lunedì, Agosto 4, 2025
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Spiaggia della Gaiola, incivili la lasciano nel degrado

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Il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli denuncia il degrado della spiaggia, una delle più amate fra i napoletani. “Una cittadina ci ha segnalato una foto che mostra come è ridotta al tramonto la spiaggia della Gaiola“, afferma l’esponente politico dei Verdi.

“I bagnanti abbandonano di tutto sull’arena: bicchieri, stoviglie monouso usate, bottiglie di vetro e resti di cibo. Un atteggiamento incivile e vergognoso che si somma alle carenze del servizio dell’Asia che non svuota regolarmente i cestini che, tra l’altro, sono pochi se rapportati alla mole di persone che frequenta la spiaggia durante i mesi estivi“.

Purtroppo l’intera area sembra essere terra di nessuno. Non viene rispettata la Ztl della Gaiola, con automobili e motorini che sono spesso parcheggiati in sosta vietata, impedendo il passaggio ai mezzi di soccorso. Basti pensare che, quando c’è stato bisogno, i soccorsi sono stati costretti ad arrivare via mare”, conclude Borrelli.

Anche il consigliere comunale alla I Municipalità, Gianni Caselli, commenta la vicenda. “Abbiamo inviato una nota all’ Asia chiedendo di effettuare lo svuotamento dei cestini con regolarità e di dotare l’area di un maggior numero di bidoncini. La spiaggia della Gaiola è un patrimonio paesaggistico della città e non possiamo accettare che sia ridotta in questo modo”.

Il Parco sommerso di Gaiola è, tra l’altro, un’area marina protetta.

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Inquinamento luminoso, Napoli città più virtuosa d’Italia

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Secondo uno studio internazionale, Napoli è prima città d’Italia per la gestione dell’inquinamento luminoso.

Un gruppo di otto studiosi internazionali, tra cui Baughe, Cinzano, Elvidge, Falchi, Furgoni, Gallaway, Portnov e Rybnikova, ha effettuato una ricerca sull’inquinamento luminoso in Occidente. Lo studio è stato pubblicato sull’ultimo numero del «Journal of Environmental Management» con il titolo Light pollution in USA and Europe: The good, the bad and the ugly. Gli autori hanno esaminato la quantità di proiezioni luminose dirette verso il cielo, considerandone quelle superflue per la vivibilità ad altezza d’uomo. In parole povere la luce sparata in alto non serve a chi si trova sotto, ma si tratta di energia sprecata che incentiva l’inquinamento luminoso.

Per quanto riguarda l’Europa, i paesi scandinavi sprecano di meno, seguiti da quelli centroeuropei e in coda c’è l’Italia, con sprechi considerevoli. Nonostante ciò, Napoli sarebbe la più virtuosa delle città italiane. Dunque Napoli è virtuosa dal punto di vista dell’inquinamento luminoso, ma ciò non significa necessariamente avere una diffusa illuminazione. Anche se il recente approdo ai led in città ha apportato un miglioramento considerevole, ci sono zone in cui l’illuminazione notturna non è sufficiente.

Ad estrapolare i dati italiani è stato l’Osservatorio conti pubblici italiani diretto da Carlo Cottarelli. Lo studio fa notare come il rapporto tra inquinamento luminoso e PIL sia sbilanciato nei paesi più poveri dell’Unione. Dove ci sono maggiori difficoltà si spreca più energia.

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Giovane scrittore e imprenditore di Scampia lotta contro il cancro: Ecco la sua storia

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Rosario Esposito La Rossa è un giovane scrittore e imprenditore di Scampia. Nominato Cavaliere della Repubblica da Mattarella, colleziona successi e conquiste, ma lo fa per la sua gente e per i ragazzi del suo quartiere. Un duro colpo, la scoperta della malattia. Vi raccontiamo la sua storia.

Rosario Esposito La Rossa è un giovane di appena trent’anni, simbolo della riscossa di Scampia. Ha appena scoperto di essere malato di cancro, un:

“regalo della terra dei fuochi”

come lui stesso ha definito la malattia, attraverso il suo profilo Facebook.

