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La lettera dei genitori della piccola Noemi un anno dopo la tragedia sfiorata: “Sei il simbolo della resistenza”

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A un anno dal ferimento della piccola Noemi, la lettera dei genitori: «Sei il simbolo della resistenza!» Ma anche un video su Tik Tok dei presunti colpevoli. Borrelli: «È scandaloso».

È il 3 maggio del 2019 quando Noemi, una bambina di 4 anni, viene ferita gravemente ai polmoni, colpita per errore in un agguato di camorra in piazza Nazionale a Napoli. La sparatoria in pieno pomeriggio, tra la folla. Trasportata d’urgenza al Santobono, dopo un lungo intervento per rimuovere il proiettile e oltre due settimane di prognosi riservata, Noemi ce l’ha fatta. Oggi sta bene, ma a causa dei danni alla colonna vertebrale da un anno è costretta a portare un busto ortopedico, notte e giorno. Dovrà farlo finché non sarà sottoposta ad un intervento chirurgico.

A un anno dal ferimento, i genitori della piccola, Tania e Fabio, hanno deciso di celebrare questo anniversario con una lunga lettera pubblicata da FanPage Napoli. Una lettera che è una testimonianza. Parole cariche della paura e del dolore di quei giorni. Ma anche di speranza, di coraggio, e di gratitudine.

Eppure, proprio oggi, c’è anche chi celebra i due presunti sicari, specificando di essere onorato di averli come fratelli. Succede su Tik Tok, social network famoso soprattutto tra i giovanissimi. A denunciarlo è Franscesco Emilio Borrelli.

La lettera dei genitori di Noemi

«Cara Noemi, siamo mamma e papà. Questa lettera è per te. Sono le 3.00 di notte e come spesso capita da un anno a questa parte, facciamo fatica a dormire. Ci perdiamo a guardarti e ad accarezzarti, a volte cerchiamo di capire quanta sofferenza e quanto dolore tu abbia provato. Se solo avessimo saputo che quel maledetto pomeriggio del 3 maggio di un anno fa, ci avrebbe travolto una tragedia inimmaginabile, per colpa di questo “cancro” chiamato camorra, che pensa di fare i propri comodi per i suoi sporchi affari, mentre le leggi lo permettono e solo quando avviene una tragedia simile si cerca di cambiare! Se avessimo saputo…quel giorno ti avremmo stretto a noi, chiusi in casa o addirittura saremmo volati in un luogo fatto di giochi e di bimbi come te.

In quei giorni in cui combattevi tra la vita e la morte, in coma farmacologico, tra il silenzio e la paura l’unica cosa che sentivamo era il suono dei dispositivi che ti tenevano in vita! Mamma, papà e tu amore mio, ci siamo fatti una promessa in quei giorni. Tu hai promesso di resistere e di combattere per noi. E l’hai fatto in un modo pazzesco, anche i dottori dicevano sempre che “eri nata per combattere”!! Noi ti abbiamo promesso invece di proteggerti e vederti felice insieme alla nostra piccola Greta! Le altre cose, come sai piccola, resteranno per sempre in quella stanza e nei nostri cuori! Amore quello che vogliamo dirti è che sei una forza della natura, fai tutto con una semplicità e una forza sbalorditiva. Ci stai guidando e ci dai gioia e soprattutto la forza per andare avanti per ritrovare di nuovo la nostra quotidianità.

La strada sarà lunghissima, ma con te al nostro fianco, niente è impossibile, perché come dice il nostro avvocato Vincenza Rando, tu, Noemi, sei il simbolo della “resistenza”! Vogliamo ringraziare tutti coloro che ancora oggi ci sono vicini, come se fosse il primo giorno: Amici, familiari, istituzioni, fondazioni, tutti i dottori del Santobono, il particolare il Dottor Cardone e la direttrice Minicucci e anche il nostro avvocato Vincenza Rando. Grazie a tutti di vero cuore. Ma grazie soprattutto a te piccola Noemi. Sei la bimba più coraggiosa di tutto il mondo.»

Gli interventi di De Luca e De Magistris

In questo giorno, importante anche la vicinanza delle istituzioni alla piccola Noemi e alla sua famiglia. Questo il messaggio da parte di Vincenzo De Luca:

«Cara Noemi, come un anno fa, come in tutti questi mesi che non ci fanno dimenticare quell’assurdo gesto ma mai il tuo sorriso, ti siamo vicini e ti seguiamo sempre con affetto. Auguri a te, ai tuoi cari genitori, e ancora un grande grazie ai medici e tutti gli operatori della sanità.»

