mercoledì, Dicembre 17, 2025
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L’Italia ha il suo Maestro, Berrettini vola alle ATP Finals

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Momento storico per il tennis italiano, che dopo 41 anni ritrova un suo alfiere nel torneo dedicato agli 8 “maestri” del circuito ATP.

 

Che quest’annata potesse essere una svolta per il tennis italiano lo si era capito presto, precisamente in una giornata primaverile, quando Fabio Fognini sollevava il primo master 1000 dopo oltre 40 anni di attesa, lanciandosi così di gran carriera verso un posto in top-10.

Sembrava già questo essere un traguardo storico per il tennis nostrano, ed invece si è dimostrato solo l’inizio di un annata ricca di soddisfazioni tricolori.

Di li a poco infatti grazie agli sforzi profusi da FIT (federazione italiana tennis), regione Piemonte e dalla città di Torino, l’Italia otteneva l’assegnazione proprio delle ATP Finals per le annate dal 2021 al 2025, portando così il quinto torneo più prestigioso del mondo sul territorio italico, cosa mai accaduta prima, vincendo la concorrenza di grandiose città, prima fra tutti Londra.

Trascinati dai traguardi di Fognini, i ragazzi dietro di lui sono apparsi più convinti e decisi nei propri mezzi iniziando a macinare prestazioni e risultati notevoli, a partire già da giugno con lo storico titolo erbivoro di Berrettini in quel di Stoccarda, slancio fondamentale per arrivare pronto a Wimbledon dove si è spinto fino agli ottavi di finale fermato solo dal Re di Londra, sua maestà Roger Federer.

Era dunque finita qui? Assolutamente no!

Dopo la dura sconfitta con Federer a Wimbledon molti avevano maturato qualche dubbio sul talento del nostro Matteo che però in terra americana ha fatto ricredere tutti, con un US Open ad altissimi livelli che gli è fruttato la semifinale giocata contro il futuro campione Rafa Nadal, contro il quale ha giocato stavolta alla pari, dimostrando di aver superato quella timidezza mostrando contro Federer.

Da li è iniziata quindi la folle corsa del nostro nuovo numero 1 nazionale verso le ATP Finals, culminata con la vittoria dell’ATP 500 di Vienna che di fatti lo ha posto ad un passo dall’obiettivo, raggiunto grazie all’aiuto del canadese Shapovalov che eliminava negli ottavi il rivale di Matteeo, il francese Monfils.

Nel mentre però la sconfitta del francese che ha dato la certezza delle Finals per Matteo è stata portata a termine da un canadese, il momento di svolta per il nostro numero 1 è stato portato a termine da una nuova stella nascente tricolore, quel Jannik Sinner entrato in top-100, il più giovane del lotto, e che battendo Monfils ha dato l’ultima dimostrazione di come il suo talento sia cristallino e la sua crescita dirompente, un ulteriore motivo di grande gioia ed orgoglio per il tennis italiano.

Ora tocca a Matteo, 41 anni dopo Barazzutti e 43 dopo Panatta, dimostrare che è li perchè lo merita fino in fondo, sperando che il tennista romano possa essere il primo italiano a vincere un match nel torneo dei Maestri, consolidando il suo spettacolare ottavo posto in classifica e candidandosi per un 2020 da assoluto protagonista, perchè si, il ragazzo ha tutto per esserlo, Tennis, fisico e testa!

L’Italia del tennis è in salute come non lo era da tempo, con due giocatori in top-15, Berrettini numero 8 e Fognini 12 delle classifiche ATP, con un il più giovane e promettente under-19 del mondo che porta i nostri colori e dal prossimo anno la possibilità di ospitare uno dei tornei più storici, gli Internazionali d’Italia e le ATP Finals.

Avanti Italia, avanti Matteo, è il momento che gli appassionati italiani aspettavano da tanto, in bocca al lupo!