Tantissime sono le persone che lo seguono da anni e che sanno del suo impegno con i ragazzi del suo quartiere: tutti in queste ore gli sono vicini. A Scampia vivono persone per bene, troppo spesso abbandonate dalle istituzioni e molti ragazzi con un potenziale inimmaginabile ed è proprio da questo che Rosario trae la forza.

Da dove nasce la storia di Rosario Esposito La Rossa

La sua attività nasce dalla voglia di riscatto dopo che Antonio Landieri, suo cugino, rimase vittima innocente per mano della camorra. Così, nel 2007, insieme alla sua fidanzata Maddalena Stornaiuolo, divenuta poi sua moglie, ha dato vita a numerosi progetti che coinvolgono gli abitanti di Scampia: l’associazione “Vo.di.Sca” (acronimo di “Voci di Scampia”) in memoria di suo cugino, la “Fabbrica dei Pizzini della Legalità” in collaborazione con Coppola Editore e la Biblioteca Popolare per Ragazzi di Scampia, “La Scugnizzeria”, una libreria-teatro tra Scampia e Melito di Napoli che forma i giovani con corsi di recitazione, radio e scrittura.

Dirige il marchio “Made in Scampia”, progetto di imprenditoria giovanile che permette la vendita di prodotti enogastronomici e culturali a prezzi alla portata di tutti. Nel 2010 diventa il nuovo proprietario, con la moglie, dello storico marchio editoriale campano “Marotta&Cafiero editori” che si trasforma in una casa editrice indipendente open source. Dà poi vita all’etichetta discografica indipendente “Marotta&Cafiero Recorder”, la libreria “Marotta&Cafiero Store” gestita da sole donne e il caffè letterario equo-solidale “Sottopalco” in collaborazione col Teatro Bellini di Napoli.

Nel 2016 è stato nominato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

La malattia di questo ragazzo è stata definita dai medici:

“incurabile e inoperabile”.

Rosario però, sempre su Facebook scrive che:

“Pare però ci sia un pillola, non ancora riconosciuta dal sistema sanitario nazionale, che può bloccarne la crescita. Insomma col drago bisognerà convivere, almeno per ora.” 

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Autobus della Ctp in fiamme: due nuovi episodi

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Autobus della Ctp fumanti: è successo due volte solo negli ultimi giorni.

Il primo episodio, quello più grave, è avvenuto nel deposito di Arzano dove un autobus, dopo aver percorso la tratta Napoli-Caserta, ha preso fuoco. L’immediato intervento dell’autista, aiutato da colleghi e da estintori a polvere, è riuscito a fermare l’incendio, ma l’uomo ha subito un’intossicazione per il fumo inalato. Dopo il trasportato in ambulanza in ospedale, tuttavia, i medici hanno ritenuto che le sue condizioni non fossero gravi.

Il secondo incidente è avvenuto, invece, durante una corsa dell’autobus da Pozzuoli a Monteruscello. L’autista si è accorta del fumo grazie allo specchietto retrovisore, ha fermato il bus e ha fatto scendere tutti i passeggeri, dopodiché si è subito occupata di estinguere il fumo. In questo caso si è appurato che il fumo era causato da un problema dello sfiatatoio del motore. La donna, probabilmente a causa dell’accumulo di tensione, dopo l’accaduto è svenuta ed è stata trasportata in ospedale.

Ma questi sono solo i più recenti incidenti legati al degrado in cui versano gli autobus delle nostre province.

Il segretario regionale della Uil Trasporti Pierino Ferraiuolo lo sottolinea e preme perché si trovi una soluzione, soprattutto in vista dell’inizio di un nuovo anno scolastico.

Le colpe di questa situazione ricadono, secondo Peppe Ferruzzi del coordinamento provinciale Usb Lavoro Privato, sulla Motorizzazione che “revisiona catorci con esito positivo”.

La situazione degli autobus della provincia napoletana è critica, basti pensare che su 196 mezzi disponibili, solo una cinquantina circolano sul territorio.

Le buone notizie arrivano, però, dalla Città Metropolitana, socia del consorzio.

“Con una nota è stato comunicato che è stato dato parere tecnico e legale favorevole per riconoscere alla Ctp i 45 milioni di euro relativi all’adeguamento delle indicizzazioni dei corrispettivi chilometrici arretrati”.

