sabato, Agosto 2, 2025
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Stop al termovalorizzatore di Acerra: nuova emergenza rifiuti?

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Il termovalorizzatore si fermerà il 1 settembre. La causa? Normale manutenzione. Lunedì l’approvazione del programma ufficiale di smaltimento. Forte la tensione tra i Comuni per l’apertura di nuovi siti di stoccaggio.

Rischia di essere una fine incandescente, quella dell’estate in Campania. Se ne sta parlando da mesi, e ormai settembre è arrivato. Nel nostro precedente articolo, Vincenzo De Luca aveva messo in guardia su una probabile nuova emergenza da fronteggiare in autunno. Ebbene, il final countdown è cominciato: manca poco più di una settimana alla chiusura dell’unico termovalorizzatore in regione, quello di Acerra, per manutenzione. “Un evento normale di un impianto industriale che, dopo 10 anni, ha bisogno di manutenzione straordinaria” – ha dichiarato il mese scorso a Il Mattino Fulvio Bonavitacola, Vicepresidente e Assessore all’Ambiente della Regione Campania.

Fatto sta che dal 1 settembre al 12 ottobre l’unico termovalorizzatore campano sarà inutilizzabile, e questo potrebbe tradursi nel rischio, piuttosto concreto, che tutti temono: una nuova emergenza rifiuti, tra l’altro proprio sul finire dell’estate. Una crisi ‘spazzatura’ alla quale i campani non sono (purtroppo!) per nulla estranei e che, anzi, andrebbe a sommarsi a quelle difficoltà inerenti alla raccolta che diversi comuni della provincia stanno affrontando o hanno affrontato per mesi.

Si stima che nei 42 giorni di fermo saranno circa 75.000 le tonnellate da smaltire. Il come è stato materia di diverse riunioni tenutesi nei mesi di luglio ed agosto, tra tutti i soggetti e gli enti interessati. Regione Campania, Città Metropolitana di Napoli, le province campane e gli ATO hanno cercato di trovare un accordo sulla gestione del dopo-chiusura e di definire un piano attuabile e sostenibile per le comunità locali.

Trasporto extraregionale e stoccaggio

Il piano d’azione definitivo sarà ufficialmente approvato il prossimo lunedì, ma dai particolari emersi dalle riunioni e dalle ultime comunicazioni, sembra che la strada prioritaria da seguire sarà quella del trasporto dei rifiuti fuori regione. Normale amministrazione, insomma. Con il termovalorizzatore di Acerra bloccato e l’assenza di altri impianti regionali simili, l’opzione concreta resta quella di ‘regalare’ la propria immondizia al Nord e all’estero. Alcune gare d’appalto sono state già aggiudicate, altre sono in corso di aggiudicazione. Per esempio, l’A2A, società che gestisce il termovalorizzatore di Acerra, dovrà provvedere allo smaltimento fuori regione di 17mila tonnellate di rifiuti.

Ciò nonostante, dalle parole del Vicepresidente della Regione sembra chiaro che il trasporto extraregionale non basterà a scongiurare l’apertura di siti di stoccaggio temporanei. Nei comuni, tuttavia, si continua a nutrire un forte timore per l’eventualità di dover ospitare discariche provvisorie, poiché, si sa, nella Terra dei Fuochi, il tema dell’inquinamento è estremamente sensibile e, generalmente, si crede poco alla ‘provvisorietà’ in materia di rifiuti. Colpa, probabilmente, delle numerose esperienze di gestione fallimentare di cui tanti comuni della regione sono stati testimoni negli scorsi decenni.

Infatti, è forte il sentimento di disapprovazione che alberga in quei paesi che potrebbero essere identificati come aree per l’apertura delle discariche. Dopo tante promesse non mantenute e menzogne, soprattutto rispetto al tema spazzatura, il sospetto è che risulti difficile, ora, credere alla reale provvisorietà di questi siti di stoccaggio.

 Lo smaltimento

Le gare d’appalto, che hanno coinvolto società provinciali, la Regione Campania e la A2A, hanno permesso di quantificare e bilanciare l’evacuazione extraregionale dei rifiuti in rapporto all’effettivo fabbisogno causato dalla chiusura del termovalorizzatore campano. Come si legge nel comunicato del 9 agosto della Regione Campania, il bilancio sembra essere positivo, il che comporterebbe una diminuzione delle superfici di stoccaggio temporaneo e riduzione della durata del deposito, che non dovrebbe essere superiore a due mesi.

