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Zaia, fase due e polemica tamponi: “Se chiudono i confini regionali sarà Sud contro Nord”

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“Voglio fare una appello: finitela di dire Nord contro Sud. Se il Sud dice di chiudere le frontiere è Sud contro Nord. Ma che proposta è?”

Queste le polemiche parole del presidente della regione Veneto Luca Zaia, in diretta streaming su Facebook. Il governatore si scaglia poi contro il suo collega della Campania, il presidente Vincenzo de Luca:I veneti vogliono venire in vacanza in Campania, non sta rendendo un servizio alla sua Regione“. Ancora polemiche su tamponi e contagi.

Le dichiarazioni di Zaia: “Il Sud è contro il Nord”

Il presidente della regione Veneto, il leghista Luca Zaia, replica all’ipotesi paventata da Vincenzo de Luca riguardante la chiusura dei confini della Campania e la quarantena per coloro che provengono da regioni ad alto contagio, e lo fa con queste parole:

È una prima forma di autonomia! Il Sud ha deciso di sposare il nostro progetto autonomista – lo dico come battuta. Voglio fare una appello: finitela di dire Nord contro Sud. Se il Sud dice di chiudere le frontiere è Sud contro Nord

Mettevi nei panni di un cittadino che sale in treno: vuol dire che tutti i treni saranno soppressi, che tutti i treni che escono dai confini regionali non hanno più senso.

Ma che proposta è, come fanno a mettere in piedi queste misure? Noi abbiamo sempre ospitato e accettato tutti, non ho mai fatto un’ordinanza per mandare via la gente dalle seconde case.

Non è la prima volta che il leghista Luca Zaia si scaglia contro la Campania, e non sempre l’ha fatto veicolando messaggi di accoglienza – impossibile dimenticare le sue dichiarazioni, risalenti all’ormai remoto 2008 e rivolte all’ente nazionale del turismo, nelle quali ricordava che “il Veneto non è come la Campania“; quelle, sempre del 2008, in cui diceva all’allora sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino che “Veramente indegna è l’immagine dell’Italia nel mondo creata dai rifiuti di Napoli“.

Si potrebbero ricordare altri episodi che hanno visto il contrapporsi di Luca Zaia agli interessi della Campania – come la celebre legge varata il 20 Dicembre 2008 che rischiava di danneggiare il prodotto d’eccellenza della mozzarella di Bufala Campana – ma le polemiche dell’ultima conferenza stampa del leghista non si fermano a quelle relative alla chiusura dei confini regionali.

Vietato parlare dei “grandi contagi del nord”: ancora polemica sui tamponi

Continua infatti a dichiarare Zaia:

Sulle dichiarazioni di De Luca ho due considerazioni:

penso che tutti i veneti che vanno in Campania in vacanza non siano tanto contenti, il che vuol dire che non sta facendo un servizio alla sua regione.

Il secondo aspetto è che [prima di] parlare dei grandi contagi del nord io direi che bisogna settare il numero dei contagiati con il numero dei tamponi. Sarebbe bello vedere il numero dei tamponi fatto da ogni regione, anche dalla Campania, e vedere i contagi, così avremmo tot numero di tamponi per contagiati, altrimenti non sono elementi di confronto se non abbiamo i tamponi.

Come si fa a dire “il Veneto ha tanti contagiati?”. Tu non ce li hai perché non hai fatto tanti tamponi e non li trovi o non ce li hai perché non hai fatto i tamponi?

Lo dico in generale, non per De Luca, lo dico per tutti!

Le evidenze dei dati

I dati attuali, riguardo il contagio in Veneto, sono i seguenti:

  • Casi totali di positivi: 15.935
  • Totale attualmente positivi: 10.210
  • Incremento dei casi totali: +243
  • Tamponi effettuati: 255.797

I dati attuali che invece riguardano la Campania sono questi:

  • Casi totali di positivi: 4.029
  • Totale attualmente positivi: 3.022
  • Incremento dei casi totali: +41
  • Tamponi effettuati: 48.187

E’ triste constatare che, anche in un momento di così grande crisi, non si riesca ad agire insieme e nella logica dell’interesse comune, cercando di evitare tutte quelle azioni – come per esempio lo spostamento tra regioni – che potrebbero trascinare nel baratro anche quelle zone che, fino ad ora, sono riuscite ad evitare uno stato più grave di emergenza.

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Estorsione a Pozzuoli: in manette padre e figlio

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Padre e figlio di Brusciano sono stati accusati di estorsione: per un prestito di 9.000 euro ne chiedevano 48.000. Dopo le minacce, arriva la denuncia.

