martedì, Dicembre 16, 2025
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Napoli: arriva in ospedale con il parto in corso, bimbo nasce grazie ad un infermiere

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Ha dell’incredibile quanto successo ieri all’Ospedale San Paolo di Napoli, nel quartiere Fuorigrotta: un infermiere, di smonto turno, stava facendo per avviarsi verso casa quando, all’improvviso, viene attirato da una macchina che arriva a tutta velocità in direzione dell’ospedale, nella zona in cui vengono fatti scendere i pazienti.

L’uomo alla guida, visibilmente spaventato, chiedeva aiuto, in quanto era presente con lui in auto sua moglie, in procinto di partorire e con la testa del piccolo già fuori”, ha raccontato di seguito l’infermiere, che ha immediatamente richiesto l’aiuto dell’operatore socio-sanitario di turno, una barella e di avviare immediatamente le operazioni nel reparto di ginecologia. Il parto è andato a buon fine e la donna, dopo aver partorito il piccolo, è stata trasferita d’urgenza in sala operatoria per concludere le ultime operazioni post-parto, pure andate a buon fine.

“Non posso credere ciò che ho vissuto e fatto – ha commentato l’infermiere – Io, da semplice infermiere professionale quale sono, orgoglioso di esserlo, per un attimo sono passato a fare le veci del ginecologo. Ecco perché amo l’emergenza e il pronto soccorso”.

 

Arrestato il minorenne colpevole dell’incendio di Sarno

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Trovato il colpevole dell’incendio del 20 settembre a Sarno: il ragazzo ha 16 anni.

Il giovane colpevole dell’incendio di Sarno era stato recentemente arrestato per possesso e spaccio di sostanze stupefacenti. Al momento dell’arrivo dell’ordinanza di custodia cautelare, il minore infatti si trovava già presso una comunità di recupero.

La polizia aveva già fermato il ragazzo di 16 anni, ora in stato di arresto, che era “crollato” al primo interrogatorio. Egli ha infatti definito la causa dell’incendio come una bravata tra ragazzi (per maggiori informazioni, clicca qui!).

Attraverso testimonianze e filmati della videosorveglianza, le forze dell’ordine hanno poi ricostruito la vicenda. Sembra infatti che il giovane abbia volontariamente e ripetutamente appiccato il fuoco con un accendino ad alcune sterpaglie sulla collina Saretto di Sarno. Ripetendo questo comportamento in più punti del territorio, l’incendio è poi divampato in maniera irreversibile.

Questa vicenda non può che essere un monito per tutti coloro che vorranno ancora “scherzare con il fuoco”.

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Musei gratis in Campania per la “Giornata del contemporaneo”

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Sabato 12 ottobre 2019 corrisponde alla Giornata del Contemporaneo: per l’occasione, i 24 musei AMACI di tutta Italia e un migliaio di gallerie d’arte, fondazioni e associazioni varie apriranno gratuitamente le porte ai visitatori e organizzeranno tantissimi eventi per la quindicesima edizione della manifestazione sopracitata.

Una giornata che viene celebrata anche dalle Ambasciate e dai Consolati italiani all’estero che possono ospitare, nelle loro strutture di competenza, eventi per la valorizzazione dell’arte e della cultura italiana contemporanea.

Come negli anni precedenti, anche Napoli e la Campania parteciperanno attivamente alla Giornata del Contemporaneo, con l’apertura gratuita di musei pubblici e privati che si occupano di arte contemporanea: prenderanno parte alla manifestazione, infatti, le Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano che concederanno l’ingresso gratuito alla collezione e alla nuova mostra temporanea Berlin 1989, Il Museo Madre con le numerose mostre e collezioni, Il Museo del Novecento a Castel Sant’Elmo che aprirà gratuitamente le porte a i visitatori e poi tanti altri luoghi d’arte come la Fondazione Made in Cloister, la Galleria Alfonso Artiaco e tantissime gallerie.

