venerdì, Maggio 2, 2025
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Omicidio Santo Romano: minorenne condannato a 18 anni e 8 mesi di reclusione

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SENTENZA OMICIDIO SANTO ROMANO
SENTENZA OMICIDIO SANTO ROMANO

Diciotto anni e 8 mesi di reclusione: questa la condanna inflitta dal Tribunale per i minorenni di Napoli al 17enne accusato dell’omicidio di Santo Romano, il giovane di 19 anni ucciso nella notte tra l’1 e il 2 novembre dell’anno scorso a San Sebastiano al Vesuvio, dopo una lite per un paio di scarpe sporcate.

La notizia della sentenza ha scatenato l’ira di parenti e amici che hanno urlato a gran voce : “fate schifo“. Il processo si è svolto con il rito abbreviato e il pm Ettore La Ragione aveva chiesto la condanna dell’imputato a 17 anni di reclusione.

Ira dei parenti e degli amici di Santo Romano all’esterno del tribunale in viale dei Colli Aminei a Napoli, la madre della vittima ai microfoni dei cronisti presenti ha detto: “La giustizia fallisce, perciò i minori continuano a delinquere e ad ammazzare. Facciamo schifo!

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Orta di Atella: percuote e insulta la madre, arrestato 23enne

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ORTA DI ATELLA
ORTA DI ATELLA

Ha minacciato e aggredito la madre il giovane 23enne arrestato, nella serata di ieri, dai carabinieri della Stazione di Orta di Atella in provincia di Caserta.

La donna, poco prima delle 20.00 di ieri, si legge in una nota dell’Arma, “in forte stato di agitazione e seriamente preoccupata per la propria incolumità ha bussato alla porta della Stazione carabinieri di Orta di Atella. Presa dallo sconforto, ha denunciato che il proprio figlio 23enne, poco prima si era presentato presso la sua abitazione pretendendo che lei e la sua seconda figlia lasciassero immediatamente l’appartamento, perché lui ne aveva bisogno per trascorrere una serata con i suoi amici“.

Al suo rifiuto il giovane “avrebbe cominciato a distruggere alcune suppellettili, a minacciarla di morte e contestualmente a colpirla con un violento schiaffo al volto. Nonostante le urla di disperazione e la richiesta di fermarsi il 23enne avrebbe continuato a lanciarle contro degli oggetti, fino a colpirla, ad una gamba, con un tegame da cucina“.

Le minacce sono poi proseguite con messaggi sul cellulare della donna proprio mentre questa era in caserma per formalizzare la querela. La donna, “stremata dalle violenze subite” ha specificato che non si trattava di un caso isolato, ma che “il figlio era solito aggredirla verbalmente e percuoterla con schiaffi, sempre per futili motivi“.

I militari dell’Arma, dopo averla tranquillizzata e invitata a prendere contatti con un centro antiviolenza, hanno raggiunto l’abitazione della donna dove hanno bloccato il figlio ancora in forte stato di agitazione. Il giovane, dopo le formalità di rito, è stato arrestato e rinchiuso nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Dovrà rispondere di maltrattamenti contro familiari, lesioni personali e minacce.

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Don Patriciello: Dopo Papa Francesco non si torna più indietro

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DON PATRICIELLO
DON PATRICIELLO

Avremo un Papa come il Signore vuole e penso anche che avremo un Papa sulle orme di Francesco“. Così don Maurizio Patriciello, parroco anticamorra del Parco Verde di Caivano, a margine di un incontro con gli studenti dell’Università degli Studi di Salerno.

La domanda che ci facciamo tutti è questa: si continuerà sulla scia di Francesco? Io penso di sì. Penso che indietro non si torni“, ha ribadito don Patriciello per il quale “ogni Papa è innanzitutto un cristiano battezzato, un successore di Pietro, ma è anche un figlio del suo tempo“.