Aveva chiesto un prestito di 9.000 euro nel 2011, ma gli interessi maturati avevano fatto salire a 48.000 euro la cifra da restituire. Nonostante ne avesse già pagati 28.000, più della metà del debito, la vittima, un 47enne di Pozzuoli, ha subìto continue minacce ed episodi di violenza. Esasperato ha deciso, quindi, di denunciare i suoi aguzzini. Due gli indiziati del reato di estorsione, padre e figlio di Brusciano (NA), per i quali è scattata l’ordinanza di misura cautelare.

Sono stati i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pozzuoli ad eseguire l’ordinanza di applicazione della misura cautelare a carico dei due indagati, emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli.

Le indagini per estorsione

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Settima Sezione, sono iniziate a novembre 2019, quando la vittima di Pozzuoli ha querelato i due estorsori di Brusciano, padre e figlio rispettivamente di 48 e di 19 anni, dichiarando di aver ricevuto da loro un prestito di 9.000 euro nel 2011, a fronte del quale avrebbe dovuto restituirne 48.000. Condotte anche attraverso l’analisi dei flussi finanziari, le investigazioni hanno portato al fermo per estorsione dei due uomini di Brusciano.

Il padre, la cui situazione è aggravata da precedenti penali, è in regime di arresti domiciliari. Per il figlio è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza, con il vincolo di permanenza presso l’abitazione tra le 19.00 e le 8.00.

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Coronavirus, boom di richieste prestiti alle imprese

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In Campania, in questi giorni, il Gafi (Garanzia Fidi) ha avuto 3500 richieste per consulenze prestiti fino a 25mila euro, soprattutto da aziende della filiera turistica, come ristoranti e pizzerie. Per i prestiti fino a 800mila euro le richieste sono già 4mila e anch’esse arrivano dal settore turistico, ma per alberghi e simili.

Il boom è il segnale inequivocabile che, se non arriva immediatamente una iniezione di liquidità, questo comparto è sostanzialmente in bancarotta. Molte aziende hanno perso fino al 50 per cento del fatturato. Governo e Regione hanno messo sul tavolo misure per rilanciare le imprese e sostenerle, ma si lamentano i problemi della lentezza della burocrazia.

Il pericolo è che se non si aiutano le aziende la fase 2 rischia di essere una mera enunciazione di intenti. In più, mentre le file in banca per le richieste di prestiti si allungano, c’è anche il rischio che aumentino le parcelle dei consulenti. L’imprenditore aspetta troppo tempo prima di accedere alla liquidità. Una volta che ciò accade deve pagare parcelle salate al consulente e poi gli interessi sul prestito stesso.

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Negli ospedali di Pozzuoli e Castellammare si aggrava il bilancio di contagi tra il personale sanitario

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Negli Ospedali di Pozzuoli e Castellammare si aggrava il bilancio di contagi tra il personale sanitario. Al San Leonardo 13 infetti in Medicina d’urgenza; infermieri e medici costretti a cambiare reparti per coprire i buchi nei turni. “Qualcosa certamente non ha funzionato” ha commentato Rosalba Santarpia, direttore sanitario del San Leonardo .

Pozzuoli

Procedono a rilento gli esami sugli oltre 600 tamponi effettuati al personale del Santa Maria delle Grazie. Ieri, 18 Aprile, erano ancora in esame i test effettuati mercoledì. Dai test emergono 5 nuovi casi di positività al Covid; tra questi due infermieri, un operatore sanitario due dipendenti della ditta di pulizie.

I numeri sono tuttavia in continuo aumento e destinati a crescere. Al momento i casi di contagio accertati sono 50 (di cui solo 12 sono i pazienti, i restanti 38 sono dipendenti). Circa un centinaio di tamponi rimangono ancora da effettuare.

Il grande numero di test provenienti dagli ospedali negli ultimi giorni sta sovraccaricando i laboratori di analisi dei tamponi, con conseguenti ritardi nella consegna delle analisi. Questo implica che è troppo presto per avere un quadro generale della situazione all’ospedale di Pozzuoli, ma bisognerà, invece, aspettare la metà della settimana prossima. Quando si avrà un’idea chiara della situazione si effettueranno nuovi tamponi per monitorare eventuali nuovi casi.

L’ospedale anche il 18 Aprile è rimasto blindato e isolato, sorvegliato anche da un numero maggiore di guardie. La sanificazione si avvia al termine: già sanificati i reparti di cardiologia e urologia.