E se di «assurdo gesto» parla il governatore della regione Campania, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e l’assessore comunale alle Politiche giovanili, Alessandra Clemente, ricordano l’accaduto come la «barbara e vigliacca sparatoria» di piazza Nazionale:

«A un anno dalla barbara e vigliacca sparatoria che colpì la piccola Noemi in piazza Nazionale, vogliamo esprimere alla famiglia la vicinanza di tutta la città e condividere il ricordo di quel drammatico giorno per continuare ad alimentare il già grande senso di riscatto e di giustizia dei napoletani contro ogni forma di camorra e criminalità, affinché ciò che è accaduto non si ripeta mai più».

Il sindaco e l’assessore continuano, rivolgendo un pensiero di vicinanza ai genitori di Noemi:

«Sin dal primo istante siamo stati al loro fianco. Tania e Fabio sono due genitori esemplari che non hanno mai veicolato messaggi di vendetta ma di giustizia e riscatto sociale. A loro – concludono De Magistris e Clemente – a Noemi e a tutti i familiari, oggi va il nostro più forte abbraccio. Siamo distanti ma uniti alla loro forza e coraggio».

Oggi i due presunti sicari immortalati su Tik Tok

«Un anno fa, il 3 maggio 2019, due sicari esplodevano colpi di pistola in piazza Nazionale ferendo la piccola Noemi. Oggi, i due presunti killer, invece di pentirsi, vengono immortalati su tik tok. Vergogna!».

Queste le parole di accusa di Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi, che accompagnano il video postato su Facebook dallo stesso Borrelli, che poi condivide sul famoso social network anche le sue forti dichiarazioni in merito alla vicenda:

«Esattamente un anno fa, in un agguato camorristico a piazza Nazionale, i due killer (per la legge ancora presunti) Armando e Antonio Del Re, esplodono colpi di pistola per ammazzare il loro bersaglio. Ma nella traiettoria c’è la piccola Noemi, che viene colpita da un proiettile alla schiena. Solo grazie allo straordinario lavoro dei medici del Santobono, Noemi sopravvive. Ad oggi, ad un anno esatto dall’accaduto, i due killer non hanno dato nessun segno di pentimento, niente scuse. Anzi, vengono vergognosamente immortalati sul social Tik Tok da un utente (forse un familiare o un amico), che si dice ‘onorato di averli come fratelli’. Diversi cittadini ci hanno segnalato questo orribile video dove ridono spensierati. Invece di provare pubblicamente vergogna, di pentirsi, dal carcere vengono visti quasi come i buoni. È scandaloso. Non solo alcun cenno di pentimento, ma addirittura esaltazione e orgoglio criminale il tutto reso pubblico sui social.»

Questo quanto dichiarato da Borrelli in seguito alle segnalazioni ricevute da molti cittadini. Il consigliere regionale dei Verdi poi aggiunge:

«C’è da domandarsi come sia possibile che due galeotti possano così facilmente stare sui social. Mentre la parte sana della nostra comunità ricorda una delle vicende più orribili e vigliacche della nostra storia, questi criminali si vantano. E tutto questo mentre la piccola Noemi, a causa loro, dovrà essere sottoposta ancora a diversi interventi prima di poter togliere il busto e tornare alla sua vita di tutti i giorni. Auspichiamo condanne durissime e in tempi rapidi per i fratelli Del Re. Oggi ho parlato con il papà della piccola per esprimere vicinanza e affetto. Purtroppo a causa del Coronavirus è stata già rimandata per due volte la seconda udienza del processo (previsto prima ad aprile, poi a maggio). La data è fissata ora per il 9 giugno: chiediamo certezza della pena e severità, per rispetto di Noemi, della sua famiglia e di tutta la gente onesta».

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Prof di Ischia positivo al Coronavirus continua a fare lezione dall’ospedale. Il Presidente Conte: “Grazie. Gli studenti saranno fieri di lei”

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Giuseppe Conte elogia e ringrazia il professor Ambrogio Iacono, che nonostante la malattia continua a registrare le videolezioni per i suoi studenti: “Grazie, Professore: i suoi studenti saranno fieri di Lei”

Tra la politica e la scuola

Nelle attività commenti ed interventi del premier Conte si scorgono spesso gli echi della sua precedente carriera di docente. Oggi il presidente del consiglio mostra ancora una volta il suo legame e la sua attenzione al mondo della scuola elogiando il professore di Ischia che, nonostante sia ricoverato in quanto affetto da Covid19, non ha mai smesso di effettuare le sue videolezioni.

