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Basentini si dimette dal Dap dopo le polemiche sulle scarcerazioni

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Basentini lascia l’incarico di capo del Dap dopo le polemiche sulle scarcerazioni dei boss e la nomina di Tartaglia. Arrivano le reazioni politiche. E il successore?

Sollecitate da alcuni schieramenti politici già negli scorsi giorni, sono arrivate le dimissioni di Francesco Basentini, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap). Basentini era finito al centro di numerose polemiche a causa delle scarcerazioni eseguite durante l’emergenza coronavirus per alleggerire le carceri sovraffollate, allo scopo di limitare il contagio.

«Le polemiche di questi giorni sono strumentali e totalmente infondate, ma fanno male al Dipartimento», avrebbe detto Francesco Basentini al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in un incontro durante il quale gli avrebbe, poi, riferito l’intenzione di lasciare l’incarico di capo del Dap.

Le dimissioni saranno probabilmente formalizzate il 2 maggio, quando prenderà servizio Roberto Tartaglia. Dopo ritardi e polemiche, Bonafede aveva, infatti, nominato Tartaglia come vicecapo del Dipartimento. In prima linea contro la mafia, Tartaglia è stato sostituto procuratore della Repubblica a Palermo e ha gestito diversi casi di 41bis, come quelli di Riina e Bagarella.

Le reazioni della politica

La notizia ha evidentemente scatenato un terremoto in politica, le cui reazioni non si sono fatte attendere.

Le posizioni di Lega, FdI e Forza Italia

Forti le critiche mosse a Basentini dal centro-destra, che ora esulta e chiede anche le dimissioni di Bonafede. Primo fra tutti, il leader della Lega, Matteo Salvini, che in un tweet commenta che queste dimissioni «non bastano a cancellare quanto successo in poche settimane», affermando: «Il ministro Bonafede è il primo responsabile: dimissioni!»

Tweet di Salvini su Basentini (01/05/2020).

Stessa linea per Fratelli d’Italia. Carolina Varchi, capogruppo di FdI in commissione Giustizia, rimarca che, sebbene queste dimissioni siano un segnale forte, il gesto «non servirà a riparare i gravi danni che lui e il ministro Bonafede hanno fatto in questi mesi». Come riporta l’Agi, Varchi ha specificato:

«Da mesi e per primi, Fratelli d’Italia ha chiesto un gesto di responsabilità a Basentini e al ministro Bonafede. Quello di Basentini finalmente è arrivato. Ci auguriamo che ora anche Bonafede possa avere un sussulto di orgoglio ma l’amore dei 5 Stelle per la poltrona che è oramai noto anche all’elettore grillino, ci fa pensare che il peggior ministro della Giustizia della storia italiana rimarrà incurante a via Arenula».

Nella stessa direzione anche Giorgio Mulé, deputato di Forza Italia: «Le dimissioni del capo Dap Basentini certificano il fallimento del suo diretto superiore e cioè il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede», come riporta il Sole24ore.

PD e Italia Viva

Il Partito Democratico chiede a Bonafede una guida all’altezza della difficile situazione, nonché chiarimenti sulle scarcerazioni e sul Dap. In una nota, Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori del PD e capogruppo PD in commissione Antimafia, ha affermato:

«Le dimissioni di Basentini sono un atto di responsabilità dell’ex capo del Dap. In questi mesi si sono rese sempre più evidenti le difficoltà della struttura preposta a governare il sistema dell’esecuzione penale e questo passo può e deve aiutare il cambiamento e un migliore funzionamento del sistema carcerario. Per il PD le dimissioni non cancellano la necessità che abbiamo sostenuto in commissione Antimafia più volte: verificare se eventuali scelte sbagliate da parte di chi ha avuto e ha ruoli nella direzione della struttura penitenziaria hanno consentito o favorito la scarcerazione di tanti boss».

Italia Viva parla di gesto «necessario anche se tardivo» attraverso un tweet di Maria Elena Boschi, quando le dimissioni non erano ancora confermate. La Boschi chiede a Bonafede di proporre «una figura saggia e autorevole».