Uno degli eventi più interessanti nell’ambito della Regione Campania sarà la mostra che si terrà, per l’occasione, ad Eboli, in provincia di Salerno: il Museo Archeologico Nazionale aprirà le sue porte per un interessante dialogo tra archeologia ed arte contemporanea: i reperti antichi della Valle del Sele esposti accanto alle sculture in legno d’ulivo realizzate da Amodio De Martino, le ceramiche di Marzia De Rosa e  il gioiello “Sinuosità”, realizzato dal maestro orafo Rosmundo Giarletta. Intervengono il direttore del Museo Giovanna Scarano con il sindaco di Eboli Massimo Cariello.

Al via il corso di formazione per volontari nelle carceri

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La Curia di Napoli si propone per formare i volontari nelle carceri, con un corso che inizierà sabato 9 novembre.

La missione è il tema dell’anno pastorale 2019/2020 e la Curia di Napoli si inserisce perfettamente nella tematica, promuovendo un corso di formazione per volontari nelle carceri. Ecco infatti le parole del cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, nella lettera scritta per l’inizio di quest’anno pastorale:

«“Chiesa in uscita” è l’immagine cara a Papa Francesco, tra le più indicative del suo magistero. È la scelta fatta dalla nostra comunità diocesana per orientare il proprio cammino pastorale. Uscire per incontrare la gente, per contagiare tutti di speranza evangelica, per chinarsi su ogni fratello piagato: questo è diventato il nostro programma».

L’opera di misericordia alla quale si è chiamati quest’anno infatti è visitare i carcerati.

Le informazioni sul corso di formazione per volontari nelle carceri

Il corso è aperto a chiunque, basterà pagare con un contributo spesa di 10 euro. Avrà inizio sabato 9 novembre e prevede 6 incontri in totale. Ogni incontro si svolgerà sempre di sabato dalle 9:00 alle 12:30, presso la sede della Pastorale Carceraria dell’Arcidiocesi di Napoli, in Via Giuseppe Buonomo 39/41 a Napoli.

Durante il corso, i futuri volontari nelle carceri saranno istruiti con competenze sia pratiche, sia teoriche. Ci saranno infatti anche lezioni sulla struttura delle carceri, con particolare attenzione ai ruoli dell’ordinamento penitenziario italiano.

Al termine dei 6 incontri, la “missione” dei volontari sarà quella di prestare il proprio servizio gratuito in ambito penitenziario, sia dentro sia fuori dal carcere.

I promotori del corso sono il Centro Diocesano di Pastorale Carceraria diretto da Don Franco Esposito, la Conferenza Regionale Volontariato Giustizia, la Caritas Diocesana Napoli e l’Associazione Liberi di Volare Onlus. Inoltre sono numerosi i nomi di un certo calibro che interverranno durante le ore del corso, tra i quali ricordiamo l’ex magistrato Gherardo Colombo e le direttrici dei carceri di Poggioreale e di Secondigliano, Maria Luisa Palma e Giulia Russo. 

Insomma coloro che vogliono mettersi in gioco, spendendo il loro tempo per gli altri, non resta che iscriversi al corso entro il 31 ottobre!

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È morto Carlo Croccolo

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Durante le prime ore del mattino si è spento Carlo Croccolo. Aveva 92 anni ed ha esordito nel mondo dello spettacolo interpretando in radio la commedia “Ciccillo si gode il sole”. Ha recitato al fianco di Totò e di tanti altri interpreti della scena cinematografica napoletana e nazionale.

I funerali si terranno domenica 13 ottobre alle ore 16 presso la chiesa San Ferdinando a piazza Trieste e Trento.

Sweet Swan Sway: cigni tra psiche ed erotismo apparentemente gratuito

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Ieri sera, al teatro Piccolo Bellini è andato in scena lo spettacolo di danza “Sweet Swan Sway“.

Con la coreografia di Nyko Piscopo (Domenico Piscopo), lo spettacolo si presenta come una rielaborazione in chiave moderna del celeberrimo balletto classico “Il Lago dei cigni“.

