domenica, Agosto 3, 2025
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Rissa nel campo Rom di Scampia, 15enne finisce in ospedale

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Maxi rissa avvenuta questa notte all’interno del campo Rom di Scampia. Due le famiglie coinvolte negli scontri scoppiati durante una delle classiche feste organizzate nel campo durante il mese di agosto.

Durante la rissa a rimetterci pesantemente è stata una ragazza di 15 anni, finita al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli.

Le forze dell’ordine sono a lavoro per ricostruire la dinamica.

Al via la 47esima edizione del festival Settembre al Borgo

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Si terrà da mercoledì 4 a domenica 8 settembre a Casertavecchia la 47esima edizione del festival Settembre al Borgo, diretto anche quest’anno dal Maestro Enzo AvitabileMusica, arte, poesia e letteratura animeranno per cinque notti l’accogliente borgo medievale che sorge sui monti Tifatini con spettacoli, concerti, presentazioni di libri, recital, mostre e momenti di confronto. Tra gli ospiti più attesi di questa edizione –  che ha come sottotitolo ‘insieme’ – ci saranno Nicky Nicolai e Stefano Di BattistaOrnella VanoniDolceneraJaques Morelenbaum e Luca Barbarossa.

 

Un insieme di tanti racconti in unico racconto, che è un omaggio alla vita che vive comunque e ovunque, come la storia di Casertavecchia e del suo storico festival che da due anni mi onoro di dirigere” sottolinea il direttore artistico Avitabile.

 

Ad anticipare la kermesse organizzata dal Comune di Caserta e finanziata dalla Regione Campania, la sezione “Un borgo di libri” a cura di Lugi Ferraiuolo che ospita l’anteprima del festival domenica 1 settembre alla Chiesa dell’Annunziata con  la lectio magistralis del poeta e scrittore Davide Rondoni dedicata ai 200 anni de “L’Infinito” di Giacomo Leopardi (ore 21), anticipata dall’happening “I mulini a vento della poesia – da Petrarca a Don Chisciotte a oggi” (ore 19). Un borgo di libri proseguirà poi dal 4 all’8 settembre con numerosi appuntamenti. Tra gli ospiti: Edoardo De AngelisAndrea MoroMarcello Veneziani,Tony LaudadioNicola GrazianoAndrea Di Consolidon Giuseppe MerolaAngelo PetrellaLucio Leone.

 

Due le mostre in cartellone: alla chiesa dell’Annunziata, l’arte contemporanea del pittore parigino Simon Roche con la personale “Manent – Dalle mura alle tele”, con presentazione di Marco Izzolino. Al Duomo di Casertavecchia, invece, sono esposti gli scatti del fotografo Giulio Festa nella raccolta “L’istante unico e immutabile”, tra Tibet, India, Sri Lanka, Nepal ed Europa. Numerosi eventi in programma anche  con musica nelle corti (gni sera alle 19 tra Pozzovetere, Casola, Sommana e l’Eremo di San Vitaliano) con le esibizioni di O’Rom, de La Mansarda, il concerto dell’Orchestra Salesiana, dei Malevera eArianna Quarantotto protagonista di un omaggio a Dante. Il borgo accoglie anche visite guidate e rievocazioni: in ogni giornata del festival, infatti, si andrà alla scoperta del Borgo, in un viaggio a cura degli studenti dell’Università Luigi Vanvitellidi Caserta tra i segreti e le leggende della letteratura del cinema, della musica e del mito. “Storia Medievale tra dame e cavalieri” è, invece, il titolo della sfilata di rievocazione storica in programma nel borgo di Casertavecchia nei cinque giorni di svolgimento della rassegna. Ogni sera, inoltre, dalle 20 in piazza Duomo va in svena “Vardiello: L’imprevedibile avidità dell’Innocenza” liberamente tratto da “Lo counto de li cunti” di Giambattista Basile, con Piero Grant e Francesco Russo, drammaturgia Davide Quarracino.