Inizialmente si era pensato a Giugliano e Acerra come discariche temporanee, ma le comunità locali si sono fortemente opposte. Di conseguenza, è stato deciso che sarà la società SAPNA ad individuare nuovi territori per lo stoccaggio temporaneo. Nel fare ciò, si dovrà tener conto di tre criteri, così definiti nel comunicato: “pronta utilizzabilità di aree già utilizzate per deposito temporaneo; prossimità agli Stir ove vengono prodotti i rifiuti; ubicazione in territori che non sono già gravati da particolari carichi di stoccaggio.”

Le verifiche relative all’individuazione delle aree si sono svolte proprio in queste ultime settimane, mentre l’approvazione definitiva del programma di evacuazione e dei siti temporanei di stoccaggio è programmata per lunedì 26 agosto. Caivano (NA), Marigliano (NA) ma anche Casalduni (BN) potrebbero essere identificati come siti idonei.

Data l’importanza della questione, già all’inizio di agosto Bonavitacola aveva fatto appello alla cooperazione di tutti i soggetti coinvolti, asserendo che “se ciascuno continuerà a fare la sua parte ci sono tutte le condizioni per superare senza problemi le difficoltà causate dal fermo del Termovalorizzatore a settembre”.

Legambiente

Anche Legambiente ha stilato un suo approfondito dossier, suggerendo che la chiusura del termovalorizzatore dovrebbe essere vista come un’opportunità. Attraverso la campagna “Io non conferisco”, Legambiente Campania vuole sfidare i cittadini ad adottare azioni più virtuose “per migliorare la quantità e la qualità della raccolta differenziata a partire dalla riduzione della produzione dei rifiuti, semplicemente facendo maggior attenzione al giusto conferimento dei pochi oggetti che non si possono avviare al riciclo” – ha affermato Mariateresa Imparato. Legambiente sarebbe proprio a favore della riduzione della frequenza per il conferimento dell’indifferenziato. I loro numeri e dati confermerebbero, infatti, che in quella piccolissima percentuale di comuni esaminati (meno del 3%) in cui il secco non viene raccolto ogni settimana, si registrerebbero diminuzioni nella produzione dell’indifferenziato pro capite.

 

Noi, intanto, attendiamo il verdetto di lunedì, con la speranza di non trovarci ad affrontare l’ennesimo stallo nello smaltimento e nell’evacuazione dei rifiuti. Questo, difatti, potrebbe portare alle solite problematiche del caso che, oltre a rendere invivibili le nostre città e ad essere pericolose per salute pubblica, potrebbero culminare nello smaltimento abusivo dei rifiuti – pensiamo, tra gli altri, al problema dei roghi.

Avellino: bomba esplosa davanti al vescovato

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di Nourou Guene – Poche ore fa un ordigno è esploso ad Avellino davanti al Vescovato, in piazza Libertà. La bomba era composta da tre bombole di gas da campeggio, innescate da un uomo che è stato bloccato, dopo un tentativo di fuga, dalle forze dell’ordine.

L’autore del gesto è un 43enne residente in provincia di Avellino, assiduo frequentatore della Caritas. Oltre ai filmati delle telecamere, l’uomo è stato inchiodato dalle testimonianze delle persone presenti davanti al palazzo vescovile.

Durante l’esplosione sono stati coinvolti un vigile avvicinatosi alla bomba, il direttore della Caritas Carlo Mele ed un passante.

Lo stesso Carlo Mele ha rilasciato alcune dichiarazioni subito dopo l’accaduto: “Inizialmente pensavamo ad un incendio, poi abbiamo scoperto che si trattava di una bomba. Credo sia frutto del gesto di una persona che voleva manifestare una sofferenza, sono pronto ad incontrarlo per ascoltare le sue ragioni”.

Carlotta e Diana: insieme per ripulire le coste del Cilento

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Carlotta ha 11 anni, è cilentana e ha appuntamento ad Ascea Marina con Diana che arriva, invece, da Verano di Brianza.

Il motivo per cui si incontrano è presto detto: ripulire le spiagge dai rifiuti.

Sull’onda del risveglio ambientalista suscitato dalla quasi coetanea Greta Thunberg, Carlotta e Diana danno così un esempio risonante nella sua semplicità.

