mercoledì, Dicembre 17, 2025
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Paura in metro: due treni si scontrano. Linea 1 sospesa

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Stamattina, intorno alle 7, due treni della metropolitana si sono scontrati frontalmente all’altezza della stazione di Piscinola. Uno dei due mezzi era in uscita dal deposito, l’altro proveniva in direzione contraria da Chiaiano.

Ciò ha provocato un nuovo stop alla circolazione dei treni sulla Linea 1 della metropolitana di Napoli.  Secondo quanto riportato da diversi media, ci sarebbero inoltre dei feriti. Probabilmente il macchinista.

Le ambulanze stanno arrivando sul posto.

Intanto, la circolazione resta limitata alla tratta Garibaldi-Colli Aminei, chiuse le stazioni di Piscinola, Chiaiano e Frullone. A comunicarlo sulla propria pagina Facebook l’Azienda Napoletana Mobilità.

“Dracula” in scena al Bellini con Luigi Lo Cascio e Sergio Rubini

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Al Teatro Bellini di Napoli, dal 17 al 26 gennaio, andrà in scena con Luigi Lo Cascio e Sergio Rubini, “Dracula”, tratto dall’opera di Bram Stoker.

(COMUNICATO STAMPA)

Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo presenta Luigi Lo Cascio e Sergio Rubini
in Dracula, da Bram Stoker. Adattamento di Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini: con Lorenzo Lavia, Roberto Salemi, Geno Diana, Alice Bertini.

scene Gregorio Botta
costumi Chiara Aversano
musiche Giuseppe Vadalà
progetto sonoro G.U.P. Alcaro
luci Tommaso Toscano
foto di scena Filippo Manzini
regista collaboratore Gisella Gobbi

regia
Sergio Rubini

Dracula è prima di tutto un viaggio notturno verso l’ignoto. Non solo un viaggio tra lupi che ululano, grandi banchi di foschia e croci ai bordi delle strade. Ma è anche un viaggio interiore che è costretto ad intraprendere il giovane procuratore londinese Jonathan Harker, incaricato di recarsi in Transilvania per curare l’acquisto di un appartamento a Londra effettuato da un nobile del luogo.
Il giovane avvocato non immagina la sciagura che lo attende, ma immediatamente, appena ha inizio il suo viaggio, sprofonda in un clima di mistero e di scongiuri. È proprio in questo clima di illusione, di oscurità e paura che il giovane Harker verrà calato prima ancora di conoscere il Conte e quando si accosterà al cancello del Castello, come chi sopraggiunto nell’Ade comprenderà di essere finito in una tomba.
Ma il viaggio che compie il giovane Harker non si limita a quell’esperienza fatta di angoscia e paura. L’orrore di ciò che ha vissuto al Castello deborda e finisce con l’inghiottire tutta quanta la sua esistenza, diventa un’ossessione che contamina tutto ciò che ha di più caro, destabilizzando irrimediabilmente ogni certezza. Di questo contagio ne è vittima in primo luogo sua moglie Mina, a cui Jonathan inizialmente non ha il coraggio di raccontare quanto accaduto. È dalla lettura del diario redatto durante il soggiorno-prigionia di Jonathan al Castello che Mina viene a conoscere l’origine di quel malessere, che sembra essersi impossessato del suo giovane sposo e averlo mutato profondamente. Un malessere che come una malattia incurabile finirà per consumare anche lei. Una dimensione dove il buio prevarrà sulla luce, il chiarore ferirà come una lama lo sguardo, il cupo battere di una pendola segnerà il tempo del non ritorno, uno scricchiolio precederà una caduta e il silenzio l’arrivo della bestia che azzanna e uccide. Una realtà malata dove sarà impossibile spezzare la tensione e da cui sembrerà difficile uscirne vivi.

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“12 baci sulla bocca” torna in scena al NEST

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Torna al Nest, in occasione dei #10anni della Compagnia, lo spettacolo più amato del repertorio: “12 baci sulla bocca” di Mario Gelardi con Francesco Di Leva nelle vesti di Emilio, il giovane lavapiatti; Stefano Meglio in quelli di Antonio, il proprietario del ristorante; Andrea Vellotti è Massimo il fratello “ripulito” di Antonio. Una intrigante storia che regala emozioni e spunti di riflessione con la regia di Giuseppe Miale Di Mauro.  “E’ tutta la vita che mi nascondo, perché io nascosto ci sto bene. Mi sento al sicuro”. Nel testo non si tratta di fare outing, ma di interpretare l’alchimia di un sentimento che nasce inaspettato. La trama è pretesto per raccontare una storia d’amore, semplice ed emozionante come ogni storia d’amore è. E poco importa se i protagonisti di questa storia sono due uomini, perché Emilio e Massimo sono il simbolo di una libertà che negli anni settanta era pura utopia e oggi è finta democrazia.