Tutti gli eventi in programma alla 47esima edizione di Settembre al borgo sono ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.

PER INFO: tel.347 4909566 – https://www.facebook.com/settembrealborgo2019

Lavavetri abusivo aggredisce due poliziotti: arrestato

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Nella giornata di ieri a Napoli, in Via Amerigo Vespucci è stato arrestato un lavavetri abusivo di 33 anni.

La polizia è intervenuta quando alcuni automobilisti hanno segnalato infatti che il trentatreenne stava tentando di danneggiare volutamente spazzole e tergicristalli di un’automobile guidata da una persona anziana.

Fermato dagli agenti, il lavavetri avrebbe aggredito anche le forze dell’ordine con calci e pugni. Una volta bloccato, l’uomo è stato arrestato con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Sagra della Nocciola e del Cinghiale a Gaiano di Fisciano

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Appuntamento da non perdere con la 35° sagra della Nocciola e del Cinghiale, in scena a Gaiano di Fisciano, dal 29 agosto al 1 settembre.

 A Fisciano, specificamente a Gaiano, in provincia di Salerno, dal 29 agosto al 1 settembre si svolgerà la 35° edizione della Sagra della Nocciola e del Cinghiale.

L’accesso alla sagra è gratuito. Tutte le sere gli stand gastronomici apriranno alle ore 20 e le serate saranno animate da diversi gruppi di musica popolare a partire dalle 22.

Nata dalla volontà di un gruppo di Gaianesi di valorizzare la nocciola e, al contempo, di far riscoprire la qualità della carne di cinghiale, quella di Gaiano è diventata una sagra apprezzata in tutta la regione.

I visitatori potranno gustare diversi piatti della tradizione locale, dove a farla da padrone sarà la carne di cinghiale. Tra le specialità, i fusilli al tegamino, serviti con il ragù di cinghiale, poi costine e salsiccia di cinghialespezzatino di cinghiale fritto, servito con le pupacchiole, oppure in umido. Ai piatti di carne di cinghiale, si aggiungono dolci alla nocciola e, infine, caffè e liquore (‘rigorosamente’ alla nocciola!).

Il programma

La sagra avrà inizio giovedì 29 agosto, con un corteo in costumi tipici alle 18:30, seguito dall’apertura degli stand gastronomici alle 20. Lo spettacolo musicale a cura del gruppo “Caffeina Band”, invece, inizierà alle 22. Ad animare la serata del 30 agosto, il gruppo di musica popolare “A Tammorra e Castielle”, mentre il 31 agosto sarà la volta del gruppo “Core a Core” e il 1 settembre si esibirà il gruppo “Chiaroscuro”.

Per informazioni e aggiornamenti, vi consigliamo di consultare la pagina Facebook della sagra.

 

#BussoLaSagra

Con la nostra rubrica #BussoLaSagra ci siamo occupati di diverse sagre in Campania. Ecco un elenco dei nostri suggerimenti:

Sagre in provincia di Salerno, sagre in provincia di Benevento, sagre in provincia di Napoli, sagre in provincia di Caserta, sagre in provincia di Avellino.

Simon Gautier, l’Ue chiederà chiarimenti all’Italia

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Si apprende da Bruxelles che la Commissione europea scriverà all’Italia per chiedere informazioni più dettagliate sulle operazioni di soccorso messe in atto per ritrovare Simon Gautier, il turista francese scomparso il 9 agosto nel Cilento e ritrovato morto il 18 agosto. L’esecutivo europeo vuole maggiori chiarimenti in particolare sulla difficoltà riguardante la locazione dell’escursionista, che ha richiesto ben 9 giorni.

Il Codice europeo per le comunicazione elettroniche, imporrà sia la posizione di rete che quella del telefono quando la chiamata viene effettuata da un cellulare, dovrà essere recepito entro il 21 Dicembre 2020. La Commissione sottolinea che garantirà un maggiore livello di sicurezza ai cittadini europei. L’Italia è in ritardo nell’adozione delle tecnologie più moderne. Altri paesi in Europa come l’Olanda e il Regno Unito hanno già attivato sistemi di geolocalizzazione più efficaci come l’ ‘Emergency location service‘ e l’ ‘Advanced Mobile Location‘, che si suppone avrebbero potuto accorciare i tempi di ritrovamento di Gautier.