Tweet Boschi su Basentini (01/05/2020)

Il dopo Basentini

Insieme ai commenti sulle dimissioni di Basentini, iniziano a circolare anche le prime voci su chi possa esserne il successore. Alcune ipotesi vedrebbero alla guida del sistema penitenziario Nino Di Matteo, ex pm del processo Stato-mafia oggi togato del Csm. Ma tra i nomi circolerebbero anche quelli di Giovanni Melillo, ex capo di gabinetto del Ministro Orlando, e del sostituto procuratore di Napoli Catello Maresca, che aveva fortemente criticato la circolare del 21 marzo e le posizioni del Dap. La nomina potrebbe avvenire già nei prossimi giorni.

La questione scarcerazioni

La questione della gestione delle carceri è entrata nel mirino delle critiche già con le rivolte agli inizi di marzo. Rivolte che potrebbero essere state orchestrate dall’esterno dalla malavita per sfruttare la situazione Covid-19. Poi, la circolare del 21 marzo inviata dal Dap ai direttori dei penitenziari. Con questa, si chiedeva ai direttori di compilare e inviare all’autorità giudiziaria degli elenchi con i nominativi dei detenuti over 70 e di quelli affetti da patologie potenzialmente rischiose per il Covid-19. Un grave passo falso secondo alcuni, tra i quali proprio Catello Maresca, poiché questa circolare avrebbe lasciato intravedere la possibilità degli arresti domiciliari anche a pericolosi capimafia.

In seguito, la polemica era cresciuta esponenzialmente dopo la concessione degli arresti domiciliari al boss Francesco Bonura, sebbene nel suo caso non sia stato applicato il decreto governativo, come più volte sottolineato dalle autorità. La situazione di Basentini è, poi, divenuta più critica dopo la concessione dei domiciliari anche a Pasquale Zagaria, boss del clan dei Casalesi.

Il caso Zagaria

Tuttavia, anche in questo caso, gli arresti domiciliari non sarebbero dovuti all’applicazione del decreto legge per limitare il contagio nei penitenziari, ma alla malattia. Operato lo scorso dicembre per un tumore, Zagaria avrebbe la necessità di effettuare un follow-up diagnostico e terapeutico.

Come riporta Il Fatto Quotidiano, il Tribunale di Sorveglianza di Sassari ha concesso al boss gli arresti domiciliari, da scontare presso la casa della moglie a Brescia, perché l’ospedale più vicino al penitenziario di Sassari era stato trasformato in centro Covid. Dunque, inutilizzabile per un paziente a rischio. Però, il giudice di sorveglianza avrebbe anche chiesto al Dap di individuare, se possibile, un’altra struttura carceraria per la cura. Richiesta che, secondo il giudice, non avrebbe ricevuto risposta dal Dipartimento.

Insomma, una situazione spinosa e contorta. Per questo, il ministro Bonafede ha chiesto che fossero verificati i fatti e le azioni intraprese dal Dap e da Basentini in riferimento ai motivi e alla richiesta di trasferimento di Zagaria ai domiciliari.

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Rissa ad Ottaviano, otto persone in caserma e due feriti in ospedale

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Maxi rissa avvenuta nella giornata di oggi ad Ottaviano in cui sono coinvolte circa 10 persone. Ancora da accertare i motivi della lite, ma sembra che siano coinvolte 2 famiglie. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri che, dopo svariati tentativi, sono riusciti a far calmare le acque. Un membro della pattuglia è rimasto lievemente ferito al dito. Una delle due persone portate in ospadale ha riportato diverse ferite al volto, in particolare all’occhio.

Fase 2, De Luca: “Mascherina obbligatoria o ci saranno sanzioni”

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Voglio insistere su una cosa: dobbiamo essere rigorosi sull’obbligo di indossare mascherine fuori casa e se è possibile rispettare il distanziamento sociale“. Lo chiede ai cittadini campani su Fb, il governatore della Campania Vincenzo De Luca. “E’ indispensabile – ha ribadito – e noi saremo rigorosissimi con un’ altra ordinanza: c’è obbligo di indossare mascherina altrimenti ci sono le sanzioni“.

