lunedì, Maggio 19, 2025
Home Blog Pagina 2105

Vento improvviso sul litorale vesuviano, calcinacci feriscono donna a Torre del Greco

0
Vento Torre del Greco
Vento Torre del Greco

Questo pomeriggio un improvviso rinforzo del vento ha spaventato la popolazione dei paesi vesuviani nella zona costiera.

Da Portici a Pompei  si sono registrate delle forti raffiche di vento. La stazione meteorologica di Torre del Greco, della rete di CampaniaLive.it, ha registrato la raffica più forte di 46,7 km/h. Stupore e anche un po’ di paura tra la popolazione con tanti messaggi postati sui social.

Però non si è trattato di una tromba d’aria ma di un rinforzo dei venti che era previsto dai modelli previsionali, ma non in maniera così improvvisa e dirompente. Il vento forte ha provocato il distacco di alcuni calcinacci da un edificio di via Roma a Torre del Greco, che hanno investito una donna ferendola non in modo grave.

Escono dalle fogne e prendono in ostaggio il gioielliere: banda del buco in azione a Chiaia

0
chiaia
chiaia

In Piazzetta Santa Caterina a Chiaia, in orario d’apertura, la banda del buco entra nella rinomata gioielleria “Trucchi” a mano armata. Arrivano dalle fogne e sequestrano il titolare con un suo collaboratore dopo aver disinnescato l’allarme, con la richiesta di oro e orologi.

I delinquenti sono stati messi in fuga da un poliziotto in borghese che si trovava casualmente sul posto. Hanno cercato di disperdere le proprie tracce utilizzando dei lacrimogeni. Sono riusciti a portare con sé almeno alcuni orologi, ma la polizia si sta ancora accertando di altro materiale venuto a mancare.

La polizia ha chiuso e transennato le strade adiacenti, compresa via Dei Mille. Alcuni passanti sono stati infatti intossicati dai fumogeni.

La natura si spegne: le lucciole sono sempre più rare

0

Sono ormai lontani i tempi in cui, tra i mesi di maggio e giugno, le lucciole illuminavano le nostre campagne, conferendo al paesaggio un’atmosfera fiabesca spettacolare. Questo fenomeno è diminuito dai primi anni ‘70, a causa di scelte ambientali non solo in Italia ma anche nel resto mondo. 

La scomparsa delle lucciole

Sebbene sia un peccato perdere l’occasione di assistere a una vista suggestiva come quella offerta dall’accoppiamento di queste magiche creature, la maggiore preoccupazione è data dalle cause della loro estinzione. La loro mancanza rappresenta un preoccupante feedback sulle condizioni del loro habitat naturale, minacciato da inquinamento luminoso, uso di pesticidi e contaminazione delle acque.

Come nasce la “magia”?

La bioluminescenza delle lucciole fa parte del loro rituale di accoppiamento: maschi e femmine emettono luce grazie all’ azione di due composti chimici, chiamati luciferina e luciferasiLa reazione innescata all’interno del loro addome provoca il rilascio di elettroni ed energia, che si manifesta con la luce affascinante che conosciamo.

I maschi emanano luce per brevi istanti, mentre le femmine riescono a illuminarsi per periodi più lunghi. La loro danza è una complessa sintonia a cui si dedicano interamente: tutte le loro energie vengono investite nel rituale di accoppiamento che si conclude con la fine di entrambi i partecipanti, con l’unico scopo di deporre un’adeguata quantità di uova altrettanto luminescenti. 

L’impatto dell’uomo sulla natura

L’inquinamento luminoso ostacola la magia dell’accoppiamento, rendendo vani i segnali luminosi e diminuendo le possibilità di ripopolare la specie in modo continuo. Nel caso in cui riescano a deporre le uova, le larve che nascono in autunno sono costrette ad affrontare innumerevoli difficoltà. Devono cibarsi di lumache e chiocciole, che vengono allontanate o avvelenate dai pesticidi, compromettendo la loro crescita.

Un fenomeno reversibile

Nel momento in cui variano le condizioni ambientali, le popolazioni di lucciole possono ritornare, così come è avvenuto di recente in alcune aree naturali urbane protette e nelle riserve statali. Il Corpo forestale dello Stato ne gestisce 130, riserve ricche di biodiversità. La tutela dell’ambiente si traduce in protezione della flora e della fauna, con conseguente miglioramento della salubrità. 

Per favorire il ritorno degli insetti luminosi e contribuire a migliorare anche il nostro habitat basterebbero alcune buone pratiche:

  • diminuire le fonti esterne di luce artificiale e di conseguenza l’inquinamento luminoso;
  • non utilizzare pesticidi, fitofarmaci e altri veleni;
  • ampliare le aree verdi e creare i prati delle lucciole;

Con un ambiente più salubre e adatto a questi speciali coleotteri, sarà possibile meravigliarci ancora con la loro danza.

Fonte: https://www.researchgate.net/publication/280839392_Impatto_dell’illuminazione_artificiale_sugli_organismi_viventi

22 anni dall’uccisione di Silvia Ruotolo: gli eventi in suo ricordo

0
Silvia Ruotolo
Silvia Ruotolo

Il 10 ed 11 giugno, in occasione del ventiduesimo anniversario dell’uccisione di Silvia Ruotolo, la città di Napoli, l’Associazione Libera e la fondazione a lei dedicata, organizzano due giorni di commemorazione e di racconto del quotidiano impegno per fare in modo che nessun bambino debba vivere il dolore della perdita violenta della propria mamma.