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Video hard di 16enne finisce in chat: indagati minorenni ad Avellino

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Di Martina Orecchio- Fanno girare in chat il video hard di una sedicenne, ora si teme che possa essere finito in rete, su siti a luci rosse.

Ennesimo caso di condivisione illegale di un video hard amatoriale sulle chat. Questa volta siamo ad Avellino, e la vittima è una ragazzina di 16 anni. Sotto accusa, un gruppo di minorenni avellinesi, sui quali indaga ora la procura del tribunale dei minori di Napoli, a cui è giunto un primo rapporto della questura di Avellino che aveva ricevuto la segnalazione dai familiari della ragazza.

I ragazzi dovranno rispondere dei reati di diffamazione e distribuzione di materiale pornografico. Nei prossimi giorni saranno ascoltati due ragazzi di 16 anni e una ragazza tra i 16 e i 17 anni, ma non si esclude il coinvolgimento di altri minorenni. Gli inquirenti temono che il video hard della 16enne possa essere finito in rete aumentando, così, la vulnerabilità della vittima.

De Magistris pro ambiente, ma a Napoli il verde è a rischio

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De Magistris denuncia i mali che “hanno condotto il Pianeta sull’orlo dell’abisso”, ma a Napoli l’ambiente è messo a rischio da mancata manutenzione.

Le politiche finanziarie, economiche ed industriali mondiali degli ultimi decenni, fondate sull’accumulazione di ricchezze nelle mani di pochi e sul consumismo universale senza limiti, hanno condotto il Pianeta sull’orlo dell’abisso” – accusa apertamente il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, lunedì scorso in un post su Facebook. Lo fa scagliandosi contro lo sfruttamento illimitato del Pianeta, denunciando i tanti problemi che lo minacciano e dei quali il responsabile è, troppo spesso, l’uomo.

 “Appropriazione illimitata delle risorse naturali,” – continua De Magistris – “distruzione delle foreste, inquinamento devastante ad ogni livello senza alcun riguardo nemmeno per la salute umana, mettono in discussione l’esistenza delle stesse fonti di vita: acqua, terra, aria. Ponendo al centro il solo denaro, il potere economico-finanziario, l’accumulazione delle ricchezze individuali, si sono moltiplicate guerre, disuguaglianze, avanzano terribili cambiamenti climatici. Il capitalismo nella sua forma senile sta morendo e vorrebbero trascinarci tutti nell’abisso, come Nerone con le fiamme. Gli artefici di questo disastro, utilizzando spesso il potere politico e mediatico a loro asservito in varie parti del mondo, ci propinano le loro ricette (ovviamente letali): continuare con le stesse produzioni industriali senza cambiare, creare modelli autoritari per reprimere il dissenso, caccia al povero quale autore delle infelicità di un sistema che è entrato in crisi.”

L’incitamento a rimboccarsi le maniche

Il dibattito sulla salvaguardia ambientale è diventato incandescente, soprattutto in questi ultimi mesi, e deve essere prioritario nelle politiche di tutti i governi. Di conseguenza, le parole di De Magistris richiamano quei discorsi di incitamento che i generali erano soliti fare prima di una battaglia decisiva.

Difatti, sostenendo una sovversione dei rapporti di forza, con un’attenzione maggiore alle persone e alla natura invece che al denaro, nel suo post il sindaco auspica la nascita di un nuovo umanesimo “in cui si pone al centro lo sviluppo della persona umana nel totale rispetto dell’ambiente, con l’obiettivo della lotta ad ogni forma di disuguaglianza per perseguire la giustizia sociale. Una vera e propria rivoluzione mondiale dal basso per difendere il Pianeta. Siamo tutti abitanti pro tempore di madre terra, abbiamo tutti il dovere di salvare il creato per vivere tutti meglio oggi e domani. Ognuno può e deve fare la sua parte, scegliendo la vita e non la morte, la solidarietà e non l’egoismo, l’amore e non l’odio. Oggi, non domani.”