Indietro non si torna, sono convinto che i cardinali questo l’abbiano compreso. Anche se ci sono dei cardinali che magari hanno un po’ di nostalgia, non della vecchia Chiesa, ma del passato perché quando andiamo avanti c’è sempre il timore di poter deragliare e di sbagliare, invece no. Intanto, il padrone del conclave è lo Spirito Santo ed è lui che agisce. E sono convinto – ha concluso – che i cardinali si lasciano guidare dallo Spirito Santo“.

I social stanno facendo anche un grande male. Possono fare bene, ma anche male. Cerchiamo di educare i nostri ragazzi a usarli bene“.

A dirlo è padre Maurizio Patriciello, parroco della chiesa del Parco Verde di Caivano, a margine del seminario ‘mafie, diritto e società’ al dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione dell’Università di Salerno.

Penso che questo mondo dei social ci abbia colpito all’improvviso, non eravamo preparati. Come sempre succede nelle epoche di grandi cambiamenti, c’è sempre il primo momento che è molto problematico“, aggiunge. “I social – sostiene il sacerdote – sono un coltello nelle nostre mani. Con il coltello possiamo tagliare il pane o la frutta, ma possiamo anche ammazzare le persone. Purtroppo questo coltello viene dato nelle mani di bambini e di ragazzini, cui non abbiamo ancora avuto il tempo di insegnare la differenza tra il bene e il male, la virtu’ della prudenza e della sapienza“.

I social stanno facendo anche un grande male. Possono fare bene, ma anche male. Cerchiamo di educare i nostri ragazzi a usarli bene“.

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Napoli: incidente stradale nella zona orientale, 54enne ricoverato in gravi condizioni

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NAPOLI INCIDENTE STRADALE
NAPOLI INCIDENTE STRADALE

Un uomo di 54 anni, residente a Torre Annunziata, stava percorrendo il ponte dei Granili in direzione del capoluogo a bordo di uno scooter Piaggio Beverly, quando, all’altezza del civico 25, ha perso il controllo del mezzo ed è caduto a terra, finendo violentemente contro alcune auto in sosta.

Le sue condizioni sono apparse subito molto gravi. L’uomo è stato trasportato d’urgenza all’Ospedale del Mare, dove è stato ricoverato in condizioni critiche. Sul posto sono intervenuti gli agenti dell’unità operativa Infortunistica stradale della Polizia locale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi e avviato le indagini per ricostruire la dinamica dell’accaduto e accertare le cause che hanno portato il 54enne a perdere il controllo dello scooter.

Resta da chiarire l’eventuale coinvolgimento di altri veicoli. Il Piaggio Beverly è stato posto sotto sequestro.

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Omicidio Santo Romano: chiesti 17 anni di reclusione per il minorenne reo confesso

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SANTO ROMANO
SANTO ROMANO

Omicidio del giovane calciatore Santo Romano: chiesta la condanna a 17 anni di reclusione per il minorenne reo confesso.

Da questa mattina in viale dei Colli Aminei a Napoli, all’esterno del tribunale per i Minorenni, è in corso un sit-in di studenti, amici e familiari di Santo Romano, il 19enne portiere dell’ASD Micri, ucciso a colpi di pistola lo scorso novembre a San Sebastiano al Vesuvio.

L’udienza, che vede come unico imputato un 17enne del quartiere Barra, si è chiusa poco fa con la richiesta di condanna a 17 anni di reclusione. Assistito dall’avvocato Luca Raviele, l’imputato minorenne attendende la sentenza, prevista nel pomeriggio, al termine della camera di consiglio. Il giudice si è ritirato pochi minuti fa per decidere.

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Omicidio Luigi Magrino a Mondragone, la confessione di Giancarlo Pagliaro: “Ho sparato dopo minacce ai miei figli”

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Avrebbe sparato in seguito alle minacce di morte ai suoi figli l’imprenditore 67enne Giancarlo Pagliaro, arrestato ieri a Mondragone (Caserta) dai carabinieri per l’omicidio del 41enne Luigi Magrino, avvenuto nell’area di un distributore di benzina sulla statale Domiziana, ubicato proprio a fianco al mobilificio di Pagliaro.