La storia della trentanovenne Silvia Ruotolo

Silvia Ruotolo  venne assassinata l’11 giugno del 1997 a soli 39 anni. Stava tornando nella sua casa di Arenella, dopo essere andata a prendere all’asilo Francesco, a guardarla dal balcone c’è Alessandra, sua figlia maggiore. Francesco ha 5 anni, Alessandra 10. Il marito che è al lavoro accorre informato da una telefonata. Il commando di camorra che sparò all’impazzata aveva come obiettivo il clan Caiazzo – Cimmino, avversario del clan Alfano. Furono sparati quaranta proiettili che oltre ad uccidere Salvatore Raimondi e ferire Luigi Filippini due affiliati del clan Caiazzo Cimmino, uccisero sul colpo Silvia davanti agli occhi sbigottiti dei figli e ferirono alla spalla un giovane studente universitario, Riccardo Valle. La collaborazione con la polizia di uno dei killer, Rosario Privato, risultò decisiva per l’individuazione del gruppo di fuoco. Rosario Privato fu arrestato il 24 luglio dello stesso anno mentre era in vacanza al mare in Calabria.

La Fondazione Silvia Ruotolo

L’11 luglio 2007, la dodicesima sezione del Tribunale Civile di Napoli decretò un “significativo risarcimento” per i familiari di Silvia Ruotolo, primi in Campania ad aver beneficiato del Fondo di solidarietà per le vittime di reato di tipo mafioso, che nelle volontà dell’associazioni Libera, servirà per finanziare la costituzione di una fondazione a lei omonima, dedicata ai ragazzi a rischio. Il Comitato Silvia Ruotolo, presieduto da Lorenzo Clemente, marito di Silvia, negli anni a seguire è stato estremamente attivo nell’impegno per la legalità e contro la Camorra.

A Piazza Medaglie D’Oro a Napoli, su una lapide nei giardinetti c’è una targa intitolata a Silvia Ruotolo, dove ogni 11 giugno i familiari e la società civile si riuniscono e depongono i fiori per commemorare Silvia.

L’assassinio di Silvia Ruotolo ebbe grande risalto mediatico e contribuì alla crescita della consapevolezza sulla gravità del fenomeno camorristico. Un solo colpo, una “pallottola vagante” la colpì sotto lo zigomo sinistro. Morì sul colpo, mentre teneva per mano suo figlio e dal balcone di casa l’altra figlia, Alessandra, vedeva la scena. Una morte che ha cambiato la vita di molti e anche di una parte di Napoli che si impegnò per costruire giustizia, nelle aule di tribunale e non solo. Silvia Ruotolo non è stata dimenticata. Lei come tante altre vittime innocenti di Napoli.

#GIVEAVOICE: In ricordo di Silvia Ruotolo

Anche quest’anno, l’anniversario del barbaro assassinio di Silvia Ruotolo sarà occasione di riflessione per tenere alto il ricordo di Silvia e per ribadire l’impegno della Fondazione, delle Scuole, delle Associazioni a sostegno della legalità.

Il tema di quest’anno è “#Giveavoice: in memoria di Silvia Ruotolo”. Il tema è stato scelto per sottolineare il bisogno di dare voce a quanti, nella nostra città, si impegnano quotidianamente a costruire luoghi e spazi di approfondimento sui temi della legalità.

Le iniziative di quest’anno si distribuiscono su due giorni e si arricchiscono di nuove attività e coinvolgono centinaia di bambini e ragazzi provenienti da tutta Italia.

Silvia Ruotolo gli eventi in ricordo
Silvia Ruotolo gli eventi in ricordo

Lunedì 10 giugno presso il Circolo Tennis Petrarca si è tenuto il Primo Memorial di tennis dedicato a Silvia Ruotolo. Silvia amava il tennis e credeva nello sport come strumento educativo e di benessere. Nel pomeriggio, alle ore 19.00 c/o la libreria “Io ci sto” c’è stata poi la presentazione del fumetto “Silvia Ruotolo – tutto ciò che libera tutto ciò che unisce”, edito da BeccoGiallo, insieme all’autore Giacomo Traini.

Martedì 11 giugno, alla presenza di don Luigi Ciotti, ci sarà una maratona di spettacoli, interventi e contributi di scuole, istituzioni e associazioni in piazza Medaglie d’Oro per l’intera mattinata. Nel pomeriggio, si terrà la Santa Messa di suffragio concelebrata da don Luigi Ciotti e don Tonino Palmese.

Ancora una volta la città di Napoli mostra il grande cuore dei suoi concittadini, i quali vivono nell’affettuoso ricordo delle vittime innocenti della camorra. Ancora una volta la città di Napoli mostra di non vivere l’omertà, urlando al proprio diritto di vivere in sicurezza in una città ormai spaccata dagli attentati camorristici. 

Universiadi: i particolari delle cerimonie di apertura e chiusura

0

Il 3 Luglio” scrive il sindaco Luigi de Magistris su facebook “sarà sarà una giornata storica per Napoli.“. E’ il giorno in cui saranno infatti inaugurate le Universiadi Napoli 2019, importante evento sportivo secondo solamente alle Olimpiadi.  “Dopo le Olimpiaidi, le Universiadi sono l’evento sportivo mondiale più importante.” dice infatti ancora il sindaco. “A Napoli avremo circa 8000 atleti, 30000 collaboratori, 128 nazioni, 100 televisioni di tutto il globo.

La cerimonia di apertura

Da Milano, e nello specifico dallo spazio Campania di piazza Fontana 1, sono oggi arrivate notizie riguardo la cerimonia di apertura e quella conclusiva delle universiadi.

