mercoledì, Agosto 13, 2025
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Incurabili: stanziati i fondi per la rinascita del Complesso

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Nel convegno tenutosi al MANN, gli esperti hanno presentato il piano per la riqualificazione del Complesso degli Incurabili.

Dopo circa sette mesi dai crolli e dal conseguente sgombero dell’area, in cui vennero allontanate 70 famiglie, è stato presentato il piano per la riqualificazione del Complesso degli Incurabili. Il convegno tenutosi al MANN ha ripercorso la storia del complesso ma, soprattutto, ha dettato le linee metodologiche per gli interventi programmati. Il direttore ASL Napoli 1 Ciro Verdoliva ha riunito una commissione di esperti che ha studiato le criticità della struttura e ha progettato gli interventi.

Gli esperti si sono ritrovati per fare il punto della situazione. Antonio De Simone ha illustrato gli studi archeologici dell’area. Gianluca Minin ha esposto le indagini geologiche del sito. Edoardo Cosenza e Andrea Prota hanno dato gli indirizzi legati al risanamento statico conservativo. Di Renata Picone i metodi da adottare per il restauro. “Voragini sottostanti, lesioni da schiacciamento, dissesti di archi e volte, deformazione dei solai lignei, danneggiamento di architravi, ci misero dinanzi ad uno scenario simile a quello del terremoto dell’Aquila. Adesso la sfida – spiegano Prota e Cosenza – consiste nel rispettare la storia degli Incurabili ma giungendo a garantirne la sicurezza”.

I lavori sono finanziati dalla Regione, che ha stanziato 100 milioni per la messa in sicurezza della struttura ospedaliera del patrimonio di interesse culturale. “Il bando è pronto – afferma Verdoliva – e a novembre verrà pubblicato. Di qui a sei mesi avremo il vincitore della gara e saranno avviati i lavori che in quattro anni restituiranno alla città i primi lotti del cantiere”. Verdoliva assicura: “Saremo sentinelle di legalità e trasparenza, l’opera e i lavori non dovranno avere alcuna macchia”. Il direttore sottolinea che saranno recuperate e restituite alle famiglie le unità abitative, ma gli stanno a cuore soprattutto i 12.900 metri quadrati destinati ad accogliere i pazienti, “perché strutture pubbliche del genere, a Napoli, non ce ne sono”.

Lotta ai tumori: Arriva il farmaco salvavita fornito gratis dalla Regione Campania

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Lotta al melanoma con metastasi cerebrali: arriva il farmaco salvavita fornito gratis dalla Regione.

La Campania si pone in prima linea nella lotta contro il tumore, fornendo un combinato di farmaci salvavita gratis ai pazienti. Il costo di questa cura contro il melanoma con metastasi cerebrali poteva essere proibitivo per molti, dato che non è rimborsabile dal Servizio Sanitario Nazionale.

Ecco le dichiarazioni del governatore della Campania Vincenzo De Luca:

 “Un altro segnale di attenzione e rinnovamento della sanità campana“.

Il farmaco è stato approvato dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ma è catalogato come fascia C, quindi non rimborsabile e il costo di questa cura che salverebbe la vita di un paziente su due è di 60mila euro l’anno.

Come riporta “Il Mattino”, è stato il direttore generale dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli, Attilio Bianchi, a voler rendere accessibile questo combinato di farmaci a tutti i pazienti, insieme alla Regione Campania e proprio alla “Fondazione G. Pascale” inizierà la sperimentazione. Bianchi commenta così:

“Il Pascale non poteva rimanere insensibile dinanzi a questa situazione paradossale. Il nostro Istituto, con l’oncologo Paolo Ascierto, è riconosciuto a livello mondiale proprio per la cura del melanoma. Ma nulla sarebbe stato possibile senza la decisione del presidente De Luca il quale, dimostrando un’estrema sensibilità, ha dato questo segnale di autentica civiltà istituzionale. Grazie alla decisione della Regione Campania verrà garantito ai pazienti affetti da melanoma con metastasi cerebrali un percorso terapeutico adeguato e tempestivo“.

Vincenzo De Luca in un post su Facebook, scrive:

“La Regione Campania investe 3 milioni di euro per finanziare l’acquisto di un farmaco, che non viene rimborsato dal sistema sanitario nazionale, per la cura del melanoma con metastasi cerebrali. È una terapia estremamente innovativa che verrà fornita gratuitamente a partire dal mese di dicembre a tutti i pazienti che ne hanno necessità“.

