domenica, Agosto 3, 2025
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Napoli: ancora un atto vandalico contro un bus dell’ANM

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Napoli: ieri sera intorno alle ore 21:00, nei pressi di via Galileo Ferraris, una baby gang ha commesso l’ennesimo atto di vandalismo ai danni del bus 196, che collega il parcheggio Brin con il rione Incis di Ponticelli.

Nello specifico, mentre il pullman dell’ANM (Azienda Napoletana Mobilità) percorreva via Galileo Ferraris, un gruppo di ragazzi ha commesso un atto vandalico, brandendo i martelletti frangi vetro. I ragazzi hanno iniziato a colpire la botola di emergenza del bus, posta nella parte alta del bus, mandandola in frantumi.

All’interno del pullman vi erano circa 30 passeggeri, impauriti per la scena a cui hanno assistito, ma illesi. Appena il conducente ha sentito i colpi, infatti, ha fermato la corsa accostandosi al marciapiede.

È stato in quel momento che il gruppetto di vandali ha potuto forzare le porte e scappare. Il funzionario dell’ANM ha così potuto solo informare l’azienda dell’accaduto, aspettare le forze dell’ordine per i rilievi e riportare il bus 196 al deposito di via delle Puglie per essere sottoposto a manutenzione.

Ecco le dichiarazioni di ieri di Adolfo Vallini, esecutivo provinciale USB (Unione Sindacale di Base) e rappresentante dei lavori per la sicurezza dell’ANM:

«Bisogna investire di più in sicurezza. Lo Stato deve fare la sua parte ma l’ANM deve immediatamente ripristinate le risorse economiche che sono state tagliate a seguito del concordato preventivo, e soprattutto implementarle. Le spese vanno fatte per garantire la giusta sicurezza  a bordo dei mezzi pubblici e nelle stazioni. Il personale dell’ANM potrebbe essere riqualificato per attività di controllo a bordo delle vetture, traendone l’azienda un duplice beneficio: di contrasto all’evasione dei titoli di viaggio e da deterrente ai comportamenti incivili».

L’ANM ha dunque bisogno di fondi, per aumentare i controlli ed evitare di subire l’ennesimo atto vandalico, ma anche per garantire le corse dei pullman ai cittadini.

Ennesimo atto vandalico ai danni dell’ANM

Purtroppo l’episodio di ieri sera per l’ANM non è una novità. Infatti, oltre azioni di vandalismo più recenti ai danni dei mezzi pubblici, qualche anno fa erano ricorrenti anche quelle contro le pensiline dei pullman.

Il 7 settembre 2015, Alberto Ramaglia, ex amministratore unico dell’ANM, si appellò al senso civico dei napoletani e a chi dovesse essere testimone degli atti criminosi, affinché non avessero timore nel denunciare o fare segnalazioni alle forze dell’ordine.

Dopo anni di distanza, il problema però sussiste e sembra che guidare un pullman sia diventato un mestiere rischioso, soprattutto in certe zone di Napoli e in certi orari.

Due anni fa, quando annunciò la sua uscita dall’ANM, Ramaglia inoltre dichiarò:

«Sono amareggiato, profondamente dispiaciuto, mortificato dalle lettere degli utenti che ogni giorno segnalano disservizi, che io non sono in grado di risolvere. Il Comune, la Regione e i sindacati dovrebbero dialogare di più. Non ho presentato la domanda per il secondo mandato in Anm perché non ci sono le condizioni per risanare l’azienda. Vado via».

Sono passati intanto due anni, ma queste dichiarazioni sembrano ancora molto attuali.

C’è ancora speranza per risanare l’ANM?

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La leggenda dei maccheroni napoletani e del mago che li creò

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I maccheroni al sugo sono una delle ricette napoletane più note nel mondo. La loro deliziosa semplicità ha reso il loro sapore quasi leggendario, tanto che a Napoli si dice che siano stati creati con un incantesimo.

Il mago Chico

Durante il regno di Federico II, si dice che in via dei Cotillari, nel sedile di Portanuova, vi fosse una palazzina stretta e lunga i cui abitanti erano gente assai malfamata. Al primo piano abitava uno strozzino; al secondo piano una prostituta; al terzo, invece, una coppia di imbroglioni. Ma l’inquilino che più spaventava il vicinato era quello del quarto piano: un uomo con una lunga barba lunga che passava ore davanti ad un pentolone.