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è il dramma che ha investito il Polmone della Terra, la Foresta Amazzonica, aprendo un vaso di Pandora che va dall’Artico al Mediterraneo. De Magistris si è espresso senza mezze misure:

Gli indiani d’America che amavano le loro terre furono cacciati da invasori/immigrati dalla pelle bianca, che sono quelli che oggi danno anche la caccia agli immigrati neri. Così oggi abbiamo il dovere di salvare le popolazioni amazzoni. Per salvare il Pianeta si devono unire i popoli della Terra e non farsi mettere gli uni contro gli altri. Ecco perché le sfide dell’Amazzonia, dell’Artico, della Groenlandia, della Siberia, del Mar Mediterraneo, hanno a che fare con la costruzione di un manifesto dei popoli per la fratellanza universale.”

La dura verità

Il discorso di De Magistris è esemplare, carismatico e tocca temi e nodi centrali sui quali tutti i governi sono chiamati a riflettere e, soprattutto – ci auguriamo – ad agire. Il problema dell’Amazzonia è grave e necessita di cooperazione internazionale per la salvaguardia del nostro Pianeta.

Tuttavia, il buon esempio nasce dai fatti, prima che dalle parole. Così, le buone intenzioni di De Magistris non bastano e riportano l’attenzione sulla gestione ambientale nella città partenopea. Infatti, non sono mancate le accuse di incongruenza tra ciò che proclama nel suo intervento e la realtà di Napoli. I commenti arrivano in primo luogo dagli utenti del Web, che evidenziano il rischio di guardare all’Amazzonia, dimenticandosi di Napoli. Tra i commenti, alcuni chiamano in causa le condizioni di precarietà del Virgiliano, la spazzatura in strada – anche in via Toledo e in piazza Garibaldi – fino alla chiusura anticipata (e assurda!) di alcuni parchi, principalmente a causa di mancanza di personale.

Botta-e-risposta anche della politica. Come riportato da Le Cronache di Napoli, il consigliere Gennaro Acampora suggerisce a De Magistris di smetterla di “pensare all’Amazzonia”, e di occuparsi “dei giardini delle scuole” che “a settembre riapriranno e i bambini non avranno spazi verdi in cui giocare”. Disapprovazione anche da Diego Venanzoni (PD) che, denunciando il crollo di una pianta al Vomero, in un post di lunedì pomeriggio scrive: “E mentre il Sindaco Luigi de Magistris mostra la sua giusta e doverosa sensibilità verso il grande patrimonio arboreo dell’Amazzonia che va bruciando, i ragazzi della scuola media Viale delle Acacie al Vomero, il quartiere del primo cittadino, non potranno entrare a scuola. Che scherzi gioca il destino. Mettiamoci a lavoro.

Le posizioni iniziali

A dicembre 2018 il sindaco auspicava un “cambiamento di mentalità” e si opponeva alle grandi ed inutili opere pubbliche, schierandosi in difesa del territorio e dei cambiamenti che vengono “dal basso”.

In occasione della prima Conferenza Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, infatti, ha dichiarato: “Siamo molto avanti tra le città che contrastano dal basso il cambiamento climatico […]. Basti pensare alle linee di indirizzo del piano strategico della città metropolitana dove si parla di verde, di piste ciclabili, di mare, di una messa in sicurezza del territorio.” In quella stessa occasione, ha annunciato l’arrivo di fondi per un totale di 10 milioni per la piantumazione di alberi e arbusti nella città di Napoli. Insomma, qualcosa si è mosso. Tuttavia, l’uso di una retorica ambientalista lascia il tempo che trova quando a Napoli la manutenzione quotidiana in molte aree è scarsa. Almeno per il momento.

