lunedì, Agosto 18, 2025
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San Giorgio a Cremano: si dà fuoco davanti alla ex, arrestato per stalking

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Si dà fuoco davanti casa della ex moglie a San Giorgio a Cremano, ma le denunce per stalking della moglie lo fanno arrestare.

Accade ad un 36enne che, dopo la separazione a marzo di quest’anno, ha cominciato a perseguitare l’ex moglie con minacce, insulti e atti intimidatori.

La denuncia che ha fatto scattare le indagini è datata ai primi di giugno, dopo che l’uomo si è cosparso di benzina e si è dato fuoco davanti la casa che ospita l’ex moglie. L’uomo è stato poi aiutato da familiari e dal 118 e ha riportato ustioni di secondo grado sulle mani e sulle orecchie. Ma l’uomo non si è fermato.

Il 14 luglio, infatti, l’uomo avrebbe minacciato la donna di incendiarle casa ed auto, e infatti il giorno seguente l’auto della vittima è stata data alle fiamme.

La denuncia ai carabinieri di San Giorgio a Cremano

La denuncia della donna ha subito mobilitato i Carabinieri di San Giorgio a Cremano che hanno richiesto un’ordinanza cautelare. Il tribunale di Napoli ha subito accolto la richiesta e ha previsto la misura cautelare preventiva del carcere. L’uomo ora si trova nel carcere di Poggioreale con l’accusa di stalking.

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I funerali di Mario Cerciello Rega: “Si eviti la 12esima coltellata”

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È nella stessa chiesa dove, poco più di un mese fa, si è sposato che si sono appena conclusi i funerali di Mario Cerciello Rega, il carabiniere brutalmente ucciso a Roma.

Su feretro, avvolto nel tricolore, i simboli dei suoi grandi amori. Le foto con la giovane moglie Maria Rosaria. La maglietta di Insigne, capitano della squadra da lui tanto supportata. Una corona del rosario, simbolo della fede mai abbandonata. E, soprattutto, il berretto da carabiniere mai disonorato.

Una folla imponente si è radunata a Somma Vesuviana dalle prime ore del mattino. Ci sono le Istituzioni: il sindaco della città e amico d’infanzia Salvatore di Sarno, il presidente della Camera Fico, i vicepremier Di Maio e Salvini, il ministro della difesa Trenta, ma anche i sottosegretari campani Spadafora e Castiello oltre ad altri esponenti politici.

Ci sono i colleghi dell’arma che lo salutano con un doveroso picchetto d’onore. Ci sono le persone, familiari o amici, che l’hanno conosciuto e amato.

L’omelia, monsignore Marcianò: ““Basta piangere servitori dello Stato”

Apresiedere la celebrazione è l’arcivescovo Santo Marcianò. Nella sua commossa Omelia  ricorda che il carabiniere Mario Cerciello Rega aveva scelto di sposarsi in quella chiesa, il 13 giugno, per sentire il padre Antonio – morto per una malattia quando lui aveva appena 24 anni –  più vicino.

Monsignore Marcianò ricorda la fede del brigadiere, il suo impegno nella beneficienza e il suo grande rispetto per il comandamento più importante: “Non uccidere”.

“Mario ha creduto che non c’è giustizia senza rispetto della vita. Mario ha saputo vivere e morire per custodire la vita altrui.   – afferma dall’altare forse anche in risposta alle polemiche degli ultimi giorni.

“Quanto è accaduto è ingiusto – aggiunge – Questo ci spinge a denunciare affinché sia fatta giustizia ed eventi del genere non accadano più. Basta piangere servitori dello Stato”.

La richiesta del comandante dei Carabinieri: “Si eviti la 12esima coltellata”

Il comandante dei Carabinieri ricorda i motivi per cui il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega aveva ricevuto un encomio: l’intera in ospedale accanto a una madre vedova e a sua figlia mentre non era in servizio.  “È avendo sempre a mente questo che il suo sacrificio – afferma – sarà d’esempio ai tanti giovani carabinieri presenti in Chiesa”.

Alla platea e soprattutto alle Istituzioni il Comandante rivolge poi due richieste che riassume in due parole: “Rispetto e Riconoscenza”.