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Investita da un furgone, 63enne perde la vita al mercato rionale

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Una donna di 63 anni è morta questa mattina a seguito di un incidente stradale. Accade a Quarto, precisamente nella del mercato della città.

La donna sarebbe stata investita da un furgoncino in retromarcia. Nonostante l’arrivo dei soccorsi del 118 per la 63enne non c’è stato nulla da fare. La Polizia Municipale sta indagando per chiarire la dinamica dell’incidente.Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e i Vigili del Fuoco. Al vaglio le telecamere di videosorveglianza presenti nella zona, oltre alle testimonianze delle persone che hanno assistito al dramma, per ricostruire l’esatta dinamica della vicenda.

Il mercatino per la giornata di lunedì 28 ottobre è stato sospeso.

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Vertice di Italia Viva a Napoli: Mistero su De Luca

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Napoli – Programmata per oggi la Kermesse di Italia Viva, Partito fortemente voluto da Renzi e che ha rubato ampie fette di parlamentari a sia a destra che a sinistra.

L’incontro si terrà oggi alle ore 17 al cinema Metropoitan di Napoli, in Via Chiaia, dove i big del neo-partito saranno presenti: Maria Elena Boschi, Ettore Rosato, Elena Bonetti, Gennaro Migliore e Catello Vitiello, sono solo alcuni dei nomi chiamati a raccolta insieme ai tanti amministratori e militanti che già sostengono il nuovo progetto.

Grande incognita rimane però il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, ad oggi ancora ambiguo nel posizionamento lungo l’asse PD-Italia Viva venutosi a creare dopo la scissione.

Certo è che vi fosse la presenza di De Luca alla presentazione sarebbe un segnale importante, soprattutto alla luce della disfatta del PD in Umbria avvenuta ieri, la quale ha confermato quelle che erano state le profezie del Presidente.

Napoli, nuova rissa al Vasto: “Vietare consumo di alcolici”

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Un’altra rissa fa scoppiare il caos nel quartiere Vasto, i residenti non ne possono più.

Di nuovo una nuova rissa il motivo di caos tra i residenti del Vasto. L’episodio è avvenuto tra via Milano e via Firenze. Erano passate da poco le 21, quando dei gruppi hanno iniziato a fronteggiarsi per le strade del quartiere. Prima gli insulti, poi gli spintoni e infine la zuffa che ha coinvolto almeno una decina di persone.

Gli animi, sono rimasti accesi per molto tempo prima che la situazione tornasse alla normalità, come raccontano i residenti. Adelaide D’Ario del Comitato Vasto ha così commentato:

«È la nostra normalità e siamo stanchi. Ogni sera è la stessa storia e nessuno riesce a porci rimedio. La maggior parte di questi ragazzi si riunisce tra piazza Principe Umberto e via Milano dove nelle ore notturne è pericoloso passeggiare e dove nei negozi gestiti dagli extracomunitari si vendono alcolici. Chiediamo la chiusura domenicale di questi locali e il rispetto delle ordinanze. Vogliamo che sia vietato il consumo di queste sostanze in strada e che i controlli siano capillari e frequenti. Non c’è altro modo per mettere in sicurezza il nostro quartiere».

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Napoli – Auto in fiamme a piazza Cavour, intervengono i vigili del fuoco

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Un’automobile brucia improvvisamente a Piazza Cavour, intervengono prontamente i vigili del fuoco.

Attimi di panico a piazza Cavour a Napoli, a pochi passi dalla fermata della metropolitana. Ieri un’auto è andata improvvisamente a fuoco. Le cause sono ancora da accertare, è accaduto in mezzo al traffico e a pochi metri da diversi alberi. Diversi residenti, testimoni della scena, hanno chiamato i vigili del fuoco, mentre cercavano di aiutare il proprietario del mezzo a spegnere il rogo.

I vigili del fuoco sono intervenuti sul posto in pochi minuti. Come si può vedere in un video girato da un cittadino e diffuso online dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, in meno di venti secondi dal momento del loro arrivo, i pompieri hanno attivato l’idrante e spento il rogo, evitando che il fuoco si estendesse anche alla vegetazione. Ecco come ha commentato Borrelli:

“Complimenti ai vigili del fuoco e ai cittadini solidali che hanno dato una mano”.

