mercoledì, Agosto 6, 2025
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Dramma nel napoletano: muore in casa ventunenne

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Dramma a Pomigliano. Probabilmente a causa di un arresto circolatorio é improvvisamente deceduto Matteo Russo.

Il giovane, di appena 21 anni, era noto per fare parte dello staff di una celebre paninoteca di Pomigliano D’Arco, “Sciué, il panino vesuviano“.

La tragedia

Non é ancora ben chiaro se Matteo fosse solo in casa o in compagnia dei genitori quando ha accusato un malore improvviso.

Chiamati i soccorsi, i medici accorsi sul posto hanno potuto solo constatarne il decesso. Si sospetta che il giovane sia morto a causa di un arresto cardiocircolatorio.

Il lutto

La paninoteca dove Matteo lavorava é in lutto per il terribile evento.

Leggiamo sulla pagina ufficiale del locale:

“Ci sono notizie che non vorremmo mai dare, come questa, dolorosa e improvvisa, della perdita Matteo. Perdiamo un amico prima ancora che in componente dello staff. Vicini alla sofferenza della famiglia, quest’oggi Sciué il panino vesuviano e Sciué pizza in teglia resteranno chiusi.”

La cittadinanza

I concittadini si sono subito mostrati compenetrati al dolore della famiglia in questo momento difficile.

Numerose sono state anche le pubbliche manifestazioni di vicinanza, esplicitate attraverso i social network.

Napoli: allerta meteo gialla emanata dalla Protezione civile

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Ancora maltempo a Napoli e provincia: la Protezione civile dirama un’allerta meteo gialla.

La Protezione Civile regionale ha diramato dalla mezzanotte fino alle 21 di oggi l’allerta meteo di colore giallo, a causa del maltempo che continua a imperversare sulla nostra regione. Ci saranno  infatti precipitazioni sparse e temporali, con fulmini e con venti forti dai quadranti orientali. Anche il mare sarà agitato soprattutto al largo e lungo le coste esposte.

L’allerta meteo diramata riguarderà tutta la regione, con possibili allagamenti nelle aree urbane già colpite da temporali nei giorni precedenti. Si “salveranno” solo l’alta Irpinia, il Sannio e il Tanagro. Eppure a causa dell’incertezza della previsione e della rapidità di evoluzione dei fenomeni temporaleschi, è necessario segnalare l’allerta meteo e prendere dei provvedimenti.

Per quanto riguarda la città di Napoli, la Protezione civile del Comune ha provveduto alla chiusura del sottopasso Claudio. Il servizio comunale Verde della Città ha disposto inoltre la chiusura dei parchi pubblici per la giornata di oggi. I cimiteri cittadini resteranno aperti.

Il servizio comunale che si occupa di edilizia scolastica ha informato tutti i dirigenti scolastici di non praticare le aree esterne alberate o le strutture esterne adibite ad aree ludiche. L’attività scolastica però proseguirà regolarmente.

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Napoli: arrestato un uomo mentre bruciava rifiuti

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Arrestato un 69enne colto nella flagranza di accensione di un rogo di spazzatura.

Avviene a Qualiano, precisamente in via Mennea. I primi ad accorgersi della colonna di fumo che si innalza dal luogo sono i Carabinieri del gruppo forestale di Napoli.

Avvertiti subito i militari che in quel momento, su tutto il territorio di Qualiano, erano impegnati in ronde preventive proprio all’accensione dei rifiuti. Intervenuti prontamente, i militari hanno bloccato l’uomo intento a bruciare plastiche, materiali edili e bottiglie in plastica e vetro. L’intervento dei Vigili del Fuoco ha poi subito domato le fiamme.

Il 69enne di Giugliano adesso dovrà rispondere di combustione illecita di rifiuti. Dopo l’arresto per l’identificazione, l’uomo si trova adesso agli arresti domiciliari in attesa del processo per direttissima.

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Tragedia a Salerno: Malore in classe. Muore ragazza di 16 anni

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Una tragedia inaudita quella accaduta stamattina all’istituto “Genovesi – Da Vinci” di Salerno.

Una studentessa 16enne è stata colpita da un malore improvviso mentre era stata interrogata alla lavagna dalla professoressa. Forse un mancamento o un calo di pressione, fatto sta che nel perdere i sensi, la giovane ha battuto la testa sullo spigolo della cattedra. Il colpo le è stato fatale.