Nello specifico, Giuseppe Conte scrive:

Tanti cittadini stanno offrendo prove di grande impegno. Tra questi c’è il prof. Ambrogio Iacono: colpito dal Covid-19, continua a fare lezione a distanza ai suoi studenti dal letto dell’ospedale. Grazie Professore: i suoi studenti saranno fieri di Lei.

Le parole del Professore “E’ un momento molto delicato per i giovani

Il Professore Ambrogio Iacono insegna presso l’Istituto Alberghiero Telese di Ischia. 

Dal 12 Aprile è ricoverato in ospedale per via di una polmonite da Covid19. Nonostante le sue condizioni e la sua positività al tampone, il Professore ha continuato ad effettuare videolezioni a favore dei suoi studenti.

L’insegnamento, per coloro che amano il proprio lavoro, è una vocazione, un dovere piacevole a cui non si deve e non si può rinunciare. Il professor Ambrogio Iacono racconta di aver continuato a portare avanti i suoi insegnamenti per i propri studenti, che in questo periodo difficile hanno perso molti punti di riferimento e che, nonostante la situazione, hanno “fame di cultura“:

Visto che le mie condizioni non sono critiche ho ritenuto di continuare a seguire i miei studenti, con minore frequenza ma senza lasciare nulla di intentato. Non c’erano motivi per cui mi mettessi in malattia.

Questo è un momento molto delicato per i giovani: con la chiusura della scuola hanno perso un punto di riferimento e ognuno deve dare un contributo. Devo dire che i risultati sono emozionanti, i ragazzi seguono molto e hanno fame di cultura.

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Sanità e Burocrazia: Appello degli infermieri: “Noi idonei vincitori di concorso rimpiazzati dal precariato”

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di Raffaele Accetta- Continua la lotta degli infermieri vincitori di concorso presso l’ospedale Sant’Andrea di Roma, i quali gridano la loro indignazione nei confronti delle prassi amministrative che di fatto precludono loro la possibilità di poter contribuire al potenziamento del sistema sanitario.

Dopo la prima lettera pubblicata per richiamare l’attenzione sul tema e del grande riscontro che essa ha suscitato anche nei media nazionali, pubblichiamo oggi anche il loro secondo appello, augurandoci che si possa far luce su una vicenda che, in questo momento come non mai, necessita di un’attenzione prioritaria da parte delle istituzioni:

“Assistiamo negli ultimi mesi a continue ingiustizie nei confronti di vincitori e idonei, nonché neoassunti, della graduatoria Sant’Andrea, composta di 7472 infermieri, probabilmente la più importante della storia della professione infermieristica per numeri e percorso consorsuale. Ad impedirne l’assunzione, una commistione di interessi tra sindacati – quasi tutti, nessuno escluso, ahinoi anche quelli di base – partiti (centrosinistra e centrodestra), direttori generali e imprenditori di (false) cooperative.

Con una campagna che definire patetica sarebbe un eufemismo, diversi infermieri precari avvisisti della ASL di Latina nelle ultime settimane stanno cercando di farsi stabilizzare all’interno della Pubblica Amministrazione senza aver superato concorso pubblico, addirittura rivendicando una presunta “superiorità in termini di preparazione” rispetto a chi ha superato il concorso del Sant’Andrea.

Dinanzi ad un livello tanto ridicolo di rivendicazioni, non possiamo far altro che affrontare la questione con qualche pacca sulla spalla e tanti sorrisi.
Forse è arrivato il momento di parlare chiaro, senza andare a piagnucolare sui mass-media.

Chiariamo subito che non abbiamo nulla contro questi lavoratori. Il precariato non l’hanno inventato i colleghi, ma i governi di centrodestra e centrosinistra, a partire dalla famosa Legge Biagi, che ha generato guerre fra poveri e una massa enorme di precari anche nella PA.
Tuttavia, se si vuole superare il precariato – come dicono tutti a chiacchiere – non si può continuare ad alimentare assunzioni discriminatorie nei confronti di chi ha superato un pubblico concorso.