Il bilancio nell’ospedale di Pozzuoli fino a ieri è il seguente:

  • 73 contagi
  • 7 decessi
  • 80 persone in quarantena obbligatoria

Tra i nuovi contagiati anche un operaio dell’ufficio igiene del comune di Pozzuoli.

Castellammare

Situazione in peggioramento anche al San Leonardo di Castellammare. Qui nel reparto di Medicina d’urgenza, travolto dal virus, sono accorsi sanitari da altri reparti dell’istituto. Proprio il reparto di Medicina d’urgenza ha visto un drastico dimezzamento del personale, costretto alla malattia per l’emergenza Covid o altre malattie. Di 16 infermieri 12 sono infatti in malattia.

I numeri nel reparto, che opera a stretto contatto con il Pronto Soccorso, sono preoccupanti: tra il personale sanitario si registrano 13 infetti.

Qualcosa certamente non ha funzionato.

Sono queste le parole del neo direttore sanitario Rosalba Santarpia.

Intanto il reparto, tra il malcontento del personale sanitario, resta aperto e attinge nuove forze anche dal reparto di Rianimazione.

Senza le dovute protezioni […] sarà un massacro. Il reparto va chiuso e sanificato.

Avverte un sanitario.

Gli uomini e le donne del reparto Rianimazione lavorano, inseme al pronto soccorso, a stretto contatto con i malati di coronavirus; tuttavia nel reparto non vi sono infetti poiché sono dotati di protezioni adeguate, ma adesso le cose potrebbero cambiare ora che sono stati destinati alla Medicina d’urgenza, spiega un altro sanitario.

E’ del 18 aprile la notizia della positività di una infermiera di Santa Maria la Carità, anche lei in servizio al San Leonardo; il sindaco, Giosuè D’Amora, tiene a precisare che le sue condizioni di salute sono buone.

Un’infermiera residente a Santa Maria è invece guarita.

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Ercolano: 81enne guarisce dal Coronavirus, ma torna nell’ospizio in cui l’ha contratto

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Una donna di 81 anni è guarita dal Coronavirus, ma è stata costretta a tornare nella Villa delle Camelie, casa di riposo di Ercolano dove qualche settimana fa aveva contratto il virus.

Ad oggi in struttura ci sono stati  5 morti, mentre 5 pazienti infetti attualmente sono in quarantena. L’anziana non aveva la possibilità di essere assistita a casa ed è stata costretta a tornare in un posto rischioso per le sue condizioni di salute che non risultano ancora ottimali.

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Parte da Castellammare la petizione per onorare i medici morti durante l’emergenza

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Su change.org le migliaia di firme testimoniano la volontà di riconoscere il valore di ha lottato per salvare la vita altrui e perdendo la propria.

Una petizione rivolta a Mattarella e sostenuta da moltissimi nel web. Così s’intende riportare all’attenzione pubblica la necessità di ricompensare il massimo sacrificio degli operatori sanitari, deceduti a causa del virus. Medici e infermier* stanno attraversando un periodo di fatica, paura e malattia. Non c’è atto che sia in grado di ricompensare la dedizione del personale ospedaliero o alleviare il dolore di amici e parenti, ma gli eroici gesti possono essere riconosciuti e premiati dallo Stato. Ilenia Tommasino, figlia di un medico di base di Castellammare di Stabia morto per il virus,  racconta l’iniziativa partita dai colleghi del padre:

Alcuni colleghi di papà hanno avviato una petizione per riconoscere la Medaglia al merito a mio padre, Giovanni Tommasino, e agli altri operatori sanitari morti in trincea, per Covid-19. Per questo vi chiedo aiuto semplicemente firmando la petizione: non basta la condivisione. È necessario aprire il link, compilare il form con i vostri dati inserendo l’email, confermare l’email e poi condividere, per far sì che questo messaggio arrivi a tutti. Non riguarda solo me e la mia famiglia. Riguarda TUTTI. E soprattutto tutte le famiglie che, come la mia, hanno inaspettatamente perso TUTTO, da un momento all’altro“.

Il medico ha affrontato una lunga e feroce lotta contro la malattia ma non ha mai smesso di ribadire la necessità di isolarsi. “Ho il Coronavirus – scrisse – Spero di tornare presto tra voi. Non uscite, è l’unica arma che avete, non potete immaginare quanto è brutto. Io dovevo uscire per forza“. Purtroppo, il virus è stato fatale e l’odissea passata di struttura in struttura non è riuscita a salvarlo. Attualmente è l’80esima vittima fra i medici.