Soccorsa dal docente, dagli studenti e dal personale addetto, che purtroppo non ha potuto fare nient’altro che constatare il decesso della ragazza.

 

A Napoli l’assemblea nazionale di Fridays for Future

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Dopo la grandissima mobilitazione del 27 settembre, Fridays for Future Napoli ha ospitato la seconda assemblea nazionale. Il movimento contro i cambiamenti climatici sta acquisendo sempre più voce partendo dal locale e puntando al globale.

Napoli città simbolo

I gruppi locali che stanno animando Fridays for Future si sono incontrati a Napoli, città emblema dal punto di vista delle criticità ambientali. Napoli ha già una storia di comitati territoriali che combattono ogni giorno contro le ingiustizie ambientali. Dalle lotte contro i siti di smaltimento di Acerra, Chiaiano, Giugliano, Napoli est, dove ieri il gruppo di Fridays for Future Napoli ha bloccato l’ingresso del deposito Q8 di San Giovanni a Teduccio. Non a caso luoghi periferici, utilizzati come angoli di accumulo e scarico delle filiere produttive e poi come luoghi di speculazione. È l’esempio di Bagnoli, dove i cittadini organizzati hanno rivendicato il diritto di decidere sulla propria salute. Fridays for future Napoli porta con sé le voci di coloro che vivono queste lotte e da esse hanno imparato.

Dal local al global

All’assemblea nazionale hanno partecipato i delegati locali e ognuno ha portato il suo contributo, condividendo con gli altri le criticità dei propri territori, dalla Puglia alla Val di Susa. Dunque, un punto imprescindibile è, per il movimento, guardare con attenzione ai problemi dei territori e combatterli, con la consapevolezza che solo partendo dalla lotta locale si può pensare la lotta globale.

Per far ciò, bisogna avere le idee chiare sul nemico che si ha di fronte, riconoscerlo, smascherarlo e combatterlo nel modo più radicale possibile. Il movimento si definisce quindi anticapitalista, grida a gran voce la contrarietà a un sistema predatorio costruito alla sua base sullo sfruttamento compulsivo di risorse materiali e umane da cui trarre produzione e profitto, un sistema che consuma e poi rigurgita ciò che produce provocando danni irreversibili.

Fridays for Future Italia si propone di combattere i nemici climatici, a partire da chi nega, ignora o strumentalizza il problema, passando per quelle organizzazioni che adottano strategie di greenwashing, costruendo un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale.

La riflessione dell’assemblea tocca anche il tema dell’austerity. I cambiamenti climatici vanno inquadrati seriamente nell’ottica di crisi e di sopravvivenza. La riconversione totale non può essere obiettivo auspicabile, bensì irrinunciabile e deve prescindere da qualsiasi vincolo di bilancio.

Il movimento prende anche posizione rispetto alle grandi opere, pensate alla base proprio come mezzi per intensificare il ritmo autodistruttivo del sistema. Le istituzioni finanziano le grandi opere quando quei miliardi potrebbero servire a investire sulla riconversione. Nonostante sia già stato oltrepassato il punto di non ritorno, è necessario combattere la crisi con tutti i mezzi possibili.

Fridays for Future, dunque, si radicalizza sui territori e si organizza a livello nazionale e internazionale. L’Italia in questa settimana ha portato in piazza 1 milione di persone su 7 in tutto il pianeta.

Vomero, Rissa tra bande: 18enne accoltella 17enne

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Violenza inaudita tra adolescenti, che spesso per futili motivi impugnano armi e arrivano ai limiti del tragico.

E’ successo ieri sera al Vomero, precisamente in via Scarlatti, quando, tra la movida e la folla è scattata una rissa tra bande. Nell’occasione un 18 ha sferrato un fendente con un coltello ad un suo coetaneo, 17enne ferendolo gravemente

il giovane, che frequenta un istituto scolastico di Marano, è stato arrestato dai carabinieri questa mattina con l’accusa di lesioni gravissime.

 

Sapori Leggendari: il fantasma delle Sfogliatelle

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Frolla o riccia che la si preferisca, tutti amano il sapore della sfogliatella – ed il suo profumo.