Si tratta di una grande boccata d’aria per l’azienda, anche se numerosi sono i problemi che rimangono.

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Reddito di cittadinanza, solo il 30% è occupabile

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Lunedì 2 Settembre partono le convocazioni dai centri per l’impiego per la prima porzione di beneficiari del reddito di cittadinanza “occupabili”. Sarebbero coloro che hanno iniziato a percepire il sussidio nel periodo fra aprile e luglio e che, se ne hanno i requisiti, devono essere inseriti nel programma di ricerca di un impiego firmando il patto per il lavoro.
Sono circa 350mila nuclei, intorno al 30% domande per ottenere il Rdc accolte dall’Inps nello stesso arco temporale (intorno al milione). In numeri assoluti (cioè “singole persone”) parliamo di 704.595 beneficiari. Secondo la legge, infatti, è convocabile dai Cpi non solo l’intestatario del reddito, ma tutti i maggiorenni della famiglia non occupati o che non frequentano un regolare corso di studi.

La maggior parte dei 704mila indirizzati al patto per il lavoro si trova in Campania (178.370 persone). Al secondo posto la Sicilia (162.518), poi la Calabria (64.057) e la Puglia (50.904). In queste quattro regioni meridionali si concentra il 64,7% dei soggetti occupabili. Nel Lazio le persone da avviare a percorsi di politica attiva sono 37.939, in Lombardia 33.598; in Piemonte 30.273, in Toscana 21.922, in Emilia Romagna 16.223, in Veneto 14.535.

Entro i 30 giorni dall’ottenimento della card sarebbe dovuta scattare la fase 2, legata alla politica attiva. Una combinazione di diversi problemi, dalla trattativa con le regioni, alla selezione, chiusa a giugno, per assumere 2.980 navigator, all’ infrastruttura tecnologica ancora in via di creazione, hanno “allungato” la tempistica originaria nonostante i beneficiari abbiano continuato a percepire le somme.

In base al nuovo accordo fra Anpal e Regioni, concordato prima della pausa di Ferragosto, i centri per l’impiego, a partire dal 2 settembre, avranno 30 giorni di tempo per convocare i soggetti interessati: potranno utilizzare qualsiasi “modalità” di chiamata (anche SMS o mail) a causa del ritardo nel decollo della nuova piattaforma web integrata. Non saranno chiamati i beneficiari della pensioni di cittadinanza o gli over 65, i disabili (che possono però aderire volontariamente), i componenti della famiglia con impegno di cura per bambini sotto i 3 anni o per persone non autosufficienti. Non dovranno essere chiamati poi i soggetti che hanno già sottoscritto un patto di servizio perché si sono recati volontariamente presso un Cpi.

Le persone che hanno già un patto di servizio dovranno essere convocate per stipulare il patto per il lavoro. Saranno poi informati circa gli obblighi connessi al reddito di cittadinanza. I soggetti invece che hanno in corso una misura di politica attiva proseguono e saranno poi convocati dai Cpi per la stipula del patto per il lavoro entro 30 giorni dal termine dell’intervento. Entro il 15 dicembre poi i Cpi effettuano la presa in carico, con la verifica delle fattispecie di esclusione-esonero.

Il patto per il lavoro rappresenta l’avvio della Fase 2 del reddito di cittadinanza. Quest’ultima è legata all’ attivazione del percettore: un piccolo aiuto, spiegano da Anpal, è rappresentato dalla disponibilità nell’ ambito del sistema informativo nazionale di una funzionalità per raccogliere le offerte di lavoro espresse dalle imprese. Il patto serve ad identificare le competenze possedute e prevede che si accetti almeno una delle tre offerte di impiego congrue che verranno avanzate.

La “coerenza”, in base alla legge, segue tre principi: la coerenza tra l’offerta di lavoro e le competenze, la distanza dal domicilio, la durata dello stato di disoccupazione. Nei primi 12 mesi di fruizione del “reddito di cittadinanza” sarà congrua la prima offerta se entro 100 chilometri di distanza dalla residenza (o comunque raggiungibile con un massimo di 100 minuti con i mezzi pubblici), la seconda entro i 250 chilometri e la terza sull’ intero territorio italiano. Dopo 12 mesi anche per la prima offerta la “congruità” è riconosciuta se si è entro i 250 chilometri.