Fortunatamente c’erano poche auto in circolazione nella zona e non ci sono state persone ferite e i danni.

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Al Teatro Augusteo a suon di risate con “Che disastro di commedia” di Mark Bell

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Recensione dello spettacolo “Che disastro di commedia!”, rappresentazione firmata Henry Lewis con la regia di Mark Bell che apre la La stagione 2019-2020 del Teatro Augusteo di Napoli.

Tutto ciò che può andar storto, e per fortuna

In originale “The Play That Goes Wrong” una commedia firmata Henry Lewis  con la regia di Mark Bell.  Lo spettacolo debuttò a Londra nel 2012 e riscosse un estremo successo, tanto che da allora è stato tradotto in oltre venti lingue ed ha dato persino vita ad una sorta di franchise.

Con la regia di Mark Bell, la rappresentazione racconta di una compagnia di attori dilettanti che prova a mettere in scena un giallo ambientato nei ruggenti anni ’20, ma la sorte non è dalla loro parte: la compagnia, già funestata in precedenza da numerosi problemi, assenze e desolanti fallimenti, adesso è costretta a fronteggiare in modo rocambolesco una serie di imprevisti assurdi e al limite del possibile.

Tra la scenografia che cade a pezzi, oggetti che prendono fuoco, attori messi fuori combattimento da porte sbattute, acqua ragia e incidenti che corrono sul filo della follia, il giallo si trasforma in commedia; tutto ciò che può andar storto lo faràper fortuna e godimento del pubblico che non potrà fare a meno di ridere.

Prima di andare in scena (o forse no)

Quando il teatro apre i suoi battenti e permette agli spettatori di sedersi al loro posto, lo spettacolo inizia ancor prima di andare in scena.

Infatti, dopo che il pubblico avrà preso posto, tra le poltrone e poltroncine cominceranno ad aggirarsi degli strani individui, interagendo con coloro che son seduti chiedendo delle cose come: “Avete visto questo cane? Somiglia a quello che è rappresentato nel quadro lì, sul palco… no? Siete sicuri? Guardi che lo stiamo cercando per davvero!” oppure “Qualcuno ha visto il mio cd dei DuranDuran? Se lo trovate siete pregati di portarmelo alla fine dello spettacolo, grazie!”.

Mentre ciò accade, altre persone, probabilmente coloro che nella finzione dovrebbero lavorare dietro le quinte, provano a sistemare la scenografia che già non sta in piedi: in una serie di sketch già spassosi, martellano, incollano, usano persino dello scotch per arrangiarsi e far andare avanti lo spettacolo – che neanche è cominciato e già arranca. 

La commedia e i suoi disastri iniziano ancor prima che si apra il sipario, ed il pubblico, sin da subito, è coinvolto e comincia a divertirsi e sorridere.

Delitto a Villa Haversham

Quando si aprono le quinte, il giallo che dovrebbe essere rappresentato ci viene presentato con il nome di “Delitto a Villa Haversham“, dove un giovane viene assassinato nella sua villa pochi giorni prima del suo matrimonio. Viene presentata anche la sgangherata compagnia che calcherà il palcoscenico, la compagnia di Sant’Eufrasio Piedimonte, e la sua terribile storia.

Dopo questa breve introduzione, lo spettacolo vero e proprio inizia in un crescendo di cose che non funzionano (facendo funzionare però davvero così bene la commedia) – gli audio sono spesso sbagliati e mal-sincronizzati, la scenografia si sgretola ad ogni scena, gli attori sono costretti a sostituirsi continuamente gli uni con gli altri mentre si dimenticano le battute e bevono acqua ragia al posto di un liquore di scena.

Non ci sono equivoci, tutto è lampante ed evidente ed è proprio questo a far ridere la sala, conquistata da quest’umorismo un po’ british. Le reazioni sconcertate, sbagliate, fuori di senso e di senno degli attori fanno ridere così tanto il pubblico che, dopo due atti e 120 minuti di spettacolo, si rischia di avere il viso dolorante per le troppe risate. 

Un disastro davvero eccezionale

Si tratta di un disastro davvero eccezionale. Un plauso va agli attori per la loro performance eccellente – perché sbagliare di proposito e con una tale precisione è davvero difficile e complicato, ma loro ci riescono egregiamente.