Le intenzioni sono quelle di presentare uno spettacolo di danza che attualizzi  Tchaikovsky anche attraverso tecniche di ballo che si distanziano molto dal classico, ma non solo: va infatti in scena la metamorfosi del femminile all’interno del paradigma d’un rapporto violento.

Lo spettacolo inizia

Il palco si presenta, all’inizio dello spettacolo, quasi del tutto vuoto. Sono presenti solo due ballerini, un uomo ed una donna vestiti di bianco, che s’avvicinano lentamente l’uno all’altra. Sullo sfondo, misteriose tubature, attrezzi poco illuminati e tre fagotti indistinti.

I due ballerini entrano in contatto, si toccano ed iniziano a danzare, dando inizio alla rappresentazione – che scorre, in verità, inizialmente in modo assai lento e quasi senza accompagnamento musicale.

Cala il buio e dopo poco si riaccendono le luci: compaiono altre tre ballerine, candide anch’esse nei loro costumi, che rappresentano gli altri cigni. Si alzano dal pavimento e si muovono in maniera esagerata, simulando gesti e versi che sono decisamente più facilmente riconducibili ad uccelli reali che a delle ballerine.

Lo spettacolo inizia.

Storia di un Tchaikovsky postmoderno ed assenteista

Come abbiamo già accennato, sin dall’inizio della rappresentazione la musica è stata poco presente, sostituita da un battito ritmico e monotono e da lunghissimi silenzi.

In verità, per tutta la durata dello spettacolo Tchaikovsky è quasi del tutto assente, a lui ed alle sue note preferiti vistosi e chiassosi mutismi musicali; quando è stata presente, la musica de “Il Lago dei Cigni” è stata eseguita in una versione remixata, tagliata e modificata; un accompagnamento che per alcune orecchie sarebbe potuto essere percepito come particolarmente disturbante. 

Tuttavia, a prescindere dalle sensazioni che la musica in sé ha potuto scatenare, i momenti in cui è stata presente la musica ed in cui contempo il balletto è stato eseguito coralmente sono stati sicuramente i migliori, i più emozionanti: sono state in effetti le uniche occasioni in cui i ballerini hanno potuto dimostrare appieno la loro bravura ed in cui la coreografia ha dato il suo meglio.

Musicalmente parlando, Tchaikovsky è dunque risultato per la gran parte della messa in scena come non pervenuto.

L’efficace rappresentazione della violenza

Il punto principale dello spettacolo è indubbiamente la rappresentazione della relazione violenta vissuta dalla protagonista.

Nei primi momenti dello spettacolo, la donna si avvicina infatti al ballerino – unico uomo della rappresentazione – e si stringe a lui in un abbraccio che però si conclude crudelmente con la caduta della protagonista, scagliata a terra letteralmente dall’uomo a cui era appoggiata.

La ballerina si alza, s’avvicina e stringe di nuovo a lui solo per essere di nuovo gettata in terra con forza e violenza; la scena si ripete più e più volte, proprio come tristemente accade nella realtà di un rapporto violento, fin quando, caduta in terra, la donna non si rialza più da sola e lì viene abbandonata dal suo carnefice.

Metamorfosi oscure

Recuperata dalle altre donne-cigno, si alzerà un’ultima volta, quella decisiva, anche se perderà le nuove amiche in un ultimo abbraccio soffocante che la nasconderà alle sue simili ed al pubblico – fin quando qualcosa non scatterà in lei e nelle sue compagne. Coalizzandosi, le donne-cigno riusciranno a sconfiggere (ed uccidere, almeno metaforicamente) l’uomo fonte della sofferenza della protagonista, la cui metamorfosi si completa attraverso la vestizione di un abito nero e di lunghi tacchi a spillo bordati di rosso – un’immagine ben lontana dal placido candore con cui inizialmente s’era presentata.