I due, ha raccontato Pagliaro, si erano incontrati per risolvere alcuni contrasti pendenti da tempo; in particolare l’imprenditore ha riferito che Magrino voleva estorcergli del danaro nell’ambito di una vicenda nata alcuni mesi prima, e si era presentato all’incontro con una pistola in vista, posta tra i due sedili.

Quando Magrino avrebbe minacciato di uccidere i suoi figli, Pagliaro avrebbe preso la pistola sparando dal basso verso l’alto, e colpendo il 41enne al collo, poi l’avrebbe continuato a colpire al capo mentre era agonizzante, probabilmente con il calcio della pistola.

Un testimone e un carabiniere libero dal servizio che stava prendendo il caffè al bar di fronte al distributore sono subito intervenuti; sul posto sono poi arrivati i carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone, che hanno fermato Pagliaro, totalmente alterato e sotto choc, portandolo in caserma.

L’arma, di piccolo calibro, non è stata trovata, ma è stato rinvenuto il caricatore; Pagliaro avrebbe esploso un proiettile, almeno così emergerebbe dal foro della ferita di Magrino, l’autopsia potrà stabilire se Pagliaro abbia fatto fuoco più volte. L’imprenditore ha ammesso di aver sparato e di fronte al sostituto della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Stefania Pontillo e ai carabinieri ha detto che in seguito darà chiarimenti sul movente.

La convalida dell’arresto dovrebbe avvenire domani. Sono in corso verifiche anche sull’attività della vittima, pluripregiudicato per truffa ed estorsione con un profilo Facebook piuttosto particolare, che riporta come foto principali come quella del capoclan dei Casalesi Michele Zagaria e dell’ex esponente dei Nar e della Banda della Magliana Massimo Carminati, condannato nel processo noto come “Mafia Capitale”.

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Torre del Greco: arrestato pusher, il cliente è stato visto in strada con pantofole e pigiama

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TORRE DEL GRECO
TORRE DEL GRECO

I Carabinieri della sezione radiomobile di Torre del Greco, in provincia di Napoli, hanno arrestato per spaccio di droga un 45enne del posto, già noto alle forze dell’ordine.

Intervenuti nell’abitazione di una donna, preoccupata per una richiesta di denaro fatta dal figlio, i militari hanno scoperto che quella somma sarebbe stata verosimilmente utilizzata per acquistare droga. Così hanno aspettato che il giovane uscisse, in pigiama e pantofole, e l’hanno seguito fino al citofono di una palazzina popolare. Davanti al portone, una mano furtiva ha consegnato al giovane una dose di cocaina in cambio di 50 euro.

I Carabinieri sono intervenuti arrestando il pusher, sanzionando il cliente notturno per uso di droga. Sequestrata la dose di cocaina, i carabinieri hanno trovato nell’abitazione del 45enne altri 8 grammi circa della stessa sostanza e una stecchetta di hashish. L’arrestato è ora in carcere, in attesa di giudizio.

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Prefettura Napoli: adottate 6 interdittive antimafia

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INTERDITTIVE ANTIMAFIA PREFETTURA DI NAPOLI
INTERDITTIVE ANTIMAFIA PREFETTURA DI NAPOLI

Nell’ambito dell’intensa attività di prevenzione antimafia, avviata dalla Prefettura con il supporto delle Forze dell’ordine e della Divisione Investigativa Antimafia, nella giornata di ieri 28 aprile, il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha adottato 6 ulteriori interdittive antimafia nei confronti di altrettante ditte, operanti nei settori dell’edilizia, della produzione di derivati del latte, della vendita di autoveicoli e della pulizia generale di edifici, con sedi nei Comuni di Napoli, Marano di Napoli, Quarto e Villaricca.