Chi non indossa le mascherine – ha ammonito il presidente della Regione Campania – è una bestia perché non ha rispetto per anziani e famiglie e perché non ha rispetto per il lavoro immane fatto dalla Regione per consegnarle“. De Luca ha anche annunciato che, successivamente, le mascherine saranno disponibili anche nei supermercati come nelle farmacie. “Noi – ha detto ancora – le abbiamo prodotte, acquistate e consegnate a 2,5 milioni di famiglie” per questo “deve corrispondere un atteggiamento di responsabilità“.

Primo maggio: “Potere al Popolo” manifesta contro Confindustria a Piazza dei Martiri

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Nel giorno della festa dei lavoratori c’è chi decide di scendere in campo, rispettando le misure di sicurezza, per battersi per i propri diritti.

Non è un caso che la protesta contro Confindustria di Potere al Popolo sia avvenuta proprio oggi, primo maggio. I manifestanti, armati di mascherine e rispettando le dovute distanze sociali, si sono ritrovati questa mattina in Piazza dei Martiri a Napoli. Davanti la sede di Confindustria, hanno gridato il loro sdegno e hanno rivendicato i propri diritti, come spiega una nota diffusa in mattinata.

Confindustria sta mettendo il profitto avanti alla salute di tutti noi!
Gli industriali hanno fatto l’impossibile per evitare il lockdown, provando a sminuire sin dall’inizio la gravità dell’epidemia. Ricordiamo l’inaccettabile iniziativa “Bergamo is running”, promossa proprio dalla confindustria, che incitava i lavoratori a non fermarsi.. pochi giorni dopo abbiamo assistito alla triste scena delle salme deportate dall’esercito. Non possiamo sacrificare la nostra vita, i nostri diritti, la nostra salute per far arricchire sempre gli stessi. Abbiamo delle proposte concrete per questa Fase 2: mettiamo al centro la sicurezza e la tutela di chi lavora.

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Napoli, Coronavirus – L’allarme di de Magistris: “Troppe persone senza lavoro”

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Napoli, l’allarme di de Magistris: “Con l’emergenza coronavirus un numero impressionante di persone perderà il lavoro”. Si appella al Governo affinché immetta liquidità nelle tasche degli italiani.

Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris fa un appello per tutte le persone che a causa dell’emergenza da Covid-19, perderanno il lavoro. Scrive un post su Facebook in cui lancia l’allarme sulla disoccupazione:

“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Recita così l’articolo 1 della Costituzione, nata dalla Resistenza e liberazione dal nazifascismo. Ogni anno, seppur in un clima di festa, con cortei e piazze piene, si è protestato perché quel primo articolo non ha avuto piena attuazione. Disoccupazione cronica, giovani inoccupati, persone che perdono il lavoro nel pieno della vita, precarietà insopportabile, morti senza fine sui luoghi di lavoro, mortificazione della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, retribuzione non di rado mortificante, lavoro nero, sfruttamento soprattutto di minori, giovanissimi e immigrati. Quest’anno il quadro è ancora più drammatico. La pandemia sanitaria da coronavirus è già epidemia sociale ed economica”.

E continua:

“Si rischia di contare un numero impressionante di persone che perderanno il lavoro o non lo troveranno . Una catastrofe. Stiamo alla situazione economica più difficile dal dopoguerra. Lo Stato deve fare prestissimo ad immettere liquidità forte nelle tasche degli italiani e nei conti correnti delle imprese. Non lasciamo alle mafie la mano del sostegno alla sopravvivenza, sarebbe il preludio alla fine della libertà. Solo con un rinnovato patto forte del popolo italiano fondato sul lavoro possiamo davvero ricostruire il Paese. Si creeranno anche molte opportunità, come nelle grandi crisi storiche, sarà necessario avere visione politica e capacità operativa. Concretezza, coraggio, etica, Potremmo ricostruire socialmente ed economicamente l’Italia con più giustizia ed uguaglianza. Tocca alle donne e agli uomini di buona volontà che operano per il bene comune. Per fare questo dobbiamo mettere al primo posto il lavoro, per tutte e tutti. Mai come di questi tempi, salute e lavoro. Solo così possiamo pensare ad un primo maggio di lotta e di conquiste”.