L’uomo si chiamava Chico e si diceva che fosse un mago. Passava il giorno rinchiuso in casa, facendo strani esperimenti davanti al fuoco con la sola compagnia del suo aiutante. Le poche volte che lo si vedeva mettere il naso fuori dalla porta era coperto di una misteriosa polvere bianca che faceva tossire chiunque gli passasse accanto.

Le vicine di casa del mago Chico cercarono in tutti i modi di capire da dove venisse e cosa facesse in casa tutto quel tempo, ma senza successo. Alcuni dicevano venisse dalla Sicilia, altri dall’oriente, ma nessuno svelò mai il mistero delle sue origini.

Chico si staccava dal fuoco e dai suoi libri solo per andare a comprare delle erbe per i suoi incantesimi: timo, maggiorana, prezzemolo, basilico e pomodori erano quelle che acquistava più di frequente.

Le voci sul suo conto si moltiplicarono nel corso degli anni: davanti al camino parlava forse col Diavolo? Era lui che uccideva gli orfani che di tanto in tanto sparivano dal quartiere per realizzare i suoi malefici? Nessuno scoprì nulla e la figura del mago divenne nell’immaginario del quartiere sempre più losca ed inquietante.

La ricerca del piatto perfetto

Ma Chico non era un mago e nemmeno un alchimista. Era invece un inventore e in passato era stato un uomo molto fortunato. Ricco grazie alle sue invenzioni, affabile e di bell’aspetto era stato baciato dalla fortuna, amato dalle donne e circondato da amici.

Ma la fortuna ad un certo punto gli voltò le spalle. La malasorte fece sì che perdesse tutto il suo denaro e i suoi palazzi. Ormai in età avanzata, smarrita anche la passata bellezza, Chico si ritrovò solo. Andò a vivere così nell’unico appartamento che potesse permettersi, quello al quarto piano della palazzina malfamata di via dei Cotillari, con le porte basse e i vetri piombati.

Decise di dedicare i suoi ultimi anni ad una nuova ricerca: voleva inventare e realizzare il piatto perfetto. Così lavorava e lavorava davanti al fuoco, con il grano, le erbe e le spezie, cercando di creare la ricetta perfetta.

Jovannella e l’assaggio del Re

Una delle vicine di casa di Chico si chiamava Giovannella Di Canzio, detta Jovanella. Era forse la più determinata a scoprire i segreti dell’uomo: la curiosità la divorava. Passava così le giornate cercando di spiare il presunto mago dalle finestre, nonostante questi le sbarrasse.

Tenta e ritenta, rischiando più volte di essere scoperta e di incorrere nell’ira di Chico, alla fine Jovannella capì che cosa l’uomo stava cercando di fare e carpì la ricetta del piatto perfetto.

La donna chiamò il marito Giacomo, che lavorava come sguattero nelle cucine del Re Federico II, e gli disse di dire al cuoco reale che lei conosceva una ricetta divina,una pietanza di così nuova e tanto squisita fattura da meritare l’assaggio del Re“.

Giacomo fece quanto lei gli aveva detto di fare. Il cuoco parlò dunque di Jovannella e della sua ricetta a un maggiordomo, il quale ne parlò con un conte, il quale a sua volta riferì finalmente al Re. Federico II, incuriosito da tutta la vicenda, chiamò Jovanella affinché gli preparasse questa millantata delizia.

I maccheroni angelici

La donna si recò in fretta e furia al palazzo reale ed iniziò a cucinare. Mischiò farina, uova ed acqua, aggiungendo un pizzico di sale; impastò ed impastò e rese la pasta tanto sottile da sembrare poco più spessa d’una tela. Prese un coltello e la tagliò, modellandola poi in piccoli cannelli che mise al sole ad asciugare. Nel frattempo, mise in un tegame lo strutto e la cipolla tagliata nella maniera più sottile possibile e, quando questa fu soffritta, aggiunse della carne. Una volta cotta la carne nel tegame versò anche il succo di pomodoro, che aveva spremuto con uno straccio, e fece cuocere tutto a fuoco lento.  Dopo qualche ora, prese una pentola e vi fece bollire dell’acqua, versandovi poi la pasta che aveva preparato. Scolò infine la pasta separandola dall’acqua, e la mischiò con il sugo e del formaggio, da lei appena grattugiato, di Parma.