“È giusto – afferma –  che si eviti la dodicesima coltellata al cuore d’oro di Mario. Sono giuste le polemiche, ma oggi no. E facciamo in modo che i toni, i modi siano rispettosi di un carabiniere morto per i diritti di tutti, anche quelli di una persona arrestata perché ha compiuto un orrendo crimine”.

Alla sua memoria, infine, vengono recitate due poesie: una di Pascoli e una scritta dalla moglie Maria Rosaria che ricorda la promessa fatta meno di mese fa e il desiderio, crudelmente infranto, di diventare padre.

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Sospesa la professoressa che aveva insultato il vicebrigadiere ucciso a Roma

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È partita questa mattina la sospensione di Eliana Frontini, professoressa di un istituto di Novara che aveva insultato tramite social il vicebrigadiere Cerciello Rega, assassinato a Roma nei giorni scorsi.

Il ministro dell’istruzione Bussetti ha inoltre annunciato che l’ufficio scolastico del Piemonte avvierà un procedimento disciplinare nei confronti della docente. La professoressa, a poche ore dall’omicidio, aveva scritto sul suo profilo Facebook questa frase: “Uno di meno, e chiaramente con uno sguardo poco intelligente, non ne sentiremo la mancanza“, per poi cancellarlo dopo pochi minuti.

Chiaramente il post è diventato subito virale e anche la cancellazione del profilo della docente è stato inutile. Verrà valutata la sua posizione, con la possibilità di allontanamento definitivo dalla scuola.

Eliana Frontini, oltre ad essere un insegnante, risulta iscritta all’albo piemontese dei giornalisti. Non si è fatta attendere la nota del presidente dell’ordine Carlo Verna: “L’autrice dovrà rispondere al Consiglio di Disciplina del Piemonte cui sarà segnalata, salvo una verifica su eventuale omonimia. L’Ordine dei Giornalisti ritiene necessario intervenire ovviamente su qualunque scomposta esternazione sui social da parte dei suoi iscritti che, è bene ricordarlo, sono tenuti al rispetto della deontologia in tutte le sedi e su tutti i mezzi di comunicazione“.

Boom di rapine a Torre del Greco, arrestati i colpevoli

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Di Martina Orecchio- Dopo 5 case svaligiate nell’ultimo mese, fine dei giochi per una banda di ladri che stava seminando il panico nelle abitazioni di Torre del Greco.

Decisiva la scoperta degli inquirenti sull’utilizzo di una chiave bulgara, usata per scassinare le abitazioni. La stessa chiave ritrovata nello zaino di due scassinatori, fermati dalle forze dell’ordine. Sabato notte sono stati intercettati dalla polizia locale in viale Francesco Bolzano, mentre giravano intorno ad alcune auto parcheggiate, probabilmente pronti a colpire ancora.

Prima dell’arresto i due hanno tentato la fuga, sventata prontamente dagli agenti di Polizia Locale. All’interno dello zaino sono stati ritrovati, oltre alla chiave bulgara, guanti di nailon, spago e diversi utensili che, molto probabilmente, fanno parte del kit utilizzato per entrare negli appartamenti.

I due fermati, entrambi napoletani di 62 e 61 anni, hanno diversi precedenti penali per furto e non solo. La polizia sta indagando per capire in quali altri colpi (rimasti senza colpevole) sono coinvolti i due sessantenni.

Tra le varie abitazioni svaligiate, ci sarebbe anche quella appartenente ad un noto medico del posto, il quale si è visto sottrarre una cassaforte contenente 80.000 euro.

Maltempo e ancora crolli a Pompei

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A causa dell’ultima ondata di maltempo una trave ha ceduto in una delle più eleganti Domus del sito archeologico di Pompei.

Si tratta della  “Casa della Fontana Piccola”, restaurata con i fondi del Grande progetto Pompei e riaperta nel 2015. Il cedimento della trave, che era di recente realizzazione, è avvenuto poco dopo le 15 in seguito alle piogge intense della mattinata di domenica.

A quell’ora, nonostante il maltempo, numerosi turisti erano in visita agli Scavi. Fortunatamente, nessuno del folto gruppo che si trovava all’interno della Domus è rimasto ferito. Altrettanto fortunatamente, la fontana piccola che si trova nella casa che dà il nome alla Domus e che risale agli inizi del I secolo a.C., non ha riportato danni. Indenni anche gli affreschi alle pareti.