“Abbiamo raccolto otto buste di spazzatura in due giorni” affermano fiere le due ragazzine.

Così prendono parte ad una lotta che non starebbe a loro combattere, donando però un contributo che, seppur modesto, può fare tanto.

“Mica ci fermiamo qui!” concludono poi, forti di quella speranza e voglia di fare di una generazione che forse potrà riuscire in quello in cui le precedenti hanno fallito.

 

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Leggende della Campania: la storia d’amore dei Colli di Napoli

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A Napoli tutto è capace d’amare ed ogni angolo nasconde una storia d’amore – anche se spesso infelice.

Come Posillipo, anche altri quattro colli napoletani nascondono una storia: prima di trasformarsi in terra, massi e radici, un tempo San Martino, il Vomero, Capodimonte e Poggioreale erano quattro uomini, quattro fratelli.

La collera li rese immobili amore li mutò in pietra: questa è la loro storia.

La storia di quattro fratelli

Vi erano quattro fratelli, ammirati ed amati da tutti. Erano giovani e belli, forti e gentili.

I fratelli si chiamavano San Martino, Vomero, Capodimonte e Poggioreale. Andavano molto d’accordo tra di loro e provavano l’uno verso l’altro un profondissimo affetto: s’aiutavano a vicenda quando uno di loro ne aveva bisogno, si sostenevano nei momenti di difficoltà e gioivano insieme per le loro fortune.

Pareva che la vita sorridesse ai quattro fratelli e che per loro si prospettasse un futuro felice e luminoso, ma il destino decise che così non dovesse essere.

In amore e in guerra

I fratelli con le loro doti attiravano lo sguardo ed il desiderio di molte donne, ma le rifiutavano tutte. Vicendevolmente incuriositi da quel comportamento, parlarono tra di loro e tutti dissero la stessa cosa: non potevano cedere alle proposte delle altre donne perché avevano il cuore già occupato.

Il destino è crudele e l’amore è cieco: i quattro fratelli si resero conto di essere innamorati della stessa donna. Iniziarono così gelosie e recriminazioni, litigi e ostilità. L’idillio familiare dei quattro fratelli era distrutto per sempre, sostituito da una guerra in cui nulla pareva proibito. Tutto era lecito e ciascuno di loro avrebbe compiuto qualsiasi azione pur di avere il cuore della fanciulla contesa.

Cuore di pietra

Ma il fato non aveva ancora esaurito i tiri mancini nei confronti dei quattro fratelli; per quanto si impegnassero, per quanto sanguinosa e sempre più crudele la guerra tra di loro andasse avanti, la donna amata da tutti loro non ricambiava l’amore di nessuno.

I quattro fratelli fecero lo stesso giuramento alla donna: ti aspetterò per sempre! E mantennero davvero la loro parola: attesero ed attesero, ma quella non cambiò mai idea. Gli anni passarono e si tramutarono in secoli, e i fratelli ancora attendono che quella donna tanto amata e contesa conceda il proprio cuore a qualcuno di loro.

Immobili nella loro attesa, si trasformarono in pietra ed in terra, in radici ed in massi, diventando i quattro colli che noi tutti conosciamo e che possiamo ammirare ancora oggi. San Martino, Vomero, Capodimonte e Poggioreale, vicini come furono in vita, nel susseguirsi delle stagioni, aspetteranno per sempre il loro amore.

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BussoLaLeggenda I : Da dove nascono le Janare? 

BussoLaLeggenda II : Il fantasma del Caffè Gambrinus

BussoLaLeggenda III: La maledizione della Gaiola

BussoLaLeggenda IV: La Strega del Vesuvio

BussoLaLeggenda V: La Tomba di Dracula

BussoLaLeggenda VI: L’amore tra Posillipo e Nisida

BussoLaLeggenda VII: Giovanna la pazza e i suoi amanti senza riposo

BussoLaLeggenda VIII: La Bella ‘Mbriana e l’ospitalità

BussoLaLeggenda IX: I segreti della Grotta Azzurra 

BussoLaLeggenda X: la storia di Castel dell’Ovo

BussoLaLeggenda XI: La strega di Port’Alba

BussoLaLeggenda XII: Tra diavoli e fate, le leggende del lago d’Averno

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“Scusate l’assenza”: l’omaggio a De Crescenzo e Troisi all’Avellino Summer Fest