La campagna dei colleghi di Latina è mossa coi fili della burocrazia sindacale della CISL.
Nel frattempo altri sindacati provano ad accreditarsi, sia tra gli idonei che tra gli avvisisti, per stare
con un piede in due scarpe. Sfortunatamente per loro non siamo così stupidi da non capire cosa muove determinati comunicati.

Veniamo al dunque. Perché questi sindacati hanno interesse ad alimentare il precariato e il sistema di stabilizzazioni tramite avviso pubblico a 36 mesi? È molto semplice.
Un lavoratore precario avvisista iscritto significa soldi; significa numeri da presentare ai tavoli di trattative.

La Regione Lazio è entrata in questa emergenza con a disposizione una graduatoria di n.7472 infermieri risultati vincitori/idonei al concorso pubblico Sant’Andrea.
Nonostante il cospicuo numero di professionisti idonei e le note carenze di personale, la Regione, dopo un primo e non esaustivo scorrimento, ha fatto ricorso ad una ingente mole di chiamate a tempo determinato dalla graduatoria stessa.

Nella graduatoria Sant’Andrea ci sono lavoratori che hanno famiglia nella regione Lazio ma vivono a 800 km di distanza dai propri cari. Sono storie di drammi, tristezze e sacrifici che non abbiamo pubblicato, perché nel lavoro c’è dignità e non vogliamo elemosinare un lavoro, una stabilizzazione, perché l’abbiamo sudato e conquistato.

Con la presente lettera ci dissociamo pubblicamente dall’operato del sindacato CISL per l’operazione mediatica, politica e sindacale che sta mettendo in piedi sulla questione precari di Latina.
Ci rincresce constatare che un’organizzazione pensata e istituita a favore dei lavoratori e della stabilità del lavoro stesso si esprima in modo non deciso in merito agli scorrimenti a tempo INDETERMINATO delle graduatorie vigenti, come, peraltro, previsto dalla legislatura in merito all’accesso al pubblico impiego.

Questa organizzazione non rappresenta più, ai nostri occhi, l’unità dei lavoratori.
Pertanto, chiediamo a tutte le altre organizzazioni sindacali – in particolar modo a CGIL e UIL – di adottare una linea diversa e schierarsi a difesa del lavoro a tempo indeterminato, quale requisito indispensabile per una vita dignitosa.
Inoltre invitiamo tutti gli infermieri che possano trovare un accordo con questo punto di vista a rivedere la propria posizione di affinità con il sindacato in questione.

Non dobbiamo più regalare i soldi dei nostri stipendi a chi non fa i nostri interessi.

Siamo pronti ed aperti ad un confronto, ma non ad un finto confronto, fatto di parole e false promesse senza azioni vere mirate al sostegno e alla tutela del lavoro stabile. Se questa inversione di rotta si dimostrerà concreta e celere saremo pronti a rivedere la nostra odierna posizione altrimenti si procederà verso una rottura significativa e collettiva.

BASTA LAVORO PRECARIO!
ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO SUBITO!
SCORRIMENTO DELLA GRADUATORIA SANT’ANDREA

Conferenza permanente neoassunti/idonei graduatoria Sant’Andrea”

Il sangue di San Gennaro si è sciolto, per la prima volta, in streaming

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A causa dell’emergenza Covid-19, la celebrazione del miracolo di San Gennaro si è svolta senza la tradizionale processione dal Duomo alla Basilica di Santa Chiara e senza la folla di napoletani : ma il sangue, anche questa volta, si è sciolto.

Quella del sabato prima della prima domenica di maggio è una delle tre occasioni dell’anno in cui San Gennaro rinnova il suo legame con Napoli e il suo sangue viene esposto di fronte a migliaia di fedeli. Questa volta l’esposizione è stata solo telematica, ma il miracolo di maggio si è compiuto. Il sangue si è sciolto alle 19:04.   Il Santo non ha deluso le aspettative degli oltre 10mila fedeli che si sono connessi per guardare, per la prima volta nella storia, la cerimonia on line.