Jovannella fece dunque assaggiare il piatto prelibato che Chico aveva creato a Federico II. Il Re fu piacevolmente sorpreso da quel nuovo sapore e chiese alla donna cosa l’avesse ispirata e come avesse fatto a creare quel piatto tanto buono. Jovannella mentì, raccontando d’aver visto quei maccheroni per la prima volta in sogno: nella visione un angelo le avrebbe suggerito ingredienti e cottura. Lei era solo l’esecutrice di quella celestiale ricetta.

La ricetta dei “maccheroni angelici” divenne popolarissima. Jovannella raccolse la fortuna che sarebbe dovuta spettare a Chico e, cucinandoli, divenne ricca, amata e famosa. Tutta Napoli parlava della sua ricetta celestiale, tutti la conoscevano e disquisivano riguardo il suo sapore; tutti tranne Chico, che rimaneva confinato nel suo appartamento e che continuava a cercare di perfezionare la sua ricetta.

La fuga di Chico e la morte di Jovannella

L’ignaro Chico stava un giorno facendosi i fatti propri quando sentì un profumo levarsi da una delle case delle vicine. Incuriosito, s’avvicinò e chiese cosa stesse bollendo in pentola. La vicina gli raccontò così che stava provando a cucinare i maccheroni angelici di Jovannella, che oramai erano noti in tutta la città.

Chico capì subito che si trattava della sua ricetta. Sentendosi derubato, deluso prese le proprie cose e se ne andò via da Napoli in una notte. La gente mormorava che il Diavolo alla fine se lo fosse portato via con sé negli inferi.

Jovannella ebbe una vita lunga e felice. In punto di morte rivelò infine il suo grande segreto, raccontando a tutti d’aver rubato la ricetta al povero mago Chico. Morì tra urla strazianti, dannata. In molti credettero che fosse stato Chico a maledirla; in ogni caso, di lui nessuno a Napoli seppe più nulla.

La vera storia dei maccheroni

Ma quanto c’è di vero in questa leggenda? Non sappiamo se sia davvero esistito il povero Chico. Sappiamo però che con molta probabilità la ricetta per creare la pasta venga da Palermo – ed ecco perché una delle papabili origini del mago della nostra storia era la Sicilia.

Nonostante l’origine fosse siciliana, la ricetta trovò fortuna e diffusione a Napoli. Nella città partenopea i maccheroni trovarono il loro condimento e guadagnarono tanta popolarità da diventare simbolo della città. 

Il significato dei maccheroni

Non sappiamo invece precisamente da cosa derivi la parola “maccheroni”, anche se, nel corso del tempo, sono state avanzate diverse ipotesi.

La parola greca μακαρώνεια (makaronia) significa “canto funebre“. Il termine maccherone sarebbe dunque diventato sinonimo di “pasto funebre” prima, da servire cioè ai funerali, e poi di “pasto da servire“. Secondo alcuni studiosi, invece, “maccheroni” deriverebbe sempre dal termine greco da μαχαρία (macharía), “zuppa d’orzo”. Nel greco moderno il termine μάκαρ (mákar) significa “beato”.

Un’altra interpretazione è invece che il nome dei maccheroni derivi da “macco“. Il macco di fave è un piatto tipico siciliano di legumi schiacciati, “am-maccati”.

La magia della tavola

Ad ogni modo, qualsiasi cosa significhi il loro nome e da qualsiasi lingua derivi, sia che il povero Chico e la ladra Jovannella siano esistiti sia che invece siano frutto della fantasia, i maccheroni, nonostante le loro probabili origini Siciliane, sono uno dei piatti più tipici e più amati di Napoli e della Campania.

Non ci resta dunque che prepararne una porzione abbondante seguendo la ricetta della leggenda e della tradizione.

E forse possiamo anche dire che sia davvero un pasto magico, e che cucinarli sia davvero parte di un incantesimo: non è infatti una sorta di stregoneria quella di riuscire a riunirci insieme intorno ad una tavola, in famiglia o tra amici, per mangiarli insieme?