Nota particolarmente positiva la scenografia, che nel suo cadere a pezzi in maniera così controllata fornisce pretesti e sostegno a tutta la narrazione – persino a qualche acrobazia ed ad un numero di magia. 

Questa brillante e spassosa commedia in due atti lascia a bocca aperta, fa ridere e sorprendere: è un piacere guardarla, al punto che si spera che finisca il più tardi possibile; tuttavia, nonostante le sue due ore di lunghezza, si concluderà sempre troppo presto. 

Quando vedere lo spettacolo

Sarà possibile vedere “Che disastro di commedia!” al Teatro Augusteo fino al 3 Novembre. Lo spettacolo è consigliatissimo a tutti, ma in special modo a coloro che desiderano ridere tanto e di gusto, a coloro che apprezzano un certo humor britannico e, in generale, a chi ama il buon teatro.

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Giovane pizzaiolo ucciso per una lite al bar nel napoletano

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Era iniziata come una comune lite al bar, poi un 25enne già noto alle forze dell’ordine, è passato dallo scontro verbale all’attacco armato culminato in omicidio.

Il fatto è avvenuto nella notte di sabato 26 ottobre intorno alle 5 di notte in un bar di in località Torre di Mare, a Capaccio Paestum. Vincenzo Galdoporpora ha tirato fuori il coltello e ha colpito più volte Francesco De Santi, pizzaiolo di 33 anni.  La vittima si era recata lì, come d’abitudine, prima di tornare a casa, dopo il suo turno in pizzeria. Delle quattro coltellate, l’ultima, vicina al cuore, è stata quella fatale. Il 33enne, un ragazzo molto conosciuto e benvoluto in paese, ha perso la vita nonostante il soccorso degli operatori del 118.

L’assassino, con precedenti per droga e rissa, era inizialmente scappato, ma si costituito poco dopo, presso la caserma dei carabinieri di Capaccio Scalo.

Il giovane è stato rinchiuso nelle camere di sicurezza della caserma dei carabinieri di Capaccio Scalo (Salerno) in attesa di essere trasferito in carcere. L’arma del delitto, un coltello a serramanico, è stata sequestrata. L’ipotesi principale è che la lite al bar possa essere nata per vecchi dissidi personali tra i due.

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“Patrimoni Viventi”, Officinae Efesti premiata a Ravello per “La grande bellezza”

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L’Associazione Culturale Officinae Efesti con il progetto “La Grande Bellezza” si aggiudica il premio “Patrimoni Viventi” indetto dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali e destinato ad associazioni, enti ed istituzioni di tutto il territorio nazionale.

La cerimonia di premiazione si è tenuta giovedì 24 ottobre, nella cornice di Villa Rufolo a Ravello, nell’ambito della quattordicesima edizione di “Ravello Lab – Colloqui Internazionali”.

La Commissione, costituita da cinque componenti di cui due stranieri, ha valutato le candidature secondo cinque criteri: impatto territoriale, rispetto dei principi dello sviluppo sostenibile, innovatività dell’intervento, coinvolgimento degli stakeholder e della comunità locale, economicità dell’intervento di valorizzazione.

Questa la motivazione:

«Il carattere multidisciplinare del progetto ‘La grande bellezza’ impiega gli eventi culturali ed artistici nel vasto contesto territoriale dell’area metropolitana di Napoli – comune di Casalnuovo, di Acerra e di Pozzuoli – come strumenti di costante e continuativo intervento in svariati ambiti dalla formazione al recupero del patrimonio culturale all’inclusione sociale. Un’esperienza innovativa puntata sul valore della comunità della quale esalta ‘la grande bellezza’».

Stefania Piccolo e Alessandra Magnacca, rispettivamente Presidente e Direttrice organizzativa dell’associazione, hanno ritirato il premio e omaggiato la commissione di Ravello Lab con il “Piccolo atlante dei volti”, pubblicazione a cura di Salvatore Liberti, esperto coinvolto nel modulo di mapping. Con le organizzatrici, hanno ritirato il premio: Michelangelo Riemma, dirigente scolastico dell’IC Aldo Moro di Casalnuovo; Rita Canosa, dirigente scolastico dell’IC Don Milani Capasso di Acerra; Anna Iossa, dirigente scolastico della Scuola media Caporale di Acerra; Ida Conte, coordinatrice e vicepreside del Liceo Majorana di Pozzuoli; Maria Pia Ardolino, docente dell’IC Don Milani Capasso; Annabella Angrisani, docente della Scuola media Caporale; Rosa Nappi, docente dell’IC Aldo Moro; Luigia Mocerino, docente dell’IC Aldo Moro, e le esperte Raffaella Picascia e Maria Mautone.