Trasmessa in streaming  e in Televisione, La celebrazione è stata presieduta dall’ Arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe.  Facile intuire il desiderio e la supplica che tanti napoletani hanno chiesto al Santo, silenziosamente o su internet: “San Gennaro salvaci dalla pandemia”

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Scontro De Luca VS Lega sull’arrivo di 20 mila immigrati

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“Arriveranno da lunedì sul litorale domitio e sulla piana del Sele 20mila extracomunitari che potranno andare a lavorare nelle aziende, valuteremo in queste ore quali attività mettere in piedi con le Asl di Caserta e di Salerno per evitare che questo afflusso di lavoratori possa determinare nuovi focolai”

Lo ha detto su Fb il governatore della Campania Vincenzo De Luca, sottolineando come in questo momento, nei campi, ci sia un forte bisogno di forza lavoro per fare in modo che la filiera alimentare mantenga i suoi ritmi e che i prezzi dei prodotti agricoli non arrivino alle stelle.

Ma non tutti hanno preso bene questa notizia:

“Incredibile, invece di aiutare a trovare lavoro a giovani e disoccupati italiani, anche oggi qualcuno preferisce gli immigrati, spesso irregolari. Vergogna al governo e anche a De Luca, che non vuole in Campania altri italiani ma sta zitto di fronte all’arrivo di migliaia di stranieri. La Lega non cambia idea: prima gli italiani!”.

Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, a proposito del previsto arrivo di 20mila braccianti in Campania per la raccolta di frutta e verdura.

Non tarda ad arrivare la controreplica di De Luca:

“In relazione ai migranti già presenti nei territori di Caserta e Salerno, che torneranno al lavoro con la riapertura delle aziende, la Regione Campania impegnerà tutte le Asl in un lavoro attento di verifica dei contagi a tutela della salute dei cittadini campani. È un concetto semplice, tanto semplice da non essere alla portata di Salvini. (Caro Denis, dai un’occhiata anche tu…ho la sensazione che tra poco dovremo chiamare gli infermieri)”.

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Un infermiere napoletano scrive al Presidente Conte: “Non si dimentichi di chi è solo, lontano e impaurito”

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Antonio Bene, infermiere originario di Afragola (NA) e attualmente dipendente presso l’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino, risulta positivo al Covid-19 da ben 30 giorni e, nel corso del suo isolamento domiciliare, ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, una lettera in cui, a nome di tutti quei cittadini che, soli, stanno attraversando questo grave periodo di emergenza, chiede sostegno affinché queste persone non vengano messe in secondo piano dallo Stato e che gli vengano garantiti tutti i sostegni necessari per poter andare avanti e tornare a sorridere quando tutto questo sarà finito, quando tutto questo sarà soltanto un lontano ricordo.

 

Di seguito, riportiamo la lettera in versione integrale.

 

Ill.mo Sign. Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Avv. Giuseppe Conte 

“Egregio Presidente, ogni giorno seguo con fervore le decisioni che insieme al Governo prende per il bene della nostra Nazione e mi stupisco sempre più della sua caparbietà e della sua umanità. Mi chiamo Antonio Bene, sono un infermiere e con la presente voglio raccontarle, come farei con un padre, la mia ultima esperienza. Da giusto un anno presto il mio servizio presso l’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino, sede Molinette, nonostante sia cresciuto, vissuto e formatomi professionalmente nella mia Napoli.

Torino mi ha ben accolto, come fa ogni volta con i miei concittadini e con gli abitanti del Sud, dandomi la possibilità di creare un futuro per me e per la mia prossima famiglia.

Anche se lontani, infatti, io e la mia fidanzata avevamo deciso di sposarci il prossimo Giugno perché sentivamo la necessità di iniziare a “diventare grandi”, e l’avevamo fatto anche ristrutturando una piccola casetta dei miei genitori nel comune di Afragola (Na) per risparmiare qualche soldino da “investire” per i miei viaggi da pendolare. Nonostante questa lontananza eravamo contenti lo stesso e non vedevamo l’ora di iniziare una nuova vita insieme… distanti ma uniti!

Questa Sua frase mi ha dato tanta forza quando qui al Nord stava prendendo sempre più piede il diffondersi del virus e quando ho ritenuto opportuno restare qui, nonostante i preparativi per la casa e per la cerimonia erano entrati nel vivo, rispettando sia i miei cari, sia i miei colleghi che, alla fatica lavorativa, dovevano associare il timore per i propri affetti. Ho chiesto così alla mia futura sposa di stringere i denti perché sarebbe stato ancora più bello ritrovarci dopo essere stati distanti.

