venerdì, Dicembre 26, 2025
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Accordo contro la povertà tra Anci Campania e Caritas

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Importante Accordo quadro  (SCARICA E LEGGI) sottoscritto, nella sede di via Morgantini 3 a Napoli, tra ANCI Campania e la Delegazione regionale della Caritas Campania.
L’accordo è stato firmato dal Presidente di ANCI Camapania, Carlo Marino, e dal delegato regionale di Caritas, Carlo Mele. Erano presenti all’importante sigla anche il sindaco di San Cipriano Picentino, Sonia Alfano, delegata di ANCI Campania alle Politiche Sociali, e Ciro Grassini, coordinatore dicocesano Caritas Pozzuoli.
La firma dell’Accordo quadro consegna un importante strumento di azione ai Sindaci della Campania per affrontare i temi delle vecchie e nuove povertà e dare così  una voce ed un volto ai tanti che ogni giorno si rivolgono ai servizi delle Caritas diocesane e dei Comuni.
I dati in possesso di ANCI e di Caritas hanno messo in evidenza, soprattutto nella fase post Covid che staimo vivendo in queste settimane, il crescente aumento del numero di persone che si rivolgono ai Centri di Ascolto delle Caritas dicocesane e ai Servizi sociali dei Comuni. Relativamente agli interventi effettuati emerge, finora, una buona capacità di risposta nel sostenere le necessità di orientamento, consulenza e aiuto economico e materiale; ma anche una grossa difficoltà nell’offrire risposte nell’ambito lavorativo. Dall’analisi dei dati si conferma che il volto della povertà in Campania è legato soprattutto al nucleo familiare. «Ad ottobre dovremo fronteggiare scenari drammatici – dice Carlo Mele – per questo motivo l’Accordo quadro può costituire uno strumento in più per fronteggiare un’emergenza senza precedenti».  «La novità di queste settimane – aggiunge Carlo Marino – è che alla vecchie povertà se ne sono aggiunte di nuove. Per questo non possiamo rispondere come in passato, ma articolare una risposta nuova che fronteggi anche i diversi bisogni che emergono, come la richiesta di lavoro, di opportunità fiscali e assistenziali (dal reddito di cittadinaza a quello di emergenza), di scontistica nelle tariffe. Dobbiamo creare una rete con i Comuni e la Caritas, e successivamente con l’Inps e il terzo settore, per costruire degli sportelli di ascolto che permettano di andare oltre la semplice accoglienza e il semplice primo intervento, pure necessari».
L’Accordo quadro regionale è quindi la prima mossa per una intensa collaborazione tra i Comuni, le Caritas diocesane e altre associazioni ed enti del terzo settore, all’interno delle strutture e dei servizi rivolti alle persone in povertà e ai senza dimora. Seguiranno accordi locali e territoriali, tagliati su misure per le esigenze della singole comunità.

Il Comune rinvia lo sfratto a data da destinarsi, ma è troppo tardi: anziana disabile muore d’infarto

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Le lettere per il rinvio della procedura di sgombero degli appartamenti di Via Posillipo sono partite con colpevole e fatale ritardo. Grazia Resicato di 80 anni è morta di infarto, dopo aver appreso la notizia dello sgombero, prima che le lettere del Comune arrivassero a destinazione.

Dall’ufficio Patrimonio arrivano le lettere che rinviano a data da destinarsi lo sgombero degli appartamenti di Via Posillipo, ma è troppo tardi. Per Grazia Resicato, l’ottantenne che negli ultimi giorni è balzata agli occhi della cronaca, non c’è stato nulla da fare; l’anziana signora è infatti stata stroncata da un infarto dopo aver appreso la notizia dello sfratto, secondo quanto denunciato dal legale della donna, Angelo Pisani. Una vera e propria beffa e una vittoria che non ha il sapore di una vittoria per tutti i residenti degli appartamenti. La lettera del Comune che annunciava il rinvio dello sgombero era infatti partita il 3 Luglio, ma è arrivata solo il 7 dello stesso mese; tre giorni dopo la morte della donna in un letto del Cardarelli.