I Polmoni di Napoli

La decadenza di alcune aree verdi di Napoli è sotto gli occhi di tutti, specialmente in alcuni quartieri particolarmente problematici. La Villa Comunale ha pagato scelte amministrative poco felici, logorandosi a causa di incuria, rifiuti, assenza di vigilanza. La Villa Floridiana rappresenta ancora una nota dolente per l’amministrazione poiché parte dell’area verde è inaccessibile, e il Parco Massimo Troisi sicuramente non è un esempio di virtuosismo ambientale della comunità.

Anche il Parco Virgiliano, gioiello di Napoli, è vittima del degrado. Via decine di alberi, mozzati. La vigilanza è assente, i bagni inagibili. Un grande peccato per il flusso di turisti che potrebbe attrarre con il fascino mozzafiato del suo panorama. “Ormai il verde è completamente bruciato, gli alberi cadenti e non potati adeguatamente. Per non parlare della scandalosa situazione dei servizi igienici non funzionanti ed utilizzati lo stesso dall’utenza, con tutte le conseguenze ben immaginabili” – queste le parole di denuncia di Francesco de Giovanni e Fabio Chiosi, presidente e assessore della I Municipalità di Napoli, rilasciate a Il Mattino poche settimane fa.

Oltre alla scarsa manutenzione dei parchi, a preoccupare è anche il degrado ambientale causato dall’inquinamento delle strade e dai possibili roghi. Già, perché in alcune aree della città i rifiuti invadono tranquillamente i pochi spazi verdi, le aiuole e i viali alberati. Colpa, forse, anche dell’inciviltà di alcuni abitanti, questa situazione andrebbe considerata attentamente, anche alla luce di una (possibile) nuova emergenza rifiuti (ne abbiamo parlato in seguito alla chiusura del termovalorizzatore di Acerra).

Grandi Speranze

In merito alla manutenzione dei parchi, con un comunicato dello scorso 5 luglio e su proposta dell’Assessore Ciro Borriello, la Giunta comunale ha approvato alcuni lavori di riqualificazione di importanti aree verdi della città, tra le quali proprio la Villa Comunale, il Parco Virgiliano, il Parco Massimo Troisi e il Parco Ciro Esposito.

Sembra, dunque, che si stiano facendo alcuni passi in avanti che vanno nella giusta direzione. L’annuncio del Consiglio della Città Metropolitana, proprio durante i mesi estivi, riguarda investimenti per il Virgiliano e per altri cinque parchi dell’area napoletana per oltre 7 milioni di euro. Tra gli obiettivi dei Verdi, il futuro finanziamento di altri sei parchi: Parco del Poggio (Colli Aminei), il Parco San Gaetano Errico (Secondigliano), Parco Mascagni (Vomero), Parco Salvatore Buglione (Arenella), Parco San Gennaro (Sanità).

Per essere esempio di cambiamento, bisogna favorire l’ecosostenibilità nella realtà in cui viviamo, proteggendo e valorizzando la natura. E a testimonianza dello slancio ambientalista della città, il 6 agosto il Consiglio Metropolitano di Napoli ha approvato lo stato di emergenza climatica . Con questa dichiarazione, il sindaco e la giunta si impegnano a “realizzare entro 6 mesi – così come conforme allo spirito ed agli indirizzi del Piano Strategico Metropolitano – iniziative che si facciano carico della gravissima crisi in atto, per la compensazione delle emissioni, la diminuzione delle stesse, la messa in pratica di progetti di resilienza degli edifici, l’introduzione di energie rinnovabili, la revisione dei progetti di Pianificazione Urbana e di Mobilità, sviluppando il progetto di Riforestazione Urbana previsto dalla delibera OBC.”

La Campania di Pasolini: 60 anni dopo

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Estate 1959: la rivista “Successo” incarica lo scrittore Pier Paolo Pasolini di compiere un reportage delle coste della nostra penisola. Sono passati esattamente 60 anni da allora.