Ci siamo dati forza e abbiamo accettato questa prova e l’abbiamo fatto anche quando il mio reparto ha avuto l’ordine di tramutarsi in reparto Covid! Ho avuto un po’ di paura e, anche se sono stato tentato di mollare tutto e tornare a casa, ho deciso di affrontare questa battaglia fino in fondo con l’angoscia dell’incertezza del futuro e con la certezza che la data del mio matrimonio era stata purtroppo cancellata. “Siamo in guerra” dicevo sempre ai miei e “non posso mollare proprio adesso!”.

Non potevo farlo Presidente, non potevo tirare i remi in barca e così ho deciso di combattere… perdendo! Dopo due settimane di duro lavoro e di turni all’insegna di tute, guanti e mascherine che non ti fanno quasi respirare, ho iniziato a non sentire più nulla.

Nessun odore, nessun sapore, nulla! Conoscevo bene i sintomi di questo virus e sapevo bene che stava toccando proprio a me. Le giuro, mi è crollato il mondo addosso, non perché mi fossi ammalato, ma perché mi sono sentito prigioniero del mio corpo e prigioniero in una città dove le uniche persone che conosco sono i miei colleghi. Sono rimasto da solo, chiuso nel mio monolocale in affitto, da solo con il mio tampone positivo. E lo sono ancora tuttora (dopo 30 giorni) senza poter parlare con nessuno, senza nessuno che mi possa portare un po’ di spesa e, se non fosse per i riders di cui non conosco nomi e volti, non so a quest’ora come avrei fatto. Io resto in attesa che il mio tampone si negativizzi e che possa tornare ad essere quello di prima, anche se credo questa situazione mi segnerà per sempre. In questi giorni ho pensato a quanto sia bella la semplicità di avere i propri cari vicino, di quanti sacrifici fa chi per lavoro si allontana dal proprio porto sicuro e di quante paure affliggono chi si ritrova in mezzo ad un mare agitato con solo un giubbotto di salvataggio o una piccola scialuppa.

Io mi sento così e penso a quanto sarebbe stato diverso combattere questa Pandemia sapendo di affacciarsi dal balcone e trovare tua mamma o qualcuno che, anche solo per dirti grazie, ti lascia un piatto di pasta fuori alla porta di casa.

Devo molto a Torino ma quando penso alla mia terra mi viene da piangere. Non me ne vergogno a dirlo.

Lo faccio perché credo che lì al Sud ci sarebbe l’opportunità per tutti di poter restare e credo che Lei sia la persona giusta per recuperare questo ritardo sociale, sperando con questa lettera di averle fatto vivere con maggiore empatia la tristezza di noi lavoratori fuori sede.

Il mio desiderio è quello di tornare al più presto a Napoli in uno dei tanti ospedali pieni di professionisti e di persone che combattono contro malattie del corpo e non solo.

So che sarà difficile e che la burocrazia non mi ripagherà di questi mesi terribili, ma sono sicuro che, considerando le carenze croniche di personale sanitario nella Sanità Campana, da buon padre di famiglia potrà capire questo mio umile sfogo. Presidente, io continuo a fare il tifo per lei e per il suo lavoro, lei però, non si dimentichi di chi è solo, lontano e impaurito… come lo sono ancora io tutt’oggi”.

 

Con immensa stima.   

Antonio Bene 

 

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De Luca cambia idea: jogging concesso solo la mattina e dal 4 maggio via libera per il cibo d’asporto

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Il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha comunicato delle importanti novità per quanto riguarda due argomenti oggetto di discussione negli ultimi giorni: attività motoria e cibo d’asporto.

Per quanto riguarda l’asporto, la decisione è arrivata oggi dopo una riunione del presidente De Luca con i presidenti delle Camere di Commercio di tutte le province. Le vendite avverranno dietro prenotazione telefonica o on line.

Come comunicato nell’ultima ordinanza, si è svolto questa mattina l’incontro di merito con la task force e i rappresentanti delle Camere di Commercio della Campania – presenti Ciro Fiola (Napoli), Andrea Prete (Salerno), Tommaso de Simone (Caserta), Oreste La Stella (Avellino), Antonio Campese (Benevento) – per affrontare la questione della vendita con asporto.

Si è decisa la riapertura all’attività dell’asporto (senza fasce orarie) sulla base di queste norme:

1) Il servizio viene svolto sulla base di prenotazioni telefoniche o online;
2) il banco vendita sarà posto all’ingresso dell’esercizio commerciale;
3) i gestori sono responsabili del distanziamento sociale e anche di quello di eventuali riders per il delivery;
4) è assolutamente obbligatorio l’uso da parte del personale di mascherine e guanti;
5) il mancato rispetto delle norme comporterà la chiusura per una settimana del locale.