Il lavoro messo in campo presso la Prefettura rappresenta una valida risposta dello Stato per contrastare l’inquinamento dell’economia sana da parte delle imprese strumentalizzate o condizionate dalla criminalità organizzata, nonché un significativo contributo per la salvaguardia dell’ordine pubblico economico, la tutela della libera concorrenza fra le imprese e il buon andamento della Pubblica Amministrazione.

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Tragedia a Marigliano: una bambina è morta in casa tra le braccia della madre

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MARIGLIANO BAMBINA MORTA
MARIGLIANO BAMBINA MORTA

Tragedia lunedì pomeriggio a Marigliano (Napoli) nel complesso Residence sul Corso Umberto I. Una bambina di 8 anni è morta mentre era in casa con la madre e la nonna.

Nonostante gli sforzi per rianimarla da parte dei medici del 118, per la bambina non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono giunti anche i Carabinieri. La Procura di Nola ha disposto l’autopsia sulla salma. Ma sul corpicino non ci sarebbero segni di violenza. A quanto pare la bambina avrebbe accusato un malore improvviso e fulminante.

I genitori della bambina sono separati e al momento della tragedia in casa il padre non era presente, c’erano la madre e la nonna, disperate e sotto shock per quanto vissuto in quei tremendi attimi.

La notizia della tragedia si è rapidamente diffusa in città a Marigliano generando tantissima tristezza ma anche purtroppo dicerie e chiacchiericci di pessimo gusto in una situazione drammatica del genere. Alimentata, spesso e purtroppo, da “operatori dell’informazione” non preparati adeguatamente per trattare certe situazioni.

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Napoli: folla di familiari e amici all’esterno del tribunale per i minorenni per Santo Romano

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SANTO ROMANO
SANTO ROMANO

Vogliamo giustizia, non deve succedere mai più una tragedia del genere“. Lo chiedono familiari e amici di Santo Romano, il giovane ucciso lo scorso anno a San Sebastiano al Vesuvio dopo una lite per un paio di scarpe sporcate, radunati all’esterno del Tribunale per i Minorenni di Napoli per la seconda udienza del processo al 17enne imputato del delitto, avvenuto la notte tra l’1 e 2 novembre a San Sebastiano al Vesuvio.

La sentenza potrebbe arrivare in giornata. Amici e conoscenti esibiscono un cartellino al collo con su scritto ‘L’Esercito di Santo’, pagina creata su Tik Tok in memoria della vittima e contro la violenza. Davanti alla sede del Tribunale per i Minorenni tanti striscioni e foto che ricordano Santo Romano, ucciso per un movente assurdo: a fare scattare la lite sfociata nell’omicidio, infatti, fu un paio di scarpe Gucci sporcate.

La vittima, giovane promessa del calcio, 19 anni, militava come portiere nella squadra di Eccellenza Asd Micri di Pomigliano d’Arco.

Il mio appello è che venga fatta giustizia vera. Non solo per Santo ma per tutte le vittime innocenti. Stanno morendo tanti ragazzi, basta. Noi mamme non possiamo più piangere i nostri figli per futilità, siamo tutti genitori e noi genitori diciamo basta“. Così Filomena De Mare, la mamma di Santo Romano, risponde ai cronisti, all’ esterno del Tribunale per i Minorenni di Napoli.

Mi chiedo quando lo Stato inizierà a dire basta e a fermare tutto questo. Mi aspetto una pena giusta, una pena severa ma soprattutto una pena da scontare davvero. Non possiamo fare le tarantelle o i Pulcinella, condannare a 15 o 20 anni e poi in appello si scala, poi in Cassazione si scala e poi diamo il premio e poi ancora un altro. E alla fine una pena così grande si riduce a 5 anni. No, se un giudice condanna a quindici anni che siano scontati tutti e quindici“.

La madre di Santo è entrata ora nel Tribunale accompagnata dal grido “giustizia” di parenti e amici radunati all’esterno.

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