Ma Napoli è una città maledetta, le cui strade sono affollate più da fantasmi che cittadini, e persino la deliziosa storia della sfogliatella cela intrighi, segreti e spettri: ancora oggi, la sera, un odore di sfogliatelle si manifesta misteriosamente insieme al suono straziante di un pianto nei pressi del vecchio policlinico.

Questa settimana vi raccontiamo la storia del fantasma delle sfogliatelle.

Tre sorelle

Lì dove oggi sorge il complesso del vecchio policlinico, prima si ergeva il Monastero di Croce Lucca di Napoli.

Il Monastero era particolarmente ambito dalle famiglie della nobiltà napoletana. Per assicurare un posto alle proprie figlie tra le mura del complesso religioso, ed anche per contrastare le voci secondo cui voleva spingere le tre ragazze alla vita monacale per risparmiare sulla dote, il principe di Cellamare ristrutturò l’edificio e vi apportò numerose migliorie.

Le tre ragazze vennero dunque accolte nel Monastero, dove vissero insieme per anni senza farsi mancare alcuna comodità.

Una gara di cucina

All’epoca i vari monasteri della città erano soliti partecipare ad una gara culinaria. La gara aveva cadenza annuale ed ogni monastero aveva aveva un proprio cavallo di battaglia: quello del monastero di Croce Lucca di Napoli era proprio la sfogliatella.

Ciascuno dei partecipanti alla gara teneva ben nascoste le proprie ricette, nonostante non mancassero, ogni anno, i tentativi di furto e spionaggio. Ognuno dei conventi avrebbe pagato oro per conoscere i segreti degli altri partecipanti, per poter far proprie le ricette squisite che ad ogni gara venivano proposte; ma, fino ad un certo punto, le ricette non uscirono mai dalle cucine dei monasteri.

Pintauro ed Aurelia

Ma, un anno, poco dopo la gara, accadde l’impensabile: un pasticciere, Pintauro, iniziò a vendere sfogliatelle per le strade di Napoli! In qualche modo il segreto della ricetta era stato rivelato.

Iniziarono subito i sospetti e dopo poco partirono accuse e recriminazioni – ed alla fine, la colpa ricadde sulle tre sorelle Cellamare. Alcuni dissero che una di loro, Aurelia, avesse avuto una relazione col giovane Pintauro e che per questo gli avesse rivelato la ricetta segreta; altri dissero addirittura che Cellamare avesse fatto entrare la propria figlia nel monastero solo per far arrivare la ricetta a Pintauro.

Dopo quello che fu un vero e proprio interrogatorio, la madre superiora accusò le tre sorelle. Non le cacciò dal convento, ma non fu loro più permesso di avvicinarsi alle cucine. 

Non sono stata io!

Di Aurelia e delle altre sorelle Cellamare non sappiamo molto, da qui in poi. Mai fu confermata la storia d’amore tra la fanciulla e Pintauro, e se c’è stata non ne conosciamo le definitive sorti: i due amanti continuarono a frequentarsi in segreto? O lo scandalo li separò per sempre?

Non c’è dato di saper nulla; di Aurelia sappiamo solo che, anche in punto di morte, continuò a proclamare la propria innocenza. Si dice che abbia continuato a farlo anche dopo la morte: è lei, infatti, che compare, in un profumo di sfogliatelle, nei pressi del vecchio policlinico, singhiozzando: “Non sono stata io!”.

E voi? L’avete mai vista o sentita? Avete mai sentito l’odore di queste fantasmatiche sfogliatelle?

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Stazione Bayard. Spunta lo striscione: “Sepolta dalla vergogna italiana”

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Esposto uno striscione fortemente critico davanti al rudere della stazione Bayard, nei 180 anni della prima ferrovia italiana.

Qui giace sepolta dalla vergogna italiana la prima ferrovia. 3-10-1839“. È lo striscione esposto nello spazio che circonda il rudere della stazione Bayard di Napoli.

Antico capolinea della Napoli-Portici, la stazione Bayard fu costruita in quello che all’epoca era il Regno delle Due Sicilie. Oggi è ridotta a un rudere e non è visitabile. È inagibile da tempo per i danni dei bombardamenti e del terremoto dell’80.

