domenica, Dicembre 21, 2025
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15enne ucciso nella rapina al carabiniere, parla il complice: “Volevamo andare a ballare”

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Napoli: ecco il presunto movente della rapina che il ragazzo 15enne, poi ucciso nella sparatoria, ha fatto ai danni di un carabiniere.

Nella zona di Santa Lucia a Napoli, sabato notte è avvenuta una rapina da parte di due ragazzi ai danni di un carabiniere. Uno dei due rapinatori (Ugo Russo di 15 anni) è morto ferito dai colpi di pistola sparati dal carabiniere rapinato (clicca qui per avere maggiori dettagli sull’accaduto e sulla reazione della famiglia del ragazzo).

Gli inquirenti hanno interrogato l’altro rapinatore, un ragazzo di 17 anni, che avrebbe motivato la loro rapina così:

«Non avevamo soldi per andare a ballare, per questo abbiamo deciso di fare la rapina».

Altre dichiarazioni del ragazzo sono però discordanti con quanto afferma il carabiniere:

«Era seduto in macchina, ha fatto finta di togliersi il Rolex e invece ha tirato fuori la pistola e ha sparato. Ugo ha avuto come un rimbalzo, si è girato verso di me e quello gli ha sparato di nuovo. Poi ha sparato anche contro di me, ma sono scappato con il motorino»

Il carabiniere di 23 anni, vittima della rapina, ma ora accusato di omicidio volontario, ha dichiarato:

«Mi dispiace per il ragazzo morto e per il dolore della sua famiglia, ma io ho sparato per difendermi nel rispetto della legge e mi sono qualificato prima di farlo. Sono fiducioso nel lavoro dei magistrati e convinto che otterrò giustizia»

La rapina sarebbe infatti avvenuta anche con le minacce di una pistola, risultata poi finta.

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Svelato il manifesto del Napoli Comicon 2020: la firma è di Bastien Vivès

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Come ogni anno, si è atteso con trepidazione che venisse rivelato il manifesto del Napoli Comicon.

Gli estimatori della fiera – oltre ad essere incuriositi dall’estetica di quella che in effetti è una vera e propria opera d’arte Pop – sanno che il soggetto che avrà il manifesto è spesso molto più importante di quello che potrebbe parere ad un occhio profano.

Il manifesto infatti anticipa le atmosfere del festival del fumetto partenopeo, donando ai visitatori una chiave di lettura riguardo al tema che avrà la fiera in uno specifico anno.

Finalmente il mistero è stato svelato: quest’anno il manifesto porta la firma di Bastien Vivès, che ci regala un’illustrazione dalle tinte tanto pop quanto conturbanti.

Chi è Bastien Vivès?

Bastien Vivès è un fumettista francese.

Giovane e innovativo – è nato nel 1984 – è conosciuto dal grande pubblico grazie ad opere come “Tra due cuori” e “Il gusto del cloro“. Quest’ultimo ottiene nel 2009 il “premio rivelazione” al festival del fumetto di Angouleme; nel 2010 vince ancora il “premio Micheluzzi” per il miglior fumetto straniero.

Raggiunge la massima popolarità grazie ai fumetti “Polina” – che vince il “Grand Prix de la Critique ACBD” assegnato dalla stampa francese e che diventa un film diretto da Angelin Preljokaj prima, poi videogioco ed infine serie tv trasmessa dalla televisione francese ed anche da Netflix – e “Una Sorella” – che, a breve, verrà trasposto anch’esso su pellicola.

Bastien Vivès è insomma un giovane talento pluri-premiato, innovativo e talvolta provocatorio.

Il Manifesto per il Napoli Comicon 2020

Il Manifesto per il Napoli Comicon 2020 è contempo allegro, fosco e conturbante: un uomo gigantesco con indosso quello che pare essere un visore per la realtà aumentata tiene tra le mani due esseri umani nudi novelli Adamo ed Eva che fissano un dio senza sguardo. 

Riguardo la sua opera, Bastien Vivès ha dichiarato:

Volevo ottenere qualcosa di terrificante: la giocosità portata all’estremo, l’esperienza proibita.