Tempestivo l’intervento del personale della Sovrintendenza archeologica di Pompei che, messa in sicurezza la zona, ha puntellato la trave.

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#comprasud: il boicottaggio meridionale dei vini veneti

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Bar deVENETizzati e hashtag #comprasud stanno dilagando negli ultimi giorni nei locali del sud, ma soprattutto sul web.

Si tratta della sfida lanciata dallo scrittore e giornalista Pino Aprile, padre del best seller “Terroni”, che ha proposto ai bar del sud Italia di devenetizzarsi.

Il motivo? La decisione della Regione Veneto di trattenere il residuo fiscale.

Nei bar aderenti dove spicca lo stesso volantino lanciato in rete si spiega che non si servono vini, prosecchi e spumanti prodotti in Veneto per favorire i prodotti del sud.

Il volantino spiega anche che trattenendo il residuo fiscale, il Veneto trattiene tutte le sue tasse e che, quindi, non solo le aziende venete si arricchiranno con i soldi dei cittadini meridionali, ma finanzieranno esclusivamente i servizi della regione.

La risposta dei leghisti –come al solito – non si è fatta attendere.

“Sono davvero amareggiato dal fatto che un dibattito serio e importante come quello sull’autonomia sia stato sbeffeggiato da alcuni cittadini calabresi sui social in questo modo” afferma Nicola Finco, capogruppo della Lega in Consiglio regionale del Veneto.
Poi suggerisce: “gli utenti di quella pagina Facebook se la prendano con i loro amministratori, spesso accusati di collusione con la mafia e di sperpero del denaro pubblico. Se i loro bilanci regionali o la loro economia sono in sofferenza, non è certo colpa del Veneto”.
“I dati dell’export parlano da soli. Le vendite all’estero del nostro prosecco continua a crescere, arrivando a toccare i 36 milioni e mezzo di bottiglie. Numeri impressionanti che dimostrano come non saranno le offese di alcuni cittadini calabresi a danneggiarci” conclude.
Quest’ultima affermazione, in effetti, presenta un dato inconfutabile.

A questo punto bisogna capire a cosa miri effettivamente l’hashtag #comprasud.

Perché se è effettivamente un mero – e apparentemente debole – tentativo boicottaggio delle aziende venete e del nord, i risultati saranno sicuramente fallimentari.
Ma se si pensasse all’hashtag non più come un invito a “fare un dispetto” alle aziende del nord, ma a riscoprire e apprezzare davvero i prodotti del sud, allora ben venga.

Abbiamo davvero bisogno di guerre interne al Paese ancora nel 2019?
Sono ancora necessari boicottaggi alle aziende del nord e accuse di esportazione mafiosa al sud?
Ma, soprattutto, vale davvero la pena rinunciare ad uno spritz in queste calde serate estive?

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Dall’autopsia sul corpo di Mario Cerciello Rega emergono nuovi dettagli

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Le versioni che si sono susseguite nelle ultime ore sul caso del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega sono diverse e contrastanti.

Dall’autopsia è emerso un dettaglio molto importante: sono ben 11 le coltellate inflitte dall’americano Elder Finnegan Lee (apparso nelle ultime ore in una foto durante un interrogatorio che lo ritrae bendato e ammanettato, dividendo l’opinione pubblica).

Dalle prime indagini, invece, le coltellate che hanno provocato l’emorragia al carabiniere napoletano, sembravano 8.

Domani ci saranno i funerali del vicebrigadiere presso la chiesa di Santa Croce di Somma Vesuviana. 

VIDEO | Incidente navale nel porto di Pozzuoli

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Le raffiche di vento che da questa notte stanno interessando con particolare intensità sono foste le causa dell’incidente navale nel porto di Pozzuili.

La grande nave traghetto Medmar ha “strusciato” la LadyCarmela della Gestour provocando non pochi danni.

Un incidente le cui cause sono al vaglio, le cui perizie hanno rallentato il traffico nel porto causando ritardi anche ingenti.