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di Raffaele Accetta- Due grandi eventi il 27 e il 28 agosto all’Avellino Summer Fest che rendono omaggio agli amatissimi Luciano De Crescenzo e Massimo Troisi

L’omaggio a De Crescenzo e Troisi all’Avellino Summer Fest

Anche quest’anno è tornato L’Avellino Summer Fest, la lunga catena di eventi che corrono dal 1 agosto al 21 settembre nel capoluogo campano. Tra i tantissimi concerti e omaggi a personaggi del cinema e della musica (da De Andrè a Rino Gaetano), spicca il tributo a due simboli di Napoli: Luciano De Crescenzo, scomparso lo scorso 18 luglio, e Massimo Troisi. Il 27 e il 28 agosto, alle 20:30 in Viale Italia, saranno presentate due serate, accomunate dal titolo “Scusate l’assenza” che vogliono ricordare in maniera del tutto originale quelli che il direttore artistico Gianni Simioli ha definito “Gli Stati Uniti della Campania”:

Quando ho pensato a De Crescenzo e Troisi – spiega Simioli – entrambi dolorosamente assenti, ho pensato a due grandi icone campane. Anzi, potrei dire meridionali, un po’ come è stato Camilleri, ovvero un simbolo del sud. Purtroppo abbiamo la cattiva abitudine di farci un po’ la guerra tra noi, mentre ritengo che la coesione delle città campane possa essere davvero una grande forza, soprattutto in questo momento storico. I nemici della nostra regione non sono certo nei nostri confini.

Il 27 agosto, il cantante Clementino leggerà stralci di brani e pensieri di Luciano De Crescenzo e, a seguire, sarà trasmesso “Così parlò Bellavista“. Il 28 agosto, invece, sarà reso omaggio a Massimo Troisi con la proiezione di “Scusate il ritardo”. L’evento vedrà anche la partecipazione di Giuliana De Sio, protagonista femminile della pellicola.

Giuliana De Sio ci racconterà il suo Massimo, ci racconterà che cosa accadeva nei giorni di lavorazione di “Scusate il ritardo”, i retroscena dei ciak più significativi del film, oltre a recitare una poesia a lui dedicata – conclude Simioli – ma avremmo anche una sorpresa, un artista che verrà a cantare la canzone-icona di Troisi, “O ssaje comm fa o core”, che Pino Daniele musicò sui suoi versi.

L’ingresso è, per entrambi gli eventi, gratuito. Per info: 08252001.

 

Alle 14 l’incontro tra PD e Movimento 5 Stelle. Mattarella annuncia nuove consultazioni martedi

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Di Maio ottiene la delega del Movimento a trattare con il Pd. Zingaretti: “C’è un quadro su cui si può cominciare a lavorare”

È fissato alle 14 l’incontro tra i capigruppo di M5s e Pd, in un luogo ancora da fissare. Lo si apprende da fonti parlamentari Dem. Intanto il segretario del Pd Nicola Zingaretti è giunto intorno alle 8,40 nella sede del partito dove stanno giungendo gli altri dirigenti Dem, tra cui il presidente Paolo Gentiloni, la vicepresidente Anna Ascani, il vicesegretario Andrea Orlando e il tesoriere Luigi Zanda. Da parte loro nessun commento sull’incontro dei capigruppo di M5s e Pd previsto nel pomeriggio.

Le parole di Mattarella

“Svolgerò nuove consultazioni che inizieranno nella giornata di martedì prossimo per trarre le conclusioni e assumere le decisioni necessarie”. Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al termine delle consultazioni al Quirinale. “Sono possibili solo governi che ottengono la fiducia del Parlamento con accordi dei gruppi su un programma per governare il Paese, in mancanza di queste condizioni la strada è quella delle elezioni”.  “Il ricorso agli elettori è necessario se il parlamento non è in grado di esprimere una maggioranza di governo. Mi è comunicato che sono state avviate iniziative tra partiti. Ho il dovere di richiedere decisioni sollecite”.