Il diritto al ricordo

Con il crescere del contagio abbiamo preso consapevolezza di quanto fosse dura la battaglia. Una lotta infida perché l’epidemia lascerà ferite che neanche il tempo potrà rimarginare. Assistiamo all’ incessante aumento del medici, infermieri, tecnici e altri operatori sanitari che hanno contratto il Coronavirus nell’ atto di compiere il proprio lavoro, prestando assistenza a quanti sono stati colpiti dalla patologia. Per molti di loro non ci sarà un ritorno a casa né l’ultimo abbraccio ai propri cari, e neppure la commemorazione che avrebbero meritato dopo tanti anni spesi al servizio degli altri. Non possiamo assolutamente lasciarci alle spalle la memoria dei tanti operatori sanitari che sono caduti e che ancora cadranno in questa battaglia. Sebbene un’onorificenza non potrà restituirceli, possa la Medaglia al Merito Civile essere di conforto ai loro cari e di esempio per i loro colleghi e per ogni cittadino della Repubblica“.

Quello richiesto non è altro che il ricordo di cari, amici e colleghi.  Soprattutto in questo periodo storico in cui non è possibile celebrare funerali, le famiglie che attraversano il lutto risentono di un’incredibile solitudine. Non c’è un abbraccio, una stretta di mano o una testimonianza che possa alleviare le sofferenze di chi ha perso un padre o un amico. E mentre alcuni cittadini violano la quarantena, rischiando ripercussioni su tutta la società, tantissimi professionisti si ammalano e lasciano le proprie famiglie senza la possibilità di un ultimo saluto.

Link alla petizione: Medaglia al Merito per il dr. Tommasino e gli altri operatori sanitari vittime del COVID19

L’ultima di Feltri: “Qui al Nord vogliamo lavorare, non suonare il mandolino”

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Sebbene le uscite infelici del “giornalista” Vittorio Feltri non facciano quasi più notizia (tanto sono frequenti), l’ultimo editoriale sul quotidiano Libero non può che detestare polemiche.

Se già il titolo –  “Senza fretta, ma il Nord se ne andrà” – sembra tornare alla lotta per la secessione in un momento quanto mai inopportuno, è quello che si legge all’interno del pezzo che fa storcere il naso ai più.

Feltri, nonostante il numero dei contagiati e dei morti per Covid-19 sia ancora lontano da non destare preoccupazione soprattutto in Lombardia, scrive:

“Dopo due mesi di detenzioni, cosa mai successa a memoria di vivente, mi sembra normale che i reclusi ne abbiano piene le scatole, non tanto di stare barricati tra le mura domestiche, quanto di non poter lavorare e guadagnarsi il pane che inizia a scarseggiare”.

Aggiungendo poi:

“Qui al Nord in particolare la gente è impaziente, non riscuote più lo stipendio, i piccoli risparmi familiari si sono esauriti, ovvio che punti a riprendere le proprie attività, questione di sopravvivenza. Non si tratta di correre in strada a suonare il mandolino, bensì di tornare in fabbrica pur con tutte le protezioni che evitino nuovi contagi”. 

Pur non citando direttamente Napoli, Feltri fa riferimento con quel “suonare il mandolino” a uno strumento tipico della grande tradizionale musicale napoletana.

Una risposta al governatore della Campania De Luca che aveva detto di chiudere i confini della Campania se la Lombardia avesse riaperto le fabbriche? Non bisogna essere meridionalisti o nati sotto al Po per poterlo pensare.

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Saviano zona rossa: dopo la folla ai funerali, arriva l’ordinanza di De Luca

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Dopo le immagini della folla al funerale, il comune di Saviano, nel Nolano, diventa zona rossa.

Circa 200 persone si erano infatti accalcate in strada nel comune vesuviano pur di dare un ultimo saluto a Carmine Sommese, il sindaco e medico rimasto vittima del coronavirus.

Ve lo abbiamo raccontato in questo servizio:

https://www.facebook.com/LaBussolaTV.it/videos/530100817909976/

Con una ordinanza, la numero 35,  De Luca ha infatti disposto “il divieto di allontanamento dal territorio comunale da parte di tutti gli individui ivi presenti; il divieto di accesso nel territorio comunale; la sospensione delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità”.

Ecco il testo completo dell’ordinanza:

“Per motivi di eccezionalità ed urgente necessità di adozione di misure precauzionali a tutela della sanità pubblica, ai sensi delle norme tutte sopra richiamate”.