Leggende della Campania: i segreti della Grotta Azzurra

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Questa settimana #BussoLaLeggenda vi porta in uno dei luoghi più incantevoli della Campania: la Grotta Azzurra di Capri, tanto bella quanto spaventosa.

Si dice infatti che sia abitata da creature spaventose: diavoli, demoni, mostri marini… e, forse, ninfe e qualche sirena.

La Grotta dei Mostri

Un angolo di paradiso blu: questo è quello che viene in mente visitando la Grotta Azzurra.

Oggi questa grotta di Capri è visitata da turisti di tutto il mondo ed apprezzata per la sua bellezza, ma in passato non ha goduto di buona reputazione. I pescatori dell’isola l’hanno infatti evitata per secoli, abbandonandola, convinti che fosse abitata da demoni, diavoli e mostri marini. Guardando la bellezza della grotta non è facile capire come siano potute nascere leggende tanto spaventose sul suo conto.

Tuttavia, guardando sul fondale delle sue acque azzurre e meravigliose, è possibile scorgere i contorni di una verità, di un passato sommerso che forse può dar senso all’intera storia…

Acqua azzurra e tesori d’argento: il segreto (fisico) della Grotta

I pescatori e i marinai che visitavano in passato la grotta erano convinti che questa fosse abitata da creature magiche o maledette anche per via della colorazione dell’acqua. Il suo vividissimo azzurro era così carico, così alieno rispetto gli altri colori della natura da parer quasi sovrannaturale; inoltre, i visitatori della grotta si resero conto che qualsiasi oggetto fosse immerso nelle sue acque riluceva d’argento, come se fosse ricoperto d’una patina preziosa.

Il segreto della grotta, vale a dire il motivo a cui si deve la satura colorazione dell’acqua, è una finestra subacquea. La finestra subacquea filtra la luce che si rifrange, e assorbe i colori rossi di quest’ultima  lasciando passare esclusivamente quelli blu, dando vita al fenomeno che ha reso celebre la Grotta.

La colorazione argentea degli oggetti che vi sono immersi è dovuta invece al fatto che la loro superficie viene ricoperta da delle bolle d’aria. Queste, avendo un indice di rifrazione differente da quello dell’acqua, riescono a riflettere la luce.

Le bolle donano così agli oggetti la patina argentea che ha tanto spaventato (e affascinato) i pescatori ed i marinai.

Ninfe, Nereidi, Mostri e Sirene: la riscoperta della Grotta

Ma c’è anche un secondo motivo, un secondo segreto che ha accresciuto le leggende spaventose che riguardano questo luogo incantevole.

La Grotta, sebbene fosse nota sin dai tempi dei romani, venne abbandonata come abbiamo detto per secoli. Venne “riscoperta” nel 1826, quando un pescatore di nome Angelo Ferraro vi portò in visita il pittore Ernst Fries e lo scrittore August Kopish, che, colpito dalla bellezza mozzafiato di quel luogo segreto, lo inserì nel suo “Annuario d’Italia”, dedicandovi un intero capitolo intitolato “La scoperta della grotta Azzurra”.

August Kopish, parlando della grotta, svela uno dei suoi segreti; racconta infatti ciò che Angelo Ferraro ha loro narrato, e cioè che, in un indefinito anno del seicento, dei preti sarebbero fuggiti terrorizzati dalla grotta. Il motivo della loro fuga sarebbe stato la scoperta di un tempio pagano, circondato da spaventosi simulacri raffiguranti demoni e spiriti maligni. Da lì si diffuse l’idea che la grotta fosse infestata da creature infernali o, nella migliore delle ipotesi, non amichevoli.

Alcuni raccontavano anche che la grotta fosse abitata da dei monstri marini, mentre altri pensavano che la grotta offrisse rifugio alle Nereidi. Le Nereidi, figlie di Nereo, metà uomo e metà pesce, erano le uniche creature amichevoli che fosse possibile secondo le leggende trovare nella grotta: belle d’aspetto e gentili, passavano le giornate ad intrecciarsi i capelli e a decorarli con le perle, cavalcando delfini ed aiutando i marinai che avevano perso la rotta a ritrovarla.

La celebrità della grotta e delle sue creature s’accrebbe al punto che lo scrittore Hans Christian Andersen la inserì nel suo romanzo “L’improvvisatore”. 