La giovane donna vittima di violenza cambia la propria immagine, la rappresentazione che ha di se stessa – non più preda ma forse predatrice, e la sua immagine un po’ oscura, nell’estetica e nel significato, conclude lo spettacolo: passatasi un rossetto rosso sulle labbra inizia a camminare, illuminata da un faro, fin quando non svanisce nel buio.

Autoerotismo ed eccessi

Ci sono elementi, nello spettacolo, che possono suscitare alcune perplessità – come, ad esempio, le due scene che sembrerebbero del tutto gratuite rappresentanti due momenti di autoerotismo da parte dei protagonisti.

Dopo il loro ultimo contatto amoroso, durante il quale la nostra donna-cigno ha spogliato il ballerino della sua maglietta, quest’ultimo si volta di spalle al pubblico e mette in atto una serie di movimenti che possono essere facilmente interpretati come una masturbazione simulata. Concluso l’atto, il ballerino lancia via la camicia, che giace in un angolo per il resto della rappresentazione.

Momento analogo è destinato alla protagonista che, accompagnata dalla musica, si tocca il ventre e si agita in una serie di movimenti che difficilmente possono essere fraintesi. Ad accompagnare questa fantasia masturbatoria ci sono anche le altre donne-cigno, che utilizzano le tubature della scenografia per montare un macchina misteriosa che rivela il suo scopo alla fine dell’azione della nostra Venere solitaria: al momento del culmine dell’atto, la ballerina si trova sotto una delle tubature che la inonda d’acqua – acqua nella quale sguazzeranno le donne-cigno e, per qualche ragione oscura, il cadavere da queste trascinato, dell’ormai defunto violento.

Ci sarebbero molte considerazioni da fare riguardo questa scelta stilistica, ma una è la domanda che prima fra tutte ha premura d’esser posta: ci si chiede, semplicemente, quale contributo diano questi due momenti di erotismo apparentemente gratuito all’economia della storia, senso che sfugge e scivola come le donne-cigno sull’acqua del palco. Assolutamente scevra da qualsiasi moralismo o bigottismo, la domanda si fonda sull’assunto che qualsiasi cosa sia presente all’interno di un’opera – teatrale o di danza, che si tratti d’un romanzo, un racconto o un film – debba essere inerente all’avanzare della storia e che aiuti al progredire o alla comprensione di questa.

I due momenti masturbatori presenti all’interno del ballo non paiono aggiungere niente alla narrazione. Si tratta forse d’un eccesso messo in scena per assicurarsi un effetto sorpresa da parte dello spettatore? 

Ironie grottesche

Il secondo elemento che rischia di perplimere lo spettatore riguarda l’interpretazione delle donne-cigno presenti in scena. Dalla loro comparsa sul palcoscenico le ballerine mimano, come anticipato, i cigni veri, gli uccelli nelle movenze ed anche nei versi: accompagnati da smorfie buffe starnazzavano senza sosta.

Se inizialmente la scelta è parsa anche divertente, strappando qualche risata, alla lunga potrebbe diventare stancante ed anche grottesca. L’ironia tirata per le lunghe rischia di gelare un po’ l’ilarità che può scatenare all’inizio.

Un’ora di cigni starnazzanti e smorfiosi risulta probabilmente eccessiva per la maggior parte degli spettatori.

A chi è consigliato lo spettacolo

Lo spettacolo è consigliato a coloro che desiderano vedere una versione de “Il lago dei cigni” che non solo si allontana dall’originale ma che demolisce l’icona di Tchaikovsky in una serie di ironie e atti dissacranti;

consigliato ad un pubblico adulto che non desidera sentire le musiche del balletto ma che ha interesse nel guardare qualcosa di completamente diverso e nuovo anche se a tratti sconcertante;

consigliato a coloro che hanno a cuore il tema della violenza sulle donne, perché lo spettacolo ha il merito di rappresentare efficacemente l’emotività di chi subisce un rapporto malato e morboso;

consigliato, infine, a chi non ha paura di bagnarsi, perché nello scivolare e schizzare sul palco, le donne-cigno rischiano di far arrivare l’acqua sul capo di coloro seduti nelle prime file.

