai telegiornali, talora una buona notizia può mettere una dose di buonumore. Raffaele De Palma è un noto immunologo di Pratola Serra (Avellinese, dunque). Insegna Medicina Interna e da dicembre è primario nel reparto di Medicina Interna a Orientamento lmmunologico e Medicina Traslazionale al San Martino di Genova: è un uomo pragmatico e competente nel suo lavoro, di risultati.

Il medico è responsabile di quello che sembrerebbe un record: la guarigione di Lina, paziente di quasi 103 anni, soprannominata Highlander (e per un buon motivo). L’anziana, contagiata dal coronavirus, è stata ricoverata nel reparto guidato dal prof De Palma. Quest’ultimo è un reparto riconvertito di recente per accogliere unicamente i malati di Covid.

Rerndesivir, un farmaco sperimentale

«Siamo diventati un hub per la Liguria – commenta il campano De Palma, ancora sorpreso del risultato – Al momento ospitiamo ventidue pazienti positivi, ma manteniamo ancora un’ala del reparto ‘pulita’, come si dice in gergo, con sei malati risultati per fortuna negativi al secondo tampone». De Palma ha seguito di persona il caso dell’anziana ligure, che oltre alle due guerre mondiali e alla spagnola ora ha sul suo “curriculum” anche il coronavirus. La guarigione è stata possibile a causa delle terapie sperimentali dell’Ospedale, che prevedono l’impiego di un farmaco antivirale, Rerndesivir.

De Palma e il personale sanitario che coordina ora sono più fiduciosi. La guarigione della signora Lina ha dato un momento di sollievo ai medici, impegnati in prima linea contro un nemico parso finora invincibile. È un istante di gioia nella paura della pandemia peggiore da un secolo a questa parte. Lina ha impressionato tutti con la vitalità che non la abbandona mai, ancora appassionata di Formula 1 e dei Queen. La notizia ha fatto tra l’altro il giro del mondo, come una soffiata di speranza: il miglioramento di una donna alla vigilia del suo 103esimo compleanno era inaspettato. «Ha rincuorato tutti noi che stiamo lottando contro il Covid-19, un virus più contagioso che letale», commenta il primario.

Si abbassa l’età media dei contagiati dal coronavirus

«Adesso però – ammette, e fatica a nascondere l’amarezza, il prof di Pratola Serra – iniziamo ad avere anche qualche giovane tra i ricoverati. L’età dei contagiati si è abbassata. Sono una minoranza, certo, ma è pur sempre un segnale inquietante. Gli anziani ricoverati per Covid-19 hanno quasi sempre una storia clinica complicata, e compromessa da patologie pregresse. Siamo in prima linea pure qui a Genova. Ho assistito all’aumento dei contagi, e all’aggravamento dei pazienti. Stiamo facendo l’impossibile per salvarli». Anche i medici e gli scienziati sono stanchi, sotto lo stress della ricerca di una soluzione. Eppure, una simpatica nonnina ha rasserenato, almeno per un po’, gli animi: in tutto il mondo ora si parla di loro e della signora Lina.

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Covid-19, Lenzuola bianche per la Costa Diadema: A bordo due Ischitani

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L’appello delle lenzuola bianche prende vita a Procida e ad Ischia, un appello che vuole comunicare un messaggio semplice quanto esaustivo: “Siamo tutti sulla stessa barca”.

Con questa semplice frase le due isole alano la voce perchè la nave Costa Diadema, già più volte respinta, trovi un porto dove accostare.

Con una lettera al ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, i sindaci Dino Ambrosino di Procida e Rosario Caruso di Serrara Fontana, portano l’attenzione sulla nave perché a bordo, tra le oltre 1300 persone di equipaggio – di cui 90 presentano sintomi ascrivibili al Covid-19 – ci sono anche due isolani.

“Mi appello al ministro per far sbarcare subito la nave. – scrive Ambrosino – Ricordo ai sindaci che finora si sono opposti, che la Patria è una, nella buona e cattiva sorte, e che se alziamo i muri delle città, i nostri concittadini saranno le prime vittime dell’assedio”.

I comuni di Civitavecchia e Gioia Tauro avevano negato lo sbarco per il rischio di potenziali contagi. A bordo, il procidano Nico Strazzi: la famiglia lo attende con ansia.

“Procida – spiega ancora il sindaco – vive di lavoro marittimo, ma tutta la nazione deve ricchezza e cultura a questo mestiere che facciamo da millenni. Siamo un Paese di mare, ed il mare è sempre stato un elemento di unione, tra tutte le civiltà che sono cresciute negli scambi reciproci. Oggi – denuncia il primo cittadino di Procida – nessun porto italiano vuole accogliere la Diadema in un momento di difficoltà. A bordo ci sono malati, e senza assistenza si rischia di grosso. Mi appello a tutti gli amministratori che hanno concittadini tra l’equipaggio per rivolgere una richiesta comune. Prego perché non trascorra altro tempo e non precipiti la situazione”.

A bordo della Costa Diadema anche due ischitani: un giovane ufficiale di bordo e un medico, che presenterebbe sintomi da Covid-19.

“Miei concittadini, figli del territorio che amministro. – scrive il sindaco di Serrara Fontana, il comune più collinare dell’isola, proprio alle pendici dell’Epomeo, nella sua lettera indirizzata al ministro De Micheli – Non posso e non voglio restare fermo davanti alla loro richiesta di aiuto e davanti a quella dei restanti membri dell’equipaggio. Sono mariti, padri, figli della nostra amata Patria. Sappiamo tutti che nella lotta contro questa pandemia è necessario agire con sollecitudine per isolare i positivi e intervenire con le dovute terapie.  Senza ausilio di medici la situazione a bordo rischia di diventare drammatica.  Vi chiedo di adottare un protocollo di sicurezza per consentire l’attracco di Costa Diadema e lo sbarco dei passeggeri a bordo così da prestare loro le cure e tutto quanto prevedono i protocolli in materia di Covid-19″.

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Coronavirus, Napoli: Hanno 2 e 6 mesi le bambine ricoverate al Policlinico

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Il covid, parafrasando il buon vecchio Totò, è una livella, non guarda in faccia a nessuno e pone tutti sullo stesso piano.
Lo sanno bene i genitori dei due bambini, piccolissimi, ricoverati per covid19 nel reparto pediatrico del II policlinico di Napoli dedicato alla malattia: la prima ha due mesi, nata prematura e pesa 3 chili, era arrivata al Santobono con la tosse e difficoltà respiratorie; La seconda, poco più grande ma pur sempre piccolissima, solo 5 mesi, condivide il reparto con l’altra bambina, ed inconsapevolmente uniscono le speranze di tutta una comunità che, col fiato sospeso, si stringe attorno ai familiari.
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