L’avvocato Pisani annuncia la sua lotta contro il Comune e agli assessori colpevoli di aver vessato poveri cittadini inermi:

In questi giorni stiamo assistendo a dichiarazioni vergognose da parte dell’assessore al Welfare del Comune di Napoli che non può lavarsi la coscienza affermando di voler avviare una inchiesta interna e piangendo lacrime di coccodrillo. Ho telefonato personalmente all’assessore venti giorni fa e le ho fatto presente le condizioni di salute precarie della signora Grazia e lo stress a cui la stavano ponendo

 

L’incertezza regna sovrana anche per altri residenti, come Immacolata Ingangi, titolare dell’altro alloggio che doveva essere lasciato libero. La donna, madre di tre bambini disabili, ha più volte rivolto appelli circa la sua difficile situazione economica. Anche per lei il rinvio a data da destinarsi, ma il suo futuro resta incerto.

Intanto l’assessore al Welfare Monica Buonanno esprime la sua solidarietà e tiene a far sapere che l’atto inviato alle famiglie di via Posillipo non era uno sfratto esecutivo ma l’avvio delle procedure che avrebbero poi condotto a un eventuale sfratto.

Sebbene il Comune abbia il diritto di chiedere lo sfratto (anche se a breve sarà avviata un inchiesta), resta la delicata questione etica che vede in bilico il destino di numerose famiglia legittime assegnatarie di alloggi popolari. A queste il Comune non ha al momento offerto alcuna alternativa.

Il Consigliere comunale Vincenzo Moretto ha cosi commentato la questione:

Il Comune non può ignorare che si parla di persone a cui questi appartamenti sono stati concessi in via temporanea proprio per cercare loro una sistemazione negli alloggi popolari. Procedere a uno sgombero per scadenza del contratto e non fornire una alternativa abitativa a famiglie che, tra l’altro, versano in condizioni di disagio estremo, è una procedura scorretta sia dal punto di vista giuridico che dal punto di vista morale.

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Nuovo caso di Covid nell’Avellinese, salgono a 12 i positivi

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A Moschiano, piccolo comune situato nella Valle di Lauro nell’Avellinese, è stato riscontrato un nuovo caso di positività al Covid-19 nella giornata di ieri: si tratta di un familiare della donna trovata positiva qualche giorno fa e già sotto monitoraggio da parte dell’Asl di Avellino.

Il sindaco di Moschiano, Franco Addeo, attraverso i canali social ha rassicurato così la popolazione: “La situazione è sotto controllo, si procederà anche in giornata a ulteriori tamponi in via del tutto precauzionale. Sono in corso le indagini epidemiologiche su circa 72 persone. I primi 34 tamponi hanno dato esito negativo”.


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Via Partenope, aggrediti due venditori ambulanti con dei cocci di vetro

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La scorsa notte due venditori ambulanti hanno dichiarato di essere stati aggrediti da una decina di persone con alcuni cocci piuttosto taglienti in via Partenope. I due ambulanti, di 27 e 32 anni di origine indiana, ma residenti a Casoria hanno riportato delle ferite lievi.

La versione fornita dai due non convince a pieno i Carabinieri, giunti immediatamente sul posto, anche perchè le ferite riportate non corrisponderebbero a tagli da cocci di bottiglia.

Secondo gli inquirenti i due ambulanti avrebbero avuto un litigio con terzi per accaparrarsi i posti più ambiti della zona per le proprie bancarelle.

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Incidente mortale lungo la Statale 17, morto un uomo

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Tragedia sul versante molisano del Matese. Una donna perde il controllo dell’auto. Morto il padre che l’affiancava nel veicolo.

Drammatico incidente a San Polo del Matese, in provincia di Campobasso. Un uomo è morto a seguito di un incidente stradale lungo la statale 17, sul versante molisano del Matese, al chilometro 209. Secondo una prima ricostruzione, la vittima viaggiava nell’auto condotta dalla figlia. Per ragioni da accertare, la conducente avrebbe perso il controllo del mezzo finendo la propria corsa contro un muro. L’impatto è stato inevitabile. Ad avere la peggio l’uomo, che è morto per le gravi ferite riportate.

Sul posto sono accorsi i sanitari del 118, che hanno constatato il decesso del passeggero e hanno prestato i soccorsi alla donna al volante. Quest’ultima è rimasta ferita ma non verserebbe in condizioni critiche. Sul caso indaga la Polizia di Stato. L’ipotesi più probabile è che l’automobilista abbia avuto un colpo di sonno e sia uscita così fuori strada.