“Ferme restando le misure statali e regionali già vigenti a fini di contenimento e di prevenzione del contagio nel territorio regionale, con decorrenza immediata e fino al 25 aprile 2020, salva ogni ulteriore determinazione sulla base degli accertamenti sanitari conseguenziali al presente provvedimento, con riferimento al Comune di Saviano (NA) sono disposte e seguenti misure:
a) divieto di allontanamento dal territorio comunale da parte di tutti gli individui ivi presenti; b) divieto di accesso nel territorio comunale; c) sospensione delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità.
E’ fatta salva la possibilità di transito in ingresso ed in uscita dal territorio comunale da parte degli operatori sanitari e socio-sanitari, del personale impegnato nei controlli e nell’assistenza alle attività relative all’emergenza, nonché degli esercenti le attività consentite sul territorio ai sensi del DPCM 10 aprile 2020 e quelle strettamente strumentali alle stesse, limitatamente alle presenze che risultino strettamente indispensabili allo svolgimento di dette attività e a quelle di pulizia e sanificazione dei relativi locali e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione individuale. 3. Nel territorio comunale oggetto della presente ordinanza è disposta la chiusura delle strade secondarie, come individuate dal Comune sentita la Prefettura competente.
4. L’ASL Napoli 3 Sud assicura, sulla base degli accertamenti svolti dalle Autorità competenti, le indagini sanitarie ed epidemiologiche relative ai soggetti coinvolti nella partecipazione al corteo funebre svoltosi in data 18 aprile 2020 e alla applicazione di idonee misure sanitarie di prevenzione
individuale del rischio di diffusione del contagio. 5. La presente ordinanza è comunicata, quale proposta di adozione di apposito DPCM, ai sensi e per
gli effetti dell’art.2, comma 1 del decreto legge 25 marzo 2020, n.19, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute, al Ministro dell’interno, al Ministro della difesa, al Ministro dell’economia e delle finanze.
La presente ordinanza è altresì notificata all’Unità di Crisi regionale, al Comune di Saviano (NA), alla ASL competente e ai Prefetti della Regione. La presente Ordinanza è pubblicata sul sito istituzionale della Regione e sul BURC. Avverso la presente Ordinanza è ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale nel termine di sessanta giorni dalla pubblicazione, ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato entro il termine di giorni centoventi.

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Una buona notizia per Casoria: Riapertura Ufficio Postale di Casoria-Cittadella

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L’ufficio postale di via Nazionale delle Puglie riaprirà dalla settimana prossima affiancando quello di Arpino.

“Soddisfatta della risposta di Poste Italiane per un tema molto sentito dai cittadini della zona”,

Così la Consigliera Ciaramella che sul tema era stata sollecitata da cittadini e comitati preoccupati degli assembramenti presso l’ufficio postale di Arpino dovuti alla chiusura della sede della Cittadella. Grazie anche a Gabriele Acanfora, Presidente del comitato cittadino che ha dato voce al disagio:

“A seguito dell’impegno profuso dalla Consigliera si è finalmente ottenuto il risultato di far riaprire ufficio Cittadella, informiamo i cittadini di questo obiettivo che abbiamo raggiunto”.

“Per consentire l’adeguamento dell’ufficio, per la prima settimana ci sarà  1 giornata di apertura e specificamente venerdì 24 aprile. Dal 26 aprile sarà aperto 3 giorni a settimana (lun/merc/ven) con orario standard (8.20 – 13.35). Collaborando si risolve tutto”, conclude la Consigliera Ciaramella.

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De Luca condanna gli assembramenti al funerale di Saviano. “Valuteremo le ripercussioni sanitarie e decideremo”.

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Almeno 200 persone in strada e palloncini tricolore. Il prefetto: “Grave la presenza del vicesindaco”.

Almeno 200 persone, palloncini, e musica ai funerali del sindaco del centro nel Nolano, Carmine Sommese, 66 anni, ex consigliere regionale e primario nell’ospedale di Nola, deceduto ieri per coronavirus.

“Ho già avuto uno scambio di opinioni con il Prefetto sulla vicenda di Saviano. Sono state violate evidentemente e in maniera grave, disposizioni di legge. E abbiamo condiviso la valutazione sulla gravità della violazione di norme. La Prefettura di Napoli ha già posto in essere con l’impegno dell’Arma dei Carabinieri, tutte le necessarie misure di verifica e di sanzione. Valuteremo in sede di task force regionale se questi comportamenti mettono a rischio la sicurezza sanitaria di tutta la comunità di Saviano e di tutta una intera zona, e prenderemo le decisioni opportune”.

https://www.facebook.com/LaBussolaTV.it/videos/530100817909976/

 

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