Sinossi

Siamo nella provincia soffocante e a volte disorientante napoletana degli anni 70’. Il conflitto politico e sociale che divide il paese sembra lontano da queste terre. In questo ambito nasce “12 baci sulla bocca” che racconta l’incontro-scontro tra Emilio, lavapiatti dai modi e dal linguaggio diretto e Massimo, fratello “ripulito” del proprietario di un ristorante. Massimo si sta per sposare con l’unica donna che ha avuto nella sua vita, è a quel punto della vita in cui o ti lasci o ti sposi, Massimo si sposa. Emilio è giovane ed è ricchione, perché era l’unico termine usato a Napoli per identificare un omosessuale. Emilio riesce a scardinare l’omosessualità assopita malamente da Massimo. I loro incontri sono violenti al limite dello scontro fisico. I due ragazzi si nascondono, ma quel rapporto così controverso, rappresenta, forse, l’unico momento di vero sentimento nella loro vita. Il loro è un ambiente in cui non è permessa alcuna diversità, vigono leggi sociali e di branco che non permettono nulla al di fuori di una prassi consolidata. Ma gli occhi di Antonio, fratello di Massimo, lo guardano dentro, sanno molto di più di quel fratello di quanto lui pensi. In quell’ambiente i problemi si risolvono in maniera spicciola ed uno come Massimo, non può certamente essere un “ricchione di paese”.

Note di Regia
Ho spinto Mario Gelardi, l’autore del testo, ad ambientare questa storia negli anni settanta per costruire un tessuto emotivo ancora più claustrofobico. Quando lessi il testo, che era ambientato ai giorni nostri, era appena successa una tragedia omofobica che avrebbe spinto lo spettacolo troppo verso la cronaca e meno verso il simbolismo necessario in teatro. Così è venuto fuori il racconto di una storia d’amore impossibile, una sorta di Romeo e Giulietta oltre il genere maschile e femminile, che si snoda in 12 mesi fatidici che iniziano con la strage di piazza della loggia e terminano con la tragica morte di Pier Paolo Pasolini. Una vicenda che parte dalla periferia della nostra terra in cui il tempo sembra essersi fermato. Un ritratto sociale dove l’illusione di un finto progressismo sfocia in leggi sociali antiche. Un’atmosfera sudata, che ha l’eco della musica popolare degli anni settanta, che vive di squarci di luce sul nero dei giorni e di quelle vite.

LA MOSTRA  #10NEST – dieci anni di compagnia 

“10NEST – dieci anni di compagnia” è un percorso visivo e tattile fatto di scatti e oggetti di scena che testimoniano, anno dopo anno, tutti gli spettacoli prodotti e messi in scena dalla Compagnia Nest. Un modo per ricordare e celebrare il lavoro di un gruppo di giovani ardimentosi che con enormi sforzi sono cresciuti e diventati adulti. La storia racconta che durante la tournée di un fortunato spettacolo dal titolo noto, GOMORRA, un gruppo di attori decide di unirsi per provare a esprimere la propria esigenza artistica. Ciò che ha spinto e spinge ancora il collettivo è un semplice ma fondamentale obiettivo: avere coscienza. Sulle cose, su ciò che ci circonda, sull’esistere. Avere coscienza per riuscire a rappresentare ciò che accade, mescolando la verosimiglianza della cronaca con l’onirico del teatro. Portare sul palco ciò che accade intorno, trasmutato dalla propria interiorità, dalla propria estetica, dall’utilizzo di tecniche e saperi, perché dall’ego si passi all’oggettivo. Al fruibile universale. Perché si crei la relazione giusta con lo sguardo del pubblico. Per riconoscersi e riflettere su ciò che esiste. Perché in questo territorio, in questa città, in questo paese, nel mondo, c’è gente che passa una vita a non avere coscienza delle cose. Dieci anni nel tentativo di irrobustire la propria poetica e scandagliare a fondo l’autocoscienza.

#10ANNIONEST
Programmazione:
17 – 18 novembre ore 21.00
19 novembre ore 18.00

Prenotazioni:

whatsapp e mobile: +39 3208681011
whatsapp e mobile: +393333223780

INFO E CONTATTI

Nest Napoli Est Teatro –

www.compagniateatronest.it

Via Bernardino Martirano 17 – San Giovanni a Teduccio , Napoli

+39 3208681011 mail: Info.teatronest@gmail.com – pressofficenest@gmail.com 

Vigili del Fuoco scoprono un lago-discarica nel Casertano

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Da questa mattina, il Comando dei Vigili del Fuoco di Caserta è impegnato nella ricerca di rifiuti in una vecchia discarica dismessa nella zona di San Felice a Cancello (CE).