Sapori Leggendari del Natale: i Divinamore e le Paste Reali

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Quasi ogni cosa, a Napoli ed in Campania, nasconde una leggenda fantastica o almeno una storia interessante. Quasi ogni piatto della tradizione della nostra regione nasconde misteri, segreti e curiosità: i nostri dolci, anche quelli natalizi, non fanno eccezione.

Ed ecco perché #BussoLaTavola, con l’avanzare dell’atmosfera invernale e dell’avvicinarsi del giorno di Natale, vuole dedicare ai sapori di questa festa magica e sentita alcune delle sue storie.

Oggi cominciamo parlandovi dei Divinamore e delle Paste Reali, svelando le ragioni per cui si chiamano in questo modo.

Le Paste Reali

Secondo la leggenda, il re Ferdinando IV di Borbone un pomeriggio decise di far visita al Convento di San Gregorio Armeno. S’incamminò così al convento e, giunto, fu sorpreso nello scoprire che le suore avevano preparato per lui un vero e proprio banchetto: sulla tavola imbandita c’erano frutta, carne e salumi.

Essendo passata da poco l’ora del pranzo, il re, imbarazzato, declinò l’invito delle suore a mangiare quel che avevano preparato per lui. Ma queste insistettero più e più volte, al punto che re Ferdinando si vide costretto ad assaggiare almeno un boccone.

Stupito, il re si rese conto che la carne non aveva il giusto sapore: era dolcissima. Si trattava di dolcetti di marzapane, modellati e decorati tanto finemente da essere scambiati per cibo vero. Il re gradì molto la sorpresa ed il sapore di quei dolcetti, di cui divenne goloso.

Da allora i dolci di marzapane vennero chiamati Paste Reali.

Breve storia del Marzapane

La storia delle Paste Reali comincia con la creazione dei primi dolci di marzapane.

Offerti ad alcune divinità con fini propiziatori, gli antenati dei dolci di marzapane hanno origini etrusche e romane ed erano fatti di mandorle sminuzzate. Probabilmente, il termine Marzapane deriva da maw-thabàn, nome di una moneta d’argento mediorientale che corrispondeva canonicamente ad una quantità definita di una pasta dolce a base di mandorle, zucchero ed acqua di rose.

Tuttavia è solo intorno al tredicesimo secolo che il marzapane assume la sua forma definitiva, quella che oggi conosciamo, e cioè un impasto di albume d’uovo, miele, zucchero e mandorle triturate – questa pasta zuccherina costituisce la base di molti dolci natalizi, sia campani che di altre regioni d’italia, tra cui le Paste Reali.

I Divinamore

Tra le Paste Reali spiccano, per via del loro colore brillante, i Divinamore.

Questi dolcetti ovali e ricoperti di ghiaccia rosa devono il loro nome al luogo dove sono stati creati: il Convento del Divino Amore. Si dice che le monache avessero inventato questo dolce dall’aspetto gradevole e delicato in onore della madre di Carlo II d’Angiò, Beatrice di Provenza. La donna li gradiva infatti sia per il loro colore che per il sapore.

Del Convento, che sorgeva a Spaccanapoli, nei pressi di via San Giacomo dei Librai, non rimane purtroppo traccia. Per nostra fortuna, però, la ricetta del dolce creato dalle monache è giunta fino a noi, che possiamo ancora trovare un po’ di spazio nel nostro stomaco al termine dei nostri abbondanti pranzi natalizi per questi deliziosi pasticcini.

E voi? Avete mai assaggiato i Divinamore? Vi piace il sapore dolce delle Paste Reali? Che il loro sapore antico rapisca o meno il vostro palato, adesso conoscete la loro storia.

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Sistema Romeo: reati contro la Pubblica amministrazione per Bocchino, Caldoro e Verdoliva

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Alfredo Romeo, Italo Bocchino, Stefano Caldoro e Ciro Verdoliva contestati a vario titolo per reati contro la pubblica amministrazione.

La Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio di 55 persone, tra cui l’ex parlamentare Italo Bocchino, l’ex governatore Stefano Caldoro, l’imprenditore Alfredo Romeo e l’attuale direttore dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva. L’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Romeo”, condotta dai pm Celeste Carrano, Francesco Raffaele e Henry John Woodcock, è stata possibile grazie al trojan introdotto nel cellulare dell’imputato. Tra i reati contestati, a vario titolo, c’è la corruzione e turbativa nell’ambito di appalti relativi a servizi.

Ad Alfredo Romeo, al suo collaboratore Ivan Russo e a Italo Bocchino, i pm contestano l’associazione per delinquere finalizzata a delitti contro la pubblica amministrazione, alla corruzione e alla turbata libertà degli incanti in relazione all’assegnazione degli appalti. Per l’ex governatore della Campania Stefano Caldoro cade l’accusa di corruzione, convertita in traffico di influenze. Ciro Verdoliva, nella veste di ex dirigente del Cardarelli, avrebbe favorito l’azienda di Romeo, all’epoca impegnata nella pulizia dell’ospedale. Verdoliva avrebbe anche distrutto la documentazione relativa alle segnalazioni degli inadempimenti della Romeo Gestioni SpA.

Intanto, due carabinieri, Sergio Di Stasio e Vincenzo Romano, avrebbero rivelato segreti d’ufficio a Verdoliva. Anche Giovanni Annunziata, ex dirigente comunale, avrebbe contribuito a cucire un bando di gara su misura per la Romeo Gestioni SpA. Annunziata è accusato di aver raccolto informazioni contro il sindaco De Magistris. Sotto inchiesta anche Emanuele Caldarera, ex dirigente del Ministero della Giustizia che avrebbe sbloccato pagamenti per la Romeo Gestioni SpA in cambio dell’assunzione di una parente.

L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 6 dicembre alle 9.30 e si svolgerà davanti al gup Simona Cangiano.

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BussoLaStoria: Francesco II, l’ultimo Re delle Due Sicilie

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La scorsa settimana su BussoLaStoria abbiamo esaminato l’intrigante figura di Giambattista Vico, principale esponente dell’illuminismo nel Regno napoletano: facendo un salto nel tempo di più di un secolo, scopriremo di più su Francesco II di Borbone, l’ultimo sovrano del Meridione indipendente.

L’Ultimo re del Sud

Io sono Napolitano; nato tra voi, non ho respirato altr’aria, non ho veduti altri paesi, non conosco altro suolo, che il suolo natio. Tutte le mie affezioni sono dentro il Regno: i vostri costumi sono i miei costumi, la vostra lingua la mia lingua, le vostre ambizioni mie ambizioni.

Francesco II di Borbone (il cui nome di battesimo era Francesco d’Assisi Maria Leopoldo),  soprannominato Franceschiello (Napoli, 16 Gennaio 1836 – Arco, 27 Dicembre 1894), fu l’ultimo re delle Due Sicilie, dal 22 maggio 1859 al 13 febbraio 1861, quando fu deposto. Salito al trono molto giovane e in un’epoca di fermenti nazionalisti, diverse fonti lo descrivono come timido, cupo e costantemente perso nei suoi pensieri.

Questa personalità ben si rifletteva nei suoi ideali reazionari e avversi a un cambiamento necessario per assicurare l’esistenza del Regno: rifiutò la proposta costituzionale del Presidente del Consiglio Carlo Filangieri, che intendeva porre le Due Sicilie sotto l’influenza francese, poiché lo riteneva l’unico modo di scampare all’Unificazione che pareva ormai sempre più vicina.

Il sovrano non mancava però in nobiltà d’animo: davanti alle ripetute sconfitte del suo esercito, dopo lo sbarco dei Mille in Sicilia e le varie battaglie che seguirono, si rifiutò di rendere la sua capitale teatro di stragi e violenze. Dopo un proclamo, si ritirò da Napoli. Combatté a Gaeta, ultimo bastione di un Regno ormai scomparso, e perse firmando la capitolazione quando capì che ormai non c’era più speranza di trionfare.