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Blitz anti camorra a Scampia e Secondigliano, 51 arresti

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È ancora in corso un maxi blitz da parte di Carabinieri e Polizia di Stato nei quartieri di Scampia, Secondigliano e San Pietro a Patierno.

Sono scattate 51 misure cautelari a carico di 51 soggetti ritenuti affiliati al clan camorristico de “La Vanella Grassi”.

Le accuse mosse dalla Direzione Distrettuale Antimafia sono: associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alla commissione di una pluralità di reati e di altre attività illecite (traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni e detenzione illegale di armi).

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De Luca: “Ingressi in Italia incontrollati. In queste condizioni non arriveremo neanche a settembre”

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Il governatore De Luca, tramite i suoi canali social, ha mostrato tutta la sua amarezza per la gestione degli ingressi in Italia. Inoltre annuncia che dalla mezzanotte di domani Mondragone cesserà di essere “zona rossa”.

È stato completato nelle palazzine dell’ex Cirio a Mondragone l’esame dei tamponi effettuati dopo i 15 giorni di incubazione del virus. Sono stati effettuati altri 450 tamponi e isolati i residui 17 casi positivi per i quali è in corso il trasferimento nelle strutture sanitarie Covid. Il focolaio è al momento spento. Si rende così possibile alla mezzanotte di domani eliminare la zona rossa. Come da ordinanza, resta l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto per gli abitanti di Mondragone.

Sugli ingressi in Italia occorrono controlli rigorosi. Si è per esempio verificato l’arrivo con un volo diretto New York – Roma, di un cittadino campano risultato positivo solo dopo i controlli cui è stato sottoposto arrivato a destinazione, dopo aver viaggiato anche in pullman e in treno. Si segnalano inoltre casi di arrivi di cittadini dell’Est, tra cui braccianti e badanti, in assoluta promiscuità a bordo di pullman, senza nessun controllo efficace. In relazione a qualche altro caso di positività registrato, è bene ricordare ai medici di famiglia di non sottovalutare situazioni in cui il paziente presenta sintomi e di sottoporlo al tampone.

Si rilevano comportamenti che segnalano un pericoloso rilassamento generale. In queste condizioni il rischio è che non arriveremo neanche a settembre, quando potremo essere costretti ad affrontare l’anno scolastico in condizioni gravissime.

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BussoLaLingua // Perché si dice “Bella come ‘o riavulo ‘e Mergellina”?

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Perché si dice “Bella come ‘o riavulo ‘e Mergellina”?

Non sempre la bellezza è garanzia di virtù: dietro i visi più angelici si possono celare animi infernali e crudeltà non inferiori a quelle dei peggiori diavoli. Nelle leggende Napoletane la bellezza è spesso infame – tra le strade di Neapolis si contraddice spesso l’idea greca del καλὸς καὶ ἀγαθός, ovvero del bello e valoroso che possiede tutte le virtù.

Per esprimere quest’idea tipicamente partenopea, esiste addirittura un modo di dire: quando una donna è bella ma crudele – e anche quando si parla di una bellezza pericolosa – si dice che la persona in questione è “bella come ‘o riavulo ‘e Mergellina” / “bella come il diavolo di Mergellina”.

Ma perché si dice così? 

Dietro questo modo di dire non c’è una leggenda: ce ne sono addirittura due. Si parla di peccati e di desideri, di donne bellissime, arte ed espiazione: questa settimana, #BussoLaLingua svela tutti i segreti che riguardano il Diavolo di Mergellina.

Perché si dice "Bella come 'o riavulo 'e Mergellina"?

San Michele che scaccia il Demonio

Tra le rocce di Mergellina si trova una chiesa dalla facciata dipinta di rosso dedicata a “Santa Maria del Parto“.

All’interno di questo luogo c’è un’opera di Leonardo Grazia da Pistoia, un dipinto noto al popolo con il nome di “Diavolo di Mergellina” ma il cui titolo originale è “San Michele che scaccia il Demonio“.