La trattativa tra M5s e Pd per tentare di formare un nuovo governo è nel vivo. L’assemblea dei gruppi M5S ha dato mandato per acclamazione al capo politico Luigi Di Maio e ai capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva ad incontrare la delegazione del Pd. Poco dopo la replica del PD: “Dalle proposte e dai principi da noi illustrati al Capo dello Stato e dalle parole e dai punti programmatici esposti da Di Maio, emerge un quadro su cui si può sicuramente iniziare a lavorare” ha affermato il segretario Dem Zingaretti.

Vi chiediamo mandato di incontrare la delegazione del Pd per parlare del primo punto, il taglio dei parlamentari, sul quale chiederemo chiarezza”, ha detto il capogruppo M5S Stefano Patuanelli all’assemblea dei gruppi. “Per noi il taglio dei parlamentari si deve fare ora, non fra 10 anni come chiede qualcuno. È una riforma fondamentale per il futuro del Paese con cui gli italiani risparmieranno mezzo miliardo di euro. Oggi abbiamo presentato 10 punti per noi imprescindibili e, non a caso, il taglio dei 345 parlamentari e’ stato fissato come primo punto sia in virtu’ dell’importanza che gli attribuiamo sia in virtu’ del fatto che manca solo un voto e dunque due ore di lavoro della Camera per portarlo a compimento. Il taglio dei parlamentari e’ il presupposto per il prosieguo della legislatura e per darle solidita’. A tal proposito, visto che oggi abbiamo letto dichiarazioni piuttosto vaghe al riguardo e visto che la Lega continua ad essere il partito del boh, vi chiediamo mandato per incontrare la delegazione del Pd”, ha detto Patuanelli.

“Non lasciamo la nave affondare, perché l’Italia siamo tutti, a dispetto degli interessi di parte” ha detto Di Maio dopo l’incontro con il presidente della Repubblica. “Sono state avviate tutte le interlocuzioni per avere una maggioranza solida che voglia convergere sui punti indicati. Noi non lasciamo affondare la nave, che a pagare siano gli italiani” ha aggiunto. “I cittadini che ci hanno votato il 4 marzo, l’hanno fatto per cambiare l’Italia non il Movimento e penso anche che il coraggio non è di chi scappa ma chi prova fino in fondo a cambiare le cose, anche sbagliando con sacrificio e provando a fare le cose.  Il voto – ha sottolineato il capo politico dei 5s – non ci intimorisce affatto ma il voto non può essere la fuga dalle promesse fatte dagli italiani. Abbiamo tante cose da fare”. “Abbiamo informato il capo dello Stato di quelli che secondo noi sono obiettivi prioritari per gli italiani, dieci impegni che secondo noi devono essere portati a compimenti”.

Prima dei pentastellati al Colle era salita la Lega guidata da Matteo Salvini. Queste le principali dichiarazioni del leader del Carroccio dopo il colloquio con Mattarella. “Un “accordo contro”, tra Pd e M5S, è la vecchia politica. Io non penso che l’Italia abbia bisogno di un “governo contro”. Se poi qualcuno mi dice “ragioniamo perché i “no” diventano “si”, miglioriamo la squadra, diamoci un obiettivo, facciamo qualcosa “non contro” ma “per”, io l’ho sempre detto, sono una persona concreta, non porto rancore guardo avanti, non indietro”. “Ho scoperto che tanti no, si sarebbero trasformati in si. Ci sono alcuni 5s che appoggerebbero una manovra coraggiosa: ho scoperto che ci sarebbero alcuni disponibili. Aver scoperchiato il vaso è stato utile per capire. Ma malgrado gli insulti, vado avanti”. Ero consapevole di un governo fermo, ma se si vuol far ripartire il Paese noi siamo pronti senza pregiudiziali senza guardare indietro”

Intanto sale la tensione sia all’interno di Pd e M5s. In queste ore frenetiche, anche le voci di tre nuovi paletti – via i decreti sicurezza, preaccordo su manovra e stop a taglio parlamentari – che avrebbe messo il Pd nel paniere stanno facendo fibrillare sia lo stesso Pd che il Movimento. Tensioni che certamente sono arrivate anche al Quirinale dove il presidente è fermo sulla richiesta di avere presto piena chiarezza. Ove non ci fosse già oggi nessuno può escludere che il Quirinale possa velocemente aprire le procedure per nuove elezioni. Sul nome del premier e sui primi punti su cui cercare una convergenza al momento le parti sono lontane. Con una parte del Movimento 5 Stelle che resta scettico sull’affidabilità soprattutto del segretario Dem Nicola Zingaretti.E, ad agitare il Movimento c’è il “no” al taglio dei parlamentari che avrebbe proposto, salvo poi precisare il suo concetto, il segretario Dem.