Ma perché i pescatori ed i marinai erano convinti della veridicità delle leggende? Anche per questo quesito abbiamo oggi una risposta.

Le creature di pietra della Gradola: il segreto (archeologico) della Grotta

Come abbiamo infatti detto, la grotta, che all’epoca veniva chiamata Gradola, era nota anche ai tempi dei romani. Collegata alla villa dell’imperatore Tiberio tramite un passaggio oggi distrutto, questi la usava come ninfeo marino.

Alle pareti della Grotta c’erano infatti numerose statue raffiguranti dei e creature marine. Sebbene ad oggi sia stato possibile recuperare solo due statue, quella di Nettuno e di Tritone, gli archeologi pensano che il fondale possa nascondere almeno altre quattro statue. 

Ad ogni modo è questa la probabile verità, ancora parzialmente sommersa, alla base delle leggende che riguardano la Grotta Azzurra: i pescatori, i preti e marinai, vedendo queste statue raffiguranti creature e dei sconosciuti, rilucenti d’argento, avranno creduto di essere al cospetto di esseri vivi, reali. Alla luce (azzurra) di queste scoperte (argentate), la loro fuga terrorizzata appare un po’ più giustificata.

La magia (quella vera) della Grotta

La Grotta ha svelato alcuni dei suoi segreti, ma nonostante questo, riuscirà a stregarvi con la sua magia blu: a dispetto delle evidenze fisiche, archeologiche e razionali, non potrete fare a meno di avere l’impressione che qualcosa, una sirena o un demonietto d’argento, possa sbucare dalle sue acque.

Visitatela e lasciatevi incantare, perché, anche se non dovesse esserci nessuna creatura, potrete lo stesso godere della bellissima magia della Grotta Azzurra.

Per le altre leggende della Campania:

BussoLaLeggenda I : Da dove nascono le Janare? 

BussoLaLeggenda II : Il fantasma del Caffè Gambrinus

BussoLaLeggenda III: La maledizione della Gaiola

BussoLaLeggenda IV: La Strega del Vesuvio

BussoLaLeggenda V: La Tomba di Dracula

BussoLaLeggenda VI: L’amore tra Posillipo e Nisida

BussoLaLeggenda VII: Giovanna la pazza e i suoi amanti senza riposo

BussoLaLeggenda VIII: la Bella ‘Mbriana e l’ospitalità

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Il Parco nazionale del Vesuvio si libera dagli abusi edilizi

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Il Parco nazionale del Vesuvio verrà certamente liberato da tutte le costruzioni abusive che sono al suo interno. Grazie a un protocollo di intesa redatto e sottoscritto da vari procuratori, ci si impegna ufficialmente nella tutela del territorio.

La compagnia del Vesuvio

L’ente del parco ha sentito l’esigenza di garantire un maggior numero di azioni amministrative volte al miglioramento delle condizioni del territorio. Attraverso questo protocollo, si cerca di concretizzare le già precedentemente annunciate demolizioni degli abusi edilizi che da decenni si ergono indisturbati nella zona.

Questo protocollo è frutto della collaborazione fra membri della Procura ed Ente. Hanno collaborato nella stesura: Giovanni Melillo, procuratore della Repubblica di Napoli; il capo dell’ufficio Demolizioni Nunzio Fragliasso; il presidente dell’Ente Parco nazionale del Vesuvio Agostino Casillo e il direttore del Parco, Stefano Donati.

Una nuova responsabilità

Nonostante il continuo impegno della Procura che quotidianamente dedica energie e tempo nell’organizzazione del piano nazionale per la tutela del territorio, l’assenza di una prospettiva futura e concreta determina un dispendio di risorse, specialmente per quanto riguarda il lavoro dei magistrati, che cercano di contrastare le violazioni legali e le speculazioni che caratterizzano l’area. Grazie alla sinergia fra autorità giudiziaria e l’Ente Parco, si cercherà inoltre di stabilire un nuovo coordinamento delle pubbliche istituzioni, nel tentativo di responsabilizzare tutta la regione per la promozione del bene pubblico, che rappresenta un importante patrimonio naturale e culturale non solo della regione ma di tutta la nazione.

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