Il progetto “La Grande Bellezza”

Napoli si conferma ancora una volta laboratorio di sperimentazione nei processi di innovazione culturale: oltre ai principali attrattori e all’eccellente lavoro di valorizzazione ad opera delle istituzioni culturali, emerge una fitta rete di organizzazioni del privato sociale partenopeo che, coniugando capacità innovative e manageriali, danno vita ad interventi di valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale.

Officinae Efesti trasforma il concetto di patrimonio culturale, oltrepassando la nozione di bene tangibile, avvalorando le tradizioni e i sentimenti collettivi. Il progetto “La Grande Bellezza”, svincolandosi dalle logiche promozionali e commerciali, assume il carattere etico di un nuovo modo di fare cultura e cittadinanza, elaborando il degrado e rifunzionalizzando il patrimonio, le identità e le singolarità locali che vengono tramutate in esperienze. Questo approccio è in linea con la Conferenza di Faro e l’accezione di eredità culturali in essa contenuta, recentemente ratificata dal Senato della Repubblica.

“Siamo onorati di ricevere questo prestigioso riconoscimento e ringraziamo tutti i collaboratori e i compagni di viaggio che hanno scelto di scommettere ed investire con noi in un progetto visionario e coraggioso” commenta Agostino Riitano, fondatore di Officinae Efesti e project manager supervisor di Matera 2019 Capitale Europea della Cultura. “Operiamo da più di 15 anni, a Napoli e in tutto il territorio nazionale, sperimentando nuovi modelli di produzione culturale per dare risposte concrete e non convenzionali ai bisogni delle comunità con cui lavoriamo; nell’ultimo decennio il Sud è stato capace di dar vita ad interventi di valorizzazione innovativi e di grande spessore, individuando le potenzialità insite nelle alleanze pubblico-privato, in particolare nelle aree periferiche e fragili dei grandi centri urbani, generando rilevanti impatti mediante una virtuosa gestione degli esigui fondi pubblici”.

 “Cos’è per te la bellezza?”

da questa domanda il team di Officinae Efesti è partito per dar vita a una riflessione che ha indagato la relazione fra estetica, territori periferici e le umanità che li abitano, per eleggere la periferia come luogo privilegiato, emozionale e geografico, per le attività di promozione culturale. Il progetto “La Grande Bellezza”- selezionato dal MIUR e finanziato con i Fondi Strutturali Europei nell’ambito del Programma Operativo Nazionale – attraverso laboratori, incontri ed esplorazione del patrimonio culturale ha coinvolto più di 600 bambini e giovani dell’ICS Aldo Moro di Casalnuovo di Napoli, l’ICS Don Milani Capasso di Acerra, la Scuola Media Caporale di Acerra, il Liceo Artistico Majorana di Pozzuoli, costruendo attorno all’intervento una grande comunità territoriale formata da famiglie, artigiani, enti locali e  imprenditori. Il progetto ha trovato l’adesione di MappiNa _ Mappa Alternativa della Città e della Sartoria Cesare Attolini, azienda riconosciuta a livello internazionale, che ha realizzato i costumi indossati da Toni Servillo nel film “La Grande Bellezza”, da cui il nome del progetto.

L’interdisciplinarietà dell’intervento ha messo in connessione l’esplorazione e la mappatura del patrimonio culturale – Antica Bottega d’Arte di Giuseppe Tudisco Gigli di Nola, Scavi di Cuma, Casa Morra – Archivio d’Arte Contemporanea di Napoli, Teatro Rostocco di Acerra, Complesso Archeologico di Baia, solo per citarne alcuni –  con il digital mapping, la promozione e il marketing del turismo sostenibile, l’indagine sulle ritualità campane, la scoperta della sartoria d’eccellenza, la digitalizzazione degli archivi e l’antropologia teatrale.