È un atto di fiducia sul senso di responsabilità di tutti. Rimane l’obbligo per ognuno di contribuire alla non diffusione dell’epidemia. Si farà alla fine della prossima settimana una verifica. Eventuali comportamenti errati porterebbero alla revoca di queste decisioni.

Sarà possibile anche fare attività di jogging dalle 6 alle 8:30 del mattino:

– Si è deciso inoltre, anche in conseguenza delle decisioni di questa mattina, di eliminare le fasce orarie in cui era consentita l’uscita dei cittadini. Rimane in vigore la fascia oraria tra le 6 e le 8,30 del mattino che viene riservata a quanti intendono svolgere attività sportiva anche con corsa veloce e senza mascherina (jogging), rispettando comunque il distanziamento sociale.

– Si ribadisce per quanto riguarda la nautica, che sono consentite le attività di manutenzione e rimessaggio e anche la consegna delle imbarcazioni.

– Per quanto riguarda il Napoli Calcio, è stato già trasmesso al Governo il parere favorevole della Regione allo svolgimento degli allenamenti purché vengano garantite pienamente tutte l’esigenza di tutela sanitaria. Per correttezza di rapporti la Regione ha inteso inviare preventivamente al Governo questa valutazione, sollecitando ad horas la condivisione, per poter consentire la ripresa dell’attività già da lunedì.

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Napoli, barista multato per aver servito caffè dalla finestra

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A Napoli i carabinieri hanno sanzionato il titolare di un bar di Corso Garibaldi per violazioni ai decreti anti-contagio. Approfittando di una piccola finestra che dà sulla strada, una dipendente del locale è stata sorpresa a servire caffè a due clienti poi sanzionati perché fuori casa senza giustificato motivo.

All’esercizio è stata applicata la pena accessoria della chiusura per 5 giorni. I carabinieri hanno sanzionato invece 6 persone per violazione della normativa anti contagio. Sorpreso dai militari il titolare di un’enoteca che aveva appena servito vino e birra a 5 persone, in strada senza giustificato motivo.

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Le ditte di trasporto forniranno alle autorità i nomi dei passeggeri in arrivo dal Nord

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Ulteriori misure di controllo sugli spostamenti e gli arrivi previsti in Campania – oltre all’obbligo generale delle mascherine – sono state varate dal governatore Vincenzo De Luca: le aziende di trasporto aereo, ferroviario e di lunga percorrenza su gomma, dovranno acquisire e mettere a disposizione delle forze dell’ordine e dell’Unità di Crisi i nominativi dei viaggiatori con destinazione aeroporti e stazioni ferroviarie, anche dell’Alta velocità.

L’ordinanza 41 – che detta norme dal 4 maggio – prevede che i viaggiatori in arrivo alle stazioni ferroviarie di Napoli, Salerno, Benevento, Caserta e nelle altre, con treni che effettuano collegamenti interregionali, ovvero ai caselli autostradali, all’aeroporto o in altri accessi, si devono sottoporre alla rilevazione della temperatura, e in caso di temperatura pari o superiore a 37,5 gradi, fare il test rapido secondo modalità organizzate nelle singole stazioni.

Per la ristorazione il servizio a domicilio è consentito senza limiti di orario.

Nuova ordinanza in Campania: cosa è possibile e non è possibile fare dal 4 al 10 maggio

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È stata pubblicata nella tarda serata di ieri, 1 maggio, l’ordinanza numero 41 del presidente della Regione Campania che va a disciplinare l’avvio della Fase 2 per la settimana dal 4 al 10 maggio 2020.

  • Uso delle mascherine obbligatorio

È fatto obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (cd. mascherine) nelle aree pubbliche ed aperte al pubblico del territorio regionale. Non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei 6 anni, nonché i soggetti  con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina. In alcuni casi ne è comunque raccomandato l’utilizzo.

  • Attività di ristorazione: no alla vendita con asporto, ma non più limiti di orario sulla consegna a domicilio

Sono consentite, senza i limiti di orario previsti dall’Ordinanza n.39 del 25 aprile 2020 e senza limitazioni di consegna al di fuori del territorio comunale, le attività di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), con la sola modalità di prenotazione telefonica ovvero on line e consegna a domicilio, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie nelle diverse fasi di produzione, confezionamento, trasporto e consegna dei cibi e nel rispetto del documento Allegato 2 all’Ordinanza n.39 del 25 aprile 2020, pubblicato sul BURC n.90 del 25 aprile 2020.