L’idea, insomma, che oggi la cultura pop, le serie, i videogiochi hanno vampirizzato diverse generazioni (tra cui la mia).

Viviamo un momento d’oro per l’intrattenimento, un momento scandito da un’eccitazione continua, spinta sempre al massimo.

E mentre pensavo a queste cose, mi è venuto in mente dio, l’uomo, la donna, la natura.

Ho mescolato tutto e ho visto questo: un dio della cultura pop che con un grande sorriso è pronto a vampirizzare due nuovi essere umani e a offrire loro un’altra, intensa esperienza.

XXII Salone Internazionale del Fumetto

Ricordiamo che il Napoli Comicon – delle cui prime anticipazioni abbiamo già diffusamente parlato qui – si svolgerà a Napoli, alla mostra d’Oltremare dal 30 Aprile al 3 Maggio 2020.

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Docenti positive al Coronavirus: scuole chiuse a Torre del Greco e Agropoli

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di Raffaele Accetta-  Sono risultate positive al Coronavirus due docenti campane: un’insegnante di Agropoli (Salerno) e un’insegnante di Torre del Greco (Napoli).  In entrambi i casi i rispettivi sindaci hanno deciso di chiudere le scuole.

Il caso ad Agropoli

La donna, risultata positiva al coronavirus ad Agropoli, è una docente di matematica di 57 anni che insegna al liceo “Alfonso Gatto”.  Si era recata a Parma dai parenti durante le vacanze di carnevale e non era rientrata a scuola nella mattinata di ieri a causa di una febbre improvvisa. Sottoposta al tampone prima all’ospedale di Vallo della Lucania, la positività era stata confermata dal Cotugno di Napoli. Si attendono ora i risultati delle controanalisi disposti dallo Spallanzani di Roma. Stando alla ricostruzione degli spostamenti dell’insegnante, la donna non avrebbe avuto alcun contatto con gli studenti del liceo, ma in attesa di ricostruire con chiarezza i suoi movimenti ed escludere contatti con docenti e allievi il primo cittadino di Agropoli, Adamo Coppola, ha disposto la chiusura del liceo per i giorni di oggi e domani.

Il caso a Torre del Greco

L’insegnante risultata positiva al tampone sul Coronavirus a Torre del Greco insegna invece  all’istituto comprensivo Don Bosco-D’Assisi.  La docente è residente a Striano.  Anche in questo caso, il primo cittadino Giovanni Palomba ha deciso di sospendere le attività didattiche nei due plessi di riferimento. “Si comunica – scrive il sindaco di Torre del Greco sulla sua pagina Facebook – che a scopo precauzionale, a seguito di sospetto caso di Covid-19, l’istituto comprensivo Don Bosco-D’Assisi resterà chiuso dal 3 marzo al 6 marzo 2020”

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Coronavirus, Federico II : arriva la conferma del direttore di dipartimento

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Nel corso della giornata di ieri vi avevamo parlato di professore della facoltà di Architettura della Federico II che, PROBABILMENTE, era risultato positivo al Coronavirus (Qui).

Questa mattina è arrivata la conferma da parte di Michelangelo Russo, Direttore del dipartimento di Architettura: “Per rallentare il rischio dell’infezione da Coronavirus, il direttore di dipartimento ha deciso di rimandare l’inizio dei corsi al 16 marzo. In un momento così difficile vi invitiamo a seguire alcune indicazioni: aprite le finestre per il riciclo dell’aria, effettuate attività di piccoli gruppi di lavoro, tenetevi ad una certa distanza l’uno dall’altro”.

Inoltre è stato confermato che il docente è tenuto sotto osservazione dall’ASL e dal Ministero della Salute, le quali potrebbero decidere nella giornata odierna di chiudere al pubblico la facoltà di Architettura.

SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI 

Napoli: imprenditori donano culle al Monaldi

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La donazione di culle pediatriche al Reparto Uoc Cardiologia e Utic pediatrica dell’Ospedale Monaldi sarà l’evento al centro della conferenza stampa che si terrà alle 11 di questa mattina.