In Campania, nel frattempo, continua invece il caso dei navigator. I quattro al quarto giorno di sciopero della fame si sono rivolti al premier incaricato Giuseppe Conte. Si aspettano che il presidente sciolga i nodi e permetta ai 471 idonei di prendere posto nei centri d’impiego.

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Agenti sugli autobus da settembre

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Agenti di polizia sugli autobus ANM da settembre: è l’annuncio che ha dato in queste ore il comandante della Polizia Municipale di Napoli Ciro Esposito.

L’agenzia di trasporti napoletana pagherà degli agenti specializzati per garantire la sicurezza, nei mezzi pubblici, sia ai passeggeri che ai dipendenti che molto spesso sono vittime di aggressioni di vario tipo.

La soluzione è arrivata a seguito di una prova già effettuata in passato.

Nel 2015, infatti, un progetto simile che vide non solo la diminuzione delle aggressioni, ma anche un notevole aumento della vendita di biglietti.

Successivamente è stata data la possibilità agli agenti di prendere parte ad un servizio di controllo volontario dopo l’orario di lavoro.

Da settembre, invece, la presenza degli agenti sugli autobus sarà fissa.

Gli agenti in servizio saranno dotati di walkie-talkie per comunicare, nei casi più gravi, con pattuglie specializzate e richiedere il loro intervento.

Grazie a questa iniziativa, si spera di ridurre al minimo – se non addirittura eliminare definitivamente – le aggressioni verso chi viaggia con i mezzi pubblici, un fenomeno che negli ultimi anni si è visto tristemente aumentare.

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Leggende della Campania: storia della Regina Verde di Agropoli

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Questa storia inizia e finisce dal mare.

Dal mare venne una principessa che al sole brillava come uno smeraldo; nel mare tornò una Regina dal cuore infranto. Ad Agropoli qualcuno dice che una ninfa viva ancora in una grotta subacquea e che dalla riva si possa sentire il suo pianto. 

Questa settimana parliamo della storia di Ermegalda, la leggenda della Regina Verde di Agropoli e del suo triste amore.

La principessa che venne dal mare

La leggenda racconta che, quando i Saraceni sbarcarono ad Agropoli, portarono con sé una sola fanciulla: si trattava di Ermegalda, la figlia del Capitano che li aveva condotti su quelle coste.

La principessa aveva un aspetto assai insolito. Grandi gli occhi e bellissimo il suo viso, ma pelle pallidissima e priva di qualsiasi colore, al sole diventava verde e brillava come se fosse fatta di smeraldo.

La Principessa venuta dal mare, nonostante fosse stata incoronata Regina insieme al padre, non sorrideva mai. Sul bel viso portava sempre un’espressione triste e malinconica e nulla pareva che potesse renderla felice.

La Regina Verde

Gli abitanti del luogo la chiamavano, in virtù del colorito smeraldino della pelle, la Regina Verde. Nonostante questa sua caratteristica, non mancavano alla bella Ermegalda i pretendenti: uomini nobili venivano da ogni luogo per chiederla in sposa.

Ma la triste Regina Verde non riusciva ad amarli, e li rifiutava, piangendo ad ogni rifiuto che si vedeva costretta a dare. Pareva che nessuno riuscisse a far breccia nel suo cuore ed ogni giorno diventava sempre più malinconica. Quand’era ormai convinta che sarebbe rimasta per sempre da sola, accadde che, passeggiando lungo le spiagge di Trentova, la bella Ermegalda incontrasse un pescatore.

Il colore dell’amore

La Regina Verde, secondo le usanze ed i protocolli dell’epoca, non avrebbe potuto rivolgere la parola al bel pescatore.

Inizialmente Ermegalda cercò di rispettare quella regola: col pescatore scambiò lunghi ed appassionati sguardi, ma non gli parlò. Dopo averlo guardato ed osservato, ricambiata, per tutta la notte tornò al castello, ripromettendosi di non cercarlo mai più.