Resta vietata la vendita con asporto, nelle more della definizione, anche con l’Unità di crisi regionale, delle misure organizzative volte ad evitare assembramenti e conseguenziale aumento del rischio epidemiologico.

  • Spostamenti

A tutti i soggetti provenienti dalle altre regioni d’Italia o dall’estero, che faranno ingresso nel territorio regionale, è fatto obbligo, salvo che l’arrivo sia motivato da comprovate esigenze lavorative (spostamenti da e per il luogo di lavoro) o da comprovati e certificati motivi di salute:

– di comunicare l’arrivo al Dipartimento di prevenzione della ASL territorialmente competente, al Comune di residenza, domicilio o dimora di destinazione, nonché al proprio medico di medicina generale ovvero al pediatra di libera scelta, ove appartenenti al Servizio Sanitario della Regione Campania;

– di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario, mantenendo lo stato di isolamento per 14 giorni dall’arrivo, con divieto di contatti sociali;

– di osservare il divieto di spostamenti e viaggi;

– di rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza;

1.2. E’ fatto obbligo, ai concessionari di servizi di trasporto aereo, ferroviario e di lunga percorrenza su gomma, di acquisire e mettere a disposizione delle Forze dell’Ordine e dell’Unita’ di Crisi regionale istituita con decreto del Presidente della Giunta Regionale n.45/2020, dei Comuni e delle AASSLL, i nominativi dei viaggiatori con destinazione aeroporti e stazioni ferroviarie, anche dell’Alta velocità, del territorio.

1.3. A tutti i viaggiatori in arrivo alle stazioni ferroviarie di Napoli, Salerno, Benevento, Caserta e presso le altre, che saranno individuate dall’Unità di Crisi regionale e dalla stessa comunicate ai Comuni interessati e alle ASL competenti, con treni che effettuano collegamenti interregionali, ovvero ai caselli autostradali, all’aeroporto o negli altri punti di accesso al territorio regionale è fatto obbligo di:

– sottoporsi alla rilevazione della temperatura corporea, e in caso di temperatura pari o superiore a 37,5 °C, a test rapido Covid-19 secondo le modalità organizzate presso le singole stazioni, caselli o altri luoghi, in conformità a quanto previsto con il presente provvedimento;

– autocertificare il luogo ove sarà osservato l’isolamento domiciliare, ove lo spostamento non sia motivato da esigenze lavorative o motivi di salute e in ogni caso il luogo di destinazione, nonché l’impegno a restare disponibile per ogni necessario controllo da parte del SSR.

  • Attività motoria solo vicino casa e due fasce orarie

Non è consentito svolgere attività di corsa, footing o jogging nelle aree pubbliche ed aperte al pubblico.

E’ consentito svolgere individualmente attivita’ motoria all’aperto, ove compatibile con l’uso obbligatorio della mascherina (dispositivo di protezione individuale di cui all’art.16 del decreto legge n.18/2020) in forma individuale, ovvero con accompagnatore, per i minori o le persone non completamente autosufficienti, nei pressi della propria abitazione e comunque con obbligo di distanziamento di almeno due metri da ogni altra persona- salvo che si tratti di soggetti appartenenti allo stesso nucleo convivente, ovvero di minori o di persone non autosufficienti- nelle seguenti fasce orarie:

– ore 6,30-8,30; – ore 19,00-22,00

  • Librerie e cartolerie aperte tutto il giorno

Per quanto riguarda librerie e cartolerie, invece, “è consentita l’attività di commercio al dettaglio di carta, cartone, cartolerie, librerie ed esercizi similari senza i limiti di orario introdotti dalle Ordinanze regionali vigenti sino al 3 maggio 2020, e salvo l’obbligo di osservanza delle misure precauzionali adottate con il documento Allegato 2 all’Ordinanza n. 39 del 25 aprile 2020, pubblicato sul BURC n.90 di pari data”.

Il mancato rispetto delle misure di contenimento e prevenzione del rischio di contagio di cui al presente provvedimento comporta, ai sensi dell’art.4 del decreto-legge 25 marzo 2020, n.19, l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria (pagamento di una somma da euro 400 a euro 3.000) nonchè, per i casi ivi previsti, di quella accessoria (chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni).

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