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Poliziotto ucciso, la svolta: Il malvivente avrebbe centrato la volante di proposito

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Svolta nell’inchiesta sul poliziotto Pasquale Apicella, morto in servizio nel tentativo di inseguire dei malviventi che avevano rapinato un bancomat. Potrebbe trattarsi di omicidio volontario.

L’impatto fortissimo tra l’auto dei malviventi che hanno messo in atto una rapina al bancomat del Credit Agricole, in via Calata Capodichino, a Napoli e la volante della Polizia, che ha provocato la morte del poliziotto Pasquale Apicella, non sarebbe stato fortuito.

Uno dei malviventi avrebbe puntato la volante centrandola così in pieno. Fabricio Hadzovic, il conducente della macchina l’avrebbe dunque fatto di proposito. A dirlo, secondo il Mattino, è Admir Hadzovic, il complice, durante il suo interrogatorio davanti al giudice:

“Ha puntato frontalmente la Volante della Polizia per guadagnarsi la fuga”.

Un punto delicatissimo della ricostruzione della vicenda, alla base dell’accusa di omicidio volontario a carico dei quattro rom arrestati. Fabricio avrebbe preso la decisione ma gli altri tre, non avrebbero agito per impedire l’impatto.

Pare che ci siano stati dei momenti precedenti la tragedia, di scontro. L’Audi guidata da Fabricio ha tamponato, infatti, una prima vettura della Polizia che si era affiancata. Sempre dall’Audi sono stati lanciati una ruota di scorta e un cacciavite e una volta raggiunta via Calata Capodichino, è avvenuto lo scontro frontale con l’altra macchina della Polizia proveniente dalla direzione opposta, su cui viaggiava Pasquale Apicella.

Hanno ammesso di aver concluso il colpo in banca, ma non di aver ucciso il poliziotto e hanno rilasciato versioni diverse in merito al lancio di oggetti, omettendo di averlo fatto. Sempre in base a ciò che è riportato su Il Mattino, il gip avrebbe scritto:

“Negavano di aver lanciato alcunché contro gli inseguitori”.

Lungo la strada, però, gli oggetti menzionati sono stati ritrovati, smentendo la versione dei ladri. Il giudice chiarirebbe ancora che:

“Se è vero che Fabricio guidava, è anche vero che è difficile immaginare che sia stato lui a scagliare tutti quegli oggetti dal finestrino”.

Ci sarebbe stata, quindi, assoluta consapevolezza dei rischi di ciò che stava avvenendo. La famiglia dell’agente scelto Apicella, chiede giustizia ed è pronta costituirsi parte civile, rappresentata dal penalista Gennaro Razzino.

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Coronavirus, Grant (Lega): rischio default per 14 mila aziende, serve scudo sui crediti commerciali

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Di Anna Menale – “Le aziende italiane sono sempre più a corto di liquidità, e non riescono a pagare i fornitori. Si stima che circa 14 mila imprese sono a rischio default e per tal motivo le compagnie assicurative del credito chiedono più garanzie statali, altrimenti ritireranno i remi in barca”.

Lo afferma l’eurodeputato della Lega Valentino Grant, spiegando che ‘bisogna intervenire immediatamente, come è stato già  fatto sia in Germania che in Francia, per evitare che l’ombrello assicurativo salti e con esso una parte cospicua del sistema aziendale italiano’.

“Serve lo scudo sui crediti commerciali attraverso il quale il Governo – nei fatti deve divenire il primo garante delle imprese-, stabilizzando la rischiosità delle transazioni commerciali a favore delle compagnie di assicurazione, consentendo così alle medesime di continuare a coprire i potenziali debiti delle aziende”, conclude Grant.

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La Lega diserta la commemorazione alla Camera dei deputati del poliziotto ucciso

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Alla cerimonia di Commemorazione dell’agente Apicella, morto a Napoli nel tentativo di sventare una rapina, presenti solo 5 leghisti su 125 totali alla Camera. Nella notte i leghisti avevano occupato il Parlamento.