L’iniziativa si terrà presso il Centro studi dell’Ospedale dei Colli Monaldi, via Leonardo Bianchi, Napoli. La donazione è frutto del ricavato delle vendite del Libro “Un Affare di Famiglia – Storie romantiche dei Giovani Imprenditori”, distribuito da Guida Editori, con un supporto di alcuni Club Rotary della Campania.

Il tutto nasce dall’impegno del Gruppo di Lavoro “Business Family”, coordinato dal Vice Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Unione Industriali Napoli, Salvatore Formisano. È stata così realizzata una raccolta di storie di imprese familiari dei giovani imprenditori, con l’obiettivo di recuperare il valore delle aziende, quale patrimonio imprenditoriale ma soprattutto culturale.

Alla presentazione interverranno il Presidente di Unione Industriali Napoli Vito Grassi, il Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori, Vittorio Ciotola, il Rappresentante Rotary Club Francesco Natale, il Direttore Generale Aorn Colli di Napoli Maurizio Di Mauro, il Primario Maria Giovanna Russo e il Cardiologo interventista Giampiero Gaio.

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ULTIM’ORA: altri 6 tamponi POSITIVI in Campania

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La Regione Campania, tramite il proprio profilo Facebook, ha annunciato che altri 6 tamponi sono risultati positivi in Campania, su 80 analizzati.

Il comunicato

“La task force della Protezione civile della Regione Campania comunica che nella giornata di oggi sono stati esaminati in laboratorio, presso il centro di riferimento dell’ospedale Cotugno, 80 tamponi. Ne sono risultati positivi 6, per i quali, come per tutti gli altri finora positivi, si attende la conferma ufficiale da parte dell’Istituto Superiore di Sanità”.

Salma sequestrata a piazza Nazionale: si teme Coronavirus

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Un 47enne napoletano è deceduto questa sera per sospetto Coronavirus nella propria abitazione in piazza Nazionale. Su disposizione dell’autorità giudiziaria e in seguito all’intervento dei carabinieri sul posto, sono stati predisposti accertamenti clinici e sequestro della salma.

L’uomo, infatti, tornato a Napoli il 15 febbraio scorso dopo un breve viaggio a Sharm el-Sheikh, aveva cominciato ad accusare febbre e difficoltà respiratorie pochi giorni dopo il suo rientro. Oltre a mostrare resistenza ai vari antibiotici impiegati per contrastare la sintomatologia che progressivamente si era acuita.

Il 47enne, che soffriva di disturbi respiratori dovuti a una sarcoidosi polmonare, aveva si era posto  in auto-quaratena evitatando nelle ultime settimane contatti con altre persone.

Ha perso conoscenza intorno alle 18 di oggi e l’equipe dell’ambulanza non ha potuto far altro che constatarne il decesso.

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Vesuvio, riapre nel Parco Nazionale il sentiero “Fiume di Lava”

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È stato riaperto al pubblico, questa mattina, il sentiero n°9 denominato “Fiume di Lava” nel Parco Nazionale del Vesuvio, guidato dal Presidente dell’Ente del Parco Nazionale del Vesuvio Agostino Casillo e alla presenza del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Il percorso, confinante con il comune di Ercolano, parte nei pressi dell’Osservatorio Vesuviano e ripercorre la colata lavica dell’eruzione del 1944, l’ultima avvenuta, durante la quale furono emessi 21 milioni di metri cubi di lava, distrutti numerosi centri abitati e le ceneri giunsero fino in Albania. Adatto alle scolaresche, permette di visitare anche il museo annesso alla struttura. Appena imboccato il sentiero si procede verso un bosco di latifoglie e ci si immette in una strettoia con sulle pareti le pomici dell’eruzione del 79 d.C. .

Questa mattina è stato riaperto il sentiero del Fiume di Lava in località Osservatorio, – ha dichiarato il sindaco di Ercolano Ciro Buonaiutoun luogo unico al mondo in cui è possibile vedere i segni dell’attività del Vesuvio. Sono certo che questo luogo diventerà un punto di riferimento per tanti escursionisti e appassionati di passeggiate all’aperto, ma la cosa più bella di questa mattinata sono state le centinaia di bambini che hanno visto un posto a loro completamente sconosciuto e, tra stupore ed entusiasmo, hanno fatto mille domande per saperne di più. In un periodo complicato, un istante di normalità”.