E’ un dipinto che ha colpito da sempre la fantasia dei cittadini di Napoli, ed è facile capire il perché: si tratta di un’immagine sì bellissima, ma decisamente conturbante. Nell’opera è rappresentato l’Arcangelo San Michele che schiaccia sotto i suoi piedi quello che viene identificato come “Demonio”, ma che in realtà ha il viso di una bellissima fanciulla dai capelli folti e ramati. 

Questa figura femminile è seminuda e non del tutto umana: nella parte inferiore del suo corpo possiamo infatti vedere dei tratti serpenteschi.

La fantasia popolare ha ricamato a lungo sull’immagine di questo dipinto strano e sconvolgente, derivandone due leggende.

La storia di Vittoria d’Avalos

La prima leggenda narra della peccaminosa storia di Vittoria d’Avalos, una giovane donna, nobile e bellissima, che aveva abbandonato la vita monastica, che s’invaghì follemente di Diomede Carafa, un prete giovane e di bell’aspetto.

La pozione d’amore

La leggenda vuole che la fanciulla abbia cercato di sedurre in ogni modo Diomede, utilizzando tutte le armi a sua disposizione: il suo bel viso faceva innamorare chiunque e il suo corpo candido e armonioso conquistava a prima vista ogni uomo che vi posasse lo sguardo. Vittoria era gentile e garbata e la sua voce angelica era così suadente da permetterle di ottenere qualsiasi cosa da chiunque la ascoltasse.

Nessuno pareva poterle resistere; nessuno, tranne il prete di cui la donna era innamorata. Diomede Carafa, invero con una gran fatica, resistette a tutti i tentativi di seduzione messi in atto da Vittoria che infine, disperata, secondo alcune versioni della leggenda si rivolse a una fattucchiera.

L’anziana donna preparò allora una pozione d’amore, e consegnandola alla nobile fanciulla le raccomandò di farla bere tutta al suo amato Diomede. Vittoria obbedì alla fattucchiera: sparse il contenuto della preziosa boccetta su alcuni dolci e li portò in dono al prete che, inconsapevole e goloso, li mangiò tutti.

Pareva proprio che la pozione della fattucchiera avesse funzionato: Diomede divenne ossessionato dalla ragazza. Pensava a lei in ogni momento e cercava di non rimanere mai troppo tempo al suo cospetto, consapevole di rischiare di cedere da un momento all’altro alle sensuali proposte della fanciulla.

‘o riavulo ‘e Mergellina

Infine, consultato un suo amico esorcista, commissionò ad un artista un lavoro: il pittore avrebbe dovuto dipingere un quadro raffigurante un angelo che sconfiggeva un diavolo che avesse le stesse sembianze della bella Vittoria. L’artista completò il suo lavoro, producendo il quadro che ancora oggi possiamo ammirare, e così l’incantesimo d’amore si sciolse.

Ogni volta che Diomede si sentiva tentato dal bel corpo della fanciulla si recava in chiesa a osservare il dipinto raffigurante la sconfitta del “Diavolo di Mergellina” e così il suo desiderio spariva.

Perché si dice "Bella come 'o riavulo 'e Mergellina"?

La storia di Isabella

La seconda storia di quella di cui parlano le leggende è quella di Isabella.

Isabella era una giovane donna aristocratica, seducente e bellissima, nota per illudere gli uomini che s’innamoravano di lei senza mai concedersi loro. Si dice che uno dei suoi sfortunati amanti fosse stato Don Diomede Carafa.

Inizialmente, in verità, sembra che Diomede avesse cercato di resistere alle proposte della ragazza ma che, dopo aver letto una lunga lettera d’amore scritta da Isabella, avesse infine ceduto. Cadde così tra le braccia della bella fanciulla e intrattenne con lei una torbida storia d’amore che durò mesi interi.

Nonostante Diomede fosse riuscito ad assaggiare il frutto proibito, la sua gioia durò poco: Isabella infatti lo abbandonò per scivolare tra le braccia del miglior amico del prete, Giovanni Verrusio.

Fu in quel momento di dolore, rimpianto e pentimento che Diomede commissionò a un artista un’opera: parliamo naturalmente del quadro rappresentante l’Arcangelo Michele che sconfigge un diavolo dalle sembianze di donna e, nello specifico, di Isabella.