Officinae Efesti, organizzazione di management culturale, lavora da sedici anni nel territorio campano sviluppando progetti fortemente contemporanei capaci di coniugare la produzione artistica, l’innovazione sociale e la progettazione culturale. Festival, rassegne, interventi artistico/culturali multidisciplinari, formazione artistica, pedagogia in aree di disagio, recupero del patrimonio culturale, queste le principali attività dell’organizzazione che sperimenta nuovi modelli per dare risposte concrete e non convenzionali ai bisogni delle comunità, spesso marginali, in cui agisce.

Officinae Efesti è un progetto di Stefania Piccolo, Agostino Riitano e Alessandra Magnacca.

Campania differenziata: 247 comuni “Ricicloni” e 85 “Rifiuti Free”

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Report Legambiente sulla differenziata in Campania: 247 comuni ricicloni e 85 rifiuti free. Avellino unico capoluogo riciclone. Bene Benevento e Salerno, male Caserta e Napoli.

In séguito alla diffusione dei dati sulla differenziata dell’Osservatorio Regionale per la Gestione dei Rifiuti (ORGR) – che abbiamo discusso qui – arriva l’indagine sui Comuni Ricicloni 2019 pubblicata da Legambiente, che riporta sotto la lente di ingrandimento il comportamento dei comuni campani.* I risultati sono dolceamari e variano molto da provincia a provincia. Cerchiamo di analizzarli in dettaglio.

Uno sguardo d’insieme

Come riportato nel dossier di Legambiente, secondo l’ORGR nel 2018 sono state prodotte 2.605.021 tonnellate di rifiuti urbani, di cui il 52,7% è differenziato. Il 26,2% della produzione totale, ovvero 682.132 tonnellate, è costituita dalla frazione organica.

Tuttavia, è preoccupante constatare che il 90% dei rifiuti organici viene trasportato fuori regione, poiché in Campania mancano ancora impianti di smaltimento adeguati. Un fardello che rischia di rallentare l’intero processo di raccolta differenziata, limitandone drasticamente i risultati. “Il piano regionale di finanziamento di impianti di trattamento della frazione organica stenta a decollare” – scrive Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania – “Inoltre è paradossale nell’era del necessario passaggio da fonti fossili a fonti rinnovabili finanziare prevalentemente impianti aerobici e non puntare maggiormente su processi anaerobici per la produzione di biometano. Un’occasione di transizione ecologica persa, forse l’ennesima, che non possiamo più permetterci.”

Quanto ai rifiuti urbani indifferenziati, questi rappresentano il 47,3%, per un totale di 1.232.087 tonnellate e produzione annua pro-capite di 212,37 kg.

In generale, “si è ancora molto distanti dal raggiungimento dell’obiettivo del 65% di raccolta differenziata su base regionale fissato al 2012 dal Decreto Legislativo n. 152/06” – avverte Imparato. Infatti, secondo i dati dell’ORGR, nel 2018 la Campania ha prodotto in media 449 kg di rifiuti pro-capite annui, con una percentuale di raccolta differenziata ben al di sotto delle aspettative (52,70%) e un tasso di riciclaggio ancora più basso (42,92%).

Ma parliamo delle eccellenze

Nonostante un trend generale non ancora soddisfacente, sono 247 i comuni che possono fregiarsi dello status di “ricicloni” e 85 quelli che sono stati nominati “rifiuti free”. Ma cosa vuol dire?

Se nei comuni ricicloni la differenziata deve raggiungere almeno il 65%, quelli rifiuti free sono “comunità che hanno messo in campo esperienze virtuose di prevenzione e riduzione dei rifiuti, adottando campagne di sensibilizzazione costanti e percorsi di educazione ambientale rivolte a tutta la popolazione” – come si legge nel dossier di Legambiente. Per essere un comune libero dai rifiuti si deve non solo raggiungere il 65% di differenziata, ma ogni cittadino può produrre al massimo 75 kg di secco residuo all’anno.

“Rifiuti free”…

La presenza della categoria “rifiuti free” evidenzia l’impegno profuso da alcune amministrazioni campane nella corretta gestione dei rifiuti, dalla differenziazione allo smaltimento. **

La provincia con il maggior numero di comuni rifiuti free (36) è quella di Benevento (42,3%), seguita a ruota dalla provincia di Salerno, che ne raccoglie il 40% (34). Inaspettatamente, in provincia di Avellino si concentra soltanto il 12,9% dei comuni super virtuosi (11) . Al contrario, fin troppo scontato il risultato delle province di Napoli (2) e Caserta (2), dove viene registrato, in entrambi i casi, un deludente 2,4%.