Riuscire a conservare questa convivialità, nonostante il mondo in cui ci è toccato vivere, non è in fondo magia?

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Regionali 2020: I preparativi per l’asse M5s-DeMa-SI in funzione anti De Luca

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Sarebbe d’accordo Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, a seguire De Magistris qualora fosse lui il candidato alla presidenza in una coalizione DeMa – M5S che abbia l’obiettivo di bloccare De Luca. 

Con l’apertura alle alleanze con le liste civiche, il M5s diventa quindi uno dei più ambiti partiti con cui stringere un’alleanza, nonché punto nevralgico dell’equilibrio di governo: Un accordo con Sinistra Italiana potrebbe infatti creare una crisi a livello nazionale tra Lega e M5s, le quali già vivono un periodo alquanto burrascoso.

Rotto il patto con Articolo 1 dopo la bastonata alle europee, Fratoianni aspetta impaziente l’ufficialità della discesa in campo di De Magistris per provare a ritornare in primo piano sulla scena politica.

Napoli: 24enne in scooter si schianta contro un cassonetto

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di Filomena Cristiano – Questa notte a Napoli un 24enne alla guida di uno scooter Yamaha Xenter 125 si è schiantato contro un cassonetto in Corso Amedeo di Savoia. Il giovane è morto sul colpo, mentre l’altra passeggera, sua coetanea, è stata ricoverata all’ospedale Cardarelli in prognosi riservata, ma il pericolo di vita sembra essere scongiurato. La ragazza in questione è Marta Capatortora, figlia dell’attrice Loredana Simioli, scomparsa lo scorso giugno.

La polizia municipale è a lavoro per ricostruire la dinamica dell’incidente che ha provocato l’ennesima morte su strada.

Ariano Irpino: detenuto 24enne si dà fuoco

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Un detenuto nel carcere di Ariano Irpino (Provincia di Avellino) si è dato fuoco all’interno della sua cella nel pomeriggio di ieri. Si tratta di un giovane napoletano di 24 anni che ha riportato gravi ustioni. Gli agenti in servizio hanno soccorso il giovane e lo hanno trasportato presso l’ospedale del posto dove ci sono stati, a quanto risulta, momenti di tensione con i familiari venuti da Napoli. Oltre agli agenti penitenziari è intervenuta sul posto una Volante della Polizia di Stato. Per le gravi ferite riportate è stato trasferito in eliambulanza al Centro Grandi Ustioni dell’ospedale “Cardarelli” di Napoli. Ivi sono state riscontrate ustioni di terzo e quarto grado alla testa, nuca, spalle e arti superiori. Il fuoco ha provocato ingenti danni anche all’interno della cella che ospitava il detenuto.

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Il Monaciello si fa fumetto in “Guardiani Italiani”

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Il celebre spiritello napoletano “Monaciello” rappresenterà la Campania nella raccolta sui supereroi italiani. Insieme a lui ci sarà un altro supereroe, il cui aspetto non è stato però ancora svelato: Vesuvius.

Guardiani Italiani

Guardiani Italiani è un progetto dell’autore Fabrizio de Fabritiis. Edoardo Mello, già illustratore Marvel, darà volto a questi supereroi italici tramite le sue illustrazioni, poi colorate da Angelo Iozza. Il progetto darà seguito alle avventure ambientate nell’universo di Capitan Nova (in origine Capitan Novara) pubblicato da Emmetre edizioni.

In questa fase iniziale i nomi ed i volti dei supereroi vengono progressivamente annunciati sui canali social legati al progetto. Proprio in questi giorni, è stato annunciato il primo dei supereroi campani: il Monaciello.