Bella come ‘o riavulo ‘e Mergellina

Queste sono le due leggende che spiegano il modo di dire “Bella come ‘o riavulo ‘e Mergellina”: si parla di donne bellissime e tentatrici, disposte a tutto pur di ottenere ciò che vogliono oppure che non si facciano scrupolo ad abbandonare gli uomini che, ormai, hanno usato.

Conoscevate questo modo di dire così particolare?

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Scopri i segreti di altre parole e modi di dire:

Se vuoi approfondire la tua conoscenza sulla nostra cultura regionale o leggere altre storie della Campania, non perderti le nostre rubriche sulle Leggende e sui Sapori della nostra regione : #BussoLaLeggenda e #BussoLaTavola

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De Luca su detassazione imprese: “facciamo pirateria come gli olandesi”

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De Luca alla convention delle imprese campane Industria Felix paventa la “mancanza di razionalità” dell’attuale azione pubblica e invoca il “modello Olanda” per le imprese del Sud

Vincenzo De Luca ha presenziato in occasione della terza edizione di Industria Felix a Napoli. Il governatore è intervenuto a chiusura dell’evento, toccando vari temi. In merito alla situazione epidemica, De Luca si è vantato di indossare sempre la mascherina e ha redarguito chi non lo fa: “Io vado in giro con la mascherina anche quando il sole batte, sembro un monaco trappista”.

Il governatore poi, con un invettiva piuttosto generica, ma dai toni come sempre altisonanti, ha attaccato alludendo alla situazione del governo centrale. “L’epidemia avrebbe dovuto spingerci a cambiare tutto”, ma “poi c’è stato il ritorno alla balcanizzazione, un pollaio permanente, un accapigliamento continuo, ideologismi e mancanza di razionalità contraddistinguono l’azione pubblica” .

Infine è arrivata l’attesa proposta del governatore in materia di politica industriale, calibrata a puntino per il tipo di incontro a cui De Luca presenziava. “Per il Sud proponiamo l’esportazione del modello Olanda. Gli olandesi fanno operazioni al limite della pirateria. Bene. Facciamolo anche noi. Defiscalizzazione totale per i nuovi investimenti e detassazione per gli utili di impresa”.

Sin dall’epidemia Covid, De Luca tenta di far passare l’idea che la sua politica regionale stia sempre in anticipo su quella nazionale. Nei giorni in cui il governo centrale contratta le soluzioni per la ripresa e incassa i “no” dell’Olanda (il premier Rutte ha dichiarato, è notizia recente, che non c’è bisogno “di tutta questa folle fretta” nel trovare un accordo per il Recovery Fund) l’esplicita soluzione del governatore De Luca al problema della disparità fiscale dell’eurozona in ambito d’impresa è dunque inseguire a ribasso i paesi, come l’Olanda, responsabili del dumping tra gli stati membri.

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Napoli-Roma, accuse ai giallorossi per aver violato il protocollo sanitario

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Napoli, scintille ieri sera a bordo campo tra i dirigenti della squadra partenopea e della squadra giallorossa, quest’ultima rea di aver violato il protocollo sanitario previsto per il distanziamento sociale e portando di fatto, in panchina, tutte le riserve convocate per la trasferta a Fuorigrotta dal tecnico Fonseca.

Ne è nata una polemica, visto che invece Gattuso aveva al suo fianco solo il suo staff e i giocatori esclusi inizialmente dalla formazione titolare erano seduti al contrario in buona parte in tribuna, per evitare appunto assembramenti a bordo campo.

I dirigenti azzurri hanno chiesto l’intervento dell’arbitro Rocchi, ma bisognerà vedere cos’ha scritto l’arbitro sul suo referto: ciò che ha infastidito gli azzurri, al di là del mancato rispetto del protocollo è stato, probabilmente, il gran tifo che arrivava dagli spalti e dalla panchina giallorossa da parte delle riserve giallorosse per i compagni di squadra.

I dirigenti giallorossi hanno fatto sapere di essere pronti ad assumersi le responsabilità della loro scelta. Ma il presidente del Napoli De Laurentiis non vuole che finisca qui e chiederà chiarezza a Figc e Lega. A suo giudizio le regole devono essere uguali per tutti.

 

 

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