Durante la cerimonia di apertura delle Universiadi lo stadio San Paolo, attraverso un gioco di luci, led ed installazioni, in un golfo di Napoli in miniatura. Attraverso le luci verrà ricreata anche un’onda marina, ed in questa suggestiva ambientazione l’atleta Mariafelicia Carraturo impersonerà la sirena Partenope in un’esibizione che ne metterà in scena il mito. Seguiranno la campionessa paraolimpica Bebe Vio che porterà la bandiera italiana e la celebre Malika Ayane che si esibirà  in una performace canora. Sarà presente anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Lo sport come strumento di unità, di accoglienza e di pace

Il governatore Vincenzo De Luca, presente alla conferenza stampa allo spazio Campania, ringrazia il presidente Mattarella “La sua presenza alla cerimonia inaugurale dà valore e autorevolezza all’evento e ci permetterà di ospitare al massimo livello le delegazioni dei quasi 130 Paesi. Avremo ministri, qualche capo di Stato, qualche capo di governo. Mi auguro che sapremo essere all’altezza di un evento che ci ha impegnato sul piano finanziario e organizzativo in modo straordinario. [L’universiade] Sarà per Napoli quella che l’Expo è stato per Milano. Sarà anche una occasione per far crescere l’unità d’Italia. Napoli rappresenta al meglio l’unità di Italia“.

Marco Belich, che ha curato lo spettacolo che verrà messo in scena il 3 Luglio e che è noto come “il cerimoniere delle Olimpiadi”, commenta: “La cerimonia ha nell’accoglienza il suo valore principale. Presenteremo una Campania proiettata nel futuro, con musica tecno e un linguaggio contemporaneo, comprensibile anche a chi non capisce l’italiano grazie alla gestualità tipica di Napoli“.

Napoli è stata scelta per quello che sta rappresentando, gli organizzatori internazionali mi confidano che vi è un’attenzione euforica su quello che la città potrà essere tra qualche giorno. E’ una sfida che noi abbiamo raccolto, quando nessuno più ci credeva e altre istituzioni avevano già mollato. Ce la stiamo mettendo tutta, da parte nostra, per vincere anche questa sfida.” conclude de MagistrisNapoli in quei giorni darà un messaggio potente al mondo: città dello sport, dei giovani, della cultura, della pace. Lo sport come fortissimo strumento di pace per sconfiggere barriere, razzismi, violenze, disuguaglianze. Vorrei che in quei giorni, come insegna lo sport vero, ci possa essere rispetto per tutti, sentimento di comunità, gioia di stare insieme per partecipare e vincere, nel rispetto delle regole e degli altri.“.

La cerimonia di chiusura e i biglietti

Della cerimonia di chiusura sono stati resi noti pochi particolari. Tra questi il più ghiotto è senza dubbio quello che sarà condotta dai The Jackal.

E’ già possibile acquistare i biglietti per questo importante evento, il cui costo intero è di 5 euro, mentre il ridotto soli 3 euro. E’ possibile abbonarsi a tutti gli eventi che riguardano una determinata disciplina. I biglietti sono acquistabili sul sito ufficiale delle universiadi o presso tutti i rivenditori Vivaticket.

 

 

 

Protesta Whirlpool: operai bloccano via Argine

0

di Luigi Manzo – Gli operai della Whirlpool hanno organizzato un sit in nei pressi di Via Argine, nei pressi dello stabilimento che, come sembra, a breve verrà ceduta: “Contrastare ogni idea di reindustrializzazione anche a seguito di indiscrezioni che prevedono cordate per acquisire la Whirlpool Napoli. Per noi rimane un punto fermo: ogni soluzione deve prevedere la permanenza dell’azienda a Napoli e la tutela di tutti i posti di lavoro“. Queste le parole Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania.

Tantissimi gli striscioni durante la manifestazione che ha bloccato via Argine. La protesta dei lavoratori continua incessantemente. Mercoledi 12 ci sarà un nuovo incontro al Mise, con la proprietà che ancora non ha manifestato la volontà di evitare la cessione dello stabilimento.
Nella giornata di domani, nella Sala dei Baroni, si riunirà il Consiglio Comunale straordinario convocato dalla Conferenza dei capigruppo.

Il Consiglio della Sesta Municipalità Barra-Ponticelli-San Giovanni a Teduccio nell’esprimere, in un ordine del giorno “piena vicinanza e solidarietà ai lavoratori, impegna le parti coinvolte nelle trattative, di intraprendere tutte le azioni possibili per il rispetto dell’accordo quadro del 25 ottobre 2018, scongiurando nel contempo la chiusura definitiva del sito di Napoli“.

La Ronda degli ammoniti, o il coraggio di invertire rotta

0
ronda degli ammoniti

Al Napoli Teatro Festival, va in scena in prima assoluta la Ronda degli ammoniti di Enzo Moscato, frammentario intermezzo sulle anime dei criature surdate.

– Ma ci sono altri modi di vincere il dolore, questo dolore: altre battaglie, che ognuno è tenuto a combattere coi propri mezzi, senza l’aiuto esterno. Chi le vince, si dimostra forte, e così facendo diventa forte, si arricchisce e si migliora.

– E chi non le vince? Chi cede, di schianto o a poco a poco? Cosa dirai tu, cosa dirò io, se ci troveremo anche noi a… camminare verso ponente? Saremo capaci di rallegrarci in nome della specie, e di quegli altri che trovano in sé la forza di invertire il cammino?

Primo Levi, Verso occidente

Una “febbrile” condizione umana

I lemming sono i singolari roditori artici che sacrificherebbero in maniera cosciente la propria esistenza per la penuria di provviste, insufficienti al branco tutto. Al Primo Levi scienziato-narratore piace pensare che, per l’ennesima bizzarria chimica, ci si pari davanti l’ennesimo ibrido, l’ennesima mescolanza atipica: circolerebbe tra i lemming il gene del suicidio.

La “Emanuele Gianturco” – scuola elementare notoriamente infestata dai morticelli, anime vaganti di bambini morti suicidi – si trova in una traversa dei Quartieri più che vicina a dove abita Sara Gemma, che mi ha accompagnato a vedere la Ronda degli ammoniti, ha incontrato con me Moscato e ha fatto fermentare con me queste righe. Proprio in Via Francesco Girardi, pare che furono una ventina i bambini gettatisi dalle ringhiere del quarto piano, nel cortile interno alla scuola, ai piedi del custode.