Nonostante il suo regno breve, Francesco II è stato un sovrano di gran rilevanza nella storia ed è entrato nel linguaggio colloquiale: l’Esercito di Franceschiello è ancora oggi un gruppo di persone incapaci e indisciplinate.

L’Esilio di Francesco II

Il 14 febbraio, il re, la regina Maria Sofia di Baviera, i principi e i ministri, dopo aver ricevuto gli ultimi onori militari dalle truppe borboniche schierate sul lungomare di Gaeta e il caloroso saluto dei civili, si imbarcarono per recarsi in esilio a Roma come ospiti del Papa. Quando la nave abbandonò il porto, le batterie di Gaeta esplosero 20 colpi di cannone come estremo saluto al re che partiva in esilio e da terra si sentirono per l’ultima volta le grida dei soldati borbonici. Gridavano “viva ‘o Rre!” a un sovrano che nonostante tutti i suoi errori era stato in grado di farsi amare. Dopo 731 anni, la Corona di Sicilia perdeva i suoi territori.

Sciolse il governo borbonico in esilio soltanto nel 1867: sebbene albergasse in lui la speranza di ricostituire il Regno delle Due Sicilie, il riconoscimento internazionale dell’Italia gli tolse ogni speranza rimasta. Nel 1870 abbandonò Roma e si stabilì a Parigi. Visse privatamente, senza grandi mezzi economici, poiché Garibaldi aveva confiscato tutti i beni dei Borbone. Il Governo italiano ne propose la restituzione a Francesco II a patto di rinunciare ad ogni pretesa sul trono del Regno delle Due Sicilie, cosa che egli non accettò, rispondendo: “Il mio onore non è in vendita“.

Trascorse i suoi ultimi anni ad Arco, in Trentino, assieme alla moglie Maria Sofia. Visse sotto mentite spoglie, conosciuto ivi come il “Signor Fabiani”: soltanto alla sua morte, nel 1894, gli abitanti del posto scoprirono della reale identità del concittadino.

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Benevento, Mastella minaccia di chiudere Corso Garibaldi ai padroni incivili dei Cani

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“L’affetto per i cani e per gli animali è un fatto molto bello. Ma non è possibile che, nonostante la mia ordinanza, molti proprietari girino lo sguardo altrove e non puliscano i bisogni dei loro cani. Questo senso di inciviltà non è accettabile“.

Lo scrive Clemente Mastella, sindaco di Benevento, sulla sua pagina Facebook, invitando i cittadini a rispettare l’ordinanza che impone ai proprietari di cani di dotarsi di bustine apposite e raccoglierne le deiezioni.

“Tanti, e giustamente – aggiunge il sindaco – se ne lamentano. Ho dato disposizione di fare contravvenzioni rigorose e, se la cosa persiste, vedrò se esistono le condizioni di legge per vietare, soprattutto per il corso (Garibaldi, ndr), l’accesso ai proprietari con cani. Possedendo anche io un cane, mi addolora farlo. Perciò, prego tutti di rispettare, con senso civico, la bellezza e la pulizia della città”

Il primo cittadino conclude con un post scriptum:

“P.s vi prego, altresì, di non dare da mangiare ai piccioni, lasciando le briciole che sono una formidabile esca per i topi. Buona giornata a tutti”.

ALLARME TERRORISMO: ricercati due uomini in tutta Italia

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di Maria D’Angelo – Sono ricercati su tutto il territorio nazionale due potenziale terroristi di nazionalità albanese. L’allarme terrorismo, secondo quanto riporta anche Open.it, è scattato tra le forze dell’ordine italiane questa notte.

La minaccia di un attentato terroristico sul territorio italiano seguirebbe – riporta una nota riservata – le “Modalità di esecuzione stile teatro “Bataclan” in Francia».