Concorso Regione Campania: Ritardi nelle correzioni scatenano proteste

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Una trafila che non ha fine per le decine di migliaia di persone che hanno deciso di partecipare al concorso promosso dalla Regione Campania

I candidati, che avevano già patito aspre pene in attesa dell’uscita di un bando che non arrivava mai, adesso provano lo stesso mix di emozioni nell’attesa delle correzioni che tardano ad arrivare.

Queste ultime infatti erano state annunciate per la prima settimana di ottobre, ma fino ad ora, non ve ne è traccia. Ciò ovviamente fa infuriare le migliaia di partecipanti al concorso, i quali sono in un limbo del quale è difficile vedere la fine:

I partecipanti sono infatti impegnati impegnati nello studio per la possibilità di partecipare al secondo colloquio selettivo, il quale designerà i partecipanti al tirocinio di durata 1 anno, per poi fare un’ultima scrematura al colloquio orale, al termine del quale dovranno essere assunti.

Il rischio è che le timide proteste per i risultati del concorso che tardano ad arrivare possano creare ancor più danni ad un sistema già vacillante, non in grado di stare alle scadenze che esso stesso fissa.

Napoli: terminati i lavori a piazza Garibaldi

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Sono terminati con 20 giorni di anticipo i lavori di sistemazione e riqualificazione di piazza Garibaldi.

Mario Calabrese, assessore alle Infrastrutture e al trasporto del comune di Napoli, ha commentato con orgoglio la fine dei lavori: “Sono stati ultimati, in anticipo di circa 20 giorni sul cronoprogramma, i lavori sulla viabilità centrale di Piazza Garibaldi. Ciò ha permesso già da ieri di rimuovere il cantiere più importante sulla piazza che interferiva con il traffico veicolare generando rallentamenti. L’operazione ha interessato un’area stradale di circa 5.000 mq soggetta ad un intenso traffico veicolare, sia pubblico che privato“.

Poi continua: “in accordo con il cronoprogramma dei lavori, si provvedera’ al completamento del raccordo della suddetta viabilità con l’asse veicolare antistante la Stazione Centrale e ad effettuare le modeste attività residuali di perfezionamento dei lavori eseguiti. Successivamente verrà posato lo strato di usura definitivo di tutta la pavimentazione stradale. I lavori saranno eseguiti in orario notturno e senza interrompere la circolazione stradale“.

Napoli: gambizzato 47enne in pieno giorno

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Intorno alle 13 un 47enne è stato sparato nelle gambe a Napoli, nei pressi del quartiere Mercato. L’uomo ferito, proprietario di una panetteria, è stato portato d’urgenza al Loreto Nuovo. I Carabinieri stanno indagando per fare luce sull’accaduto.

I colpi sono stati esplosi in via Giacomo Savarese, davanti a decine di persone intente a fare spese nello storico mercato della zona.

Ricomincio dai Libri: scommessa vinta nei Quartieri Spagnoli

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Bilancio positivo per Ricomincio dai Libri, che si prende cura di Napoli e la inonda di letteratura, ricominciando proprio dai Quartieri Spagnoli.

Si è conclusa lo scorso weekend la sesta edizione di Ricomincio dai Libri, la fiera del libro, completamente gratuita, che quest’anno si è svolta dal 4 al 6 ottobre presso la Fondazione Foqus.

La manifestazione è stata un successo, un caleidoscopio di parole, volti, colori, suoni, attorno ad un tema comune: il prendersi cura, inteso nelle sue diverse declinazioni. Innanzitutto, prendersi cura del luogo. A questo proposito, la scelta della location non è stata casuale (ve ne abbiamo parlato qui). Infatti, attraverso le sue tantissime iniziative, la Fondazione Foqus si pone da tempo l’obiettivo di riqualificare un’area notoriamente problematica della città di Napoli, dove è alto il tasso di abbandono scolastico e altrettanto elevato quello della criminalità. Cosa possiamo dire alla fine di questa rassegna letteraria? Decisamente una vittoria per la cultura e, soprattutto, per i Quartieri Spagnoli, questa strana periferia cittadina al centro della città.