Ma la Regina Verde s’era innamorata del pescatore a prima vista. Nonostante avesse cercato di resistere alla tentazione, alla fine vi cedette e tornò alla spiaggia. Ritrovato il pescatore, gli rivolse un saluto ed iniziarono a parlare.

Parlando col pescatore alla Regina Verde parve che per la prima volta le si scaldasse il cuore. Sorrideva e rideva, chiacchierava sempre più allegra: i due continuarono ad incontrarsi ogni notte, in segreto. Dopo qualche incontro si confessarono il reciproco amore.

Ogni notte Ermegalda arrivava nel punto dove era solita incontrare il pescatore ed accendeva il fuoco, attendendolo. Lui arrivava sempre alla stessa ora, puntuale, e la vista del viso di lui la scaldava più del fuoco. E di più: notte dopo notte, man mano che trascorreva del tempo con l’amato, la pelle della Regina Verde perdeva il suo colorito bizzarro e diventava sempre più rosea.

L’amore, scaldandola, la stava dipingendo di rosa.

La tempesta e la ninfa

Una notte, però, il pescatore non si presentò. Ermegalda accese il fuoco e lo attese per ore, ma invano.

Tornò altre due volte, ma lui non si presentò mai più. Alla fine la Regina Verde scoprì la triste verità: l’uomo, sorpreso con la sua barca da una tempesta, era morto in mare.

Ermegalda era disperata. Perse nuovamente il suo colorito rosa e pianse tutte le sue lacrime.

Dopo tre giorni dalla terribile scoperta, col cuore sconquassato dal dolore, decise di porre fine alla propria vita: dopo aver conosciuto le rosee dolcezze dell’amore non sopportava di tornare al verdastro gelo della propria tristezza.

Si gettò dunque da un promontorio; ma il Dio del Mare, impietosito dalle sue lacrime e dal suo dolore, la trasformò in ninfa, permettendole di sopravvivere nelle acque marine.

La grotta

Alcuni pescatori, ancora oggi, dicono che Ermegalda viva in una grotta subacquea vicino ad Agropoli.

Vive, ma soffrendo: dalla costa si può udire il suo pianto. Ogni notte chiama il suo amore, il pescatore che tanti anni prima le aveva scaldato il cuore; ed ogni notte, purtroppo, lui non si presenta al suo cospetto.

Questa storia, cominciata dal mare, nel mare riversa la propria fine: e se vi capita di trovarvi lungo coste della cittadina di Agropoli, magari potrete incontrare la bella Ermegalda, la triste Regina Verde che piangerà per sempre il suo amore perduto.

Non perderti gli altri articoli sulle leggende della Campania:

BussoLaLeggenda I : Da dove nascono le Janare? 

BussoLaLeggenda II : Il fantasma del Caffè Gambrinus

BussoLaLeggenda III: La maledizione della Gaiola

BussoLaLeggenda IV: La Strega del Vesuvio

BussoLaLeggenda V: La Tomba di Dracula

BussoLaLeggenda VI: L’amore tra Posillipo e Nisida

BussoLaLeggenda VII: Giovanna la pazza e i suoi amanti senza riposo

BussoLaLeggenda VIII: La Bella ‘Mbriana e l’ospitalità

BussoLaLeggenda IX: I segreti della Grotta Azzurra 

BussoLaLeggenda X: la storia di Castel dell’Ovo

BussoLaLeggenda XI: La strega di Port’Alba

BussoLaLeggenda XII: Tra diavoli e fate, le leggende del lago d’Averno

BussoLaLeggenda XIII: La storia d’amore dei colli di Napoli

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Licenziate circa 900 maestre campane

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Crisi di governo: salta il decreto salva-precari. Licenziate nel nord Italia circa 900 maestre campane.

Scoppia il caos per le maestre campane assunte al nord. La politica infatti ancora una volta non risponde agli insegnanti che vivono la precarietà, anche da oltre dieci anni, con dignità e professionalità. 

Il 28 agosto avrebbe dovuto essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto salva-precari, per preservare il posto di lavoro alle migliaia di maestre, diplomate magistrali. Eppure ciò non è avvenuto. 