Per l’occasione è intervenuto anche il Ministro Costa, che così si è espresso sull’argomento:

 “Il recupero del Vesuvio dopo il maxi incendio del luglio 2017 passa per un altro anello, un altro tassello: l’apertura, oggi, del nuovo sentiero Fiume di Lava. Sappiamo bene che la zona vesuviana è una zona meravigliosa quanto problematica e per questo è nato il Grande progetto Vesuvio, cioè un piano pluriennale di investimenti e rigenerazione naturalistica del Vesuvio, con il fine di rilanciare l’Area attraverso tutta la comunità, dai comuni all’Ente Parco e al Ministero dell’AmbienteSarà un sentiero che percorrerà la colata lavica del 1944, un percorso naturalisticamente e paesaggisticamente superlativo, inoltre i turisti arriveranno qui, grazie a infrastrutture green, in modo sostenibile. L’importanza della rete sentieristica passa per la riqualificazione, un’operazione fondamentale non solo per il Parco del Vesuvio, ma per tutta l’Italia. La maggior frequenza, il maggior controllo e la maggior attenzione di un’area previene anche l’incuria del territorio, gli incendi e le attività criminali che, come sappiamo molto bene, minano l’ambiente e la salute dei cittadini”.

Di seguito, invece, le dichiarazioni di Agostino Casillo:

 “La realizzazione di questo secondo progetto ad appena tre mesi dall’inaugurazione del sentiero n.7 dimostra che stiamo procedendo spediti verso la realizzazione del Masterplan del Grande Progetto Vesuvio. Quando presentammo alla comunità il Masterplan insieme proprio al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che ringrazio per la sua costante vicinanza e il prezioso supporto, in molti pensavano che sarebbe rimasto su carta, invece oggi mostriamo i risultati di un lungo lavoro”.

“Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato con impegno alla realizzazione di questa importante opera, che si inserisce in una strategia complessiva di rilancio dell’area protetta e che mette al centro la tutela del nostro patrimonio di diversità, coniugandola con uno sviluppo sostenibile delle comunità locali”, conclude poi Casillo.

 

 

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#BussoLaLettura // “La Scrittura Uccide” , la recensione

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Per la rubrica #BussoLaLettura, ecco la recensione di “La Scrittura Uccide” (2019), scritto da Carboneria Letteraria, edito da Homo Scrivens.

LEGGERE FA BENE? DATE UN PO’ UN’OCCHIATA QUI…

Una bella scrittura, una brutta scrittura, una scrittura sdolcinata, una scrittura sgrammaticata… Molti aggettivi per un insieme di parole che chiamiamo scrittura. Ma di scrittura si può anche morire. Spesso diciamo che le parole possono offendere, fare male, ma chi può pensare che le parole possano uccidere per davvero? Parole scritte su un vaso antico, o nel Libro che ogni editore sogna di trovare, i segni di un tatuaggio, un messaggio in bottiglia, un’insegna al neon, i moduli della burocrazia… Qui scoprirete che perfino una lettera a Babbo Natale può non essere innocente come si crede. E niente sarà più come prima, per voi che amate le parole.

“La Scrittura Uccide” (2019)

La scrittura uccide – Carboneria letterariaIntrigante, agghiacciante. Sorprendente, coinvolgente. Malinconico, ironico. Tutto questo in un solo libro. Ma questo non è il ‘solito libro’, lo capiamo fin dalla sinossi. Fin dall’introduzione in La Curatrice, delle curatrici, appunto, Chiara Bertazzoni e Ramona Corrado. E dallo stesso titolo, in realtà.

Singolare per configurazione e stesura, questo libro, edito da Homo Scrivens per la collana Polimeri, è un insieme di storie, legate dallo stesso fil rouge, ma raccontate attraverso modalità e prospettive differenti dagli autori dello storico collettivo “Carboneria Letteraria”. Se è universalmente riconosciuto che le parole possono essere più affilate dei coltelli, “La Scrittura Uccide” va oltre, e ci mostra il carattere letale della scrittura.