Affinché si scongiuri una strage simile a quella avvenuta in Francia il 13 novembre 2015, sono stati invitati tutti gli agenti e militari  a ” prestare la massima attenzione, adottando ogni sistema di sicurezza e protezione in caso di controllo persone sospette”

Sono due i potenziali terroristi ricercati: uno risponderebbe al nome di Battar Nabiyula, conosciuto anche come Maximilian Defilade o Bardhyl Hoxha, di 46 anni. L’altro sarebbe Bujar Hysa, che dovrebbe avere tra i 40 e i 48 anni.

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SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI

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Napoli – Maxi blitz contro i parcheggiatori abusivi

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Parcheggiatori abusivi: maxi blitz a Napoli contro il fenomeno illecito e spesso malavitoso. Scattate 83 denunce e  36.380 euro sequestrati.

Parcheggiatori abusivi: continuano i controlli dei carabinieri del comando provinciale di Napoli per contrastare l’illecito e spesso malavitoso fenomeno. Nelle ultime settimane,sono state denunciate 83 persone, notificato 123 contravvenzioni al codice della strada ed emessi 93 provvedimenti di allontanamento e nel complesso sono stati sequestrati 36.380 euro in contanti.

L’ingente somma sequestrata, tutta in banconote di piccolo taglio e monete, è stata rinvenuta nelle tasche dei parcheggiatori. In alcuni casi, i militari hanno trovato i soldi all’interno di ingegnosi nascondigli, ideati per evitare controlli e sequestri delle forze dell’ordine.

Delle 83 persone denunciate, cinque operavano nei dintorni del Cimitero di Poggioreale e lungo la strada che porta all’Ospedale del Mare di Ponticelli. Sei invece, le persone denunciate tra Mergellina e Fuorigrotta, di cui una aveva stabilito un vero e proprio tariffario: 5 euro per automobili lussuose, 3 euro per le utilitarie e 2 euro per i motocicli.

Nel quartiere Chiaia, invece, i carabinieri hanno sanzionato 69 persone, molte delle quali sorprese proprio durante l’atto di chiedere insistentemente soldi agli automobilisti. Un parcheggiatore abusivo è stato poi beccato dai carabinieri nel centro storico di Pozzuoli: aveva chiesto “un’offerta a piacere” a una donna appena scesa dall’auto ma non contento della somma ricevuta, ha cominciato a insultarla.

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Italia Viva in Campania: Un partito a immagine e somiglianza di De Luca

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Non si può negare che il successo riscosso in Campania dal nuovo partito di Renzi, Italia Viva, è decisamente sopra le aspettative.

In tanti infatti si stanno domandando come mai così tanti “uomini del Presidente” abbiano scelto di aderire in massa ad Italia Viva, facendo sì che l’adesione di De Luca fosse quasi implicita con l’entrata dei suoi fedelissimi.

Tra i fedelissimi riunitisi a raccolta lo scorso lunedì al teatro metropolitan di Napoli, vi erano il consigliere regionale Luigi Bosco e il suo collega Enzo Alaia, anch’egli fedelissimo dell’ex Sindaco di Salerno. Inaspettati eppur presenti sono stati Tommaso Pellegrino, già parlamentare e Sindaco di un comune cilentano e Ciro Capano, attore partenopeo vicino ai DS.

New entry in Italia Viva anche Giovanni Palladino, ex deputato di scelta civica, presentatosi al metropolitan insieme al Presidente dell’ VIII municipalità Apostolos Pipais, entrambi vicini a De Luca.

Schierati nelle prime file, non potevano che esserci gli uomini del Governatore: Dall’ex eurodeputato Nicola Caputo, passando per il Sindaco di Castellammare di Stabia Antonio Pannulo, fino a Pasquale Orlando. 

In sostanza mancavano solo i De Luca, padre e figlio, anche se la loro anima era tutta li, facendo emergere un quadro chiarissimo dal quale si misura la  vicinanza del Governatore al Progetto Renziano, una vicinanza che potrebbe essere paragonata ad una simbiosi, tanto che i più avventanti parano di un imminente passaggio, forse all’indomani delle regionali, di De Luca ad Italia Viva.