Negli ultimi due anni infatti, le scuole del nord avevano assunto circa 900 maestre campane tramite le Gae, graduatorie ad esaurimento, ma, a causa della mancata pubblicazione del decreto, non avranno più il loro posto di lavoro. Il tutto a discapito della tanto decantata continuità didattica. 

Le maestre campane in questione non hanno la laurea, ma avevano comunque iniziato ad insegnare grazie al loro diploma magistrale. 

Tale diploma però non abilita più all’insegnamento a seguito della sentenza del 20 dicembre 2017 del Consiglio di Stato.

Il 7 agosto di quest’anno, il consiglio dei ministri aveva però approvato un decreto che preservasse il posto di tutti questi precari nel mondo della scuola. A quanto pare però i “piani alti della politica” al momento hanno altro a cui pensare…

Il napoletano professor Pasquale Vespa, presidente dell’Associazione Docenti per i Diritti dei Lavoratori e Coordinatore UIL Scuola Precari, commenta infatti:

«Possibile che in un paese civile una fetta di popolazione deve vivere in ansia e con preoccupazione ogni volta che si alternano nuove forze al governo? Ogni compagine nuova mette mano alla Scuola e ne peggiora la qualità della vita di chi ci lavora e la vive».

Cosa prevedeva il decreto salva-precari?

Il decreto avrebbe dovuto contenere l’avvio di un PAS (Percorso Abilitante Speciale) cui potevano accedere i docenti con tre annualità di servizio svolti negli ultimi otto anni e un concorso a cattedra straordinario, cui potranno accedere i docenti con tre annualità di servizio negli ultimi otto anni svolti nella statale, di cui uno nella classe di concorso specifica. 

Nel testo c’erano anche altri provvedimenti attesi dal personale scolastico. Tra i vari, ad esempio, c’era proprio come la trasformazione dei contratti per i diplomati magistrale, con prolungamento fino al 30 giugno 2020. 

Il decreto però si è rivelato un nulla di fatto, in quanto non ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale come previsto.

La protesta dei precari del mondo della scuola

Gli uffici scolastici regionali del Veneto, della Lombardia e del Piemonte hanno già comunicato il licenziamento a circa 900 maestre campane. 

Nella nostra regione la situazione non è diversa. La stessa sorte delle maestre che avevano iniziato la loro carriera lontane da casa attende altre 260 insegnanti che invece avevano trovato il lavoro nella propria regione. 

A farsi sentire è ancora il professor Vespa:

«Per questo motivo chiamiamo ancora una volta a raccolta i precari della scuola pubblica in piazza. Manifesteremo a Roma, il 4 settembre dalle 9,30 in piazza Montecitorio. Ci appelliamo ai lavoratori precari della scuola perché si svestano dei panni dei contestatori sulle piattaforme social e scendano in piazza, in un autunno che si preannuncia caldo!».

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Bombe tra gli scavi di Pompei

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di Maria D’Angelo – Nella giornata di oggi a Pompei, in un’area alle spalle della “Casa dei Casti amanti”, sono state ritrovate due bombe risalenti alla Seconda Guerra Mondiale.

L’area è stata immediatamente transennata, dopo il ritrovamento dell’ordigno da parte del personale del cantiere.

La procura di Torre Annunziata ha disposto il sequestro dell’area per motivi di sicurezza. Domani mattina gli artificieri saranno sul luogo per carpire l’eventuale pericolosità degli ordigni.

Guida e vede in direzione opposta l’altra sua auto, arrestato napoletano

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Un 45enne napoletano è stato arrestato a Lagonegro, in provincia di Potenza, per un furto di automobile. La dinamica è paradossale: la denuncia è partita dal proprietario dell’auto che ha notato sulla corsia opposta, mentre alla guida di un’altra auto,  l’auto rubata guidata dal ladro che sfrecciava a tutta velocità verso la Campania.

Il proprietario, dopo essere stato avvertito del furto dalla moglie, ha a sua volta chiamato le forze dell’ordine. Gli agenti, dopo un breve inseguimento, hanno bloccato e arrestato il ladro, recuperando l’autovettura.

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