Nella classificazione dei comuni, Legambiente ha usato il numero di abitanti come variabile discriminante. In particolare, i comuni rifiuti free sono stati divisi in 3 gruppi: quelli con meno di 5.000 abitanti, quelli con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 15.000, e quelli con più di 15.000 abitanti. L’indicatore primario per l’individuazione di questi comuni è la produzione di rifiuti pro-capite.

Quali sono i comuni “rifiuti free”?

Sulla base della produzione di secco residuo, tra i comuni con meno di 5.000 abitanti, nella Top3 si collocano Tortorella e Morigerati, entrambi in provincia di Salerno ed entrambi con meno di 1000 abitanti, mentre il terzo posto va a Domicella (AV). In particolare, il caso di Tortorella è esemplare, in quanto i suoi 495 abitanti producono 1,66 kg di rifiuti pro-capite annui, e differenziano il 99,12% dei rifiuti. Solo 15,67 i chili pro-capite per gli abitanti di Morigerati e 18,25 per quelli di Domicella.

Passando ai comuni con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 15.000, ancora salernitani i primi due per basse quantità di secco residuo: Montesano sulla Marcellana, con 36,63 kg annui pro-capite e l’83,16% di differenziata, e Albanella, 58,11 kg e il 79,83% di differenziata. Al terzo posto, i 13.536 cittadini di Montesarchio producono 64,02 kg di secco residuo ciascuno ogni anno, e raggiungono l’83,12% di differenziata.

Davvero molto significativi i dati inerenti alla classifica dei comuni rifiuti free con oltre 15.000 abitanti. Interessanti, poiché solo un comune è riuscito a soddisfare tutti i requisiti necessari per questo profilo: Sarno (SA), dove ogni cittadino produce annualmente 74,31 kg di secco residuo e dove si effettua l’81,64% di raccolta differenziata.

… e “ricicloni”

Se i comuni rifiuti free sono i primi della classe, bisogna evidenziare anche i successi ottenuti dai compagni ricicloni, ovvero quei 247 comuni campani – in pratica 1.440.118 cittadini – che riescono a raggiungere il 65% di raccolta differenziata.***

Complessivamente, la provincia più retta è quella di Salerno, con ben 91 amministrazioni (36,8%). A seguire, con sufficiente distacco, la provincia di Benevento, con 59 comuni (23,9%), e quella di Avellino, con 44 (17,8%). Anche in questo caso, le province con il minor numero di comuni ricicloni sono Caserta, con 30 (12,1%), e fanalino di coda, Napoli, con solo 23 comuni (9,3%).

Quali i “ricicloni”?

Anche i comuni ricicloni sono stati discriminati sulla base del numero di abitanti, questa volta però le categorie sono 4: meno di 5.000, tra 5.000 e 15.000, tra 15.000 e 50.000, più di 50.000. Inoltre, le classifiche per i comuni ricicloni vengono stilate in base alla percentuale di raccolta differenziata.

Tra i comuni con meno di 5.000 abitanti, si distinguono di nuovo Tortorella (SA) (99,12%) e Domicella (AV) (94,61%); molto bene anche Visciano (NA) (93,99%), Morigerati (SA) (92,55%) e Sperone (AV) (92,54%). Se passiamo ai comuni con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 15.000, spiccano nuovamente Montesano sulla Marcellana (SA) (83,16%) e Montesarchio (BN) (83,12%), ma tra i primi cinque si collocano anche Monte di Procida (NA) (83,12%), Bellizzi (SA) (80,25%) e Albanella (SA) (79,83%).

Considerando i comuni più grandi (tra 15.000 e 50.000), al primo posto si colloca Vico Equense (NA) (83,51%), seguito da Sarno (SA) (81,64%), Bacoli (NA) (81,36%), Baronissi (SA) (80,37%) e Marcianise (CE) (79,73%). Piuttosto deludenti, infine, i risultati per i comuni ricicloni con più di 50.000 abitanti, poiché solo 4 sono riusciti a superare la soglia del 65%, alcuni davvero di un soffio. Pozzuoli (NA) (73,98%) è il primo, seguito da Avellino (71,84%), Acerra (NA) (69,09%) e Cava de’ Tirreni (SA) (65,07%).