Federico II: Monte Sant’Angelo è in degrado

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Studenti e docenti denunciano lo stato di abbandono del complesso universitario di Monte Sant’Angelo della “Federico II”.

È risaputo che, nonostante sia una fra le università più antiche del mondo, la “Federico II” non brilli certo per il suo ‘stato di conservazione’. Il campus di Monte Sant’Angelo, una bella struttura con tanto potenziale, in particolare, versa in condizioni precarie. Gli studenti e alcuni docenti denunciano la forte negligenza nella cura degli spazi e la scarsa manutenzione: numerose infiltrazioni e perdite di acqua in tutto il campus, con una proliferazione di muffe e di ruggine, ma anche impalcature in bella vista a sorreggere alcune scale. Queste, a volte, sono occupate anche da tubi e altro materiale da lavoro. Il verde c’è, questo è vero. Ma è vittima dell’incuria e del degrado. A ciò si aggiungono problemi di raccolta dei rifiuti, con cassonetti pieni e rifiuti ingombranti accatastati in aree non predisposte alla raccolta. *

Insomma, la vita da campus, per i tanti studenti della “Federico II” che frequentano il complesso universitario di Monte Sant’Angelo, è sempre più difficile. Oltre ai problemi di manutenzione, studenti e docenti denunciano anche l’assenza di un’adeguata rete di collegamento verso il campus, e di aule sufficientemente spaziose da accogliere l’ingente numero di frequentanti. È possibile ritrovarsi, infatti, a seguire le lezioni seduti per terra.

Tutto questo in un’università che spende circa dieci milioni all’anno per la cura delle sue sedi. “Per diverso tempo la manutenzione costante non è stata possibile, ma da 4 anni si è ripreso” – così Gaetano Manfredi, rettore della Federico II, a “La Repubblica” – “Stiamo rifacendo i 700 bagni di Monte Sant’Angelo e l’intera impermeabilizzazione. E partiranno i lavori per l’ingresso i parcheggi con 500 posti auto in più”.

 

* Quanto alla raccolta differenziata, l’intera città sta attraversando un momento particolarmente problematico.

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Anteprima Capua Festival: Antonella Ruggiero presenta la compilation “Del Femminil Sentire”

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Dopo il grande successo di Noa con i Solis String Quartet e Gil Dor, ad annunciare il Capua Festival in anteprima sarà Antonella Ruggiero, venerdì 1 novembre ore 20 dal Teatro Ricciardi (Largo Porta Napoli,Capua, CE)

L’artista dalla voce indimenticabile che ha fondato e reso famosi i Matia Bazar in Italia, sarà accompagnata dal “Claudio Romano Quartet”, con Claudio Romano alla batteria, Lino Pariota al piano e alle tastiere, Francesco Puglisi al basso, Livio Lamonea alla chitarra.

Aprirà il concerto, con un breve set acustico, Eleonora Tosca in arte “Eleviole?” una tra le voci più interessanti della nuova leva delle cantautrici italiane che, come la Ruggiero con il brano “Figlie”, partecipa con “Le civette”, ad un altro importante tassello del Festival: la compilation “Del Femminil Sentire” che verrà presentata durante la serata.

La compilation “Del Femminil Sentire”

Dodici brani di cui 7 inediti, scritti e realizzati per il progetto culturale del Capua Festival, con le voci di Mama Marjas, Antonella Ruggiero, Giovanna Panza, Francesca Incudine, Mujeres Creando, Eleviole?, Teresa De Sio, Agnese Valle, Myriam Lattanzio, Maria Pia De Vito & Burnogualà Large Vocal Ensemble, Maria Cinzia Mirabella e Gabriella Rinaldi che ne ha curato anche la produzione artistica. E’ possibile ascoltare il lavoro discografico in streaming a questo link http://www.themusicfactory.it/nadop/femminil-sentire/.