E’ un ossimoro quello messo in atto dai leghisti in Parlamento. Durante la notte l’aula era stata occupata dai leghisti per ordine del loro capo. Eppure al mattino, in occasione della significativa e commovente commemorazione di Pasquale Apicella (poliziotto ucciso nel tentativo di porre fine ad una rapina ad una banca nel napoletano) dei leghisti quasi nessuna traccia. In occasione della commemorazione la Camera aveva osservato un minuto di silenzio in onore dell’agente caduto e il presidente Fico aveva speso parole di cordoglio:

Abbiamo il dovere di rendere omaggio al giovane agente deceduto per la risolutezza e il coraggio mostrati nell’adempimento del dovere […] Desidero rinnovare, a nome di tutta l’Assemblea, il più profondo e commosso cordoglio alla famiglia dell’Agente scelto Pasquale Apicella.

Tuttavia in occasione di quel discorso gli scranni della Lega erano semi deserti; infatti solo 4 o 5 rappresentanti della Lega (su un totale di 125 eletti) erano presenti all’evento, ovvero 1/25, meno dell’1%. Un numero troppo basso da poter essere giustificato anche con le norme anti-contagio. La situazione appare ancora più sconfortante se si pensa che i leghisti hanno passato la notte precedente a scattare selfie e girare video nelle aule occupate del Parlamento; materiale che ovviamente non ha tardato a finire in pasto ai social per testimoniare e giustificare la “battaglia a oltranza per la democrazia“, come la ha definita il leader Matteo Salvini.

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De Magistris querela Feltri e Mario Giordano per diffamazione e odio razziale contro Napoli

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Il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha firmato oggi la querela nei confronti di Vittorio Feltri e di Mario Giordano per i reati di diffamazione a mezzo stampa, aggravata dall’odio razziale, e di istigazione all’odio razziale.

Come riporta Il Mattino, Il sindaco, per conto del Comune di Napoli, quale persona offesa, ha nominato difensori gli avv. Fabio Maria Ferrari e Marco Buzzo che provvederanno ad inoltrare la querela del primo cittadino alla Procura della Repubblica del Tribunale di Milano, territorialmente competente

Primo Maggio, Falsh Mob a Torre del Greco in favore dell’ospedale Maresca

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“Invitiamo la cittadinanza a organizzare un Flash Mob a favore dell’ Ospedale Maresca per Venerdì 1° Maggio dalle ore 10. “

Un invito rivolto alla cittadinanza che richiama alla partecipazione per il flash mob che si terrà domani primo maggio a torre del greco, nell’occasione infatti:

“La RAI riprenderà con la telecamera le famiglie del centro storico di Torre del Greco, che partecipano al flash mob, affacciate ai balconi o a finestre con striscioni, lenzuola o altro, mentre invocano e chiedono la riapertura dell’ospedale, citando, fra le altre cose, l’articolo 32 della Costituzione che garantisce il diritto alla salute.
La troupe RAI partirà da Piazza S. Croce, quindi proseguirà verso piazza Luigi Palomba, Via Piscopia, Via Roma, Via V. Veneto, Piazza della Repubblica, Viale Ungheria, Via Ignazio Sorrentino, Via Aldo Moro e Via Marconi per raggiungere l’ Ospedale Maresca.
Al termine, all’ospedale Maresca saranno presentate le nuove strumentazioni che la cittadinanza, in seguito all’ appello del Presbiterio di Torre del Greco, ha donato auspicando un suo effettivo rilancio.”

“Nel diffondere questo annuncio si raccomanda alle TV private e a chiunque vorrà fare riprese di non diffonderle prima della messa in onda del servizio della RAI che ha diritto all’ esclusiva.”

Poi si lancia un appello:

“INVITO A COMPORRE UNA PARODIA DI UNA CANZONE NOTA A TUTTI, PREFERIBILMENTE DI UNA CANZONE NAPOLETANA, IL CUI TESTO ESPRIMA LA SPERANZA DI VEDER RISORGERE IL NOSTRO OSPEDALE MARESCA.
IL TESTO DOVRA’ PERVENIRE SUL SITO DELLA PARROCCHIA SPIRITO SANTO O SULLA PAGINA FACE BOOK DELLA PARROCCHIA ENTRO MERCOLEDI’ 29 APRILE.
IL TESTO PRESCELTO POTRA’ ESSERE DIFFUSO E UTILIZZATO ANCHE AL PASSAGGIO DELL’ EQUIPE DELLA RAI.”

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