È il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio a precisare che sul taglio dei parlamentari non c’è un veto, ma deve essere accompagnato da una riforma elettorale. E poi lo stesso Zingaretti, poco dopo, in una nota precisa che le condizioni poste al M5S sono i 5 punti approvati dalla Direzione ieri. Ma l’affondo Dem sul taglio dei parlamentari – più che sulla cancellazione di parte del decreto sicurezza – ha accresciuto, in questi minuti lo scetticismo pentastellato, a cominciare dai filo-leghisti come Gianluigi Paragone. E, secondo alcune fonti parlamentari, le dichiarazioni Dem sul taglio dei parlamentari sarebbero arrivate dopo che, al Nazareno, era giunta l’ipotesi che, nelle sue dichiarazioni dal Colle, Luigi Di Maio non avrebbe chiarito la sua apertura al Pd. Ma, al momento, la tensione salita in queste ultime ore non cancella la trattativa. Contatti tra M5S e Pd – ma non tra Di Maio e Zingaretti – avrebbero provato a rasserenare il clima in vista della salita al Quirinale del leader del Movimento. Quirinale che, già oggi, chiede a Di Maio chiarezza in vista di un eventuale governo con il Pd.

La delegazione del Pd era composta dal segretario Dem, Nicola Zingaretti, Paolo Gentiloni, presidente del partito, la vice presidente del Pd, Paola De Micheli, e dai due capigruppo, Graziano Delrio e Andrea Marcucci. Al Colle anche la delegazione di Forza Italiaguidata da Silvio Berlusconi. Insieme all’ex premier, Antonio Tajani e le due capigruppo, Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini. A differenza delle delegazioni di Fdi e Pd, quella di Forza Italia ha fatto il suo ingresso nel palazzo del Quirinale non a piedi ma in macchina.

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Napoli, dottoressa aggredita dai parenti di un paziente

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All’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, una dottoressa è stata aggredita dai parenti di un paziente durante una visita.

Adelina Laprovitera, una dottoressa del San Giovanni Bosco di Napoli è stata aggredita durante una visita. L’aggressione è avvenuta stanotte al pronto soccorso dell’ospedale, dove la dottoressa stava svolgendo una consulenza chirurgica. Ad aggredirla sarebbero state alcune parenti di un paziente, introdottesi nel pronto soccorso aggirando i divieti. La direzione generale dell’Asl ha già avviato una verifica interna volta a ricostruire quanto accaduto. La dottoressa aveva invitato le parenti del paziente che stava visitando ad attendere fuori dalla stanza. Da qui la discussione e la violenza. È stata percossa riportando un trauma facciale, con una prognosi di 30 giorni.

“Sono schifata – dice la dottoressa – ma, come ho detto a mia madre che mi ha chiamato dalla Calabria, non ho paura e spero di tornare presto a riempire la mia casella nei turni del pronto soccorso, perché siamo in pochi e lavoriamo al limite”.

Solidarietà dal direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva: “La Asl sarà al fianco della dottoressa, ci costituiremo parte civile assicurando, tra l’altro, il supporto legale alla nostra dipendente. Tolleranza zero, chi ha sbagliato si aspetti conseguenze molto serie. L’aggressione di questa notte è un gesto vile e indegno. Ho sentito la dottoressa e le ho personalmente garantito che l’azienda è e sarà al suo fianco anche in tribunale. Niente può giustificare quanto accaduto, un fatto che al di là del trauma fisico ed emotivo cagionato, mette a rischio l’assistenza. Chi ha aggredito la dottoressa ha aggredito ciascun medico, ciascuna infermiera e operatore dell’Asl Napoli 1 Centro, ma soprattutto ha tolto ad altri pazienti il diritto di essere assistiti”.