Brani e Interpreti

Mama Marjas – Mama

Mama Marjas, cantante, interprete e compositrice, regina della Black & Reggae Music italiana è un’artista poliedrica dalla voce unica che con la sua musica e la sua energia abbraccia stili e linguaggi diversi. Il suo brano “Mama”, in apertura alla compilation del “Femminil Sentire” è una preghiera ed un’invocazione allo spirito della Grande Madre Terra.

Antonella Ruggero – Figlie

La grande voce della musica italiana che, dagli anni 70, ad oggi ha saputo più di ogni altra rappresentare il punto di incontro tra la ricerca vocale e il sentimento più fine e delicato dell’arte in un continuo crossover tra la musica pop e il mondo della musica classica. Dai grandi successi con i Matia Bazar ad oggi, la sua declinazione del “Femminil Sentire” è il delicato affresco sonoro del brano “Figlie”.

Giovanna Panza – “Na Cosa e ‘na Rosa”,

Cantante e autrice sin dalla metà degli anni 80. Ha collaborato come vocalist con E. Bennato, T. Esposito, E. Gragnaniello, D. Sepe. Premio Recanati nel 2004. Ha scritto canzoni per numerosi artisti e per il “Femminil Sentire” ha scelto la magia di “Na cosa e ‘na rosa”, un piccolo gioiello di emozioni che rimanda ad un mondo interiore e ad un sentimento antico oltre ogni tempo e dimensione.

Francesca Incudine

Cantautrice siciliana, è una delle realtà più interessanti voci della world music italiana. Nel 2018 vince la Targa Tenco per il miglior album in dialetto con il suo “Tarakè”, il Premio Bianca d’Aponte e il Premio della critica intitolato a Fausto Mesolella (pari merito con I. Scarpato). Il suo brano “Come fussi picciridda” è, tra gli altri, colonna sonora di partenza e atterraggio sui voli nazionali e internazionali di Alitalia grazie alla vittoria nel contest “Fai volare la tua musica”. Per il “Femminil Sentire” ha scelto “Caminu sula” in dialetto siciliano.

Maria Cinzia Mirabella – La Gorgone

Cinzia Mirabella attrice, regista e autrice di teatro e cinema. Si forma con D. De Fazio all’ Actors Studios. Ha lavorato in teatro con Adriana Innocenti, Marina Confalone, e al cinema con Pappi Corsicato, Fiume Formisano, G. Morelli. Con i suoi cortometraggi, in veste di autrice e regista ha partecipato a festival nazionali ed internazionali. Il monologo della “Gorgone”, su musiche di Max Carola, è un’esperimento sonoro dove il linguaggio della trap incontra la recitazione teatrale e fa da sfondo allo struggente racconto del destino di una metamorfosi mai voluta. 

Gabriella Rinaldi – Lupe

Autrice, cantante e voce dal timbro inconfondibile. Dagli anni 80 ad oggi, Radio Dj, Music Producer e docente di canto moderno, responsabile di progetti e modelli di laboratori didattici sperimentali dedicati ai bambini. Direttore e produttore artistico della compilation per il Capua Festival. Il mio mondo gira intorno alle voci – dichiara – e in “Lupe” canto l’eroismo, l’inganno del tempo e dell’amore sull’onda del “Femminil Sentire”.

Mujeres Creando – Madre di Tutto

6 donne, napoletane, magiche musiciste e affabulatrici. Il nome “Mujeres Creando”, ossia “Donne che creano”, è ispirato all’omonimo collettivo femminista sudamericano fondato nel 1992 da Julieta Paredes, Maria Galindo, e Mónica Mendoza. Assia Fiorillo (voce), Claudia Postiglione (chitarra), Igea Montemurro (violino), Giordana Curati (fisarmonica), Marisa Cataldo (batteria), Agnese Mari (basso). Il loro brano “Madre di tutto” è un omaggio che trae spunto dalle Matres Matutae del Museo Campano ed è dedicato a tutte noi: “schiave, divine, streghe”.