Il Monaciello

Sulle pagine facebook ed instagram di Guardiani Italiani è possibile leggere la storia del Monaciello secondo la penna e le matite degli autori e disegnatori:

Nonna Fortuna ricordava sempre con nostalgia la sua infanzia nel cuore di Napoli e raccontava al nipote Nino diverse storie, fra cui quella del Monaciello (‘O Munaciello, com’è chiamato dai napoletani), dalla quale Nino era particolarmente attratto. Nel 1933 la piccola Fortunata Carretta, una bimba di otto anni affettuosamente chiamata “Fortuna”, viveva a Spaccanapoli, una delle strade più suggestive e caratteristiche della città partenopea. Una notte, sentì dei rumori provenire dalla cucina e scese dal letto per raggiungerla. Quello che vide la terrificò al punto da non riuscire neppure a gridare: una figura china e coperta da un logoro saio da monaco la stava fissando da oltre il tavolo e le parlò come fosse in un sogno. ‘O Munaciello le disse che aveva scelto la sua casa come riparo, che durante il giorno si sarebbe rifugiato in soffitta e che per nessun motivo avrebbe mai dovuto rivelare a nessuno di averlo visto. Per ricambiarla del suo silenzio, ogni sera, prima di uscire nel cuore della notte, le avrebbe lasciato in dono delle monete e così fece. Il Monacello una sera le raccontò la sua storia. Era stato abbandonato in un convento di suore per via della sua deformità e, per nasconderla, queste lo vestivano con un saio da monaco. Egli suscitava disgusto nelle persone che lo insultavano e scacciavano pensando portasse sfortuna, al punto tale da essere assassinato per via del suo aspetto. Così giurò vendetta contro tutta la città e ogni notte il suo spirito creava disordini e sciagure contro chi gli capitava a tiro.
Fortuna, pur comprendendolo, non approvava il suo comportamento e un giorno, mentre il Monacello non c’era, prese il suo saio e gli cucí il “curniciello“, grazie al cui influsso benefico lo spirito avrebbe compiuto solo buone azioni, diventando il Guardiano di Napoli!

Gli altri supereroi

A quanto pare, questo Monaciello dalla veste grafica tanto accattivante sarà accompagnato da un supereroe molto diverso, Vesuvius, sul cui aspetto però non è ancora trapelato nulla.

Non saranno ovviamente i soli ad arricchire il pantheon del mondo i Capitan Novara. Ogni regione avrà il suo supereroe:

  • COMANDANTE ITALIA
  • FIAMMA D’ACCIAIO
  • Valle d’Aosta:
    – LEONE D’ARGENTO
  • Piemonte:
    – DOTTOR TORINO
    – CAPITAN NOVA
    – CROCE BIANCA
    – ARONAUTA
    VCO FORCE:
    – VERBANIUM
    – CUSIO WOMAN
    – OSSOLOM
  • Lombardia, Milano:
    – MILANOMAN
  • Liguria, Genova:
    – LA LANTERNA
  • Trentino-Alto Adige:
    – WILDER MANN
  • Friuli-Venezia Giulia:
    – SBILFS SQUAD
    – BORA
  • Veneto, Venezia:
    – LADY VENEZIA
    – VENICE MASK
  • Emilia Romagna, Bologna:
    – IL TRIDENTE
  • Toscana:
    – CAPITAN LUCCA
    – DANTE
    – EXCALIBUR GHOST
  • Umbria, Perugia:
    – GRIFONE
  • Marche:
    – PICCHIO VERDE
  • Lazio, Roma:
    – PRETORIAN
    – WONDER ROMA
  • Abruzzo:
    SCUDO D’ABRUZZO:
    – L’AQUILA
    – MAJA
    – CAPITAN PESCARA
  • Molise:
    – DEVILBOY
  • Campania
    – ‘O MUNACIELLO
    – VESUVIUS
  • Puglia:
    – IRON 8
  • Basilicata:
    – CAVALIERE OMEGA
  • Calabria
    – TRAKU
  • Sicilia
    – PALADINO ARDENTE
  • Sardegna
    – NUR
  • Mar Mediterraneo
    – TRITONE
  • Repubblica di San Marino:
    – TITANO

L’italia a fumetti

Se siete incuriositi da questo progetto, a questo indirizzo è possibile leggerne gratuitamente il primo capitolo. Per il resto delle avventure di questa italia a fumetti sarà necessario attendere: a Settembre sarà infatti lanciata una campagna di crowdfunding e, se questa avrà successo, nei primi mesi del 2020 vedranno la luce i primi albi cartacei.

Non ci resta dunque che aspettare di poter leggere le imprese del Monaciello e degli altri supereroi di questo nuovo universo che si prospettano essere, nella loro diversità, davvero interessanti.