Gli Ammoniti, gli Ammoniti / so’ criature e so’ surdate. / So’ suicidi o richiamati / nun so’ manco assutterrate! / Stando fermi o dando passi / vanno sempe ‘a stessa classe / che è la classe buia d’ ‘a Vita / senza pace, preci o riti!».

La Ronda degli ammoniti, il nuovo testo di Moscato andato in scena ieri alla Sala Assoli, in prima assoluta per il Napoli Teatro Festival, prende spunto da questa lontanissima, quasi mitica, vicenda di cronaca napoletana, e narra − in linea con la filosofia moscatiana − di una “febbrile” condizione umana. «Condizione − si legge nelle note di Moscato − fisica e metafisica, dei tempi e degli spazi», i cui confini tautologici sono dettati unicamente dalle intermittenze della Morte. È la condizione di bambini continuamente redarguiti, messi al bando per comportamenti impertinenti o per slanci vitali eccedenti che culminano nel loro opposto.

Le giovani anime della città di “N”, vive o morte, vagano tra i banchi di scuola, cieche nel buio degli ipogei, e, come già facevano in Scannasurice, si confondono con le zoccole – «topi grandi!», ammonirebbe burocraticamente il maestro elementare. Queste zoccole-lemming, anime grigie di bambini, ammucchiate in topaie umide, prive di possibilità identificativa al di fuori dello stuolo, sono costrette in un modo o nell’altro ad autoannullare la propria infanzia, mutando in adulti e partendo per la trincea, destinandosi non a una, ma a ben due morti:

Per crescere, per essere soldati e, quindi, anche per andare in guerra e là morirvi, bisogna prima farla finita con l’esser bambini. Dimodoché, poi, morire in guerra, da soldati, non sia la prima, bensì la seconda morte che gli accada di sperimentare. Ma ci sono anche bambini che questa seconda morte se la danno da soli e liberamente, suicidandosi per il terrore di crescere e crepare senza scopo, da soldati, durante una battaglia.

Il coraggio di invertire rotta

Dilemma del ’17: lanciarsi in guerra barattando la propria vita da vivi, oppure lanciarsi nel vuoto, dal quarto piano dello stabile verso un non-tempo che per sempre “immortala”? Più che coscienti di non poter spiccare il volo, i bambini si lanciano nel vuoto dai piani alti dell’arroccata Scuola elementare “Emanuele Gi”. Sono le loro anime, queste davvero “febbrili”, a fare la ronda degli ammoniti, inscenando − il maestro elementare burocraticamente spiega che le febbrili reiterazioni sono proprie degli spettri, degli attori o dei cretini − un grottesco e straniante ritorno nella classe morta kantoriana sita in Via Francesco Girardi, che è anche una Spoon River tutta magna greca, dove gli epitaffi prendono vita a partire da innocenti sussidiari, da «osservazioni di vita» leemastersiane.

Moscato, attraverso l’onirismo di questa riesumazione, obbliga lo spettatore a non smettere di chiedersi cosa stia guardando e se lo stia guardando davvero. Egli deve vegliare attentamente, deve districarsi tra le continue interruzioni e i rivolgimenti di quest’intermezzo perpetuo che è la Ronda degli ammoniti. Ponendosi al limine, sulla soglia strozzata dall’interruzione, la storia che qui viene con forza sputata, fa da ronda a se stessa. Così, nella tipicamente moscatiana città interrotta, città-limite, città-paradosso, la fogna infernale della città di “N” – nell’Inferno, direbbe Moscato, forse si sta meglio, perché almeno fa cchiù cavero di una fredda Napoli di dicembre 1917 in cui viene pure a nevicare – come la tribù di Arunde, che non è pasoliniana, queste zoccole-lemming hanno trovato, non senza dolore, il coraggio di invertire rotta. Fintanto che si può scegliere, meglio cadere come gli idiosincratici fiocchi di neve sulla città di “N”: seppur fuori luogo, restano candidi come le anime e subito si sciolgono.

Ronda degli ammoniti

DI ENZO MOSCATO
CON BENEDETTO CASILLO, SIMONA BARATTOLO, SALVATORE CHIANTONE, CIRO D’ERRICO, GIOVANNI DI BONITO, TONIA FILOMENA, AMELIA LONGOBARDI, ENZO MOSCATO, FRANCESCO MOSCATO, ANTONIO POLITO, MICHELE PRINCIPE
MUSICHE DONAMOS
SCENA CLELIO ALFINITO
COSTUMI VERONICA GROSSI
FONICA TERESA DI MONACO
AIUTO REGIA CARLO GUITTO
REGIA ENZO MOSCATO
ORGANIZZAZIONE CLAUDIO AFFINITO
COPRODUZIONE COMPAGNIA ENZO MOSCATO – CASA DEL CONTEMPORANEO, FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL – NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA

prima assoluta

9 giugno 2019 ore 21.00
10 giugno 2019 ore 19.00
durata 1 ora e 15 min
Napoli
Sala Assoli

Giancarlo Siani: 34 anni dopo, l’articolo che gli costò la vita

0
Mostra fotografica “Giancarlo Siani | ri-Scatti” Ufficio stampa fotografico : S. Renna / R. De Maddi foto inedite che riprendono Giancarlo nella sua duplice dimensione, umana e professionale. Con i suoi sorrisi e la sua voglia di vivere. Con la sua passione per il giornalismo e il suo entusiasmo. Nella sua eterna giovinezza, che la mano assassina della camorra non è riuscita minimamente a scalfire. "ri-Scatti" è anche uno strumento per tenere annodati i fili della memoria. Quella di un ragazzo che, anche grazie a questa mostra, continua a vivere. Museo PAN Napoli 18/24 settembre 2016 IMBAVAGLIATI 2016 Festival di giornalismo civile Ph: Fotografia e comunicazione Ufficio fotografico : Stefano Renna / Roberta De Maddi nella foto: mostra giancarlo siani RI-SCATTI

Giancarlo Siani: a trentaquattro anni dall’uscita del suo articolo su Gionta e i Nuvoletta sulle pagine de “Il Mattino”, il ricordo di quelle parole che ancora risuonano nelle nostre coscienze e fanno pensare al diritto inalienabile alla vita e alla libertà di stampa.