Eleviole? – Le Civette

Che fine hanno fatto le viole? Nascoste nell’erba o sparite nel caos metropolitano?  Eleonora Tosca in arte “Eleviole?” racconta il mondo visto dagli occhi e dalle mani dei 30 anni attraverso quelle che ama definire “filastrocche per grandi”. Il suo brano “Le Civette” è una ninna nanna al contrario dove la donna, madre biologica e potenza creatrice si augura con la buonanotte di potersi risvegliare più forte ogni giorno. La civetta, animale notturno e simbolo ancestrale di saggezza rappresentata questo dualismo.

Teresa De Sio – Brigantessa

Cantante, autrice, scrittrice, una artista che non ha bisogno di presentazioni. Teresa De Sio incarna da sempre, con la sua voce e la sua scrittura un Femminil Sentire possente e moderno. Se oggi la sua arte è più che mai “Puro desidero” e ricerca interiore, nei fatti “Brigantessa”, il brano che ha voluto scegliere per questa compilation, è la testimonianza diretta di uno spirito libero e ribelle, uno sguardo sul mondo intenso e appassionato.

Agnese Valle – Di carne e di pietra

Cantautrice, compositrice e clarinettista, vincitrice del premio della critica al “Bianca d’Aponte” e al “Mario Panseri”, più volte candidata alla Targa Tenco è una delle voci più interessanti della nuova generazioni di cantautrici. Porta avanti da anni il suo progetto artistico nella canzone d’autore, affiancandolo a brani scritti e collaborazioni per altri, come per l’Orchestra del 41° Parallelo e per la Med Free Orkestra, della quale è stata voce femminile e clarinettista. E’ al lavoro per il suo terzo album che uscirà nel 2020. Il suo brano è la scena di un film, l’immaginario viaggio nel tempo e nel corpo di una Mater Matuta.

Myriam Lattanzio feat. Gabriella Rinaldi – Un foglio di carta bianco

Autrice e cantante, da voce solista di gruppi folk quali Tupeapò e  Poliphonia ad interprete e fine scrittrice di canzoni d’autore. Premio Recanati, Bengiò, Biella Festival. “Mi spinge il desiderio di cantare la mia terra ed i mali del mondo con rabbia” dichiara. E così il suo “Foglio di carta bianco” creato apposta per il Capua Festival, è una denuncia ed allo stesso tempo un inno alla resistenza ed alla forza del “Femminil Sentire”.

Maria Pia De Vito & Burnoguala’ Large Vocal Ensemble –
Voccuccia del no pierzeco apreturo

Il Burnogualà Large Vocal Ensemble, è una comunità di cantanti e ricercatori fondata e diretta da Maria Pia De Vito, pluripremiata cantante jazz di fama internazionale. Protagonisti di diversi Festival in Italia (Festival delle Dolomiti, Ravello, Percorsi Jazz di Santa Cecilia, Ventotene) hanno realizzato fra gli altri, un delizioso video girato in acqua a Ventotene, che è diventato subito virale in rete. Dal loro album “Moresche ed altre invenzioni” è tratta la poetica versione di “Voccuccia del no pierzeco apreturo” che chiude la compilation del Capua Festival.

Il Capua Festival

Una settimana di eventi, incontri e concerti con al centro la città di Capua e le sue caratteristiche uniche esaltate ed intrecciate da diversi linguaggi: un ventaglio di proposte realizzate ad hoc ma funzionali ad un unico corpo.

Questo lo spirito del Capua Festival, diretto da Gabriella Rinaldi con il supporto di Alessandro Pasca di Magliana e Giuseppe Bellone, finanziato e realizzato dalla Regione Campania attraverso la Scabec, in collaborazione con il Comune di Capua, che si svolgerà nella primavera 2020.

Un festival dei luoghi e con i luoghi di una città attraversata da ventotto secoli di storia, che da essa si è lasciato ispirare e ad essa s’ispira e che si realizza attraverso declinazioni artistiche diverse per raccontarla a chi ancora non la conosce.

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