Scuola: al via l’immissione in ruolo per i docenti

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Pubblicato il decreto ministeriale che autorizza l’immissione in ruolo del personale docente a scuola per l’a.s. 2019/2020

È del 31 luglio scorso la pubblicazione del Decreto Ministeriale che autorizza l’immissione in ruolo del personale docente per l’anno scolastico 2019/2020, con un contingente totale pari a 53.627 unità, distribuite su scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e di secondo grado. Di queste, 2.904 sono previste per la regione Campania, come viene reso noto dagli allegati al decreto forniti dal Ministero dell’Istruzione.

Insieme al decreto, il MIUR ha pubblicato anche le istruzioni operative relative alla procedura di assunzione, insieme alle tabelle che indicano la categorizzazione dei posti disponibili, suddivisi per regione, ma anche per classe di concorso, tipologia e provincia.

In Campania

In Campania le assunzioni a tempo indeterminato saranno 2.904 e le graduatorie e le convocazioni sono state già pubblicate dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania. Ciò significa che a partire da settembre 2019, 2.904 docenti potranno salire in cattedra con un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Le operazioni di immissione in ruolo per l’anno scolastico 2019/2020 dalle graduatorie di merito dei concorsi 2016 e 2018 sono iniziate ieri 2 agosto per alcune classi di concorso e continueranno lunedì 5 agosto. Qui è possibile consultare il documento pubblicato dall’Ufficio Scolastico Regionale inerente ai dettagli delle convocazioni. In aggiunta, come su scala nazionale, sono state pubblicate dallo stesso ufficio anche le disponibilità regionali per ordine di scuola, provincia, tipologia.

Tutti i documenti sono consultabili e scaricabili sul sito dell’Ufficio Scolastico per la Campania. Vi consigliamo di tenere sott’occhio e monitorare costantemente, dunque, questo sito, per essere sempre aggiornati sulle ultime novità e sulle convocazioni.

Le procedure

Come viene reso noto dalle istruzioni operative pubblicate dal Ministero, per l’assunzione dei docenti si dovrà attingere personale per un cinquanta percento dalle graduatorie ad esaurimento e per il restante cinquanta percento dalle graduatorie di merito inerenti alle procedure concorsuali attualmente vigenti, ovvero afferenti ai concorsi del 2016, del 2018 e a quello straordinario per la primaria e per l’infanzia. Nell’eventualità dell’impossibilità di assegnazione alle GAE, causa esaurimento delle stesse, i posti si aggiungeranno a quelli messi a disposizione per i concorsi. Per quanto riguarda i concorsi, priorità verrà data alle graduatorie del 2016, mentre i posti residui per esaurimento delle stesse saranno assegnati ai docenti in graduatoria per i concorsi successivi, seguendo un ordine cronologico.

Scuola e tagli

Secondo i sindacati, questa notizia ha del dolceamaro, poiché arriva in seguito alla decisione, da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di autorizzare il taglio di 5.000 unità rispetto ai 58.627 posti precedentemente annunciati dal Ministero dell’Istruzione. Questi provvedimenti, ancora piuttosto insoddisfacenti per rispondere ai bisogni concreti delle scuole, sono contestati dalle organizzazioni sindacali. In particolare, la FLC CGIL ha evidenziato come questa modalità di assunzione dei docenti desti interrogativi, risultando ancora insufficiente per colmare le necessità delle scuole che, a settembre, potrebbero trovarsi ancora a dover fare i conti con la mancanza del personale docente.

Il motivo della riduzione del contingente autorizzato risiederebbe nel calo demografico riscontrato nei diversi ordini scolastici, nonché nell’attenta valutazione della disponibilità dei posti di diritto al termine della mobilità dei docenti e nell’effettiva capacità delle graduatorie ad esaurimento e di quelle di merito concorsuali. A questo proposito, la CGIL sottolinea che “il problema della decrescita demografica è un problema che interessa l’intero Paese e del quale non può farsi carico la sola Scuola”.

Personale ATA

Per il momento le assunzioni riguardano esclusivamente il personale docente, ma le assegnazioni per la stabilizzazione del personale ATA (8.408 posti), anch’esse attese ma subordinate all’autorizzazione del contingente da parte del MEF, potrebbero arrivare nel breve periodo.