Sono passati esattamente trentaquattro anni dalla pubblicazione sulle pagine de “Il Mattino” dell’articolo che molto probabilmente costò la vita al giovane giornalista Giancarlo Siani. Una condanna a morte decretata dalla camorra: era proprio il 10 giugno del 1985 quando Siani parlò dei possibili scenari criminali campani che sarebbero seguiti all’arresto del boss di Torre Annunziata, Valentino Gionta, senza timore, seguendo il senso più profondo di ciò che un giornalista deontologicamente è portato a fare, svolgendo semplicemente la professione.

Proprio per questo, bisogna parlarne e ricordare: importante è stata la nascita del corso di formazione “In viaggio con la Mehari di Giancarlo Siani”, promosso dall’Ordine dei Giornalisti della Campania e dalla Fondazione Polis della Regione Campania per le vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati. Un corso che, partendo dal PAN di via dei Mille a Napoli,  da alcuni anni riscuote molto successo, in giro per l’Italia, concentrando l’attenzione sul delicato tema della libertà di stampa e sulle troppe vittime innocenti della criminalità.

Di seguito, le parole immortali di Giancarlo, quelle parole che misero in gioco la sua vita, ucciso il 23 settembre dello stesso 1985 dai sicari del clan Nuvoletta:

“Potrebbe cambiare la geografia della camorra dopo l’arresto del super latitante Valentino Gionta. Già da tempo, negli ambienti della mala organizzata e nello stesso clan dei Valentini di Torre Annunziata si temeva che il boss venisse «scaricato», ucciso o arrestato.

Il boss della Nuova famiglia che era riuscito a creare un vero e proprio impero della camorra nell’area vesuviana, è stato trasferito al carcere di Poggioreale subito dopo la cattura a Marano l’altro pomeriggio. Verrà interrogato da più magistrati in relazione ai diversi ordini e mandati di cattura che ha accumulato in questi anni. I maggiori interrogativi dovranno essere chiariti, però, dal giudice Guglielmo Palmeri, che si sta occupando dei retroscena della strage di Sant’Alessandro.

Dopo il 26 agosto dell’anno scorso il boss di Torre Annunziata era diventato un personaggio scomodo. La sua cattura potrebbe essere il prezzo pagato dagli stessi Nuvoletta per mettere fine alla guerra con l’altro clan di «Nuova famiglia», i Bardellino. I carabinieri erano da tempo sulle tracce del super latitante che proprio nella zona di Marano, area d’influenza dei Nuvoletta, aveva creduto di trovare rifugio. Ma il boss di Torre Annunziata, negli ultimi anni, aveva voluto «strafare».

La sua ascesa tra il 1981 e il 1982: gli anni della lotta con la «Nuova camorra organizzata» di Raffaele Cutolo. L’11 settembre 1981 a Torre Annunziata vengono eliminati gli ultimi due capizona di Cutolo nell’area vesuviana, Salvatore Montella e Carlo Umberto Cirillo. Da boss indiscusso del contrabbando di sigarette (un affare di miliardi e con la possibilità di avere a disposizione un elevato numero di gregari) Gionta riesce a conquistare il controllo del mercato ittico.

Con una cooperativa, la Do. Gi. pesca (figura la moglie Gemma Donnarumma), mette le mani su interessi di miliardi. È la prima pietra della vera e propria holding che riuscirà a ingrandire negli anni successivi. Come «ambulante ittico», con questa qualifica è iscritto alla Camera di Commercio dal ‘68, fa diversi viaggi in Sicilia dove stabilisce contatti con la mafia. Per chi può disporre di alcune navi per il contrabbando di sigarette (una viene sequestrata a giugno al largo della Grecia, un’altra nelle acque di Capri) non è difficile controllare anche il mercato della droga.

È proprio il traffico dell’eroina uno degli elementi di conflitto con gli altri clan in particolare con gli uomini di Bardellino che a Torre Annunziata avevano conquistato una fetta del mercato. I due ultimatum lanciati da Gionta (il secondo scadeva proprio il 26 agosto) sono alcuni dei motivi che hanno scatenato la strage. Ma il clan dei Valentini tenta di allargarsi anche in altre zone. Il 20 maggio a Torre Annunziata viene ucciso Leopoldo Del Gaudio, boss di Ponte Persica, controllava il mercato dei fiori di Pompei. A luglio Gionta acquista camion e attrezzature per rimettere in piedi anche il mercato della carne. Un settore controllato dal clan degli Alfieri di Boscoreale, legato a Bardellino.

Troppi elementi di contrasto con i rivali che decidono di coalizzarsi per stroncare definitivamente il boss di Torre Annunziata. E tra i 54 mandati di cattura emessi dal Tribunale di Napoli il 3 novembre dell’anno scorso ci sono anche i nomi di Carmine Alfieri e Antonio Bardellino. Con la strage l’attacco è decisivo e mirato a distruggere l’intero clan. Torre Annunziata diventa una zona che scotta. Gionta Valentino un personaggio scomodo anche per gli stessi alleati. Un’ipotesi sulla quale stanno indagando gli inquirenti e che potrebbe segnare una svolta anche nelle alleanze della «Nuova famiglia». Un accordo tra Bardellino e Nuvoletta avrebbe avuto come prezzo proprio l’eliminazione del boss di Torre Annunziata e una nuova distribuzione dei grossi interessi economici dell’area vesuviana. Con la cattura di Valentino Gionta salgono a ventotto i presunti camorristi del clan arrestati da carabinieri e polizia dopo la strage.