Il viaggio di Pasolini a bordo della sua Fiat 1100 sulle coste italiane, descritto ne “La lunga strada di sabbia”, ha appena compiuto 60 anni. Lo scrittore, che all’epoca doveva ancora intraprendere la sua carriera di regista, percorse tutta l’Italia da Ventimiglia (IM) a Palmi (RC). Proseguì poi il suo viaggio in Sicilia e tornò sulla terraferma, risalendo tutta la costa adriatica fino a Trieste.

È un viaggio alla scoperta dell’estate italiana, immediatamente prima del boom economico degli anni sessanta; un viaggio in cui lo scrittore incontrerà molti suoi colleghi (tra cui Moravia e Fellini), entrando in contatto con i più disparati stili di vita.

Eppure Pasolini sente di cominciare davvero il suo viaggio solamente quando giunge nel Circeo. Nel suo reportage scrive infatti:

«Solo, con la mia millecento e tutto il Sud davanti a me. L’avventura comincia».

La grande bellezza della Campania di Pasolini

Nel suo “diario di bordo”, Pasolini descrive la Campania del 1959 con una scrittura graffiante e realistica. Dopo 60 anni, il paesaggio da lui descritto è sicuramente molto cambiato, ma sarebbe interessante poter ripercorrere i suoi “passi” con il suo libro alla mano, come se fosse una didascalia. Ripercorrere il viaggio pasoliniano aiuterebbe a farsi un’idea di quanto resta dell’ “ultima Italia antica”.

Ad essere molto cambiata in primis è Napoli. Sessant’anni fa infatti, in estate, erano gli stessi napoletani a popolarla, ora invece troviamo soprattutto turisti a passeggiare per via Caracciolo. Il lungomare quindi ora risulta forse meno pittoresco di prima.

Eppure i luoghi in cui Pasolini si ristorò nel luglio 1959 resistono, nonostante il passare degli anni. Lo scrittore infatti, la sera in cui arrivò a Napoli, cenò da “Ciro”, un ristorante che tutt’oggi si trova a Borgo Marinari.

Immutato, rispetto alla Napoli di 60 anni fa, è anche il paesaggio del golfo, dominato dal Vesuvio.

Lo stesso “formidabile monte sterminator Vesevo”, che colpì Giacomo Leopardi nel 1845, ha affascinato anche Pasolini. Egli infatti scrive:

«Ho fatto l’aurora, ho visto il Vesuvio, vicino che si poteva toccarlo con la mano, contro un cielo ormai rosso, avvampante, come non riuscisse più a nascondere il Paradiso […]. Lo vedo orrendo, informe spettro controluce».

Le isole del Golfo di Napoli dopo 60 anni

Pasolini, nel suo viaggio del 1959, soggiornò anche a Ischia, in un hotel che esiste ancora oggi: l’Hotel Savoia. Nell’isola verde inoltre è anche possibile ritrovare i ristoranti su palafitte, che tanto colpirono lo scrittore romano. Qui manca però il “vivere senza fatica” di cui parla Pasolini, poiché oggi si riscontra un’Ischia molto più affollata, quasi invasa dai turisti, che di “fatica” ne portano eccome!

A Capri, invece, l’atmosfera sembra rimasta immutata. L’isola era invasa dai turisti già 60 anni fa. Eppure ora come allora ci sono luoghi dove è possibile rilassarsi e godersi la natura, come la Grotta Azzurra. Pasolini la descrive così:

«Niente è mai bello come lo si aspetta, e tutto è più bello di quello che si aspetta. Si ha l’impressione di galleggiare su una lastra di luce, più alta del mare esterno, illuminata dal di sotto da fari di un chiarore duro, glauco, di mercurio».

Il ricordo di Ravello a Pier Paolo Pasolini

Nel suo viaggio lo scrittore romano visitò ovviamente anche la magnifica Costiera Amalfitana, della quale Ravello è considerata come il “salotto elegante”. Il comune di Ravello infatti l’8 agosto ha voluto celebrare i 60 anni dal passaggio di Pasolini con un incontro culturale all’Hotel Rufolo. Il titolo era “Pasolini a Ravello. La letteratura di viaggio nel cuore del Mezzogiorno dimenticato”.

