mercoledì, Maggio 1, 2024
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BussoLaStoria: Francesco II, l’ultimo Re delle Due Sicilie

La scorsa settimana su BussoLaStoria abbiamo esaminato l’intrigante figura di Giambattista Vico, principale esponente dell’illuminismo nel Regno napoletano: facendo un salto nel tempo di più di un secolo, scopriremo di più su Francesco II di Borbone, l’ultimo sovrano del Meridione indipendente.

L’Ultimo re del Sud

Io sono Napolitano; nato tra voi, non ho respirato altr’aria, non ho veduti altri paesi, non conosco altro suolo, che il suolo natio. Tutte le mie affezioni sono dentro il Regno: i vostri costumi sono i miei costumi, la vostra lingua la mia lingua, le vostre ambizioni mie ambizioni.

Francesco II di Borbone (il cui nome di battesimo era Francesco d’Assisi Maria Leopoldo),  soprannominato Franceschiello (Napoli, 16 Gennaio 1836 – Arco, 27 Dicembre 1894), fu l’ultimo re delle Due Sicilie, dal 22 maggio 1859 al 13 febbraio 1861, quando fu deposto. Salito al trono molto giovane e in un’epoca di fermenti nazionalisti, diverse fonti lo descrivono come timido, cupo e costantemente perso nei suoi pensieri.

Questa personalità ben si rifletteva nei suoi ideali reazionari e avversi a un cambiamento necessario per assicurare l’esistenza del Regno: rifiutò la proposta costituzionale del Presidente del Consiglio Carlo Filangieri, che intendeva porre le Due Sicilie sotto l’influenza francese, poiché lo riteneva l’unico modo di scampare all’Unificazione che pareva ormai sempre più vicina.

Il sovrano non mancava però in nobiltà d’animo: davanti alle ripetute sconfitte del suo esercito, dopo lo sbarco dei Mille in Sicilia e le varie battaglie che seguirono, si rifiutò di rendere la sua capitale teatro di stragi e violenze. Dopo un proclamo, si ritirò da Napoli. Combatté a Gaeta, ultimo bastione di un Regno ormai scomparso, e perse firmando la capitolazione quando capì che ormai non c’era più speranza di trionfare.

Nonostante il suo regno breve, Francesco II è stato un sovrano di gran rilevanza nella storia ed è entrato nel linguaggio colloquiale: l’Esercito di Franceschiello è ancora oggi un gruppo di persone incapaci e indisciplinate.

L’Esilio di Francesco II

Il 14 febbraio, il re, la regina Maria Sofia di Baviera, i principi e i ministri, dopo aver ricevuto gli ultimi onori militari dalle truppe borboniche schierate sul lungomare di Gaeta e il caloroso saluto dei civili, si imbarcarono per recarsi in esilio a Roma come ospiti del Papa. Quando la nave abbandonò il porto, le batterie di Gaeta esplosero 20 colpi di cannone come estremo saluto al re che partiva in esilio e da terra si sentirono per l’ultima volta le grida dei soldati borbonici. Gridavano “viva ‘o Rre!” a un sovrano che nonostante tutti i suoi errori era stato in grado di farsi amare. Dopo 731 anni, la Corona di Sicilia perdeva i suoi territori.

Sciolse il governo borbonico in esilio soltanto nel 1867: sebbene albergasse in lui la speranza di ricostituire il Regno delle Due Sicilie, il riconoscimento internazionale dell’Italia gli tolse ogni speranza rimasta. Nel 1870 abbandonò Roma e si stabilì a Parigi. Visse privatamente, senza grandi mezzi economici, poiché Garibaldi aveva confiscato tutti i beni dei Borbone. Il Governo italiano ne propose la restituzione a Francesco II a patto di rinunciare ad ogni pretesa sul trono del Regno delle Due Sicilie, cosa che egli non accettò, rispondendo: “Il mio onore non è in vendita“.

Trascorse i suoi ultimi anni ad Arco, in Trentino, assieme alla moglie Maria Sofia. Visse sotto mentite spoglie, conosciuto ivi come il “Signor Fabiani”: soltanto alla sua morte, nel 1894, gli abitanti del posto scoprirono della reale identità del concittadino.

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