Rubando e adattando le parole di Oscar Wilde, si può dire che la scrittura, proprio come l’uomo, «contiene in sé il cielo e l’inferno.» Essa libera, purifica, confessa, crea, distrugge, uccide. Ma, in che modo? È proprio questo l’interrogativo di fondo in tutte le storie raccolte in “La Scrittura Uccide”. O meglio, la domanda che attanaglia il lettore, avido di parole, desideroso di scoprire il modo in cui la scrittura sarà ancora una volta la vera protagonista.

La scrittura stessa si manifesta nelle sue forme più diverse che si susseguono in questa ‘collezione di storie’. Nonostante ogni episodio mantenga il proprio carattere di unicità, tutte le storie nascondono un intreccio più complesso, un enigma, un dark side. “Il lato oscuro della scrittura”.

Di cosa si tratta, quindi? Brevi storie thriller con le ambientazioni e le trame più insospettabili? Gialli? Confessioni di menti pericolose? Corrispondenza epistolare? Cronache di un delitto? Manifestazioni di perversa catarsi? La verità è che “La Scrittura Uccide” è tutto questo. E molto altro ancora.

La scrittura geniale

La lettura è leggera e piacevole, lo stile fluido e scorrevole, la narrazione coinvolgente stuzzica l’interesse del lettore costantemente. L’intelligenza de “La Scrittura Uccide” sta nell’accostamento di stili e generi diversi. Le storie dei ‘carbonari letterari’ sono le più disparate, suscitano emozioni diverse, affrontano tematiche e argomenti differenti. In alcuni casi, la storia viene de-costruita, smontata, così il compito del lettore è quello di (ri)costruirla a partire da input di varia natura, che siano lettere arrivate alla redazione di un giornale, petizioni comunali, o un manuale. Non un finale aperto, ma una “storia aperta”.

Si ricorre a stratagemmi letterari, ma anche a situazioni verosimili, al punto da suscitare una certa inquietudine ad una riflessione più attenta, una trepidazione latente. Ma l’interesse verso l’intrigo da ‘thriller’ si unisce ad una sorta di sperimentazione letteraria. Singolare, quindi, per la sua configurazione.

Tanti personaggi per tante storie (pericolo spoiler!)

I personaggi, le cui storie si intrecciano attraverso il filo conduttore della scrittura, sono accattivanti, complessi, sfaccettati, non scontati. Alla domanda “chi è colpevole e chi è innocente?”, ci ritroviamo a riflettere e pensiamo che, in fondo, si può essere anche un po’ vittime e un po’ carnefici. Non sempre esiste una sola interpretazione.

Per la lucida freddezza di alcuni personaggi nel raccontare e nel raccontarsi, la narrazione è a tratti agghiacciante, irreale. Stai mansueto è geniale nella sua razionale follia: un testo che mantiene letteralmente all’amo fino all’ultima pagina.

Spesso si racconta del passato per liberarsi nel presente. Già la prima storia ci regala un assaggio di un’apparente normalità, una ‘calma apparente’, nella quale irrompe la disgrazia, il dramma. Tutto è narrato come se si trattasse della cosa più normale del mondo. Tuttavia, con uno stile fin troppo coerente, cosciente e consapevole.

Poi l’espressione sarcastica della narrazione di Come se fosse importante cattura il lettore, il quale finisce per chiedersi come sia possibile empatizzare con chi potrebbe essere colpevole. Oppure no? E la finzione che è specchio della realtà, legata ad essa attraverso il filo della morte, la scrittura. Ma anche la giustizia sociale, messa in discussione in La correzione. Mentre Aurelio Hora et sempre è uno stratagemma ideale per unire paradossi, scrittura, editoria e una vena di macabra follia che – a questo punto lo sappiamo, ce lo aspettiamo – accompagna il lettore in questo viaggio tra le pagine di morte.

Persino una lettera giunta alla redazione di un giornale può nascondere un mistero. E, perché no, una lettera a Babbo Natale. Queste e tante altre storie ancora compongono questa brillante pubblicazione.