Solidarietà anche dal presidente della Regione Vincenzo De Luca: “Desidero esprimere la mia solidarietà e vicinanza alla dottoressa dell’ospedale San Giovanni Bosco che ha subito la scorsa notte una vile e gravissima aggressione. Ancora un atto di violenza nei confronti di un medico che sta svolgendo con impegno e dedizione il proprio lavoro, e ancora nel pronto soccorso dell’ospedale. Solidarietà anche all’intero personale medico e sanitario che lavorano nel presidio. Ancora una volta, nel ripetersi di episodi che condanniamo e denunciamo, ricordiamo che da oltre un anno abbiamo presentato la richiesta formale, tramite la Prefettura, per l’istituzione di un posto di polizia al San Giovanni Bosco. Episodi come quello di stanotte non sono più tollerabili”.

Benevento: no a 20mila tonnellate di rifiuti allo Stir di Casalduni

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«Non esiste alcun accordo con S.A.P.NA. spa (Società Provinciale della Città Metropolitana di Napoli) che ha addirittura programmato di destinare alla area Stir di Casalduni ben 16.500 balle corrispondenti a 20.000 tonnellate di rifiuti provenienti dall’ area napoletana». Questo ha scritto il Presidente della Provincia di Benevento Antonio Di Maria in una lettera indirizzata al Prefetto, alla Deputazione Parlamentare e Regionale, ai Sindaci, ai Soggetti economici e sociali del Sannio, alla stessa Sapna, alla Regione Campania, agli Enti d’Ambito napoletani e a quelli di Benevento.

Di Maria ha chiesto al Prefetto di Benevento che si convochi un Tavolo di confronto e, nel contempo, che vi sia una mobilitazione politico-istituzionale a tutti i livelli di responsabilità per la difesa del territorio. Tutto ciò per impedire il conferimento di 20.000 tonnellate di rifiuti. Le balle di rifiuti, secondo i piani Sapna, dovrebbe essere provvisoriamente stoccate dal 31 agosto al 10 ottobre p.v. presso lo Stir di Casalduni per consentire i programmati lavori di manutenzione al Termovalorizzatore di Acerra (NA); Di Maria avverte nella sua lettera che non ha mai trovato il coinvolgimento della Provincia di Benevento, «sebbene la titolarità dell’impianto Stir di Casalduni appartiene solo e soltanto alla stessa Provincia di Benevento».

Il Presidente della Provincia, pertanto, ha disconosciuto «qualsivoglia impegno possa essere stato assunto da soggetti e/o Enti diversi dalla Provincia». La S.A.P.N.A. spa, che ha redatto il “piano”, non lo ha neanche reso noto alla Provincia: la Rocca dei Rettori, infatti, lo ha appreso e lo ha letto solo per via indiretta. «Già questo – ha dichiarato Di Maria – è sufficiente per diffidare la S.A.P.NA. spa ad assumere iniziative che interessino aree ed impianti del nostro  territorio».

Peraltro, ha ancora precisato il Presidente della Provincia di Benevento, la  S.A.P.N.A. spa ha ritenuto di coinvolgere il solo Ente d’Ambito di Benevento, riferimento che, ha dichiarato lo stesso Di Maria, «risulta sicuramente insufficiente se non intempestivo perché, allo stato, esso Ente d’Ambito non ha sufficiente titolarità in merito in quanto non pare abbia completato la procedura per la sua istituzione attraverso la composizione di tutti gli organismi, cosi come prevede la Legge Regionale num. 14/16, che dispone in materia».

Per quanto riguarda il merito della “piano” Sapna da 20mila tonnellate, di Maria osserva non si capire come lo Stir di Casalduni, avvolto dall’incendio dell’agosto 2018 che lo ha reso inoperante, e da un altro focolaio lo scorso 15 agosto, possa ospitare ulteriori 20.000 tonnellate di rifiuti in balle.

Peraltro, l’incendio del 2018 ha permesso di rilevare la presenza ivi di circa 19.000 Ton. di rifiuti giacenti da diverso tempo che non erano stati trasportati al Termovalorizzatore di Acerra, «una quantità significativa che – ha scritto Di Maria – travalicava ogni limite normativo e amministrativo. Una bomba ecologica che, dai postumi dell’incendio, si è manifestata in tutta la sua consistenza. Una minaccia reale che mina da tempo l’equilibrio ambientale di una intera area».

«Il Sannio ha già subìto l’onta della mortificazione istituzionale ed ambientale» per aver dovuto in passato “dare ospitalità”, a quanto si disse “in nome della solidarietà”, a quantità di rifiuti “tal quale” enormemente superiori a quelle prodotte nel Sannio, ovvero a svariate migliaia di tonnellate proveniente dai territori di fuori provincia e sversati nelle discariche di Montesarchio, Toppa Infuocata, Sant’Arcangelo Trimonte, Serra Pastore di San Bartolomeo in Galdo.