Riteniamo che sia dovere di ognuno” – scrive il direttore artistico di RdL, Lorenzo Marone, “sensibilizzare sulle storture e le ingiustizie del mondo. In tal senso abbiamo deciso di parlare in questa edizione di ‘cura’; prendersi cura del prossimo, di chi ci è vicino, di chi è visto, ahimè, come uno ‘straniero’, cura per sé stessi, e per l’ambiente, la vera grande sfida che attende questa generazione. […] ‘Prendiamoci cura’ è il tema della nostra fiera, dovrebbe essere invece il motto di una società diversa, di un nuovo modo di pensare, di vivere il quotidiano.”

Una scommessa vinta

C’è chi pensava che portare un grande evento come una fiera del libro ai Quartieri Spagnoli fosse un azzardo, una scommessa persa in partenza. Eppure l’affluenza registrata sembra dimostrare l’esatto contrario. Una rassegna culturale con oltre 100 eventi – tra cui dibattiti, incontri e presentazioni letterarie – 19 autori emergenti, 40 editori in esposizione e tante associazioni che, con i loro laboratori ed eventi, hanno arricchito ancora di più un programma davvero interessante.

Con i big…

Già, perché la sezione Big della kermesse è stata di alto livello e ha messo in evidenza tematiche trasversali, tutte connesse con il prendersi cura. Tra i grandi ospiti della manifestazione letteraria, venerdì si è cominciato con Antonella Cilento, che è stata impegnata in una conversazione sul ruolo della scrittura e della creatività.

Nel suo intervento, Federico Pace (Scintille, Einaudi Super ET) ha sottolineato l’importanza di ‘allargare’ il nostro tempo per viverlo pienamente, di “uscire dall’ego” per raggiungere gli altri, spiegando, in questo modo, il fil rouge che sostiene Scintille ma suggerendo anche una pratica da applicare quotidianamente per ‘prendendoci cura’ degli altri. Lo stesso De Crescenzo – a cui la rassegna è stata, in qualche modo, dedicata, in “32 dicembre”, ha riflettuto sul tempo suggerendo che, per affrontare bene la vita, il tempo non andrebbe esteso ma allargato.

…un weekend ‘da leoni’

Tra sabato e domenica, molti altri sono stati i protagonisti indiscussi di Ricomincio dai Libri. Tra questi, Matteo Cerri (La cura del freddo), Fabio Geda (Una domenica), Ilaria Gaspari (Lezioni di felicità). Si è, poi, lasciato spazio alla discussione sul prendersi cura dell’altro in rapporto al fenomeno della migrazione, con autori del calibro di Cristina Cattaneo (Naufraghi senza volto) e Marco Rizzo (A casa nostra. Cronaca da Riace), i quali hanno portato a RdL le proprie esperienze sul campo.

Ricomincio dai Libri ha ospitato anche Vauro Senesi (Dio è tornata), famoso vignettista questa volta impegnato come romanziere, Viola Ardone (Il treno dei bambini), Ernesto Galli della Loggia (L’aula vuota), Valentina Farinaccio (Quel giorno). Non è mancato il finalista del premio Campiello Giulio Cavalli (Carnaio) e nemmeno Nello Trocchia che, dialogando con Sandro Ruotolo, ha presentato a RdL il libro con il quale ha portato alla luce i segreti del clan dei Casamonica (Casamonica. Viaggio nel mondo parallelo dl clan che ha conquistato Roma). Il compito di chiudere il sipario, dopo una tre giorni di grande cultura, è stato affidato a Maurizio De Giovanni, il quale ha presentato il suo libro Dodici rose a settembre.