I Vigili, muniti di gommoni, stanno scandagliando un bacino d’acqua situato a circa 10 metri di profondità, e quello che si sono ritrovati davanti è stato uno spettacolo raccapricciante: sacchetti di plastica, elettrodomestici, carcasse d’auto e rifiuti di ogni genere galleggianti sulla superficie, segno che il bacino è stato usato come sversatoio abusivo; sul fondale melmoso, che arriva fino a quattro metri di profondità dove la visibilità è nulla, i sub dei Vigili stanno usando delle telecamere.

L’operazione è stata ordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

 

 

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“Tramonti di cartone”: quando la letteratura è solidale

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Tramonti di cartone è un viaggio, un duplice percorso di parole e immagini, ispirato da ricordi ed esperienze. Oltre ad esplorare le sfumature dell’animo umano, però, ha anche un fine solidale: finanziare un’ONLUS che lotta per portare in Africa acqua e formazione.

Per tutte le volte che ho guardato la tua terra, per le volte che ho guardato il tuo popolo, l’ho fatto con i tuoi occhi. Lo sguardo percorre le vie come le pagine di un libro. Africa, mi lascerai segni e sogni indelebili.

Dall’unione di cinque giovani talenti, scrittori e artisti, nasce il perfetto connubio tra prosa e poesia, arte letteraria e visiva. Una riflessione corale su esperienze e sentimenti, temi come amore, perdita, ricordo e speranza. Ad accompagnare l’esplorazione dell’animo umano nella sua fragilità si alternano illustrazioni e fotografie, creando un viaggio sensoriale dai molteplici significati. Oltre a rappresentare una particolarità dal punto di vista letterario, il progetto si propone di finanziare l’attività benefica di un’ONLUS che opera in Africa, paese ispiratore di svariati ricordi ed esperienze, per portare istruzione e acqua.

L'immagine può contenere: testo

La presentazione

Il 22 gennaio alle ore 18 sarà presentato il libro alla Feltrinelli di Piazza Dei MartiriLe parole degli autori, Marcello Affuso, Valentina Bonavolontá e Giulia Verruti, insieme alle illustrazioni di Federica Crispo e le foto di Erica Bardi, saranno allietate dalle note suggestive del cantante e musicista Andrea Tartaglia, il ritmo africano di Mestre Carcará, maestro della scuola di Capoeira Angola Ogum, e il talento dell’attrice Francesca Hasson. A moderare la presentazione sarà Armida Parisi, scrittrice e giornalista de Il Roma.

L’ONLUS “I Care”

Il ricavato delle vendite verrà interamente devoluto alla Onlus I Care, associazione che ogni giorno lotta per portare in Africa acqua, istruzione e formazione ad un popolo duramente provato dalla fame, dalla miseria, dalla siccità, dalla guerra e da gravi emergenze sanitarie. E’ da circa vent’anni che opera in Uganda e fino a ora ha garantito la costruzione di oltre sessanta pozzi, nel distretto di Tororo. L’anno scorso, oltre ai pozzi, l’associazione ha inaugurato due sale operatorie che con il dispensario medico costruito in precedenza, garantiscono un’assistenza sanitaria altrimenti mancante nel piccolo villaggio di Mulagi, sempre più operativo e funzionale.

 

Altri appuntamenti

La presentazione alla Feltrinelli non è l’unico appuntamento in programma per i giovani autori: il 30 gennaio al Riot Concept Store (Via Kerbaker 19) verrà allestita, infatti, una mostra fotografica, in collaborazione con il CMA e il fotografo Daniele Lepore,  ispirata alle tematiche del libro.

Stabilimento Whirlpool: a breve incontro col Ministero

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Nessun’altra offerta è arrivata per salvare lo stabilimento napoletano: rimane sul tavolo soltanto la proposta svizzera.

Si dovrebbe concludere con un nulla di fatto la convocazione al Ministero dello Sviluppo per l’incontro dei lavoratori dello stabilimento partenopeo della Whirlpool con il ministro Patuanelli. La data prevista per l’incontro, al momento ancora ufficiosa, dovrebbe essere il 20 gennaio.

Le aspettative dell’incontro

Al momento per i lavoratori il quadro non sembra essere dei migliori. Il gruppo svizzero Prs rimane, infatti, l’unico interessato ad acquisire e riconvertire l’impianto. I lavoratori si dicono comunque disposti a proseguire il dialogo con il gruppo elvetico.