Ancora latitanti il fratello del boss, Ernesto Gionta, e il suocero, Pasquale Donnarumma.”

Università e lavoro al sud: Federico II prima per occupazione e retribuzione

0

Secondo Almalaurea migliorano le performance occupazionali dei laureati. In Campania, la Federico II in pole position per occupazione e retribuzione a 5 anni dalla laurea, gli studenti del Suor Orsola quelli più soddisfatti.

Di università e istruzione si sta parlando davvero tanto. Il titolo universitario ci assicura ancora stabilità lavorativa? I laureati italiani possono dirsi sufficientemente soddisfatti del proprio percorso di studio e della propria posizione? Il raggiungimento dalle tanto adorata corona d’alloro è ancora un gioco che vale la candela?

A rispondere alle domande su università e occupazione arrivano, puntuali, i dati ad ampio spettro di Almalaurea, consorzio interuniversitario che lo scorso 6 giugno ha presentato i risultati della sua XXI indagine sulla situazione dei laureati italiani. Gli intervistati sono stati oltre 630.000, laureatisi in 75 atenei e contattati a 1, 3 e 5 anni dal conseguimento della laurea. Di questi, i partecipanti in Campania sono stati poco meno di 30mila, con lauree di primo livello, magistrali biennali, a ciclo unico, e percorsi pre-riforma.

La situazione dell’Università italiana

È universalmente riconosciuto che l’Italia sta vivendo un periodo di emigrazione. In questo processo, si rischia di perdere le migliori menti italiane nella cosiddetta ‘fuga dei cervelli’. I dati Almalaurea sembrano confermare questo trend: il 5,7% dei laureati di secondo livello ha dichiarato di essere all’estero e di questa fetta, il 40,8% si è trasferito per mancanza di opportunità, mentre il 25,4% perché ha ricevuto un’offerta interessante da aziende estere. Quanto alle ipotesi di rientro, i dati sono allo stesso modo poco rassicuranti: per il 33,2% degli intervistati il rientro in Italia non è una possibilità, almeno per i prossimi cinque anni.

È chiaro che i dati statistici possono presentare limitazioni. Ad esempio, dobbiamo tenere in conto che non tutti i corsi di laurea sono rappresentati ugualmente in tutti gli atenei, che hanno tassi di occupazione diversi e che i valori variano in base a diverse variabili. Tuttavia, in generale, cosa ci dicono i dati delle ultime indagini statistiche sull’occupazione nel nostro Paese?

L’immagine su scala nazionale

Tendenza al miglioramento delle performance occupazionali: questo è il verdetto generale dell’indagine. Nonostante una certa fragilità delle condizioni del mercato del lavoro, negli ultimi 4 anni il tasso occupazionale – definito dal consorzio come il rapporto tra gli occupati e gli intervistati, considerando i primi come tutti coloro i quali dichiarano di svolgere un’attività, anche di formazione, purché retribuita – è aumentato di 6.4 e 4.2 punti per le lauree di primo e secondo livello, rispettivamente.

Un dato che può condizionare i giovani nella scelta del percorso universitario è il fattore retribuzione. In Italia, come si legge nel rapporto, a distanza di 5 anni, i laureati di primo livello percepiscono in media 1.418 euro mensili, mentre i laureati magistrali ne guadagnano, in media, 1.459.

Altro dato interessante riguarda le esperienze di studio all’estero, che si confermano un vero asso nella manica per gli studenti che, infatti, vedono crescere le probabilità di occupazione del 12,7% se hanno maturato una tale esperienza in un programma di scambio Erasmus.

L’emigrazione dal Sud

Prima di analizzare in dettaglio la situazione degli atenei campani, è bene considerare un altro punto caldo sul quale le statistiche di Almalaurea parlano chiaro: la mobilità territoriale. In altre parole, quella migrazione interna che porta sempre più residenti del Sud a trasferirsi al Nord per motivi di studio e/o lavoro. Si potrebbe persino parlare di un progressivo e costante spopolamento delle regioni meridionali, a favore delle settentrionali, che ne acquistano potenzialmente in denaro – come nel caso delle tasse universitarie – e in competenze tecnico-specialistiche – se consideriamo l’aspetto puramente lavorativo.

A questo proposito, a differenza dei laureati del Nord e, anche se in misura minore, del Centro, meno della metà (47,7%) dei laureati residenti al Sud ha studiato e lavora nella propria ripartizione geografica di residenza. Inoltre, il 18,6% dei laureati residenti e laureatisi al Sud trova lavoro al Nord. Come se non bastasse, il 26,4% degli studenti che hanno terminato la scuola secondaria superiore al Sud decide di iscriversi direttamente in un ateneo del Centro o del Nord. È così che il Mezzogiorno si lascia sfuggire più di un quarto dei propri diplomati.

Tuttavia, focalizzando per un attimo l’attenzione sui risultati rilevati in Campania, i laureati che, a cinque anni dalla laurea, sono occupati nelle regioni del Sud rappresentano una discreta percentuale, che va dal 63,2% (Federico II) al 75,6% (Parthenope). Lavorano nel Mezzogiorno poco più della metà degli ex-studenti provenienti da “L’Orientale” (55,4%) e dal Sannio (54,5%).

Gli atenei campani: occupazione 

Tra gli atenei italiani, quelli campani non sono messi poi così male. Anzi, secondo i dati di Almalaurea, i miglioramenti per i laureati campani sono visibili rispetto alle scorse rilevazioni. La Campania ‘garantisce’ una retribuzione tendenzialmente in linea con il profilo nazionale, anche se i valori variano in base all’ateneo.

