venerdì, Marzo 29, 2024
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Natale in Campania: storia di Mafalda, un fantasma a Natale

Napoli, si sa, appartiene ai fantasmi; tra le centinaia di anime che la affollano ce n’è una che si manifesta agli occhi dei passanti durante la notte di Natale: si tratta d’una ragazza che s’aggira sul Ponte della Maddalena gridando parole di vendetta.

Mafalda Cicinelli

La protagonista della nostra storia è Mafalda Cicinelli, fanciulla napoletana di nobili origini.

La famiglia da cui proveniva, il cui stemma era quello d’un cigno d’argento su sfondo rosso e dorato, era una delle famiglie più importanti di Napoli. I Cicinelli erano infatti  legati alle celebri famiglie dei Pignatelli, Mormile e Sanseverino.

La sorte della nobile fanciulla fu decisa dalla sua famiglia: com’era usanza tra le grandi famiglie della nobiltà napoletana, anche Mafalda, in quanto figlia minore, venne destinata alla vita monacale. 

Una storia d’Amore

Sarai monaca“, le dissero; e lei, mansueta, obbedì, nonostante non avesse mai avvertito alcuna vocazione religiosa.

Accadde però una cosa a cui Mafalda, ed anche i suoi familiari, erano del tutto impreparati: la ragazza, infatti, si innamorò. Conobbe un paggio a servizio della sua famiglia e tra i due scoccò un vero e proprio colpo di fulmine.

I due si giurarono eterno amore ed iniziarono ad incontrarsi, nonostante fosse assai rischioso: non solo Mafalda stava contravvenendo all’ordine monacale, ma, cosa forse ancora peggiore, disobbediva gravemente al volere della sua famiglia.

La ragazza ed il paggio si vedevano in gran segreto, spesso di notte e sempre più di frequente. Tanti furono i loro incontri e sempre pieni di passione; i due ragazzi quasi cominciavano a credere che sarebbero durati per sempre.

Fu allora che si diedero un fatidico appuntamento sul ponte della Maddalena, la notte di Natale: sarebbe stato l’ultimo.

Un Natale di sangue

Purtroppo, il padre di Mafalda scoprì la scandalosa tresca; grazie a degli informatori venne a sapere anche che i due si sarebbero dovuti incontrare al ponte durante la notte di Natale.

Il padre si nascoste, deciso a sorprendere il ragazzo. Quando il paggio giunse al luogo dell’appuntamento, non appena scorse il ragazzo il padre preso dalla rabbia sguainò un pugnale e lo assassinò. Ma non si limitò ad ucciderlo: iniziò ad infierire sul corpo del povero paggio, tagliandogli infine anche la testa.

Compiuta la sua macabra opera, il padre si allontanò, coperto di sangue e convinto che giustizia fosse stata fatta.

Un tragico epilogo

Quando la povera Mafalda giunse al ponte, vide lo scempio compiuto sul corpo del suo amore e la lama accanto a lui. Si chinò accanto al corpo del povero paggio e pianse lacrime sconvolte e disperate; poi, presa dall’orrore, prese la testa dell’amato e la infilò nella propria bisaccia.

Nel farlo, osservò meglio il pugnale con cui l’orrore era stato compiuto e, con crescente sgomento, vide impresso sull’elsa un cigno: era lo stemma della sua famiglia.

Per la povera Mafalda fu troppo, e qualcosa nella sua mente e nel suo cuore si spezzò: afferrata l’arma, decisa a raggiungere il suo amore, si trafisse il cuore.

Un Natale di terrore

Da allora si dice che la giovane fanciulla compaia sul Ponte la notte di Natale gridando parole d’amore e di vendetta, estraendo davanti a dei terrorizzati passanti la testa del povero paggio dalla propria bisaccia grondante di sangue.

E voi? L’avete mai vista? Avete mai sentito le sue grida ed il suo pianto? Forse, sarebbe meglio non passare, durante la Notte di Natale, sul ponte della Maddalena… a meno che non vogliate trascorrere un Natale di sangue e di terrore.

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