Lo scopriremo solo leggendo

Trattandosi di una raccolta di storie, relativamente brevi, è possibile apprezzarle singolarmente. Una volta iniziata la lettura, si ha voglia – quasi la necessità – di passare subito alla successiva. Insomma, queste storie sono un po’ come le ciliegie: una tira l’altra. Ad ogni nuova storia non si sa bene cosa aspettarsi, se non che la scrittura sarà la vera protagonista. Strumento mortifero o liberatorio, veicolo di morte o di giustizia sociale? Oppure di entrambe? Lo scopriremo solo leggendo.

Anche se, meglio essere avvisati, dopo aver letto questo libro, non sarete più in grado di guardare nemmeno l’insegna del bar sotto casa allo stesso modo. Chi può sapere cosa nasconde? 

Quindi non ci resta che lasciarvi con questo consiglio, che suona un po’ come un avvertimento, ripreso da una sorta di particolarissimo ‘avis au lecteur’ scritto da Alessandro Morbidelli, nell’intervento conclusivo intitolato Il lato oscuro della scrittura:

«Quando leggete, leggete con cautela!»

Consigliato?

Assolutamente sì.

La Scrittura Uccide”, a cura di Chiara Bertazzoni e Ramona Corrado, è stato pubblicato nel 2019 dalla casa editrice Homo Scrivens.

Casa editrice: Homo Scrivens

Collana: Polimeri

Copertina (flessibile): 210 pagine

ISBN: 978-8832781052

Prezzo: 16,00 euro

 Gli autori

Carboneria Letteraria è uno storico collettivo di scrittura, un «laboratorio creativo di autori», come si definiscono gli stessi, nato nel 2003 su iniziativa di Paolo Agaraff. Il collettivo, dal nome tanto ingegnoso quanto evocativo, raccoglie un gruppo di autori «che si collocano tra il mondo del gioco e quello letterario.» Per Homo Scrivens, Carboneria Letteraria ha pubblicato Maiden Voyage (2014), un romanzo di fantascienza, e Alla Periferia della Galassia Stanca (2017), un’antologia.

Gli autori: Paolo Agaraff, Chiara Bertazzoni, Angelo Canaletti, Alessandro Cartoni, Alberto Cola, Ramona Corrado, Pelagio D’Afro, Arturo Fabra, Gabriele Falcioni, Arne Foombaan, Francesca Garello, Biancastella Lodi, Antonio Maddamma, Manuela Maggi, Alessandro Morbidelli, Stefano Rossini, Luigina Sgarro, Lorenzo Trenti.

* Citazione originale: «Each of us has heaven and hell in him, Basil.» Dorian Gray, “The Picture of Dorian Gray”, Oscar Wilde (1890).

Non perderti le altre recensioni della nostra rubrica e il nostro format dedicato alla letteratura made in Campania #BussoLaLettura in onda ogni giovedì alle 16:30 sulla pagina FB: La Bussola TV

Devastazione al Vecchio Pellegrini: donna vittima di violenze morta nel silenzio

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Nella notte di sabato, nello stesso ospedale,  quando c’è stata la devastazione al Vecchio Pellegrini in seguito alla notizia della morte di Ugo Russo (il quindicenne morto in seguito a una tentata rapina a un Carabiniere a via Orsini, è morta una 39enne ricoverata nei giorni scorsi in seguito a violenze e percosse da parte di un familiare.

La donna, di origine ucraina, aveva subito lo spappolamento di fegato e milza.

Il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli ha denunciato l’accaduto così commentando:

“E’ incredibile come l’attenzione in questi giorni si sia concretata solo sulla morte di Ugo Russo, che era sì un ragazzo giovane ma è stato protagonista di un’attività criminale, uno che ha tentato una rapina. Invece una donna vittima di violenze è morta nel silenzio, nell’indifferenza generale. I parenti di questa donna, che la notte di sabato 29 febbraio si trovavano in ospedale, sono stati spintonati dai familiari e amici di Russo, si sono ritrovati nel caos causato da chi ha preferito aggredire i medici piuttosto che fare un mea culpa sulla tragica fine del ragazzo. Si tende a dare spazio e solidarietà sempre più spesso ai carnefici e sempre meno alle vittime”
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