E memore di quella visita quasi epifanica, Pasolini tornerà a Ravello anche nel 1970, per girare alcune scene del suo “Decameron”.

Vallo della Lucania e il Cilento

Percorrendo la “lunga strada di sabbia” a bordo della sua Fiat 1100, Pasolini arriva nel Cilento. Nel 1959 era una zona della Campania non ancora “colpita” dal boom economico, il quale oggi invece ha lasciato le sue tracce in molti dei paesini della provincia di Salerno.

Il Cilento infatti oggi attrae numerosi turisti provenienti da tutta Italia, per le sue affascinanti coste, per le sottili spiagge e per i meravigliosi tramonti.

Inoltre a Vallo della Lucania, al giorno d’oggi numerosi palazzi moderni affiancano quelli settecenteschi. L’albergo Risorgimento, “un palazzone buio, di nobile, quasi grandiosa architettura” dove Pasolini cercò invano alloggio, è scomparso.

Il cuore antico del Cilento si riscontra però ancora oggi nella natura. Per le rocce a picco di questa straordinaria zona della nostra regione sessant’anni sono un istante.

Alla luce di tutto questo, ogni campano (e non solo!) dovrebbe quindi percorrere la “lunga strada di sabbia”, lasciandosi trasportare nella Campania di 60 anni fa dalle acute descrizioni pasoliniane.

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Poggioreale: l’incredibile storia di un’evasione in autostop

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Robert Lisowski, il protagonista dell’incredibile fuga da Poggioreale di cui si è tanto parlato nei giorni scorsi, ha chiesto aiuto a Piazza Nazionale ad un automobilista.
In questa storia incredibile e quasi inverosimile, presentandosi proprio come “l’evaso” ha chiesto un passaggio, ottenendolo. Accompagnato su sua richiesta da un sacerdote, questi ha allertato le forze dell’ordine.

Fuga ai confini della realtà

Sembra quasi un racconto, una storia a metà tra il poliziesco e l’umoristico, ed invece è la pura realtà. 

La foto segnaletica di Robert Lisowski, che ricordiamo essere evaso da Poggioreale calandosi dalle mura del carcere grazie ad una corda fatta di lenzuola annodate in una fuga degna di un cartone animato, è stata diffusa nei giorni scorsi sui giornali e nei telegiornali d’Italia. L’avviso era di fare attenzione all’uomo, considerato molto pericoloso, e di segnalarne la presenza, nel caso lo si fosse scorto, alle forze dell’ordine.

Tuttavia l’aspetto del detenuto, che ricordiamo essere stato condannato per omicidio ed essere stato il primo a riuscire ad evadere da Poggioreale in ben 100 anni, era molto diverso da quello della foto che era stata diffusa – probabilmente per via dei molti mesi di reclusione. Il suo viso era così differente da quello mostrato nella foto segnaletica che l’automobilista a cui Lisowski ha chiesto aiuto a Piazza Nazionale non l’ha subito riconosciuto.

L’uomo in fuga s’è infatti avvicinato alla macchina di un guidatore chiedendo aiuto. Non essendo immediatamente riconosciuto, ha ben pensato di presentarsi: Sono l’evaso” sembra aver detto “mi dai un passaggio?”

Colpo di scena

“Sono l’evaso.” ha detto ancora Lisowski. Mi porti dal prete?”

L’automobilista, dopo avergli dato dell’acqua da bere, ha accettato di dargli un passaggio. Rimessosi alla guida del proprio veicolo lo ha condotto ai Camaldoli proprio come richiesto dall’evaso.

Qui avrebbe incontrato un sacerdote evangelico, che però avrebbe tradito le aspettative di Lisowski: nell’ennesimo colpo di scena di questa vicenda, il sacerdote si è infatti rifiutato di aiutarlo. E non solo: ha anche allertato le forze dell’ordine, contribuendo alla sua cattura.