Prendiamoci cura…dell’ambiente

Rispetto alla questione ambientale, la fiera è iniziata con un incontro sul caso Chernobyl. Un interessante dibattito che ha coinvolto Francesca Gorzanelli, fotografa e autrice della mostra fotografica, esposta alla fiera, “Diario di un viaggio a Chernobyl”, e Stefania Divertito, giornalista ambientale e autrice del libro “La verità su Chernobyl”, in uscita ad ottobre per Sperling&Kupfer.

Ospite d’onore, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha partecipato alla fiera domenica mattina. Questa manifestazione, infatti, ha avuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, grazie alla scelta degli organizzatori di rendere Ricomincio dai Libri una fiera completamente plastic free. “Plastic free non ha anche un forte valore simbolico?” – si chiede e ci chiede retoricamente il Ministro Costa durante il suo intervento, conversando con Giuseppe Carboni, direttore del Tg1 – “Non vuol dire costruire una famiglia come un player della tutela dell’ambiente? […] Oggi ognuno di noi è un attore principale del cambiamento.”

Il tributo a De Crescenzo

L’intera manifestazione è stata una forma di tributo a Luciano De Crescenzo, lo si è visto anche semplicemente facendo attenzione ai nomi delle sale: Cavalluccio Rosso, Dottor Cazzaniga, Luigino il Poeta, Don Armando, Rachelina e, infine, Bellavista.

Davvero emozionante, poi, l’incontro di sabato sera a cura di Pino Imperatore intitolato “Così parlò De Crescenzo”, dedicato proprio a Luciano De Crescenzo. Durante l’incontro, il pubblico ha potuto assistere ad una frizzante discussione tra i tre ospiti della serata: Giuseppe Ferraro, docente di filosofia morale presso l’Università “Federico II”, Benedetto Casillo, il famoso vice sostituto portiere in “Così parlò Bellavista”, e Gerardo Scala, o “Luigino il poeta”, che, per l’occasione, ha anche interpretato alcune poesie.

I laboratori di RdL

A Ricomincio dai Libri si promuovono sapere e cultura anche attraverso laboratori, letture animante e incontri a tema per bambini e ragazzi, così da alimentare nelle nuove generazioni la curiosità e la passione per i libri. In questa sesta edizione, una decina i laboratori per i più piccoli, a cura di diverse associazioni, tra le quali Nati per Leggere, Parole Alate, Lib(e)ri per crescere, A.P.S. Evviva, A.P.S. La voce di tutti e A.P.S. Re-Start, l’Associazione Annalisa Durante.

Oltre alle attività per i più piccoli, grazie alla consolidata collaborazione con la Scuola Italiana di Comix sono stati proposti due laboratori: uno di fumettistica per “junior” (8-13 anni) e uno di sceneggiatura per i “senior” (dai 16 anni). Tuttavia, uno dei momenti più coinvolgenti per i bambini (e non!) è stato l’incontro con Geronimo Stilton, protagonista di un incontro durante il quale, attraverso la lettura, si è cercato di sensibilizzare i più piccoli al rispetto per la natura.

Parole, Immagini & Emozioni

Diversi i momenti dedicati alle “attività esperienziali”, alla scrittura introspettiva e alle tecniche narrative, ma anche laboratori dedicati alla scrittura drammaturgica e all’editoria, come quelli condotti da Lalineascritta, a cura di Antonella Cilento. Oltre a “Diario di un viaggio a Chernobyl” – di cui vi abbiamo già parlato – in esposizione durante Ricomincio dai Libri anche la mostra “Words”, con una selezione di fotografie a cura di Luisa Menazzi Moretti, e “Con gli occhi di medici senza frontiere“, a cura di Medici Senza Frontiere.

E per il prossimo appuntamento?

La sesta edizione di Ricomincio dai libri si è conclusa da meno di una settimana, ma non si può fare a meno di interrogarsi già sulla settima. Per tutte le informazioni e i contatti – ma anche per un vedere con i vostri occhi, attraverso un bellissimo racconto fotografico, cosa è successo lo scorso weekend a RdL – potete consultare il sito ufficiale della fiera.

 

Foto in copertina gentilmente concessa dal fotografo Angelo Orefice.

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