Il ruolo della Whirlpool

Lascia sicuramente l’amaro in bocca il fatto che nessun’altra azienda di elettrodomestici si sia detta interessata all’acquisizione dello stabilimento partenopeo. Ma è sicuramente ancora più sconcertante che la Whirlpool stessa non abbia dato alcun segnale di apertura verso la proposta avanzata dalla Regione Campania. Si tratterebbe di un accordo da 20mila euro con l’intervento di Confindustria e Invitalia che avrebbe previsto una riqualificazione del personale, finanziamenti in ricerca e sviluppo e vantaggi fiscali.

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Follia in tangenziale: sciame di scooter contromano tra le auto in corsa

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Sciame di scooter contromano sulla Tangenziale nel tratto tra Agnano e Pozzuoli. Tragedia sfiorata con decine di automobilisti che si sono visti spuntare davanti almeno 5 motorini con i fari spenti. Si pensa ad una nuova sfida tra i giovanissimi.

Sabato notte, tra le 2:20 e le 2:30, si sono consumati 10 minuti di pura follia nel tratto di Tangenziale tra Agnano e Pozzuoli; davanti agli occhi increduli degli automobilisti si è parata una carovana di scooter contromano a velocità folle.

Questo incomprensibile gesto potrebbe ricondursi ad un nuovo e pericoloso gioco tra i giovani, già rinominato da alcuni “scooter challenge“. Sarebbero stati proprio dei giovanissimi, alcuni addirittura senza casco, gli almeno 5 centauri alla guida degli scooter. Solo la reattività degli automobilisti, costretti ad un repentino zig zag, ha scongiurato per un soffio gli impatti ed evitato il peggio. Come se non bastasse, gli scooter viaggiavano a fari spenti: i centauri segnalavano la propria presenza solo tramite clacson.

Non si esclude l’ipotesi di un inseguimento.

Le indagini

La Polstrada, che indaga sul caso, ha acquisito le immagini delle telecamere di sicurezza per ricostruire l’accaduto: almeno 5 motorini quasi tutti con a bordo due persone, tutte giovanissime e alcune senza casco, viaggiavano contromano in autostrada a fari spenti e a velocità elevata.

Paradossalmente solo un automobilista -malgrado le decine di auto che erano in transito nell’area- ha segnalato l’accaduto al 113, che ha immediatamente disposto una pattuglia per provare ad intercettare il convoglio.

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BussoLaLingua / Perché si dice “Mannaggia a Bubbà”?

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Quando qualcosa di brutto accade, tra le strade di Napoli non è raro sentir riecheggiare la misteriosa esclamazione: Mannaggia a Bubbà! Ma perché si dice così? Chi è questo Bubbà tanto vituperato, che da secoli s’accolla gran parte delle maledizioni dei napoletani?

#BussoLaLingua vi racconta la sua storia, così che possiate imprecare per bene, conoscendo per lo meno l’identità dell’uomo più carico di improperi della storia della nostra città.

Un paradiso dove i diavoli non bestemmiano

Napoli è una città piena di contraddizioni, in cui gli opposti convivono – non proprio pacificamente. Tra queste strade capita di avere un gran bisogno di imprecare. Pare che questo accada da sempre, almeno dal 1800. Napoli, città dove anche i quasi-opposti del sacro e profano convivono e si sovrappongono, impreca parecchio, ma mai bestemmiando. Qui non si bestemmia, e si ha un gran riguardo di divinità e di santi.

Per evitar dunque di bestemmiare, nel corso dei secoli sono fiorite espressioni colorite e decisamente strane: prima fra tutte, la misteriosa “Mannaggia a Bubbà!”. 

Il losco Bubbà

Prima di tutto, è bene specificare che questa persona sembra essere realmente esistita. Non sappiamo se Bubbà fosse il suo vero nome, ma sappiamo per certo che sia vissuto a Napoli a metà del 1800. Sembra che fosse abbastanza famoso – e non per i motivi più nobili.

Pare infatti che Bubbà non fosse una persona raccomandabile: viene descritto spesso come un losco figuro, dall’aspetto decisamente poco rassicurante, invischiato in tantissimi malaffari. Se si verificava una truffa, si poteva star certi che c’era dietro lo zampino di Bubbà; se c’era un furto, era assai probabile che la cosa avesse a che fare con Bubbà. L’uomo viveva nei bassifondi della città, strisciante come un’ombra, sempre a cercare nuovi imbrogli con cui poter tirare su qualche soldo.