Sullo striscione, il cui testo è tradotto anche in inglese, è esposta anche una bandiera con la scritta “Nazziona Napolitana Indepennente” su campo giallo e rosso e uno stemma con il cavallo. Sono gli antichi colori della città, poi simboli della provincia di Napoli e oggi della città metropolitana.

All’altro capolinea c’è la stazione di Portici-Ercolano delle Ferrovie dello Stato. Si celebrano oggi i 180 anni dell’inaugurazione della linea ferroviaria. Alla cerimonia parteciperanno il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli.

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Barra, Giuseppe Zappella accusato di omicidio dopo 14 anni

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Giuseppe Zappella è accusato dell’uccisione di Aldo Pezzella, avvenuta in un bar del quartiere Barra nel 2005.

I carabinieri di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Giuseppe Zappella, accusato di omicidio, detenzione e porto illegale di armi. Il Gip ha emesso l’ordinanza dopo una lunga indagine coordinata dalla Dda partenopea. Zappella sarebbe colpevole dell’omicidio di Aldo Pezzella, avvenuto a Barra nel 2005, in via Luigi Volpicella, all’interno di una bar.

Poche ore dopo l’uccisione di Pezzella, nel garage del padre di Zappella sei uomini armati avevano esploso colpi d’arma da fuoco e appiccato un incendio. Giuseppe Zappella, subito dopo l’omicidio di Aldo era sparito dalla circolazione, raggiungendo prima il Lazio, poi l’Emilia Romagna e quindi il Messico. Intanto i Pezzella avevano iniziato ronde a Napoli est per colpire persone legate ai Zappella.

Il tutto portava sulla pista della faida familiare tra le famiglie Pezzella e Zappella, probabilmente iniziata nel 2002 con l’omicidio di Ciro Zappella. Decisive sono state le intercettazioni attivate dopo l’omicidio.

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Spuntano nuovi dettagli sull’omicidio del poliziotto napoletano

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Ieri, a causa di una sparatoria all’interno della questura di Trieste, è morto un poliziotto di origini napoletane. Un’agente di polizia racconta ciò che è successo durante la sparatoria.

Oggi lutto cittadino a Trieste per la morte dei due poliziotti, uccisi durante la sparatoria di ieri. Anche negli uffici della questura di Napoli però c’è grande sofferenza, soprattutto per la perdita del poliziotto di origine partenopea. Ma quali sono le dinamiche della sparatoria avvenuta nella questura di Trieste?

Ecco il drammatico resoconto di un’agente triestina:

«E’ stato tipo Beirut, non so quanti colpi sono stati esplosi, una infinità. Sembrava di stare a Capodanno con i mortaretti. La cosa più brutta è stata non poter fare niente, quell’uomo sparava a vista. Ero con mia sorella e mio cognato quando ho visto arrivare i due colleghi con i due uomini, erano troppo vicini senza manette. Uno dei due ha fatto addirittura una battuta, abbiamo riso. Quando sono entrati, ho salutato mia sorella, appena ho aperto il portone della Questura ho sentito un colpo sordo ma non avevo capito in un primo momento».

In un primo momento dunque c’è stata grande confusione e la poliziotta dichiara di aver visto un uomo con una pistola in mano. In seguito ad altri spari, sono caduti vetri e calcinacci dappertutto. Uno dei due prigionieri, ormai liberi e armati, è rimasto al’interno della questura, dirigendosi nei sotterranei. L’altro invece ha prolungato la sparatoria anche all’esterno della questura di Trieste.

La poliziotta prosegue il suo racconto:

«Nonostante lo avessero colpito, l’uomo con la pistola ha continuato ed è uscito. Una volta fuori ha incontrato la macchina della Mobile e gli ha sparato ad altezza uomo, colpendo il montante della portiera lato passeggero. I tre colleghi si sono buttati per terra, ma lui ha sparato 15 colpi e si è accasciato a terra, ferito. L’altro, intanto, era con me, corsa nel frattempo nel sotterraneo. Io ero in borghese, senza armi, lui metteva e toglieva la sicura. Ho avuto paura, cominciava a vagare per tutta la questura, c’erano colleghi che sparavano, alla fine sono arrivati gli Uopi (unità operative di pronto intervento) nel sotterraneo e l’hanno preso».

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