Ha precisato Di Maria che è una beffa che ad oggi, senza alcun ristoro né ambientale, né economico,  i cittadini del Sannio debbano pagare di tasca propria la gestione di discariche che continuano quotidianamente a produrre da oltre un decennio smisurate quantità di percolato prodotto dai rifiuti altrui.

«E’ mortificante essere lo sversatoio della Regione Campania. Il Sannio merita oggi una adeguata difesa per evitare ulteriori prevaricazioni che sicuramente aggravano oltremodo le mortificazioni subite e che pesano in misura intollerabile sul  nostro bilancio ambientale. Rivolgo un appello al Signor Prefetto affinchè si istituisca un tavolo istituzionale per affrontare fino in fondo tutti gli aspetti di questa problematica passati, presenti e futuri. Rivolgo un appello alle rappresentanze Parlamentari, Regionali, ai Sindaci, alle rappresentanze economiche e sociali affinchè ci sia una voce corale per concorrere a respingere questo nuovo attacco al territorio che può minare anche le residue speranze di risollevare le sorti  di uno sviluppo sistemico e ampio».  Così si conclude lo scritto del Presidente, nella speranza di scongiurare lo scarico di queste migliaia di tonnellate di rifiuti.

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Santobono: salvata bambina napoletana residente in Polonia

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L’ospedale Santobono, grazie anche all’intervento dell’Aeronautica militare, ha salvato una bambina napoletana residente in Polonia.

La bambina di 6 anni era stata in vacanza in Egitto a luglio e negli ultimi giorni aveva presentato sintomi di dissenteria, diventati poi in una sindrome emolitico uremica (Seu).

Ritornata in Polonia, dove la famiglia vive per motivi di lavoro, la sua situazione si è aggravata velocemente.

All’ospedale di Stettino, infatti, la bambina ha dovuto essere addirittura intubata a seguito di un arresto cardiaco.

La famiglia avrebbe voluto spostarsi immediatamente a Napoli, ma le precarie condizioni della bambina non hanno reso possibile il trasferimento fino allo scorso 8 agosto.

Grazie ad un volo del 31esimo Stormo dell’Aeronautica e allo staff di rianimazione presente sul volo, a inizio mese la bambina è arrivata a Napoli.

Qui la bambina è rimasta per qualche giorno in rianimazione, il reparto diretto da Massimino Cardone e che aveva ospitato la piccola Noemi vittima dell’agguato di piazza Nazionale.

Successivamente, è stata spostata nel reparto di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale Santobono, diretto da Carmine Pecoraro.

La dialisi ha fatto perdere alla bambina 5 kg e le terapie le hanno riallineato i valori vitali.

Dopo il trattamento, la bambina non ha più presentato i problemi cardiaci e respiratori manifestati all’ospedale di Stettino.

 

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Valeria Valente (PD): “Si all’accordo coi 5 Stelle ma mai con De Magistris”

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“E’ pericoloso creare un parallelismo tra la proposta di alleanza con i 5 stelle a livello nazionale e con De Magistris a livello locale”

Lo afferma Valeria Valente, senatrice PD ed ex candidata a Sindaco di Napoli durante lo scorse elezioni comunali. Per la Valente c’è una sostanziale differenza tra l’accordo con i 5 stelle e quello con De Magistris: 

“L’accordo coi 5 stelle si presenta come un possibile argine alla deriva autoritaria di Salvini. Per quanto riguarda l’alleanza con De Magistris, mancherebbe l’elemento di discontinuità politica. Sarebbe solo un’accostamento del PD alle responsabilità di un sindaco che presenta un bilancio da tutti riconosciuto come fallimentare”. 

Un giudizio, quello della Valente, che è fortemente critico nei confronti dell’amministrazione arancione..

“Sviluppo e urbanistica, bilancio, trasporti e viabilità, sicurezza e welfare, servizi, decentramento, verde urbano, rifiuti: non c’è un solo ambito di governo della città in cui De Magistris possa rivendicare risultati positivi. Il Sindaco non fa altro che condurre una guerra di quartiere con la giunta di De Luca”
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