Era una persona senza scrupoli e, quando avveniva qualcosa di brutto, tutti pensavano che vi fosse invischiato. Capitava così che, ogni volta che si riceveva una brutta notizia, ci si trovasse ad esclamare: mannaggia a Bubbà!

Anche dopo la morte dell’uomo, la popolazione continuò ad usare questa imprecazione. Decisamente meglio maledire un imbroglione senza scrupoli che qualche divinità, non trovate?

Bonus Track: perché si dice “Mannaggia”?

Dopo aver svelato il mistero sull’identità di Bubbà rimane però un’ultima domanda: perché si dice “mannaggia”? La parola è certamente di origini centro-meridionali, e valida è anche al sua variante meno utilizzata “mannaccia”. L’origine della parola ci svela che è senza alcun dubbio un’imprecazione: deriverebbe infatti da “mal n’aggia“, ovvero “male ne abbia“. Sarebbe, insomma, una valida sostituzione dell’esclamazione: “che tu sia maledetto!”.

Mannaggia a Bubbà!

Adesso tutti i segreti di questa misteriosa formula sono svelati. Se sentiste lo sfrenato bisogno di maledire qualcosa o qualcuno la prossima volta che resterete imbottigliati nel traffico o quando inizierà a piovere proprio l’unico giorno in cui non avete portato con voi l’ombrello, saprete di poter contare su una valida alternativa: mannaggia a Bubbà! 

Se vuoi approfondire la tua conoscenza sulla nostra cultura regionale o leggere altre storie della Campania, non perderti le nostre rubriche sulle Leggende e sui Sapori della nostra regione : #BussoLaLeggenda e #BussoLaTavola

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Bimbi colpiti da infezione, i genitori: “Chiudete la scuola”

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Bambini colpiti da infezione da vermi intestinali, i genitori chiedono la chiusura della scuola.

La scorsa settimana, alcuni bambini della scuola “Ranucci” di Marano di Napoli, sono stati colpiti da infezione da vermi intestinali. Numerosi sono i genitori che ne chiedono la chiusura. Proprio questa mattina, una delegazione di mamme e papà è stata ricevuta dalla dirigente scolastica dell’istituto.

Questi stessi genitori, qualche giorno fa, in accordo con la dirigenza scolastica, hanno effettuato una pulizia nei locali, in seguito alla quale sarebbero stati buttati alcuni giocattoli, tra cui quello di un bimbo autistico.

La preside ha ribadito più volte che il plesso scolastico sia pulito e che l’infezione potrebbe essere arrivata da altri ambienti. Fatto sta che molti genitori hanno deciso di non portare i figli a scuola e questa situazione potrebbe durare ancora per un po’.

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BussoLaLingua / La nuova rubrica sul Napoletano tra modi di dire e curiosità

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Da oggi La Bussola vi conduce alla scoperta della voci più antiche della Campania con la sua rubrica #BussoLaLingua, per conoscere meglio il Napoletano e le nostre radici. Come mai alcune parole in Napoletano sembrano somigliare più a francese che all’italiano? Perché, quando succede qualcosa di brutto, si dice “Mannaggia a Bubbà“?

Napoletano: Lingua o Dialetto?

Forse non tutti sanno che il Napoletano è riconosciuto a livello globale come lingua, e non come dialetto. Sebbene anche gli studiosi italiani della materia non arrivino a delle definizioni condivise riguardo lingua e dialetto, che permetterebbero di distinguere tra i due, in Europa e nel mondo del Napoletano si parla come una vera e propria lingua, con tutte le complessità e specificità che questo comporta. 

Il Napoletano è in pericolo

Dal mondo ci arriva anche un monito: l’UNESCO parla del Napoletano come di una lingua a rischio. Il Napoletano viene anche riportato all’interno del volume “Atlas of the World’s Languages in Danger“, l’Atlante delle Lingue in pericolo. Qui possiamo inoltre leggere che accanto al Napoletano c’è il codice “ISO 639-3“, codice che affianca solo le lingue (e non il dialetto).

Dare voce a parole antiche

Ecco perché La Bussola propone una nuova rubrica:BussoLaLingua“: attraverso una serie di articoli ci lanceremo alla (ri)scoperta della lingua della nostra regione.

Tra parole dall’origine un po’ misteriosa, modi di dire coloriti e racconti divertenti sveleremo tutti i segreti del Napoletano. Per far sì che questa lingua antica e complicata non si estingua c’è solo una cosa da fare: conoscerla meglio, per non dimenticarla. Mantenere vive queste antiche parole attraverso la nostra voce.

Il nostro viaggio inizia oggi! Perché si dice “Mannaggia a Bubbà”?

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