Le indagini

In questa vicenda che si muove ai margini del buonsenso e che in più punti sconfina in un’incredula follia, sono in corso indagini per procurata evasione. Al vaglio degli inquirenti è la posizione dell’automobilista che ha dato il passaggio al ricercato.

Per adesso, pare comunque che il detenuto non sia stato aiutato nella parte finale della sua fuga.

Restano da chiarire molti punti di questa vicenda che, senza dubbio, non cessa di stupirci.

 

Americano bendato durante l’interrogatorio: dava testate, la benda “mezzo di contenimento”

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E’ ormai nota a tutti la foto di Christian Gabriel Natale Hjorth, l’americano accusato dell’omicidio del Carabiniere Mario Cerciello Rega avvenuto lo scorso 26 Luglio, in cui viene mostrato l’uomo bendato e legato in una caserma. 

Molte sono le proteste e le polemiche che questa foto ha comprensibilmente scatenato, ma nelle ultime ore arriva una nuova spiegazione riguardo al trattamento riservato all’americano al momento del suo arresto.

L’avvocato dell’autore della fotografia ha infatti depositato in sui favore una memoria difensiva, in cui si legge che Christian Gabriel Natale Hjorth, in stato di palese alterazione, tentava di dare violente testate, rischiando di ferire se stesso e gli altri. La fotografia era riservata ad una chat interna.

Legare e bendare l’uomo sarebbe dunque stato, secondo l’avvocato, un “legittimo e proporzionato utilizzo dei mezzi di contenimento”.

Uno scambio di informazioni

La foto, inoltre, non sarebbe dovuta essere pubblicata: era infatti riservata ad una chat di Whatsapp interna a 18 Carabinieri che si stavano scambiando informazioni. L’autore della foto, attualmente indagato per rivelazione di atti d’ufficio, lo rende noto tramite il suo avvocato nella memoria difensiva, dove si legge:

Scopo principale [della chat] era: indicare ai militari impegnati nelle indagini romane sull’omicidio tutti i possibili identikit di spacciatori già noti a ciascuno per ragioni evidentemente connesse ai servizi operativi svolti in passato nella città di Roma.

Nella chat interna sarebbero infatti stati scambiati, nelle ore immediatamente successive all’omicidio, centinaia di messaggi e numerose fotografie di pregiudicati: messaggi che secondo l’avvocato avrebbero avuto il solo scopo di favorire le indagini e che sarebbero, appunto, dovuti rimanere privati.

Cosa che in questo caso non è avvenuta.

La fotografia

La fotografia, nel contesto di queste chat, era stata scattata per due motivi: dimostrare che l’iniziale supposizione del collega del Carabiniere assassinato, riguardo la nazionalità magrebina degli aggressori era sbagliata e per rassicurare gli altri Carabinieri sull’avvenuto arresto del presunto colpevole.

Si legge inoltre nella memoria difensiva che l’arrestato sarebbe stato bendato perché cercava di dare violente testate: era dunque un legittimo mezzo di contenimento. 

I due ragazzi erano ancora visibilmente sotto l`effetto di sostanze alteranti. […] [Il Carabiniere] riportò lesioni al volto giacché uno dei due, sia pure immobilizzato mediante manette, dava testate agli operanti, venne perciò bendato da altro e diverso militare per un tempo di 4 o 5 minuti che si rivelò fortunatamente sufficiente ad interrompere i suoi atteggiamenti aggressivi e di autolesionismo.

La decisione, scrive ancora l’avvocato, sarebbe stata avallata anche da due ufficiali, un capitano ed un maggiore.

[La presenza dei due ufficiali] rassicurò tutti gli operanti che tale precauzione costituisse senza alcun dubbio un legittimo e proporzionato utilizzo di strumenti di contenimento nei confronti dell’arrestato sia per prevenire lesioni verso gli operanti che gesti di autolesionismo.

Una volta calmatisi, i due sarebbero stati slegati e la benda sarebbe stata immediatamente rimossa.

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