Prendiamo, ora, in considerazione le medie dei tassi occupazionali dei laureati.  Per i laureati di primo livello – chi, dopo la laurea triennale, non si è iscritto ad un altro corso di studi – che hanno scelto la Parthenope e il Suor Orsola, il tasso di occupazione dopo un anno dal titolo è del 37,2% e del 36% rispettivamente. Prendendo in considerazione, invece, i corsi biennali magistrali, anche l’Orientale offre buone alternative ai propri studenti nel breve periodo (64,2%).

Le distanze tra i tassi occupazionali in Campania e in Italia si accorciano fortemente nel lungo periodo, con l’80,3% della media campana che si oppone all’85,2% nazionale, ma resta il divario rispetto ai residenti al Nord (90,2%). Tuttavia, il gap Sud-Nord si è dimezzato se si confrontano i dati degli stessi intervistati ad un anno dal conseguimento del titolo (2014).

Secondo l’indagine di Almalaurea, a 5 anni dal conseguimento del titolo e sull’intero collettivo di laureati, a condurre la classifica degli atenei campani per tasso di occupazione è la Federico II. Con un valore medio dell’81,8%, che raggiunge l’83% se consideriamo solo i laureati con una biennale magistrale, l’ateneo, tra i più antichi d’Europa e del mondo, è in linea con i valori della media nazionale, che si attesta all’85,2%. Fanalino di coda è la Vanvitelli, il cui tasso occupazionale a 5 anni dal conseguimento del titolo raggiunge soltanto il 77,5%. Altre due università del capoluogo sembrano seguire la scia della Federico II, con un tasso occupazionale dell’81% e dell’80,3% rispettivamente per la Parthenope e per il Suor Orsola Benincasa. I valori sono più bassi per Orientale (77,7%), Università del Sannio (76,1%), e Università di Salerno (77,7%).

Alla ricerca di un lavoro a tempo indeterminato? Secondo le statistiche, conviene iscriversi alla Federico II o all’Università di Salerno, dove gli occupati con contratto a tempo indeterminato rappresentano rispettivamente il 52,8% e il 52,6%. Poco peggio al Suor Orsola (52,3%), mentre troviamo percentuali sotto la metà alla Parthenope (49,5%), a “L’Orientale” (45,8%), alla Vanvitelli (43,4%), mentre il Sannio (42,9%) occupa l’ultima posizione. Tuttavia, su larga scala questo tipo di contratto è presente solo per un quarto tra i lavoratori del Meridione (25,1%). Inoltre, al Sud viene registrata anche una maggiore diffusione del lavoro autonomo che, a cinque anni dalla laurea, coinvolge in media il 21,6% degli occupati.

Gli atenei campani: retribuzione

L’università del Sannio prima in Campania per retribuzione ad un anno dalla laurea, mentre la Federico II batte tutti nel lungo periodo

Per coloro i quali, invece, puntano sulla retribuzione, l’Università del Sannio dà uno schiaffo morale, poiché offre possibilità migliori nel breve periodo. Con una media complessiva di 1.082 euro, infatti, UniSannio si avvicina molto alla media nazionale ad un anno dal conseguimento del titolo. Ad eccezione della Vanvitelli, tutti gli altri atenei campani, invece, registrano una retribuzione media inferiore ai mille euro ad un anno dalla laurea.

Sul lungo periodo, invece, la situazione cambia, perché è la Federico II ad avere il primato nella retribuzione dopo cinque anni, battendo anche la media nazionale con i suoi 1460 euro. In tutti gli altri atenei, la media dopo cinque anni dal conseguimento subisce una lievissima oscillazione che va da 1308 (Vanvitelli) ai 1337 (Sannio) euro mensili. In coda, troviamo “L’Orientale” e il Suor Orsola, con una retribuzione media di 1252 e 1198 euro. Anche concentrandoci sui laureati biennali magistrali la situazione non cambia molto: in testa alla classifica troviamo gli ex-studenti della Federico II, con una retribuzione mensile di 1482 euro, e in coda il Suor Orsola, i cui laureati magistrali biennali percepiscono solo 1090 euro in media.

Laurearsi, dunque, conviene?

In realtà, i dati appena discussi appaiono positivi e relativamente più confortanti se contestualizzati e messi in relazione con quanto rilevato dall’Istat in riferimento al tasso di occupazione in Campania dei giovani tra i 25 e i 34. Ora, se pensiamo che questo valore si attesta soltanto al 40,8% e che in questa fascia d’età, tendenzialmente, è più probabile acquisire un titolo universitario (Almalaurea stima una media di 25,8 anni) possiamo ulteriormente confermare che essere in possesso di una laurea rappresenta concretamente una possibilità in più per i giovani in cerca di un lavoro. Laurearsi in Campania, dunque, conviene. E acquisire un titolo di studio rappresenta ancora una chiave di accesso ‘privilegiata’ per l’entrata nel mondo del lavoro e per mirare ad una buona retribuzione.

Questo discorso può essere esteso anche alla media nazionale, poiché esiste una correlazione indirettamente proporzionale tra tasso di disoccupazione e il titolo di studio conseguito. Gli analisti del consorzio interuniversitario affermano che “all’aumentare del livello del titolo di studio posseduto diminuisce il rischio di restare intrappolati nella disoccupazione, anche perché, generalmente, i laureati sono in grado di reagire meglio ai mutamenti del mercato del lavoro, disponendo di strumenti culturali e professionali più adeguati. Possono quindi contare su maggiori chance occupazionali rispetto ai diplomati di scuola secondaria di secondo grado e a quanti terminano la propria formazione acquisendo solo un titolo di scuola dell’obbligo.”