 

Settembre surrealista: per la prima volta arriva Mirò a Napoli

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Dalla Spagna, passando per il Portogallo, Joan Mirò arriva a Napoli. E con ben 80 opere, che saranno in mostra al Pan dal 25 settembre 2019 al 23 febbraio 2020 con l’esposizione “Joan Mirò. Il linguaggio dei segni”. 

La mostra di Mirò a Napoli

Ancora una volta, le sale del PAN si arricchiscono di opere straordinarie. Si tratta dell’evento culturale più importante della stagione autunnale, e non solo per il calibro dell’artista. Nel 2014, infatti, la collezione, allora del Banco Português de Negoció, rischiava di essere messa all’asta per un valore potenziale di 85-130 milioni, per recuperare l’istituto bancario dalla bancarotta. Ma dopo numerose proteste, il popolo portoghese riuscì a salvare la collezione dalla vendita all’asta, preservando così il patrimonio inestimabile dell’artista spagnolo. Solo nel 2017, le opere sono state presentata al Museo di Prevalles a Porto, in un’esposizione che ha ottenuto oltre 300.000 visitatori.

Ora, la mostra giunge a Napoli, e ci racconta l’evoluzione artistica di colui che è stato definito da Andrè Breton “il più surrealista dei surrealisti”. In circa 80 opere, tra quadri, disegni, sculture, arazzi, sarà possibile compiere un viaggio che è durato più di 50 anni, dal 1927 al 1986, e che mostra lo straordinario genio di Mirò, tanto nelle prime opere dadaiste, quanto in quelle surrealiste più mature.

A cura di Robert Lubar Messeri, professore di Storia dell’arte all’Institute of Fine Arts della New York University, e sotto la guida di Francesca Villanti, direttore scientifico Cor, la mostra sarà inaugurata il 24 settembre dal Ministro della Cultura Graça Fonseca e dal sindaco Luigi De Magistris.

Choc a Melito: uomo scomparso da giorni ritrovato morto in casa

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Un uomo di 65 anni di Melito è stato ritrovato morto all’interno della sua abitazione. Viveva da solo in un appartamento di via Lavinaio, in pieno centro storico di Melito.

Non si avevano sue notizie da diversi giorni e, di conseguenza, alcuni amici avevano allertato i familiari. Inutile il tentativo di rianimazione da parte dei sanitari del 118 che hanno solo potuto constatare il decesso dell’uomo, ritrovato a terra nella sua camera da letto.

Sono in corso le indagini per accertare le cause della morte.

La Cgil bacchetta Di Maio: “Squallido prendersela con i dipendenti”

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“Le affermazioni del Ministro Di Maio a proposito di Navigator e centri per l’impiego sono di una gravità inaudita e vanno stigmatizzate e condannate con fermezza”.

E’ la denuncia di Salvatore Tinto, segretario regionale FP Cgil Campania, che alla affermazioni del ministro, replica:

“Se ci sono umiliati e mortificati presso i centri per l’impiego della Campania e dell’intera nazione, quelli sono i dipendenti abbandonanti al loro destino e perseguitati da leggi confuse, fatte senza alcun piano strategico che dia una vera risposta al grave problema della disoccupazione. Personale risotto all’osso, locali fatiscenti, risorse strumentali obsolete e inadeguate, nessuna sicurezza”. 

“Eppure – continua Tinto – in queste condizioni, con grande senso del dovere e abnegazione al lavoro, è stato ed è il personale a portare avanti i centri per l’impiego dando risposte a tanti, giovani e meno giovani, ridotti alla disperazione e umiliati, questo è vero, da politiche del lavoro inadeguate, raffazzonate e palesemente inconsistenti, perpetrate vergognosamente e irresponsabilmente dai governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni compreso quello attuale, portando la disoccupazione giovanile nel meridione dal 60 per cento. Questo si, caro ministro, è umiliante e mortificante” 

“Sparare sui dipendenti – Conclude il sindacalista – storici e creare contrapposizioni tra navigator assunti con contratto a tempo indeterminato e il personale stabile dei centri per l’impiego è una operazione squallida e deplorevole, ma soprattutto non serve a creare occupazione e a dare risposte concrete.”

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