I bocciati

Guardando al fondo della classifica di Legambiente, gli ultimi quattro comuni si trovano tutti nella provincia di Caserta. In ordine decrescente in riferimento alla percentuale di raccolta differenziata, troviamo Raviscanina (16,06%), Fontegreca (10,17%), e Cancello Ed Arnone (8,47%). Chiude, con un inqualificabile 5,25%, Ciorlano. Pessimo risultato per una sola amministrazione nella provincia di Salerno, Pagani, unico altro comune, insieme ai precedenti, a non raggiungere nemmeno il 20%, poiché si ferma, infatti, al 18,71% di differenziata. Nelle ultime dieci posizioni, Letino (CE), con il 26,18%, e quattro comuni in provincia di Napoli: Torre del Greco (24,92%), Trecase (25,79%), Tufino (20,81%) e Serrara Fontana (20,12%).

I capoluoghi

Come già analizzato in un nostro precedente articolo, Avellino si posiziona al primo posto tra i capoluoghi, con una raccolta differenziata del 71,84%; tristemente, è anche l’unico capoluogo riciclone della Campania. Soglia del 65% quasi raggiunta da Benevento, che si ferma al 63,38% di raccolta differenziata, e da Salerno, che differenzia il 60,37% dei rifiuti. Molto male, ancora, Caserta (48,58%) e Napoli (35,99%), che restano molto al di sotto della soglia di legge.

I parchi nazionali

Tra i vari comuni, non bisogna dimenticare quelli dei due Parchi Nazionali della Campania: il Parco Nazionale del Vesuvio (13 comuni, 347.583 abitanti) e il Parco Nazionale del Cilento (95 comuni, 265.301 abitanti). Se il secondo supera in media il 65% di raccolta differenziata, con ben 53 comuni oltre il livello soglia, 26 dei quali riconosciuti persino rifiuti free, il Parco Nazionale del Vesuvio supera di pochissimo la metà della differenziata (50,10%), con solo 4 comuni che hanno una percentuale superiore al 65%.

Passi in avanti

In generale, se letti in prospettiva ‘storica’, i risultati sulla differenziata possono dirsi abbastanza incoraggianti, sebbene non ancora sufficienti. Infatti, se la Campania è ben lontana da quel virtuoso 65%, è anche vero che in 7 anni la Regione è passata dal 41,5% (2012) al 52,7% (2018), segnando un +11%. Anche il numero dei comuni ricicloni è aumentato da 67 a 247 nello stesso arco di tempo.

Primi timidi passi, insomma, per uno smaltimento più intelligente ed eco-sostenibile. Tuttavia, “per compiere la rivoluzione circolare in Campania e nel Mezzogiorno” – sottolinea, nella sua premessa al report, Mariateresa Imparato – “dobbiamo essere consapevoli e reattivi riguardo i ritardi e gli ostacoli che ancora ci sono, chiedendo con forza politiche coraggiose e immediate nella pianificazione e nella gestione del ciclo dei rifiuti. Sono necessarie strategie lungimiranti e azioni nel brevissimo periodo per sanare un colpevole ritardo. Bisogna agire ora e subito perché, come ci ricordano i ragazzi nelle piazze dei Global Strike, “There is no more time”.

Già, perché le lancette corrono. Il pacchetto europeo sull’economia circolare si pone alcuni obiettivi, come il riciclo del 70% degli imballaggi entro il 2030, la differenziazione del 65% dei rifiuti urbani entro il 2035, e lo smaltimento in discarica solo del 10% dei rifiuti, sempre entro il 2035. La strada, dunque, è ancora lunga, ma quali sono alcune importanti mosse per completare questa rivoluzione differenziata? Secondo Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, “gestione efficace e ben organizzata, raccolta porta a porta, politiche di prevenzione, tariffazione adeguata per disincentivare la produzione dei rifiuti e aumentare la qualità dei diversi materiali raccolti, sono gli ingredienti fondamentali.

 *Dati estrapolati dal rapporto 2019 sui Comuni Ricicloni, pubblicato da Legambiente Campania e scaricabile in versione completa qui.

** Per questo tipo di classificazione, l’indicatore di riferimento primario è la produzione pro-capite di rifiuto secco residuo.

*** L’indicatore di riferimento è la percentuale di raccolta differenziata.

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