Curiosità in pillole

Federico II

Gli ex-studenti della Federico II sono quelli che, in media, godono di un maggiore tasso di occupazione dopo 5 anni dalla laurea. Tuttavia, prendendo in considerazione le lauree biennali magistrali, l’occupazione è nettamente minore nelle aree linguistiche (66,7%), geo-biologiche (69,8%), agrario-veterinarie (70,5%) e letterarie (75,5%). Al contrario, all’apice della classifica troviamo gli occupati in difesa e sicurezza (100%), ingegneria (93,6%) e discipline economico-statistiche (87%). Abbastanza ironicamente, però, i più soddisfatti della propria scelta universitaria sono proprio i laureati in materie linguistiche, letterarie e agrario-veterinarie.

L’Orientale

Considerato il più antico centro di sinologia ed orientalistica d’Europa, non è una sorpresa che soltanto il 55,4% dei laureati di questo Istituto abbiano trovato un lavoro al Sud a cinque anni dalla laurea. Al contrario, è indicativo che il 13,3% lavori all’estero. Quanto a soddisfazione, gli ex-studenti de “L’Orientale” presentano un indice di gradimento del 77%; tuttavia, solo il 34,6% degli intervistati ha dichiarato di aver riscontrato un miglioramento nel proprio lavoro grazie alla laurea, mentre meno della metà dei partecipanti (45,4%) considera la propria formazione molto adeguata nel proprio lavoro. Nonostante i valori non troppo alti, tutti i settori disciplinari de “L’Orientale” presentano simili livelli di occupazione a 5 anni dalla laurea, con un minimo del 76,8% (politico-sociali) e un massimo del 78,2% (letterari).

Parthenope

Il 66,7% dei laureati presso questa università, a cinque anni dal conseguimento del titolo, ha notato un miglioramento nel proprio lavoro dovuto alla laurea, di cui il 47,4% parla di miglioramento delle competenze professionali, il 26,3% rispetto alla posizione lavorativa, e il 13,2% di un miglioramento economico. Inoltre, il 55,2% degli occupati ha dichiarato di usare in misura elevata le competenze acquisite durante il percorso di studi.

Vanvitelli

All’Università della Campania, i laureati in discipline giuridiche sono quelli che soffrono il tasso di occupazione più basso (42,5%), dal quale si distaccano poco i geologi e biologi (61,3%). Degli ex-studenti dell’università casertana, il 68,2% ha trovato lavoro nel settore privato, 28,7% nel pubblico e solo il 2,8% nel no-profit. Inoltre, solo il 57,8% degli intervistati della Vanvitelli hanno dichiarato molto adeguata la formazione professionale acquisita all’università.

Suor Orsola Benincasa

In generale, gli studenti campani sono abbastanza contenti delle proprie esperienze universitarie. Ma i laureati più soddisfatti? Senza dubbio, quelli del Suor Orsola Benincasa, con un 82% di positività nei confronti del proprio lavoro e un 78% di occupati che giudica la propria laurea molto efficace. Paradossalmente, più della metà degli occupati (58,6%) con un titolo conseguito presso questa università privata è impiegato nel settore pubblico a cinque anni dalla laurea, mentre il 35,3% lavora nel privato, e il 5,7% nel no-profit.

Sannio

Al contrario, i meno soddisfatti del proprio lavoro sono i laureati dell’Università del Sannio, con un indice di soddisfazione del proprio lavoro del 74%. Solo il 65,1% degli intervistati dell’UniSannio ritiene che la propria laurea sia molto efficace per il lavoro che sta svolgendo, mentre poco più della metà (51,9%) usa in misura elevata le competenze acquisite con la laurea.

Salerno

Infine, l’Università di Salerno, con il suo campus all’americana, presenta buoni livelli di soddisfazione da parte degli ex-studenti, dei quali il 71,7% considera la propria laurea molto efficace per il lavoro che sta svolgendo. I tassi occupazionali sono discreti e decisamente non fra i più bassi tra gli atenei campani. Considerando i laureati biennali magistrali e i settori disciplinari, anche Salerno si allinea con la tendenza nazionale. I percorsi a più alto inserimento lavorativo sono quelli scientifici (93,2%), chimico-farmaceutici (91,7%) e ingegneristici (87,8%), mentre i valori più bassi sono riservati alle discipline linguistiche (72,2%), didattiche (68,3%) e politico-sociali (64,6%).

 

Dati estratti dai rapporti forniti da Almalaurea, nell’ambito della XXI indagine sulla condizione occupazionale dei laureati (2019).

Giovanni Meola premiato dall’Institute of Arts Barcelona

0

Giovanni Meola ha ricevuto lo scorso 7 giugno con l’Honorary Felloship dal prestigioso Institute of Arts Barcelona (IAB), uno dei principali centri di formazione universitaria internazionale nell’ambito delle arti performative.

Al regista, drammaturgo, formatore e ideatore di innovativi progetti teatrali e cinematografici di origini afragolesi va il riconoscimento in quanto figura di rilievo nel teatro indipendente europeo.

L’assegnazione del premio a Giovanni Meola è stata anche l’occasione di ribadire quanto forte sia il legame tra lo IAB e la cultura napoletana.

In occasione della premiazione allo storico Teatro Retiro di Stiges, alla presenza di tutto il corpo docente e studentesco, Meola ha tenuto una masterclass di regia e interpretazione sul monologo di Franca Rame “Lo Stupro”, in occasione dei 90 anni dalla sua nascita.

Oltre Meola, anche il regista e direttore di teatro britannico Andrew McKinnon ha ottenuto lo stesso riconoscimento.

Ads Blocker Image Powered by Code Help Pro

Ads Blocker rilevato!!!

Abbiamo rilevato che stai utilizzando estensioni per bloccare gli annunci. Sostienici disabilitando il blocco degli annunci.

Powered By
100% Free SEO Tools - Tool Kits PRO
error: IL CONTENUTO È PROTETTO